il Ducato » ospedale di urbino http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ospedale di urbino http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Furto negli uffici dell’ospedale, fermati in Abruzzo http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/centro-2/furto-negli-uffici-dellospedale-fermati-in-abruzzo/72703/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/centro-2/furto-negli-uffici-dellospedale-fermati-in-abruzzo/72703/#comments Mon, 27 Apr 2015 15:58:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72703 20130504-fossombrone-ospedale-gURBINO – Hanno rubato un portafogli dalla borsa di un’impiegata all’ospedale e hanno fatto acquisti e prelievi per oltre mille euro. Ma sono stati fermati due giorni dopo in Abruzzo. Il furto risale a mercoledì mattina, quando un uomo è salito al quarto piano dell’ospedale di Urbino, si è infilato nella stanza di un’impiegata dell’amministrazione e le ha rubato portafogli e cellulare. La donna non si è accorta immediatamente della sparizione e prima di capire che qualcosa mancava è passata qualche ora. Al momento di andare via per la pausa pranzo l’impiegata sollevando la borsa l’ha trovata stranamente leggera. A quel punto si è accorta della sparizione del portafogli e ha cominciato a cercarlo, credendo di averlo dimenticato da qualche parte. Solo quando si è resa conto che oltre a quello era sparito anche lo smartphone ha realizzato che qualcuno doveva averli presi direttamente dalla borsa.

Parlando con i colleghi è venuto fuori che in mattinata più di uno aveva visto un ragazzo che, fingendo di parlare al telefono, girava per i corridoi che ospitano gli uffici amministrativi. L’atteggiamento, però, aveva destato qualche sospetto: con la scusa della telefonata, infatti, il ragazzo si era fermato più volte di fronte alle stanze dando un’occhiata all’interno. Il corridoio dove si trovano gli uffici, tra l’altro, è piuttosto stretto e le stanze sono tutte molto vicine. In pochi passi quindi è possibile percorrerlo tutto e farsi un’idea di quali sono occupate e quali no. Secondo la signora è probabile che l’uomo sia entrato nel suo ufficio mentre lei si trovava nella stanza di una collega qualche metro più in là.

Nel pomeriggio dal bancomat della signora sono state effettuate diverse operazioni. I ladri hanno fatto prelievi sul circuito nazionale e su quello internazionale, in modo da aggirare il limite di contante erogabile in un giorno. Ma non si sono fermati ai soldi, hanno anche fatto una spesa al supermercato e comprato vestiti e persino un’Iphone 6 del valore di 750 euro. A compiere le operazioni con la carta pare sia stata una donna, complice del ladro, filmata da alcune telecamere di sicurezza al momento di pagare la merce e durante il prelievo dallo sportello.

Due giorni dopo l’uomo e la donna, insieme a un terzo uomo, sono incappati in un controllo sulle strade nella zona di Giulianova, sulla costa teramana. “I carabinieri si sono insospettiti per la quantità di buste dentro la macchina – ha raccontato la vittima del furto – e hanno deciso di controllarli”. Durante la perquisizione i militari hanno trovato il cellulare della donna e parecchi contanti. Dall’utenza della sim sono risaliti al marito dell’impiegata, titolare della scheda, e l’hanno avvisato del ritrovamento. “Adesso bisogna capire cosa succederà con i soldi che mi hanno rubato – ha raccontato la signora – perché ancora non so se oltre alle cose acquistate con la mia carta ci fosse anche il bottino di altri furti”.

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Urbinate aggredito con un pugno al parcheggio dell’ospedale. Denunciato posteggiatore abusivo http://ifg.uniurb.it/2015/03/12/ducato-notizie-informazione/aggressione-al-parcheggio-dellospedale-denunciato-un-senegalese/68175/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/12/ducato-notizie-informazione/aggressione-al-parcheggio-dellospedale-denunciato-un-senegalese/68175/#comments Thu, 12 Mar 2015 19:05:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68175 [continua a leggere]]]> pattuglia stazione urbinoURBINO – Un urbinate di 45 anni è stato ferito al volto con un pugno da un posteggiatore abusivo al parcheggio superiore dell’ospedale di Santa Maria della Misericordia. Il fatto è avvenuto nella mattinata di mercoledì 11 febbraio. Il diverbio è nato quando l’uomo, infastidito dalle richieste insistenti del parcheggiatore, ha minacciato di scattargli una foto e inviarla al comando dei Carabinieri. A quel punto il posteggiatore, un uomo di nazionalità senegalese sui 30 anni regolarmente residente in Italia, ha reagito tentanto di strappargli il cellulare dalle mani. Alla resistenza opposta dall’urbinate, l’immigrato ha risposto con un pugno, ferendolo al sopracciglio.

Quando i Carabinieri sono arrivati sul posto, intorno alle 11 e un quarto, il parcheggiatore stava scappando insieme ad altri tre abusivi nei boschi che circondano l’ospedale. L’inseguimento dei militari e del nucleo operativo radio mobile ha portato alla cattura dei fuggitivi. Tutti e quattro sono stati rilasciati. L’aggressore è stato denunciato con l’accusa di violenza privata e lesioni personali. Per l’urbinate ferito al volto la prognosi è di sette giorni.

 

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Ospedale di Urbino: 30% di pazienti in più. Il Pronto soccorso rischia l’apnea http://ifg.uniurb.it/2015/02/19/ducato-online/ospedale-di-urbino-30-di-pazienti-in-piu-il-pronto-soccorso-rischia-lapnea/65781/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/19/ducato-online/ospedale-di-urbino-30-di-pazienti-in-piu-il-pronto-soccorso-rischia-lapnea/65781/#comments Thu, 19 Feb 2015 00:02:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65781 LEGGI - Rischia di diventare un inferno]]> Filippo Mezzolani

Filippo Mezzolani

URBINO – Con circa il 30% di accessi in più a gennaio e febbraio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il Pronto soccorso di Urbino rischia di andare in apnea. Questo l’effetto principale causato dal depotenziamento delle strutture sanitarie nell’entroterra della provincia di Pesaro-Urbino. Quello che un anno fa il primario Filippo Mezzolani denunciava come un rischio, oggi si avvicina alla realtà. “La centralizzazione della sanità è giusta” – commenta il primario urbinate – ma abbiamo bisogno di una struttura che sia in grado di gestire i numeri di quello che ormai è un ospedale provinciale”.

L’utenza.  Da Cagli a Mercatino Conca, da Borgo Pace fino a Fossombrone. Il Pronto soccorso ducale deve servire un bacino di utenza maggiore rispetto al passato, sopperendo al servizio venuto meno dopo la conversione di strutture ospedaliere come quella di Cagli, Sassocorvaro e Fossombrone. Le ambulanze o i singoli che prima si rivolgevano al punto di primo intervento più vicino ora confluiscono a Urbino. “Anche il territorio di Fossombrone e la zona a sud, che una volta convergeva verso Fano, ora viene qua”, precisa il primario.

Il personale e la struttura. Benché il contesto in cui opera sia cambiato, i locali e il personale impiegato sono “identici a quando è stato costruito nel 1976″.  Per il personale il modello è quello di 15 anni fa: durante il giorno lavorano due medici e tre infermieri. Stesso numero di personale infermieristico per la notte, ma con la presenza di un solo medico. Altra differenza è la mancanza del servizio di triage (il sistema di smistamento dei pazienti che assegna i codici con il grado di urgenza da bianco a rosso). Quello notturno, infatti, è previsto solo le aziende ospedaliere che durante l’anno svolgono 25mila prestazioni. Urbino arriva a 20mila. Per questo di notte la valutazione del caso viene affidata al personale di turno.

“Tutti i Pronto soccorso italiani sono in grave sofferenza e nel caos. Noi lo siamo per motivi contingenti e legati al fatto che anche qui, come nel resto del paese, si sta vivendo una ristrutturazione della rete sanitaria. Gli ospedali piccoli stanno vivendo una realtà ambigua: dovevano diventare case di cura ma non sono state ancora convertite del tutto. I punti di primo intervento ci sono, spendono risorse ma vanno spegnendosi come missione”, continua Mezzolani.

L’allungamento della vita. Il sovraccarico però non è causato solo dall’aumento degli accessi. “L’indicatore da tenere in considerazione, che fa la differenza nel lavoro, è la tipologia di paziente che arriva”. Il 10-15% dell’attività svolta dal Pronto soccorso è dedicata ad anziani di 3° e 4° età: “La diagnosi di questi pazienti non è semplice. Avendo molte problematiche c’è bisogno di più tempo per effettuare tutti i controlli necessari”, spiega Mezzolani. Una mole di lavoro che impegna per ore il reparto e che difficilmente può esser smaltita in tempi rapidi con il personale infermieristico attualmente impiegato.

I posti letto. L’intasamento riguarda anche il passaggio dal Pronto soccorso all’ospedalizzazione. I tagli lineari che sono stati fatti alla sanità hanno avuto ripercussioni soprattutto sui posti letto dei diversi reparti ospedalieri. Se questi infatti sono esauriti, i nuovi pazienti che devono essere ospedalizzati sono costretti ad attendere che si liberi un posto nelle stanze del pronto soccorso. Letti e brandine che il reparto dovrebbe tener liberi per i propri pazienti.

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Influenza, meno vaccinati, preoccupazione per il picco di gennaio e febbraio http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/influenza-meno-vaccini-preoccupazione-per-il-picco-di-gennaio-e-febbraio/63190/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/influenza-meno-vaccini-preoccupazione-per-il-picco-di-gennaio-e-febbraio/63190/#comments Wed, 21 Jan 2015 12:11:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63190 OSPEDALE_Urbino-300x225OKOKURBINO – Meno della metà degli urbinati aventi diritto (persone oltre i 65 anni o affette da patologie croniche) hanno fatto quest’anno il vaccino antinfluenzale. Gli operatori sanitari stimano un calo delle vaccinazioni tra il 15% e il 20% rispetto all’anno scorso, in linea con il dato nazionale. Questa situazione ha, fino a ora, fatto registrare un moderato aumento dei ricoveri per complicazioni legate al virus stagionale all’ospedale cittadino, ma i medici sono preoccupati per il picco dell’influenza, atteso tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio che coglierà la popolazione impreparata.

L’effetto “Flaud”. Il netto calo delle vaccinazioni, dicono gli operatori sanitari, è da attribuirsi all’effetto “Flaud”, il vaccino che era stato bloccato dall’ Aifa a seguito della morte di 13 persone, che si sospettava legata alla sua somministrazione. Il fatto era avvenuto a fine novembre 2014, in piena campagna vaccinazioni; l’Aifa e l’Istituto superiore di sanità hanno poi accertato  che non esisteva correlazione tra i decessi e il vaccino; tuttavia il ritiro in via precauzionale del Flaud ha suscitato allarme tra la popolazione, inducendo molte persone che erano abituate a vaccinarsi, a non farlo.

I fondi tagliati. Il direttore del dipartimento di prevenzione dell’ Arsu, Giovanni Cappuccini punta il dito contro i mass media che accusa di aver dato grande risalto alla notizia e se la prende con quanti sono contrari ai vaccini che “hanno propagandato materiali inattendibili  che si trovano su internet, spacciandoli per documenti medici, al fine di impressionare la gente” e aggiunge: “ Quest’anno abbiamo buttato via delle dosi di vaccino antinfluenzale.” Gabriele Scattolari, responsabile del poliambulatorio di medicina generale di Urbino conferma e pone l’accento sul taglio di fondi deciso dal ministero alla campagna di sensibilizzazione della popolazione, atta a contrastare questi fenomeni.

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Caso di febbre suina a Urbino: uomo ricoverato d’urgenza, ora è a Firenze http://ifg.uniurb.it/2014/03/19/ducato-online/caso-di-febbre-suina-a-urbino-uomo-ricoverato-durgenza-ora-e-a-firenze/59819/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/19/ducato-online/caso-di-febbre-suina-a-urbino-uomo-ricoverato-durgenza-ora-e-a-firenze/59819/#comments Wed, 19 Mar 2014 12:06:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59819 Ospedale di Urbino

Ospedale di Urbino

URBINO – La febbre che durava da diversi giorni non accennava a scendere e poi sono sorte le complicazioni. Così un uomo sulla cinquantina, residente a Urbino, è stato ricoverato d’urgenza la settimana scorsa all’ospedale, in terapia intensiva, per una grave crisi respiratoria. La causa accertata è il virus A/H1N1, la cosiddetta ‘febbre suina‘, apparsa per la prima volta in Italia nel 2009. Un tipo di influenza che a prima vista assomiglia a quella di stagione ma in realtà ben più pericolosa, soprattutto nei soggetti più fragili.

“All’inizio non sapevamo cosa fosse – spiega il dottor Andrea Cani, dirigente dell’ospedale di Urbino – ma poi dagli esami abbiamo capito che si trattava del virus A/H1N1, un’influenza che può comparire di tanto in tanto.  Abbiamo subito seguito il protocollo regionale, creato dopo il 2009, e abbiamo trasferito il soggetto a Firenze per delle cure specifiche”.

Secondo il dottore questo è l’unico caso apparso negli ultimi quattro anni a Urbino e nonostante la gravità, non ci sono pericoli per i cittadini.  “Per il momento non possiamo dire molto sulle condizioni dell’uomo – conclude Cani – ma a Firenze sanno cosa fare e noi abbiamo agito subito facendo tutto il possibile”.

L’ AH1N1, nella sua forma più aggressiva, colpisce soprattutto i bronchi, i polmoni e le vie respiratorie. Secondo gli ultimi dati della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), nella stagione 2012 -2013 sono stati colpiti dall’influenza oltre 2,7 milioni di italiani, con una maggiore incidenza nelle Marche, in Val d’Aosta ed in Trentino.

“La suina in soggetti fragili, soprattutto bambini, anziani e persone con problemi cardiaci o polmonari, può anche essere fatale se viene sottovalutata – spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano – era la stessa che circolava in Italia nel 2009 e che ha creato tanto allarmismo, ma poi è stata declassata e ora la si considera alla pari di quella stagionale, ma non è cosi”. In Italia, precisa il virologo, circa il 10% dei casi hanno delle serie complicanze e nel mondo il virus provoca di media la morte di 3-4000 persone all’anno.

“Anche se è un’influenza connaturata con quella stagionale – continua Prigliasco – non significa che non sia pericolosa. Ai soggetti a rischio è consigliabile fare delle analisi specifiche in caso la febbre non passi dopo diversi giorni”.

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Centro antidiabetico, dalla Regione si teme un ridimensionamento http://ifg.uniurb.it/2014/03/18/ducato-online/centro-antidiabetico-dalla-regione-si-teme-un-ridimensionamento/59703/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/18/ducato-online/centro-antidiabetico-dalla-regione-si-teme-un-ridimensionamento/59703/#comments Tue, 18 Mar 2014 16:08:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59703 OSPEDALE_Urbino-300x225OKOKURBINO – C’è il rischio che i malati di diabete di Urbino e delle Marche vedano ridursi i servizi. In vista della ristrutturazione della sanità a livello regionale, associazioni e medici lanciano l’allarme sul possibile accorpamento dei diabetologi ai reparti di medicina generale.

Luciano Donati, presidente dell’associazione diabetici di Urbino, e Mauro Andreani, responsabile del centro per le malattie metaboliche e diabetologia dell’ospedale di Urbino, sono concordi nel dire che se si prendesse tale decisione non sarebbe più possibile garantire lo stesso livello di cure assicurato oggi ai pazienti. Il rischio è che i diabetologi debbano in futuro  occuparsi anche delle normali emergenze ospedaliere, sottraendo tempo alle visite per prevenire il diabete e seguire i malati. Venerdì i responsabili dei 12 centri presenti nelle Marche si sarebbero dovuti incontrare con l’assessore regionale alla sanità, Almerino Mezzolani, per capire quali scenari si prospettano, ma il vertice è stato rimandato.

Sono più di 3000 i pazienti sparsi tra Urbino e i territori circostanti, assistiti dal centro fondato nel 1985. Proprio per la frammentazione del territorio l’istituto è itinerante: una volta a settimana l’equipe si divide tra Urbino, Fossombrone, Pergola, Cagli, Urbania, Macerata Feltria, Mercatino Conca e Sassocorvaro, e una volta al mese visita anche i pazienti di Mondolfo.

“Il diabete è una malattia da prevenire. Quando i pazienti vengono ricoverati – spiega Andreani – significa che ci sono state delle complicazioni. Intervenire in anticipo aiuta sia i pazienti sia la collettività. Ricoverare un malato di diabete una sola volta costa più che seguirlo per un intero anno. I pazienti affetti da diabete di tipo 1 hanno bisogno di una visita al mese, mentre per quelli di tipo 2 ne basta  una all’anno”. La presenza sul territorio del diabetologo assicura quella prevenzione ritenuta fondamentale degli esperti, spiega il direttore del centro.

“Il diabete è la vera pandemia del secolo – ammonisce Luciano Donati – ed è per questo che abbiamo lanciato una raccolta firme. Vogliamo far capire alla popolazione, alle istituzioni e alle forze politiche che la diabetologia andrebbe casomai rinforzata”.

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Malasanità, per il maxirisarcimento il Comune di Urbino chiede aiuto alla Regione http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/malasanita-per-il-maxirisarcimento-il-comune-di-urbino-chiede-aiuto-alla-regione/57903/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/malasanita-per-il-maxirisarcimento-il-comune-di-urbino-chiede-aiuto-alla-regione/57903/#comments Wed, 26 Feb 2014 18:01:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57903 URBOSPEDALE_UrbinoINO – Il Comune di Urbino è a un bivio: pagare o non pagare 1,2 milioni per risarcire gli eredi del signor Pecorini, che avrebbe contratto l’Epatite C nell’ospedale di Urbino dopo essersi sottoposto a un’operazione nel 1976, quando la struttura era di competenza dell’amministrazione cittadina.

La vicenda è stata discussa nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, durato quattro ore e incentrato in particolar modo sul bilancio di previsione: il Comune di Urbino cercherà di far pagare alla regione Marche la somma di 1.267.000 euro a cui è stato condannato lo scorso novembre dal tribunale della città ducale. “Noi non abbiamo colpe per quello che è successo negli anni ’70 – ha dichiarato il sindaco Franco Corbucci durante la seduta -  e pagare l’intero importo a cui siamo stati condannati sarebbe un gran problema per Urbino”.

L’amministrazione, a questo punto, può percorrere due strade: da un lato può tentare il ricorso in appello, rischiando però di veder confermata la condanna, dall’altro può raggiungere un accordo con gli eredi di Pecorini e il suo avvocato. Per quanto riguarda la prima opzione, il Comune ha già deliberato l’affidamento di un incarico al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino per l’analisi approfondita del caso e per valutare l’esistenza dei termini per un eventuale ricorso in appello.

Nel secondo caso, c’è la possibilità di un accordo tra le parti le cui trattative sono già in corso da qualche mese: “Loro chiedono 600.000 euro, circa la metà della somma a cui siamo stati condannati – ha spiegato Corbucci – ma stiamo cercando di scendere a 500.000 euro”. Il sindaco ha poi sottolineato che quei soldi potrebbero arrivare da Ancona poiché la competenza degli ospedali, dopo la riforma sanitaria del 1980, è passata alle Regioni così come tutti i beni immobili della sanità pubblica. Il problema, però, è che la causa è stata sollevata successivamente.

A questo proposito, il Comune di Urbino ha comunque già inviato ad Ancona una lettera in cui chiede che il pagamento della condanna, o dell’eventuale cifra concordata, sia a carico della Regione. “Avevamo bisogno di approvare il bilancio entro fine febbraio proprio per il peso della sentenza Pecorini” ha concluso il sindaco. Tutto l’avanzo del 2013 era stato infatti destinato al pagamento della causa, pari a circa 400.000 euro.

“Sono soldi tolti ad altri bisogni della città – ha commentato il consigliere di opposizione Lucia Ciampi – il Comune non ha fatto abbastanza. Non basta scrivere una lettera in Regione. Bisogna andarci di persona, maggioranza e opposizione, e chiedere che si assumano la responsabilità di questa causa. O che, quanto meno, aiutino il Comune cedendo qualche immobile alla città. Urbino ha tanti e grandi problemi e se le cose dovessero andare male in un eventuale appello,  il Comune dovrebbe mettere soldi da parte per almeno tre anni”.

La vicenda
La storia risale al 1976. Secondo quanto si legge in una determina comunale relativa alla sentenza, il signor Pecorini  “è deceduto nel 2009 dopo una lunga malattia (Epatite C) insorta, secondo lui, a seguito di un’infezione contratta durante un intervento chirurgico al quale si era sottoposto all’Ospedale di Urbino nel 1976”.

Nel 1996, Pecorini viene a conoscenza della malattia mentre è ricoverato al Policlinico di Bologna. Solo nel 2003, però,  ricollega la contrazione dell’epatite all’intervento chirurgico di 27 anni prima, su suggerimento di un medico. Un’ipotesi confermata dal Consulente Tecnico d’Ufficio, il professor Bolondi, dell’Università di Bologna.

Nella causa, tutto è stato giocato sulle tempistiche: secondo il Comune, il termine temporale per la richiesta di risarcimento da parte del signor Pecorini sarebbe dovuta arrivare entro i 10 anni da quando aveva saputo della malattia (è il termine massimo previsto dalla legge entro il quale chiedere il risarcimento). Secondo la difesa della famiglia, che ha poi avuto ragione in tribunale, il conteggio dei dieci anni dovrebbe invece partire dal 2003, l’anno in cui Pecorini ha ricollegato la sua malattia all’operazione subita a Urbino.

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Caos ambulanze, a rischio il trasporto sanitario per pazienti oncologici e in dialisi http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-online/caos-ambulanze-a-rischio-il-trasporto-sanitario-per-pazienti-oncologici-e-in-dialisi/57675/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/25/ducato-online/caos-ambulanze-a-rischio-il-trasporto-sanitario-per-pazienti-oncologici-e-in-dialisi/57675/#comments Tue, 25 Feb 2014 17:40:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57675 URBINO – Per i trenta malati in dialisi di Urbino e per i pazienti oncologici che ogni giorno arrivano in ospedale per le terapie presto qualcosa potrebbe cambiare. L’Asur infatti non garantisce più il trasporto sanitario in ambulanza a chi ha scarsa capacità di deambulare. “È stata applicata  la delibera di giunta regionale n.292 del 2010 che prevede la riformulazione delle centrali operative del 118 “, afferma Fabio Cecconi della Croce Rossa regionale. “Esistono, infatti, due tipi di malati: quelli di tipo A che devono essere soccorsi con l’ambulanza e quelli di tipo B che invece possono recarsi in ospedale autonomamente”. In questa ultima categoria rientrano alcuni pazienti malati di tumore e alcuni in dialisi.

Il dottor Romeo Magnoni, direttore del distretto Urbino-Urbania, spiega: “Da gennaio il servizio si doveva interrompere, ma per non lasciare i pazienti a piedi abbiamo deciso di continuare. Ora stiamo cercando un accordo con le associazioni. Ai familiari dei malati verrà comunque rimborsato un quinto della benzina. Negli anni passati ci sono stati degli sprechi. Per chi può andare in ospedale con i propri mezzi, l’ambulanza non serve”.

Oltre al costo economico che graverà sulle famiglie, non tutti hanno familiari o amici che possono accompagnarli ogni giorno in ospedale. Secondo Tiziano Busca, dirigente dell’ufficio relazioni con il pubblico dell’Asur: “L’ospedale di Urbino ha speso nel 2013 per le ambulanze un milione di euro. I malati in dialisi che non hanno problemi seri possono essere trasportati dal taxi sanitario”.

La situazione non va meglio nel resto delle Marche. Dall’11 dicembre l’Anpas, associazione nazionale pubbliche assistenze che gestisce parte del trasporto sanitario, è in presidio permanente davanti al palazzo della Regione. “Chiediamo il conguaglio delle spese sostenute dal 2010 ad oggi. Le nostre associazioni sono a rischio chiusura perché non abbiamo più soldi”, sostiene Alfonso Sabatini, direttore Anpas.

Il 29 gennaio è stato raggiunto un accordo tra la Regione, la Croce Rossa, la Misericordia e le altre associazioni che si occupano di trasporto sanitario. L’Anpas però non ha aderito. “L’intesa prevede un terzo dei rimborsi. Da troppo tempo ormai riceviamo solo acconti basati su ipotesi di costi risalenti al 2002. Per fare un esempio, dodici anni fa il gasolio costava 80 centesimi al litro, oggi 1,70 centesimi. Sono aumentate anche le assicurazioni. Vogliamo l’adeguamento delle tariffe e il rimborso effettivo delle spese sostenute. Inoltre non abbiamo alcuna certezza sull’affidamento dei servizi di trasporto a carico dell’Asur. Le associazioni continuano a garantire il servizio anche se le convenzioni sono scadute da anni”, continua Sabatini. “Siamo, inoltre, preoccupati per la scelta della Regione Marche di non garantire il trasporto ai pazienti con scarsa capacità di deambulazione. In questo modo ha tagliato una grossa fetta di assistenza”. Intanto, la Croce Gialla ha deciso che a marzo fermerà il primo mezzo se la situazione non si sbloccherà.

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I volontari del Tribunale del Malato: “Da 10 anni lottiamo per i diritti dei pazienti, ma siamo pochi” http://ifg.uniurb.it/2014/02/12/ducato-online/i-volontari-del-tribunale-del-malato-da-10-anni-lottiamo-per-i-diritti-dei-pazienti-ma-siamo-pochi/57146/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/12/ducato-online/i-volontari-del-tribunale-del-malato-da-10-anni-lottiamo-per-i-diritti-dei-pazienti-ma-siamo-pochi/57146/#comments Wed, 12 Feb 2014 15:27:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57146 Giacomo Megna, Maria Clara Staccioli ed Elvira Moretti

A sinistra Giacomo Megna, a destra Maria Clara Staccioli e al centro Elvira Moretti, responsabile

URBINO – Al primo piano dell’ospedale di Urbino c’è un piccolo ufficio. Gli orari sulla porta parlano di tre giorni a settimana di apertura al pubblico, il lunedì, il mercoledì e il venerdì. All’ interno due persone, Maria Clara Staccioli e Giacomo Megna: “Siamo due volontari del ‘Tribunale del Malato‘ e siamo qui da più di dieci anni”.

Una scrivania, un computer, il telefono e un registro su cui sono annotate tutte le circa 190 richieste di intervento ricevute nel 2013: “Ci occupiamo delle lamentele sul funzionamento dell’ospedale. Spesso la stessa persona fa anche più di una segnalazione e non neghiamo che a volte alcune sono superflue. Però, magari, ogni cinque segnalazioni arbitrarie, c’è quella che spezza il cuore e che fa capire quanto sia importante questa nostra attività di volontariato”.

Come la storia di un piccolo orfano cinese di un anno abbandonato in ospedale qualche anno fa. Aveva gravi insufficienze respiratorie e deficit mentali: “Lo abbiamo accudito come un figlio – racconta Maria Clara Staccioli – i genitori non volevano tenerlo e noi volontari, a turno, gli abbiamo fatto compagnia per giorni. Fino a che non è stato assegnato ad un istituto”.

Anche le altre storie sono delicate: un’anziana signora della provincia che abita da sola e che ha aspettato per mesi la visita per ricevere l’indennità di accompagnamento, un artigiano che ha dovuto lasciare il suo lavoro per sei mesi a causa di un’operazione, a suo dire, andata male.

“In casi come questi – spiega Giacomo Megna – noi interveniamo per sollecitare l’Asur quanto meno a dare una risposta alla richiesta di risarcimento. Capiamo che l’Azienda Sanitaria riceve migliaia e migliaia di richieste da tutta la regione e che siano in affanno, ma un uomo che aspetta da più di un anno di sapere se almeno la sua domanda sia stata considerata e che magari ha perso tanto della sua vita e del suo lavoro, merita comunque rispetto”.

Sono circa una decina a lavorare al tribunale del malato e tutti volontari. Insegnanti e professionisti in pensione. Non ricevono sovvenzioni di alcun tipo, fanno parte della rete nazionale di Cittadinanza Attiva e sia l’ufficio che i servizi telefonici e telematici sono stati forniti dall’ospedale: “Cerchiamo persone che vogliano unirsi a noi, giovani che abbiano voglia e siano motivati nell’aiutare e assistere gli utenti dell’ospedale. Avremmo davvero bisogno di un avvocato e di un medico legale che possano seguire i malati. Ovviamente in modo gratuito e disinteressato. Crediamo che ci possano essere persone così qui a Urbino, motivate e disposte a donarsi per una buona causa”.

Alle spalle dei volontari, storie di sofferenza: “Noi tutti abbiamo avuto un parente, un amico, malato o morto precocemente. Sappiamo quale sia il sapore della sofferenza in questi momenti e abbiamo voluto metterci in gioco, fare qualcosa nel nostro piccolo. Così, se c’è qualche disservizio, se un medico ritarda nelle visite o se gli utenti ritengono ci sia qualcosa che non funziona bene, noi siamo qui a disposizione. Cerchiamo di intervenire autonomamente contattando i reparti se sono cose semplici, indirizziamo e forniamo materiale nei casi più spinosi e difficile come possono essere le richieste di risarcimento o i trattamenti ritenuti dannosi”.

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I punteggi di trasparenza per ogni regione d’Italia, secondo l’inchiesta di Libera e del Gruppo Abele

URBINO – I termini sono già scaduti e le Marche restano terzultime in Italia per quanto riguarda l’adempimento delle norme anticorruzione nelle aziende sanitarie pubbliche. Secondo la campagna “Riparte il futuro” di Libera e del Gruppo Abele – che tiene costantemente aggiornati i risultati dell’osservatorio, lanciato nel dicembre 2013 –  nella nostra regione il punteggio medio di trasparenza ospedaliera ha raggiunto solo il 60 per cento. La classifica viene calcolata sulla base delle informazioni presenti sui siti web delle strutture sanitarie: secondo la legge 190 del 2012, infatti, tutti gli enti pubblici dovevano dotarsi entro il 31 gennaio 2014 di strumenti per contrastare la corruzione e agevolare la trasparenza, pubblicando sul proprio sito web il piano anticorruzione e i dati relativi ai vertici dell’azienda.

In particolare l’Azienda sanitaria unica regionale, di cui fa parte l’Ospedale di Urbino, è al 50 per cento degli adempimenti. I peggiori della regione sono gli Ospedali riuniti Marche nord di Pesaro, con un punteggio del 23 per cento, mentre l’Azienda ospedaliera universitaria Ospedali riuniti di Ancona è al 68 per cento. L’unica struttura marchigiana che ha completato l’adeguamento alla legge 190/12 è l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Ancona.

“Stiamo facendo un gran lavoro – ha assicurato Alberto Lanari, nominato responsabile anti-corruzione dell’Asur Marche – e il portale per la trasparenza è in costante implementazione”. Le stesse parole svettano nella home page della sezione “Amministrazione trasparente”, il nuovo link apparso da qualche settimana sul sito web dell’Asur. Per districarsi in questo nuovo portale, l’indice a 64 voci non è molto chiaro, ma cliccando qua e là si riescono a trovare gli atti di nomina dei vertici dell’azienda, i compensi, il curriculum vitae di Lanari e i suoi contatti.

Nessuna traccia, però, del piano anticorruzione, dei curriculum vitae dei vertici dell’azienda e dei compensi del responsabile dell’anticorruzione. “Il piano è già stato scritto – ha spiegato Lanari – ma prima di pubblicarlo deve essere firmato dai direttori amministrativi, sanitari e generali dell’Asur”. Le tre figure sono in fase di rinnovamento e ad oggi mancherebbe solo la firma del direttore amministrativo, che verrà nominato nei prossimi giorni. “La legge non prevede un termine preciso per la messa online degli strumenti anticorruzione – ha precisato Lanari – quindi, da parte nostra, cercheremo di farlo il prima possibile. Farò in modo inoltre che ogni modifica necessaria venga effettuata al massimo entro una settimana”.

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