il Ducato » papa francesco http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » papa francesco http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Lucia Annibali incontra Papa Francesco in Vaticano http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/lucia-annibali-incontra-papa-francesco-in-vaticano/64522/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/lucia-annibali-incontra-papa-francesco-in-vaticano/64522/#comments Wed, 04 Feb 2015 10:50:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64522 URBINO – Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino sfigurata con l’acido a Pesaro, è stata ricevuta questa mattina in Vaticano da Papa Francesco. L’incontro è avvenuto nella sala Nervi, quella dedicata alle udienze generali.


L’aggressione alla Annibali è avvenuta il 16 aprile del 2013 per mano di due sicari albanesi –  Rubin Ago Talaban e Altistin Preceta – assoldati dal suo ex fidanzato Luca Varani, tutti e tre condannati in secondo grado per le accuse di lesioni gravissime e (solo Varani) per tentato omicidio e stalking.

La donna, Cavaliere al merito della Repubblica italiana, una nomina che l’ex presidente Giorgio Napolitano le ha conferito l’8 marzo scorso, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stata accompagnata a Roma dalla madre Maria Grazia e dal suo avvocato ed è stata ammessa al “baciamano” (accompagnato da un breve scambio di battute con il Papa) al termine della parte pubblica della udienza generale. L’invito a recarsi in Vaticano era arrivato una settimana fa attraverso l’arcivescovo di Pesaro, monsignor Piero Coccia, che è in contatto col padre della giovane.

Il Pontefice, come aveva preannunciato mercoledì scorso dopo il suo discorso sui padri assenti, ha dedicato l’udienza odierna agli aspetti positivi della paternità. “La prima necessità – ha specificato – è proprio questa: che il padre sia presente nella famiglia. Che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/lucia-annibali-incontra-papa-francesco-in-vaticano/64522/feed/ 0
Settemila i marchigiani tra i “conigli” del Papa: “Ma i figli non sono un peso” http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/settemila-i-marchigiani-tra-i-conigli-del-papa-ma-i-figli-non-sono-un-peso/63167/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/settemila-i-marchigiani-tra-i-conigli-del-papa-ma-i-figli-non-sono-un-peso/63167/#comments Wed, 21 Jan 2015 21:00:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63167 papa francesco

Papa Francesco

URBINO – Seicentonovantotto. E’ questo il numero delle famiglie numerose presenti nella provincia di Pesaro e Urbino. Oltre quattromila persone (compresi i figli), all’incirca, che si saranno sentite chiamate in causa dalle parole pronunciate da papa Francesco sul volo che da Manila lo riportava in Italia: “Alcuni credono che, scusatemi la parola, per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli. No. Paternità responsabile”.

Nelle Marche ci sono quasi settemila “conigli”, fra madri e padri delle 3.366 famiglie numerose sparse tra le varie province. Un totale di circa 20mila persone, se contiamo anche i figli.

I numeri in provincia. Con i suoi 698 nuclei, la provincia di Pesaro e Urbino è la terza in una classifica che vede Ancona al primo posto con 921 famiglie numerose, seguita dalle 851 di Macerata. Ma in rapporto al totale dei nuclei familiari presenti in ciascuna provincia la percentuale è la più bassa (0,67%). Sono invece Macerata (0.95%), Fermo (0.91%) e Ascoli Piceno (e 0,74%) a classificarsi sul podio. E in tutti i casi, la media è più bassa di quella nazionale.

MAPPA / LA ‘DENSITÀ’ DELLE FAMIGLIE NUMEROSE (più scuro il colore, più alta la percentuale)

TABELLA / I DATI DI PROVINCE, REGIONE E MEDIA NAZIONALE


I dati nazionali. A livello nazionale questo tipo di famiglie rappresentano l’1% della totalità dei nuclei familiari, secondo gli ultimi dati Istat risalenti al censimento 2011. Si tratta però di un dato in calo. Tra il 1961 e il 2001 si è passati da 3 milioni a circa 190mila nuclei famigliari. Le ultime rilevazioni ne contano 163.640 in tutta Italia, ciò significa che in 10 anni il numero è calato di 27mila unità.

Spicchio di una torta che si fa sempre più piccolo nel corso del tempo, tra l’avanzare del processo di secolarizzazione e le difficoltà che queste famiglie oggi incontrano nella sopravvivenza quotidiana, decidere di mettere al mondo più di quattro figli è divenuto sinonimo di scelta in controtendenza.

Le ‘famiglie tra le famiglie’. Per questo motivo sono sorte sempre più associazioni con lo scopo di creare una ‘famiglia tra le famiglie’. Una rete di contatto e supporto che riunisce a livello regionale e nazionale persone che vivono secondo gli stessi valori cristiani e il medesimo amore per la famiglia.

Sono associazioni come l’Anfn, Associazione nazionale famiglie numerose, al cui responsabile per la regione Marche, Giampiero Bettucci, abbiamo chiesto un commento sull’invito di papa Bergoglio ad una procreazione più attenta: “Il Papa non ha detto nulla di nuovo. Questo concetto era stato già espresso da Paolo VI nell’encliclica Humanae Vitae. Della paternità responsabile ne siamo tutti convinti, solamente che oggi il mondo ha tradotto questo concetto con il fare solo un figlio. Un numero che non ricambia nemmeno il tasso di mortalità e che crea problemi dal punto di vista previdenziale, politico, lavorativo. Senza contare il gran numero di problemi economi cui si va incontro. Questo non l’ha fatto la Chiesa, ma la propaganda dell’idea che i figli siano un peso, un qualcosa da allontanare”.

Per Bettucci le parole dell’altro giorno andrebbero rilette all’interno del contesto originario, come ad esempio una fonte vaticana. Perché è possibile che una frase estrapolata da un discorso e inserita all’interno di un altro contesto, come un articolo di giornale, possa essere travisata.

“Io credo che il numero di tre per famiglia, che lei menziona, secondo quello che dicono i tecnici, è importante per mantenere la popolazione.Tre per coppia. Quando si scende sotto questo livello, accade l’altro estremo, come ad esempio in Italia, dove ho sentito – non so se è vero – che nel 2024 non ci saranno i soldi per pagare i pensionati. Il calo della popolazione. Per questo la parola‐chiave per rispondere è quella che usa la Chiesa sempre, anch’io: è “paternità responsabile”. Come si fa questo? Col dialogo. Ogni persona, col suo pastore, deve cercare come fare questa paternità responsabile. Quell’esempio che ho menzionato poco fa, di quella donna che aspettava l’ottavo e ne aveva sette nati col cesareo: questa è una irresponsabilità. “No, io confido in Dio”. “Ma guarda, Dio ti dà i mezzi, sii responsabile”. Alcuni credono che, scusatemi la parola, per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli”.
(Le dichiarazioni di Papa Bergoglio durante il volo Manila – Roma)

Anche il parroco della Chiesa Santissima Annunziata di Urbino don Sandro De Angeli sostiene che quella del Papa è una linea che nella Chiesa era già stata espressa, che non contraddice con quanto predicato da essa per secoli.

Secondo don Sandro con il termine ‘responsabilità’ Francesco ha voluto ricordare alle coppie che “la vita non si ferma al solo atto della procreazione. Prima di avere uno o più figli, bisogna essere certi di poter fornire loro sia un educazione che uno stile vita adeguati e dignitosi. Tuttavia – continua il parroco – è difficile generalizzare e stabilire quale sia il limite di responsabilità: questo andrebbe determinato caso per caso”.

Alla domanda se le dichiarazioni del Papa possano essere o meno un’apertura verso l’utilizzo di anticoncezionali, don Sandro sorride e risponde che tante volte un’affermazione del genere è stata interpretata come tale, ma sta solo a Francesco chiarire, in futuro, quale sia il vero significato della sua affermazione.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/settemila-i-marchigiani-tra-i-conigli-del-papa-ma-i-figli-non-sono-un-peso/63167/feed/ 0
Rassegna stampa – 7/04/2014 http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/radio-ducato/rassegna-stampa-7042014/60870/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/radio-ducato/rassegna-stampa-7042014/60870/#comments Mon, 07 Apr 2014 09:05:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60870 [continua a leggere]]]> Ascolta la rassegna stampa del 7 aprile 2014

In studio Tommaso Cherici

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/radio-ducato/rassegna-stampa-7042014/60870/feed/ 0
Papa Francesco incontra i ragazzi delle scuole, l’Arcidiocesi di Urbino apre le iscrizioni http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-notizie-informazione/papa-francesco-incontra-i-ragazzi-delle-scuole-larcidiocesi-di-urbino-apre-le-iscrizioni/60035/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-notizie-informazione/papa-francesco-incontra-i-ragazzi-delle-scuole-larcidiocesi-di-urbino-apre-le-iscrizioni/60035/#comments Mon, 24 Mar 2014 10:33:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60035 [continua a leggere]]]> URBINO – Il prossimo 10 maggio Papa Francesco dà appuntamento a studenti e insegnanti delle scuole d’Italia in piazza San Pietro e l’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado si è già organizzata per non mancare all’incontro. Da venerdì 21 marzo ha aperto le iscrizioni per partecipare, invitando a partecipare alunni e docenti, ma anche i familiari dei ragazzi e tutti coloro che sono legati al mondo dell’educazione. Le adesioni dovranno arrivare alla segreteria dell’Arcidiocesi entro il 10 aprile (telefonando al numero 0722/2450 o inviando una mail all’indirizzo segreteria@arcidiocesiurbino.it).

Anche se non si è ancora iscritto nessuno, l’Arcidiocesi ha già prenotato per il 10 maggio due pullman da 55 persone ciascuno: il costo del viaggio dipenderà dal numero di iscritti e per adesso si aggira attorno ai 30 euro a persona.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-notizie-informazione/papa-francesco-incontra-i-ragazzi-delle-scuole-larcidiocesi-di-urbino-apre-le-iscrizioni/60035/feed/ 0
Abdelali, musulmano sindacalista simbolo dell’integrazione a Fermignano http://ifg.uniurb.it/2014/01/27/ducato-online/abdelali-musulmano-sindacalista-simbolo-dellintegrazione-a-fermignano/55671/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/27/ducato-online/abdelali-musulmano-sindacalista-simbolo-dellintegrazione-a-fermignano/55671/#comments Mon, 27 Jan 2014 16:37:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55671 moschea fermignanoFERMIGNANO – Abdelali En Nahili è arrivato in Italia nel 1998 quando aveva già più di 30 anni.  Dopo tanti mestieri e tante città, ora è un bell’esempio di integrazione riuscita. Musulmano, proveniente dal Marocco, lavora come sindacalista nella Cisl, organizzazione di storica ispirazione cattolica. Ma allo stesso tempo non ha dimenticato le sue origini e ha sempre lottato per conservare e promuovere la cultura islamica.

Il rispetto reciproco è la chiave, secondo Abdelali, per far convivere l’una accanto all’altra persone di fedi diverse: “Lavoro a fianco di una persona che è molto attiva nella chiesa, ma tra di noi non c’è mai stato alcun attrito”. Abdelali anche in Marocco era abituato a confrontarsi con altre religioni: “Casablanca, Essaouira e tante altre città marocchine ospitano importanti comunità ebraiche. Purtroppo anche nel nostro paese gli ebrei hanno subito deportazioni forzate ed è un peccato che oggi, nel giorno della memoria, si ricordi solo lo sterminio nazista e non le altre sofferenze del popolo ebraico”. Abdelali commenta anche l’operato di Papa Francesco: “Sta cercando di migliorare la Chiesa. Grazie a lui molti cattolici si sono riavvicinati alla religione”.

Il 26 settembre 2009, insieme ad altri quattro soci di fede musulmana, ha dato vita a una società di promozione culturale. Ha un nome lungo, Acidpusf, difficile da ricordare, ma i suoi sforzi per la comunità musulmana locale hanno dato frutti che tutti ricorderanno.

Grazie ai contributi dei 40 soci e di tutti i fedeli della zona, nel 2011 l’associazione ha potuto acquistare una vecchia palestra in via Donizetti e inaugurare un centro culturale. Lì ogni sera si radunano per pregare decine di islamici ma il centro non è nato solo per essere un luogo di culto. “Chiamarla moschea è sbagliato – ci spiega Abdelali – quel luogo dovrebbe essere un centro culturale e quindi ospitare attività non esclusivamente legate alla preghiera”.

Sono tanti i progetti che Abdelali vorrebbe portare avanti: dall’insegnamento della lingua araba ai più piccoli all’organizzazione di attività sportive e serate che facciano conoscere a tutti la cultura islamica. Ma per ora tutti i suoi progetti non vedono sbocchi: “Alcuni all’interno della nostra associazione credono che non abbiamo abbastanza soldi per investire in questo tipo di progetti e quindi il centro è ormai destinato esclusivamente alla preghiera – commenta Abdelali – sarebbe stato importante organizzare incontri tra musulmani e non per favorire l’integrazione e il dialogo”.

Quest’anno a cinque anni dalla sua fondazione l’Acidpusf dovrà rinnovare il suo direttivo. E lo farà attraverso delle elezioni: “Ancora dobbiamo stabilire le regole e le modalità di voto – conclude Abdelali – ma vogliamo che le nostre elezioni avvengano in maniera democratica e trasparente”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/01/27/ducato-online/abdelali-musulmano-sindacalista-simbolo-dellintegrazione-a-fermignano/55671/feed/ 0
La benedizione di papa Francesco all’Ifg di Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/la-benedizione-di-papa-francesco-allifg-di-urbino/54642/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/la-benedizione-di-papa-francesco-allifg-di-urbino/54642/#comments Wed, 15 Jan 2014 11:36:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54642 Ducato, sono arrivati in redazione i ringraziamenti del pontefice]]> In risposta all’ottavo numero del Ducato “Effetto Francesco”, dedicato all’impatto del nuovo Papa nella città ducale, l’Istituto per la Formazione al giornalismo di Urbino ha ricevuto i ringraziamenti dalla Santa Sede:

La Segreteria di Stato porge distinti saluti e, nel comunicare che quanto è stato inviato al Sommo Pontefice è regolarmente pervenuto a destinazione, esprime a Suo nome viva riconoscenza per il premuroso pensiero e Ne partecipa la Benedizione, pegno di abbondanti grazie celesti

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/01/15/ducato-online/la-benedizione-di-papa-francesco-allifg-di-urbino/54642/feed/ 0
La vignetta di Sergio Staino con dedica al Ducato http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/senza-categoria/la-vignetta-di-sergio-staino-con-dedica-al-ducato/52677/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/senza-categoria/la-vignetta-di-sergio-staino-con-dedica-al-ducato/52677/#comments Mon, 02 Dec 2013 12:09:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52677 [continua a leggere]]]> URBINO – Sergio Staino ospite di pagina 16 dell’ultimo  Ducato . Il celebre disegnatore ha donato alla nostra redazione la sua vignetta con protagonista Papa Francesco, già pubblicata sul Venerdì di Repubblica. Una dedica speciale per una vignetta da antologia.

vignetta-big

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/senza-categoria/la-vignetta-di-sergio-staino-con-dedica-al-ducato/52677/feed/ 0
Bergoglio al raduno nazionale scout, l’Urbino 1: “Sarà incontro storico” http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/bergoglio-al-raduno-nazionale-scout-lurbino-1-sara-incontro-storico/52531/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/bergoglio-al-raduno-nazionale-scout-lurbino-1-sara-incontro-storico/52531/#comments Sun, 01 Dec 2013 15:58:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52531 Giacomo di Urbino 1 durante un'uscita. Foto di Cinzia Campogiani.

Giacomo del gruppo scout Urbino 1 durante un’uscita. Foto di Cinzia Campogiani.

URBINO – Di certo non sarà un incontro formale. Ne sono convinti gli scout del gruppo Urbino 1, quando fantasticano sul momento in cui vedranno papa Francesco in mezzo a loro. La prossima estate, infatti, 32.000 scout da tutta Italia, tra cui una ventina della città ducale, si riuniranno in Toscana per la Route nazionale, un raduno associativo che non avviene da 28 anni. All’edizione scorsa, nel 1986, papa Giovanni Paolo II aveva partecipato. “Nulla fa pensare che papa Francesco non venga a trovarci”, confida Donatella, capo gruppo di Urbino 1, mentre nella sede in via delle Mura raccoglie le quote d’iscrizione dei ragazzi che parteciperanno alla Route. “Finora questo nuovo papa ha mostrato molta spontaneità nei rapporti con i giovani e sa calarsi nel loro linguaggio. Spero che venga e da lui non mi aspetto un discorso convenzionale”.

Cinzia e Cecilia, di 18 anni, vengono a portare la loro quota. “Io sarò nel gruppo stampa dell’evento”, spiega Cinzia, “quindi spero di poter vedere Francesco anche da vicino”. Per questi ragazzi, e per tutta l’associazione scout, non si tratta di un papa qualsiasi: “Parla di povertà, semplicità, protagonismo”, racconta Donatella, “quindi ricalca i principi educativi dell’Agesci”. L’Associazione guide e scouts cattolici italiani è nata nel 1974 dall’unione dell’Asci, maschile, e dell’Agi, femminile, ed è la più vasta organizzazione cattolica giovanile in Italia. Nel territorio ducale, però, i gruppi sono pochi: Cinzia racconta che alcuni ragazzi, per partecipare alle riunioni a Urbino, vengono anche da Fossombrone, perché l’unico altro gruppo della zona è a Sant’Angelo in Vado.

L’Urbino 1 è nato nel 1984 e quest’anno, tra adulti e bambini, ha oltre un centinaio di iscritti. Nella branca dei più piccoli, dagli 8 agli 11 anni, ci sono 26 ‘lupetti’, maschi e femmine. Per loro il metodo scout prevede tanto gioco e divertimento, specialmente all’aria aperta, nell’ambiente fantastico del “Libro della giungla” di Rudyard Kipling. Gli educatori, davanti ai bambini, non si chiamano mai con il loro vero nome: il capo branca è il lupo Akela, il parroco è l’orso Baloo, poi ci sono Bagheera, Chil, Kaa e tutti gli altri personaggi del racconto.

Rover e scolte del clan di Urbino 1 durante la route estiva di gruppo. Foto di Cinzia Campogiani.

Rover e scolte del clan di Urbino 1 durante la route estiva di gruppo. Foto di Cinzia Campogiani.

La branca successiva è quella degli esploratori e delle guide, dai 12 ai 16 anni: a Urbino sono 35. A questa età il clima è quello dell’avventura, con tante uscite in montagna, fuochi da accendere e tende da montare. A 12 anni, inoltre, si pronuncia davanti ai capi la promessa scout: “Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”.

La terza branca è quella del clan, in cui rientrano i novizi, i rover e le scolte, tutti adolescenti tra i 17 e i 21 anni. Punti cardine di questo gruppo, che a Urbino conta 25 ragazzi, sono i valori della comunità, del volontariato, del camminare insieme e della fede. Sono loro, i più grandi, che parteciperanno alla Route del 2014 e che si emozionano a pensare alla presenza di papa Francesco tra migliaia di camice azzurre.

Uno scatto durante il campo estivo degli esploratori e delle guide di Urbino 1.

Uno scatto durante il campo estivo degli esploratori e delle guide di Urbino 1.

Oltre ai bambini e ai ragazzi, l’Urbino 1 conta una ventina di educatori dai 20 ai 50 anni che, nei ritagli di tempo tra il lavoro, lo studio e la famiglia, indossano ogni settimana il fazzolettone per trasmettere ad altri fratelli, attraverso il gioco, quei valori dello scoutismo che Bergoglio sembra incarnare. “Il nuovo papa è di grande esempio per noi”, afferma Donatella, “e l’associazione si ispira molto agli uomini di fede che hanno un grande carisma nel relazionarsi ai giovani”.

Di certo l’adolescenza è un periodo difficile, anche nel campo della ricerca di Dio, ma secondo Cinzia il nuovo papa sembra aver fatto breccia anche nei suoi compagni che sono meno credenti. “Certo, c’è chi è più attratto e chi meno, ma comunque papa Francesco ha fatto riavvicinare i giovani alla Chiesa. Anche chi tra di noi non si poneva il problema della fede, ora è spinto a farlo, mentre chi già se lo poneva, adesso è ancora più convinto”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/bergoglio-al-raduno-nazionale-scout-lurbino-1-sara-incontro-storico/52531/feed/ 0
Il vescovo di Urbino: “Papa Francesco ci sta educando al sorriso” http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-papa-francesco-ci-sta-educando-al-sorriso/52584/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-papa-francesco-ci-sta-educando-al-sorriso/52584/#comments Sun, 01 Dec 2013 15:00:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52584 LA VIDEOINTERVISTA Dopo sei mesi di pausa Il Ducato torna in edicola. Nel nuovo numero esploriamo il “fenomeno Bergoglio". Intervista a Monsignor Tani, arcivescovo di Urbino: "Siamo tutti in attesa di grandi novità organizzative e di dottrina"
LEGGI IL DUCATO IN EDICOLA
NEI MONASTERI DEL MONTEFELTRO

Fonte Avellana / Montebello ]]>
Tani-con-Papa-Francesco

Mons. Tani con papa Francesco a Roma per la Visita ad Limina

“Sono molto felice e pieno di aspettative” aveva detto al Ducato monsignor Giovanni Tani, otto mesi fa, all’indomani dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio. Oggi la sua gioia è ancora più evidente. “Mi piace moltissimo papa Francesco – dice il vescovo con un sorriso sulle labbra – ci sta educando ad andare all’essenziale, a essere molto vicini alle persone, ad avere sempre il sorriso, ad affrontare con determinazione anche le tematiche più delicate con la consapevolezza che le soluzioni non saranno immediate. Ci sta educando ad avere pazienza, a saper attendere le novità non in maniera spasmodica, ma nel rispetto del tempo che occorre per farle maturare”. Monsignor Tani, da due anni vescovo della diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, ha maturato la sua fede prima di tutto in famiglia. Secondo di quattro figli, ha una sorella monaca carmelitana a Tolentino. Dopo l’ingresso in seminario sono arrivati gli studi teologici. “Il mio percorso, però, non è stato privo di momenti difficili, – racconta il vescovo – di dubbi e di asperità che ho superato anche grazie allo studio di Santa Teresa d’Avila. Leggendo i suoi libri ho capito che la fede non è un fatto intellettuale e concettuale, ma è un percorso di vita”.

Monsignor Tani lei ha già incontrato papa Francesco, cos’ha provato?

«Ho visto il Santo Padre due volte. La prima, in occasione del pellegrinaggio organizzato il 17 aprile scorso per l’udienza privata in Vaticano insieme ai fedeli delle diocesi di Fano e di Pesaro. In tutto partirono dieci pullman con oltre trecento persone. Quando gli ho stretto la mano per presentarmi mi ha detto, come fa sempre, di pregare per lui. La seconda volta, l’ho visto un mese dopo per la Visita ad Limina, un incontro periodico che tutti i vescovi fanno con il Papa per presentare le relazioni sulle rispettive diocesi. Ci ha fatto sedere in cerchio accanto a lui, è stata una chiacchierata quasi informale sui problemi delle nostre parrocchie e ci ha dato molti consigli. Poi ci ha parlato dei suoi progetti e delle questioni delicate che ha intenzione di affrontare».

L’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha detto che grazie all’“effetto Francesco” le confessioni sono raddoppiate. È successo anche a Urbino?

«Sì anche i parroci della mia diocesi mi hanno detto che sono aumentate le persone che si avvicinano alla confessione, ma già la visita a Roma ha dimostrato il grande entusiasmo e la grande attesa che i fedeli hanno costruito intorno a papa Francesco».

Merito forse anche della strategia comunicativa di Bergoglio?

«Il papa sta seguendo tutti i percorsi e gli itinerari possibili per far avvicinare la gente alla Chiesa. E la Chiesa dal punto di vista della comunicazione è sempre stata puntuale, anzi forse ha anticipato alcune iniziative. Il Papa poi sa trovare il modo adeguato per arrivare al cuore dei fedeli, basti pensare alla domenica della “misericordina”: il rosario, la medicina che può aiutare tutti».

Quali sono secondo lei le differenze principali tra Bergoglio e il suo predecessore, Joseph Ratzinger?

«Ogni Papa porta il papato con le sue caratteristiche personali. Benedetto XVI ci aveva abituato al gusto della parola profonda, al pensiero elaborato, al dialogo con le religioni. Purtroppo in questo non è stato seguito molto dalle grandi masse, ma chi lo ha ascoltato lo ha anche apprezzato. Papa Francesco si affida di più ai gesti, alle parole suggestive piene di immagini, parole subito percepibili dalla gente, si lascia guidare dalla semplicità e dall’immediatezza. Ad esempio la frase “non lasciatevi rubare la speranza” è uno slogan immediato che abbiamo ripreso anche noi in occasione della visita in Vaticano. Inoltre, le sue spiegazioni del Vangelo sono semplificate, le omelie ridotte a tre parole. Ricordo quando disse che ad una famiglia per vivere nell’amore bastano tre parole: permesso, scusa e grazie».

Lei li ha conosciuti entrambi, cosa hanno di diverso?

«Sono entrambi molto cordiali, solo che la cordialità di papa Francesco è più manifestata, più espressa. Dei due ho conosciuto meglio Benedetto XVI perché quando ero rettore a Roma ci siamo incontrati almeno sei o sette volte, l’ho accompagnato negli spostamenti nei vari seminari e siamo stati più volte a tavola insieme. Posso assicurare che è molto più piacevole sedere accanto a Benedetto XVI che accanto ad altri personaggi importanti».

In questi primi otto mesi di pontificato, papa Francesco ha detto che sogna una Chiesa che sia come “un ospedale da campo”, capace di curare i cuori. Il messaggio è stato accolto?

«Lo stile di papa Francesco è così forte che si comunica facilmente ai preti e ai vescovi. Io percepisco in loro un cambiamento, ma ovviamente non in tutti e non allo stesso modo».

Secondo il Papa la Chiesa dovrebbe avere il coraggio di andare incontro anche a chi finora non l’ha mai frequentata o se n’è allontanato perché si è sentito giudicato. Il riferimento è anche alle persone omosessuali e ai divorziati-risposati. Lei cosa ne pensa?

«Con la frase che il Santo Padre ha pronunciato di ritorno da Rio de Janeiro: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla”, intendeva dire che ogni persona deve essere accolta come tale, senza fare categorie o esprimere giudizi che non lasciano spazio alla fiducia e alla speranza. Una cosa è fare un discorso teorico sull’omosessualità, altra cosa è incontrare la persona concreta. Da parte mia non esprimo nessuna preclusione, certamente così come c’è una morale riguardo le persone eterosessuali, c’è una morale anche per le persone omosessuali. Su questo punto la Chiesa non ha mai cambiato la sua dottrina».

E per quanto riguarda i divorziati?

«Non penso a cambiamenti epocali come la comunione ai divorziati. Ragionando in modo astratto, non sarei d’accordo che i divorziati risposati possano fare la comunione perché solo conoscendo concretamente le persone si può distinguere tra quelli che vivono questa condizione con superficialità e quelli che invece vivono situazioni sofferte. Mi piacerebbe che il Papa pensasse ad una facilitazione nel riconoscimento dell’annullamento del matrimonio,almeno per le relazioni più complicate».

Bergoglio ha detto che è necessario ripensare il ruolo della donna nella Chiesa. Qual è il suo parere?

«Io credo che ci siano delle sensibilità femminili che potrebbero dare un grande contributo alla Chiesa. Nella mia esperienza di parroco ci sono state alcune intuizioni, alcuni percorsi e suggerimenti che mi sono stati trasmessi proprio dalle donne. Grazie alla loro sensibilità ho visto le cose in un altro modo e in un’altra prospettiva».

Secondo il Papa la pastorale missionaria deve essere essenziale. Lei come prepara le sue omelie e cosa cerca di trasmettere?

«Io preparo le omelie guardando, pregando e riflettendo sul Vangelo. Cerco di non fare quadri espositivi dottrinali, mi concentro su alcuni aspetti del Vangelo, alcune parole, alcuni atteggiamenti di Gesù e faccio delle riflessioni su questo. Credo che la semplicità sia il modo migliore per arrivare al cuore dei fedeli».

Quali sono, secondo lei, gli appuntamenti che attendono Papa Francesco?

«Non so, siamo molto in attesa. Io personalmente aspetto riforme organizzative della Chiesa, sulla collegialità sia a livello centrale sia a livello delle varie conferenze episcopali. Certamente anche una riforma di alcuni aspetti della dottrina per approfondire il discorso sulla liturgia e per far avvicinare le persone alla comprensione della parola di Dio».

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-papa-francesco-ci-sta-educando-al-sorriso/52584/feed/ 1
Social network Francesco, il volto innovativo di un brand antico http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/#comments Sat, 30 Nov 2013 23:08:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52590 vignetta

La vignetta di Sergio Staino

URBINO – Una conversazione con i fedeli di tutto il mondo scandita a ritmo di lessico familiare e quotidiano. Bergoglio è il Papa dai gesti “virali” e dalla comunicazione diretta, dal “fratelli e sorelle, buonasera” alla “Misericordina che fa bene al cuore”. Papa Francesco si presenta così come il più grande comunicatore dell’ultimo secolo, quasi giocando la partita del confronto con Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. I tempi sono diversi ma soprattutto sono i mezzi a essere cambiati: dove prima c’erano solo radio e tv, oggi ci sono social network di ogni tipo e, come sostenuto dal cyber teologo padre Antonio Spadaro in un intervista, Bergoglio non usa i social network ma “è un social network perché crea eventi comunicativi e dinamici”.

Un migliore comunicatore. “L’apertura comunicativa della chiesa, e il suo cambiamento, sono iniziate con l’account Twitter di papa Ratzinger e Bergoglio, in un certo senso, è solo un degno successore”, spiega Giovanni Boccia Artieri, professore di Sociologia dei Nuovi Media all’università di Urbino. Si tratterebbe quindi di una storia vecchia, che non porta necessariamente a una pianificazione di marketing a tavolino: “È evidente – continua Boccia Artieri – che se non cambia il mezzo, è la persona a influenzare il tipo di comunicazione. Francesco si fa portavoce della Chiesa in modo scherzoso e provocatorio insieme. È uno stile di grande impatto perché più ricettivo della sensibilità dei fedeli. Ha mostrato maggiore apertura ed è per questo che è amato dalle persone e soprattutto dai media”.

La Papadipendenza. Si profila il secondo aspetto della questione: quanto il Papa sembri amare i mezzi di comunicazione (nel primo Angelus ha detto “grazie ai media la piazza ha le dimensioni del mondo”), tanto i media sembrano essere innamorati del papa: “è una figura che crea dipendenza – spiega ancora Boccia Artieri – e il suo uso della comunicazione è sapiente, come ad esempio nel caso della risposta a Scalfari: a lettera aperta, ha risposto pubblicamente inserendosi nel piano dei media con forza, ricorrendo a quella che ormai è una sudditanza mediatica”.

Giornali e tv sono ricettivi per tutto quanto riguarda e fa Bergoglio, è un Papa che produce appeal nel pubblico, è di estrema attualità e crea dipendenza e amplificazione: fornisce tanto materiale per farlo ma altrettanto per creare ragionevoli dubbi nella veridicità del suo “personaggio”.
“Anche con Giovanni Paolo II si era vissuta questa de-istituzionalizzazione dei rapporti – aggiunge il professore – e lo stesso è valso per il cosiddetto ‘effetto Obama’. Ora bisogna vedere quanto durerà “il fattore Francesco”, quanto delle sue parole si trasformerà in azioni”.
Rischio di esagerare

Tanta attenzione mediatica, però, lascia spazio a fraintendimenti o quanto meno a visioni distorte di quelle che sono le vere intenzioni del pontefice: “Si rischia di iper interpretare le parole di Bergoglio nella spasmodica ricerca di un cambiamento all’interno della Chiesa: i segnali positivi, ogni parola nuova viene vista in un ottica di esagerazione e la cornice interpretativa è condizionata. Bisognerebbe fare una distinzione tra le parole e il contenuto, capire se si tratta di una questione di costume o politica, distinguere tra un editoriale di Gramellini sul Papa e un articolo di un vaticanista”. In questo modo, la tanto decantata apertura del Papa al mondo omosessuale, quella dei titoloni e della istantanea diffusione in rete, a un’analisi più attenta si trasforma nel semplice affrontare il discorso con un’inedita naturalezza per le sale del Vaticano: “Se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla” aveva detto  Francesco implicando quindi una via di pentimento e costrizione non immediatamente percepita da diversi media.

“Non ho parlato molto di queste cose – aveva aggiunto  – e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione. Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi».

La mappatura sociale. Chiama in causa direttamente i fedeli, non solo con lettere e telefonate, ma con il questionario di 38 domande sui temi più problematici della pastorale familiare, chiedendo di esprimersi, oltre che su pastorale ed evangelizzazione, su contraccezione, coppie di fatto, etero e gay e comunione ai divorziati risposati. Tutto in preparazione del Sinodo del 2014 e tutto consultabile dal sito del Vaticano grazie a un’improvvisa inversione di marcia (inizialmente la diffusione sarebbe dovuta passare solo attraverso le chiese locali, con il compito di diffonderlo in modo capillare).

Il social “boom”. Intanto, i numeri dei media Vaticani parlano chiaro: più di nove milioni e trecentomila follower per l’account Twitter di papa Francesco; almeno sessanta milioni di persone raggiunte su smartphone e tablet e più di dieci milioni i navigatori che nelle varie lingue visitano ogni mese le pagine del portale news del Vaticano attraverso Facebook: “La Chiesa – conclude il professore Boccia Artieri- è sempre stata dove stanno le persone ed ora ha capito che se le persone stanno in rete, è lì che deve agire. E Francesco è il migliore per arrivarci: con le sue parole e i suoi gesti, che diventano “virali” nel senso virtuale del termine e che si diffondono con grande facilità, è il miglior testimonial di un brand antico che non è cambiato nella sua tradizione ma che sopravvive grazie a un nuovo volto comunicativo”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/01/ducato-online/social-network-francesco-il-volto-innovativo-di-un-brand-antico/52590/feed/ 0