il Ducato » papa http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » papa http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Il vescovo di Urbino: “Con papa Francesco la Chiesa avrà una visione più ampia” http://ifg.uniurb.it/2013/03/15/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-con-papa-francesco-la-chiesa-avra-una-visione-piu-ampia/38728/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/15/ducato-online/il-vescovo-di-urbino-con-papa-francesco-la-chiesa-avra-una-visione-piu-ampia/38728/#comments Fri, 15 Mar 2013 08:29:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=38728 LEGGI Le reazioni a Urbino VIDEO Frate Luca: "Nome adatto alla sua anima" TWITTER La diretta del Conclave]]> URBINO - Jorge Mario Bergoglio, nazionalità argentina ma origini piemontesi, è il primo Papa sudamericano, il primo non europeo, il primo gesuita. È già il simbolo di una Chiesa che potrebbe iniziare un cammino di rinnovamento. I primi gesti di papa Francesco, parsi molto semplici e spontanei, hanno sorpreso tutti. All’annuncio di quel nome, fuori da ogni pronostico, piazza San Pietro è stata avvolta da un attimo di silenzio sciolto, poco dopo, dalle grida e dagli applausi della folla.

“Sono molto contento di questa scelta, mi ha colpito soprattutto il fatto che abbia chiesto al popolo di pregare per lui e chi era in piazza mi ha raccontato che il silenzio in quel momento è stato impressionante” ha detto al Ducato monsignor Giovanni Tani, vescovo della diocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. “La preghiera ha funzionato veramente”. E, come sostiene il vescovo, anche se “le logiche dello Spirito Santo si potranno capire solo con il tempo”, papa Francesco sembra essere “una grande promessa”.

Un uomo “venuto dalla fine mondo”, come ha detto lui stesso la sera della sua elezione salutando le migliaia di fedeli. E non è un male che il nuovo Papa non sia italiano, ne è convinto monsignor Tani: “Potrà portare a una visione più ampia della Chiesa, non più accentrata sull’Italia e sull’Europa”. Bergoglio, già arcivescovo di Buenos Aires, conserva l’insegnamento di una Chiesa, quella latino-americana, che, districatasi dalla passata connivenza con il regime politico, si è lanciata nelle evangelizzazioni, con una forte attenzione ai poveri.


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Habemus Papam: le reazioni sui social network http://ifg.uniurb.it/2013/03/14/ducato-online/habemus-papam-le-reazioni-sui-social-network/38521/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/14/ducato-online/habemus-papam-le-reazioni-sui-social-network/38521/#comments Thu, 14 Mar 2013 13:43:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=38521 Alle 19.07 il comignolo di piazza San Pietro a Roma fuma: bianco. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio è già papa Francesco e la folla esulta mentre le campane suonano a festa. Circa un’ora dopo uscirà dalla finestra della loggia della Basilica per il suo saluto ai fedeli. I social network danno una chiara idea della reazione all’elezione di un papa argentino: gioia ed esultanza per le sue doti di semplicità e umiltà, confermate dalla scelta del nome. Anche se la gaffe della Cei con il documento di auguri al nuovo papa intestato al cardinale Scola, lascia intravedere le fazioni interne al Conclave.


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Jorge Mario Bergoglio è papa Francesco: le reazioni a Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/03/14/ducato-online/jorge-bergoglio-e-papa-francesco-i-le-reazioni-a-urbino/38318/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/14/ducato-online/jorge-bergoglio-e-papa-francesco-i-le-reazioni-a-urbino/38318/#comments Thu, 14 Mar 2013 06:22:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=38318 VIDEO Frate Luca: "Nome adatto alla sua anima" TWITTER La diretta del Conclave]]> URBINO – Mercoledì 13 marzo 2013: sono le otto e mezza di sera e Urbino ha da poco conosciuto, come il resto del mondo, il nuovo pontefice Francesco. Nell’aria non si sentono grida di gioia né si percepisce l’elettrica ed entusiasmante atmosfera che anima piazza San Pietro a Roma.

“Ero qui al bancone e non ho seguito molto – ci dice Luna Capalti, barista del Bar Basili in piazza della Repubblica – anche se, ad una prima occhiata credo che questo nuovo Papa possa arrivare dove Ratzinger non è arrivato. Cioè magari a toccare le corde giuste a persone che, come me, non si interessano più molto di chiesa”.

Eppure Roma è meno lontana di quanto possa sembrare: sotto la pioggia, in via Mazzini, Maria Vittoria Di Gregorio, 34 anni e farmacista, ci parla del Papa un attimo prima di entrare in un locale: “Mi ha fatto un’ottima impressione- ci dice- per l’umiltà e l’umanità che ha trasmesso già con poche parole”. Anche Matteo Vona, 26 anni e un background da dj urbinate, è dello stesso parere: “L’ho sentito  vicino al popolo e credo si sia presentato molto bene, in modo diretto e semplice”.

Voi sapete che il Papa è vescovo di Roma, ma sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui, vi ringrazio dell’accoglienza.

“Mi piace molto il fatto che provenga da una famiglia povera e da un paese dove le situazioni di disagio sono molto diffuse”, commenta Valeria, 34 anni.

Jorge Mario Bergolio, 77 anni, è stato cardinale di Buenos Aires ed è stato scelto “in un clima di forte e intensa preghiera”: Don Andreas, parroco della parrocchia del Duomo di Urbino dal 2006, si riferisce all’atmosfera di unione e forte spiritualità che avrebbe caratterizzato il conclave.

“Il primo impatto – continua don Andreas – lascia intravedere la figura di un Papa vicino alla gente che si presenta come Vescovo di Roma attorniato dai suoi fedeli in un rapporto diretto. La scelta del nome è significativo, è segno di grande umiltà. Proviene da una famiglia povera e a Buenos Aires è sempre stato attento ai più bisognosi senza mai scendere a compromessi con i potenti. È una persona coerente nel segno del Vangelo”.

Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI: preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.

“Mi ha colpito molto il fatto che abbia rivolto uno dei suoi primi pensieri a Benedetto XVI- ha detto Daniela Politi, insegnante di Urbino- anche perché credo che la decisione di Ratzinger sia stato il gesto sofferente di una scelta sofferta”.

Incominciamo questo cammino, vescovo e popolo.

“C’è davvero bisogno di fare un passo indietro e tornare alla semplicità evangelica proprio come accadde a San Francesco”, dice Nadia Ricci, 50 anni e collaboratrice scolastica di Carpegna. La preghiera, che il nuovo Papa ha incluso nel suo primo discorso, è fondamentale per un cammino di fede, oggi più che mai”.

“L’evangelizzazione è un elemento  importante” dice Emily di Francesco, 22 anni, studentessa di psicologia, che partecipa alla veglia pasquale in via Mazzini. E i fedeli sono riuniti anche in via Saffi dove, sotto le ali protettive di un nuovo Papa, sono almeno in settanta al convento delle suore agostiniane di Santa Caterina.

“Mi piacerebbe che riuscisse a coinvolgere i giovani - spiega Eleonora Alborghetti, 19 anni, bresciana trapiantata a Urbino per motivi di studio – e che continuasse, anche migliorandola, la linea già tracciata dai suoi predecessori”.

“Anche perché – le fa eco Sofia Bruschi di Forlì, 21 anni, – sembra essere molto energico e vitale, nonostante l’età che all’inizio mi aveva un po’ spiazzata”.

Vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore: vi chiedo che voi preghiate il Signore per me, che chiediate al Signore che benedica il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

Umiltà e contatto diretto: “ Ha compito un gesto molto significativo sottoponendosi alla benedizione del suo popolo – ci spiega frà Luca Gabrielli, da un anno e mezzo parroco della parrocchia universitari di Urbino – ha dimostrato la voglia di vicinanza, di collaborazione con i suoi fedeli, l’umiltà di sentirsi prima di tutto un vescovo legato ai suoi figli. Tutti elementi che, nel precedente conclave, lo avevano reso il secondo cardinale ‘papabile’ dopo Ratzinger”.

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Il vaticanista, l’esperto di ogni testata sui fatti di Chiesa http://ifg.uniurb.it/2013/03/12/ducato-online/il-vaticanista-lesperto-di-ogni-testata-sui-fatti-di-chiesa/37446/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/12/ducato-online/il-vaticanista-lesperto-di-ogni-testata-sui-fatti-di-chiesa/37446/#comments Tue, 12 Mar 2013 16:52:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37446 [continua a leggere]]]>

Giovanna Chirri, vaticanista dell’Ansa

Mai come in questi giorni, in cui il Vaticano è sotto i riflettori in attesa di veder comparire dal balcone di San Pietro il nuovo Papa, la sua competenza è preziosa e la sua penna impegnata a raccontare le cronache e i retroscena del Conclave. Ma chi è il vaticanista?

È un giornalista che si occupa di fatti vaticani e informazione religiosa. La sua specialità è la Chiesa cattolica romana e la Santa Sede. La maggior parte dei professionisti che svolgono questo lavoro ha almeno una laurea, più agevolato chi ha studi classici alle spalle (e magari sa anche molto bene il latino) o è laureato in teologia.  Gran parte sono uomini e l’età media è di circa 50 anni. Provengono da tutto il mondo: Stati uniti, Giappone, Messico, ma a prevalere sono gli europei, italiani in testa (19). Il ruolo del vaticanista è cambiato parecchio dall’inizio del ‘900, quando i giornali potevano solo attendere le poche notizie ‘vistate’ e poi divulgate da una persona interna al Vaticano. Poi, nel 1930, con la morte di Papa Pio XI, le porte della Santa sede si aprirono anche ai giornalisti esterni.

La vera rivoluzione arrivò con il Concilio Vaticano II, esattamente nel 1963 quando Papa Paolo VI istituì il Comitato per la Stampa. Nel frattempo, qualcosa era cambiato. Era il vaticanista stesso che non voleva più essere relegato al ruolo statico di giornalista limitato a raccontare la cronaca, bensì voleva svolgere il suo lavori “fuori”, seguendo gli avvenimenti della Santa Sede, e girando il mondo durante i viaggi di visita del Papa.

Il numero dei vaticanisti dagli anni ‘70 è più che raddoppiato. Oggi in tutto il mondo sono circa 500. Ogni testata giornalistica, sia laica che religiosa, ne ha almeno uno.  Molti di più se si considerano quelli che richiedono un accredito temporaneo in occasione di eventi particolari. Nell’ultimo conclave gli accrediti sono stati 6.000, un numero che dovrebbe essere raggiunto anche quest’anno.

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Antonio Spadaro: “Nella Chiesa e nella Rete la stessa vocazione alla comunione” http://ifg.uniurb.it/2013/03/09/ducato-notizie-informazione/antonio-spadaro-nella-chiesa-e-nella-rete-la-stessa-vocazione-alla-comunione/37854/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/09/ducato-notizie-informazione/antonio-spadaro-nella-chiesa-e-nella-rete-la-stessa-vocazione-alla-comunione/37854/#comments Sat, 09 Mar 2013 16:07:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37854 [continua a leggere]]]> URBINO – Il rapporto tra Rete e fede è stato al centro della conferenza del direttore di La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, che si è svolta ieri al collegio Raffaello. La conferenza è stata organizzata dall’Associazione per la ricerca religiosa “San Bernardino” di Urbino, e hanno assistito il pro-rettore Giancarlo Ferrero, il consigliere comunale Francesco Andreani e monsignor Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado

Secondo Spadaro, animatore del blog CyberTeologia, la Chiesa, che ha il dovere di essere dove stanno gli uomini, deve “abitare” anche il mondo della Rete.

“Il web – ha spiegato Spadaro – non è un mondo fittizio, così come non lo sono le relazioni che vi si creano. La Chiesa ha perciò il compito di diventare sempre più 2.0 perché, come aveva detto Benedetto XVI, ‘la rete deve essere intesa prima di tutto come un nuovo spazio di evangelizzazione’. La Chiesa diventa perciò network church intesa come fitta rete di interconnessioni e spazio pubblico dove le persone possono connettersi e quindi avvicinarsi, in nome della fede”.

Spadaro ha sottolineato come la questione dei linguaggi e della comunicazione sarà una delle sfide del nuovo Papa; lo dimostra il conclave che sta per iniziare. Si moltiplicano infatti le app per gli smartphone o le iniziative  legate al mondo cristiano come adotta un cardinale.

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Becky Anderson (Cnn) racconta il suo Conclave: “Anche in Vaticano servono le 5 W” http://ifg.uniurb.it/2013/03/08/ducato-online/becky-anderson-cnn-racconta-il-suo-conclave-anche-in-vaticano-servono-le-5-w/37754/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/08/ducato-online/becky-anderson-cnn-racconta-il-suo-conclave-anche-in-vaticano-servono-le-5-w/37754/#comments Thu, 07 Mar 2013 23:49:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37754 LEGGI L’esercito dei giornalisti a Roma
LEGGI I papabili ‘social’: cardinali su Twitter Infografiche dal web: il Conclave 'interattivo' I papabili secondo i bookmakers]]>

“Le basi del giornalismo non cambiano, anche se il Vaticano ha le sue regole. Per questo, arrivata a Roma, ho dovuto imparare molto in fretta”. Becky Anderson è una giornalista inglese, è nata nel 1967 nel Sussex, ed è anchor-woman e reporter per la Cnn International dal 1999. Oggi è a Roma per coprire le dimissioni di Papa Benedetto XVI e il conclave, come inviata, lasciando la scrivania dietro la quale conduce  il programma di informazione globale “Connect the World”, tutti i giorni alle 10 (ora italiana).

Ma il suo non è solo un lavoro di conduzione: nella sua carriera ha intervistato personaggi come l’ex presidente venezuelano Hugo Chavez e il premier italiano Mario Monti, ha seguito la primavera araba, è stata in Grecia per le rivolte anti-austerity ed è convinta che “ogni giorno ci sono quattro o cinque storie che interessano tutto il mondo, il nostro lavoro è raccontarle nella maniera più interessante e obiettiva possibile”. Becky ci racconta com’è stato l’impatto con la Roma senza Pontefice.

Come si copre un’elezione papale? Qual è l’organizzazione di un grande media come la Cnn per un evento di questo genere?
La Cnn raggiunge circa 280 milioni di case ogni giorno in tutto il mondo, ci guardano da tutti i continenti e quindi, data la vastità del pubblico, è chiaro che questa è una storia estremamente importante per noi. Appena si è saputo delle dimissioni di Benedetto XVI, oltre alla nostra redazione di Roma, la Cnn ha mobilitato anche il mio team da Londra e un altro dagli Stati Uniti per riuscire a fornire più collegamenti al giorno col nostro canale di all-news.

Tu però sei un’inviata, non sei un’iperspecialista del campo. Non sei una vaticanista in senso proprio. Qual è il tuo compito in questo caso, come ci si rapporta con una notizia di questa portata?
Bisogna imparare molto velocemente! Come anchor e corrispondente ho il dovere di tenermi informata sugli eventi di tutto il mondo in qualsiasi momento. Però mi sono affidata al nostro corrispondente a Roma, oltre che ad esperti e ospiti che comprendono e conoscono a fondo la materia. Ci si sente come un curatore di una galleria d’arte, bisogna mettere assieme i pezzi per creare un prodotto il più possibile oggettivo, anche perché noi non ci occupiamo di editoriali ma di informazione pura.

Hai seguito eventi in tutto il mondo e hai una grande esperienza come reporter: ci sono regole generali che segui nel tuo lavoro che diventano inapplicabili quando si parla di Vaticano? La segretezza vaticana è leggenda o realtà?
No, direi di no. Gli strumenti di base del giornalismo, le “5 W”, si applicano sempre a qualunque tipo di storia. L’elezione di un Papa però è un evento particolare  perché il Vaticano è un’istituzione unica. Il pubblico ha sete di informazioni e ci sono migliaia di giornalisti accreditati da tutto il mondo. Però devo dire che sono stata piacevolmente sorpresa dalla disponibilità con cui padre Lombardi ha risposto alle nostre domande.  Sono stati molto chiari nel diffondere i propri messaggi, anche perché la situazione del Papa dimissionario è senza precedenti. In generale diciamo che il Vaticano “ha le sue regole” a livello di comunicazione, e bisogna impararle. Però è chiaro che capiscono che se non parlano coi media, i “rumors” rischiano di finire sugli organi di stampa.

Che cosa cerca il pubblico internazionale? Come si racconta questa storia a un’audience globale?
Noi parliamo al mondo. Io so sempre che, sia che ci guardino dal Ghana che dalla Germania o da Singapore o dalla Spagna, dalla Cnn gli spettatori vogliono l’analisi sulle notizie mondiali più importanti del giorno. La cosa che si impara facendo il mio mestiere è che ogni giorno ci sono quattro o cinque notizie che interessano tutto il mondo per ragioni diverse. Per esempio, in Cina le dimissioni del Papa non hanno nemmeno raggiunto le prime pagine dei giornali, ma c’è una parte di pubblico lì a cui l’argomento interessa molto, potrebbero essere membri della chiesa “sotterranea”, ma comunque c’è un interesse crescente per l’informazione sulla religione. In paesi cattolici come il Brasile, invece, la notizia delle dimissioni del Papa è una cosa che riguarda tutti direttamente per via della storia culturale del paese.

Quindi una stessa notizia data in maniera uguale per tutti può interessare fasce di pubblico culturalmente diverse?
Esattamente: la storia “risuona” diversamente in ciascun luogo del mondo per ragioni differenti. E’ molto interessante per noi fare questo confronto e capirlo fino in fondo per poter fare informazione nella maniera più obiettiva e interessante possibile.

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Toto-Papa: ecco chi potrebbe vincere secondo i bookmaker http://ifg.uniurb.it/2013/03/06/ducato-online/toto-papa-ecco-chi-potrebbe-vincere-secondo-i-bookmakers/37575/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/06/ducato-online/toto-papa-ecco-chi-potrebbe-vincere-secondo-i-bookmakers/37575/#comments Wed, 06 Mar 2013 12:26:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37575 Chi sarà il nuovo Papa? Sarà bianco o nero? Quanti anni avrà? Dove farà il suo primo viaggio? Il toto-Papa è iniziato, molto prima della decisione della data del Conclave, con i bookmaker di tutto il mondo che si sono scatenati.

Tra i 115 cardinali che si riuniranno per eleggere il successore di Benedetto XVI, tra i  primi tre favoriti ci sono due italiani. L’arcivescovo di Milano Angelo Scola e l’ex segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, separati (in classifica) dal ganese Peter Turkson al secondo posto.

Nella lista dei “papabili” gli italiani sono in totale sette: al quinto e sesto posto i cardinali Angelo Bagnasco e Gianfranco Ravasi seguiti da Mauro Piacenza (22esimo) Piero Marini (23esimo) e Renato Martino (25esimo). Il brasiliano Odilo P. Scherer, dato per favorito negli scorsi giorni, è soltanto al nono posto nella classifica degli scommettitori. Canada, Argentina, Honduras,Ungheria, Austria, sono le altre nazioni rappresentanti i cardinali in lizza.

Altri spunti per scommettere sono l’età e il nome del prossimo Pontefice: secondo le agenzie il nuovo Papa non dovrebbe avere più di 65 anni e dovrebbe scegliere un nome tra Pietro, Pio e Giovanni Paolo. Scartata, invece, la scelta di Benedetto.

L’ossessione di scommettere sul Papa non è una moda passeggera. Un editto del 1918, vietava ai cattolici di scommettere sull’elezione del Santo Padre e sulla durata del pontificato. Oggi questo divieto non c’è più e in quasi tutto il mondo è possibile ‘azzardare’. Ovunque tranne in Italia, dove i siti di scommesse non hanno avuto l’autorizzazione dai monopoli di Stato.

Ma ancora è troppo presto per fare dei prognostici: nello scorso Conclave, quello del 2005, il nome di Joseph Aloisius Ratzinger è stato dato come vincente soltanto quando gli ‘schieramenti’ tra cardinali furono definiti.

Ecco la mappa dei dieci cardinali più quotati dai bookmakers

Visualizza I dieci cardinali più “papabili” in una mappa di dimensioni maggiori

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L’annuncio sui giornali: 100 anni di “Habemus Papam” http://ifg.uniurb.it/2013/03/05/ducato-online/lannuncio-sui-giornali-100-anni-di-habemus-papam/37351/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/05/ducato-online/lannuncio-sui-giornali-100-anni-di-habemus-papam/37351/#comments Tue, 05 Mar 2013 12:34:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37351 Da Pio X, il 4 agosto 1903 a Benedetto XVI il 19 aprile 2005. Ecco come i giornali italiani e stranieri hanno dato l’annuncio dell’elezione del Pontefice, nel corso dell’ultimo secolo.

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Cardinali social: così i papabili cinguettano su Twitter http://ifg.uniurb.it/2013/03/05/ducato-online/cardinali-social-cosi-i-papabili-cinguettano-su-twitter/37152/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/05/ducato-online/cardinali-social-cosi-i-papabili-cinguettano-su-twitter/37152/#comments Tue, 05 Mar 2013 09:06:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37152

Una foto twittata dal suo profilo dal cardinale Odilo Scherer

Del conclave non possono dire nulla ma a twittare su tutto il resto non riescono proprio a rinunciare. Così la pattuglia (ridotta) dei cardinali cinguettanti che tra poco eleggerà il nuovo papa continua imperterrita a comunicare in 140 caratteri. E tra i più attivi ci sono proprio alcuni dei candidati più quotati per la successione a Benedetto XVI, il pontefice che per primo è sbarcato su Twitter.

Tra i 115 cardinali che eleggeranno il nuovo Papa, 17 hanno un account Twitter. Pochi in numero assoluto, molti se si considera che l’uso dei social network in Vaticano è relativamente recente e che l’età media degli elettori del nuovo pontefice, circa 70 anni, non è certo bassa. Per questo stupisce la capacità di utilizzare i social network mostrata da alcuni cardinali, papabili compresi.

Un caso emblematico è quello dell’arcivescovo di San Paolo Odilo Scherer (@DomOdiloScherer). Il brasiliano, uno tra i candidati più quotati per l’elezione al soglio pontificio, impressiona per la quantità di tweet e per la padronanza del mezzo. Foto, retweet, risposte ai follower e preghiere: non manca nulla tra i post di Scherer.

Ma non è da meno uno dei suoi principali rivali, il ghanese Peter Turkson (@TurksonCardinal) , la cui candidatura ha perso quota per una discutibile intervista in cui affianca omosessualità e pedofili. Il possibile “Papa nero” ha attivato il 28 febbraio un suo profilo Twitter, mostrando da subito un’ottima confidenza con la piattaforma. Finora il cardinale ha cinguettato quasi tutti i giorni e ha dimostrato anche una certa abilità di utilizzare hashtag e foto.

Altri papabili hanno fatto una scelta diversa. Il filippino Luis Antonio Tagle (@AntonioTagle) non twitta nulla da agosto e ha comunque prodotto un numero molto basso di post dal momento dell’attivazione del suo profilo.

Twitter è molto utilizzato anche da cardinali che non vengono, almeno per il momento, considerati tra i possibili eletti. Primi fra tutti gli americani. Molto attivo è il cardinale  di Los Angeles Roger Mahony (@CardinalMahony), che proprio tramite Twitter ha annunciato la sua decisione di partecipare al Conclave nonostante l’appello alla rinuncia fatto da un gruppo di fedeli alla luce dello scandalo pedofilia che ha coinvolto alcuni preti della sua diocesi.

La pagina del profilo twitter del cardinal Timothy Dolan

Ancora più efficace è l’uso di Twitter da parte dell’arcivescovo di New York Timothy Dolan (@CardinalDolan), che non perde occasione per “lanciare” sul social network le sue interviste e le sue apparizioni pubbliche. E i numeri gli danno ragione: Dolan, infatti, è tra gli elettori papali quello con più follower (quasi 90mila).

Molto attivo, fino a qualche mese fa, era anche Donald Wuerl (@CardinalWuerl), arcivescovo di Washington. Il profilo non veniva gestito direttamente da lui, ma lui stesso approvava quasi tutti i post pubblicati. Il profilo risulta però inattivo dal mese di novembre. Dimostrazione della confidenza che i cardinali americani hanno con i media viene anche dal briefing che nel pomeriggio hanno tenuto con la stampa, come fatto notare da Gian Guido Vecchi (@gvecchi), vaticanista del Corriere della Sera, sempre via Twitter.

Spiccano per la loro capacità di utilizzare al meglio Twitter anche i nomi di altri cardinali, come l’italiano Gianfranco Ravasi (che pubblica molte foto, oltre a vari post), lo spagnolo Lluís Martínez Sistach, il sudafricano Wilfrid Napier (pronto a rispondere a tutti i tweet in cui viene citato), il colombiano Rubén Salazar Gómez (che non manca di linkare video di youtube nei suoi cinguettii), lo spagnolo Carlos Amigo Vallejo (ma si tratta sempre di retweet, mai di un intervento scritto di propria mano) e del ceco Dominik Duka (che alcune volte allega ai suoi post file audio).

Se volessimo fare una classifica dei cardinali più “social”,  basandoci solo sul numero di tweet, lo ‘scudetto’ andrebbe al brasiliano Scherer, seguito da Ravasi (@CardRavasi), Napier (@CardinalNapier), Sistach (@sistachcardenal), Wuerl, Vallejo (@AmigoVallejo), Duka (@dominikduka) e Dolan.

Forse ancora più significativo è il dato sul numero di follower degli elettori del prossimo Papa. L’americano Dolan ha più del doppio di “seguaci” del secondo papabile più seguito, il cardinal Ravasi (88mila contro 42mila). A seguire troviamo Scherer (25mila), Napier e Gomez (quattromila) e Turkson (sempre intorno ai quattromila, ma va ricordato che ha aperto il suo profilo meno di una settimana fa).

L’inizio delle congregazioni in vista del Conclave è stato uno spartiacque per l’uso di Twitter. Bertone, Scherer, Ravasi e Tauran (che si era appena iscritto) non hanno più pubblicato alcun tweet dal 28 febbraio. L’ordine impartito ai cardinali è quello di non twittare informazioni sul Conclave, ma non per tutti questo ha significato abbandonare il proprio profilo e in molti continuano  a raccontare ai propri follower l’andamento di queste giornate.

Infine, un caso particolare da segnalare è quello dell’austriaco Christoph Schönborn (@KardinalWien), che ha deciso di rendere il proprio profilo accessibile solo su autorizzazione, mantenendolo di fatto privato.

Benedetto XVI pubblica il suo primo tweet

L’esempio di Benedetto XVI di utilizzare Twitter per comunicare con i fedeli è stato dunque seguito. E non è un caso che il suo profilo (@Pontifex) non sia stato cancellato: i tweet di Ratzinger sono stati archiviati su un sito del Vaticano, l’account completamente svuotato e rinominato ‘Sede vacante’ in attesa del nuovo Papa che ne prenderà possesso. Perché la comunicazione social non ha intenzione di dare le dimissioni.

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Se il giornale ‘fa’ il Papa: le “interferenze” tra papato e stampa http://ifg.uniurb.it/2013/03/04/ducato-online/se-il-giornale-fa-il-papa-le-interferenze-tra-papato-e-stampa/37035/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/04/ducato-online/se-il-giornale-fa-il-papa-le-interferenze-tra-papato-e-stampa/37035/#comments Mon, 04 Mar 2013 18:43:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37035 LE IMMAGINI I papi e l'elezione sui quotidiani]]> Era il 1270, e il conclave di Viterbo andava avanti da ormai tre anni per colpa delle pressioni esterne che i sovrani europei esercitavano sui cardinali incaricati di eleggere il nuovo Papa. I viterbesi, stanchi, chiusero a chiave la sala dell’assise, scoperchiarono il tetto e lasciarono i porporati a digiuno, e questi ultimi spazzarono via così, in pochi giorni, ogni indugio. Il nuovo pontefice era Gregorio X.

I viterbesi hanno sì inventato il conclave (dal latino cum clave, chiuso a chiave), ma non hanno affatto risolto il problema delle pressioni del mondo sull’elezione e la vita papale.

Nell’ultimo secolo le influenze politiche sui cardinali sono state esercitate anche attraverso i media, gli stessi media che hanno raccontato con attenzione sempre crescente e con dettagli sempre maggiori la vita dei pontefici e della Chiesa. Qualche volta, addirittura, le pubblicazioni dei giornali sono state decisive per ‘bruciare’ un candidato al soglio di Pietro.

Gli ultimi 120 anni di storia pontificia, infatti, riservano qualche curiosità, ‘interferenze’ tra due mondi apparentemente inconciliabili: quello di Santa Romana Chiesa e quello della stampa.

Ad esempio, colui che traghettò la chiesa nel ventesimo secolo, Vincenzo Luigi Pecci, eletto nel 1878, secondo gli studi storici di Alberto Melloni fu persino sponsorizzato da un’operazione di “propaganda giornalistica” prima del conclave che lo elesse col nome di Leone XIII. E questo perché la diplomazia europea esercitò una forte pressione sul collegio cardinalizio per indirizzarlo verso una scelta moderata, che avrebbe dovuto stemperare gli atteggiamenti intransigenti che avevano segnato gli ultimi anni del pontificato di Pio IX.

Il pontefice nato a Carpineto Romano, comunque, fu anche il primo successore di Pietro ad essere filmato: le  “immagini stereoptiche” di Leone XIII furono proiettate dopo la sua morte a Saint Louis, negli Stati Uniti, il 21 aprile del 1904. Fu il primo Papa ad essere fotografato per i giornali e ad essere riprodotto sulle cartoline. Il primo Papa mediatico, in un certo senso.

Un caso palese di condizionamento da parte dei media in una elezione papale è quello di Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova. Papabile per 20 anni, si giocò tutto a meno di 24 ore dal conclave, per un’intervista che non sarebbe nemmeno dovuta uscire.

La sua epopea iniziò nel 1958: nel conclave che elesse Giovanni Montini come Paolo VI, il porporato genovese, già pupillo di Pio XII, venne escluso dalla corsa perché considerato troppo giovane, non adatto al papato di transizione che i cardinali stanno cercando. Nel 1963, in un momento delicatissimo per la Chiesa, gli viene preferito il riformatore Angelo Roncalli: quel Giovanni XXIII che indisse il Concilio Vaticano II.

Un concilio che Siri non amò, e questo lo sapevano i cardinali che, a sorpresa, nel primo conclave del 1978 – quello che elesse lo sfortunato Giovanni Paolo I – lo bocciarono nuovamente. In quei giorni L’Espresso dava Giuseppe Siri come sicuro pontefice, mentre Albino Luciani venne definito dal settimanale solo “una riserva”.

Nel conclave di ottobre, però, la strada di Siri verso il trono di Pietro pareva spianata: il cardinale allievo di Pio XII non aveva più ostacoli. Però non aveva fatto i conti con i giornalisti de La Gazzetta del Popolo. La pubblicazione di una sua intervista in cui criticava aspramente il Concilio Vaticano II, venne anticipata nonostante gli accordi che prevedevano venisse pubblicata dopo l’inizio del conclave e invece uscì appena il giorno prima dell’inizio dei lavori nella cappella Sistina

“Non so neppure cosa voglia dire lo sviluppo della collegialità episcopale. Il sinodo non potrà mai diventare istituto deliberativo nella Chiesa perché non è contemplato nella costituzione divina della Chiesa. Potrà al massimo divenire, se il diritto canonico lo ammetterà, un’istituzione ecclesiastica, ma non di diritto divino”.

Praticamente un suicidio politico.

Il quotidiano dell’ala sinistra della Democrazia cristiana, quindi, giocò un ruolo fondamentale nel conclave che elesse il Papa più mediatico della storia: Giovanni Paolo II.

D’altra parte, Karol Wojtyla con il suo lunghissimo papato, entrò nell’era di internet, lasciando al suo successore Joseph Ratzinger l’esordio sui social networl: Benedetto XVI fu il primo papa a twittare.

E il conclave di marzo 2013? E’ stato già turbato, prima di aprirsi, da un passo falso ‘mediatico': il cardinale ghanese Peter Turkson, molto quotato dagli scommettitori nel totopapa, ha paragonato l’omosessualità alla pedofilia durante un’intervista con la Cnn, giocandosi – secondo alcuni – le chance di diventare il primo Papa nero. La Cnn non ha violato nessun accordo, a differenza della Gazzetta del Popolo però: è semplicemente un dato di fatto che l’esposizione mediatica è ormai talmente forte che sarebbe impensabile (ma la storia sorprende sempre) pensare a un Papa che non sia anche un buon comunicatore.

Quelli che inizieranno tra pochi giorni, comunque, saranno senza dubbio dei lavori su cui aleggerà l’ombra del vecchio papa Benedetto XVI e delle sue dimissioni, ma anche i fantasmi dello scandalo vatileaks, della pedofilia e dei guai dello Ior, la banca vaticana.

L’ex arcivescovo di Los Angeles Roger Mahoney, per esempio, non doveva nemmeno arrivarci, a Roma: un gruppo di fedeli gli aveva chiesto di astenersi dopo gli le denunce di molestie sessuali subite da alcuni ragazzini per mano dei preti della sua diocesi. Il cardinale di Edimburgo Keith O’Brien, invece, si è dimesso per uno scandalo che lo tocca in prima persona e che è venuto a galla proprio sulle pagine dei giornali britannici. O’Brien avrebbe avuto – per usare le sue stesse parole – “una condotta sessuale al di sotto degli standard richiesti ad un sacerdote”. E si è dimesso il 25 febbraio: meno di 15 giorni prima dell’inizio del conclave.

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