il Ducato » pari opportunità http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » pari opportunità http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Lavoro subordinato e autonomo: le giornaliste crescono del 97% e 300% http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/lavoro-subordinato-e-autonomo-le-giornaliste-crescono-del-97-e-300/27723/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/lavoro-subordinato-e-autonomo-le-giornaliste-crescono-del-97-e-300/27723/#comments Wed, 07 Mar 2012 17:14:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27723 URBINO – Giornalismo sempre più al femminile. In dieci anni le donne sono aumentate del 97% nel lavoro subordinato e di quasi il 300% nel lavoro autonomo.

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LAVORO SUBORDINATO – Le giornaliste iscritte all’Inpgi passano da 5.592 nel 2000, a 8.508 nel 2005 a 11.016 nel 2010, 422 in più rispetto all’anno precedente. Di contro gli uomini sono aumentati di quasi il 43% (da 10.874 a 15.536). La crescita rosa è costante e piuttosto equilibrata, ma mentre dieci anni fa le donne erano poco più della metà rispetto al numero degli uomini, nel corso degli anni hanno diminuito lo scarto, fino a rappresentare il 41,5% della categoria.

LAVORO AUTONOMO – I dati mostrano una crescita più repentina tra le iscritte all’Inpgi2 (gestione previdenziale separata per i liberi professionisti). Le 13.444 giornaliste del 2010 sono 1.002 in più rispetto all’anno precedente e ben 10.082 in più rispetto al dieci anni fa. Su un totale di 32.392 unità rappresentano il 42% della professione autonoma. Notevole anche la crescita degli uomini che passano da 6.012 a 18.948.


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Donne giornaliste, i numeri lievitano ma pochi nomi rosa ai vertici http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/donne-giornaliste-i-numeri-lievitano-ma-pochi-nomi-rosa-ai-vertici/27477/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/donne-giornaliste-i-numeri-lievitano-ma-pochi-nomi-rosa-ai-vertici/27477/#comments Wed, 07 Mar 2012 13:54:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27477 LEGGI Lucia Visca (Fnsi): "Chiediamo parità"]]>

Norma Rangeri, direttore del Manifesto

URBINO – Donne e giornalismo. Il binomio funziona alla base della professione, ma i vertici le testate rimangono al maschile. Se da un lato le donne giornaliste aumentano di anno in anno, dall’altro faticano a conquistare i ruoli di responsabilità, hanno salari più bassi e carriere molto spesso congelate.

QUOTE ROSA – In Germania una mobilitazione a favore delle quote rosa si sta attivando tra le giornaliste tedesche. Pochi giorni fa, 250 tra editori, direttori di testate ed emittenti televisive hanno ricevuto una lettera, firmata da 350 reporter e conduttrici, con la richiesta di garantire alle donne il 30% delle posizioni di responsabilità nel mondo dell’informazione.

L’auspicio è di raggiungere il traguardo in cinque anni, ma l’impresa sembra piuttosto difficile visto che oggi solo il 2% dei direttori sono donne tra gli oltre 360 quotidiani e settimanali.

L’Italia, invece, punta al 50% di poltrone importanti sia all’interno delle aziende, sia negli organi di rappresentanza. Una battaglia che la Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della stampa italiana sta combattendo dal 2009.

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I DATI DEL 2010 – Le donne giornaliste con contratto di lavoro subordinato iscritte all’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani) sono il 37,72%, ossia 11.016 su un totale di 26.552. Il numero è raddoppiato in termini assoluti rispetto a dieci anni fa, quando erano 5.592 e rappresentavano il 33,93% della professione.

Nel lavoro autonomo i numeri sono lievitati di più. Le donne iscritte all’Inpgi2 (Gestione previdenziale separata per i liberi professionisti) sono 13.444, il 42% del totale, il 6% in più rispetto al 2000 quando erano appena 3.362.

Sedia rosa nella direzione di quasi il 21% delle testate: 104 su 501.  
LEGGI Lavoro subordinato e autonomo: le giornaliste crescono del 97% e 300%

CARTA, RADIO E TV - Osservando i dati colpisce il netto squilibrio tra i direttori uomini e donne: 10 i quotidiani guidati da donne a fronte di ben 124 diretti da uomini. Comunque il trend è positivo: nel 2008 le sedie femminili erano 5, l’anno dopo 8. Alla vicedirezione troviamo 9 donne nel 2010, cinque in più rispetto al 2009.

Le caporedattrici sono 80, numero esiguo rispetto ai 445 uomini. Diminuiscono le direzioni femminili dei periodici, dalle 82 del 2008 alle 67 di due anni dopo, stabili a 30 unità le vicedirettrici.

La Rai rimane un’azienda al maschile, almeno nelle posizioni che contano: se nel 2008 erano 3 i direttori donna su 19, due anni dopo ne è rimasta solo una su 12; sempre 3 i vicedirettori che, però, sono diminuiti da 42 a 36.

Il grosso dei numeri femminili sta nei redattori ordinari, che sono 480 contro 418 uomini. Restano maschili i ruoli del corrispondente (solo una donna a fronte di 10 uomini) e dell’inviato (25 donne e 60 uomini). Tra 43 emittenti radio e tv private, erano 8 le donne direttore, una in più rispetto al 2008. Aumentano da 3 a 7 i vicedirettori in rosa.

Nulla si muove nelle agenzie di stampa: cinque erano nel 2008 e cinque sono rimaste su 18 testate. Raddoppiate le giornaliste nel Consiglio generale dell’Inpgi che sono passate da sette a 19 per la Gestione principale. Scendono da quattro a due invece le elette nella Gestione Separata.

LE GERENZE – Spulciando le struttura delle redazioni dei 10 principali quotidiani italiani (il Corriere della Sera, La Repubblica, il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Messaggero, l’Unità, il Manifesto, il Giornale, il Riformista e Libero) spunta solo il nome di Norma Rangeri alla direzione del Manifesto. Dopo l’addio di Concita di Gregorio all’Unità, prima direzione femminine della storia del giornale, è tornato un uomo, Claudio Sardo, ad occupare la sedia. Tra i vicedirettori troviamo Barbara Stefanelli, una dei quattro vice del Corriere della Sera.

Nella categoria dei periodici qualche nome femminile in più. Tra nove settimanali (L’Espresso, Panorama, Internazionale, il Venerdì, Vanity Fair, Tv sorrisi e canzoni, Famiglia cristiana, Gente e Oggi), solo Monica Mosca a Gente occupa la poltrona della direzione.

Daniela Hamaui è direttore editoriale dei periodici della Repubblica dopo aver ricoperto il ruolo di direttore a L’Espresso, dove oggi Loredana Bartoletti coordina l’Ufficio centrale. Rosanna Mani, invece, è condirettore di Tv Sorrisi e Canzoni e Roberta Visco è uno dei due capiredattori del Venerdì.

A Vanity Fair Michela Gattermayer è vicedirettore style e immagine, mentre Ingrid Sischy e Sandra Brant sono International editors. Due vicedirettori donne su quattro all’Internazionale, Elena Boille e Chiara Nielsen.

Un po’ più rosa è il colore della televisione. Due direttori donne: Bianca Berlinguer dal 2009 al Tg3 e Sara Eugenia Varetto dal 2011 a Sky Tg 24. Tra i vicedirettori troviamo Susanna Petruni al Tg1, Ida Colucci al Tg2, Cesara Buonamici al Tg5 e Anna Brogliato a Studio Aperto. Nei posti alti di Rai News solo il nome di Raffaella Soleri come caporedattore.

PERIODICI FEMMINILI – Una piccola isola tutta al femminile è rappresentata dai periodici rivolti al mondo delle donne. Riviste patinate dove la gonna è al comando. Ecco le direttrici dei periodici rosa più famosi: Cristina Lucchini (Amica), Raffaella Carretta (Gioia), Maria Latella (A), Diamante D’Alessio (Io donna), Cristina Guardinelli (D – Donna di Repubblica), Vera Montanari (Grazia), Antonella Antonelli (Marie claire), Valeria Corbetta (Myself), Franca Sozzani (Vogue Italia), Daniela Hamaui (Velvet), Patrizia Avoledo (Donna Moderna), Danda Santini (Elle), Paola Centomo (Glamour).

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“Rappresentanza, carriere e salari: vogliamo il 50% di quote rosa” http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/rappresentanza-carriere-e-salari-vogliamo-il-50-di-quote-rosa/27518/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/07/ducato-online/rappresentanza-carriere-e-salari-vogliamo-il-50-di-quote-rosa/27518/#comments Wed, 07 Mar 2012 13:33:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27518 URBINO – “Anche in Italia c’è bisogno di quote rose nei piani alti del giornalismo. Stiamo combattendo per ottenere il 50% di presenza nelle posizioni di responsabilità”. Lo rivendica Lucia Visca, presidente della Commissione Pari opportunità della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana).

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Di fronte a un mondo dell’informazione dominato dalla presenza degli uomini nei ruoli di comando, le giornaliste chiedono un peso maggiore. “Oggi le donne rappresentano – spiega la Visca – circa la metà della professione, ma ancora non hanno gli stessi stipendi né le stesse possibilità di avanzamento di carriera degli uomini”.

Quali sono le vostre richieste?
“Dal 2009 stiamo portando avanti una vera battaglia per avere una rappresentanza, dei salari e delle prospettive professionali che rispecchino la situazione reale. L’obiettivo è arrivare a conquistare una presenza davvero significativa sia nei vertici delle aziende, sia negli enti di rappresentanza. E’ il primo passo per riuscire a sbloccare gli avanzamenti di carriera e, di conseguenza, raggiungere salari che grazie alla parte variabile siano paragonabili a quelli degli uomini”.

Qualcosa è cambiato in questi anni?
“Sì, la situazione si sta muovendo, ma molto, troppo lentamente. I risultati più soddisfacenti li abbiamo avuti sul piano della democrazia interna e dei rapporti con i colleghi maschi. Pochi sono gli effetti concreti, ci vorrà un intero ricambio generazionale prima di arrivare al 50% nei posti che contano. Si parla di ancora almeno dieci anni”.

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Quali sono le difficoltà più grandi?
“Sarà più difficile ottenere risultati negli organi di rappresentanza che all’interno delle testate. Se nelle aziende la scalata è necessariamente connessa alla nostra presenza sempre più numerosa, nelle rappresentanze deve cambiare completamente la mentalità. Spesso infatti sono le donne stesse a tirare il freno, perché sono restie a candidarsi o a votare altre donne. In troppe sono rassegnate a un mondo al maschile”.

Ci sono state novità nelle ultime elezioni dell’Inpgi?
“Abbiamo avuto un buon successo sul piano delle candidature: quasi tutte le liste presentate avevano la metà di nomi femminili e questo è un bel cambiamento rispetto al passato. Purtroppo la presenza nelle liste non ha portato neanche stavolta a confermare la stessa quota tra le persone elette”.

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Violenza sulle donne, Moroder: “La crisi ha acuito il problema” http://ifg.uniurb.it/2011/11/28/ducato-online/violenza-sulle-donne-moroder-crisi-ha-acuito-il-problema/10197/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/28/ducato-online/violenza-sulle-donne-moroder-crisi-ha-acuito-il-problema/10197/#comments Mon, 28 Nov 2011 12:28:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=10197 [continua a leggere]]]> URBINO – Cento sagome installate nell’ “orecchio del Duca”, di fronte al teatro Sanzio per ricordare le storie di 100 donne che hanno subito violenza. Venerdì scorsoa Urbino, si è celebrata così la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ultima tappa di un percorso partito l’8 marzo scorso ad Ancona, e che ha toccato 20 città marchigiane.

“L’attuale crisi economica ha acuito il problema della violenza sulle donne”, afferma al Ducato l’assessore regionale ai diritti e alle Pari opportunità, Serenella Moroder, che aggiunge: “Il problema è grave, paradossalmente in crescita, e lo potremmo definire una pandemia”. Dipende dalla crisi economica, appunto, che mette in discussione il ruolo lavorativo maschile, “tipico di una certa cultura”, e a questa perdita “gli uomini reagiscono malamente- spiega l’assessore- perché in una situazione di difficoltà emergono le asperità” all’interno della coppia.

Come confermano i dati 2010  del primo rapporto sull’attività dei Centri antiviolenza nelle Marche (Cav), presentati stamattina nella città feltresca, la stragrande maggioranza delle donne vittime di violenza non sarebbe in grado di mantenere sé e i propri figli autonomamente: ben il 39,6% di loro dichiara di avere un reddito insufficiente, e un altro 42,3% “appena sufficiente”.

Centocinquantotto donne marchigiane affermano di non potersi svincolare dal partner per motivi economici; solo 18 donne, su 149 che dichiarano di avere  un  proprio reddito, lo ritengono sufficiente per se stesse e i loro figli. Una tendenza che vale anche per la provincia di Pesaro-Urbino, dove si registrano  64 casi di violenza.

In provincia,  le donne maltrattate possono rivolgersi al centro “Parla con noi” di Pesaro: l’anno scorso l’ hanno fatto in 41, personalmente, ed altre 20 con una telefonata. Ben 39 violenze sono state commesse dal partner attuale, e quindi confermano quel 78% di abusi a livello regionale, compiuti proprio dal compagno. Un altro 27% rientra nella categoria “conoscenti-amici” e solo il 4% può essere definito un’ “estraneo”. E forse proprio per questa ragione, le vittime hanno più timore di raccontare o denunciare ad altri la propria esperienza: sempre a Pesaro-Urbino, 24 lo hanno fatto e 40 no. Tredici di coloro che hanno condiviso con altri il loro fardello, in seguito, hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine.

Nella ricerca, inoltre, emergono dati significativi che tracciano i diversi profili di molestatore: in un caso su sei ha più di 60 anni; i più numerosi in assoluto (57 sul totale di 127 uomini) hanno tra 41 e 50 anni. Seguono i nati nel decennio 1951-1961 (43 uomini), mentre fortunatamente la tendenza tra i maschi più giovani sembra essere meno acuta (33 uomini tra 31 e 40 anni).

Ma, contrariamente a quanto si può pensare, chi maltratta è una persona ben istruita: il 53,4% di loro ha un diploma o una laurea. Sfatato anche un altro luogo comune sugli stranieri: infatti, ben il 76% di chi calpesta i diritti di una donna è italiano.

Nella provincia, però, su 64 casi totali, ben 27 non sono attribuibili a una nazionalità certa. La condizione prevalente di chi commette abusi sulle donne, nel 60% dei casi, è quella di un lavoro stabile.  Allo stesso tempo,  emerge una grande voglia di reagire delle vittime, mista alla paura di nuove violenze:  in 38 casi le donne hanno smesso di convivere con il partner, ma la metà di loro si attende altri abusi.

Ed è per questo che Moroder sottolinea che “non ritengo concluso l’iter di questo progetto. Perciò- aggiunge- vorrei che da domani ciascuna provincia”,  adotti “20 di queste sagome per iniziative di sensibilizzazione, in maniera da far sentire questo urlo di dolore”. L’assessore ha poi anticipato la sua visione della prossima edizione del progetto “Le forme della violenza”: anziché iniziare con un unico appuntamento nel capoluogo regionale, come quest’anno, “l’8 marzo 2012  si concordino eventi in contemporanea nelle cinque piazze dei cinque capoluoghi di provincia”.

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Provincia, sì alla Carta europea per le pari opportunità http://ifg.uniurb.it/2011/03/10/ducato-notizie-informazione/provincia-si-alla-carta-europea-per-le-pari-opportunita/5873/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/10/ducato-notizie-informazione/provincia-si-alla-carta-europea-per-le-pari-opportunita/5873/#comments Thu, 10 Mar 2011 08:21:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=5873 [continua a leggere]]]> URBINO- Conciliare i tempi di vita e di lavoro delle mamme, sperimentare il telelavoro e proporre dei modelli di valutazione per le progressioni di carriera: sono queste le linee principali del Piano d’azione per la parità redatto da Daniela Ciaroni, assessore alle Pari Opportunità della Provincia. L’atto arriva in seguito all’adesione dell’ente alla “Carta Europea per l’uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, annunciata dall’assessore durante la festa per la celebrazione dell’8 marzo nella sede della Provincia. Il documento, realizzato dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa nel 2006, è destinato agli enti locali perché prendano pubblicamente posizione sul principio di parità tra i due sessi e attuino delle politiche sul territorio volte a realizzarla nel concreto. “Nonostante il ritardo con cui la nostra provincia ha aderito alla Carta –spiega Daniela Ciaroni- alcune iniziative erano già state pensate per la conciliazione e la valorizzazione delle professionalità femminile all’interno del nostro ente: ad esempio, quella del telelavoro è diventata una possibilità reale a partire dagli scorsi mesi”. La Provincia ha due anni per mettere in atto gli impegni descritti nel Piano d’azione e stanziare delle risorse disponibili a realizzarli: poi dovrà muoversi per attuare una concreta uguaglianza sul territorio.

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Pari opportunità: Luxuria a Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/02/28/ducato-notizie-informazione/pari-opportunita-luxuria-a-urbino/5387/ http://ifg.uniurb.it/2011/02/28/ducato-notizie-informazione/pari-opportunita-luxuria-a-urbino/5387/#comments Mon, 28 Feb 2011 17:35:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=5387 [continua a leggere]]]> URBINO – Vladimir Luxuria a Urbino contro le discriminazioni. L’ex parlamentare arriverà venerdì 4 marzo per partecipare a un incontro-dibattito dal titolo “Lavoro, famiglia, rapporti umani…quali differenze?” che si terrà alle 18:30 nell’aula magna della facoltà di Economia e Commercio.

L’iniziativa è organizzata da Cgil Nuovi Diritti, Agedo, Agorà, Arci, Arcigay, Agorà Pesaro, Consulta della provincia di Pesaro e Urbino per la laicità delle istituzioni, Fuorikorso, Rete degli studenti medi Pesaro e Urbino, Rete Lenford e Uisp.

All’incontro interverranno anche l’assessore provinciale alle Pari Opportunità Daniela Ciaroni e l’assessore comunale alle Politiche sociali Maria Clara Muci.

(p.r.a.)

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