il Ducato » peppino impastato http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » peppino impastato http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Speciale radio – “La libertà d’informazione attraverso le radio indipendenti” http://ifg.uniurb.it/2014/04/14/radio-ducato/speciale-radio-la-liberta-dinformazione-attraverso-le-radio-indipendenti/61385/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/14/radio-ducato/speciale-radio-la-liberta-dinformazione-attraverso-le-radio-indipendenti/61385/#comments Mon, 14 Apr 2014 06:50:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61385 [continua a leggere]]]> URBINO – Da qualche giorno la popolazione russa non può più sintonizzare la radio su Voice of America, l’emittente statunitense nata nel 1942 per contrastare la propaganda di Goebbels. La radio aveva iniziato a trasmettere in russo nel 1947, ma ora la holding statale Russia Today ha deciso di non rinnovarle il contratto: “È una voce dall’aldilà, uno spam noioso” ha commentato Dmitry Kiseliov, anchorman della televisione di stato russa e capo di Russia Today.

Nel nostro speciale abbiamo voluto approfondire il ruolo della radio come espressione della libertà, esigenza di una comunità e forma di controinformazione. Lo abbiamo fatto attraverso la testimonianza di Salvo Vitale, che nel 1977 fondò l’emittente Radio Aut assieme a Peppino Impastato. Le trasmissioni che i due conducevano dalla provincia di Palermo sono state un grande esempio di lotta alla mafia: con coraggio sbeffeggiavano potenti capimafia come Gaetano Badalmenti del comune di Cinisi, che avevano soprannominato “Tano (soprannome di Gaetano, ndr) seduto del comune di Mafiopoli”.

Abbiamo ripercorso la storia delle radio libere, da Radio Alice a quella di Danilo Dolci. E con Andrea Borgnino, autore del saggio Radio Pirata, abbiamo cercato di capire quale sia il futuro di un mezzo fortemente simbolico, ma che oggi deve combattere con la velocità e la vastità di Internet. Abbiamo anche ricordato Adrian Cronauer, un ex aviatore statunitense che, durante la guerra del Vietnam, andava in onda da Saigon con una trasmissione radiofonica: diffondeva notizie che la maggior parte dei mezzi di informazione teneva nascoste.

Fino ad arrivare ai giorni nostri e alla testimonianza di Andrea Fiume, che nel 2011 ha fondato a Bologna Radio Sommersa: assieme ai ragazzi della Sinistra Universitaria ha dato vita a una webradio indipendente.

 

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Agende rosse ricorda Peppino Impastato, memoria e ‘arte antimafia’ http://ifg.uniurb.it/2013/04/17/ducato-online/agende-rosse-ricorda-peppino-impastato-memoria-e-arte-antimafia/43623/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/17/ducato-online/agende-rosse-ricorda-peppino-impastato-memoria-e-arte-antimafia/43623/#comments Wed, 17 Apr 2013 14:40:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43623

Salvo Vitale e Gaetano Porcasi

URBINO – “Presente e passato sono due tasselli inscindibili: se vogliamo parlare di mafia e di nuove mafie dobbiamo ricordare i grandi esempi del passato e al contempo tenere un faro acceso sul presente”. E’ per questo che Ettore Marini, coordinatore provinciale di Agende Rosse, ha organizzato un incontro sulla storia di Peppino Impastato, che si terrà oggi pomeriggio alle 17 nell’aula C1 dell’ex Magistero. Nell’incontro di oggi a posizionare quei tasselli della memoria saranno le parole dell’amico e collega Salvo Vitale e la pittura di denuncia di Gaetano Porcasi. Come spiega Marini: “Salvo è la memoria, Gaetano l’occhio sul presente”.

Figlio di un boss di Cinisi, piccolo paese della provincia palermitana, Peppino Impastato ebbe il coraggio di ribellarsi alla propria famiglia e alle logiche della criminalità organizzata. Con alcuni amici fondò Radio Aut, un’emittente di controinformazione, da cui denunciava gli intrighi tra mafia e politica. Il giovane cronista siciliano sarebbe stato assassinato il 9 Maggio del 1978.  Per l’omicidio è stato condannato il  capomafia di Cinisi, Gaetano Badalamenti.

Salvo Vitale si muove a fatica tra le vie di Urbino, il peso degli anni grava sulle sue gambe, ma la forza della memoria sembra accendere nei suoi occhi la volontà di giustizia.“Sono trascorsi molti anni- racconta il giornalista- da quando io e Peppino denunciavamo le malefatte dei capimafia di Cinisi attraverso le trasmissioni di Radio Aut. Peppino l’hanno assassinato nel 1978, l’Italia intanto è cambiata ma il filo della memoria non deve e non può estinguersi”.

“Secondo il rapporto di Giornalisti Senza Frontiere- continua Salvo Vitale- oggi l’Italia è al 72° posto per libertà d’informazione. Il dato dovrebbe farci riflettere sulla banalità e sull’omologazione dell’informazione italiana. Nonché sull’assenza di pluralismo”.

L’educazione alla legalità e l’impegno nella lotta alla mafia possono declinarsi in forme diverse: alla penna del giornalista può accostarsi il pennello dell’artista.

Una delle tele di Gaetano Porcasi

Quando il pittore antimafia, Gaetano Porcasi, parla della sua produzione artistica non può fare a meno di definirla come una “pittura di denuncia”. “La mia penna è un pennello, i miei colori sono quelli del sangue”, spiega l’artista. Il suo laboratorio si trova a metà strada tra Cinisi e Corleone, nel cuore della provincia palermitana. Il rosso del sangue e il giallo delle terre aride  dominano i quadri che in questi anni sta portando in giro per il mondo. Le tele di Porcasi sono un viaggio nell’Italia delle stragi e della criminalità.

Alcune delle opere di Gaetano Porcasi sono oggi esposte a Corleone dentro la casa del boss Bernardo Provenzano, trasformata da qualche anno in museo cittadino. L’artista è stato invitato nel 2009 al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia per raccontare di come un pittore può indossare le vesti del cronista e proprio Perugia negli ultimi tre anni è diventata il punto di riferimento per la pittura antimafia.

Il movimento Agende Rosse vorrebbe allestire un’esposizione delle opere di Porcasi anche a Urbino ma pare che il comune abbia preferito rinviare il progetto alla prossima primavera. Intanto grazie a una mostra itinerante dal titolo La storia d’Italia attraverso le stragi, le opere di Gaetano Porcasi approderanno in Brasile.

Oggi pomeriggio verrà presentato anche l’ultimo libro dell’artista: Il tempo, i luoghi , gli uomini. Il volume raccoglie numerose illustrazioni sulla storia e le vittime della mafia ma anche sulle stragi di Stato ed è corredato da biografie e approfondimenti storici curati da Salvo Vitale.

“Dopo le stragi del ’92- conclude Ettore Marini- quella sensazione di ‘emergenza’ che aveva scosso l’opinione pubblica si è affievolita e se oggi vogliamo sensibilizzare i giovani sulle ‘nuove mafie’ non possiamo far altro che tenere vivi il ricordo e la memoria”.

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Che cos’è oggi la #controinformazione? http://ifg.uniurb.it/2012/04/03/ducato-online/che-cose-oggi-la-controinformazione/30452/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/03/ducato-online/che-cose-oggi-la-controinformazione/30452/#comments Tue, 03 Apr 2012 11:29:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=30452 WEBTALK: #reportersottozero / #socialtv #sfigatimonotoniemammoni / #parolepietre ]]> URBINO – Citizen journalism, opinioni, social network, nell’era del web tutti possono fare informazione e caricare in rete video, foto, commenti e racconti di attualità. Oggi questo può essere considerato un modo alternativo di scambiarsi notizie senza passare dai media ufficialmente riconosciuti come telegiornali, stampa e radio. E’ stato quindi allargato il concetto di #controinformazione. Negli anni ’70, quando tutto ebbe inizio, controinformare significava anche contestare, raccontare grandi verità scomode che non passavano dai media tradizionali. Ma se oggi tutti possono informare cos’è diventata la #controinformazione?

Clicca qui per vedere il video incorporato.

a cura di Nadia Ferrigo e Maddalena Oculi

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Giovanni Impastato: "Mio fratello eroe di legalità" http://ifg.uniurb.it/2009/12/11/ducato-notizie-informazione/giovanni-impastato-mio-fratello-eroe-di-legalita/488/ http://ifg.uniurb.it/2009/12/11/ducato-notizie-informazione/giovanni-impastato-mio-fratello-eroe-di-legalita/488/#comments Fri, 11 Dec 2009 12:06:35 +0000 http://ilducatonotizie.wordpress.com/?p=108 [continua a leggere]]]> Ore 12.50

“Abbiamo trascorso un’infanzia idilliaca. Nostro padre e nostro zio erano mafiosi, non ci mancava niente. Ma è proprio da questo che inizia la rottura di Peppino: dalla sua famiglia”. Non usa mezzi termini Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il militante antimafia fatto saltare in aria da Cosa nostra il 9 maggio del 1978. Giovanni ha parlato stamattina in una conferenza nell’Aula magna della facoltà di Scienze politiche a Urbino, colma di studenti per l’occasione.

“Peppino – ha spiegato il fratello – è stato l’erede del movimento contadino siciliano del dopoguerra, che può essere considerato il controcanto della Resistenza antifascista al nord. Ma nello stesso tempo era figlio del suo tempo, della protesta contro la guerra in Vietnam, di Bob Dylan e di Joan Baez: è riuscito a rendere la nostra città, Cinisi, il punto di riferimento della controcultura siciliana”.

Dal giornale “L’idea socialista”, alla militanza politica nelle file di Democrazia proletaria, alla realizzazione del circolo “Musica e cultura”, alla famosa “Radio Aut”, vero e proprio centro di lotta antimafia, da dove Impastato apostrofava con sarcasmo i mafiosi locali, Peppino è stato uno dei pionieri in sicilia della nuova informazione libera che ha caratterizzato l’Italia degli anni sessanta. “Prima d’ogni altra cosa – ha aggiunto Giovanni – Peppino era un poeta. Una volta, dalla cima di un promontorio, esclamò: ‘…ma quale lotta di classe!’. Insomma: aveva la capacità di guardare oltre e di anticipare i tempi”.

Peppino Impastato è stato sequestrato dai mafiosi locali agli ordini di Gaetano Badalamenti, portato in un casolare della ferrovia tra Palermo e Trapani e fatto saltare in aria con del tritolo il 9 maggio ’78, lo stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. L’obbiettivo era quello di farlo passare per un terrorista rosso, o per un suicida. Suo fratello è lapidario: “Volevano infangare la sua memoria. Tutti quelli che hanno indagato sulla morte di Peppino sono stati uccisi. Solo dopo molti anni abbiamo ristabilito la verità storica e gli assassini sono stati condannati. La sua vicenda è indice della mancanza totale di legalità nel nostro paese, dove ogni tentativo di cambiamento profondo della società è stato fermato dall’emersione, puntuale e calcolata, dello stragismo”. (l.r.)

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