il Ducato » povertà http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » povertà http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Povertà, nelle Marche raddoppiate in cinque anni le famiglie in difficoltà http://ifg.uniurb.it/2014/02/11/ducato-online/poverta-nelle-marche-raddoppiate-in-cinque-anni-le-famiglie-in-difficolta/57009/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/11/ducato-online/poverta-nelle-marche-raddoppiate-in-cinque-anni-le-famiglie-in-difficolta/57009/#comments Tue, 11 Feb 2014 18:14:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57009 LEGGI Neet, aumentano i giovani inattivi]]> carrelloURBINO – Una famiglia marchigiana su quattro si trova in difficoltà economica. Il doppio rispetto all’inizio della crisi, nel 2008. A dirlo è la Coldiretti sulla base dello studio fatto da Istat Noi Italia che posiziona le Marche al sesto posto tra le regioni con maggiori problemi economici: è la prima dopo le regioni del Mezzogiorno, stanno meglio anche Molise e Sardegna. La statistica si riferisce all’indicatore sintetico di deprivazione che misura la povertà monetaria delle famiglie.

LEGGINeet, aumentano i giovani inattivi

Se cinque anni fa “solamente” l’11% delle famiglie marchigiane non poteva sostenere spese improvvise o affrontare mutui e bollette, ora la percentuale delle persone che non possono permettersi nemmeno una settimana di ferie è salita al 25%. Questi dati sono confermati anche dal fatto che rispetto al 2010 sono raddoppiate le famiglie che chiedono aiuto alle associazioni di volontariato per mangiare.

La situazione delle Marche rispecchia quella nazionale. Sempre secondo lo studio Istat, anche in Italia un nucleo famigliare su quattro ha un reddito inferiore a 2.500 euro e fa difficoltà ad acquistare un elettrodomestico o un’automobile. Quella scattata dall’Istat è una fotografia che ritrae un’Italia sempre più povera e oppressa dalle tasse, in particolare sono le regioni del sud ad aver conquistato il poco onorevole primato in questa classifica. Ai primi posti troviamo Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Basilicata. Ultime e quindi sul podio della ricchezza Bolzano, Trento e Valle d’Aosta.

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Da Urbino al Bangladesh: la storia di Ezio e dei suoi bambini http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/da-urbino-al-bangladesh-la-storia-di-ezio-e-dei-suoi-bambini/40933/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/da-urbino-al-bangladesh-la-storia-di-ezio-e-dei-suoi-bambini/40933/#comments Fri, 05 Apr 2013 16:50:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=40933 URBINO – Ezio Crescentini ha 120 figli, 120 bambini adottati a distanza che ogni anno lo aspettano in Bangladesh e che, grazie all’associazione Rishilpi, ricevono un’istruzione e pasti caldi. Ezio per 30 anni ha lavorato all’Age, arti grafiche editoriali di Urbino. Ora che è in pensione trascorre due mesi all’anno a Satkhira, a 50 km da Calcutta. Lì aiuta gli “ultimi della terra” come li chiama lui.

“Tutto è iniziato per caso. Io e mia moglie cinque anni fa abbiamo adottato un bambino a distanza, ma era una truffa. Non esisteva nessun bimbo. Poi ho conosciuto l’associazione Rishilpi e ho deciso di andare in Bangladesh per verificare di persona che fine facessero i miei soldi”, racconta Ezio. “Ho passato dei giorni con la mia bambina Ewaparvin che ora ha 13 anni. Ho visto l’estrema povertà di questo Paese, dove essere povero significa valere meno di niente. Non potevo rimanere indifferente. Così ho deciso di dare una mano. Incontro i bambini adottati e faccio video e foto e poi li spedisco ai loro genitori adottivi qui in Italia”.

L’organizzazione Rishilpi, dove rishi significa fuori casta e shilpi artisti, è stata fondata nel 1977 da Laura Melano e Enzo Falcone. Attraverso offerte libere e adozioni a distanza, costruisce scuole e biblioteche. Oggi, aiuta più di 600 bambini nella sede centrale e 5.000 nelle 46 scuole costruite in tutto il Paese. Li segue dall’asilo fino alla scuola media, i genitori invece imparano un mestiere. I maestri sono giovani del posto o ex scolari.

“I piccoli alunni  spesso mi domandano da quale villaggio vengo. Io rispondo ‘Urbino’ e cerco di raccontargli qualcosa della nostra città – continua – loro mi chiamano Library perché grazie ai soldi della vendita dei libri Sos Bangladesh e In cammino verso… forse… no, oltre abbiamo aperto più di una biblioteca, la più grande ha 125 libri e 4 computer”.

In Bangladesh gli ultimi, i fuori casta vivono in baracche di fango fuori dai villaggi. Il valore della vita umana si misura attraverso quello che si possiede. Ma la più grande disgrazia lì è nascere donna. “Jasmin aveva sedici anni e studiava nella nostra scuola” racconta Ezio. “Il padre voleva venderla per una capra. L’abbiamo trovata impiccata a un albero. In tasca aveva un bigliettino: ‘Nessuno è responsabile della mia morte. E’ l’unico atto libero della mia vita’”.

Il volto di Khalimoti, sfigurato dall’acido

Le bambine vengono scambiate come merci. “Sono date in sposa a 12-13 anni e quando restano incinte spesso muoiono insieme ai loro piccoli”, dice Ezio. “La figlia di Khalimoti doveva essere venduta, ma il suo primo fidanzato ha deciso che nessuno la dovesse avere. Ha cercato di bruciarla con l’acido, ma invece della piccola ha colpito la madre. Khalimoti non ha più il naso, l’orecchio ed è quasi cieca. E’ stata abbandonata dal marito e la figlia è stata venduta. Ora vive grazie al sostegno dell’associazione”.

I bambini che nascono con problemi fisici vengono buttati nelle discariche. Sono i volontari dell’organizzazione a raccoglierli e curarli. Il nuovo obiettivo di Ezio è aiutare i disabili: “In tre anni vogliamo donargli stampelle, protesi e carrozzine. Gli cambierebbero la vita. L’associazione già segue 3.000 disabili”, racconta Ezio che non ha alcuna intenzione di fermarsi. E’ tornato a febbraio dal Bangladesh ma già progetta il suo prossimo viaggio. Qui a Urbino ha tre figli grandi, ma i suoi 120 bambini lo stanno già aspettando.

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