il Ducato » pupi avati http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » pupi avati http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Pupi Avati: “Gualazzi fuori dagli schemi di Sanremo”. Il musicista urbinate firma la colonna sonora /AUDIO http://ifg.uniurb.it/2014/02/24/ducato-online/pupi-avati-gualazzi-fuori-dagli-schemi-di-sanremo-il-musicista-urbinate-firma-la-colonna-sonora/57606/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/24/ducato-online/pupi-avati-gualazzi-fuori-dagli-schemi-di-sanremo-il-musicista-urbinate-firma-la-colonna-sonora/57606/#comments Mon, 24 Feb 2014 17:27:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57606 INTERVISTA AUDIO L'urbinate firma la colonna sonora di "Un ragazzo d'oro", l'ultima fatica del regista bolognese: "Ha scritto una musica di carattere misto, tra il jazz e il classico, secondo il suo stile"]]>

Il regista Pupi Avati

URBINO – Non ha vinto il Festival di Sanremo per un soffio, aggiudicandosi il secondo posto, ma la fama di Raphael Gualazzi non ne ha risentito, anzi. Il noto regista bolognese Pupi Avati l’ha infatti scelto per comporre la colonna sonora del suo ultimo film in produzione, ‘Un ragazzo d’oro‘, una storia d’amore che vedrà protagonisti attori come Sharon Stone, Riccardo Scamarcio e Cristiana Capotondi.

“È un musicista eclettico, ha questa robusta formazione, soprattutto pianistica, fuori dai soliti schemi sanremesi. Fa questa specie di gospel interpretato molto bene e con ottimo gusto,” ha detto Avati al Ducato, e anticipa: “Per il film ha scritto una musica di carattere misto, tra il jazz e il classico, secondo il suo stile”.

Servizio di Giuseppina Avola 

Anche la città di Urbino, attraverso il sindaco Franco Corbucci, si è complimentata con il musicista. Questo il messaggio del primo cittadino:

“Caro Raphael a te le congratulazioni e i complimenti più sinceri della città, dell’Amministrazione Comunale e miei personali per l’ottimo risultato conseguito. Sei bravissimo! Il tuo talento e la tua professionalità si sono imposti anche al di fuori dei confini nazionali e hanno portato il nome di Urbino all’estero. In attesa di poterti incontrare, ti saluto cordialmente”.

 

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Il Ducato n.2 – 2 marzo 2013 http://ifg.uniurb.it/2013/03/02/ducato/il-ducato-n-2-2-marzo-2013/36845/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/02/ducato/il-ducato-n-2-2-marzo-2013/36845/#comments Sat, 02 Mar 2013 03:09:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36845 [continua a leggere]]]> Da oggi in edicola un nuovo numero de Il Ducato. Tema portante è il difficile collegamento di Urbino con il resto della penisola. Troverete un’attenta analisi delle problematiche connesse ai trasporti che fanno della Città ducale un polo quasi irraggiungibile.

Abbiamo viaggiato in autobus, per capire quanto sia difficile, soprattutto per gli studenti, raggiungere nel weekend la stazione ferroviaria più vicina, quella di Pesaro, se la domenica mancano le navette che collegano la periferia con il centro città. Abbiamo viaggiato in macchina: verso l’incompiuta Fano-Grosseto, da vent’anni simbolo di spreco e inefficienza, e verso le disastrate “quattro vie di fuga” che collegano il Montefeltro con le principali città circostanti Bologna, Firenze, Roma e Pescara. Abbiamo immaginato di viaggiare, nel passato, a bordo dell’ultimo treno Fano-Urbino e, nel futuro, su un ipotetico bici-treno, uno dei tanti progetti presentati per la rivalorizzazione della ferrovia.

Tanto spazio anche per la cronaca cittadina e per le elezioni politiche 2013, con le interviste dei quattro eletti nella provincia e l’analisi dei voti sezione per sezione. E per non farci mancare nulla, nella pagina di cultura abbiamo inserito un’intervista a uno dei maestri del cinema italiano, Pupi Avati.

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L’università di Urbino premia Pupi Avati: “Io, il cinema e la politica” http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/luniversita-di-urbino-premia-pupi-avati-io-il-cinema-e-la-politica/36466/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/luniversita-di-urbino-premia-pupi-avati-io-il-cinema-e-la-politica/36466/#comments Thu, 28 Feb 2013 03:31:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36466

Il regista Pupi Avati con il rettore Stefano Pivato

URBINO – “Gli elettori hanno chiesto questo e bisogna rispettare il loro voto. Il dissenso produce molto spesso la capacità di cambiamento”. È il breve commento di Pupi Avati sulla situazione politica italiana, argomento che preferisce non affrontare.  “Non sono genericamente indignato dalla politica – ci confessa – sono piuttosto incuriosito. Mi piacerebbe scoprire com’è nella realtà l’uomo politico, come si comporta quando è a casa, quando sta con i figli”.

Abbiamo incontrato il regista bolognese poco prima della lezione che ha tenuto all’Università di Urbino, per raccontarsi agli studenti e per ricevere dal rettore Stefano Pivato il Sigillo d’Ateneo. Titolo dell’iniziativa: “Cinema e vita”.

E nel caso di Avati, che porta con sé un bagaglio di oltre quarant’anni dedicati al grande schermo – dall’esordio nel 1968 con Balsamus, l’uomo di Satana al 2011 de Il cuore grande delle ragazze – non potevano essere scelte parole più significative.

Nel corso dell’intervista rilasciata in esclusiva a Il Ducato (che troverete in versione integrale sul nuovo numero distribuito da domani) il regista dice: “Il cinema ha cambiato la mia vita in modo determinante, pensate un po’ prima mi occupavo di alimenti surgelati, poi improvvisamente mi sono ritrovato nella condizione di poter raccontare le storie che immaginavo, che inventavo io”.

È molto critico con il cinema italiano contemporaneo, perché sostiene che abbia perso di identità cercando di “orecchiare cinematografie che hanno poco a che fare con le nostre peculiarità. Il cinema riflette il paese in cui lo si fa, l’Italia si è sbarazzata in modo molto provinciale delle sue caratteristiche”. Colpa anche della televisione che, cercando di sostituirsi al cinema, ha diseducato e fatto perdere di sensibilità a quello che il regista definisce come il “palato molto raffinato che aveva il pubblico italiano”.

 

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