il Ducato » referendum http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » referendum http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Referendum comuni: sì alla fusione di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola. No nell’Alto Montefeltro http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-notizie-informazione/referendum-comuni-si-alla-fusione-di-colbordolo-e-santangelo-in-lizzola-no-nellalto-montefeltro/52788/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-notizie-informazione/referendum-comuni-si-alla-fusione-di-colbordolo-e-santangelo-in-lizzola-no-nellalto-montefeltro/52788/#comments Mon, 02 Dec 2013 17:35:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52788 [continua a leggere]]]> URBINO – Al referendum tenutosi oggi, i cittadini di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola, con 2319 sì e 720 no, hanno dato la loro approvazione sull’unione dei due municipi. Risultato contrario invece per i comuni di Belforte all’Isauro, Lunano e Piandimeleto. Dopo i dibattiti e le assemblee degli ultimi mesi i cittadini dei tre comuni, con 1039 no e 729 sì, bocciano l’ipotesi di fusione.

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Montecopiolo: si arena il progetto ‘secessione’ http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-notizie-informazione/montecopiolo-si-arena-il-progetto-secessione/9551/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-notizie-informazione/montecopiolo-si-arena-il-progetto-secessione/9551/#comments Tue, 15 Nov 2011 18:12:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9551 [continua a leggere]]]>

I manifestanti di Montecopiolo alla regione Marche

ANCONA – Sono scesi di nuovo in piazza i cittadini di Montecopiolo, un paese di 1250 abitanti della provincia di Pesaro Urbino, che dal 2007 aspettano il passaggio dalle Marche all’Emilia Romagna.

Il 24\25 giugno di quattro anni fa un referendum ha decretato con l’84% degli assensi il volere della popolazione di staccarsi dalla Regione di appartenenza e passare sotto la provincia di Rimini, ma da allora si aspetta che la volontà dei cittadini venga rispettata.

Di fronte alla sede dell’Assemblea legislativa delle Marche il Comitato per Montecopiolo in Romagna ha continuato quindi a protestare – dopo lo scorso luglio e lo scorso aprile – inscenando “il funerale della democrazia”. Bare, fiori e lapidi perché, come si legge su un messaggio funebre, “Dopo 4 anni di lenta agonia, è morta a Montecopiolo la democrazia”.

Prima dell’inizio della seduta, il Comitato per Montecopiolo in Romagna ha incontrato il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi. La situazione sembra confusa: la Regione sostiene di non poter dare il consenso al passaggio in assenza del disegno di legge preparato dal ministero dell’Interno. Alla stesso tempo, dal Quirinale arriva una nota che spiega che il Ministero stesso non può stendere il progetto di legge senza il consenso delle Regioni coinvolte.

Esite anche il precedente: i sette Comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello), dopo l’esito positivo del referendum del 17\18 dicembre 2006, sono effettivamente passati all’Emilia Romagna dal 15 agosto del 2009, non senza difficoltà. Il 13 ottobre dello stesso anno le Marche posero la questione alla Corte Costituzionale che nel luglio 2010 si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato, e confermando così il distacco-aggregazione della valle.

La sentenza ha diviso la procedura in varie fasi: quella dell’espressione dei pareri delle parti coinvolte e quella legiferante, auspicando nella prima ma consentendo, in caso contrario, di chiedere chiarimenti al Viminale. Le Marche, secondo i manifestanti, avrebbero però chiesto al Comitato di preparare una richiesta scritta da girare al ministero dell’Interno. “Sembra che non ci sia assolutamente la volontà di andare avanti, nascondendosi dietro ai cavilli”, hanno commentato esasperati gli abitanti di Montecopiolo.

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Referendum 12 e 13 giugno: gli studenti universitari si mobilitano http://ifg.uniurb.it/2011/05/17/ducato-online/referendum-12-e-13-giugno-gli-studenti-universitari-si-mobilitano/9065/ http://ifg.uniurb.it/2011/05/17/ducato-online/referendum-12-e-13-giugno-gli-studenti-universitari-si-mobilitano/9065/#comments Tue, 17 May 2011 16:21:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9065 [continua a leggere]]]> URBINO – Banchetti in tutte le facoltà e nel centro storico, feste, aperitivi e concerti. Queste le iniziative programmate dal comitato universitario nato a Urbino per sensibilizzare e informare studenti e cittadinanza sui referendum del 12 e 13 giugno: dove gli italiani saranno chiamati a decidere se abrogare le leggi sulla privatizzazione dell’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento.

Il comitato, che si affiancherà a quello cittadino e a quello provinciale, è promosso degli studenti dell’Assemblea permanente, che hanno creato un coordinamento tra diverse associazioni universitarie (Fuorikorso, Pantarei, Studenti in movimento, Agorà e altre).

“Si tratta di un’iniziativa dal basso come altre in giro per l’Italia, non essendoci una spinta forte dei partiti e dei mezzi di comunicazione per promuovere il referendum – spiega Rocco Stasi di Assemblea Permanente –  uno dei pochi spazi di democrazia vera che ancora ci sono in questo paese e dobbiamo muoverci tutti per far sì che si raggiunga il quorum. Bisogna informare i cittadini per far capire loro l’importanza di votare sì ai referendum per dire no alla privatizzazione dell’acqua, all’energia nucleare e all’ennesima legge ad personam fatta per il Presidente del Consiglio”.

Nelle facoltà tutti i giorni e nel centro storico di martedì e di giovedì ci saranno dei banchetti per distribuire il materiale informativo non solo sui quesiti referendari ma anche sulle modalità di voto e le agevolazioni per chi non è residente a Urbino: “Non tutti sanno che c’è uno sconto del 60 % sui treni per gli studenti che  vogliono tornare a casa  per votare – aggiunge Stasi – e che c’è la possibilità per chi vive molto lontano di votare a Urbino facendosi spedire la tessera elettorale”. Il comitato chiederà anche una sospensione dell’attività didattica universitaria per lunedì 13 e martedì 14 giugno per permettere agli studenti fuori sede che torneranno a casa di non perdere lezioni ed esami.

In piazza della Repubblica, inoltre, organizzerà un evento il 27 maggio in occasione della giornata nazionale per i referendum e poi altre iniziative come feste e aperitivi che, assieme al contributo delle associazioni, serviranno a finanziare l’attività del comitato.

Stasera alle 17 il comitato si è riunito nell’aula C1 del Magistero per definire tutte le iniziative ed è stato steso il documento di richiesta al rettore della sospensione delle attività didattiche. Nel documento si legge: ”Le tematiche sottoposte al voto elettorale sono da tempo dibattute dalla società civile e il risultato di tali votazioni è destinato a toccare direttamente la vita delle generazioni future. Pertanto riteniamo che il diritto di ognuno a esprimere il proprio parere su tali questioni debba essere tutelato e promosso da tutte le istituzioni del Paese, in special modo quelle universitarie, che hanno il compito di formare la coscienza civile. La richiesta di un giorno in più di blocco dell’attività accademica ha lo scopo di permettere a tutti di esercitare tale diritto. Riteniamo che la sospensione sarebbe d’esempio per tutti, perchè rappresenterebbe un tentativo efficace dei centri di sapere di avvicinare le giovani generazioni alla vita pubblica e al dibattito politico”.

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Sciopero e acqua pubblica “Un’occasione per invertire la rotta” http://ifg.uniurb.it/2011/04/13/ducato-notizie-informazione/sciopero-e-acqua-pubblica-unoccasione-per-invertire-la-rotta/7922/ http://ifg.uniurb.it/2011/04/13/ducato-notizie-informazione/sciopero-e-acqua-pubblica-unoccasione-per-invertire-la-rotta/7922/#comments Wed, 13 Apr 2011 11:18:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=7922

Loris Campetti e Gianni Rinaldini, tra i relatori della conferenza

URBINO – Uscire dalla crisi economica con un modello di sviluppo alternativo, ridando voce ai movimenti. In quest’ottica si inseriscono anche lo sciopero del 6 maggio contro gli accordi separati (proclamato dalla Cgil) e la difesa dell’acqua pubblica con il referendum del 12 e 13 giugno. Sono stati questi i principali temi affrontati durante la conferenza pubblica organizzata ieri sera dagli studenti dell’Assemblea Permanente, in occasione dell’iniziativa “(R)Esistenze Anomale”. All’incontro hanno partecipato anche Loris Campetti, giornalista del Manifesto, e Gianni Rinaldini, ex segretario generale della Fiom.

“Occorre aprire nuovi spazi di democrazia – ha affermato Rafael Campagnolo, dell’Assemblea Permanente – e come collettivo studentesco vogliamo offrire il nostro contributo. Rilanciamo l’idea del reddito minimo di cittadinanza e denunciamo la progressiva regressione dei diritti e l’aggressione ai beni comuni”. Un processo che coinvolge anche gli studenti universitari, sui quali pesano i tagli drastici sul diritto allo studio (oltre 240 milioni in tre anni) e quelli al fondo di finanziamento ordinario delle università.

La riflessione della serata si è poi incentrata sui prossimi appuntamenti dell’agenda politica, in particolare sullo sciopero generale del 6 maggio, proclamato dalla Cgil. “Lo sciopero generale contro Confindustria e governo non può essere un atto di testimonianza: deve proporre una via d’uscita dalla crisi economica che non sia la semplice riproposizione del modello attuale” ha affermato Rinaldini. Il sindacalista ha invitato movimenti, studenti e precari a costruire un percorso comune: “Fare una semplice sommatoria delle questioni non serve, è necessario elaborare un percorso comune tra le diverse esperienze in mobilitazione”.

Concorde il pensiero di Loris Campetti: “Lo sciopero è l’occasione per invertire la rotta. L’Italia non è un paese pacificato come si vuole mostrare, come dimostrano le lotte nelle fabbriche e nelle università”. L’obiettivo è però quello di connettere le diverse pratiche: “L’esperienza di Uniti contro la crisi va in questa direzione: lo sciopero riguarda tutti, è in gioco la democrazia stessa del nostro paese” ricorda Campetti.

Il tema del lavoro emerge a più riprese: “Lo sciopero è un atto di responsabilità. Scenderemo in piazza contro la pratica degli accordi separati, che minano la solidarietà dei lavoratori, per ribadire la centralità del welfare e richiedere la tassazione delle rendite finanziarie” ha spiegato Loredana Longhin, della segreteria provinciale Cgil. “Sabato scorso eravamo ad Ancona per difendere il diritto al lavoro delle nuove generazioni”, ha concluso la Longhin, ricordando l’interesse del sindacato verso il il mondo giovanile.

“L’eliminazione dei diritti del lavoro non è certo la soluzione alla scarsa produttività: occorre cambiare il modello di sviluppo – ha invece sottolineato Tarcisio Porto, assessore provinciale all’ambiente – , definendo quali siano oggi i settori sui quali puntare”. Un discorso che coinvolge il territorio provinciale: “L’impegno per la green economy non può essere rinviato. Abbiamo dato soldi all’agricoltura spesso in modo paternalistico, per un modello in realtà poco produttivo e altamente inquinante”, ha concluso Porto.

Tra le resistenze anomale grande spazio è stato offerto ai comitati per l’acqua pubblica, in vista dei referendum del 12 e 13 giugno. “La privatizzazione del servizio idrico ha causato l’aumento delle tariffe e il decremento degli investimenti di oltre il 50%” ha affermato Margherita Ciervo, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. “La questione dell’acqua è la chiave di volta di un sistema globale. Affermare la non rilevanza economica e il suo carattere pubblico sarebbe un grande passo per costruire un’alternativa credibile” ha spiegato Ciervo. “Il governo però continua a ignorare gli italiani: la proposta di legge d’iniziativa popolare presentata nel 2008 non è stata presa in considerazione dalla Camera. E’ la dimostrazione della debolezza della nostra democrazia”.

I presenti hanno infine ricordato il decimo anniversario del G8 di Genova: “Chi denunciava i rischi del sistema economico non sbagliava. Non servono celebrazioni, ma occorre recuperare lo spirito di quel grande movimento, ricostruendo un grande movimento di massa”.

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