il Ducato » resistenza http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » resistenza http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Ernesto Bassignano canta la Resistenza e ripercorre la sua carriera tra aneddoti e citazioni http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/ernesto-bassignano-canta-la-resistenza-e-ripercorre-la-sua-carriera-tra-aneddoti-e-citazioni/72374/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/ernesto-bassignano-canta-la-resistenza-e-ripercorre-la-sua-carriera-tra-aneddoti-e-citazioni/72374/#comments Sat, 25 Apr 2015 21:52:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72374 FANO – Eravamo io, De Gregori e Venditti… Una parentesi musicale tra storia personale, canzoni politiche e aneddoti succosi della Roma negli anni ’60 e 70. Nell’anniversario dei 70 anni dalla Liberazione, che coincide con la terza giornata del Festival del giornalismo culturale, Ernesto Bassignano non può non cantare “Bella ciao”. Ma il repertorio di pezzi del giornalista in pensione e cantautore è stato molto più ampio.


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Le vostre storie: 1944-2014, il Ducato racconta la Liberazione delle Marche http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/ducato-liberazione-marche/55584/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/28/ducato-online/ducato-liberazione-marche/55584/#comments Tue, 28 Jan 2014 11:58:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55584 Inviateci le foto d'epoca e i materiali appartenuti ai vostri cari. Segnalateci tutto ciò che possa aiutarci a descrivere la vita di quei giorni e contribuisca a una ricostruzione storica il più possibile accurata]]> URBINO – 1944-2014. I segni del passaggio del secondo conflitto mondiale nelle Marche sono ancora ben visibili e, a 70 anni dall’arrivo degli alleati nella regione, il Ducato realizzerà un numero speciale dedicato alla seconda guerra mondiale e a chi ne ha preso parte. In questa “operazione memoria” ripercorreremo i principali avvenimenti che hanno colpito la regione attraverso le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la liberazione delle Marche.

Nell’estate del ’43 cominciarono i bombardamenti sulla regione e, dopo l’armistizio dell’8 settembre, iniziò anche l’occupazione delle truppe tedesche. Le pendici dell’Appennino furono teatro di battaglie e resistenza contro gli invasori. Nella primavera del ’44 le Marche furono attraversate dalla linea gotica, la linea difensiva lunga oltre 300 chilometri che il maresciallo tedesco Albert Kesselring fece costruire nel tentativo di rallentare la risalita dell’esercito alleato verso il nord Italia. In particolare, grazie alle vostre testimonianze, cercheremo di ricostruire quanto accadde nel 1944 quando le Marche furono finalmente liberate dagli alleati che attaccarono l’esercito tedesco dal fiume Foglia riuscendo a sfondare in più punti.

L’ultimo numero del Ducato, che uscirà a fine marzo, sarà, quindi, l’occasione per per tenere vivo il ricordo di chi prese parte a quelle battaglie, di chi fece la Resistenza, di chi morì o di chi è sopravvissuto alle stragi. Ma vorremmo parlare anche dell’altra guerra, quella del quotidiano, combattuta dalle donne, le persone anziane e dai bambini, rimasti a casa a tentare di sopravvivere mentre il paese era dilaniato dalla guerra civile. Raccontateci le vostre storie o quelle dei vostri famigliari che vissero quegli anni. Inviateci le foto d’epoca e i materiali appartenuti a ai vostri cari.  Segnalateci, in conclusione, tutto ciò che possa aiutarci a descrivere la vita di quei giorni e contribuisca a una ricostruzione storica il più possibile accurata.

Scriveteci all’indirizzo di posta elettronica redazione ifgurbino@gmail.com o telefonate allo 0722 350581

 

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Omofobia, il 26 una serata contro il bullismo verso i gay http://ifg.uniurb.it/2013/04/24/ducato-notizie-informazione/omofobia-il-26-una-serata-contro-il-bullismo-contro-i-gay/44778/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/24/ducato-notizie-informazione/omofobia-il-26-una-serata-contro-il-bullismo-contro-i-gay/44778/#comments Wed, 24 Apr 2013 15:04:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=44778 [continua a leggere]]]> URBINO – In occasione della Settimana della Resistenza, un’iniziativa di Studenti in movimento, Fuorikorso, Agorà Urbino, GAP e Anpi Pesaro-Urbino, venerdì 26 aprile alle ore 21, l’associazione GAP – Gay And Proud – di Urbino ha organizzato una serata dal tema “resistere al bullismo omofobico”. Verrà proiettato il documentario “The Laramie Project”, sull’omicidio di Matthew Shepard, uno studente gay statunitense, morto il 7 ottobre 1998 nel Wyoming. Era stato derubato e torturato da due ragazzi e le ferite inflitte furono la causa della morte, avvenuta cinque giorni dopo. Durante il processo gli imputati ammisero di avere torturato il ragazzo perché era omosessuale.

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“Io, staffetta dei partigiani”: Romano Arcesi racconta la sua Resistenza http://ifg.uniurb.it/2013/04/24/ducato-online/io-staffetta-dei-partigiani-romano-arcesi-racconta-la-sua-resistenza/44640/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/24/ducato-online/io-staffetta-dei-partigiani-romano-arcesi-racconta-la-sua-resistenza/44640/#comments Wed, 24 Apr 2013 14:11:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=44640

Il comandante Mari diede l’ordine di spostarsi, veloci, perché stavano arrivando i fascisti. Era una notte fredda e piovosa come solo le notti sugli Appennini sanno essere. Noi raccogliemmo le nostre cose di corsa e ci mettemmo in cammino ma Ermes Cesaroni che era un mio compagno di due anni più grande, inciampò, gli cadde il parabello, partirono due colpi e si bucò l’orecchio.

Romano Arcesi quasi sorride mentre lo racconta, come a dire che questo è il minimo che ti può capitare in guerra. Classe 1928, nome di battaglia Battista, è l’ultimo partigiano di Urbino in vita. Ma che ci sia poco da ridere lo fa capire il ritornello che ripete incessante per tutta l’intervista: “La guerra è una brutta cosa”. E scuote la testa ben pettinata, piano, piano. Lo ribadisce come un monito, quasi a dire che nessuno si sogni più di imbracciare un’arma e partire per i monti come fece lui un pomeriggio di 70 anni fa.

Partirono in tre: lui, Ameli e Franci. Lasciarono ognuno una lettera alle famiglie per dire che andavano su in montagna dai “ribelli”, come chiamavano loro i partigiani. I genitori di Romano avevano un negozio di alimentari vicino a Porta Mercatale. Forse stavano vendendo dell’olio ai fascisti, unica cosa rimasta sugli scaffali, mentre il figlio sgattaiolava fuori dalla porta di casa e quando videro la lettera lui era già lontano.

Camminavano svelti i tre, direzione Borgo Pace, una località sopra Mercatello, sugli Appennini. Appena arrivati li prese in consegna il comandante Mari e gli spiegò tutto quello che c’era da sapere, tutto quello che tre ragazzini potevano sapere.

“Facevamo le staffette – spiega Arcesi – portavamo ordini tra l’Emilia Romagna e la provincia di Pesaro”. Scendevano dalle montagne di notte, per non essere visti; prendevano gli ordini e tornavano la sera dopo. Tutto a piedi. Tutto al buio. In alcuni tratti, quelli più ostici, li accompagnava qualche contadino generoso, altrimenti si limitava a indicargli la strada.

“Avevo paura – racconta ancora – quando facevo la staffetta, più paura di quando ero a Bologna con il Comitato di liberazione nazionale, perché lì se ti prendevano ti sparavano subito”; e la moglie Helga seduta vicino gli fa il verso bonaria: “E invece di là ti fucilavano dopo”.

Su in montagna c’era anche Erivo Ferri, storico comunista dalla frazione di Ca’ Mazzasette che si era fatto quasi 10 anni di prigione perché, provocato da un fascista in un’osteria di Ponte in Foglia, reagì, sparò e lo uccise. Da lui e da altri partigiani più grandi Romano imparò a usare le armi. La sua era il mitra americano Thompson.

Alla domanda “Hai combattuto?”, lui risponde deciso: “Certo, si sparava”; perché la guerra non è l’astratto combattere ma il concreto sparare. “C’è stato uno scontro duro a Mercatello, sono venuti su i fascisti e abbiamo avuto tre morti…ma dopo un po’ non si contavano neanche più”. Tace Romano quando ripensa ai compagni. Tace e abbassa lo sguardo, anche se, ne è sicuro, partire è stata la scelta giusta, l’unica che si poteva fare in quell’Urbino lì.

L’Urbino del fascismo e delle squadracce che nel ’25 pestarono  un ragazzino ebreo e poi, non contenti, gli spensero le sigarette sulla faccia. L’Urbino del Pci clandestino e di quel buffo signore che girava in bici vestendo larghe palandrane dove – lo si seppe solo dopo la liberazione – nascondeva l’Unità e altri giornali vietati. L’Urbino dei 30 fucilati stesi di fronte a Porta Mercatale perché i genitori li riconoscessero. “Erano quasi tutti di Trasanni – ricorda Romano – perché lì c’era un nucleo di antifascisti molto forte; uno si era anche fatto assumere in casa del duce come elettricista per fargli un attentato”.

In quell’Urbino lì, Romano Arcesi a 16 anni partì e divenne “Battista”. In montagna a prendere freddo e a soffrire la fame: “La vita era molto dura, si mangiava poco o niente. Solo uova, uova e ancora uova. Eravamo vestiti come capitava, non avevamo alcuna divisa. Dormivamo dovunque: fienili, balle di fieno, stalle quando andava bene, perché almeno c’erano i buoi che ci riscaldavano”.

“Non è stata una villeggiatura – Arcesi si fa serio – ho visto morire amici e compagni che erano giovani come me. Il più piccolo si chiamava Padellino, era del ‘32”. I compagni che se ne sono andati sono il ricordo della Resistenza di Battista, più della fatica e della paura. Poi c’è stata la liberazione di Urbino, il 28 agosto 1944, con la “festa grossa delle famiglie” e pure l’arruolamento nel gruppo di combattimento Legnano e la liberazione di Milano con “l’entusiasmo alle stelle” della gente che gli saltava addosso perché sapeva che a liberarli davvero erano stati loro, “mica gli americani”.

C’è tanto “dopo” nella vita di Romano Arcesi: il matrimonio, due figli e due nipoti, il lavoro alle poste e nell’alimentari del padre. Eppure la Resistenza e la guerra di Liberazione le ha sempre lì, davanti agli occhi, come gli attestati di merito appesi alle pareti di casa sua, vicino alle foto dei nipoti sorridenti. Vicino ai molti volumi stipati nella libreria, tra cui uno, di Gramsci, colpisce l’attenzione: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere vuol dire essere partigiano”.

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25 aprile, ecco ‘Resistenze Anomale’, il festival organizzato dagli studenti http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-online/25-aprile-ecco-resistenze-anomale-il-festival-organizzato-dagli-studenti/42445/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-online/25-aprile-ecco-resistenze-anomale-il-festival-organizzato-dagli-studenti/42445/#comments Thu, 11 Apr 2013 08:28:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42445 URBINO – Dal 23 al 25 aprile il Collettivo per l’Autogestione e altri gruppi studenteschi portano in piazza della Repubblica ‘Resistenze anomale’.  La quarta festa delle ‘resistenze d’oggi’ si articolerà in una tre giorni di dibattiti, proiezioni, concerti e mostre che vogliono portare al centro dell’attenzione la lotta dei popoli per la propria dignità ed emancipazione.

“La lotta partigiana ha avuto molte spinte – affermano Gianluca Capozio, Ilaria Pulti e  Massimo Forina del Collettivo per l’ autogestione- tra cui una volontà di cambiamento sociale forte e diffusa che oggi rivediamo nelle lotte di tutti quei popoli che resistono alla globalizzazione selvaggia e si battono perla propria autonomia e indipendenza”.

Il programma prevede l’apertura della manifestazione il 23 aprile alle 11 presso l’aula C3 dell’ex Magistero, con la proiezione del documentario “Palestina per principianti”. La giornata continuerà con l’inaugurazione di due mostre alla libreria ‘il Portico’ e al Fuoritema, per poi concludersi alle 21 con la proiezione del documentario “Sangue verde” al Centro donna.

La giornata del 24 aprile, dopo l’incontro dibattito sulla resistenza zapatista al Centro donna, culminerà in piazza della Repubblica con il concerto dei Sound of Sun, Bologna Ska Jazz Ensemble e The Offenders. Durante i concerti le associazioni studentesche allestiranno dei banchetti con cibo e bevande.

L’ultima giornata del festival, il 25 aprile, si aprirà alle 10 con un corteo da Piazza della Repubblica alla stele commemorativa dei partigiani in via Buozzi. La giornata continuerà al Collegio  Raffaello dove è previsto un incontro dibattito sul tema “storie di vita e di lotta dalla Palestina” con immagini e video di Luca Pellegrino della ‘Rete italiana Ism’ ( International solidarity movement). La manifestazione si concluderà in piazza della Repubblica con i concerti alle ore 19 dei Red Stripes (Roma) e de La karne muerta (Parma).

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Ultimo saluto a Giovanni Bischi, Cancellieri: “Sindaco della trasformazione” http://ifg.uniurb.it/2013/02/20/ducato-online/ultimo-saluto-a-giovanni-bischi-cancellieri-e-stato-il-sindaco-della-trasformazione/35408/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/20/ducato-online/ultimo-saluto-a-giovanni-bischi-cancellieri-e-stato-il-sindaco-della-trasformazione/35408/#comments Wed, 20 Feb 2013 17:00:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=35408 LEGGI La Resistenza raccontata da Giovanni Bischi ]]>

Il funerale di Giovanni Bischi, ex sindaco di Fermignano

FERMIGNANO – Questo pomeriggio Fermignano ha salutato il suo sindaco combattente, Giovanni Bischi, partigiano durante la Resistenza e primo cittadino  dal 1970 al 1990, scomparso ieri all’età di 91 anni.

Davanti a oltre 200 persone, il parroco Don Alessandro Mastropasqua ha officiato l’ultimo saluto a Bischi. “Un figlio della chiesa – così lo ha descritto don Alessandro – che ha trovato come sua vocazione in questo mondo quello di essere un educatore, un maestro ed un politico. Un uomo che ha speso tutta la sua vita e le sue energie per il bene della nostra Fermignano”.

Ad assistere alle esequie dello storico sindaco di Fermignano c’erano uomini e donne di tutte le età. Oltre a quelle generazioni che sono vissute durante i 20 anni in cui Bischi è stato sindaco della città, erano presenti molti ragazzi che lo hanno sempre visto non solo come un sindaco ma come un protagonista della lotta al nazifascismo.

Nell’aprile del 2012, Giovanni Bischi aveva raccontato al Ducato le sue esperienze da partigiano. Aveva poco più di 20 anni allora e, pur non partecipando ai combattimenti, dava il suo contributo con azioni di sabotaggio e adempiendo compiti di collegamento tra i vari nuclei. Una partecipazione alla Resistenza che è stata premiata con la nomina a presidente dell’Anpi, l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia, per la sezione di Pesaro.

“Voi che lo avete conosciuto e amato – ha concluso il parroco al termine della sua omelia– potete scorgere nella vostra memoria il segno vero di tutto quello che Giovanni ha lasciato”.“E’ stato il sindaco della trasformazione” con queste parole Giorgio Cancellieri, attuale sindaco di Fermignano ha ricordato il suo predecessore prima di assistere alla cerimonia funebre. “Ha dato molto alla nostra città, ha raggiunto molti obiettivi. Con lui Fermignano ha iniziato il processo che ci ha consentito di diventare il terzo polo industriale della provincia di Pesaro”. Anche dal punto di vista personale Cancellieri ha un ottimo ricordo di Bischi: “Mi viene in mente quando nei miei primi anni di amministrazione, Giovanni veniva a darmi molti consigli dei quali oggi lo ringrazio molto”.

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Addio al partigiano Giovanni Bischi, la sua guerra raccontata al Ducato http://ifg.uniurb.it/2013/02/19/ducato-online/addio-al-partigiano-giovanni-bischi-la-sua-guerra-raccontata-al-ducato/35166/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/19/ducato-online/addio-al-partigiano-giovanni-bischi-la-sua-guerra-raccontata-al-ducato/35166/#comments Tue, 19 Feb 2013 18:08:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=35166 E’ morto oggi Giovanni Bischi, sindaco di Fermignano dal 1970 al 1990 ed ex presidente dell’ANPI di Pesaro-Urbino. Aveva 91 anni.

Riproponiamo il suo ricordo del 25 aprile 1945 pubblicato sul “Ducato” numero 8 dell’aprile 2012

di Maria Sara Farci

“Ci fu come un risveglio di un popolo oppresso. E così si trovarono gomito a gomito preti e militari; intellettuali e operai; contadini e contadine di ogni tendenza politica: tutti si sono trovati d’accordo per combattere contro i tedeschi e i fascisti. Era un popolo oppresso che si risvegliava e questo risveglio è stato bello”, lo ricorda così Giovanni Bischi, 90 anni, uno dei pochi partigiani ancora in vita, il 25 aprile 1945, con le parole del suo amico Paolo Volponi.

Il giorno della liberazione Giovanni era già a casa.“Ero alla scuola ufficiali a Padova quando ci hanno catturato i tedeschi, in un momento di distrazione della sentinella che era sul carro armato, ho saltato il muro alto tre metri e sono scappato nelle campagne. Poi sono arrivato sino a Fermignano e subito mi sono schierato con i partigiani. Mio padre non si era mai iscritto al fascio, aveva sempre rifiutato l’idea di diventare fascista e quindi era difficile per me rimanere a casa a far nulla. Ho organizzato il fronte della gioventù, ma non mi fidavo di tutti”.

E aveva ragione. Erano gli ultimi mesi del 1944 quando il Triestino, un vero e proprio traditore, fa il nome di Giovanni ai tedeschi: “Mi hanno cercato e non mi hanno trovato, allora hanno preso mio padre. Doveva essere fucilato a Forlì, poi miracolosamente lo abbiamo salvato. Sono andato a parlare con il Federale e siccome sapevo che si conoscevano da quando erano bambini, gli ho detto: ‘Si ricorda di Italo? È un repubblicano, ma non ha mai dato fastidio a nessuno’. Lui mi ha risposto: ‘Tu non fare l’eroe, rifugiati nelle campagne e non farti più vedere. A tuo padre ci penso io’. E così è stato liberato insieme ad altri nove di Fermignano. Io mi sono ritirato come avevo promesso, sono stato in campagna per un po’ di tempo, a Ca’Marino a sei chilometri da Fermignano”.

In realtà, il Triestino non si limitò fare il nome di Bischi e dei suoi compagni, ma fece anche fucilare Don Giuseppe Rinaldini, che per miracolo rimase in vita: “Fu uno scampato nel vero senso della parola: gli hanno tolto trentasette pallottole e il colpo di grazia non l’ha ucciso. C’è stata l’omertà – continua Giovanni – nessuno ha parlato fino all’arrivo degli alleati. Poi ha dovuto subire un processo per riavere il suo nome, perché all’anagrafe di Urbania risultava deceduto”.

In quegli anni il timore di essere traditi era sempre dietro l’angolo. Basta ricordare l’episodio della fucilazione di Maria Keller, la ballerina ucraina, accusata dai partigiani del Montefeltro di essere una spia.

“Era una persona pericolosa e la paura era a fior di pelle. Se questa avesse riferito ai tedeschi dove eravamo sarebbe stata la nostra fine. Noi eravamo a Colle Antico, fra Pianello di Cagli e Umbertide. Era una spia condannata dal fascismo a 25 anni di carcere. Un giorno incontra il Prefetto di Perugia Rocchi, vede che è una bella ragazza e le dice: ‘vuoi uscire da questa prigione? Ti devi intromettere tra i partigiani e ci riferisci dove sono, perché abbiamo bisogno di fare un rastrellamento’. E così è entrata nel gruppo dei resistenti, non ha mai fatto la spia, ma alla fine è stata fucilata da tre partigiani di Cantiano”.

Giovanni, che all’epoca aveva 22 anni, non ha mai preso parte ai combattimenti, il suo compito era quello di fare da collegamento fra i vari nuclei: “Ci si ritrovava in campagna, nelle case dei contadini, e si organizzavano operazioni di sabotaggio alla ferrovia, una volta abbiamo fatto saltare un treno carico di munizioni. In realtà, io capii subito che se volevamo vincere, non dovevamo combattere con le armi, ma trovare un metodo più diplomatico. Ci siamo dati da fare per decidere noi il segretario comunale del fascio e avendolo cercato noi sapevamo che non ci avrebbe disturbato. Lo stesso accadde con il maresciallo dei carabinieri Antonio Boeri che poi divenne un ottimo partigiano. All’inizio ebbe un po’ di paura, perché pensò: ‘e se poi questi mi tradiscono?’ però con molta diplomazia, non ha mai fatto arrestare nessuno, ci ha fatto occupare la caserma senza colpo ferire e poi è diventato uno di noi”.

Giovanni ci racconta tutto questo nella sua poltrona con il braccio fasciato. In vita sua non ha mai visto un ospedale, ma la gioia di raccontare la sua esperienza al fronte gli fa dimenticare che non è più un ragazzino e così gli scalini bagnati sulla soglia di casa lo tradiscono. Si rompe il braccio proprio davanti ai nostri occhi, ma lui non cede: ha sentito questa intervista come un dovere, il dovere di mantenere viva, anno dopo anno, quella memoria.

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Urbino festeggia il 25 aprile – Gli eventi http://ifg.uniurb.it/2012/04/23/ducato-online/urbino-festeggia-il-25-aprile-gli-eventi/31393/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/23/ducato-online/urbino-festeggia-il-25-aprile-gli-eventi/31393/#comments Mon, 23 Apr 2012 17:19:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=31393 [continua a leggere]]]> URBINO – Ci saranno le tradizionali corone in onore dei caduti, ma anche una lezione di storia e un concerto. Così Urbino, città medaglia d’oro al valore per la Resistenza, celebra il 25 aprile.

Alle ore 15 di martedì 24 l’appuntamento è nella sala “Ferri” del collegio Raffaello, in piazza della Repubblica dove il presidente dell’Anpi (Associazione italiana partigiani d’Italia) Giuseppe Scherpiani terrà una lezione di storia partigiana. Dalle 19 il cuore dei festeggiamenti sarà la Fortezza: i Modena City Ramblers hanno scelto Urbino come una delle tappe di “Battaglione Alleato”, il   loro classico tour che celebra la Resistenza. Sul palco anche i Carmen City Band, gli Obelisco nero, gruppo urbinate e gli Skarnemurta di Fano.

Alle ore 10 di mercoledì, dalla sede del Comune partirà il corteo che deporrà le corone in onore dei caduti. Ad accompagnare la sfilata ci sarà l’orchestra di strumenti a fiato.  In piazza della Repubblica, alle 11, gli interventi del sindaco Franco Corbucci e del presidente dell’Anpi Giuseppe Scherpiani.

La mattinata si chiuderà con il concerto dell’orchestra diretta dal maestro Michele Mangani.

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“Canteremo i partigiani di Urbino” così i Modena celebrano la Resistenza http://ifg.uniurb.it/2012/04/23/ducato-online/canteremo-i-partigiani-di-urbino-cosi-i-modena-celebrano-la-resistenza/31452/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/23/ducato-online/canteremo-i-partigiani-di-urbino-cosi-i-modena-celebrano-la-resistenza/31452/#comments Mon, 23 Apr 2012 17:12:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=31452 LEGGI 25 aprile in città. Gli eventi ]]>

I Modena City Ramblers

URBINO – Glauco, nome di battaglia “Gordon“, era il capo dei “Gufi neri“, incursori specializzati. Il Pivarol, paracadutista scozzese, guidava gli assalti suonando la cornamusa fra le pallottole dei tedeschi.

Sono le storie di “Battaglione Alleato“, il doppio cd dei Modena City Ramblers dedicato alla Resistenza; storie in musica che gli urbinati potranno ascoltare domani, martedì 24 in piazza Rinascimento per il concerto dedicato alla memoria dei partigiani.

Storie “che si legano anche ai partigiani di Urbino – dice il bassista Massimo Ghiacci – che idealmente ritornano e celebrano chi ha dato la vita per la città ducale”. Gente che ha combattuto per la libertà, per il senso di giustizia, per l’onore o per semplice convenienza.

“Dietro la resistenza c’erano scelte diverse – prosegue Ghiacci – lingue lontane che dialogavano per un interesse comune. Noi ci riconosciamo profondamente in questi valori e siamo molto felici di essere stati chiamati a onorare la memoria dei partigiani di Urbino”.

E’ stato il Pd  che ha scelto i Modena  per celebrare il giorno del 25 aprile,  dedicando il concerto a quattro personaggi della Resistenza del territorio: Elvio Tomascucci, Risiero Pucci, Ilva Antinori e Giuseppe Panico.

I Modena City Ramblers  tornano così a Urbino dopo il concerto del 2009 alla Fortezza Albornoz. Iniziato a marzo, il nuovo tour dei Modena  è   interamente dedicata alla Resistenza e “Battaglione Alleato” è ispirato da un romanzo: “Il Bracciale di Sterline” di Matteo Incerti e Valentina Ruozi.

“E’ la storia di cento bastardi senza gloria,  dedicato a  personaggi che si distinsero  per gli attacchi al comando nazifascista nelle colline di Reggio Emilia” spiega Ghiacci . Un battaglione senza una connotazione politica precisa. Composto di partigiani comunisti e cattolici, di paracadutisti britannici e disertori tedeschi  ogni brano racconta un momento ben preciso: “Si parla d’amore, di guerra, di amicizia e fratellanza con il desiderio e l’auspicio che niente venga dimenticato e tutto possa progredire e migliorare nel nome della pace “.

Il concerto si terrà in piazza Rinascimento martedì 24 aprile alle 20.30. Costo del biglietto 10 euro.

 

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