il Ducato » riforma Gelmini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » riforma Gelmini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Storia dell’arte, le scuole di Urbino chiedono più ore / VIDEO http://ifg.uniurb.it/2014/02/16/ducato-online/storia-dellarte-le-scuole-di-urbino-chiedono-piu-ore/57247/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/16/ducato-online/storia-dellarte-le-scuole-di-urbino-chiedono-piu-ore/57247/#comments Sun, 16 Feb 2014 19:32:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57247 VIDEO / Il ministro dell'istruzione Carrozza smentisce ulteriori tagli all'insegnamento della storia dell'arte. I più colpiti dalla riforma Gelmini sono stati i licei: Urbino non fa eccezione]]> URBINO – Dopo le polemiche sulla riduzione delle ore di storia dell’arte nelle scuole, il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ha smentito sul suo profilo Twitter le voci chiarendo che i tagli sono frutto della riforma Gelmini. Se per il liceo artistico non era cambiato niente quelli che ci hanno rimesso di più sono stati gli studenti dei licei. Al classico, prima dei tagli dell’ex ministro dell’istruzione, la storia dell’arte veniva insegnata fin dal primo anno di scuola. Da allora non vengono fatte più di due ore a settimana e il programma non viene introdotto fino al terzo anno.  Siamo andati al liceo classico Raffaello a sentire la testimonianza di professori e studenti.


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Uniurb cambia pelle: da polo umanistico a centro scientifico http://ifg.uniurb.it/2013/05/31/ducato-online/uniurb-cambia-pelle-da-polo-umanistico-a-centro-scientifico/49203/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/31/ducato-online/uniurb-cambia-pelle-da-polo-umanistico-a-centro-scientifico/49203/#comments Fri, 31 May 2013 16:00:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49203 Scienze motorie sul podio del Censis]]> URBINO – DiSTeVA, Disbef, Desp: più che nomi, un elenco di acronimi a portata degli addetti ai lavori. Sono i dipartimenti, otto in tutto, che da maggio 2012 hanno soppiantato le facoltà dell’Università “Carlo Bo”. Un obbligo imposto dalla riforma Gelmini che ha fatto confluire in un unico soggetto le funzioni didattiche e di ricerca. Una veste nuova per l’ateneo urbinate, ma non l’unica metamorfosi di questi ultimi anni: dopo mezzo millennio di storia, l’Università è sempre meno centro umanistico e sempre più polo scientifico.

Un cambio di passo visibile soprattutto se si guardano i dati delle nuove immatricolazioni: a registrare un salto in avanti è il Disbef (Dipartimento di Scienze di Base e Fondamenti, che comprende la scuola di Conservazione e Restauro) con un aumento degli iscritti del 15,60% rispetto allo scorso anno accademico. Cresce il numero delle matricole anche al DiSTeVA (Dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente) e del Disb (Dipartimento di Scienze Biomolecolari), con un incremento del 4,75% e del 3,47%.

Unico dipartimento dell’Area Umanistica a conservare appeal è il Disti (Dipartimento di Studi Internazionali, Storie Lingue e Culture, l’ex Facoltà di Lingue) con un trend delle immatricolazioni del 10%. Calano le iscrizioni, invece, negli altri quattro dipartimenti: Digiur (ex Giurisprudenza, -6,86%), Dipsum (Dipartimento delle Scienze dell’Uomo, ex Scienze della Formazione, -10%), Discum (Dipartimento di Scienze della Comunicazione e discipline Umanistiche, -11%) e Desp (Dipartimento di Economia Società e Politica, -12,57%).

Anche l’offerta didattica conferma il crescente peso delle materie scientifiche in un Ateneo tradizionalmente umanistico: dei 35 corsi di laurea triennale, specialistica o a ciclo unico, 14 appartengono all’Area Scientifica (Disbef, Disb e DiSteVA), 12 all’Area Umanistica (Discum, Dipsum e Disti) e 9 all’Area Geps (Digiur e Desp).

Le strutture scientifiche sono premiate inoltre dalla distribuzione delle risorse per la ricerca: ad esempio il Dipartimento di Scienze Biomolecolari ha ricevuto dall’Ateneo 142 mila euro, contro i 72 mila destinati al Dipartimento di Scienze dell’Uomo. “È il costo della ricerca scientifica – commenta Flavio Vetrano, direttore del Disbef – un dipartimento che utilizza un reattore chimico deve comprare continuamente i reagenti e arriva a spendere in un mese ciò che un dipartimento umanistico spende in ricerca in un anno intero”.

Ma da qui a dire che Urbino sta cambiando pelle ce ne passa: “Non c’è una vera inversione di tendenza – spiega Vetrano – è chiaro che se ci riferiamo agli ultimi tempi forse si può parlare di cambiamento, ma i dati appaiono più evidenti alla luce del calo complessivo delle iscrizioni, che è più marcato nel campo umanistico. Urbino è virtuosamente molto stabile, ma le facoltà scientifiche sono state capaci di attrarre non solo gli studenti ma anche finanziamenti di soggetti esterni all’Ateneo…”.

“Non vedo uno sbilanciamento a favore dell’area scientifica – ribadisce il professor Settimio Lanciotti, coordinatore della Scuola di Lettere Arti e Filosofia – anche gli alti tassi di iscrizione non si ripeteranno nei prossimi anni perché anche in quel campo il mercato del lavoro arriverà a saturarsi e i rapporti tra corsi scientifici e umanistici si riequilibreranno. Non abbiamo avuto turn over per almeno 7 anni, e dunque abbiamo dovuto comprimere anche l’offerta didattica, ma non credo che l’area umanistica finirà per diventare un ramo secco”.

Del resto è lo stesso rettore Stefano Pivato ad assicurare che si sta lavorando su entrambi i fronti: “garantendo uno sviluppo uniforme ed equilibrato di tutte le aree”, ma una cosa è sicura: all’ombra dei Torricini, l’Umanesimo non potrà che essere scientifico.

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Diritto allo studio: così gli studenti rischiano un taglio del 20% http://ifg.uniurb.it/2013/02/11/ducato-online/diritto-allo-studio-cosi-gli-studenti-rischiano-un-taglio-del-20/33936/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/11/ducato-online/diritto-allo-studio-cosi-gli-studenti-rischiano-un-taglio-del-20/33936/#comments Mon, 11 Feb 2013 05:22:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33936 URBINO – “Noi ci lamentiamo spesso ma a Urbino si sta bene, il diritto allo studio è garantito a tutti e lo standard è molto alto rispetto alle altre università” così ha raccontato uno studente di scienze politiche. Una città e un’università che “ti fanno vivere come in una bolla fatta di collegi, mense e giovedì sera. Vedi gente giovane, parli con gente giovane e le notizie che arrivano da fuori ti sfiorano appena”.

Ma che succede se le notizie che arrivano dal “mondo vero” rischiano di far scricchiolare il mondo artificiale degli studenti di Urbino? E’ questo il caso delle parole del ministro Francesco Profumo: “Stiamo lavorando per garantire il diritto allo studio. Fra pochi giorni ci sarà un decreto che premierà chi vale”.

Il decreto in questione è il decreto attuativo sul diritto allo studio – contenuto nella riforma Gelmini – che prevede una revisione sulla base del merito e del reddito nella distribuzione delle borse di studio. Il ministro ha garantito che si cercherà di favorire gli studenti svantaggiati e fuorisede e che non sarà l’ennesimo taglio alle borse di studio.

Non la pensano così i rappresentanti delle associazioni universitarie italiane che, dopo la prima vittoria con il rinvio del provvedimento nella conferenza Stato-regioni dello scorso 7 febbraio, stanno continuando a manifestare e a fare pressione per far desistere completamente dall’approvazione che verrà ridiscussa il prossimo 21 febbraio. “Toccare il diritto allo studio significa toccare la vita degli studenti” ha spiegato Antonio Astolfi, rappresentante degli studenti ad Urbino per l’associazione universitaria Agorà. “Il rischio è quello della rinascita di un’università per censo” ha dichiarato, denunciando i nuovi e più rigidi vincoli di accesso alle borse che farebbero diminuire i beneficiari del 45%.

Il decreto agisce su due lati: il merito, con l’aumento dei crediti minimi per mantenere la borsa di studio; e la condizione economica (Isee) cioè i limiti massimi per poter ottenere la borsa. Il limite attualmente previsto sarebbe di 20.124,71 euro ma il limite fissato è sempre inferiore e varia da regione a regione:
• 20.000 euro Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna
• 17.150 euro Toscana, Umbria, Marche, Lazio
• 14.300 euro Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna

Il decreto prevede inoltre l’introduzione di limiti di età per accedere alle borse: 25 anni per la triennale o magistrale a ciclo unico e 32 per la laurea magistrale. Non è prevista alcuna distinzione per chi abbia deciso di interrompere gli studi o per chi voglia riprendere l’università alcuni anni dopo. Questo comporterà una riduzione del numero degli studenti che rispetteranno i requisiti necessari, tanto che i rappresentanti degli studenti prevedono una diminuzione da 130 mila idonei a 89 mila.
A ciò si aggiunge la diminuzione dell’importo delle singole borse che è stata stimata del 18,3%, pari a 600 euro.

Così cambiano le borse di studio:

Situazione attuale in sede pendolare fuori sede
Importo lordo 1.848,95 2.704,27 4.905,40
Importo netto con riduzioni
per mensa e alloggio
1.248,95 2.104,27 2.205,40
Previsioni sul decreto
Importo lordo 1.800,00 2.650,00 5.250,00
Importo netto con riduzioni
per mensa e alloggio
1.100,00 1.950,00 1.210,00
Fonte: Unione degli universitari

Ultima clausola: per il primo anno non sono previste due rate (come avveniva fin ora) per l’erogazione delle borsa, ma due casi differenti:
• Se le regioni garantiscono servizi abitativi e ristorativi, l’erogazione della quota monetaria potrà avvenire in un’unica rata, senza anticipi, solo quando verranno raggiunti i 35 crediti, se conseguiti entro il 10 agosto.
• Altrimenti le quote della borsa saranno erogate in 3 rate:
1. 20% entro il 10 novembre
2. 30% al raggiungimento di 10 crediti (purché raggiunti entro il 15 marzo)
3. 50% al raggiungimento di 35 crediti (purché raggiunti entro il 10 agosto)

Il primo caso è quello che interessa maggiormente l’università di Urbino, dove l’Ersu si occupa dei servizi abitativi e ristorativi. Gli studenti del primo anno – denunciano i rappresentanti degli studenti – rischiano di rimanere senza un euro fino alla fine dell’anno o di dover anticipare gran parte dei costi del mantenimento agli studi.

Il decreto si inserisce nel piano di tagli, previsto dalla spending review del governo Monti, che con l’introduzione della riforma sulla tassazione, consente agli atenei di innalzare le tasse per tutti gli studenti non borsisti senza alcun limite. La manovra, colpirà soprattutto gli studenti extracomunitari e i fuori corso che sono circa il 40% . Previsti per loro aumenti medi intorno a 600 euro.

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La scuole fanno i conti con la crisi: Volponi e Pascoli in difficoltà http://ifg.uniurb.it/2012/01/13/ducato-online/la-scuole-fanno-i-conti-con-la-crisi-volponi-e-pascoli-in-difficolta/15715/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/13/ducato-online/la-scuole-fanno-i-conti-con-la-crisi-volponi-e-pascoli-in-difficolta/15715/#comments Fri, 13 Jan 2012 09:52:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=15715

L'ingresso dell'istituto comprensivo P.Volponi

E’ iniziato il conto alla rovescia per le iscrizioni al primo anno delle scuole elementari, medie e superiori. Un nuovo anno scolastico, quello del 2012-2013, che si porterà dietro i vecchi problemi: tagli, riordino ed esuberi. A dover fare i conti ci sono soprattutto le scuole secondarie di primo grado. E a Urbino ce ne sono due.

Nel fondo cassa dell’Istituto Paolo Volponi sono rimasti 57,51 euro. Chi pensa che sia un problema di mala gestione si sbaglia. L’attuale situazione è una conseguenza della riforma Gelmini prima e del decreto Sviluppo dell’ex ministro Tremonti poi. “Si fa quel che si può”, spiega il preside Antonio Serafini. “Negli ultimi anni le risorse sono diminuite tanto e per di più hanno colpito tutti: dal personale alla gestione finanziaria. Ci hanno tolto quattro collaboratori scolastici, fondamentali per far funzionare i servizi. Se nel passato c’era uno spreco nella scuola pubblica, adesso siamo ridotti all’osso”

Se la storia del declino finanziario dell’Istituto risale a meno di tre anni fa, la vicenda nel complesso ha origini più lontane. Per capirci qualcosa però bisogna fare qualche passo indietro. Tutto ha inizio con il passaggio nel 1999 della gestione del personale Ata dagli Enti comunali allo Stato. A quel punto le scuole potevano scegliere se appaltare il servizio delle pulizie alle ditte presentate dall’Ufficio scolastico regionale oppure affidarlo alle cooperative di tipo B, quelle sociali. E quest’ultimo è il caso dell’Istituto Volponi. Il budget messo a disposizione della scuola è rimasto invariato nel corso degli anni.

Negli ultimi tre anni da parte dello Stato c’è stata un’inversione di rotta: dei 108.464 euro di finanziamento per il servizio, l’Istituto ha subito un taglio del 35,52 per cento, potendo contare solo su 69.942,51 euro. Una quota che viene stabilita anno per anno dal Ministero che però paga le scuole con rimborsi divisi in due tranche: gennaio-giugno e settembre-dicembre.  Per il momento l’Istituto Volponi si è visto rimborsare solo il primo periodo (41.965,51 euro): “Non ci hanno ancora pagato i restanti 27.977 euro“, racconta la segretaria Liana Caregi .

Il colpo più duro è arrivato con l’ultima circolare del Ministero riguardo ai finanziamenti relativi al 2012/2013: secondo i dati riportati in tabella, l’Istituto riceverà per i servizi di pulizia zero euro. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, il “non-contributo” riguarda tutte le scuole che hanno scelto di appaltare il servizio alle cooperative sociali. La speranza per l’Istituto è che ci sia stato qualche errore di calcolo nella distribuzione delle risorse: “Abbiamo segnalato al Ministero che se non riceveremo neppure un euro per questi servizi, ovviamente non potremo garantirli. Non riusciamo più – conclude la Caregi – ad anticipare le spese“. Un piccolo sostegno finanziario arriva grazie all’affitto di alcune aule, come la palestra, che  permette di far fronte all’attuale crisi.

I problemi passano anche attravero il numero di iscritti. In città saranno le due scuole medie, Volponi e Pascoli, ad accogliere nelle proprie aule gli studenti delle quinte elementari. E quest’anno il futuro delle dei due istituti si giocherà al foto-finish: rispetto ai 150 ragazzi dell’anno scorso, al momento dalle scuole  primarie di Urbino usciranno poco più di 100. Un numero che rischia di compromettere le  sorti dei due Istituti, in particolare del personale docente.

Tema caldo quello della docenza per l‘Istituto Pascoli, diretto da Daniela Tittarelli: “Qui spendiamo oltre 100mila euro per le supplenze, ma la sofferenza sono le sostituzioni giornaliere“. Per legge, solo a partire dal quindicesimo giorno di malattie si possono richiedere le supplenze. Vista la difficoltà di trovare docenti con ore disponibili da spendere, questa situazione crea disagi: “Quando  non troviamo nessuno per una sostituzione – continua Tittarelli-  siamo costretti a spostare gli studenti in altre classi in modo da non far perdere loro ore fondamentali. Dobbiamo ringraziare l’Ufficio scolastico provinciale che ha messo a disposizione docenti di particolari materie – come musica e informatica – che a seguito della Riforma si erano visti ridurre le ore di lezione settimanali”. Una soluzione che è stata utile sia ai docenti (che hanno potuto recuperare le ore perse)  sia ai ragazzi (che hanno usufruito di materie che altrimenti sarebbero scomparse).

Negli istituti secondari superiori si respira un’aria migliore. La prima differenza fondamentale è la tassa di iscrizione alla quale si può attingere per far fronte ad alcune spese amministrative o gestionali: per esempio il liceo classico Raffaello, con i suoi 560 studenti ha entrate per 39.200 euro. Come spiega il dirigente scolastico Bruno Papi “nonostante in questi ultimi tre anni le risorse dallo Stato siano arrivate con il contagocce, questi fondi ci garantiscono di far fronte ad eventuali spese extra”.

Gli istituti secondari possono poi contare sul Fondo di istituto (Fis) da utilizzare per progetti o iniziative promosse dai docenti di ruolo, non colpito dagli ultimi tagli nella scuola pubblica. Anche l‘Istituto Tecnico Mattei riesce a resistere alla crisi. Non ci sono problemi strutturali di rilievo e la scuola riceve una quantità adeguata di finanziamenti, come spiega la preside Silvia Gelardi: “La nostra forza sono le imprese private, da cui riceviamo molti contributi. Sono tutte aziende del nostro territorio“. Non mancano neppure le collaborazioni con l’Università di Urbino, frequenti e proficue per i ragazzi. Infine, una buona parte dei finanziamenti arriva dal Fondo sociale europeo.

Stessa situazione per il liceo scientifico Laurana: la struttura di per sé è nuova e in realtà non ci sono problemi. Unico limite, come ha sottolineato la preside Bianca Maria Pia Marré, “è l’assenza nella sede di via Pacioli di una palestra per gli studenti costretti a utilizzare quella comunale”. Piccoli criticità ci sono ovviamente in tutte le scuole, ma come hanno sottolineato i tre presidi la Provincia dà loro un notevole sostegno.

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“Piove in aula e io manifesto”. Studenti delle superiori in piazza contro i tagli http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-online/piove-in-aula-e-io-manifesto-studenti-delle-superiori-in-piazza-contro-i-tagli/14383/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-online/piove-in-aula-e-io-manifesto-studenti-delle-superiori-in-piazza-contro-i-tagli/14383/#comments Wed, 14 Dec 2011 22:06:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=14383 URBINO – Gli occhi bendati con una fascia rossa e un grido: “Noi il futuro così non lo vediamo”. Gli studenti delle scuole superiori di Urbino mercoledì hanno manifestato in piazza contro i tagli alle scuole e la manovra del Governo Monti.

Il leit motiv è uno: “Berlusconi si è dimesso, la Gelmini non c’è più, ma la sua riforma resta”. I ragazzi conoscono politici, leggi e manovre e vogliono che anche la loro voce sia ascoltata.

“Noi vogliamo studiare, costruirci un avvenire. Ma non abbiamo le armi. Vogliamo un piano per il futuro”. A parlare è Filippo Tamburini, tra i fondatori del Collettivo studentesco Carlo Giuliani, che ha sensibilizzato i ragazzi delle scuole e ha organizzato questa manifestazione in collaborazione con la Rete degli studenti medi e il Circolo Allende di Fano.

I ragazzi – classi dal ’93 al ’97 – si sono radunati di fronte all’Itis Mattei alle 8 di mattina. Quando il corteo ha cominciato a muoversi erano in 400, ma non tutti sono arrivati in piazza della Repubblica. Qualcuno, meno motivato, si è perso nei vicoli della città mentre il corteo aspettava la compilazione del Cid per aver toccato con il furgone lo specchietto di una corriera. Piccolo incidente di percorso senza gravi danni che ha tenuto uniti solo i più convinti. Lungo il percorso si sono fermati di fronte alle scuole per convincere i dubbiosi a raggiungerli e unirsi alla protesta. Poi di corsa giù per via Raffaello per raggiungere il luogo del sit-in.

Quelli, circa un centinaio, che con le bandiere e le bende si sono riuniti alla fine in piazza non erano scesi in strada per avere un giorno di vacanza in più, insomma per marinare la scuola. Hanno protestato per le vie della loro città perché sanno che questa riforma li tocca da vicino. Un problema che si ripercuote nel loro apprendimento quotidiano. “Abbiamo i secchi in classe – dice Andrea dell’Itis – perché se inizia a piovere l’acqua entra dal soffitto”. Giulia invece frequenta il Classico e parla di “strutture inadeguate allo studio: classi sovraffollate e laboratori non al passo con la tecnologia“. All’Artistico, come racconta Chiara, le cose non cambiano: “La mia scuola è stata risistemanta alla meglio, ma è vecchia e fatiscente“.

Non tutti gli studenti però hanno abbandonato le aule. “Qualcuno ha preferito – spiega il professor Massimo Zandri, insegnante di sistemi automatici all’Itis – partecipare alle attività didattiche. La manifestazione ha un senso, ma servirebbe che i ragazzi, prima di protestare, fossero seriamente informati“. Eppure i ragazzi sono informatissimi. Tra loro parlano di Monti e Profumo, leggi e riforme, con cognizione. E sperano, con una punta di amarezza, non solo di riuscire a studiare, ma di arrivare un giorno alla pensione.

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Studenti contro manovra del Governo ora in piazza della Repubblica – Foto http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-notizie-informazione/studenti-contro-manovra-del-governo-ora-in-piazza-della-repubblica-foto/14355/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-notizie-informazione/studenti-contro-manovra-del-governo-ora-in-piazza-della-repubblica-foto/14355/#comments Wed, 14 Dec 2011 10:56:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=14355 [continua a leggere]]]> URBINO – La manifestazione degli studenti delle scuole superiore partita questa mattina dal liceo scientifico Laurana di Urbino è arrivata ora in piazza della Repubblica. I ragazzi manifestano contro i tagli alle scuole e la manovra del Governo Monti, in discussione in queste ore al Senato. Nel mirino ancora la riforma Gelmini che, secondo i manifestanti, “taglia le gambe” ai giovani. Una riforma varata dal Governo Berlusconi e rimasta tale anche dopo il cambio di esecutivo. Il corteo, inizialmente molto numeroso, si è ridotto a una cinquantina di persone.

I ragazzi hanno in programma un flash mob in piazza della Repubblica seguito da un dibattito organizzato dal collettivo Carlo Giuliani. “L’adesione di quest’anno – spiega Filippo Tamburini, tra i fondatori del collettivo – e’ minore rispetto all’anno passato. Berlusconi portava più’ gente in piazza. Oggi anche se il governo è cambiato la riforma Gelmini resta”.

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Partita la manifestazione studentesca contro i tagli alle scuole http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-notizie-informazione/partita-la-manifestazione-studentesca-contro-i-tagli-alle-scuole/14347/ http://ifg.uniurb.it/2011/12/14/ducato-notizie-informazione/partita-la-manifestazione-studentesca-contro-i-tagli-alle-scuole/14347/#comments Wed, 14 Dec 2011 09:16:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=14347 [continua a leggere]]]> URBINO – E’ partita dal liceo scientifico Laurana di Urbino la manifestazione degli studenti di tutte le scuole superiori della città contro il Governo. Un corteo numeroso: circa 400 ragazzi che si ritroveranno alle 11 in piazza della Repubblica per protestare per i tagli alle scuole e la manovra del Governo Monti. Nel mirino ancora la riforma Gelmini che, secondo i manifestanti, “taglia le gambe” ai giovani. Una riforma varata dal Governo Berlusconi e rimasta tale anche dopo il cambio di esecutivo.

Nel suo percorso il corteo si fermerà prima davanti a tutti gli istituti superiori di Urbino, prima di arrivare in piazza della Repubblica. Qui si terrà un sit-in e un dibattito organizzato dal collettivo Carlo Giuliani. “L’adesione di quest’anno – spiega Filippo Tamburini, tra i fondatori del collettivo – e’ minore rispetto all’anno passato. Berlusconi portava più’ gente in piazza. Oggi anche se il governo è cambiato la riforma Gelmini resta”.

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Università: gli studenti propongono “l’Altra Riforma” http://ifg.uniurb.it/2011/04/12/ducato-notizie-informazione/universita-gli-studenti-propongono-laltra-riforma/7866/ http://ifg.uniurb.it/2011/04/12/ducato-notizie-informazione/universita-gli-studenti-propongono-laltra-riforma/7866/#comments Tue, 12 Apr 2011 22:05:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=7866 [continua a leggere]]]> URBINO – Un’altra riforma è possibile, che venga dal basso e coinvolga non solo il piano nazionale, ma soprattutto il livello territoriale. Gli studenti non si limitano a criticare la Legge Gelmini, ma tentano di proporre un modello alternativo, con l’obiettivo di correggerne gli effetti e rilanciare un’università pubblica, democratica e partecipata.

La proposta, ribattezzata “Altra Riforma”, è stata presentata agli studenti di Urbino da Claudio Riccio, portavoce nazionale di LINK-Coordinamento Universitario, durante il primo appuntamento di Resistenze Anomale.

L’evento, organizzato dall’Assemblea Permanente, nasce con l’obiettivo di tutelare il sapere come bene comune e rilanciare la centralità del diritto allo studio. “Non vogliamo commettere gli errori dell’Onda, che nel 2008 si fermò alla semplice critica della legge 133, attraverso la quale si riducevano i fondi per le Università”, ha affermato Riccio, uno degli studenti ascoltato dal Presidente della Repubblica Napolitano lo scorso 22 dicembre, rivendicando il carattere partecipato di Altra Riforma. “Un progetto in divenire: occorre far partire battaglie sui singoli temi, non solo sul piano nazionale, ma anche su quello territoriale – sottolinea Riccio – in modo tale da poter aumentare i diritti effettivi degli studenti”.

Altra Riforma rappresenta un modello che nasce dal basso, in quanto offre voce agli studenti che si sono mobilitati durante l’autunno: “Legare il momento della mobilitazione con la capacità di costruire valide alternative permette di compiere un salto di qualità”, ricorda Riccio.

Di fronte al taglio ministeriale di oltre 240 milioni di euro in tre anni, gli studenti rilanciano richiedendo la copertuta totale delle borse di studio, attraverso un incremento dei trasferimenti statali alle Regioni: “Con 100 milioni si coprono oltre 30 mila studenti che per legge avrebbero diritto alla borsa, ma che di fatto non la ricevono”, si legge nella proposta.
Il taglio drastico ha coinvolto pesantemente anche l’Università di Urbino: “Le nostre proteste hanno portato la Regione ad assicure alloggi e pasti gratuiti, ma non la copertura monetaria della borsa. Una misura che non è sufficiente”, ha ricordato Rocco Stasi, dell’Assemblea Permanente.

“La ridefinizione dei criteri e delle fasce di contribuzione studentesca e il tema del diritto allo studio, compresa la questione del riordino dell’Ersu, ci permettono di portare avanti vertenze condivise”, afferma Rafael Campagnolo, promuovendo la collaborazione con il Movimento Studenti di Macerata, ospite del dibattito.

“E’ importante battersi per la permanenza degli studenti negli organi dell’Ateneo. Oltre alla rappresentanza però è possibile affiancare strumenti di democrazia diretta, come i referendum autogestiti su singole questioni tematiche, incidendo così in quegli spazi in cui la Legge Gelmini non interviene” conclude Riccio.

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Università: rettore chiede la deroga per il corso di Moda, no del Ministero http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/universita-rettore-chiede-deroga-per-moda-no-del-ministero/6854/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/universita-rettore-chiede-deroga-per-moda-no-del-ministero/6854/#comments Tue, 29 Mar 2011 12:00:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6854 URBINO – Il Rettore Stefano Pivato ha chiesto una deroga per attivare comunque il Corso di Laurea in Design e discipline della Moda, anche senza il numero minimo di docenti, ma il Ministero non ha accolto la proposta. Durante l’incontro, questa mattina, con una delegazione di tre studenti, il rettore ha dichiarato di aver fatto il possibile: ““Non ci divertiamo a tagliare, la richiesta è stata inoltrata verbalmente, ma di fronte al rifiuto ministeriale non potevamo fare altro che prenderne atto”. A febbraio il Consiglio del corso di laurea in Moda aveva criticato il Rettore, colpevole, a suo avviso, di non aver inoltrato la richiesta al Ministero, con l’obiettivo di far partire i corsi senza la necessità di raggiungere il numero minimo di docenza.

Per alcuni corsi di laurea – come professioni sanitarie, servizio sociale, scienze motorie, mediazione linguistica – il decreto ministeriale n.17 del 22 settembre 2010 consente, infatti, di chiedere l’apertura anche senza la presenza di 12 docenti strutturati, ovvero i requisiti minimi di docenza. Un numero di cui non dispone il corso di Moda di Urbino.

Il Consiglio di Facoltà di Lettere aveva così deciso per la chiusura, poi ratificata in Senato Accademico. La scelta non è stata condivisa dai docenti del corso di Moda, né dagli studenti, i quali hanno organizzato un’assemblea per esporre le ragioni della protesta. “Rispettiamo da tempo le richieste ministeriali – ha ricordato Galliano Crinella, presidente del corso di laurea – e la nostra esperienza ci consente forti legami con il territorio e con le aziende. Molti ragazzi vengono assunti prima di terminare gli studi”. Critica anche Francesca Bonanni, studente del terzo anno e delegata come rappresentante degli studenti: “E’ assurdo chiudere un corso che attira studenti non solo dall’Italia, ma anche dall’estero. Moda può e deve avere un ruolo essenziale nel processo di internazionalizzazione dell’Università di Urbino”.

Crinella ha inoltre ricordato come Urbino sia l’unica sede universitaria nelle Marche ad aver programmato un corso di Moda: “Gli Atenei dovranno riformulare l’offerta formativa su base regionale: non comprendiamo perché vengano attivati doppioni come Giurisprudenza e Scienze Politiche, mentre si decide sulla nostra chiusura”.

Anche la Cna, Federmoda e diverse scuole secondarie, come l’Istituto Superiore Statale di Urbania, si sono attivate per non chiudere il corso, ricordando come sia essenziale in questo settore il contributo di insegnanti non accademici, da impiegare nelle discipline pratiche e in quelle legate all’utilizzo dei laboratori. A questo punto non resta che cercare strade diverse. Il Senato aveva pensato alla creazione di un Master, ma gli studenti non ritengono che questa sia la soluzione adatta: “Master e corsi di alta formazione richiedono lauree e conoscenze preliminari: difficilmente un giovane che si è laureato in un altro Ateneo sceglierà Urbino per proseguire i propri studi” ricorda Andrea Silla, studente del secondo anno. Senza dimenticare i costi elevati, che le famiglie non sempre riescono a sopportare.

Per cercare soluzioni diverse è stato organizzato dagli studenti un nuovo incontro, nel quale sarà presente anche il Rettore.

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Università, Pivato: “Se non arrivano fondi, altri corsi a rischio” http://ifg.uniurb.it/2011/03/22/ducato-online/universita-pivato-se-non-arrivano-fondi-altri-corsi-a-rischio/6384/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/22/ducato-online/universita-pivato-se-non-arrivano-fondi-altri-corsi-a-rischio/6384/#comments Tue, 22 Mar 2011 18:16:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6384 [continua a leggere]]]>

Il rettore Stefano Pivato

URBINO – “Dopo Moda ed Editis, altri corsi di Laurea potrebbero essere a rischio chiusura a partire dal 2012″. Lo ha detto a “Il Ducato” il rettore dell’Università di Urbino, Stefano Pivato, al termine della riunione del Senato Accademico.

L’offerta formativa potrebbe essere ridimensionata sia per i tagli al fondo di finanziamento ordinario previsti dalla riforma Gelmini sia per il blocco delle assunzioni imposto agli atenei poco viruosi: quelli, cioè, che spendono più del 90% dei finanziamenti statali per il personale.

Secondo le stime della Cgil, inoltre, nei prossimi anni il 50% dei professori ordinari e il 25% di associati e ricercatori andrà in pensione senza essere rimpiazzati.

In questo modo, il taglio dei corsi di Laurea ritenuti superflui e scarsamente produttivi potrebbe concretizzarsi a causa dell’assenza di personale docente: sono 12, infatti, i docenti necessari per mantenere un corso di Laurea triennale; 8 per un corso di Laurea magistrale.

“Si tratta – ha specificato il rettore – di una situazione che accomuna tutte le università italiane. Il nostro obiettivo è adeguarci alle nuove normative, tenendo sempre presente la nostra tradizione”

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