il Ducato » russia http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » russia http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Omicidio di Boris Nemtsov. Il docente di lingua russa a Urbino: “Ecco il vero volto di Putin” http://ifg.uniurb.it/2015/03/04/ducato-online/omicidio-di-boris-nemtsov-il-docente-di-lingua-russa-a-urbino-ecco-il-vero-volto-di-putin/67148/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/04/ducato-online/omicidio-di-boris-nemtsov-il-docente-di-lingua-russa-a-urbino-ecco-il-vero-volto-di-putin/67148/#comments Wed, 04 Mar 2015 09:47:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67148 Boris Nemtsov

Boris Nemtsov

URBINO – Con l’uccisione di Boris Nemtsov, il principale oppositore politico di Vladimir Putin, “muore uno degli esponenti di punta del governo più liberale che la Russia moderna abbia avuto, quello di Boris Eltsin. Siamo tutti molto preoccupati: il suo omicidio segna il ritorno alla versione brutale del regime russo”. Parola di Oleg Rumjantzev, professore di lingua russa presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino e presso l’Università di Macerata: “Oggi in Russia – spiega – c’è un regime totalitario a cui è difficile accostare la parola democrazia”.

L’assassinio di Boris Nemtsov è un segnale importante per la Russia. Lei che idea si è fatto?

Viene eliminato uno degli esponenti di punta di uno dei governi più liberali della storia russa, il governo Eltsin.  Lo avete visto tutti, come il popolo russo ha reagito: in 50.000 in piazza a manifestare contro Putin al grido di “La propaganda uccide”.

Pensa che la copertura della vicenda da parte dell’informazione internazionale sia stata adeguata?

Domanda difficile, perché ho seguito attraverso media russi. Da quel che ho visto, condivido il punto di vista dei media occidentali.

Quindi il movente politico la convince? O crede sia stato un delitto passionale?

Non ho nemmeno preso in considerazione il movente passionale. Ovviamente si tratta di un omicidio politico, nessuno lo potrà mai sapere con certezza ma il fatto che l’assassinio sia accaduto proprio in questo momento storico non fa altro che accreditare questa ipotesi.

La sua famiglia invece come è venuta a conoscenza della vicenda?

Non ho avuto modo di discutere con nessuno dei miei familiari. Ma le persone con cui ho parlato e con cui discuto della cultura russa erano tutte molto preoccupate. Interpretano l’omicidio come un ritorno della versione brutale del regime in Russia. Persino alcune persone che prima difendevano la Russia quando questa veniva attaccata dai media occidentali nei mesi passati, specie in riferimento alle vicende in Ucraina, dopo l’omicidio di Nemtsov hanno avuto dei ripensamenti.

Sono nella memoria di tutti gli episodi di Alexander Litvinenko e di Anna Politkovskaja, che tra l’altro è sepolta nello stesso cimitero dove verrà portato Nemtsov.

Crollato il muro di Berlino e distrutta l’Unione Sovietica si è avuto un breve periodo di disgelo, ma ora vediamo tornare in Russia un altro regime totalitario a cui è difficile accostare la parola democrazia. Non a caso Nemtsov era un esponente politico molto importante per il Paese, uno dei maggiori oppositori politici di Putin.

Nonostante tutti questi eventi, il seguito che Putin continua ad avere in Russia è molto ampio.

È assolutamente vero, tutti i sondaggi gli attribuiscono una enorme popolarità. Non è un mistero per nessuno che in Russia la gestione dell’informazione è in mano agli organi dello Stato e la propaganda è all’ordine del giorno. Sono pochissime le fonti da cui si può sentire qualcosa di diverso rispetto a quanto trasmesso dai canali governativi. Inoltre una buona fetta della popolazione russa non si fida quasi per tradizione delle altre fonti, continuando a percepire le informazioni occidentali come manipolate dai servizi segreti e a priori non veritiere. Solo una minoranza è in grado di consultare altre fonti e di farsi un’idea diversa rispetto a quella propinata dai media russi, in queste condizioni è difficile immaginare un risultato diverso dalla vittoria di Putin.

Anche in Italia Putin ha sostenitori fra i politici, da Berlusconi a Salvini.

In Italia la lobby russa funziona molto bene. Putin sta riuscendo a mettere i bastoni fra le ruote a tutta l’Europa, finanziando anche a livello economico partiti politici locali sfruttandoli per dividere gli stati membri dall’interno. Pensate ai 9 milioni con cui Putin ha sostenuto il Front National di Marine Le Pen. Quello che io vorrei vedere è l’esatto contrario: la Russia che si avvicina ai valori europei.

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Crisi in Ucraina, uno studente: “Vivo nelle Marche ho paura di perdere la mia famiglia” / VIDEO http://ifg.uniurb.it/2014/03/07/ducato-online/crisi-in-ucraina-uno-studente-vivo-a-urbino-e-ho-paura-di-perdere-la-mia-famiglia-video/58947/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/07/ducato-online/crisi-in-ucraina-uno-studente-vivo-a-urbino-e-ho-paura-di-perdere-la-mia-famiglia-video/58947/#comments Fri, 07 Mar 2014 15:04:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58947 VIDEO Sono più di 5mila gli ucraini. Li abbiano incontrati Ci hanno descritto lo stato d'animo di una popolazione che osserva impotente dall'Italia ciò che sta succedendo nel proprio paese GUARDA LA NUOVA EDIZIONE DEL DUCATO TV LA TESTIMONIANZA Olga, studentessa ucraina a Urbino: "Se scoppiasse la guerra tornerei"]]> URBINO – Mentre in Crimea continuano gli scontri, le comunità ucraine scendono in piazza per protestare contro l’invasione del loro paese. Il 23 febbraio a Roma era stato organizzato un corteo di protesta al quale hanno partecipato centinaia di ucraini che vivono in Italia, una cinquantina provenivano anche dalle Marche. Abbiamo incontrato alcuni di loro, testimoni diretti e in stretto contatto con parenti o amici che abitano in quei luoghi. Ci hanno raccontato che cosa sta vivendo il loro popolo e quali sono le speranze per il futuro dei loro paesi.

Tra le testimonianze anche quella di una professoressa di origine russa dell’Università di Urbino che ci ha raccontato come si vive l’altra faccia della medaglia.


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Calzature, Al The Micam 350 aziende marchigiane: “Clima incerto per la crisi in Ucraina” http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/calzature-al-the-micam-350-aziende-marchigiane-clima-incerto-per-la-crisi-in-ucraina/58251/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/03/ducato-online/calzature-al-the-micam-350-aziende-marchigiane-clima-incerto-per-la-crisi-in-ucraina/58251/#comments Mon, 03 Mar 2014 11:53:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58251 save-the-date-20140303-landing-pageURBINO – Le Marche giocano sempre un ruolo da protagonista del calzaturiero made in Italy, anche e soprattutto grazie all’export. A confermarlo il dato delle presenze alla fiera internazionale del settore calzaturiero: su 1589 aziende presenti al “The Micam” (che si svolge dal 2 al 5 marzo), ben 355 sono quelle marchigiane: il 20 per cento, più di ogni altra regione. Ma quest’anno la tensione tra Russia e Ucraina dallo scacchiere della politica internazionale piomba anche su Milano. Proprio come sul Mar Nero, il clima a Rho Fiera è tutt’altro che disteso. “I buyer – spiega Daniele Polidori, titolare dell’azienda Brador di Tavullia, che ora si trova al Micam – sono molto selettivi, hanno poco budget e poco tempo per acquistare i prodotti e della ripresa nemmeno l’ombra. Inoltre la crisi ucraina e il crollo del rublo sono fattori che si ripercuotono inevitabilmente sugli acquisti dei russi in fiera”.

La politica russa sembra essere, però, solo la punta dell’iceberg e l’associazione dei calzaturieri avverte: “Il sentimento recente degli operatori è mutato – si legge in un comunicato di Cleto Sagripanti, presidente Assocalzaturieri – l’inverno mite in Russia, Ucraina e Kazakistan (il gelo è arrivato solo in concomitanza coi saldi), la svalutazione del rublo sull’euro e la crescita modesta del Pil in Russia, nonché le tensioni politiche in Ucraina, fanno temere in quest’area risultati 2014 decisamente meno favorevoli”. Solo nella provincia di Pesaro e Urbino si è registrato dal 2012 al 2013 una diminuzione delle esportazioni verso la Russia del 14,85%: da 17 milioni di euro del 2012 a 14 milioni di euro, mentre le esportazioni verso il resto del mondo sono aumentate del 6,4% (fonte: Aspin 2000).

Le aziende marchigiane sono da sempre presenti alla fiera milanese della calzatura come simbolo dell’artigianalità e anche quest’anno sono più di 350. Prima fra tutti la provincia di Fermo con 220 aziende posizionate nei vari padiglioni. A seguire la provincia di Macerata con 108 aziende e  quella di Ascoli Piceno con 11 aziende. La provincia di Pesaro e Urbino è penultima nella classifica degli espositori marchigiani con 9 aziende, mentre Ancona è ultima con 7 aziende.

“Siamo solo al secondo giorno – spiega Polidori – è presto per fare pronostici. Ma sicuramente c’è una buona fetta di mercato cinese e coreana interessata ai nostri prodotti. Bene anche il resto dell’Europa. Sicuramente le aziende che hanno rapporti consolidati con i clienti riescono comunque a vendere, mentre le nuove aziende hanno maggiori problemi, non c’è molta ricerca del nuovo mercato”.

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Corsa sui tacchi e lancio delle borsette: a Urbino le Olimpiadi di Suca il 20 febbraio http://ifg.uniurb.it/2014/02/03/ducato-notizie-informazione/corsa-sui-tacchi-e-lancio-delle-borsette-a-urbino-le-olimpiadi-di-suca-il-20-febbraio/56339/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/03/ducato-notizie-informazione/corsa-sui-tacchi-e-lancio-delle-borsette-a-urbino-le-olimpiadi-di-suca-il-20-febbraio/56339/#comments Mon, 03 Feb 2014 17:50:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56339 [continua a leggere]]]> URBINO – Donne e uomini di tutta la città, iniziate a lucidare tacchi e borsette. Giovedì 20 febbraio si terranno le Olimpiadi di Suca, i primi giochi olimpionici della città ducale contro la discriminazione di omo e transessuali. Le discipline alle quali ci si può iscrivere sono tre: lancio della borsetta, corsa sui tacchi e “colpisci Putin”. L’evento, organizzato dal Gap di Urbino (Gay and proud), è aperto a tutti e l’appuntamento è a mezzanotte in piazza della Repubblica.

Il nome dell’evento è un riferimento polemico alle Olimpiadi invernali di Sochi, in Russia, che si terranno dal 6 al 23 febbraio 2014. La comunità gay e trans di tutto il mondo, negli ultimi mesi, ha infatti condannato duramente la politica anti-gay del presidente russo Vladimir Putin. Si può aderire all’evento inviando il proprio nominativo al Gap, anche tramite la pagina facebook, oppure presentandosi direttamente all’evento.

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La propaganda di RT sfonda il miliardo. Sempre pù tv orientali conquistano gli Usa http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/la-propaganda-di-rt-sfonda-il-miliardo-sempre-pu-tv-orientali-conquistano-gli-usa/49804/#comments Wed, 05 Jun 2013 08:49:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49804 La televisione satellitare Russia Today, trasmessa in quattro lingue, in cento paesi del mondo di sei continenti, è il primo canale di notizie al mondo ad aver raggiunto un miliardo di visualizzazioni su Youtube.

RT aprì il suo account su YouTube nel 2007. Il canale, che mostrò il celebre filmato della caduta del meteorite di Chelyabinsk il 15 febbraio 2013, in soli sei anni ha caricato su YouTube più di 19.000 video che hanno registrato più di 6 milioni di commenti. Inoltre, il canale russo vanta una grandissima notorietà, soprattutto in Inghilterra, seconda solo alla Bbc e a Sky. La Broadcasters’ audience research board, la fonte ufficiale di dati in Inghilterra sull’audience televisiva, ha stimato che nella seconda metà del 2012 ben due milioni e mezzo di inglesi guardavano questo canale.

“Russia Today – dice Cristina Carpinelli, membro del comitato scientifico di International Problems Study Center – dal punto di vista tecnico è un canale ineccepibile e il loro modo di costruire le notizie è ottimo. Ma, per quanto riguarda i contenuti, possiamo definirla una televisione di Stato: Nel 2008, quando ci fu lo scontro russo-georgiano, Russia Today raccontò una versione dei fatti completamente opposta a quella narrata dai blogger”.

Questo gigantesco network, finanziato dal Cremlino, ha più volte criticato l’operato del governo americano, ha ospitato nel passato una trasmissione di Julian Assange, The world tomorrow e il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. “ L’obiettivo – dice Cristina Carpellini – del canale è fare propaganda politica ed economica in funzione del governo di Putin”.

La notorietà sempre maggiore di questa rete le ha permesso di crescere, di acquisire importanza e di incrementare gli introiti finanziari che hanno fatto gola a molti giornalisti, anche occidentali. È proprio di mercoledì scorso la notizia che il famoso giornalista americano Larry King, quasi 80 anni, 56 anni di carriera nel giornalismo americano e all’attivo più di cinquantamila interviste, sarà il conduttore un nuovo talk show dal titolo Larry King now.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

Mentre i grandi network occidentali, come Bbc e Cnn, tagliano il budget e sono costretti a chiudere le redazioni estere, troppo costose, le tv satellitari come Rt, Al-Jazeera, rete panaraba finanziata dal Qatar, e Cctv, televisione nazionale della Repubblica popolare cinese, prendono piede sul territorio americano, scardinando i network occidentali più importanti al mondo e spodestandoli dal ruolo di arbitri incontrastati dell’informazione.

“Queste reti – dice Wolfgang Achtner, giornalista televisivo e corrispondente in Italia per testate d’oltreoceano come la Cnn, la Abc News e Press Tv – rappresentano per i corrispondenti e i tecnici una fonte importantissima di lavoro. I media americani non ce la fanno più a coprire tutte le notizie, i tagli economici hanno portato alla chiusura degli uffici di corrispondenza ma in questo modo si sta uccidendo il prodotto giornalistico”.

L’accusa più frequente che viene mossa alle televisioni satellitari è quella di essere dei meri portavoce del potere, comunicatori faziosi e politicizzati. “In realtà – dice Achtner - non è così. È ovvio che queste tv trasmettono un modo differente di vedere i fatti. Siamo abituati ad avere una visione americo-centrica ed euro-centrica, quindi guardare con una lente diversa la realtà può creare dei problemi a qualcuno. Credo che se davvero queste reti fossero di propaganda nessuno le guarderebbe anzi, sarebbero immediatamente screditate”.

Al-Jazeera, a gennaio, ha fatto un balzo in avanti nel mercato via cavo e, dopo l’arabo e l’inglese, ha deciso di acquistare lo spazio che prima apparteneva a Current tv, la televisione di Al Gore, inaugurando l’apertura di un network di informazione negli Stati Uniti. “Al-Jazeera America è nata teoricamente – dice Azzurra Meringolo, giornalista freelance e redattrice di Arab media Report – come un’avventura di business, visto il numero di utenti che vedevano in streaming Al-Jazeera English. Si è deciso così di raggiungere via cavo un numero maggiore di utenti. Secondo me, però, dietro c’è una mossa diplomatica: attraverso la tv si riposiziona il Qatar in un’ottica di tipo internazionale”.

Infine la China Central Television (Cctv) che, per non essere da meno, ha inaugurato una sede a Washington di 3400 metri quadrati. “In poco meno di cinque mesi, – afferma Cecilia Attanasio Ghezzi, caporedattrice di China Files – Cctv America ha assunto 65 persone. E non si tratta di personale qualunque. Con stipendi in alcuni casi anche il 20 per cento più alti della media, si è assicurata professionalità con esperienza maturata in testate quali Al-Jazeera, Fox News e Bbc. Secondo i dati della stessa Cctv, l’emittente di stato trasmette in 120 paesi raggiungendo un’utenza di cento milioni di spettatori”.

Qualcuno parla, quindi, di una strategia per acquisire soft power e indirizzare l’opinione pubblica, altri invece motivano le scelte come semplice senso degli affari. “Ognuno – dice Ghezzi – è libero di valutare indipendentemente se questi media fanno o no gli interessi dei governi a cui fanno riferimento. L’idea della Cctv nelle nuove redazioni di Africa e America non è quella di avere una linea stabilita su quelli che in Cina sono chiamati ‘argomenti sensibili‘, ma di valutare caso per caso. In sintesi dichiarano che faranno un giornalismo più libero che in patria”.

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