il Ducato » salute http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » salute http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Farmaci introvabili, anche a Urbino. Sotto accusa l’esportazione parallela http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/farmaci-introvabili-anche-a-urbino-sotto-accusa-lesportazione-parallela/53143/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/farmaci-introvabili-anche-a-urbino-sotto-accusa-lesportazione-parallela/53143/#comments Thu, 05 Dec 2013 08:09:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53143 farma2URBINO – Da qualche tempo è in corso nel nostro paese una caccia al tesoro tutta particolare.  Anche il Montefeltro è diventato terreno di gioco. I partecipanti sono accomunati dal fatto di essere ammalati e l’ambito premio non è altro che il rimedio per le loro patologie. Peccato che sempre più spesso la medicina di cui si ha bisogno risulti non disponibile o che, per trovarla, sia necessario girare di farmacia in farmacia sperando di scoprire la scatoletta di pasticche o la pomata tra le giacenze invendute.

È così che medicinali per il colesterolo, come il Simestat e il Crestor, o importanti antiepilettici come il Keppra sono diventati merce rara nella città ducale: i magazzini sono vuoti e non è dato sapere quando riprenderanno le consegne. Ai malati non resta che prendere parte alla caccia al tesoro.

Ad aiutare i cercatori ci sono i farmacisti che frugano tra gli scaffali e nei sistemi telematici per trovare ciò che all’improvviso sembra scomparso dal mercato, ma anch’essi assistono impotenti alla crescente penuria. Un fenomeno su scala nazionale, certo, ma che anche nel nostro territorio fa sentire i suoi effetti. “Siamo molto arrabbiati – racconta Elisa Pretelli, responsabile della Farmacia Comunale di viale Comandino – sempre più tipologie di farmaci stanno diventando irreperibili: ciò crea un grosso disagio per noi farmacisti e soprattutto per i pazienti”.

Uno degli ultimi “oggetti del desiderio” è l’Onco-Carbide, utilizzato per la cura della leucemia mieloide e della trombocitemia essenziale. Da sempre facilmente reperibile, negli ultimi mesi è letteralmente scomparso dagli scaffali entrando nella lista dei farmaci fantasma. “Ho saputo che i grossisti – spiega Vincenzo Ricciarelli, titolare dell’omonima farmacia in centro – hanno appena ricevuto un centinaio di confezioni. L’ultima spedizione, però, risaliva a settembre: per tre mesi la casa madre non ha rifornito i distributori e noi siamo rimasti senza scorte”.

L’Onco-Carbide viene considerato un salvavita e non esiste un farmaco equivalente: “Non ce l’abbiamo in magazzino – ammette Antonio Lamedica, della farmacia di Piazza della Repubblica – ma è solo uno dei tanti che non riusciamo a trovare. Questi medicinali sono diventati oggetto di migrazione: bisogna avere la fortuna di scovare delle giacenze da qualche parte”.

Solo in due farmacie di Urbino, la Comunale e la Nuova, è possibile trovare l’Onco-Carbide e in entrambi i casi si tratta di confezioni rimaste invendute. Altre quattro sono in dotazione alla farmacia Fusconi di Fermignano: “Ne abbiamo vendute 28 nel 2012 – spiega Carla Fusconi – quest’anno solo 14. L’ultimo cliente risale ad agosto, ma sappiamo che al momento non risulta disponibile per l’ordinazione”.

Ma di chi è la colpa? Tutti sono d’accordo nel puntare il dito contro l’esportazione parallela: il prezzo di alcuni farmaci, in Italia, è più basso che nel resto d’Europa e dunque diventa economicamente vantaggioso fare incetta da noi, distraendo però grosse partite dal mercato interno. “È un problema molto serio – dice Antonio Lamedica – finché non si interviene, la penuria di medicinali non potrà che aumentare. La Corte di Giustizia europea ha legittimato la pratica dell’esportazione parallela: c’è chi viene in aereo in Italia per comprare i farmaci che gli hanno prescritto, ma ci sono anche grossi magazzini passati in mano a società estere che acquistano grosse quantità. Serve un prezzo standard europeo per evitare speculazioni”.

La brama di arricchirsi con la plusvalenza porta poi a uno scaricabarile tra case farmaceutiche e grossisti, ormai abituati al gioco del sospetto: “Gli stessi produttori – sottolinea Vincenzo Ricciarelli – decidono di contingentare alcuni farmaci per evitare che grosse partite finiscano all’estero: in questo modo si creano problemi di distribuzione e i malati rimangono senza medicine”.

Fortunatamente esistono espedienti per arginare il fenomeno: “Noi farmacisti – spiega Lamedica – siamo collegati a sistemi informatici che permettono di rintracciare le giacenze dei medicinali. Così ci aiutiamo a vicenda nel caso in cui un collega sia sprovvisto del farmaco richiesto. Diciamo però che è solo un modo per barcamenarci”. Non sempre, infatti, la cura è a portata di mano: “Ho dovuto spedire una pomata oftalmica a Cento, in provincia di Ferrara, perché non si trovava da nessuna parte – continua il farmacista – eppure la legge prevede che i grossisti debbano custodire un assortimento dei medicinali registrati”. Una norma che evidentemente trova poca applicazione, almeno nel caso della Spiriva: la confezione di questo broncodilatatorio ( più vicina a Urbino, secondo il sistema telematico, si trova in una farmacia di Verona.

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Inaugurazione della residenza Montefeltro. Ma gli anziani alla festa non c’erano http://ifg.uniurb.it/2013/04/07/ducato-online/inaugurazione-della-residenza-montefeltro-ma-gli-anziani-alla-festa-non-cerano/41494/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/07/ducato-online/inaugurazione-della-residenza-montefeltro-ma-gli-anziani-alla-festa-non-cerano/41494/#comments Sun, 07 Apr 2013 16:06:59 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41494 URBINO – C’erano proprio tutti ieri all’inaugurazione della residenza per anziani Montefeltro: il sindaco Franco Corbucci, l’assessore alle politiche sociali Maria Clara Muci, il direttore dell’Asur Maria Capalbo, l’assessore regionale alla Salute Almerino Mezzolani, l’arcivescovo di Urbino Giovanni Tani. E poi tanta, tanta gente.  “Questa è una scommessa che abbiamo vinto. La residenza protegge le persone più fragili, gli tende una mano. Quando vedi che si realizzano strutture come questa, pensi che a qualcosa sei servito”, dice Franco Corbucci. Gli ospiti però, che da agosto vivono nella nuova struttura, al taglio del nastro non c’erano.

Mentre al piano terra il buffet era imbandito, tavoli di pizzette, panini, dolci, bibite e frutta, loro aspettavano pazientemente al piano superiore il loro pranzo. Menù del giorno: riso, carne di tacchino e verdura. La signora Iolanda Romani, 89 anni, vive su una sedia a rotelle e ha partecipato alla cerimonia perché la nuora, Miriam Borroni, ha insistito per portarla giù: voleva farle trascorrere una mattinata diversa. Gli altri, la maggior parte non autosufficiente, sono rimasti nel piccolo refettorio. “L’inaugurazione con loro è stata fatta ad agosto, questa è stata pensata per presentare la residenza alla città. Chi voleva poteva scendere”, dice il direttore Massimo Manenti.

La struttura per ora ospita una settantina di persone. Gli anziani che hanno bisogno di maggiori cure alloggiano nella residenza assistita, gli altri nella residenza protetta.  In totale sono 90 posti, 50 per la quella protetta e 40 per quella assistita. Ci sono poi altri 6 posti nella casa albergo, per chi deve trascorrere nella struttura solo pochi giorni.

La sala del refettorio

Nella residenza non manca davvero (quasi) nulla: c’è una chiesa, un parrucchiere, un podologo e una palestra. Manca però una sala hobby e tutte le attività si svolgono nel refettorio. Aprirà a breve un centro diurno: le persone potranno passare lì l’intera giornata e tornare a casa per la notte. Ogni giorno è presente un infermiere per 40 persone e due operatori socio sanitari. Non c’è un dottore: in caso di bisogno si chiama il proprio medico di base.

Il costo giornaliero è di 41 euro. Il prezzo aumenta per la singola. La retta non è proporzionale al reddito: chi non ce la fa a pagare può chiedere al Comune un aiuto.

Per realizzare la struttura sono stati spesi 8,6 milioni di euro. Un milione è stato dato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro e per il resto della somma il Comune ha chiesto il mutuo. A gestire la residenza è la cooperativa privata Coss Marche.

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Neve, pronto soccorso intasato http://ifg.uniurb.it/2012/02/04/ducato-notizie-informazione/maltempo-pronto-soccorso-intasato/18809/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/04/ducato-notizie-informazione/maltempo-pronto-soccorso-intasato/18809/#comments Sat, 04 Feb 2012 19:07:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=18809 [continua a leggere]]]> URBINO – L’emergenza neve colpisce anche il pronto soccorso di Urbino. Decine di persone in questi giorni sono arrivate con fratture e traumi ai polsi, gambe e caviglie. “Oggi è stata la giornata più critica: la sala d’aspetto interna è piena di gente”, ha spiegato uno degli infermieri di guardia.

Il ghiaccio il principale responsabile delle cadute, ma anche i bob e slittini improvvisati. “Mio figlio è scivolato mentre faceva una discesa con un copertone insieme agli amici e si è rotto una spalla”, ha detto una mamma seduta ad aspettare.

Ma a preoccupare gli operatori del 118 sono anche i piccoli centri del Montefetro completamente isolati. “Carpegna, Mercatino, Villagrande e Val di Teva sono sommerse da circa due metri di neve ed è impossibile arrivarci”, ha detto un’autista dell’ambulanza.

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Pillola Ru-486: è legale ma a Urbino non c’è http://ifg.uniurb.it/2010/04/15/ducato-online/pillola-ru-486-e-legale-ma-a-urbino-non-ce/2724/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/15/ducato-online/pillola-ru-486-e-legale-ma-a-urbino-non-ce/2724/#comments Thu, 15 Apr 2010 15:03:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2724

La pillola Ru-486

Qui ancora nessuno l’ha vista. La pillola abortiva, Ru-486, a Urbino non c’è e per interrompere una gravidanza si può ricorrere solo all’operazione chirurgica. Per averla ci vorrà qualche mese. A dicembre, il nostro paese ha legalizzato l’aborto farmacologico anche se al momento è praticato solo nei grandi centri ospedalieri.

A Urbino, infatti, la Ru-486 “non è ancora reperibile – spiega Eugenio Fusco, primario di ginecologia – perché abbiamo disposizioni solo per la somministrazione e il ricovero. Per quanto riguarda l’approvvigionamento, invece, dovrebbe essere allestito a breve un centro regionale che rifornirà le province”. Quindi chi oggi volesse ricorrere all’aborto farmacologico non avrebbe a disposizione la pillola.

“Ancora non ci sono state richieste – spiega Leone Condemi, vice primario di ginecologia – ma sicuramente arriveranno, perché le donne saranno informate e avranno le necessità e il diritto di chiederlo e di potere scegliere come intervenire sul proprio corpo”.Secondo Condemi nemmeno nelle strutture dove la pillola si usa regolarmente le domande sono molte. Si parla del “20-30% di richieste che, per vari motivi, si riducono al 15%”.

Scoperta nel 1982 e sperimentata da circa venti anni all’estero, in Italia il suo utilizzo suscita ancora polemiche. La Ru-486 è un metodo abortivo meno invasivo di quello tradizionale, “più naturale” secondo Condemi, perché evita l’intervento chirurgico. In questo modo anche chi non può sottoporsi ad un’operazione può interrompere la gravidanza.

Secondo Fusco, però, “in un 10-15% dei casi la pillola non è efficace per espellere completamente il feto e bisogna ricorrere comunque alla chirurgia”. Un altro argomento che tocca la Ru-486 è quello economico. Se, come dice Condemi, “l’aborto tradizionale si fa in un day-hospital e costa tra i 700-800 euro, per la pillola la legge italiana prevede un ricovero di tre giorni e il costo del farmaco”.

In attesa della pillola, ogni anno a Urbino a fronte di un migliaio di nascite, ci sono circa 350 aborti chirurgici. Quasi uno al giorno. “Gli interventi per l’interruzione di gravidanza avvengono di lunedì nel nostro ospedale – dice Condemi – e ogni volta ci sono 6 o 7 donne che fanno l’operazione”.

Ma chi ricorre di più all’aborto? Secondo Condemi, “c’è una maggiore frequenza di donne extracomunitarie perché sono meno informate su contraccezione e pillola del giorno dopo. Su 10 persone, 7 sono straniere e 3 italiane”.A Urbino, come spiega Condemi, “quasi tutti i medici hanno deciso di non praticare l’aborto, ma c’è comunque il personale per garantire il servizio, come impone la legge”.

Un tempo era reato e i bambini nati fuori dal matrimonio erano dei bastardi. Le donne, per abortire, ricorrevano alle mammane, spesso morendo sotto i loro ferri rudimentali. Poi, il femminismo, la legge 194 e la sua conferma con il referendum del 17 maggio 1981, legalizzarono l’interruzione di gravidanza pur consentendo ai medici l’obiezione di coscienza. “Con la Ru-486 non cambia nulla. Chi non è obiettore, come chi lo è, si comporterà in base alla legge 194”. Come è stato finora.

Guida alla rete:

La Ru-486

Legislazione sull’aborto

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Certificazione ISO 9001 per il laboratorio analisi/Asur2 http://ifg.uniurb.it/2010/03/24/ducato-notizie-informazione/certificazione-iso-9001-per-il-laboratorio-analisiasur2/1777/ http://ifg.uniurb.it/2010/03/24/ducato-notizie-informazione/certificazione-iso-9001-per-il-laboratorio-analisiasur2/1777/#comments Wed, 24 Mar 2010 10:59:18 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=1777 [continua a leggere]]]> Ore 12.00

Urbino- Il laboratorio analisi dell’azienda sanitaria, zona 2 di Urbino, ha ottenuto la certificazione ISO 9001 (International Organization for Standardization).

“E’ un riconoscimento importante che premia il sistema di gestione della qualità, ossia un modo di lavorare con operazioni standardizzate” spiega Enzo Pazzaglia, direttore vicario del laboratorio analisi.

Il titolo è arrivato oggi dopo la visita ispettiva dell’ 8 marzo scorso da parte del Rina. S.p.a (Il Registro italiano navale, ente che si occupa anche delle certificazione di Qualità). “L’ISO 9001 è utilizzata anche nelle industrie per verificare l’attenzione rivolta ai clienti. Il punto di forza che, nel nostro caso, ha fatto la differenza – spiega ancora Pazzaglia- è proprio l’importanza che ricopre il paziente. Oltre a questo è stata fondamentale la formazione del nostro personale che porta ciascuno a svolgere la propria funzione in maniera altamente specializzata e allo stesso tempo permette ai nostri operatori di lavorare in ogni ambito”.

L’ISO 9001 certifica la correttezza di ogni fase di lavoro. “Significa che siamo in grado di seguire il paziente – continua Pazzaglia – secondo standard riconosciuti a livello mondiale. Da quando arriva con l’impegnativa a quando ottiene il referto”. (s.s.)

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Virus al nido dell’ospedale, buono il quadro clinico dei neonati http://ifg.uniurb.it/2010/02/23/ducato-notizie-informazione/virus-al-nido-dell%e2%80%99ospedale-buono-il-quadro-clinico-dei-neonati/1480/ http://ifg.uniurb.it/2010/02/23/ducato-notizie-informazione/virus-al-nido-dell%e2%80%99ospedale-buono-il-quadro-clinico-dei-neonati/1480/#comments Tue, 23 Feb 2010 11:58:58 +0000 http://ilducatonotizie.wordpress.com/?p=225 [continua a leggere]]]> ore 12.00

URBINO – Controlli sui neonati all’ospedale. Dopo la gastroenterite virale, che nel tardo pomeriggio di ieri ha colpito due dei sette neonati ospitati nel nido del dipartimento Materno Infantile, i sanitari hanno adottato i provvedimenti igienico-sanitari previsti. Primo fra tutti l’isolamento, per evitare la diffusione dell’infezione: “La gastroenterite virale da Rotavirus – spiega il dottor Andrea Cani, direttore medico del Presidio Ospedaliero della Zona Territoriale numero 2 di Urbino – causa delle scariche di diarrea che negli adulti non preoccupano, ma nei neonati possono portare alla disidratazione”.

Per evitare la trasmissione del virus, i neonati sono sotto osservazione in tre diversi “ambienti”: uno riservato ai cinque non contagiati; l’altro per i due malati e il terzo per i sani e i nascituri. Il contagio è coinciso con una recrudescenza del virus in ambito territoriale: “Il Rotavirus – sottolinea il dottor Cani – è molto diffuso all’esterno. Il contagio può essere dipeso dal contatto diretto con il personale specializzato o con gli stessi parenti che li sono andati a trovare nella struttura”.

I due contagiati “per ora hanno un quadro clinico non critico, ma bisognerà aspettare qualche giorno per scongiurare ogni possibile pericolo”. Per gli altri cinque, invece, bisognerà aspettare qualche ora: “Considerati i tempi di incubazione – puntualizza il direttore medico del presidio ospedaliero – al 90 per cento il contagio non si dovrebbe manifestare. Entro la giornata, con le coprocolture negative e se non si verificheranno sintomi – come la diarrea – non saranno più a rischio”. Quanto successo, conclude il dottor Cani, “deve spingere l’organizzazione ospedaliera a vigilare”. (g.p.)

redazioneifgurbino@gmail.com

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