il Ducato » sebastiano guerrera http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » sebastiano guerrera http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Alice e il dramma ‘Senza fin.e’. Lo spettacolo dell’Accademia di Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/06/01/ducato-online/alice-e-il-dramma-senza-fin-e-lo-spettacolo-dellaccademia-di-urbino/49452/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/01/ducato-online/alice-e-il-dramma-senza-fin-e-lo-spettacolo-dellaccademia-di-urbino/49452/#comments Sat, 01 Jun 2013 15:43:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49452

Il terzo esaminatore

URBINO – Forse Lewis Carroll non venne mai a Urbino, ma  gli studenti dell’Accademia delle belle arti hanno convinto Alice a trasferirsi per un paio di giorni nel Montefeltro. Per farlo hanno usato le conoscenze acquisite con il duro lavoro e  una grande e intensa fantasia.

Quando si chiude alle spalle dello spettatore la porta dell’aula di scenografia in via Timoteo Viti, si entra in un mondo incantato. Fuori ci sono i vicoli di Urbino, ma dentro c’è un mondo vorticoso e visionario fatto di ‘bianconigli’ e icone pop che, sorretti da un’Alice noir, fanno un processo al tempo.

Il ticchettio dell’orologio che accompagna un cadavere disteso è solo l’inizio della fine. Sembra che l’uomo moderno non possa riposare, neanche quando la vita è finita. Una volta passato dalla vita al “paese delle meraviglie”, all’uomo della crisi è chiesto il conto. E a chiederlo non è un santo, ma Alice, la dea dell’immaginazione che pretende carte da bollo e passaporti per lasciare la vita.

Alice è il primo ‘esaminatore’ del defunto, a lei segue  Miss Tv. La dea dell’apparire confonde sempre di più il cadavere: se da un lato lo attrae  con un corpo allentante, dall’altro lo richiama come una sirena moderna con slogan pubblicitari. Il protagonista è travolto si trova di fronte a una triste realtà;  la società dei consumi lo ha ingannato, gli ha rubato tempo anzichè regalargliene.

studenti dell’Accademia

L’ingresso del terzo e ultimo esaminatore vede tornare in scena il bianconiglio che accompagna un moderno Cappellaio matto sulla pedana che divide a metà l’aula di scenografia. Qui il dialogo s’infittisce e l’uomo moderno si arrende al fatto che neanche da morti si può governare il tempo, non sa che dire e cosa rispondere alle domande incalzanti del Cappellaio.

Lo spettacolo “SENZA FIN.e” fa parte della nona edizione di TeatrOltre ed è stato realizzato interamente dagli studenti dell’Accademia supportati da Francesco Calcagnini, scenografo affermato e professore di scenografia alle Belle arti.

Quando il scende il sipario, i volti si illuminano di soddisfazione. Soddisfazione per i ragazzi che vedono ricompensati i loro sforzi. Soddisfazione anche per i docenti e il preside Sebastiano Guerrera. Soddisfazione per Erica Montorsi, laureata un anno fa all’Accademia e che ha visto realizzata la sua opera ‘Senza Fin.e’.

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Quando le aziende premiano l’arte: la ‘regina’ delle api conquista il torchio http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/quando-le-aziende-premiano-larte-la-regina-delle-api-conquista-il-torchio/49289/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/29/ducato-online/quando-le-aziende-premiano-larte-la-regina-delle-api-conquista-il-torchio/49289/#comments Wed, 29 May 2013 14:34:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49289

Il lavoro di Irene Podgornik che le è valso la vittoria del torchio

URBINO – Un torchio, la cera e l’acido. Quando il lavoro in azienda e l’esperienza degli studenti si fonde, quel che ne esce fuori è uno strano legame tra questi tre elementi. Il torchio di cui si parla è quello che la studentessa dell’accademia di Belle arti di Urbino, Irene Podgornik, ha vinto per il suo lavoro realizzato per il premio Scm Press, ideato per sostenere la giovane imprenditorialità creativa. Lavoro che ha previsto, appunto, un’incisione realizzata con la cera e l’acido.

Il progetto vincente, infatti, consiste nella rappresentazione di alcune ralle, oggetti metallici circolari utilizzati in meccanica, tramite la tecnica dell’acquaforte. Come si realizza un’incisione del genere ce lo ha spiegato la stessa Irene: “Si parte da uno strato di cera, dal quale si graffia via le parti che vuoi che rimangono nere nel lavoro finale – ha raccontato la vincitrice – poi si passa il tutto nell’acido che penetra solo nelle parti dove era stato applicato il solco. Infine si lascia a mollo nell’acido quella zona, e più rimarrà a mollo e più essa sarà nera; così si crea anche un effetto diversificato di colore”.

Il risultato è una rappresentazione artistica della ralla, strumento tanto utilizzato nell’azienda che ha voluto fortemente questo premio e lo finanzia: la Scm di Ezio Zerbato. Non a caso, il lavoro di Irene è nato proprio durante la sua collaborazione in azienda e nelle sue 40 ore settimanali a fianco di Zerbato.

Oggi, all’accademia, Irene è stata premiata dal direttore Sebastiano Guerrera, dal professor Giovanni Turria, dalla professoressa Cecilia Casadei e dallo stesso Ezio Zerbato. Alla ragazza chiamata dalla sua professoressa “Irene delle api”, per la sua passione per questi animali con cui lavora da una vita e che “come lei amano inseguire il loro obiettivo finché non lo raggiungono e lavorano per gli altri con grande altruismo”, verrà assegnata una borsa di studio che la possano aiutare a inserirsi nel mondo del lavoro.

La speranza è che il premio possa portare fortuna a Irene, così come lo ha portato al vincitore dello scorso anno, Riccardo, ex studente ora professore dell’Accademia.

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