il Ducato » sigillo d’ateneo http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » sigillo d’ateneo http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Sigillo d’Ateneo alla Cattaneo: “Dobbiamo farci guidare dalla scienza” http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/sigillo-dateneo-alla-cattaneo-dobbiamo-farci-guidare-dalla-scienza/66136/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/sigillo-dateneo-alla-cattaneo-dobbiamo-farci-guidare-dalla-scienza/66136/#comments Tue, 24 Feb 2015 09:08:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66136 URBINO, 23 FEB – Ricerca, sperimentazione animale e utilizzo degli Ogm. Sono questi i temi toccati dalla senatrice a vita Elena Cattaneo a Palazzo Battiferri, dove le è stato consegnato il sigillo dell’Ateneo di Urbino. In un’aula magna piena di studenti e telecamere la cerimonia è stata presenziata dal Rettore Vilberto Stocchi e dal prorettore vicario Giorgio Calcagnini. Presenti i dirigenti di tutte le forze dell’ordine del territorio e l’assessore all’Istruzione Lucia Ciampi in rappresentanza del sindaco Gambini.

Il rettore Vilberto Stocchi consegna il sigillo d'Ateneo a Elena Cattaneo

Il rettore Vilberto Stocchi consegna il sigillo d’Ateneo a Elena Cattaneo

Durante le due ore di discorso la Cattaneo, che è direttore del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia   delle Malattie Neurodegenerative del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, è tornata sui temi a lei cari ribadendo le posizioni che non l’hanno resa popolare fra animalisti e ambientalisti. “Sfido qualsiasi ricercatore a dire che la sperimentazione sugli animali non è necessaria – ha detto la senatrice – ma occorre utilizzare solo gli animali indispensabili, non uno di più non uno di meno”. La Cattaneo ha poi parlato anche delle aziende che vendono sementi Ogm dicendo di essere “grata” alle multinazionali. “Vorrei poter parlare degli Ogm in modo razionale. Siamo l’unico paese in cui è impossibile studiarli in campo aperto”.

La Cattaneo ha poi affrontato il problema del rapporto fra politica e scienza: “L’ultima parola spetta ovviamente al politico ma tutti siamo chiamati a partecipare. Bisogna saper comunicare con le persone, invece di stupire con risultati strabilianti occorre raccontare quante volte falliscono i ricercatori”.

Sullo stesso argomento si esprime anche l’assessore Ciampi, che chiederebbe al ministro Beatrice Lorenzin di “investire nella scienza per permettere ai giovani che vogliono fare ricerca di andare all’estero perché vogliono, non perché devono”. Allo stesso tempo non si deve però investire “solo nelle malattie più diffuse ma anche in quelle rare, come nel caso della senatrice”. La Cattaneo è infatti una delle maggiori studiose della Corea di Huntington, rara malattia genetica causata da un gene impazzito che porta alla morte graduale dei neuroni. La ripetizione di un segmento chiamato “Cag” all’interno del gene per più di 36 volte, ha spiegato l’accademica, porta a “un esito fatale dopo 15-20 anni. Tutti gli animali possiedono questo segmento ma negli uomini sani varia da 9 a 35 ripetizioni”.

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L’università di Urbino premia Pupi Avati: “Io, il cinema e la politica” http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/luniversita-di-urbino-premia-pupi-avati-io-il-cinema-e-la-politica/36466/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/28/ducato-online/luniversita-di-urbino-premia-pupi-avati-io-il-cinema-e-la-politica/36466/#comments Thu, 28 Feb 2013 03:31:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=36466

Il regista Pupi Avati con il rettore Stefano Pivato

URBINO – “Gli elettori hanno chiesto questo e bisogna rispettare il loro voto. Il dissenso produce molto spesso la capacità di cambiamento”. È il breve commento di Pupi Avati sulla situazione politica italiana, argomento che preferisce non affrontare.  “Non sono genericamente indignato dalla politica – ci confessa – sono piuttosto incuriosito. Mi piacerebbe scoprire com’è nella realtà l’uomo politico, come si comporta quando è a casa, quando sta con i figli”.

Abbiamo incontrato il regista bolognese poco prima della lezione che ha tenuto all’Università di Urbino, per raccontarsi agli studenti e per ricevere dal rettore Stefano Pivato il Sigillo d’Ateneo. Titolo dell’iniziativa: “Cinema e vita”.

E nel caso di Avati, che porta con sé un bagaglio di oltre quarant’anni dedicati al grande schermo – dall’esordio nel 1968 con Balsamus, l’uomo di Satana al 2011 de Il cuore grande delle ragazze – non potevano essere scelte parole più significative.

Nel corso dell’intervista rilasciata in esclusiva a Il Ducato (che troverete in versione integrale sul nuovo numero distribuito da domani) il regista dice: “Il cinema ha cambiato la mia vita in modo determinante, pensate un po’ prima mi occupavo di alimenti surgelati, poi improvvisamente mi sono ritrovato nella condizione di poter raccontare le storie che immaginavo, che inventavo io”.

È molto critico con il cinema italiano contemporaneo, perché sostiene che abbia perso di identità cercando di “orecchiare cinematografie che hanno poco a che fare con le nostre peculiarità. Il cinema riflette il paese in cui lo si fa, l’Italia si è sbarazzata in modo molto provinciale delle sue caratteristiche”. Colpa anche della televisione che, cercando di sostituirsi al cinema, ha diseducato e fatto perdere di sensibilità a quello che il regista definisce come il “palato molto raffinato che aveva il pubblico italiano”.

 

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