il Ducato » sociologia http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » sociologia http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Rivista “Sociologia della Comunicazione”: martedì prossimo a Roma presentazione del nuovo numero http://ifg.uniurb.it/2015/03/26/ducato-notizie-informazione/martedi-31-marzo-presentazione-del-nuovo-numero-della-rivista-sociologia-della-comunicazione/69232/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/26/ducato-notizie-informazione/martedi-31-marzo-presentazione-del-nuovo-numero-della-rivista-sociologia-della-comunicazione/69232/#comments Thu, 26 Mar 2015 09:17:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69232 [continua a leggere]]]> URBINO, 26 MAR – Il prossimo martedì 31 marzo alle 15.30 presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma sarà presentato il 48° numero della rivista Sociologia della Comunicazione, dal titolo “E-Health: Comunicazione e tecnologia per la salute del cittadino connesso”.

Il tema centrale sarà il fascicolo sanitario elettronico (Fse), una raccolta informatica della propria documentazione sanitaria, disponibile su internet in forma protetta e riservata. Si porrà l’accento sulle nuove tecnologie al servizio del cittadino nella vita di tutti i giorni, come i social network e le applicazioni per dispositivi mobili. Altri temi trattati saranno il nuovo rapporto medico-paziente, il corretto utilizzo delle informazioni presenti in rete e gli strumenti per l’auto-monitoraggio della salute. All’incontro saranno presenti i curatori della rivista Lella Mazzoli (direttore del dipartimento di Scienze della comunicazione e Discipline umanistiche dell’università di Urbino), Fabio Giglietto, ricercatore sempre alla Carlo Bo.

Parteciperanno anche:
Sveva Avveduto (Istituto di Ricerca sulle Popolazioni e le Politiche Sociali Cnr);
Licia Califano (Garante per la protezione dei dati personali);
Angelo Del Favero (Direttore Generale Istituto Superiore di Sanità);
Mauro Moruzzi (Assinter Accademy, Direttore scientifico Cup2000spa);
Antonio Pedicini (Federsanità);
Luca Rigoni (Direttore Assinter Italia);
Giulia Scaravelli (Istituto Superiore di Sanità).

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La partecipazione politica ai tempi di Internet, giovedì un incontro al Magistero http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-notizie-informazione/la-partecipazione-politica-ai-tempi-di-internet-domani-un-incontro-al-magistero/60447/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/26/ducato-notizie-informazione/la-partecipazione-politica-ai-tempi-di-internet-domani-un-incontro-al-magistero/60447/#comments Wed, 26 Mar 2014 16:51:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60447 [continua a leggere]]]> URBINO – Politica e partecipazione digitale saranno al centro dell’incontro organizzato da Giovanni Boccia Artieri, professore di Sociologia dei New Media e Internet Studies alla facoltà di Sociologia, con la partecipazione di Luca Alagna, consulente di comunicazione e giornalista. L’evento si terrà alla Sala Cinema del Magistero, in Via Saffi 15, dalle ore 11 alle 13.

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Scienze motorie sul podio del Censis. Il preside Stocchi: “Punto sulla ricerca” http://ifg.uniurb.it/2013/05/31/ducato-online/scienze-motorie-sul-podio-del-censis-il-preside-stocchi-punto-sulla-ricerca/49200/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/31/ducato-online/scienze-motorie-sul-podio-del-censis-il-preside-stocchi-punto-sulla-ricerca/49200/#comments Fri, 31 May 2013 15:59:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49200 URBINO – Culla del Rinascimento, patria di Raffaello, capitale artistica e culturale. Ma nelle aule e nei centri di ricerca di un’università vecchia di 500 anni, è lo sport a far eccellere Urbino a livello nazionale. Sarà che le salite e le discese del centro storico tengono in allenamento i polmoni degli urbinati, ma la Carlo Bo è ai primi posti in Italia proprio per quanto riguarda l’attività motoria e la prevenzione della salute.

Secondo le classifiche stilate dal Censis nel 2012, la facoltà di scienze motorie di Urbino – che dovrebbe chiamarsi “scuola” dopo la riforma Gelmini – è la terza in Italia su un totale di trentadue. Nel 2011 era al secondo posto, e nel 2010 al quinto. I criteri di posizionamento si basano, ad esempio, sui tassi di regolarità dei laureati, sulla qualità degli insegnamenti, sui progetti di ricerca e sulle opportunità internazionali.

Anche la ex-facoltà di sociologia, ora ripartita in due diversi dipartimenti, è stata sul podio del Censis negli ultimi anni. Il dato però è meno significativo perché compete con un totale di quattro o cinque facoltà. “Al terzo posto in Italia? Non lo sapevo – ammette Bernardo Valli, ex preside di sociologia – e comunque ormai la facoltà è stata sotterrata”.

Vilberto Stocchi invece, preside di scienze motorie, sa bene di gareggiare per il primato italiano, e le graduatorie del Censis se le ricorda a memoria: “Per quanto riguarda la ricerca abbiamo il massimo dei punti: più della facoltà di Roma, che nel totale è la prima in classifica”. E’ consapevole anche di guidare una facoltà giovane: lui stesso, racconta, era in quella commissione di Berlinguer che diede vita alla laurea in scienze motorie come evoluzione del diploma Isef (Istituto superiore di educazione fisica). La transizione è durata dal 1999 al 2001, e meno di quindici anni sono bastati per fare dell’università di Urbino un modello esemplare nello studio dell’attività sportiva e della prevenzione.

“Abbiamo scelto di caratterizzarci per la ricerca – spiega il professor Stocchi – perché è quella che ci dà la conoscenza necessaria a migliorare la didattica”. E così l’Istituto di ricerca sull’attività motoria, nascosto in località Sasso, cela macchinari per oltre 6 milioni di euro. E per quanto riguarda le opportunità internazionali, altro criterio in cui ottiene ottimi voti dal Censis, la facoltà vanta contatti con dodici università sparse in tutta Europa: per l’anno prossimo sono in partenza 25 ragazzi.

Ma al di là dei sorrisi stampati sui depliant informativi, non mancano opinioni discordanti. Marco Torresi, di 29 anni, ha fatto la triennale e la specialistica in scienze motorie a Urbino e oggi dirige un centro di attività motoria chinesiologica e posturale a Jesi, in provincia di Ancona. “Se sono arrivato fin qui – spiega Marco – non è grazie alla laurea. Trovare lavoretti occasionali è semplice, ma se vuoi una professione riconosciuta devi fare altri corsi, altrimenti sulla carta non sei nessuno”. Un problema italiano, non solo di Urbino, che Stocchi ha a cuore: come presidente della Conferenza nazionale dei presidi di scienze motorie, e membro della Commissione in sport e salute del Ministero della salute, insiste da anni per il riconoscimento del laureato in scienze motorie, ad esempio, nella riabilitazione fisica dei pazienti dopo l’intervento del fisioterapista. Per lo sport, invece, ha firmato convenzioni con oltre 200 federazioni per permettere ai suoi studenti di acquisire brevetti a prezzi bassi.

Per chi sta ancora studiando, i problemi solo altri. Isabella Colella, rappresentante degli studenti della facoltà, è al primo anno di specialistica e si lamenta soprattutto degli spazi: le segreterie e la sede didattica sono in due parti diverse della città, d’inverno non è il massimo fare sport nei palloni, e le aule non sono sufficienti per 720 iscritti. Anche Marco, che a suo tempo studiava con “solo” altri 250 ragazzi, ricorda che a volte doveva andare ad ascoltare la lezione al cinema Ducale.

Eppure sembra che nel giro di qualche anno dovrebbe risolversi tutto: c’è chi promette in due anni di riunire la segreteria alle aule e chi di rimettere il numero chiuso. Isabella stessa ammette che l’organizzazione dell’attività sportiva e dei tirocini è ottima perché si inizia subito a fare pratica, fin dal primo anno. E per quanto riguarda gli spazi, è vero che le attrezzature migliori sono destinate all’uso esclusivo dei ricercatori, ma tra aule e palloni gli studenti possono contare su sette palestre attrezzate, e hanno pur sempre la piscina migliore della città.

Rimane da chiedersi se sia possibile esportare questo modello di eccellenza alle altre facoltà della Carlo Bo. Il rettore Stefano Pivato rimane vago: “Sono tanti i fattori che incidono sulle graduatorie del Censis. E’ inevitabile che i risultati siano diversi, ma i motivi sono molteplici”. Stocchi invece al proprio risultato ci tiene: “La credibilità si acquista con le competenze”, ci dice. E in questo caso, scalare la classifica non è solo uno sport.


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Da Siddharta a Che Guevara: con Veca alla ricerca dei mondi possibili http://ifg.uniurb.it/2013/05/08/ducato-online/da-siddharta-a-che-guevara-con-veca-alla-ricerca-dei-mondi-possibili/46165/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/08/ducato-online/da-siddharta-a-che-guevara-con-veca-alla-ricerca-dei-mondi-possibili/46165/#comments Wed, 08 May 2013 17:23:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46165

Salvatore Veca con Giorgio Zanchini e Lella Mazzoli

URBINO – “Il possibile non sarebbe mai raggiunto se nel mondo non si tentasse l’impossibile”. Salvatore Veca, filosofo e docente dell’Università di Pavia, presentato da Giorgio Zanchini e Lella Mazzoli, questa mattina ha tenuto una lectio di due ore agli studenti di filosofia e sociologia dell’Università di Urbino, spaziando con le parole su tutte le inclinazioni della parola “possibile”.

Siddharta di Herman Hesse, è un esempio di come, nell’esistenza di un individuo, si perdano progetti e quindi possibilità di sé, ha detto Veca: “La perdita del senso di una vita, può essere irreparabile come se si perdesse definitivamente dei pezzi di sé che si era preso a prestito, ma può essere un’esperienza liberante” spiega il filosofo. Siddharta, nel suo percorso, perde questi pezzi, ma ogni volta elabora delle congetture nuove della propria esistenza.

Per parlare di possibile bisogna conoscere i suoi limiti che sono la necessità, gli stipiti della porta attraverso la quale entrare per conoscere i mondi possibili. Le utopie quindi sono contemplate, ma solo quelle realistiche. Come recitava uno slogan degli anni ’70, ispirato alle parole di Ernesto Che Guevara: “Siamo realisti, esigiamo l’impossibile”.

I limiti, quando vengono estesi nella società, permettono nuove possibilità e, “come diceva Jean Jacques Rousseau – ricorda Veca – i limiti del possibile nelle cose morali sono meno ristretti di quanto pensiamo.”

Lella Mazzoli ha osservato che già si parla di dopo-modernità e non più di tardo-moderno e che forse parlare di mondo liquido, come diceva Zygmunt Bauman, quindi un mondo infinito di possibilità, è un concetto superato. “Se tutto è liquido, perché esiste l’asciugamano? Non sarà liquido anche quello?” ha detto Veca, aggiungendo che nella “postumanità” a cui andiamo incontro il mondo virtuale pagherà un tributo a quello reale.

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Università, una giornata di studi in ricordo del sociologo Emilio Pozzi http://ifg.uniurb.it/2013/04/22/ducato-notizie-informazione/universita-una-giornata-di-studi-in-ricordo-del-sociologo-emilio-pozzi/44003/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/22/ducato-notizie-informazione/universita-una-giornata-di-studi-in-ricordo-del-sociologo-emilio-pozzi/44003/#comments Mon, 22 Apr 2013 10:46:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=44003 [continua a leggere]]]> URBINO – Tre anni fa moriva Emilio Pozzi, giornalista e storico docente della facoltà di Sociologia dell’università di Urbino. L’ateneo ricorderà il sociologo con una giornata di studi intitolata “Le realtà dell’immaginario. Riflessioni fra cinema e teatro per una sociologia della performance”. Docenti da tutta Italia rifletteranno sulla deriva “realistica” che caratterizza una buona fetta dello spettacolo e soprattutto il cinema e il teatro negli ultimi anni, un tema molto caro a Emilio Pozzi.

La giornata, organizzata dal dipartimento Discum e Dottorato in Sociologia della comunicazione e scienze dello spettacolo dell’università di Urbino, si terrà nell’ aula cinema di Palazzo Volponi, in via Saffi 15. A introdurre le varie lectio ci saranno il rettore Stefano Pivato, Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento e Bernardo Valli, coordinatore della Scuola di Scienze della Comunicazione.

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Il postmoderno è morto, arriva il ‘dopo-moderno’ http://ifg.uniurb.it/2012/03/27/ducato-online/il-postmoderno-e-morto-arriva-il-dopo-moderno/29825/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/27/ducato-online/il-postmoderno-e-morto-arriva-il-dopo-moderno/29825/#comments Tue, 27 Mar 2012 14:40:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=29825

La copertina del libro "La Sociologia della riflessività"

URBINO – Dal post moderno al dopo moderno. Questa la teoria di Pierpaolo Donati, sociologo di fama mondiale dell’Università di Bologna che questa mattina ha presentato al Magistero il suo ultimo libro ‘Sociologia della riflessività. Come si entra nel dopo-moderno’ all’interno dei seminari organizzati dalla professoressa Lella Mazzoli per gli studenti di Scienze della comunicazione.

Secondo Donati la modernità è nata e si è sviluppata attraverso una forma di riflessività, individuale e sociale intesa non solo come dialogo introspettivo ma visto da una prospettiva sociologica, prendendo spunto dagli studi di Margareth Archer: una capacità di dialogo con sé stessi in relazione con il mondo. La novità indica che la modernità e anche la postmodernità applicati allo studio sociologico non risolvono le questioni attuali ma, piuttosto, paiono girare a vuoto generando maggiori problemi più che risolverli.

La prospettiva del professore Donati indica la via per uscire dalla crisi della modernità, e imboccare la via del dopo-moderno: è necessario andare oltre la riflessività del “soggetto moderno”. La proposta è di guardare alle dinamiche sociali che emergono là dove la riflessività sì applica alle relazioni sociali e non resta prigioniera della soggettività individuale o dei meccanismi sistemici. Una prospettiva che si può applicare anche all’organizzazione politica delle società. Se quelle pre moderne si basavano su una riflessività di tipo ‘comunicativo’ e quindi dipendente dalle decisioni provenienti dall’alto delle gerarchie, quella moderna e postmoderna è di tipo autonomo, tipica del capitalismo moderno. Mentre la metariflessività può rifarsi all’idea che sottende al terzo settore e il mondo dell’associazionismo: persone motivate interiormente e insoddisfatte sia dallo Stato che dal mercato.

Ma quindi che cos’è il dopo-moderno? Donati sostiene che non  si debba più ripiegare su sé stessi per capire dove è stato l’errore, ad esempio l’inquinamento o la mancanza di lavoro per i giovani. Attraverso una riflessività nuova: pensare alle conseguenze delle nostre azioni in relazione con gli altri.

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Lucio Dalla, artista e comunicatore della modernità: il ricordo di Urbino http://ifg.uniurb.it/2012/03/01/ducato-online/lucio-dalla-artista-e-comunicatore-della-modernita-il-ricordo-dellateneo-ducale/27204/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/01/ducato-online/lucio-dalla-artista-e-comunicatore-della-modernita-il-ricordo-dellateneo-ducale/27204/#comments Thu, 01 Mar 2012 18:55:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=27204 L'INTERVISTA "Dare voce alla storia di Urbino e coinvolgere gli studenti"]]>

Lucio Dalla, 2001, Università di Urbino Fonte: Archivio Università

URBINO – Gli studenti e i docenti lo ricorderanno non solo per le sue qualità di musicista, ma anche come “straordinario comunicatore della modernità“. Anche l’Università di Urbino commemora la scomparsa di Lucio Dalla, colpito da un infarto a quasi 69 anni, mentre si trovava a Montreaux (Svizzera) per una serie di concerti.

Questo perché nella città ducale Lucio Dalla, tra i maggiori cantautori italiani, ha insegnato per diversi anni, a partire dal 2002, come docente di Tecniche e linguaggi pubblicitari. “Le sue lezioni erano seguitissime e attese dagli universitari”, ricorda la professoressa Lella Mazzoli, amica del cantante bolognese.

Un contributo raccolto nel libro “Gesù, San Francesco, Totò: la nebulosa della comunicazione” (edito da Franco Angeli) uscito nel 2004.  Del “personaggio Dalla” stupivano soprattutto la disponibilità e la grande cultura: “Poche star potevano vantare la sua immensa conoscenza: dalla filosofia alla sociologia, fino alla letteratura”, spiega la stessa Mazzoli.

MEZZO SECOLO IN MUSICA – La carriera di Dalla sfiora i cinquanta anni di attività: clarinettista, dopo l’esordio negli anni ’60 con la band dei Flippers,  è Gino Paoli a spingerlo verso la carriera solista. E’  il Festival di Sanremo, dove sarà poi presente in diverse occasioni, a consacrarlo al grande pubblico. Da quel palco saranno presentati brani indimenticabili. Come 4/3/1943, che rievoca lo stesso giorno della sua nascita, in queste ore tra le canzoni più citate dai numerosi fan su Twitter (dove l’hashtag #luciodalla è diventato trending topic)  e Facebook. La pagina dedicata al cantante sul social network ha raggiunto in poche ore quasi 16 mila likes.

L’ESPERIENZA UNIVERSITARIA – A Urbino tutti lo aspettavano per aprile, quando avrebbe dovuto parlare di modernità, attraverso le pagine di un padre della sociologia come Georg Simmel. “La sua lezione era già stata inserita nel programma”, confermano. Poi l’addio, durante il tour europeo che da Montreaux doveva portare la sua musica fino a Berlino.

L’ultima apparizione per il pubblico italiano resterà così quella di poche settimane fa all’Ariston, quando si è esibito con il giovane artista Pierdavide Carone, con il brano “Nanì“.  Dei trascorsi a Urbino c’è chi ricorda il concerto organizzato nel 2005 alla Sala del Trono di Palazzo Ducale, un simbolo del Rinascimento dove riuscì a far entrare per la prima volta la musica leggera.

Altri il suo legame storico e culturale con la città ducale (nella quale aveva anche acquistato una casa): ospiti delle sue lezioni sono stati personaggi come lo scrittore Alessandro Bergonzoni e  il drammaturgo Giampiero Solari, oltre a Oliviero Toscani e Davide Paolini.  Seminari che in realtà furono occasioni di dibattito e dialogo con gli studenti, perché, ricorda la Mazzoli, “Lucio non si riteneva un accademico, ma un ‘praticone’ e uno studioso dei linguaggi della comunicazione”.

Agli studenti, in un intervista rilasciata all’ex allievo dell’Ifg Filippo Brunamonti, Dalla aveva suggerito: “Oltre allo studio è essenziale la pratica. Gli studenti non sono consapevoli del panorama artistico e culturale che li circonda. Devono toccare con mano quella storia conosciuta sulle pagine ingiallite”.

IL RAPPORTO CON URBINO – “Una persona intraducibile, imprevedibile come il jazz (tra le sue passioni, ndr): è stata la domanda più importante a cui il nostro paese non è stato in grado di rispondere”, dichiara invece Brunamonti, che oggi collabora con il gruppo Espresso. Una domanda incompresa forse dagli stessi cittadini urbinati: “Non so quanto la città abbia capito il valore e il ruolo del personaggio”, aggiunge la professoressa Mazzoli. “Di certo per gli studenti fu l’occasione per analizzare la comunicazione da punti di vista differenti, come quelli interpretativi”, conclude.

Sul periodo accademico del cantante interviene anche Bernardo Valli, preside della facoltà di Sociologia: “Per il nostro Ateneo è stata una grande esperienza: era la prima volta che veniva assegnata una cattedra, e non un semplice seminario, a un personaggio della cultura popolare come Dalla”. Il ricordo è legato alla laurea honoris causa in comunicazione assegnata a Valentino Rossi, simbolo della provincia: “Lucio era entusiasta: questo perché era un artista poliedrico, appassionato di comunicazione in ogni sua forma”. Con Rossi il cantante avrebbe poi doppiato un fumetto di Milo Manara, come ricorda oggi su Twitter lo stesso motociclista di Tavullia.

IL SALUTO DELL’ARTISTA- L’ultimo concerto Dalla lo aveva concluso ieri nella città svizzera. Dell’artista resteranno capolavori assoluti: da Canzone, a Disperato Erotico Stomp fino alla semilirica Caruso, da tutti ricordata come “Te voglio bene assai”. Senza dimenticare la collaborazione nel ’79 con De Gregori per il disco Banana Republic. E gli album più recenti, come l’ultimo “Questo è amore“, dove l’artista riscopriva brani meno conosciuti del suo repertorio. Ma resterà anche il ricordo di tanti studenti urbinati che ne hanno saputo apprezzare la competenza e l’apertura mentale.

 

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Utopia e tecnologia, dialogo a Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/29/ducato-notizie-informazione/utopia-e-tecnologia-dialogo-a-urbino/6861/#comments Tue, 29 Mar 2011 11:26:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6861 [continua a leggere]]]> La diretta twitter dall’incontro con i giornalisti Mario Tedeschini Lalli, Marino Sinibaldi e il professore di Sociologia della comunicazione Giovanni Boccia Artieri
di Martina Manfredi

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Leopoldo Fabiani (La Repubblica) a Urbino per “Cultura/Media” http://ifg.uniurb.it/2010/03/22/ducato-notizie-informazione/leopoldo-fabiani-la-repubblica-a-urbino-per-%e2%80%9cculturamedia%e2%80%9d/1766/ http://ifg.uniurb.it/2010/03/22/ducato-notizie-informazione/leopoldo-fabiani-la-repubblica-a-urbino-per-%e2%80%9cculturamedia%e2%80%9d/1766/#comments Mon, 22 Mar 2010 16:31:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=1766 [continua a leggere]]]> Ore 17.30

Un pomeriggio a contatto con un giornalista di “Repubblica” per capire come viene pensata e realizzata la pagina di cultura. Mercoledì, ore 16, torna alla facoltà di Sociologia un altro appuntamento del ciclo di seminari “Cultura/Media. Gli scenari contemporanei dell’informazione culturale”.

Questa volta a reggere l’incontro sarà Leopoldo Fabiani che dal 1988 lavora al quotidiano fondato da Scalfari e dal 2003 si occupa di cultura. Fabiani ha anche fatto parte del comitato della rivista letteraria “Nuovi argomenti” fondata nel 1953 da Alberto Moravia e Alberto Carocci.

“Cercherò di raccontare in modo molto semplice e pragmatico quello che succede nella redazione cultura di un giornale”, spiega Fabiani che ha intervistato i più interessanti esponenti della letteratura italiana e straniera. “Parlerò brevemente dell’evoluzione storica di questo settore. Dalla famosa terza pagina ad oggi, soffermandomi soprattutto sui nuovi modi di parlare di cultura”.

Restituire all’informazione culturale un ruolo di primo piano e coniugarla a seconda delle caratteristiche dei diversi media: carta stampata, radio, tv e on-line. Questi gli argomenti al centro dell’incontro che fa parte di un ciclo di seminari organizzati dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione diretto dalla professoressa Lella Mazzoli. (s.s)

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