il Ducato » Strategia Europa 2020 http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Strategia Europa 2020 http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Ricerca e Sviluppo, Istat: Marche spendono poco ma imprese investono +22%/anno http://ifg.uniurb.it/2011/05/24/ducato-notizie-informazione/ricerca-e-sviluppo-istat-marche-spendono-poco-ma-imprese-investono-22anno/9265/ http://ifg.uniurb.it/2011/05/24/ducato-notizie-informazione/ricerca-e-sviluppo-istat-marche-spendono-poco-ma-imprese-investono-22anno/9265/#comments Tue, 24 May 2011 16:46:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9265 [continua a leggere]]]> Bassa spesa delle Marche in ricerca e sviluppo (R&S), e solo le imprese trainano l’innovazione e la crescita. E’ questo il quadro che emerge dal Rapporto Annuale Istat 2010, sulla ricerca e lo sviluppo per “competitività e crescita intelligente”. Dagli ultimi dati, rilevati nel 2008,  la spesa totale delle Marche in R&S è di circa lo 0,7 per cento del Pil, distante dalla media italiana (1,23 per cento). E’ una quota che accomuna la regione a quelle più arretrate (Basilicata, Calabria e Molise) e molto inferiore a quelle che investono di più (Piemonte 1,88 per cento, Lazio 1,79 per cento, Friuli Venezia Giulia 1,37 per cento, Campania 1,35 per cento, Emilia Romagna 1,33 per cento e Lombardia 1,22 per cento).

Il dato confortante, che distingue le Marche dal ritardo del Mezzogiorno, è rappresentato dalla  variazione della spesa in ricerca e sviluppo che hanno sostenuto le imprese. Tra 2000 e 2008  aziende e istituzioni private marchigiane, nel rapporto tra spesa R&S e Pil hanno investito una media del 22 per cento in più all’anno, lo stesso incremento percentuale delle imprese del Veneto, regione all’avanguardia nella crescita economica italiana, prima della crisi.

La Strategia Strategia Europa 2020, decisa dalla Commissione europea, pone come obbiettivo portare al 3 per cento del Pil la spesa in R&S. Target ancora molto lontano per l’Italia mentre altre nazioni come Finlandia e Svezia hanno già raggiunto e superato il traguardo.

(s.s.)

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Abbandono scolastico, Istat: Marche tra regioni virtuose http://ifg.uniurb.it/2011/05/24/ducato-notizie-informazione/abbandono-scolastico-istat-marche-tra-regioni-virtuose/9198/ http://ifg.uniurb.it/2011/05/24/ducato-notizie-informazione/abbandono-scolastico-istat-marche-tra-regioni-virtuose/9198/#comments Tue, 24 May 2011 08:40:59 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9198 [continua a leggere]]]> Le Marche sono tra le regioni più virtuose nelle statistiche sull’abbandono scolastico (Early School Leaver- ESL) contenute nel Rapporto Annuale Istat 2010. E’ di circa il 15 per cento (stesso dato dell’Emilia Romagna) il tasso di giovani che lasciano prematuramente gli studi, una percentuale che colloca la regione tra le prime in classifica, dietro Friuli-Venezia Giulia (12 per cento), e Provincia Autonoma di Trento (12 per cento). Il dato regionale  è tra i più vicini all’obiettivo fissato dalla Strategia Europa 2020 che, per gli abbandoni scolastici prematuri, stabilisce una soglia massima del 10 per cento, da raggiungere entro il 2020.

Critica la situazione del Mezzogiorno: un quarto dei giovani siciliani lascia la scuola con al massimo la licenza media, e incidenze superiori al 23 per cento degli abbandoni si registrano in Campania, Puglia, Sardegna. Quote elevate di ritiri scolastici si riscontrano anche in Toscana e in regioni del Nord-Ovest, come Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia.

In Italia, il fenomeno della dispersione scolastica rimane preoccupante nel 2010, con un 18,8 per cento, e riguarda soprattutto i ragazzi (22 per cento contro il 15,4 per cento delle ragazze). L’abbandono scolastico femminile è più contenuto, ma a questo non corrispondono maggiori opportunità lavorative – solo il 31,9 per cento delle giovani italiane che hanno abbandonato gli studi risulta occupato, contro il 58,6 per cento dei maschi. L’obiettivo del  15-16 per cento, contenuto nel Piano Nazionale di Riforma (Pnr), e stabilito dal Governo per rientrare negli obiettivi della Strategia Europa 2020, “non appare particolarmente ambizioso – si legge nel focus del rapporto Istat – e non consente un avvicinamento deciso rispetto agli obiettivi comunitari”.

Nell’Unione Europea, la media dei giovani (20-24 anni) che hanno abbandonato gli studi senza conseguire un diploma di scuola media superiore è del 14,4 per cento. Da una parte gli Stati del Nord Europa, come Germania, Svezia, Finlandia e Lituania, e quelli di recente accesso, come Polonia, Slovenia e Slovacchia, hanno già raggiunto o sono vicini all’obiettivo del 10 per cento, dall’altra alcuni paesi del Mediterraneo, come Spagna, Portogallo e Malta, sono assai lontani, con quote di abbandono di circa il 30 per cento.

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