il Ducato » Tar http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Tar http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Imu terreni agricoli, a Urbino non si pagherà nemmeno la tassa 2014 http://ifg.uniurb.it/2015/01/30/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-a-urbino-non-si-paghera-nemmeno-la-tassa-2014/64079/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/30/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-a-urbino-non-si-paghera-nemmeno-la-tassa-2014/64079/#comments Fri, 30 Jan 2015 10:43:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64079 Urbino

Urbino

URBINO – Urbino è totalmente esente dal pagamento dell’Imu sui terreni agricoli per il 2014. Il 10 febbraio, dunque, l’imposta non si pagherà. Il decreto legge n.4 del 24 gennaio 2015 – la stessa che esenta la città per il 2015 – ha stabilito che per il pagamento del 2014 dovrà essere applicato il criterio della “classificazione sintetica” dell’Istat, che divide i comuni in “totalmente montani” (esenzione totale), “parzialmente montani” (esenzione parziale) e “non montani” (nessuna esenzione). È lo stesso parametro che sarà utilizzato per il 2015 e che non farà pagare l’imposta ai cittadini urbinati che possiedono uno o più terreni agricoli nel comune, visto che Urbino rientra nei comuni “totalmente montani”.

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“Criterio altimetrico” archiviato. Il governo ha risolto così tutti quei problemi nati con il “criterio altimetrico”, introdotto dal decreto ministeriale del 28 novembre del 2014, che determinava le esenzioni in base all’altezza sul livello del mare del palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non erano previste esenzioni, per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione era parziale e interessava soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione sarebbe stata totale.

Urbino trovandosi a un’altitudine di 485 metri sul livello del mare, sarebbe rientrato nell’esenzione parziale e il 10 febbraio, scadenza del pagamento dell’Imu per il 2014, i cittadini avrebbero dovuto pagare.

Il ricorso al Tar. Il problema del “criterio altimetrico” è iniziato il 22 dicembre del 2014, quando il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo contro il nuovo parametro, giudicato ingiusto perché teneva conto dell’altezza sul livello del mare del palazzo comunale e non del terreno su cui doveva essere pagata l’imposta. In molti comuni il palazzo comunale si trova sotto i 600 metri (quindi senza esenzioni o con esenzioni parziali), mentre i terreni agricoli sono al di sopra (esenzione totale).

Con un provvedimento depositato il 23 gennaio 2015, il Tar aveva deciso di sospendere il decreto ministeriale che introduceva il “criterio altimetrico” fino al 18 febbraio, ma allo stesso tempo non aveva indicato quale sarebbe stato il parametro da applicare per le esenzioni. Per mettere la parola fine alla questione il governo ha emanato il decreto legge del 26 gennaio, che introduce definitivamente la “classificazione sintetica” dell’Istat come parametro per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli sia per il 2014, che per il 2015.

La “clausola di salvaguardia”. Ci sono comuni che si trovano in una posizione inversa rispetto a Urbino. L’articolo 1, comma 4 del decreto n.4 del 24 gennaio del 2015 introduce anche una “clausola di salvaguardia” che difende i cittadini dal doppio cambio di regole avvenuto in pochi mesi. Vista la vicinanza della scadenza (10 febbraio), nei comuni esentati dal pagamento in virtù del “criterio altimetrico” non si pagherà (o si pagherà solo in parte) l’Imu sui terreni agricoli per il 2014, mentre l’imposta per il 2015 sarà versata normalmente, in base al nuovo parametro della “classificazione sintetica” dell’Istat.

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Imu terreni agricoli, nel 2015 a Urbino non si pagherà http://ifg.uniurb.it/2015/01/23/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-nel-2015-urbino-non-paga/63388/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/23/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-nel-2015-urbino-non-paga/63388/#comments Fri, 23 Jan 2015 17:49:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63388 Urbino

Urbino

URBINO – A Urbino nel 2015 non si pagherà l’Imu sui terreni agricoli. La decisione sui nuovi criteri per l’applicazione dell’imposta è arrivata in Consiglio dei ministri oggi intorno alle 16.

Cosa cambia. Per il 2015 il ministro dell’Economia delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina hanno deciso di cambiare il “criterio altimetrico”, introdotto dal decreto ministeriale del 28 novembre 2014, con un nuovo parametro, in base alla “classificazione sintetica” dell’Istat. Urbino, quindi, rientrerà tra i comuni “montani” e sarà completamente esente dal pagamento.

Il pagamento del 2014. Resta ancora aperta invece la questione per il 2014. Lunedì 21 gennaio il Tar del Lazio avrebbe dovuto decidere sulla sospensiva del 26 gennaio, ultimo giorno utile per pagare l’Imu “agricola”, ma non è stato così. La scadenza rimane quindi congelata fino al 4 febbraio, giornata in cui dovrebbe arrivare una risposta definitiva dal Tar.

Il “criterio altimetrico”. Il problema Imu 2014 nasce dal decreto ministeriale del 28 novembre 2014, in cui viene introdotto il “criterio altimetrico”, che divide i comuni italiani in tre fasce in base all’altezza sul livello del mare alla quale si trova il palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non sono previste esenzioni sull’Imu agricola. Per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione è parziale e interessa soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione è totale.

Contro il “criterio altimetrico” l’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo hanno presentato un ricorso che è stato accolto il 22 dicembre 2014 dal Tar del Lazio, che per questo ha sospeso la scadenza del pagamento. Nel decreto del presidente del Tar è chiara l’opinione dei giudici amministrativi che parlano di “assoluta incertezza dei criteri applicativi” e “irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene”, visto che in alcuni casi i terreni agricoli superano i 600 metri, mentre la posizione del palazzo comunale è inferiore.

Per il 2014 Urbino (485 metri sul livello del mare), nonostante la classificazione dell’Istat, sarebbe considerato “parzialmente montano” e sarebbe quindi esente dal pagamento solo parzialmente.

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Scadenza Imu terreni agricoli, si attende la sentenza del Tar . Slitta in Cdm la discussione su imposta 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/imu-terreni-agricoli-oggi-la-sentenza-del-tar-del-lazio-slitta-in-cdm-la-discussione-su-imposta-2015/63071/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/imu-terreni-agricoli-oggi-la-sentenza-del-tar-del-lazio-slitta-in-cdm-la-discussione-su-imposta-2015/63071/#comments Wed, 21 Jan 2015 08:12:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63071 Se non verrà accolto resterà la scadenza del 26 gennaio. Urbino è 'in bilico' tra esenzione parziale ed esenzione totale in base ai criteri altimetrici. Nessuna discussione invece, nel Consiglio dei ministri di ieri, sulle regole per il 2015]]> Urbino

Urbino

URBINO – Si attende la sentenza del Tar del Lazio sulla scadenza per il pagamento dell’Imu 2014 sui terreni agricoli. Mentre sul decreto pronto per regolamentare l’imposta del 2015,  il Consiglio dei ministri di ieri ha rinviato la discussione.

La decisione del Tar  Il Tribunale amministrativo dovrà decidere se accogliere la richiesta di annullamento del decreto ministeriale del 28 novembre 2014. Se accolto, la scadenza del pagamento dell’imposta 2014 sui terreni agricoli slitterà. In caso contrario resterà valida quella del 26 gennaio.  I giudici dovranno valutare il criterio altimetrico attualmente in vigore per il 2014: il parametro che suddivide i comuni italiani in tre fasce in base all’altezza sul livello del mare alla quale si trova il palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non sono previste esenzioni sull’Imu agricola. Per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione è parziale e interessa soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione è totale. Urbino (485 metri sul livello del mare) nonostante la classificazione dell’Istat, passerebbe dunque da “montano” a “parzialmente montano”.

Contro il “criterio altimetrico” l’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo hanno presentato un ricorso che è stato accolto il 22 dicembre 2014 dal Tar del Lazio e per questo ha sospeso la scadenza del pagamento. Nel decreto del presidente del Tar è chiara l’opinione dei giudici amministrativi che parlano di “assoluta incertezza dei criteri applicativi” e “irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene”, visto che in alcuni casi i terreni agricoli superano i 600 metri, mentre la posizione del palazzo comunale è inferiore.

L’aliquota da applicare ai terreni agricoli sarà lo 0,76% del valore del terreno, ma potrebbe subire un aumento o una diminuzione di 0,3 punti percentuali in base a provvedimenti comunali. A Urbino al momento non sono stati presi, quindi varrebbe il parametro standard, anche se l’assessore al bilancio, Christian Cangiotti, ha fatto sapere che ogni decisione in merito “verrà presa dopo la sentenza del Tar del Lazio”.

Imu 2015 non va in Cdm  Secondo il sito web quotidianoentilocali.ilsole24ore.com, il Governo ha pronto un decreto per cambiare le regole per il 2015, introducendo un nuovo criterio per classificare i “comuni montani”, “parzialmente montani” e “non montani”: la “classificazione sintetica” dell’Istat. Secondo questo parametro, Urbino rientrerebbe nei comuni montani e sarebbe completamente esente dal pagamento.

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Industria, in provincia calo produzione e vendite quarto trimestre 2011 http://ifg.uniurb.it/2012/02/28/ducato-notizie-informazione/industria-in-provincia-calo-produzione-e-vendite-quarto-trimestre-2011/26880/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/28/ducato-notizie-informazione/industria-in-provincia-calo-produzione-e-vendite-quarto-trimestre-2011/26880/#comments Tue, 28 Feb 2012 17:35:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=26880 [continua a leggere]]]> URBINO – Le industrie pesaresi hanno chiuso il 2011 con  un netto calo di produzione e fatturato. Secondo l’indagine congiunturale, nel periodo ottobre-dicembre, la produzione è diminuita del 16% e i fatturati dello 0,5% causati da un peggioramento delle esportazioni (-6,1%). “Una situazione incerta e difficile, che avrà riflessi nel 2012 – ha detto Claudio Pagliano, presidente di Confindustria Pesaro Urbino – anche alla luce dei danni procurati dal maltempo di inizio febbraio. La previsione degli imprenditori sulle vendite sono orientate al peggioramento dell’ attuale quadro congiunturale, in modo particolare sul mercato interno”.

Tutti i settori hanno subito contrazioni, ad eccezione di gomma-plastica e abbigliamento. Segni negativi anche per l’edilizia, sotto il profilo produttivo e occupazionale. A Pesaro chiudono 18 imprese al mese perchè non c’è mercato – ha affermato Gianfranco Santilli, presidente dell’ Ance provinciale – e di conseguenza il settore perde manodopera, anche qualificata. Gli appalti pubblici sono leggermente aumentati, ma richiedono il 40% di ribassi e le aree da acquistare hanno un costo molto elevato rispetto al costruito”.

Critico il settore della meccanica. In calo la produzione del 4,3%, tranne che per il comparto dei casalinghi, e il fatturato del 11,3% per la diminuizione delle vendite. Per il mobile pesarese, calo delle vendite sul mercato interno dell’ 11.4%, che ha eccentuato le variazioni riscontrate sul mercato estero (-7,1%).

Diminuisce la Cassa integrazione che ha avuto una riduzione delle ore utilizzate del 18,6%, anche se è aumentata la richiesta di cig ordinaria del 20% a fronte della diminuizione di quella straordinaria del 29,4%.

Il presidente della provincia Matteo Ricci e l’assessore Claudio Minardi, hanno fatto oggi un sopralluogo tra le aziende di Fano. Hanno parlato e ascoltato i pescatoro della Coomarpesca e hanno affrontato il problema del dragaggio che, da anni, condiziona le sorti del comparto. Si attende la sentenza del Tar sulla cassa di colmata (il ‘contenitore’ per i materiali dragati dal porto) ad Ancona. “Se non potrà essere realizzata – dice Ricci – pensiamo che la Regione dovrà cambiare la normativa, perché il problema va risolto”.

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Tasse universitarie: Pavia deve rimborsare 1,7 milioni anche Urbino rischia http://ifg.uniurb.it/2011/11/21/ducato-online/tasse-luniversita-di-pavia-rimborsa-urbino-rischia/10032/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/21/ducato-online/tasse-luniversita-di-pavia-rimborsa-urbino-rischia/10032/#comments Mon, 21 Nov 2011 18:01:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=10032

Foto di Donatello Trisolino

URBINO – Tasse universitarie  che “sforano” il tetto previsto dalla legge e Ateneo costretto a rimborsare gli studenti. È successo a Pavia, dove il Tar ha accolto un ricorso dell’Unione degli universitari (Udu) – una delle maggiori sigle sindacali degli studenti – condannando l’ente lombardo a risarcire i propri iscritti a restituire 1,7 milioni di euro.  Un rischio che potrebbero correre anche Urbino, assieme ad altri venti atenei italiani.

Questo perché, secondo la legge in vigore dal 1997, i contributi richiesti agli studenti non possono superare la soglia del 20 per cento del finanziamento pubblico assegnato dallo Stato, cioè del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), principale entrata delle università. Urbino, come Pavia, supera questa soglia, attestandosi nel 2009 al 38 per cento rispetto all’Ffo, di fronte ai 46 milioni ricevuti dallo Stato (1139 euro di media per ciascun iscritto).

Ma l’ateneo ducale prova a difendersi, ricordando come Urbino, che sta completando il percorso di statalizzazione, sia in realtà sottofinanziata: “Se ricevessimo la quota di finanziamento che ci spetta, rientreremmo nei parametri ministeriali”, ha dichiarato Luigi Botteghi, direttore amministrativo dell’università “Carlo Bo”. “Siamo però fiduciosi, dato che il finanziamento attuale è solo temporaneo – ha continuato – e gli ispettori ministeriali hanno già riconosciuto la necessità di un aumento delle risorse erogate”. Botteghi ha anche ricordato come l’università di Urbino non abbia negli ultimi anni aumentato le tasse, limitandosi ad adeguarle al tasso di inflazione previsto dalla legge. Ma se ci fosse un ricorso? “Non possiamo che attendere l’aumento dei fondi”, ha concluso il direttore allargando le braccia.

La questione delle tasse però è storia vecchia. Era già stata affrontata dai rappresentanti degli studenti, durante i mesi delle proteste contro la riforma Gelmini, nel mirino proprio il rapporto tra rette e finanziamento statale: “Lo scorso anno ci eravamo già lamentati in consiglio d’amministrazione per l’elevato costo delle tasse – spiega Mauro Vecchietti di Agorà, associazione che ha stretto un patto di lavoro con l’Udu – sottolineando come la situazione fosse fuori legge”. Ma, di fronte all’ipotesi di un ricorso, gli studenti avevano preferito la mediazione con i vertici dell’ateneo, negoziando una revisione delle fasce di contribuzione studentesca. Attraverso l’istituzione di una commissione ad hoc, alla quale hanno partecipato tre rappresentanti degli studenti, si è così deciso il passaggio da tre a cinque fasce (sei dal prossimo anno) cercando di agevolare i redditi più bassi, aumentando la contribuzione nelle fasce più alte, in senso progressivo.

Considerata la storica sentenza del Tar lombardo, tutto potrebbe però essere rimesso in discussione: “Comprendiamo le difficoltà dell’ateneo, ma non escludiamo in futuro l’ipotesi di un ricorso”, conclude Vecchietti.

Il tema dell’elevata tassazione dell’Università resta un problema, soprattutto al Nord. Secondo il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur), già nel 2009/2010 le rette sono cresciute in media dell’8 per cento a livello nazionale (68 euro in più per studente, ben oltre il tasso di inflazione): per Federconsumatori, i più cari sono gli atenei del settentrionali, dove le tasse, se si considera la prima fascia, sono del 13,1 per cento più alte rispetto alla media nazionale (31,9 per cento se si considera il massimo importo dovuto).

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