il Ducato » teatro sanzio http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » teatro sanzio http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Ducato Tv n. 1 – 1 aprile 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducatotv/ducato-tv-n-1-1-aprile-2015/69845/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducatotv/ducato-tv-n-1-1-aprile-2015/69845/#comments Wed, 01 Apr 2015 16:25:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69845 URBINO – Torna il Ducato Tv. La prima edizione del nuovo biennio tratterà il problema della viabilità e della sicurezza sulle strade dissestate della provincia di Pesaro e Urbino. Abbiamo fatto un viaggio sulla provinciale metaurense, che collega Fermignano a Urbania: un pericoloso percorso a ostacoli raccontato dalle nostre telecamere. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Urbania Marco Ciccolini.

A distanza di 5 anni, i lavori al cantiere dell’ex L.a.r. di Fermignano sono ancora bloccati. Doveva essere un punto di riferimento per la città ma oggi non è altro che un deposito abbandonato. Le recinzioni sono rovinate e i bambini possono entrare facilmente. Lì giocano tra ferri arrugginiti e calcinacci. Per il sindaco Giorgio Cancellieri la colpa è della crisi.

È stata sepolta la capsula del tempo: un contenitore con oggetti e ricordi dei giorni nostri, che sarà aperta tra 100 anni. Abbiamo chiesto ai cittadini cosa hanno donato ai posteri.

Ottimo inizio di Valentino Rossi, che in Qatar ha vinto il primo gran premio del motomondiale 2015. Siamo stati a Tavullia, a trovare la famiglia del campione. Il padre, emozionatissimo, ci ha raccontato i progetti e le aspettative del numero 46, ma anche le paure di un genitore con un figlio in pista.

“La Muta” di Raffaello Sanzio è tornata a Urbino e sarà in esposizione al Palazzo Ducale fino al 5 maggio. Il quadro era tra i dipinti trafugati nel 1975 e ritrovati in Svizzera un anno dopo. Abbiamo parlato del restauro del quadro con Maria Rosaria Valazzi, la sopraintendente ai beni artistici delle Marche.

Dalla classica al rock: così si avvicinano i ragazzi alla musica. La big band “L’Aurora” di Michele Quagliani si è esibita al teatro Sanzio di Urbino, in un concerto gratuito per gli studenti.

Caporedattore: Jacopo Salvadori.

Conduttrice: Serena Santoli.

In redazione: Daniela Larocca, Riccardo Marchetti, Gianmarco Murroni, Michele Nardi, Martina Nasso, Andrea Perini, Nicola Petricca, Giorgio Pinotti, Rita Rapisardi, Valentina Ruggiu, Anna Saccoccio, Antonella Scarcella e Marco Tonelli.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducatotv/ducato-tv-n-1-1-aprile-2015/69845/feed/ 0
Al Sanzio di Urbino la statistica smaschera il gioco d’azzardo http://ifg.uniurb.it/2015/02/25/ducato-online/al-sanzio-la-statistica-smaschera-il-gioco-dazzardo/66450/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/25/ducato-online/al-sanzio-la-statistica-smaschera-il-gioco-dazzardo/66450/#comments Wed, 25 Feb 2015 16:34:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66450 URBINO – Una donna colpita da un meteorite, un piccione centrato al volo da una palla da baseball, un uomo colpito otto volte da un fulmine. Le possibilità che episodi del genere accadano sono più o meno le stesse di vincere al Superenalotto. Diego Rizzuto ha utilizzato questi esempi per tenere incollati alle poltrone del teatro Sanzio di Urbino 150 studenti del liceo della città. Il fisico torinese ha presentato il progetto “Fate il nostro gioco” con lo scopo di sensibilizzare le giovani generazioni ad un uso consapevole del gioco, evitandone così la dipendenza patologica.

Diego Rizzuto con uno dei liceali all'incontro su lotterie e gioco d'azzardo al teatro Sanzio

Diego Rizzuto con uno dei liceali all’incontro su lotterie e gioco d’azzardo al teatro Sanzio

Coinvolgendo i ragazzi grazie a divertenti esempi probabilistici e alla simulazione del popolare “Win for life”, Rizzuto ha usato la statistica e la matematica per spiegare come “partecipare a giochi come il superenalotto sia sempre perdente”. La probabilità di vincita è infinitesimale ma il successo di questi giochi si deve al fatto che c’è pure sempre qualcuno che, ogni tanto, vince. Il loro è un “meccanismo perverso che si basa sulla speranza e che ha tanto più successo quanto più è forte la crisi economica”. Ma la speranza non deve ingannare, la matematica in questo ci aiuta e seguendo la legge dei grandi numeri “la possibilità di vincere le grandi somme messe in palio da questi giochi è bassissima, tanto da renderla se non impossibile, praticamente impossibile”.

L’evento al Sanzio è l’incontro conclusivo di un progetto più ampio cominciato nel 2014, finanziato dalla Regione Marche e promosso dalla Provincia di Pesaro-Urbino, con lo scopo di combattere la dipendenza patologica dal gioco. Sul territorio provinciale è stato attuato grazie alle cooperative sociali Labirinto, Crescere e Irs Aurora. Denominato “Fuori gioco”, ha fra i suoi obbiettivi la mappatura degli esercenti che propongono prodotti relativi al gioco.

Grazie alla loro opera l’assessore ai Servizi sociali e all’istruzione Lucia Ciampi, presente all’evento, può oggi dichiarare che “in città ci sono 150 slot, 3 sale scommesse e quasi tutti gli esercizi pubblici vendono gratta e vinci e prodotti da gioco. Per una città di 15.000 abitanti sono tantissime, per non parlare poi dei circoli privati dove si gioca a poker”.

Diego Rizzuto all'incontro su lotterie e gioco d'azzardo al teatro Sanzio

Diego Rizzuto all’incontro su lotterie e gioco d’azzardo al teatro Sanzio

Per questo un altro scopo del progetto era premiare gli esercenti che non hanno installato prodotti da gioco, o incentivare coloro che li sfruttava a farne a meno. Ma, come dichiarato dal coordinatore dell’Ambito territoriale sociale IV Piero Fraternale, “il guadagno delle slot oggi è diventato purtroppo basilare. È difficile convincere un esercente, per quanto sensibile all’argomento, a rinunciare a un guadagno che gli permette di pagare le spese di utenza”.  Dello stesso avviso anche Rizzuto: “Adesso tornare indietro è molto difficile. È pieno di attività che senza slot chiudono il locale e i comuni non possono far nulla. A Verbania c’erano ragazzi che marinavano la scuola per andare a giocare alle slot e quindi il sindaco ha deciso di chiuderle durante l’orario scolastico. La sala slot ha fatto ricorso e ha vinto perché non era materia su cui potesse decidere il Comune, che ha dovuto pagare circa due milioni di euro per tutte le ore in cui la sala era rimasta chiusa”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/25/ducato-online/al-sanzio-la-statistica-smaschera-il-gioco-dazzardo/66450/feed/ 0
La matematica per spiegare il gioco d’azzardo: mercoledì uno spettacolo al Sanzio di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-notizie-informazione/la-matematica-per-spiegare-il-gioco-dazzardo-mercoledi-uno-spettacolo-al-teatro-sanzio-di-urbino/66026/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-notizie-informazione/la-matematica-per-spiegare-il-gioco-dazzardo-mercoledi-uno-spettacolo-al-teatro-sanzio-di-urbino/66026/#comments Mon, 23 Feb 2015 11:26:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66026 [continua a leggere]]]> URBINO, 23 FEB – Mercoledì 25 febbraio al teatro Sanzio di Urbino andrà in scena uno spettacolo dedicato ai ragazzi delle scuole superiori di Urbino per prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo. L’idea è di Paola Canova e Diego Rizzuto, un matematico e un fisico torinesi, che con il loro spettacolo Fate il nostro gioco, la matematica e il gioco d’azzardo spiegano ai ragazzi i meccanismi di scommesse e del caso attraverso le leggi della logica, nell’ambito di una campagna per prevenire la dipendenza da gioco, organizzata dagli istituti superiori della zona.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-notizie-informazione/la-matematica-per-spiegare-il-gioco-dazzardo-mercoledi-uno-spettacolo-al-teatro-sanzio-di-urbino/66026/feed/ 0
Teatro, Haber e Boni al Sanzio: “Tra noi grande feeling. Urbino città deliziosa” http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/teatro-haber-e-boni-al-sanzio-tra-noi-grande-feeling-urbino-citta-deliziosa/65974/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/teatro-haber-e-boni-al-sanzio-tra-noi-grande-feeling-urbino-citta-deliziosa/65974/#comments Mon, 23 Feb 2015 10:47:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65974 Alessandro Haber

Alessandro Haber

URBINO – Due grandi attori che lavorano insieme da anni, che si stimano e il cui sodalizio continuerà ancora a lungo. Giovedì 19 febbraio, con la commedia Il visitatore di Eric Schmitt, Alessandro Haber e Alessio Boni hanno fatto incetta di applausi al teatro Sanzio di Urbino. Una città che i due attori definiscono “deliziosa”, anche grazie all’aria di gioventù che si respira. “Urbino è un piccolo gioiello – dice Haber – e la presenza dell’università e di tanti giovani la rende assai piacevole”. “Si sente che è una città viva – gli fa eco Boni- basta guardare il teatro Sanzio, farsi un giro in centro… il fermento giovanile e universitario poi la rende ancor più bella”.

Ne Il visitatore, Sigmund Freud (Haber) e Dio (Boni) si sfidano a colpi di argomentazioni su religione e ateismo, su fede e ragione. Due personaggi molto diversi ma ugualmente complessi, rappresentati da testo e sceneggiatura in maniera molto originale, lontana dall’immagine abituale che si ha di loro.

“Il mio Freud ha 82 anni, ha un tumore alla gola e morirà di lì a poco – spiega Haber – io sono più giovane perciò ho dovuto cambiare postura e vocalità, tremando di continuo. Non avendolo ovviamente mai conosciuto, me lo sono dovuto inventare totalmente. In questo sono stato aiutato da un testo meraviglioso, dall’ottima regia e da compagni di viaggio uno più bravo dell’altro”.

Un Freud che non riesce a credere in un dio che permette che nel mondo ci sia tanto dolore. “Concordo con lui – continua Haber – se esistiamo qualcosa sopra ci sarà anche, poi però mi viene in mente la realtà, fatta  di disuguaglianze, strapoteri, male che incombe. Se penso a quello che è successo nei campi di concentramento… Mi girano un po’. Non riesco a pensare che Dio voglia questo, se ci fosse dovrebbe essere vicino alle persone che hanno dei problemi”. Un po’ come fa oggi papa Francesco, che per Haber è “un rivoluzionario che sta ribaltando tante cose. Si avvicina molto al popolo, all’essere umano, un papa dovrebbe essere così”.

“Nella sceneggiatura originale Dio era rappresentato come un dandy, super raffinato ed elegante nel vestire – racconta Boni – invece il nostro regista Valerio Binasco ha voluto renderlo un clochard, un disadattato molto terra terra ma dotato di una certa trasversalità, in modo tale che possa parlare con uno dei massimi esponenti dell’aristocrazia austriaca del 1938 come Freud. Vedi questo folletto che in scena gira come un satellite attorno al “pianeta” Freud, punzeccchiandolo e cercando di fargli uscire un po’ di verità, per vedere se crederà o meno nel mistero. Il segreto di questo spettacolo, che è una vera bomba, sta proprio nel fatto che l’autore Schmitt ha saputo scrivere il duello tra Dio e Freud con leggerezza e ironia. Un testo divertente e ironico ma a tratti anche profondo”.

Boni - primo piano

Alessio Boni

Per quasi tutto lo spettacolo, Haber e Boni si trovano soli sul palco. Questo rende fondamentale, per la buona riuscita dell’esibizione, il feeling tra i due. “Con Boni c’è grande armonia, siamo insieme da cinque o sei anni ormai – dice Haber – oltre a essere un ottimo attore è umanamente fantastico, è dolcissimo e generoso. In più mi sopporta, che non è poco. Io sono una persona semplice ma ho un carattere bizzarro, non facile”. “Un collega o un regista è come la tua donna-  spiega Boni- se non li stimi non ci riesci a creare nulla. E io stimo molto Haber. Se decidi di fare a certi livelli un grande testo in cui si è in due o tre protagonisti di un certo calibro, se non stimi chi è con te sul palco non parti nemmeno. Poi ci sono anche le belle sorprese, come Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello - gli altri due componenti del cast- che non conoscevo e che ho scoperto essere due bravi attori. In passato ho rifiutato tanti progetti importanti proprio perché avrei dovuto avere a che fare con persone con  cui un rapporto del genere non si poteva creare. Avere un buon feeling con ti ti sta a fianco è importante, a teatro soprattutto. Altrimenti il pubblico percepisce la finzione, sente che non sale l’energia giusta”.

Visti gli ottimi risultati, la premiata ditta Haber-Boni è ben lontana dall’essere sciolta. “Riprenderemo questo spettacolo per il terzo anno consecutivo – spiega Haber – una cosa assai rara, ma è talmente bello che tutti lo vogliono. Devo dire che è faticoso, pensa che io sono già stanco prima ancora di cominciare. Poi però salgo sul palco, ed ecco che mi torna la voglia”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/teatro-haber-e-boni-al-sanzio-tra-noi-grande-feeling-urbino-citta-deliziosa/65974/feed/ 0
Teatro: Dio, Freud e la fede, “Il visitatore” di Haber conquista il pubblico del Sanzio http://ifg.uniurb.it/2015/02/21/ducato-online/teatro-dio-freud-e-la-fede-il-visitatore-di-haber-conquista-il-pubblico-del-sanzio/65925/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/21/ducato-online/teatro-dio-freud-e-la-fede-il-visitatore-di-haber-conquista-il-pubblico-del-sanzio/65925/#comments Sat, 21 Feb 2015 09:45:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65925 L'INTERVISTA / Tra noi grande feeling. Urbino città deliziosa"]]> palco boni haberURBINO-  L’ateo Sigmund Freud vacilla tormentato dal dubbio al cospetto di Dio, o di un balordo imbonitore che quasi lo convince di esserlo. Sul palco del teatro Sanzio è andata in scena la commedia Il viaggiatore, protagonisti Alessandro Haber, nei panni del padre della psicanalisi, e Alessio Boni che interpreta il (presunto) padre celeste. Un dramma che affronta il tema dell’Olocausto e del conflitto religione-ragione, la fede e il libero arbitrio. Un racconto alleggerito dall’ironia che accende le risate di un pubblico che, alla fine, tributerà una lunga ovazione ai protagonisti e ai bravi Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello Bocciforti, rispettivamente un caporale della Gestapo e Anna Freud, figlia dello psicanalista.

Nella Vienna del ’38, appena conquistata dalla Germania nazista, Anna Freud tenta disperatamente di convincere il padre a firmare il salvacondotto che permetterà loro di lasciare la città. Freud però è titubante: non vuole abbandonare una città che è stata tutta la sua vita.  Quando poi Anna viene portata via da un caporale della Gestapo, Freud resta solo con i suoi dubbi e le sue preoccupazioni. Crede di essere solo. Perché all’improvviso compare uno strano individuo, all’apparenza uno sbandato, che presto Freud comprende essere Dio. O forse un pazzo fuggito da un manicomio, cosa che lui, ateo da sempre, ritiene più plausibile.

Platea Sanzio 2Ed è proprio sul tema del dubbio che è incentrato lo spettacolo, dubbio che è benzina necessaria per accendere il motore della mente scientifica, che non accetta i dogmi e si interroga. Il dubbio personale dell’uomo Sigmund: lasciare o meno Vienna. Meglio affrontare il fatto che si è soli, barattando la serenità di una fuga col coraggio e la dignità. Un interessante parallelo tra l’autonomia dell’ateismo e il rifugio della religione. L’arrivo dello sconosciuto amplifica questo tormento, portandolo su un piano superiore: se Dio davvero esiste, perché permette al nazismo, e al male più in generale, di proliferare? Se è onnipotente, non fermando il male non è altro che un sadico, un criminale. Se invece nulla può contro tutto questo, è semplicemente un povero incapace. I due iniziano una lunga discussione su fede e ateismo, alla fine della quale Freud si convince di essere realmente al cospetto di Dio. Vorrebbe però un’ultima prova, che però non arriverà. La risposta di Dio, infatti, sta solo nella fede.

Una commedia brillante (nel 1993 fruttò al suo autore, Eric Schmitt, tre premi Moliere per il teatro), cui la regia di Valerio Binasco ha dato un pizzico di follia in più, con un Dio che, per esempio, rispetto alla versione originale è meno dandy e più senzatetto. Sono tanti gli spunti di riflessione, ma al contempo abbondano i momenti di leggerezza, tanto che spesso il pubblico scoppia a ridere. La sceneggiatura è a tratti molto sottile, riuscendo a strappare una risata a parte della platea anche con un pizzico di blasfemia, quando Anna, convinta di avere a che fare non con Dio ma con uno stalker che da un po’ di tempo la segue ai giardini, gli da del “porco”.

Quartetto sul palco1Quando si riaccendono le luci sulla platea, si accendono gli applausi. Ovazioni sia per i due protagonisti, Haber e Boni appunto, che per Alessandro Tedeschi e Nicoletta Robello Bocciforti. Il calore dei presenti è tale che Boni, pur con fare ironico, accenna a un possibile bis. Ipotesi subito bocciata da Haber, che con un eloquente “gesto dell’ombrello” regala l’ultima risata ai presenti.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/21/ducato-online/teatro-dio-freud-e-la-fede-il-visitatore-di-haber-conquista-il-pubblico-del-sanzio/65925/feed/ 0
Ovazione per la Guerritore al Sanzio, ma i giovani disertano il teatro http://ifg.uniurb.it/2015/02/08/ducato-online/ovazione-per-la-guerritore-al-sanzio-ma-i-giovani-disertano-il-teatro/65017/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/08/ducato-online/ovazione-per-la-guerritore-al-sanzio-ma-i-giovani-disertano-il-teatro/65017/#comments Sun, 08 Feb 2015 10:01:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65017 "Qualcosa rimane" al teatro Sanzio

“Qualcosa rimane” al teatro Sanzio

URBINO – Il sipario si apre sulle note di Perfect Day di Lou Reed, e sulla ricostruzione dettagliata dell’interno di un appartamento newyorkese. E’ già in scena Monica Guerritore, protagonista e regista di Qualcosa Rimane, presentato venerdì sera in anteprima nazionale al Teatro Sanzio di Urbino. Interpreta il ruolo di Ruth Steiner, una scrittrice affermata sul viale del tramonto, che stringe un legame profondo con la sua migliore allieva, l’ambiziosa Lisa Morrison.

Una grande vetrata fa da sfondo all’appartamento pieno di libri, tappeti, cuscini, un caminetto e un quadro di Matisse. Nel corso dei tre atti dello spettacolo dalla grande finestra si rincorrono le stagioni, la notte e il giorno, l’alba, il tramonto, le stelle e i temporali, mentre dentro le due donne si conoscono, si confidano, parlano di uomini assenti sulla scena ma presenti nel testo – padri incapaci, compagni infedeli.

Per la prima dello spettacolo, il teatro non si è riempito: sono rimasti liberi circa 150 posti, un terzo del totale, ma l’assenza non si sente, perché le 300 persone sedute fra la platea e il palco formano un pubblico attento e coinvolto, anche se non così giovane come Monica Guerritore si era augurata durante la conferenza stampa dello spettacolo.

Qualcuno fra il pubblico mormora che si aspettava di vedere Carolina Crescentini nei panni della coprotagonista sul palco, come segnalato nel programma. Al suo posto Alice Spisa, giovane ma meno nota promessa del teatro italiano (Premio Ubu 2013).

Lo scontro generazionale rappresentato in scena, dove la gioventù è acerba ma fiduciosa di sfondare, e dove l’esperienza si è fatta pagare col dolore, si riproduce all’inverso nelle reazioni del pubblico.

I pochi giovani presenti sono molto preparati, quasi tutti avevano già assistito alle prove dello spettacolo nei giorni precedenti, e mostrano rispetto per la protagonista più grande. “Mi ha colpito che la donna matura non riesca a scrivere dei suoi segreti personali – è il commento di Emanuele, liceale – e scelga di confidarli solo alla sua migliore amica, che però la tradisce”. Il pubblico più maturo tende invece a giustificare la ragazza giovane, prendendone le parti: “E’ normale essere ambiziosi a quell’età – commenta una spettatrice, Anna, all’uscita della platea – eravamo tutti così quando volevamo spaccare il mondo”.

Dove invece il pubblico è unanime è nell’ovazione per Monica Guerritore, di cui alla fine dello spettacolo si sente decantare “il fascino, il carisma” da ogni angolo del teatro, dopo lunghi e ripetuti applausi. La sua compagna di scena passa piuttosto inosservata, “sembrava solo un monologo della Guerritore”, si spinge a dire qualcuno. Alla fine dello spettacolo Alice Spisa rimane molto composta, sembra quasi stanca, e lascia presto il palco dove invece si attarda Monica Guerritore, sorridente, balla, canta, prende la neve che ha chiuso lo spettacolo cadendo dall’alto e la lancia in direzione del pubblico che applaude e la chiama per nome, mentre si chiude il sipario sulla sua doppia prova da attrice e regista.


Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/08/ducato-online/ovazione-per-la-guerritore-al-sanzio-ma-i-giovani-disertano-il-teatro/65017/feed/ 0
La Guerritore al Sanzio: “Il teatro non è morto, e i giovani possono amarlo” http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/qualcosa-rimane-venerdi-al-teatro-sanzio-monica-guerritore-il-teatro-non-e-una-cosa-morta-2/64439/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/qualcosa-rimane-venerdi-al-teatro-sanzio-monica-guerritore-il-teatro-non-e-una-cosa-morta-2/64439/#comments Wed, 04 Feb 2015 15:30:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64439 Monica Guerritore

Monica Guerritore

URBINO – “I giovani rifiutano il teatro quando racconta cose morte: i giovani odiano la banalità, la ripetizione”. Alla conferenza di presentazione del suo “Qualcosa rimane”, di cui è regista e interprete, Monica Guerritore arriva con indosso un paio di grandi occhiali scuri. Incontra i giornalisti al Comune di Urbino, città che ha scelto per la prima dello spettacolo, venerdì 6 febbraio alle 21 al Teatro Sanzio. Ed è quando finalmente si scopre gli occhi che si concede veramente. Racconta dell’entusiasmo provato nel riscoprire il testo di Donald Margulies – portato in scena negli Stati Uniti nel 1996 – del fascino di un’opera che “parla dell’animo umano”, e che per questo “non può non piacere anche ai giovani”.

Le nuove generazioni sono anzi al centro dello spettacolo e dell’interesse dell’attrice. Giovane è Lisa Morrison, aspirante scrittrice interpretata a turno da Alice Spisa e Lucilla Mininno. Che è timida ma ambiziosa, al punto di rubare la scena alla Guerritore, nel ruolo dell’affermata autrice Ruth Steiner. Che dell’artista è allieva, poi amica, infine rivale. Che per la sua impazienza e immaturità “commercializza il tempo con la fretta”, alimentandosi furiosamente dell’esperienza della mentore, arrivando a impossessarsi della sua vita e a tradirne la fiducia.

Giovane è lo scenario in cui si sviluppa la storia: la carriera di Ruth Steiner è segnata dall’incontro con la rivoluzione della Beat Generation, oltre che dalla relazione segreta con il grande poeta dell’epoca Delmore Schwartz. Un’esperienza così affascinante, quella vissuta dalla Steiner negli anni Cinquanta degli eccessi e della sperimentazione, da smuovere gli animi delle nuove generazioni. “I ragazzi non potranno evitare di farsi coinvolgere dalle musiche di Lou Reed, Patti Smith e Leonard Cohen – spiega la Guerritore – dai suoni e dai colori  di quel tempo”.

Giovane è anche chi ha curato la versione italiana di “Qualcosa rimane”. Se il produttore è Pierfrancesco Pisani, ex studente di Urbino, a interpretare il ruolo di Lisa sono due attrici emergenti, che ben rappresentano la voglia di imparare dai grandi. “Lavorare con la Guerritore – racconta Alice Spisa – è al tempo stesso commovente e terrificante”.

Promosso dal Comune e dall’Amat, Associazione marchigiana attività teatrali, l’appuntamento di venerdì sarà la prima nazionale della commedia drammatica di Margulies. Gli studenti di Urbino in questi giorni hanno potuto assistere alle prime prove tecniche, possibilità offerta dalla stessa Guerritore per avvicinare i ragazzi al palcoscenico. Perché lo spettacolo è sì la storia di un maestro che muore nella vita del suo allievo, ma è anche un tributo a quell’arte che tanto li ha uniti. Alla scrittura, al teatro, a quel “qualcosa che rimane”.

(Biglietti a partire da 11 euro)

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-online/qualcosa-rimane-venerdi-al-teatro-sanzio-monica-guerritore-il-teatro-non-e-una-cosa-morta-2/64439/feed/ 0
Con “Qualcosa rimane” Monica Guerritore porta a teatro gli studenti di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/01/29/ducato-online/con-qualcosa-rimane-monica-guerritore-porta-a-teatro-gli-studenti-di-urbino/64028/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/29/ducato-online/con-qualcosa-rimane-monica-guerritore-porta-a-teatro-gli-studenti-di-urbino/64028/#comments Thu, 29 Jan 2015 14:43:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64028 Monica Guerritore

Monica Guerritore

URBINO – Le tende rosse e pesanti non sono un muro, baste scostarle per entrare in teatro. Nessun biglietto, nessun controllo. Sul palco del teatro Sanzio Monica Guerritore prova il suo spettacolo “Qualcosa rimane”, storia di un profondo legame tra professoressa e alunna, che andrà in scena venerdì 6 febbraio.

Ogni studente può attraversare il teatro e sedersi dove vuole per assistere alle prove tecniche e attoriali. Un’opportunità che è stata l’attrice a voler offrire: “Parleremo di giovani, di scontro tra il vecchio e il nuovo – racconta al Ducato Monica Guerritore – quale luogo meglio di Urbino? Voglio far conoscere questo lavoro, così magico e affascinante. I ragazzi devono conoscere cosa succedere sul palco, dove la materia prende forma, dove c’è l’anima del dramma”.

L’Amat, Associazione marchigiana attività teatrali, ha scelto Urbino per l’anteprima nazionale dello spettacolo. La scelta della città ducale sembra essere perfetta per l’adattamento teatrale di Collected Stories, opera del premio Pulitzer Donald Margulies.

La storia parla della relazione tra la giovane Lisa Morrison e l’insegnante Ruth Steiner, legate da un rapporto sempre più intimo. Questo rapporto verrà distrutto dalla ragazza che tradirà la fiducia di Ruth rivelando il suo più grande segreto: in passato la Steiner aveva avuto una relazione clandestina con lo scrittore Delmore Schwartz.

I ricordi della donna portano il pubblico nel mondo dell’America della Beat Generation grazie alle musica di Lou Reed, Patti Smith e Leonard Cohen.

Lo spettacolo è uno dei punti di forza della stagione teatrale urbinate 2014/2015 che rientra all’interno di un programma culturale più ampio, voluto dall’assessore alla cultura Vittorio Sgarbi.

“Sgarbi ha portato ad Urbino delle eccellenze. Su questo mi trova assolutamente d’accordo. I giovani devono conoscere la bellezza dell’eccellenza per non cadere nel dilettantismo”.

Non è la prima volta che Monica Guerritore viene ad Urbino. L’attrice è stata ospite dell’Università Carlo Bo in occasione della consegna della laurea ad honorem ad Andrea Camilleri, il 12 novembre 2012.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/01/29/ducato-online/con-qualcosa-rimane-monica-guerritore-porta-a-teatro-gli-studenti-di-urbino/64028/feed/ 0
Finardi a Urbino: “Le vignette di Charlie Hebdo non sono esagerate. Gli ideali si devono poter criticare” http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-online/finardi-a-urbino-le-vignette-di-charlie-hebdo-non-sono-esagerate-gli-ideali-si-devono-poter-criticare/62921/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-online/finardi-a-urbino-le-vignette-di-charlie-hebdo-non-sono-esagerate-gli-ideali-si-devono-poter-criticare/62921/#comments Mon, 19 Jan 2015 12:15:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62921 Finardi in concerto al Sanzio

Finardi in concerto al Sanzio

URBINO – “Se una radio è libera ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente”. Per chi come Eugenio Finardi ha cantato la rivoluzione delle radio libere negli anni settanta, l’attacco terroristico al settimanale francese Charlie Hebdo è quanto di più ‘blasfemo’ possa concepire un uomo. “La libertà di parola e stampa è una delle grandi conquiste dell’uomo”, dice il cantautore commentando la tremenda vicenda parigina al termine del suo spettacolo “Parole e musica”, giovedì scorso al Teatro Sanzio di Urbino.

Una messa in scena inusuale per un musicista dall’anima elettrica come Finardi, che si sviluppa tra sonorità acustiche, racconto biografico e riflessione sull’attualità. Nel suo nuovo spettacolo la “parola” precede sempre la “musica”: ogni brano ha la sua storia, ogni evento ha ispirato una canzone. Così Finardi le ha, con semplicità, raccontate al pubblico tra un brano e l’altro facendo emergere emozioni in forte contrasto tra loro.

È ancora musica ribelle. I classici del repertorio (Le ragazze di Osaka, Extraterrestre, Un uomo) si mischiano ai pezzi del nuovo disco, il combattivo Fibrillante. Pezzi nei quali il cantante urla il suo sdegno contro una classe dirigente di “ideologi cresciuti alla Bocconi”, dove è facile vedere il riferimento a Mario Monti e altri ministri del suo governo. O il rassegnato lamento di Savonarola, con il cantante che come l’eretico bruciato sul rogo predica contro una società di “arrivisti e arroganti”. Per questo si dichiara critico verso “coloro che dicono che Hebdo aveva esagerato. Più un’ideale è intenso e forte più si deve poterlo criticare, più si deve poterlo prendere in giro”.

Così durante lo spettacolo Finardi non si limita a porgere i brani al suo pubblico, ma ragiona a lungo, tra un pezzo e l’altro, sulla genesi dei suoi testi o su temi d’attualità come i licenziamenti nelle fabbriche a Terni e in Sardegna. Raccontandosi si commuove quando parla della nascita di Elettra, sua figlia affetta da sindrome di Down. Un momento che, per il cantante, rappresenta la cesura fondamentale della sua vita, la fine degli atteggiamenti da rocker egocentrico, la disillusione verso i beni materiali e la lenta scoperta di un mondo riempito dall’affetto che scaccia la solitudine.

FINARDI 3Un concerto raccontato. Ed è anche per questa nuova visione del mondo, per questo cambio radicale che pensa a “Parole e musica”, che nasce dalla “percezione che la gente ha voglia non solo di canzoni, di contenuti, di racconti. Mi sono reso conto che negli ultimi anni mi veniva dal pubblico non solo una richiesta di canzoni, di musica, di melodia – afferma l’artista – ma anche l’esigenza di un incontro che servisse a chiarire e ad approfondire i temi che in questi tempi turbolenti sempre più ci inquietano, ma anche le storie che hanno ispirato le canzoni che canto e le riflessioni che questi quarant’anni di carriera e di esperienza mi hanno portato a fare”. Le sonorità si fanno meno aspre ed elettriche per venire incontro al “desiderio di un pacato confronto in tempi di comunicazione urlata”.

Il pubblico ascolta attento, non si sente nemmeno un sussurro durante il racconto che precede quasi ogni brano. Solo verso la fine dello spettacolo, quando la scaletta si fa più accesa e il ragionare di Finardi si immette nell’invettiva, gli ascoltatori ricambiano il gruppo con lunghi e convinti applausi.

Il buon rapporto con Urbino. Quando lo spettacolo finisce il teatro Sanzio si svuota con lentezza, con gli spettatori che si scambiano pareri all’uscita o si attardano per cercare di scambiare qualche parola con l’artista. Qualcuno sottolinea come spettacoli del genere facciano bene alla città, rammaricandosi per la scarsa presenza di urbinati in un teatro comunque pieno.

Finardi dopo qualche minuto compare all’ingresso per firmare autografi e dialogare ancora un po’ con il suo pubblico. Spende parole di apprezzamento per il teatro Sanzio che lo ha ospitato per la serata: “E’ uno dei miei posti preferiti in Italia. Lo si vede subito arrivando ad Urbino. C’è il Palazzo Ducale che va verso il cielo mentre il teatro è radicato a terra, come un presidio dell’arte”. E’ stata la sua seconda volta ad Urbino, dopo il concerto del 2012, ma forse questa volta non ha lasciato solo il ricordo di una bella serata, ma pensieri profondi su cui poter riflettere.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-online/finardi-a-urbino-le-vignette-di-charlie-hebdo-non-sono-esagerate-gli-ideali-si-devono-poter-criticare/62921/feed/ 0
La voce di Anna Maria Chiuri conquista il teatro Sanzio al festival di Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/04/27/ducato-online/la-voce-di-anna-maria-chiuri-conquista-il-teatro-sanzio-al-festival-di-urbino/62093/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/27/ducato-online/la-voce-di-anna-maria-chiuri-conquista-il-teatro-sanzio-al-festival-di-urbino/62093/#comments Sun, 27 Apr 2014 08:07:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62093 URBINO – Ironica, coinvolgente e carismatica: è la voce di Anna Maria Chiuri a chiudere la seconda giornata del Festival del giornalismo culturale. Il mezzosoprano ha incantato per più di un’ora la platea del teatro Sanzio esibendosi in dieci brani. Da Wagner a Rossini, passando per Ramirez e Montsalvatge.

Un’interpretazione non convenzionale quella della Chiuri che ha scelto di introdurre ogni pezzo raccontando al pubblico aneddoti e curiosità dell’autore e della melodia. Al termine del concerto non è mancato il bis e un applauso lungo dieci minuti.

LE FOTO DEL CONCERTO

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/04/27/ducato-online/la-voce-di-anna-maria-chiuri-conquista-il-teatro-sanzio-al-festival-di-urbino/62093/feed/ 0