il Ducato » Tia http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Tia http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Tares: a Urbino rifiuti più cari del 3%. Il 10 giugno la prima rata http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/tares-a-urbino-rifiuti-piu-cari-del-3-il-10-giugno-la-prima-rata/41785/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-online/tares-a-urbino-rifiuti-piu-cari-del-3-il-10-giugno-la-prima-rata/41785/#comments Wed, 05 Jun 2013 14:09:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41785 LEGGI Fermignano: mancano i bidoni dell'umido]]> URBINO – “Perché questa volta mi è arrivata una bolletta più salata per i rifiuti?” chiede uno dei tanti cittadini che in questi giorni fanno la fila agli sportelli di Marche Multiservizi. “Si chiama Tares – risponde l’impiegato – ed è la nuova “tassa” sui rifiuti”. La Tares è arrivata: entro il 10 giugno bisogna pagare la prima rata. E ha colto tutti alla sprovvista, anche gli urbinati che, già passati nel 2007 dalla Tarsu alla Tia – la tariffa di igiene ambientale – devono sostenere degli aumenti più contenuti: solo il 3%. O almeno così pare. Tares sta per “tassa rifiuti e servizi” che ha sostituito sia la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), in vigore nell’80% dei comuni italiani, sia la Tia che riguarda invece solo il 20% degli enti locali. Devono pagare questo tributo tutti i possessori o utilizzatori di superfici “suscettibili di produrre rifiuti urbani”, a prescindere dal fatto che li producano o meno.

La cifra da pagare per le famiglie dipende dai metri quadrati dell’abitazione e dal numero dei componenti del nucleo familiare. È commisurata alle quantità e qualità medie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione all’uso o al tipo di attività svolta. È legata anche alla quantità di rifiuti e non alla sola superficie come avveniva per la Tarsu. Come per la Tia, l’intenzione del nuovo tributo è quella di far pagare ai cittadini, nel modo più preciso e possibile, in base a quanto usufruiscono del servizio di smaltimento rifiuti.

Per le “utenze non domestiche”, cioè per le attività commerciali e produttive, invece, la Tares prevede costi diversi per ogni singola attività. Farmacie, teatri, ristoranti, bar, stazioni di servizio, stabilimenti balneari, attività industriali non pagano cioè solo sulla base della loro metratura ma sulla stima dei rifiuti prodotti. La Tares ha due componenti:

  • Componente rifiuti: deve coprire integralmente i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Qui i cittadini di Urbino hanno visto aumentare le proprie bollette del 3%.
  • Componente servizi: consiste in una maggiorazione di 0,30 centesimi al metro quadrato che andrà allo Stato per finanziare i cosidetti “servizi indivisibili” come la manutenzione delle strade, l’illuminazione pubblica, la polizia municipale, il personale degli uffici amministrativi. Ogni comune potrà poi innalzare fino a 40 centesimi la “quota servizi” così da incassare 0,10 centesimi per metro quadrato. Decisione che non è ancora stata presa nella città ducale.

Il comune di Urbino e quello di Fermignano promettono che si fermeranno ai 30 centesimi “obbligatori” ma, precisano: “Non abbiamo ancora redatto il bilancio di previsione. Se non abbiamo quello non possiamo fare previsioni”.
Il nuovo tributo deve essere versato direttamente al Comune per quanto riguarda la componente rifiuti, invece per la componente servizi non è ancora chiaro se verrà riscossa dai Comuni e poi “girata” allo Stato o se questo provvederà direttamente. Al momento, l’unica cosa certa, oltre alle scadenze per i pagamenti (10 giugno, 10 luglio, 10 settembre e 10 dicembre), è che questa parte della tariffa verrà inserita, nelle bollette dei cittadini, solo a fine anno, con il conguaglio. “Non è ancora chiaro – spiega ancora l’impiegato di Marche Multiservizi – se cambieranno gli sgravi per chi ha i cassonetti più distanti di 500 metri; ora lo sconto è del 60% ma si vocifera che verrà ridotto al 40″.

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Tassa sui rifiuti, a Urbino in cinque anni oltre 30 euro in più http://ifg.uniurb.it/2013/03/07/ducato-online/tassa-sui-rifiuti-in-cinque-anni-oltre-30-euro-in-piu/37721/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/07/ducato-online/tassa-sui-rifiuti-in-cinque-anni-oltre-30-euro-in-piu/37721/#comments Thu, 07 Mar 2013 08:31:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=37721 URBINO – La tassa sui rifiuti? A Urbino in cinque anni una vera stangata. Lo confermano i dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva: dal 2007 al 2012, le famiglie urbinati – con la Tia (tariffa igiene ambientale) – hanno pagato oltre 30 euro in più, passando da una media di 161 a 193 euro. Un aumento del 20%, il più alto rincaro degli ultimi cinque anni, il più alto tra i capoluoghi di provincia delle Marche. A guardare soltanto i dati dell’anno precedente, l’aumento poteva passare inosservato: un solo punto percentuale in più rispetto al 2011, passando da 191 a 193 euro.

La tariffa di igiene ambientale, composta da più voci, per il 2012 a Urbino è stata così calcolata: un imponibile di 1,42 euro per metro quadro, una somma variabile a seconda del numero di appartenenti al nucleo familiare, l’Iva allo 0% e un’addizionale provinciale pari al 5%. In tutta la regione, l’importo medio pagato da una famiglia di tre persone in una casa di 100 metri quadri è stato di 191 euro. Un valore più basso rispetto alla media nazionale, che ha raggiunto i 253 euro, con un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente e oltre il 17% rispetto al 2007.

Nel 2011 Urbino ha riciclato il 40% dei rifiuti, smaltendo la parte restante in discarica. Ciò fa sì che il comune non goda delle premialità previste dalla Regione sullo smaltimento di tali rifiuti. Che significa? Significa che per smaltire una tonnellata di rifiuti il comune paga non 20 euro, come previsto dalla legge statale 549 del ’95, ma 24. Quattro euro aggiuntivi che diventano un monito per fare meglio. Se Urbino avesse differenziato il 50 per cento, il costo sarebbe sceso – proprio grazie alle premialità – fino a 14 euro.

È questo a ricadere sulle tasche dei contribuenti? Probabilmente sì, se si tiene conto dei rincari degli ultimi anni. Perché un miglior smaltimento dei rifiuti dovrebbe consentire di rimodulare le tariffe per i cittadini. Invece, niente premialità, niente costi inferiori. Né con la Tia adesso, né con la Tares a luglio.

La Tares, che sostituirà la Tia, interessa chiunque possieda o detenga locali in cui si possono produrre rifiuti e pesa in particolar modo su famiglie numerose e imprese. Visto che finanzia anche i “servizi indivisibili” forniti dal comune – come illuminazione pubblica e manutenzione delle strade – pescherà ancora nelle tasche dei cittadini. Quanto, però, non è ancora dato sapere.

“Stime non ne abbiamo ancora – spiega Ornella Valentini, responsabile del servizio finanziario del comune di Urbino – con la Tares, che è un tributo e non una tariffa, la competenza per la riscossione è tornata al Comune e non è più di Marche Multiservizi. Stiamo facendo delle simulazione di costi, ma ancora nulla di preciso. Certo, un po’ aumenterà per forza”.

Stando alla legge, infatti, la Tares costringerà i contribuenti a pagare da 0,30 fino a 0,40 centesimi in più per ogni metro quadrato calpestabile. Le tariffe, che per Urbino non sono ancora approvate, dovranno arrivare a coprire il costo totale dei servizi, quelli di smaltimento e quei famosi “servizi indivisibili” che sarà il singolo cittadino a pagare di tasca sua.

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Imu, un’imposta a zero entrate http://ifg.uniurb.it/2013/02/09/ducato-online/imu-unimposta-a-zero-entrate/34038/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/09/ducato-online/imu-unimposta-a-zero-entrate/34038/#comments Sat, 09 Feb 2013 02:32:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=34038 URBINO – Pensare che l’Imu sia una croce per i cittadini e una delizia per i Comuni può rivelarsi un’idea completamente sbagliata. Per quanto riguarda Urbino, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, l’Imu non ha rappresentato un’entrata in più rispetto al bilancio degli anni scorsi. Anzi. “Sostanzialmente l’Imu andava di pari passo con il fondo sperimentale di equilibrio destinato dallo Stato ai Comuni – afferma l’assessore al bilancio Maria Clara Muci – ovvero un fondo triennale istituito al fine di realizzare una devoluzione in forma progressiva ed equilibrata della fiscalità immobiliare.”

Traducendo, l’Imu ha sostituito da una parte la vecchia Ici e dall’altra questo fondo sperimentale, mantenendo di fatto invariato il gettito totale del Comune.

L’assessore spiega che “per riavere gli stessi soldi degli anni scorsi quasi tutti i comuni hanno dovuto alzare le aliquote di base, quello di Urbino è uno dei pochi ad aver operato un aumento di scarsa consistenza, lasciando l’abitazione principale con l’aliquota minima del 4×1000.”

A oggi è difficile stabilire se l’Imu sia stata riscossa completamente poiché devono ancora arrivare alcuni versamenti previsti, ma stando alle stime del gettito Imu previste dallo Stato, al Comune di Urbino sembrerebbero mancare ancora 150.000 euro. Ma perché mancherebbero tutti questi soldi? “In realtà, la cifra è ancora provvisoria – prosegue l’assessore – poiché siamo in attesa dei dati definitivi. Il vero problema è che le stime fatte dallo Stato comprendono anche tutti quegli immobili considerati ‘fantasma’. Il ministero delle Finanze, in base a dati in suo possesso, ha fatto alcune previsioni secondo cui il Comune di Urbino risulterebbe proprietario di un certo numero di strutture, compresi capannoni e altri fabbricati che in realtà non sono stati considerati immobili dal catasto, e quindi non fanno parte del gettito del Comune”.

Il bilancio comunale relativo al 2012 è ormai chiuso, perciò questi 150.000 euro dovranno essere tenuti in conto per il bilancio dell’anno in corso. Da questi dati, emerge come l’imposta creata dal governo Monti non abbia portato alcun beneficio alla città di Urbino. Addirittura, a conti fatti, il Comune registrerebbe un passivo per il 2013.

Inoltre, per ogni immobile di proprietà che non abbia fini istituzionali, il Comune deve pagare il 50% allo Stato sull’aliquota di base. “In pratica è come pagare se stessi. Visto che lo Stato ha tagliato il fondo sperimentale di equilibrio – afferma Ornella Valentini, responsabile del servizio finanziario – il nostro Comune, rispetto al 2011 in cui c’era solo l’Ici sulla seconda casa, ha meno introiti e quindi si è visto costretto ad alzare l’aliquota di base sulla seconda casa da 7,6 a 9,5. Altri comuni, per intenderci, l’hanno aumentata al massimo, fino ad arrivare al 10,6”.

L’Imu non è stata di grande aiuto per le casse del Comune, e se è per questo non lo sarà nemmeno la Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi), la nuova tassa sui rifiuti che prenderà il posto della vecchia Tia. In passato, a differenza della Tarsu che era gestita direttamente dai comuni, la Tia poteva essere riscossa da un gestore esterno, così il Comune di Urbino l’aveva completamente esternalizzata alla Marche Multiservizi, la multiutility operante nei servizi di pubblica utilità.

“Sostanzialmente per chi, come noi, aveva la Tia cambia poco con questa nuova tassa – afferma l’assessore Muci- perché anche la Tares terrà conto della cosiddetta superficie calpestabile e dei componenti del nucleo familiare. L’unica differenza è che sulla Tares ci sarà un’ulteriore quota a carico del cittadino sui cosiddetti servizi indivisibili, il che comporterà un ulteriore aumento per i contribuenti dello 0,30% in più per ogni metro quadro”. “Ma i soldi, anche in questo caso, andranno tutti allo Stato – assicura l’assessore – perché il Comune dovrà coprire integralmente il costo del servizio, senza quindi guadagnarci granché”.

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