il Ducato » unione europea http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » unione europea http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Servizio idrico, procedure Ue contro Urbino e altri otto Comuni http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/servizio-idrico-procedure-ue-contro-urbino-e-altri-otto-comuni/69592/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/servizio-idrico-procedure-ue-contro-urbino-e-altri-otto-comuni/69592/#comments Fri, 03 Apr 2015 08:38:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69592 [continua a leggere]]]> Depuratore in Via della Stazione, Località Le Conce

Depuratore in Via della Stazione, Località Le Conce

URBINO – Non bastano le perdite di una rete idrica inefficiente. Ci si mette anche l’Unione europea. La Ue ha aperto ben otto procedure di infrazione comunitarie nei confronti di altrettanti Comuni della provincia di Pesaro e Urbino: Mondolfo, Montelabbate, Orciano di Pesaro, San Costanzo, Santa Maria Nuova, Sassoferrato, Pesaro e anche Urbino.

Le pratiche attivate obbligano i Comuni e i gestori del servizio idrico a effettuare investimenti per allinearsi alle direttive europee. Spese che vengono finanziate grazie alle bollette pagate dagli utenti.

LEGGI Caro bolletta, ‘colpa’ di investimenti e potabilizzatori

La procedura che riguarda Urbino è stata aperta nel 2009 (violazione articolo 5 della Direttiva 1991/271/CE) e aggiornata, con nuove infrazioni nel 2014 (articoli 4 e 10). Questo perché non tutte le acque reflue della città, in particolare della zona nord di Urbino, venivano correttamente depurate prima di essere scaricate nel fosso Braccone e da lì nel torrente Apsa e infine nel Foglia (l’infrazione riguarda depuratori che servono più di diecimila abitanti).

FOCUS Acquedotti colabrodo: il 32% dell’acqua va persa

Nel 2006 il Comune aveva iniziato la costruzione di un nuovo depuratore proprio nel fosso del Braccone (a cui si arriva procedendo verso Gadana, svoltando per Pieve di Cagna e prendendo per Ca’ Franzone). Un lavoro che sarebbe dovuto terminare nel 2010, ma che solo adesso sta per essere ultimato (anche per via di una frana che ne ha rallentato la costruzione). Nel frattempo la costruzione del depuratore è passata in mano a Megas, e infine a Marche Multiservizi. La zona nuova di Gadana è stata separata dal resto della città e un piccolo depuratore è stato costruito per servirla.

Già nelle bollette del 2014 l’investimento fatto da Marche Multiservizi incideva sul costo dell’acqua. Per completare i lavori il gestore ha infatti dovuto spendere 1.800.000 euro, addebitati sulle tariffe, come previsto dalla regolamentazione dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) per il finanziamento dell’opera.

Dal piano di investimenti stilato dall’Autorità di ambito territoriale ottimale (Aato) per Marche Multiservizi si conoscono le ultime spese riguardanti il depuratore del Braccone. Nel 2014 è arrivata l’ultima parte di soldi (100.000 euro) per terminare gli interventi di costruzione prima della sua messa in funzione. Altri 190.000 sono stati invece stanziati (sempre nel 2014) per la manutenzione straordinaria delle fognature collegate al depuratore del Braccone. Quest’anno è stato finanziato per oltre 142.000 euro il collegamento di Fontesecca (tratto Varea), mentre nei prossimi due anni (2016 – 2017)  arriveranno altri 350.000 euro per finanziare il collegamento fognario di Gadana.

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Via al concorso di scrittura europeo “Così simili, così diversi, così europei” http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-notizie-informazione/via-al-concorso-di-scrittura-europeo-cosi-simili-cosi-diversi-cosi-europei/62939/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/19/ducato-notizie-informazione/via-al-concorso-di-scrittura-europeo-cosi-simili-cosi-diversi-cosi-europei/62939/#comments Mon, 19 Jan 2015 15:28:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62939 [continua a leggere]]]> URBINO, 19 GEN – E’ partito il concorso di scrittura europeo “Così simili, così diversi, così europei” organizzato dalla DG Allargamento della Commissione europea e rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni, provenienti dai 28 stati UE. C’è tempo fino al 27 febbraio (ore 12) per fare pervenire al sito dell’iniziativa un elaborato che rifletta su valori e impatto dell’allargamento dell’Unione Europea. In palio una visita-studio a Bruxelles e la pubblicazione dei lavori su un sito della Commissione.

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Altro che Maastricht. “L’Unione Europea si fa con la cultura” http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/altro-che-maastricht-lunione-europea-si-fa-con-la-cultura/62043/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/altro-che-maastricht-lunione-europea-si-fa-con-la-cultura/62043/#comments Sat, 26 Apr 2014 21:03:07 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62043 Liberation spiega il ruolo unificatore, più forte dei vincoli economici. "Serve un modello che vada oltre i confini". Con lui alla tavola rotonda anche Lucio Battistotti, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione Europea e l'assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini
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admin-ajaxURBINO – Perché non stampare i volti di Dante o Hugo sulle banconote? Il vero collante dell’Europa, più dell’economia e dell’Euro, è la cultura. Quell’atteggiamento “frutto di secoli di scambi, viaggi e vicinanza” che, secondo Eric Jozsef, “costringe ogni momento a pensare al nostro passato comune e dunque anche al futuro”. Il corrispondente in Italia di Liberation, dal palco del Festival del giornalismo culturale, ha sottolineato la contraddizione di una comunità di stati che si sono dotati di una politica economica comune, ma non di un modello culturale condiviso.

“L’Europa – ha detto Jozsef – deve essere incarnata dalla cultura, l’elemento più importante dello stare insieme. Bisogna rovesciare la visione attuale di diverse culture nazionali sovvenzionate da Bruxelles. Ci sono fondi dedicati alla cultura, ma non possiamo essere contenti se si pensa al fatto che i grandi temi, per l’Unione Europea, sono altri e dunque questi aiuti finiscono per diventare solo un contentino per i paesi membri”.

Qualche esempio concreto: “Si parla spesso delle banconote anonime che i cittadini dei paesi dell’Eurozona hanno in tasca. Mi sarebbe piaciuto vedere su queste banconote i ritratti di Victor Hugo, Shakespeare o Dante Alighieri: personaggi che non appartengono solo a una nazione, ma a tutti noi europei. Urbino, ad esempio, non è una città italiana, ma europea. Fa parte della nostra identità culturale. Un altro nodo essenziale in un dibattito sulla cultura europea è il ruolo del pubblico: bisognerebbe discutere delle quote di film europei nella distribuzione cinematografica, o fissare un prezzo medio comune dei libri”.

Un dibattito che deve coinvolgere anche il sistema della comunicazione: “Bisogna parlare di cultura – aggiunge Jozsef – ma il giornalismo culturale italiano rimane nel flusso, non prevede una gerarchia delle informazioni, non si fanno scelte, si parla di cultura sempre in coda e en passant. In questo modo diventa un’informazione come un’altra”.

Alla tavola rotonda sul rapporto tra cultura italiana e cultura europea ha partecipato anche Lucio Battistotti, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione Europea. “L’Europa deve essere un viaggio fatto di curiosità, entusiasmo e passione – ha esordito Battistotti – forse abbiamo perso il senso dello stare insieme: siamo ventisette popoli che si conoscono poco tra loro. Bisogna investire sulla cultura in senso comunitario, costruendo una nuova narrativa per l’Europa che sia anche un volano economico. Con i fondi strutturali europei, la Francia ha realizzato a Lens, un paesino desolato dal passato minerario, una succursale del Louvre: hanno creato 150 nuovi posti di lavoro e cambiato il volto della città”.

Un modello che potrebbe funzionare anche in Italia e nelle Marche: “Abbiamo quattro atenei – ha ricordato l’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini – dovremmo istituire quattro cattedre di bandologia europea: la nostra Regione può attirare 1,2 miliardi di fondi strutturali, ma serve progettualità per non farli finire altrove. Non dobbiamo andare a Bruxelles con il cappello in mano, ma con progetti”.

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La Ue a Urbino. “Prospettive di sviluppo solo con la macroregione” http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/la-ue-a-urbino-prospettive-di-sviluppo-solo-con-la-macroregione/53333/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/la-ue-a-urbino-prospettive-di-sviluppo-solo-con-la-macroregione/53333/#comments Thu, 05 Dec 2013 16:07:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53333 Vittoriano Solazzi, Vilberto Stocchi e Lorenzo Tempesta

Vittoriano Solazzi, Vilberto Stocchi e Lorenzo Tempesta

URBINO – L’Unione europea ha destinato un miliardo di euro alla la regione Marche nella programmazione della strategia per i fondi europei 2014-2020. Quindi è a Bruxelles che bisogna guardare per le prospettive di sviluppo future. Il presidente del Consiglio regionale delle Marche Vittoriano Solazzi lo ha ricordato stamattina intervenendo alla conferenza “L’Europa nelle Marche”. Un incontro con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia, per la quale sono intervenuti Ewelina Jelenkowska Luca, capo dell’ufficio stampa della Commissione Alessandro Giordani, capo della comunicazione, in collaborazione con Europe Direct, la rete di informazione che fa da intermediario tra l’Unione europea, i cittadini e l’Università di Urbino.

“L’Europa è il perimetro minimo a cui dobbiamo pensare per affrontare le sfide globali. Chi pensa di essere cittadino di Fano, Pesaro o Urbino è fuori”, ha aggiunto Solazzi davanti a numerosi studenti dell’ateneo e delle scuole superiori. La Macroregione dello Ionio-Adriatico, per esempio, è un progetto caro alla regione Marche e il governatore Gian Mario Spacca ne è presidente. “Le Marche sono all’avanguardia sulle politiche europee e la macroregione serve a intercettare i fondi europei, sempre più destinati a chi è capace di fare rete”, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale.

Il bilancio dell’Unione europea, seppur molto ridotto (1% del Pil continentale) – ha sottolineato Ewelina Jelenkowska Luca – è l’unica risorsa dedicata agli investimenti in Europa. Ben il 94% di esso infatti viene destinato allo sviluppo”.

Per Alessandro Giordani, il nostro paese deve abbandonare l’idea romantica di Europa che l’ha contraddistinta in passato per abbracciarne una più “freddina”, ma più efficace. Ci ha tenuto però a sottolineare che l’evento non è stato organizzato per dire che tutto va bene così com’è. “Siamo qui – ha spiegato – per innescare un dibattito regionale sul futuro dell’Europa. Presenteremo un questionario: 13 domande per i cittadini, chiedendo a loro quale Europa vogliamo. Finirà con un evento collettivo nazionale a maggio, per dire che la Commissione europea ha ascoltato i territori”.

Oltre alla conferenza di questa mattina e l’evento nazionale presentato da Giordani che sarà realizzato in collaborazione con Europe direct, anche il Comune di Urbino si impegnerà nella sensibilizzazione dei cittadini sui temi dell’Europa. Federico Scaramucci, consigliere comunale di maggioranza, ha annunciato a margine che presto ci sarà un consiglio comunale ad hoc sull’Unione Europea, al quale potranno partecipare tutti.

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Il parlamento Ue: “Libertà di stampa e pluralismo, ecco le linee guida” http://ifg.uniurb.it/2013/05/30/ducato-online/il-parlamento-ue-liberta-di-stampa-e-pluralismo-ecco-i-principi-da-seguire/49352/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/30/ducato-online/il-parlamento-ue-liberta-di-stampa-e-pluralismo-ecco-i-principi-da-seguire/49352/#comments Thu, 30 May 2013 21:15:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49352

Il parlamento di Strasburgo

Il Parlamento europeo lo scorso 21 maggio ha approvato una risoluzione che stabilisce le norme per la libertà dei mezzi d’informazione in tutta l’Unione. Un passo importante che impone ai 27 Stati membri regole precise per garantire il diritto d’informare e di essere informati.

Pur non avendo le risoluzioni del Parlamento, si tratta di una presa di posizione importante di principi e linee guida che potrà guidare l’approvazione di regolamenti e direttive nei prossimi anni.

Il testo parte dall’assunto che il pluralismo e il giornalismo indipendente sono i cardini su cui si regge una democrazia: per questo “gli Stati membri devono rispettare, garantire, proteggere e promuovere il diritto fondamentale alla libertà d’espressione e d’informazione”. Un diritto che va tutelato dalle interferenze dei poteri forti e da qualsiasi forma di censura o limitazione. Inoltre, si sottolinea che nessuna decisione politica può limitare l’accesso ai media o condizionarne l’informazione.

La libertà dei media si difende, innanzitutto, vigilando sulla nomina dei dirigenti e dei consigli d’amministrazione del servizio pubblico e privato. “La Commissione europea deve assicurare che gli Stati garantiscano al loro interno la corretta attuazione della Carta dei diritti fondamentali”, che impone l’indipendenza e la neutralità di tutti i media. Un obiettivo ancora lontano. Nella classifica mondiale della liberta di stampa 2013, l’Italia è al 57° posto, la Grecia al 84°, la Francia al 37°, la Spagna al 36°, l’Inghilterra è al 29° e la Germania al 17°.

Altro punto fondamentale è la creazione di un sistema europeo basato sull’equilibrio tra mezzi d’informazione privati e pubblici, tema molto importante in Italia. Quest’ultimi “sono strettamente legati alle esigenze democratiche, sociali e culturali di ogni società” e per questo vanno protetti e tutelati anche attraverso l’assegnazione di fondi: “Bisogna assicurare ai media del servizio pubblico finanziamenti adeguati”, che gli permettano di essere indipendente dal mondo politico ed economico.

Altro punto che tocca da vicino l’Italia è quello in cui il Parlamento parla di corretta concorrenza tra tutti i mezzi d’informazione, che viene troppo spesso minata da conflitti d’interesse “risultanti dalla sovrapposizione di cariche politiche”. E’ necessario, inoltre, impedire la concentrazione della proprietà e l’abuso di posizione dominante.

La libertà di stampa non riguarda solo i mezzi tradizionali, ma anche “i social media e le altre forme di nuovi media”. Tutti devono poter accedere senza ostacoli all’informazione in Rete che deve essere trasparente e neutrale. Ogni Stato deve favorire in ogni modo l’alfabetizzazione digitale dei suoi cittadini.

Una parte importante della risoluzione è, infine, dedicata ai giornalisti che rischiano la loro vita per svolgere con onestà e passione questo mestiere: “Devono essere protetti da pressioni, intimidazioni, molestie, minacce e violenze”. L’Unione Europea “invita, inoltre, gli Stati membri a depenalizzare il reato di diffamazione”. In Italia, l’articolo 595 del codice penale, prevede per il giornalista che diffama la reclusione per un massimo di tre anni.

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Buon compleanno Europa ma a Urbino nessuno la festeggia http://ifg.uniurb.it/2013/05/10/ducato-online/buon-compleanno-europa-ma-a-urbino-nessuno-la-festeggia/46385/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/10/ducato-online/buon-compleanno-europa-ma-a-urbino-nessuno-la-festeggia/46385/#comments Fri, 10 May 2013 05:05:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=46385 URBINO – Il 9 maggio in Italia si ricordano le vittime del terrorismo e per la religione cristiana è la festa dell’Ascensione. Ma si celebra anche una signora non più giovanissima: l’Europa. Siamo scesi in strada a fare qualche domanda a urbinati studenti e turisti a passeggio per le strade del centro storico. Tutti ignari dei festeggiamenti, la maggior parte non sembra conoscere a fondo l’Unione europea e qualcuno ha ancora nostalgia della Lira.


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Cultura dell’integrazione, Urbino incontra il nord Europa http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/cultura-dellintegrazione-urbino-incontra-il-nord-europa/45643/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/cultura-dellintegrazione-urbino-incontra-il-nord-europa/45643/#comments Mon, 06 May 2013 14:59:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45643 URBINO – “L’Europa è una ‘wunderkammer’, una stanza delle meraviglie che va festeggiata attraverso l’incontro con la cultura in tutte le sue forme e attraverso gli occhi dei più giovani, futuri cittadini del continente”.

Marco Germinari, fondatore dell’associazione no profit Ragnarock, ha spiegato così il senso della Festa dell’Europa 2013, che ricorre il 9 maggio di ogni anno in occasione  dell’anniversario della Dichiarazione Schuman e che è promossa e patrocinata dal DGComm (Directorate General for Communication) del Parlamento europeo.

Urbino l’ ha celebratastamattina al teatro Sanzio con un evento dedicato agli studenti delle scuole superiori.

Da Milano a Roma, da Trieste a Urbino, l’associazione Ragnarock sta girando l’Italia per promuovere l’incontro con la cultura dei paesi del nord Europa e, in particolare, con i modelli d’integrazione oltre confine: “Ho studiato fisica nucleare in Danimarca – ha spiegato Germinari- e dopo aver avuto esperienze come giornalista e fotografo, sono tornato in Italia con l’intenzione di diffondere una maggiore apertura alla diversità e all’Europa in generale, anche attraverso i temi che abbiamo scelto durante questa mattinata: arte, letteratura, cinema e architettura”.

L’evento, patrocinato anche  dalla Regione Marche, dalla Provincia e dal Comune, rientra nel percorso di crescita verso la nomina di Urbino a capitale della cultura 2019: “È un onore che Urbino si affianchi ad altre grandi città come Milano e Roma – ha commentato il sindaco Franco Corbucci - questa manifestazione è importante per l’Europa, che sta vivendo contrasti tra chi alza la voce per cercare di difendere esclusivamente i propri interessi e chi crede in una politica unitaria. C’è bisogno che i giovani tengano alta la bandiera dell’ unità sancita nel dopoguerra e che capiscano che da soli non si va da nessuna parte”.

Ospite d’onore della giornata è stato Finn Andersen, segretario generale del Istituto Danese della Cultura.

La sua visione dell’Italia  è chiara: a Il Ducato ha detto che “i ragazzi dovrebbero essere sensibilizzati alla cultura a partire dalla scuola. Ci vorrebbero più manifestazioni come questa, anche perché il dinamismo e la voglia di fare non mancano in questo paese”.

Finn Andersen

Quali sono quindi le pecche dell’Italia? “Non sono un esperto in materia e non so dire quali siano le politiche giuste o sbagliate – si schermisce Andersen – ma l’Italia è una nazione con un grande potenziale e c’è bisogno di far vivere di più la realtà esistente, rendendola più produttiva. Urbino ha ottime possibilità di diventare capitale europea della cultura e per farlo dovrà mettere in campo un dettagliato e intenso programma culturale, con eventi che possano favorirne l’immagine”.

La manifestazione ha coinvolto più di 250 studenti delle scuole superiori della città e della provincia, divisi in squadre e pronti a sfidarsi a colpi di cultura europea per conquistare un viaggio di due giorni a Strasburgo.

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Ue, diritto all’oblio legge nel 2015. Ma per i giornali qualche eccezione http://ifg.uniurb.it/2013/04/12/ducato-online/ue-diritto-alloblio-legge-nel-2015-ma-per-i-giornali-qualche-eccezione/41370/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/12/ducato-online/ue-diritto-alloblio-legge-nel-2015-ma-per-i-giornali-qualche-eccezione/41370/#comments Fri, 12 Apr 2013 06:20:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41370

Parlamento europeo

Abbiamo il diritto di essere dimenticati. Ma a scordarselo è la legge italiana, almeno per ora. Il cosiddetto diritto all’oblio è al centro del dibattito che in sede europea dovrebbe portare all’adozione di una nuova legge unitaria in materia di privacy. La proposta è sul tavolo delle trattative da circa un anno e dovrebbe essere approvata e poi recepita dagli Stati membri entro il 2015.

Ma cosa significa diritto all’oblio? La possibilità, soprattutto per chi è stato protagonista di vicende  giudiziarie pregiudizievoli, di richiedere la cancellazione dei propri dati, una volta che sia passato un congruo lasso di tempo e non siano più pertinenti. Una piccola rivoluzione ai tempi del web, quando basta una semplice ricerca su Google per ritrovare storie ormai dimenticate e spesso superate.

Un po’ diversa la questione per quanto riguarda gli archivi dei giornali: come si concilia l’oblio con l’attività giornalistica? Su questo punto la Cassazione, il Garante per la privacy e l’Ordine dei giornalisti  (nella Carta di Milano sui detenuti) hanno tracciato qualche ‘linea guida’.

SE RICORDI TI CONDANNO
L’importanza del diritto all’oblio l’hanno imparata a loro spese i colleghi abruzzesi di Primadanoi.it, obbligati non solo a sborsare 17.000 euro, ma anche a rimuovere dal loro portale e dall’archivio del giornale una notizia datata, seppur aggiornata, ritenuta lesiva. Questo vicenda giudiziaria, che ha sollevato non poche polemiche, non suona come una verità immutabile. In altre parole, ogni caso fa storia a sé e ogni volta sarà necessario un bilanciamento tra i diritti in contrasto, quello di cronaca e quelli individuali, tra cui privacy e oblio.

Un problema serissimo, soprattutto se si parla di web: un motore di ricerca potrebbe portare l’utente su pagine vecchie, che non rappresentano una persona per come è oggi, ledendone quindi i diritti. Una distorsione della realtà.

Recente la sentenza della Cassazione in cui sembra che un parziale compromesso sia stato raggiunto: sì al diritto di ottenere l’aggiornamento delle informazioni riportate dal giornale. Questa sorta di rettifica, anche secondo il Garante per la privacy serve per “garantire alle persone il rispetto della propria identità, così come si è evoluta  nel tempo, consentendo al lettore di avere un’informazione attendibile e completa”.

UN FRENO AI MOTORI DI RICERCA
L’Autorità per la privacy ha cercato di modulare lo scontro tra diritto all’oblio e libertà d’espressione: divulgare, ma, trascorso un certo lasso di tempo, impedire la diretta reperibilità delle informazioni mediante l’uso di un comune motore di ricerca. Questa soluzione ‘tecnica’ chiarisce, in parte, il principio della pertinenza: i fatti possono essere riproposti, anche a distanza di tempo, solo se hanno una stretta relazione con nuovi avvenimenti di cronaca e se vi è un interesse pubblico alla loro diffusione.

Usando le parole dell’avvocato Carlo Melzi D’Eril (per la trasparenza: insegna all’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino),  “il diritto all’oblio è l’altra faccia dell’interesse pubblico e dell’essenzialità dell’informazione: quando tale interesse scema e la notizia non è più attuale si ha la possibilità di richiedere la cancellazione dei propri dati personali”. 

LE FUTURE NORME UE E I GIORNALI
Una svolta sul diritto all’oblio è nell’aria. Uno degli aspetti più innovativi della proposta europea (Data Protection regulation) riguarda la possibilità che “i propri dati siano cancellati o trasferiti altrove e non siano più processati laddove non siano più necessari in relazione alle finalità per cui erano stati raccolti”. In altre parole, il solo proprietario dei dati è il cittadino a cui appartengono. Inoltre, per proteggere ulteriormente la privacy delle persone, i gestori dovranno, dopo aver ottenuto un esplicito consenso al trattamento dei dati, tenere sempre aggiornati i loro utenti circa il tipo di informazioni in loro possesso, gli scopi d’uso, il periodo in cui questi verranno conservati e l’eventuale trasferimento a terzi. E se, su richiesta dell’interessato, i dati non verranno cancellati scatterà una multa che potrà arrivare fino a 500.000 euro.

Questa regola generale ha un’eccezione: non sarà possibile richiedere la cancellazione delle notizie presenti all’interno dei database delle testate giornalistiche.  Infatti la rivoluzione dell’oblio potrebbe infliggere soprattutto al web un duro colpo se venisse concessa la possibilità di cancellare, anche a distanza di anni, dagli archivi online, il materiale considerato sconveniente e dannoso per soggetti che sono stati protagonisti in passato di fatti di cronaca.

Ma d’altra parte ci sono anche casi che fanno capire quanto sia importante il diritto all’oblio: molte sono le storie di persone intrappolate nel loro passato digitale. Emblematica quella di Marta Bobo, ginnasta spagnola che paga, ancora oggi, il prezzo per un articolo del Paìs uscito nel 1984 in cui veniva dipinta come un’anoressica (e non era vero). La vicenda è tornata a galla perché il quotidiano spagnolo, come molti altri, ha digitalizzato il suo archivio e tutte le notizie in esso contenuto sono diventate facilmente fruibili attraverso l’uso dei motori di ricerca.

Sulla questione degli archivi digitali dei giornali Viviane Reding, membro della Commissione europea, ha chiarito: “Sono una eccezione, il diritto a essere dimenticati non può significare il diritto a cancellare la storia”. La finalità storicistica può giustificare la conservazione, da parte dei giornali, di notizie ormai prive di interesse pubblico precedentemente raccolte per finalità di cronaca giornalistica.

GOOGLE E LA PRIVACY
I motori di ricerca restano quindi il nemico numero uno perché rendono accessibili, virtualmente, per un periodo di tempo indeterminato, notizie (di cronaca o vicessitudini giudiziarie) che altrimenti sarebbero di difficile reperibilità. A questo proposito, proprio di questi giorni è la notizia della nascita di una task force europea, composta dalle Autorità per la protezione dei dati di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna, formatasi per verificare che il colosso americano Google  rispetti la disciplina sulla protezione dei dati personali e, in particolare, la conformità dei trattamenti effettuati dalla società di Mountain View ai principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei dati trattati nonché agli obblighi riguardanti l’informativa agli utenti e l’acquisizione del loro consenso.

Le nuove regole privacy adottate da Google consentono, tra l’altro, alla società californiana di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano i servizi offerti, tra gli altri, da Gmail a YouTube a Google Maps e questo, sembrerebbe non essere in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati (95/46/CE).

RICORDARE E DIMENTICARE
“La conoscenza è basata sulla dimenticanza. Il bello della mente umana è che cancella”. Viktor Mayer-Schönberger professore di internet governance dell’Oxford Internet Institute la pensa così: ricostruiamo il nostro passato basandoci sui valori di oggi. La memoria digitale, invece, procede in direzione opposta,“ci ricorda solo i nostri fallimenti passati”. Eliminare dai ricordi alcuni dettagli ci consente di esercitare la nostra capacità di astrazione per “vedere la foresta, non gli alberi”. Ma non sono in pochi quelli che affermano esattamente il contrario. C’è chi difende a spada tratta il flusso senza limiti che la rete offre, sostenendo che l’oblio sia una minaccia alla libertà d’informazione.

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Università, presidente Emuni a Urbino per un osservatorio su patrimonio culturale http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-notizie-informazione/universita-presidente-emuni-a-urbino-per-un-osservatorio-su-patrimonio-culturale/33927/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-notizie-informazione/universita-presidente-emuni-a-urbino-per-un-osservatorio-su-patrimonio-culturale/33927/#comments Fri, 08 Feb 2013 14:24:25 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33927 [continua a leggere]]]> URBINO – Costituire a Urbino un “osservatorio euro-mediterraneo sul patrimonio culturale”.  Sarà questo il tema del confronto, che ci sarà martedì 12 febbraio, tra il rettore Stefano Pivato e Laris Garis presidente dell’università Euromediterranea. Una prospettiva di collaborazione tra l’università Carlo Bo e l’Emuni (Euro-Mediterranean University) nell’ambito dei rapporti euro-mediterranei e adriatico-ionici tra due realtà culturali legate da tempo.

L’ateneo urbinate è uno dei quattro soci fondatori dell’Emuni, una rete che coinvolge 185 atenei e tre continenti. Creata per volontà dell’Unione Europea, della Lega Araba e di un gruppo di università, l’Università Euromediterranea svolge attività didattiche, di ricerca e seminari per facilitare la cooperazione dei ricercatori di differenti paesi.

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“Le agenzie di rating dietro la curva” – Intervista a Mario Seminerio http://ifg.uniurb.it/2012/01/17/radio-ducato/le-agenzie-di-rating-dietro-la-curva-intervista-a-mario-seminerio/16217/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/17/radio-ducato/le-agenzie-di-rating-dietro-la-curva-intervista-a-mario-seminerio/16217/#comments Tue, 17 Jan 2012 17:38:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=16217 [continua a leggere]]]> Le agenzie di rating arrivano tardi con i loro giudizi e non muovono più i mercati. Pensare che dietro di loro ci sia un complotto è una sciocchezza. Questo è il pensiero di Mario Seminerio, portfolio advisor, editorialista de il Tempo, Linkiesta e il Fatto Quotidiano e titolare del blog Phastidio.net.

Nell’intervista Seminerio risponde a domande sulla stabilità dei mercati nonostante i downgrade di S&P, sulla perdità della tripla A da parte del Fondo salvastati, sulle dichiarazioni del Commissario europeo Olli Rehn (che ha accusato le agenzie di rating di essere al servizio del capitalismo finanziario americano) e sulle ipotesi di trasformare la Bce in un prestatore di ultima istanza. Parte dell’intervista è andata in onda il 17 gennaio durante il Gr delle 17,30

Ascolta l’intervista completa a Mario Seminerio

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