il Ducato » wall street journal http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » wall street journal http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Profile e Current: quando il giornale sogna il social network http://ifg.uniurb.it/2013/06/10/ducato-online/profile-e-current-quando-il-giornale-sogna-il-social-network/50279/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/10/ducato-online/profile-e-current-quando-il-giornale-sogna-il-social-network/50279/#comments Mon, 10 Jun 2013 07:44:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50279 CRONOSTORIA I social e i media]]> In principio era la carta, poi l’informazione è migrata sulla Rete. I giornali elettronici, un tempo mere riproduzioni dei fogli cartacei, si sono trasformati progressivamente, hanno scoperto il linguaggio e le regole di Internet, hanno imparato a giocare sui social network con i propri lettori.

Oggi le grandi media company tentano un nuovo balzo in avanti, affiancando ai loro prodotti editoriali veri e propri social network con lo scopo di arricchire l’offerta rivolta ai lettori, e fidelizzarli: i protagonisti di questa tendenza sono soprattutto i grandi editori economici, intenzionati a dare vita a network di nicchia, tagliati su misura per un pubblico selezionato di professionisti.

L’ultima creatura venuta alla luce è WSJ Profile, una rete simile a LinkedIn realizzata per i lettori del Wall Street Journal. La nascita del nuovo strumento è stata annunciata lo scorso 28 maggio da Lex Fenwick, amministratore delegato di Dow Jones ed editore del quotidiano finanziario più autorevole del pianeta: “Vogliamo permettere ai nostri lettori di partecipare all’economia della condivisione – ha detto Fenwick – in questo modo aumenterà il tempo che trascorreranno sul sito e noi saremo capaci di conoscere meglio le loro preferenze. Il network faciliterà anche la pubblicità mirata”. Perché è proprio questo, la pubblicità su misura, che rende miliardi di dollari a Facebook e Google. Riuscire a intercettare parte di quel flusso è la grande sfida.

CRONOSTORIA I social e i media: storia di fallimenti 

Le funzioni di Profile comprendono un servizio di instant messaging, strumenti per caricare ricerche economiche e monitorare gli investimenti ma soprattutto permettono di rendere visibili le informazioni sulla professione dell’utente: quest’ultimo aspetto sembra ricalcato da LinkedIn, il social network usato dalle aziende per vagliare e reclutare le figure professionali. Per saperne di più, però, bisognerà aspettare ancora qualche giorno, mentre non è ancora chiaro se il lancio ufficiale avverrà su scala globale o inizialmente solo negli Stati Uniti.

I social network, però, sono creature volubili ed è facile scottarsi le mani. Ne sa qualcosa Rupert Murdoch, proprietario di News Corporation (e quindi dello stesso Wall Street Journal): il magnate australiano ha comprato MySpace nel 2005 per la cifra di 580 milioni di dollari, rivendendo il sito nel 2011 per la misera somma di 35 milioni.

Anche Bloomberg rientra nel novero degli editori recidivi, innamorati perdutamente dell’idea di creare il proprio social network: la prima volta risale al 2008, anno di nascita di Current. Il sito, che non ha mai avuto successo, era una sorta di Twitter finanziario, uno spazio dove gli utenti potevano informarsi ed informare in tempo reale su quanto accadeva nel mondo degli affari. Per aumentare la visibilità di Current, il team di Bloomberg ha aperto anche un profilo sul “rivale” Twitter, ma l’ultimo segno di attività risale all’autunno del 2011.

Ora Current riemerge dall’oscurità con una versione Beta, della quale, al momento, è possibile vedere solo la pagina di login: “Il nostro scopo è filtrare il rumore – spiegano gli sviluppatori del sito – fornire ai leader finanziari i contenuti più rilevanti”. Per fare ciò hanno rimodellato la grafica e puntato su un sistema di ricerca per tag, ma ancora non è chiaro quando Current sarà realmente accessibile.

Maggior successo ha avuto un altro social realizzato da un editore: the Guardian Soulmates. L’autorevole quotidiano britannico ha lanciato nel 2007 un sito di incontri sulla falsariga di Meetic, ma lo scopo, più che far incontrare le anime gemelle, è sostenere economicamente il giornale: gli utenti, infatti, pagano un abbonamento mensile di 32 sterline.

Un esempio tutto italiano è Gazzaspace, la community della Gazzetta dello Sport dove gli utenti commentano le notizie, giocano a Fantacalcio e si riuniscono in gruppi. Con il tempo sono aumentate le funzioni: i lettori più attivi vincono dei badges, dei riconoscimenti che possono esibire anche sui loro profili Facebook. Ma molti giornali italiani stanno cercando di costruire delle community di lettori, anche se la profondità di interazione non è molto sviluppato.

Tra scetticismo ed entusiasmo, questi nuovi social aprono una strada che presto potrebbe essere percorsa da altri protagonisti dell’informazione, ma una questione rimane in sospeso: è sufficiente dare nuovi spazi ai lettori per rilanciare le sorti delle imprese editoriali?

Sullo stesso argomento:

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Pulitzer, ecco i 21 servizi vincitori http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-ecco-i-21-servizi-vincitori/43084/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-ecco-i-21-servizi-vincitori/43084/#comments Tue, 16 Apr 2013 17:23:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43084 [continua a leggere]]]> Dai poliziotti a cui non piace rispettare i limiti di velocità (e uccidono 19 persone) alla guerra civile in Siria, da l’inquinamento degli oleodotti in Michigan ai conti segreti dell’ex premier cinese Wen Jiabao: sono questi alcuni degli argomenti trattati dai servizi, dalle inchieste e dai reportage vincitori dei prestigiosi premio Pulitzer, assegnati ieri a New York. Ecco, in dettaglio, i 14 vincitori.

SERVIZIO PUBBLICO
Sun Sentinel, Fort Lauderdale, FL

A tutta velocità, per andare a lavoro o semplicemente per gioco, fino a superare i 200 chilometri all’ora. Oltre 800 poliziotti della Florida, secondo l’inchiesta del Sun Sentinel di Fort Lauderdale, quotidianamente superano i limiti di velocità (circa 90 chilometri orari) “violando in modo evidente la fiducia dei cittadini”. Dal 2004 l’eccesso di velocità ha provocato 320 incidenti e 19 morti. Solo un poliziotto è stato condannato: 60 giorni di carcere.

BREAKING NEWS
La redazione del The Denver Post

Denverpost.com del 20 luglio 2012

 La notte del 20 luglio 2012 centinaia di persone affollavano il multisala “Century 16 Movie Theater” di Aurora per vedere la prima mondiale del film “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno“. Dodici fra gli spettatori, tra i quali diversi bambini, furono uccisi. Per aver raccontato il “massacro di Aurora” in modo puntuale e preciso, attraverso l’uso di Twitter, Facebook, video e foto, lo staff del The Denver Post vince il Pulitzer sezione Breaking News.  Il giornale ha anche pubblicato l’audio della prima telefonata ricevuta dalla polizia che segnalava gli spari e una timeline interattiva che descrive ogni momento della vicenda.

 
GIORNALISMO INVESTIGATIVO
David Barstow e Alejandra Xanic von Bertrab del New York Times

L’inchiesta dei giornalisti David Barstow e Alejandra Xanic von Bertrab sul fenomeno della corruzione nel Wal-Mart, nel settore della grande distribuzione

Come fa una multinazionale nel settore della vendita al dettaglio a sbaragliare la concorrenza e dominare con successo anche il difficile mercato messicano? La domanda se la sono posta due giornalisti del NYT e la risposta è stata tutt’altro che incoraggiante. Dal 2005 infatti i dirigenti di Wal – Mal, multinazionale con oltre 200 dipendenti in Messico, sono riusciti ad ottenere il controllo di Città del Messico corrompendo la pubblica amministrazione per avere permessi e licenze: quasi 20 milioni di euro (24 milioni di dollari) in totale di mazzette.

EXPLANATORY REPORTING (Giornalismo esplicativo)
La redazione del New York Times

I lati oscuri di una delle più potenti società del mondo, dalla paga dei lavoratori alla produzione dei componenti fuori dal continente americano

La “i” revolution, quella degli iPhone, iPad e  iTunes, ha cambiano radicalmente molti aspetti della vita sociale, dall’economia mondiale al modo in cui le persone interagiscono fra di loro. Ma il mondo Apple non è tutto rose e fiori, anzi forse, a guardar bene, quella ‘mela’ è piena di bruchi. Così lo staff del NYT ha voluto scavare a fondo nella “i-produzione”, scoprendo ad esempio che la maggior parte dei componenti elettronici viene prodotta all’estero, in Russia, Cina, Turchia o Repubblica Ceca provocando molte perdite nelle casse americane. In molte fabbriche inoltre i lavoratori fanno turni da più di 60 ore a settimana, 7 giorni su 7, spesso senza avere gli straordinari pagati. Nel 2009 circa 140 persone accusarono ferite provocate dall’uso dell’esano, un elemento tossico usato per pulire gli schermi degli iPhone.

GIORNALISMO LOCALE
Brad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis

Poche cure e scarsa igene negli asili di Minneapolis causando la morte di 8 bambini

Asili con un numero di bambini superiore a quello consentito e condizioni che violavano le regole di sicurezza. Secondo l’inchiesta dello Star Tribune di Minneapolis, che ha preso in esame centinaia di atti della polizia contro gli asili non a norma, il numero di bambini morti negli asili si è raddoppiato negli ultimi 5 anni fino ad arrivare a uno al mese. Tra questi c’era anche Blake Fletcher, 3 mesi, lasciato senza controlli per più di due ore in un box per bambini e morto asfissiato.

GIORNALISMO SU QUESTIONI NAZIONALI
Lisa Song, Elizabeth McGowan e David Hasemyer dell’InsideClimate News, Brooklyn, NY

Il lavoro di Lisa Song, Elizabeth McGowan e David Hasemyer sulla scarsità dei controlli sugli oleodotti negli States

Il Pulitzer premia anche la salvaguardia dell’ambiente. E’ il caso dell sito no-profit InsideClimate News di Brooklyn che ha ricevuto il prestigioso premio grazie all’indagine condotta nel 2010 sugli oleodotti della società canadese Enbridge. Sotto accusa alcune delle tubature in Michigan: a causa della scarsa manutenzione e della mancanza di controlli, una perdita di oltre tre milioni di litri di petrolio si è riversata direttamente nei fiumi Talamadge e Kalamazoo. I fiumi confluiscono nel lago Michigan che fornisce acqua potabile a oltre 10 milioni di persone.

GIORNALISMO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI
David Barboza del New York Times

Il servizio del NYT sugli affari della famiglia di Wen Jiabao

Almeno 2,7 miliardi di dollari (quasi 2,1 miliardi di euro) è la fortuna della famiglia dell’ex premier cinese Wen Jiabao secondo l’inchiesta di David Barboza. La madre di Wen, Yang Zhiyun, che era un’insegnante del nord della Cina, oggi, a 90 anni, “non solo è uscita dalla povertà, ma è divenuta incontestabilmente ricca”. L’inchiesta la vede soggetto, assieme con figli e cognati, in investimenti che spaziano dalla finanza all’acquisto di gioielli e aziende di telecomunicazione, nonché progetti di infrastrutture. Dall’uscita della notizia i legali della famiglia cinese hanno fatto causa al NYT il quale sito poco dopo è stato anche attaccato da hacker cinesi.

FEATURE (giornalismo d’approfondimento)
John Branch del New York Times

L’infografica interattiva che spiega le dinamiche della valanga che travolse e uccise 16 tra sciatori e snowboarders

“La neve arrivò dirompente senza preavviso tra gli alberi, solo un sibilo all’ultimo secondo, seguito da un muro a due piani di colore bianco e il grido lacerante di Chris Rudolph: ‘Valanga! Elyse!‘. La cosa che più avevano cercato – la fresca e morbida neve – d’improvviso divenne il loro nemico. Da qualche parte sopra, sul prato bianco e intatto della montagna, si era formata una crepa a forma di fulmine che ha ‘affettato’ una lastra di ghiaccio di quasi 200 metri di larghezza e tre metri di profondità. La gravità ha fatto il resto”. E’ la storia dei sopravvissuti alla valanga di Tunnel Creek, sulle Cascade Mountains nello Stato di Washington, che nel febbraio 2012 ha ucciso quattro persone e che il Times ha raccontato con una imponente infografica interattiva.

OPINIONI
Bret Stephens del Wall Street Journal

Uno degli editoriali che hanno valso al giornalista il premio Pulitzer

Bret Louis Stephens, classe 1973, è un giornalista americano nato a New York e vissuto a Città del Messico. La sua carriera al Wall Street Journal inizia nel 1998, prima come editorialista a New York poi a Bruxelles per il Wall Street Journal Europe. Dal 2006 cura l’editoriale del giornale dal titolo “Global View” nel quale si occupa di politica estera e interna americana. Secondo la giuria del premio, i suoi articoli sono “incisivi e spesso animati da colpi di scena “.

CRITICA
Philip Kennicott del Washington Post

Premio sezione “Criticism” a Kennicott per i suoi articoli sull’arte e la società

Philil Kennicott, 47 anni, è il critico d’arte della sezione Style del Washington Post dal 1999. A valergli i premio sono stati, tra gli altri, i suoi articoli sull’esibizione fotografica “A Living Man Declared Dead and Other Chapters I-XVIII” di Taryn Simon alla Corcoran Gallery, la mostra di architettura di Kevin Roche alla National Building Museum e un saggio sulla violenza delle immagini fotografiche online. La giuria ha premiato Kennicott per “i suoi saggi eloquenti e appassionati sull’arte e sulle forze sociali che vi sono alla base, un critico che da sempre si impegna per rendere i suoi argomenti interessanti al pubblico”. Nel 2000 il giornalista era stato finalista per il premio Pulitzer nella sezione “Editoriali”.

EDITORIALI
Tim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL

Uno degli articoli che ha permesso di continuare con la fluorizzazione dell’acqua a Pinellas County

La fluorizzazione è una pratica chimica che permette di aggiungere composti di fluoro nell’acqua con lo scopo di prevenire la carie. Il metodo è sicuro e dal 2000 aiuta i cittadini americani a prevenire le visite dal dentista. Nel 2011 a Pinellas Country la commissione della città aveva intenzione di terminare la fluorizzazione affermando che troppo fluoro poteva fare male alla salute.  Tim Nickens e Daniel Ruth, attraverso i loro 10 editoriali sul tema, hanno dimostrato che il fluoro non fa male, battendosi per continuare la fluorizzazione e preservare la salute dentale dei 700.000 abitanti di Pinellas County.

VIGNETTE
Steve Sack dello Star Tribune, Minneapolis

Una vignetta raffigura il leader nord coreano Kim Jong-un

“Una collezione di vignette dallo stile originale e create con l’intelligente intenzione di far capire bene al pubblico il suo inconfondibile punto di vista”. Con questa frase i giudici del Pulitzer hanno premiato Steve Sacks, vignettista dello Star Tribune dal 1981. Sack ha disegnato oltre 7.800 vignette per il giornale, tutte a tema politico-economico,  e nel 2004 è stato finalista per lo stesso premio.

FOTOGRAFIA DI ATTUALITA’
Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press

Un siriano piange stringendo il figlio ucciso dalle truppe militari del regime vicino a Dar El Shifa hospital, Aleppo. Foto di Manu Brabo

Il premio Pulitzer per la fotografia ‘breaking news‘ va a cinque fotografi dell’agenzia internazionale Associated Press per i reportage fatti negli ultimi due anni sulla guerra in Siria. Per la giuria sono “memorabili” e scattati “sotto estremo pericolo”. La guerra civile in Siria tra i ribelli dell’Esercito Siriano Libero e il governo di Bashar al-Assad è una delle più sanguinose di tutto il Medio Oriente: 90.000 morti in due anni secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni Unite.

FOTOGRAFIA
Javier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

La foto, distribuita da Agence France-Presse, è stata scattata il 18 ottobre 2012 ad Aleppo

Due soldati ribelli siriani fanno la guardia al loro covo nel quartiere Jabl Karmel di Aleppo. La luce entra timida dietro di loro, trovando spazio da alcuni fori lasciati da colpi di proiettile e schegge vaganti. Nel suo passaggio illumina la polvere di più di cento giorni di bombardamenti, bombe e scontri a fuoco. Il quartiere di Karmel Jabl è un punto strategico per la sua vicinanza alla strada principale che separa alcuni dei principali campi di battaglia della città. Entrambe le parti, l‘Esercito Libero Siriano e il regime, puntano molto sui cecchini in un gioco al gatto e al topo lungo le linee del fronte di Aleppo.

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Pulitzer: 4 premi al New York Times. Al Sun Sentinel il ‘servizio pubblico’ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/#comments Tue, 16 Apr 2013 08:05:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43060

L’inchiesta del Sun Sentinel sugli eccessi di velocità dei poliziotti fuori servizio

Trionfo per il New York Times alla premiazione dei premi Pulitzer 2013 . Il giornale ha vinto in quattro delle 21 categorie: giornalismo investigativo, ‘explanatory reporting’ (giornalismo ‘esplicativo’), temi internazionali e feature (che potremmo tradurre ‘di approfondimento’). I premi sono stati annunciati ieri alle 15 ora americana (alle 21 in Italia), alla Columbia University.

Il quotidiano newyorkese si è segnalato per il servizio dedicato all’attività di Wal-Mart, la più grande catena americana di distribuzione al dettaglio, e il suo uso di corruzione e tangenti per dominare il mercato messicano; per quello sulla Apple, al centro di un’inchiesta sulle pratiche di business del colosso americano e sul lato più oscuro dell’economia globale. John Branch ha vinto nella categoria ‘feature’ per la sua narrazione evocativa della morte di alcuni sciatori travolti da una valanga. Il giornalista ha approfondito inoltre la sua analisi spiegando le cause scientifiche di questi disastri naturali.

Infine, il miglior servizio internazionale è stato assegnato a David Barboza per l’indagine sulla corruzione ad alti livelli del governo cinese e tra i parenti dell’ex primo ministro Wen Jiabao. Un riconoscimento che la Cina non ha apprezzato: il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, all’indomani della premiazione, ha dichiarato che secondo Pechino dietro il reportage ci sarebbe una campagna di diffamazione da parte di “voci” contrarie allo sviluppo del Paese asiatico.

foto di Javier Manzano

Come nella passata edizione in cui erano stati premiati anche siti solo online, come l’Huffington Post e Politico.com, anche quest’anno le testate solo online hanno ricevuto riconoscimenti. Inoltre quasi tutte le inchieste vincitrici hanno fatto largo uso di elementi multimediali pubblicati solo online, a conferma che il mondo dell’informazione non può ormai prescindere dal web.

Il premio per le notizie di carattere nazionale è andato all’associazione non profit InsideClimate News, che ha seguito i danni ambientali causati dagli oleodotti, concentrandosi sulla pericolosità del bitume diluito. Lo staff del sito di news ha festeggiato la vittoria con una videoconferenza perché -come ha dichiarato il fondatore ed editore David Sasoon- “lavoriamo tutti dalle nostre case”. Per le breaking news è stata premiata la redazione del Denver Post che ha raccontato la strage di Aurora, in Colorado, dove sono state uccise 12 persone.

Una delle foto del reportage dell’Associated press

Per la fotografia sono state premiate nella categoria ‘attualità’ le immagini di Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’ Associated Press che hanno raccontato la guerra civile in Siria; mentre nella categoria ‘feature photography’ è stato premiato il fotografo free-lance, Javier Manzano, per l’immagine di due soldati ribelli siriani che sorvegliano una sentinella dentro una stanza illuminata dalla luce che filtra dai fori prodotti da proiettili sulla serranda alle loro spalle.

Ecco l’elenco completo dei vincitori:

  • Giornalismo localeBrad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis
  • Feature John Branch del New York Times
  • Opinioni Bret Stephens del Wall Street Journal
  • CriticaPhilip Kennicott del Washington Post
  • EditorialiTim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL
  • VignetteSteve Sack dello Star Tribune, Minneapolis
  • Fotografia di attualitàRodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press
  • FotografiaJavier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

Vincitori 2013 nella sezione letteratura, teatro, musica

  • Romanzi “The Orphan Master’s Son” di Adam Johnson
  • Teatro“Disgraced” di Ayad Akhtar
  • Scrittura di saggi storici“Embers of War: The Fall of an Empire and the Making of America’s Vietnam” di Fredrik Logevall (Random House),
  • Biografie“The Black Count: Glory, Revolution, Betrayal, and the Real Count of Monte Cristo” di Tom Reiss (Crown)
  • Poesia“Stag’s Leap” di Sharon Olds
  • Saggistica“Devil in the Grove: Thurgood Marshall, the Groveland Boys, and the Dawn of a New America” di Gilbert King (Harper)
  • Musica“Partita for 8 Voices” di Caroline Shaw (New Amsterdam Records)

Il Pulitzer è il riconoscimento giornalistico più antico e prestigioso del mondo. Istituito nel 1917 dall’editore Joseph Pulitzer, è gestito dalla Columbia University di New York a cui il magnate lasciò tutti i suoi averi. Il premio, diviso in 21 categorie, assegna ai vincitori una ricompensa di diecimila dollari. Al vincitore della categoria ‘servizio pubblico’, al posto dei soldi, viene, invece, conferita una medaglia d’oro. Oltre ai premi per il giornalismo la giuria –composta da 19 personalità del mondo dell’informazione – assegna anche sette premi per le arti, la musica e la letteratura.

Nella categoria narrativa -in cui l’anno scorso nessun romanzo era stato considerato all’altezza si ricevere il Pulitzer- è stato premiato lo scrittore Adam Johnson, autore di The Orphan Master’s Son, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo ‘Il signore degli orfani’.c’è stato anche un vincitore nella sezione narrativa.

 

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Un giorno questo articolo potrebbe essere scritto da un algoritmo http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-online/un-giorno-questo-articolo-potrebbe-essere-scritto-da-un-algoritmo/42313/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-online/un-giorno-questo-articolo-potrebbe-essere-scritto-da-un-algoritmo/42313/#comments Thu, 11 Apr 2013 02:29:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42313 Un giornalista che sforna un articolo al minuto, non si ammala mai, non chiede la pausa caffè, non ha pretese sulle condizioni di lavoro e scrive quello che gli viene detto di scrivere, senza protestare. In più è estremamente economico. Il sogno di ogni editore e l’incubo di ogni redattore esiste e ha le sembianze di un insieme di algoritmi, ovvero  software di elaborazione dati, messi a punto e distribuiti principalmente da alcune aziende americane, di cui la più chiacchierata è la Narrative Science.

Questi programmi riescono ad analizzare le informazioni fornite, rielaborarle e trasformale in forma narrativa. Non si notano differenze con gli articoli dei giornalisti in carne e ossa, anzi sono ben scritti, completi, discorsivi e c’è anche la possibilità di scegliere stile e taglio che dovranno avere.

Certo non saranno candidabili al premio Pulitzer (ancora), ma offrono una pericolosa alternativa per rimpiazzare giornalisti sportivi ed economici, i due campi dove i robot sono al momento utilizzati. Sul sito della rivista statunitense Forbes, che si occupa di economia e finanza, tra gli autori compare già da tempo la firma Narrative Science accompagnata, in fondo all’articolo, da quella di chi ha fornito i dati. Ecco un pezzo pubblicato un mese fa sulle quotazioni della American Tower Corporation:

Forbes Earnings Preview: American Tower
by Narrative Science

In spite of an expected dip in profit, most analysts are positive about American Tower (AMT) before it reports its fourth quarter earnings on Tuesday, February 26, 2013.

Analysts are expecting American to come in with earnings of 41 cents per share, down 19.6% from a year ago when it reported earnings of 51 cents per share.

Ovvero:

A dispetto della previsione di un calo di profitti, molti analisti la pensano positivamente sulla American Tower (AMT), prima della pubblicazione dei suoi profitti relativi al quarto trimestre, che avverrà il 26 febbraio 2013.

Gli analisti si aspettano che la American arrivi a guadagni di 41 centesimi per azione, in calo del 19,6% rispetto a un anno fa quando ha raggiunto profitti di 51 centesimi per azione.

Ecco invece un esempio di articolo sportivo, riportato sulla rivista Wired:

Friona fell 10-8 to Boys Ranch in five innings on Monday at Friona despite racking up seven hits and eight runs. Friona was led by a flawless day at the dish by Hunter Sundre…

Traduzione:

Il Friona lunedì ha perso in casa 8 a 10 contro i Boys Ranch, in cinque inning, nonostante abbia collezionato sette battute valide e otto punti. Il Friona ha sofferto della giornata impeccabile di Hunter Sundre…

Certo non sono paragonabili a quelli delle grandi firme del giornalismo, ed è ancora lontano il giorno in cui saranno i robot a consumarsi le suole delle scarpe alla ricerca di notizie (anche se sono già in grado di monitorare autonomamente le attività sui social network), ma molti media statunitensi li hanno considerati degni di essere inseriti in produzione.

La storia dei giornalisti algoritmici ha avuto inizio alla Northwestern University, quando Kristian Hammond e Larry Birnbaum si trovarono a insegnare in un corso di giornalismo. Lì, da una collaborazione tra studenti e informatici, nacque Stats Monkey, il primo giornalista robot.

Questo prototipo piacque molto a un tipo con la vista lunga e un discreto fiuto per gli affari, un certo Stuart Franklen, che propose ai due docenti di continuare a lavorare sul progetto. Così nel 2010 fu fondata la Narrative Science. I primi esperimenti pratici furono fatti sul campionato di baseball dei ragazzi americani dai cinque ai diciotto anni, la Little League. Un campo che non offre particolari rientri economici e, per questo, snobbato dalla maggior parte dei giornalisti sportivi statunitensi.

Da quel primo programma “scimmia” sono stati fatti molti passi avanti. I giornalisti robot di Hammond e Birnbaum sono già attivi in quaranta realtà giornalistiche americane, fra magazine ed emittenti radiotelevisive. Scrivono per Forbes, per alcune sezioni finanziarie del Wall Street Journal, le cronache sportive del Chicago Tribune, le news di varie agenzie stampa e lo scroll – le notizie che scorrono in basso durante i telegiornali – di diverse emittenti televisive.

La minaccia ultratecnologica sta già facendo temere a molti cronisti di dover cedere il posto in scrivania. E quello del giornalismo non è l’unico campo in cui possono trovare applicazione, si parla già di algoritmi medici in grado di studiare le cartelle cliniche dei pazienti e fornire diagnosi accurate.

A ben vedere, però, non è tutto negativo. Larry Adams di Narrative Science, in un’intervista a Wired, ha spiegato che questa tecnologia potrebbe rappresentare uno strumento per i giornalisti stessi: “Basta pensare alle incredibili possibilità – ha detto Adams – che uno strumento del genere può fornire ai vari cronisti. Può essere un mezzo per fare indagini più precise e dettagliate di quelle che vengono fatte oggi, analizzare i budget di grosse società o tenere sotto controllo i trend di Twitter; tutti processi difficilmente realizzabile da un singolo cronista”.

Effettivamente nell’era di internet e dei social media, dove le notizie devono essere necessariamente tempestive e la mole di informazioni da analizzare assume spesso dimensioni disumane, avere “qualcuno” che legge papier infiniti di dati e documenti, o controlla centinaia di messaggi di Twitter, o ancora fornisce statistiche sportive sempre aggiornate, permetterebbe di dimezzare i tempi di lavoro; o eviterebbe di doverlo appaltare a qualcuno, solitamente sottopagato. Quindi, se la guardiamo da questo punto di vista, probabilmente a tremare devono essere gli stagisti.

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Frontiere del giornalismo digitale: riviste e quotidiani diventano negozi http://ifg.uniurb.it/2013/03/21/ducato-online/frontiere-del-giornalismo-digitale-riviste-e-quotidiani-diventano-negozi/39576/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/21/ducato-online/frontiere-del-giornalismo-digitale-riviste-e-quotidiani-diventano-negozi/39576/#comments Thu, 21 Mar 2013 14:30:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=39576 Glamour, che potrebbe far aumentare gli introiti integrandoli con quelli provenienti da vendite e pubblicità]]> Trasformare le riviste e i quotidiani online in una sorta di negozio interattivo: questa l’ultima trovata escogitata da editori ed esperti di marketing per restituire nuove speranze e maggiori possibilità di guadagno alle testate web.

I neo proprietari di France Soir, lo storico giornale francese nato nel 1944, hanno deciso di percorrere questo sentiero. Dal 29 marzo verrà lanciata sul mercato la rivista “l’e-mag de ‘France Soir’, inizialmente disponibile solo per iPad, al prezzo di 1,89 euro.

Ma come funzionerà? Mentre Philippe Mendil, presidente di Cards Off, azienda francese che solo cinque mesi fa ha acquistato quello che per anni è stato uno dei quotidiani simbolo di  Francia, si riserva di parlare solo a lancio di prodotto avvenuto, la formula pensata ha lo scopo di far arrivare maggiori introiti senza basarsi esclusivamente sulla pubblicità. I lettori non saranno più dirottati sui siti web dei prodotti sponsorizzati, ma potranno acquistare direttamente sul giornale. L’utente potrà così sbizzarrirsi tra la lettura delle ultime notizie e l’acquisto di oggetti che in qualche modo rievocano i contenuti giornalistici.

L’iniziativa, di cui ha parlato qualche giorno fa anche Lsdi.it e che ha suscitato la curiosità della stampa francese, si basa su un concetto economico innovativo: il lettore comprerà il prodotto pagando direttamente al giornale e sarà quest’ultimo a girare i soldi all’azienda, trattenendo per sé una quota compresa tra il 3 e il 15%.

I rischi etici e deontologici sono evidenti: chi scriverà gli articoli? Ma soprattutto, che tipo di notizie si potranno trovare sulla rivista? Esisterà una vera e propria redazione che sarà coordinata dal giornalista Dominique de Montvalon, nota firma politica ed ex colonna di riferimento della vecchia edizione di France Soir. La rivista si occuperà soprattutto delle “buone notizie” e diversi approfondimenti saranno dedicati a temi poco trattati dai giornali tradizionali.

La redazione dovrebbe rimanere autonoma rispetto alla squadra che si occuperà di costruire questa sorta di vetrina intorno agli articoli, ma viene comunque da chiedersi se non ci sia il rischio che i contenuti possano essere in qualche modo ‘adattati’ ai prodotti che si vogliono vendere. Secondo Pier Luca Santoro, esperto di marketing e comunicazione e collaboratore dell’Osservatorio europeo di giornalismo “in realtà questo avviene già per l’online, con la corsa ai volumi di traffico per monetizzare. I ‘boxini morbosi’, ad esempio, ne sono la più diretta e concreta evidenza”.

Se è davvero questa la nuova frontiera del giornalismo digitale, è difficile immaginare quale tipo di prodotti potranno essere accostati a notizie ben più serie. Lo stesso France Soir ha l’ambizione di ampliare il progetto: già si parla, per fine anno, di far seguire un quotidiano alla rivista, impostato sulla stessa concezione, ma con contenuti diversi. E chissà che, nel giro di poco tempo, ogni quotidiano e ogni notizia sarà affiancata dal proprio prodotto pensato ad hoc e direttamente ‘shoppable’. Secondo Santoro questo è auspicabile, oltre che fattibile: “Invece di profumi, accessori moda o abbigliamento, si proporranno prodotti e servizi in sintonia con il pubblico di riferimento della testata”.

L’idea della ‘rivista-negozio’ ha già avuto i suoi primi riscontri positivi: altre testate hanno sperimentato o stanno cominciando a investire su questa opportunità. L’obiettivo comune è quello di fidelizzare il lettore offrendogli la possibilità di interagire e mettendogli immediatamente a disposizione un tipo di prodotto che in qualche modo è attinente all’articolo che ha appena letto.

Pionieri in questo senso sono state diverse riviste Europee e Statunitensi. Il Times, ad esempio, nei giorni natalizi ha realizzato un’applicazione che accanto a contenuti editoriali dava la possibilità di far scegliere e acquistare i regali. Stessa idea per il WSJ Select pensato dal Wall Street Journal e per l’Harper’s Bazaar del periodico appartenente al gruppo Hearst.

In Italia la strada è stata aperta dalla rivista Glamour che, con Glamour Personal Shopper, ha creato un’applicazione per smartphone che oltre a dar modo agli utenti di fare shopping, consente loro di restare aggiornati su contenuti curati da un’apposita redazione.

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http://ifg.uniurb.it/2013/03/21/ducato-online/frontiere-del-giornalismo-digitale-riviste-e-quotidiani-diventano-negozi/39576/feed/ 0
Dalla pagina ingiallita al web: i social rilanciano gli archivi http://ifg.uniurb.it/2013/03/21/ducato-online/dalla-pagina-ingiallita-al-web-i-giornali-rilanciano-gli-archivi-sui-social/39553/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/21/ducato-online/dalla-pagina-ingiallita-al-web-i-giornali-rilanciano-gli-archivi-sui-social/39553/#comments Thu, 21 Mar 2013 02:42:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=39553 Nei corridoi delle redazioni si dice che con il giornale di oggi potrebbe essere incartato il pesce di domani; ma nel mondo dei bit tutto cambia e le regole del gioco possono essere stravolte facilmente. Grazie al restyling del web, i giornali del passato potrebbero non essere più inutili reperti storici ma piuttosto trovare nelle mille vie della Rete una nuova identità.

È finita, insomma, l’era in cui gli archivi si presentavano come luoghi bui, polverosi e difficilmente accessibili: sul web l’archivio può diventare un link, una galleria o una timeline.

Pionieri dell’iniziativa sono stati alcuni giornalisti americani che ormai da qualche anno si impegnano a valorizzare sulla rete l’enorme mole di materiale sepolto negli archivi di quotidiani e riviste. Così navigando su internet può accadere di trovarsi a sfogliare la pagina del Pittsburgh Post-Gazette del 1969  in cui si annuncia l’approdo dell’uomo sulla luna o di seguire su Twitter l’account del sindaco newyorkese Fiorello La Guardia, morto nel  1947 ma che continua a twittare contenuti audio dei suoi interventi radiofonici durante la seconda guerra mondiale.

Nel web non esistono confini e le notizie di ieri e di oggi, impigliandosi nelle infinite ramificazioni della rete, possono facilmente interagire tra di loro. Dal 2008 alcuni giornali, per renderli facilmente accessibili ai propri lettori, hanno avviato un’operazione di digitalizzazione e trasferimento sul web dei propri archivi storici. Ma dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra giunge l’eco di nuove iniziative.

Inutile dirlo: per restituire il soffio vitale alle pagine ingiallite dei vecchi quotidiani il passaggio per i social è quasi obbligatorio.

TWITTER
L’Economist è uno dei pochi giornali che utilizza Twitter per lanciare degli spunti di approfondimento ai propri lettori twittando link che rimandano al proprio archivio digitale.

Sulla stessa scia si è mossa anche l’emittente pubblica newyorkese più ascoltata negli Stati Uniti, la Wnyc, che ha creato un account Twitter di Fiorello La Guardia, sindaco di New York durante la seconda guerra mondiale. Numero di follower? 499. Il sindaco “defunto” cinguetta quotidianamente alcuni contributi radiofonici dei suoi discorsi pubblici.

FACEBOOK
La Repubblica, in occasione del festival La Repubblica delle idee, organizzato a Bologna l’anno scorso, ha allestito una mostra con le prime pagine in assoluto di quotidiano, inserti ed edizioni locali ma anche di alcuni degli eventi più importanti dell’ultimo trentennio. Una galleria fotografica che vive anche sull’account Facebook del quotidiano.

Non mancano poi le operazioni fatte da Google News che, oltre a mettere in rete gli archivi di numerosi giornali, ha reso possibile la visualizzazione delle pagine dei quotidiani, sfogliabili come se fossero di carta. “Archivio” chiaramente non significa soltanto articoli di giornale: foto e immagini vanno a nozze con le ultime tendenze invalse nei social network dove aumentano le condivisioni di scatti fotografici da parte degli utenti.

TUMBLR, INSTAGRAM, PINTEREST
Per i fanatici del vintage Vanity Fair ha creato #Vfvintage , una raccolta di foto degli anni ’50,’ 60’ e ’70 condivise sugli account Tumblr  e Instagram della rivista.

Il New York Times ha portato sui social anche il suo obitorio fotografico: foto e immagini raccolte nei lunghi anni di attività adesso, grazie all’account Tumblr , sono a portata di click.

A proposito del New York Times. Due scienziati del Microsoft and the Technion-Israel Institute of Technology stanno creando un software che analizzi i 22 anni di archivi del giornale, quelli di Wikipedia e altre 90 risorse web per predire epidemie, tumulti e morti. I ricercatori sono convinti che l’attenta analisi del materiale conservato dal New York Times potrebbe far luce su alcune dinamiche sottese a fenomeni e malattie diffusi nelle periferie del mondo.
Per valorizzare la propria memoria storica c’è chi, come il Wall Street Journal, ha creato su Pinterest un itinerario di prime pagine del quotidiano con gli eventi più importanti del secolo, dal primo numero del giornale nel 1889 all’elezione di Obama nel novembre 2008, passando per l’attacco a Pearl Harbor nel 1941.

La Stampa.it ha utilizzato materiale fotografico dall’archivio del giornale per ripercorrere, attraverso una fotogalleria, le fasi di realizzazione della sede storica del quotidiano.

E-BOOK
Tra le proposte più originali per dare voce a quegli articoli sepolti dalla polvere del tempo, alcuni quotidiani hanno tentato la strada della raccolta antologica. Se l’archivio è il luogo in cui la cronaca quotidiana muta in memoria storica, allora perché non raccontare i grandi eventi della storia recente attraverso la narrazione dei cronisti vissuti in quegli anni? L’Atlantic nel 2011 ha pubblicato l’e-book The Civil War, una raccolta di articoli scritti dai testimoni diretti della guerra (tra cui Mark Twain, Nathaniel Howthorne e Henry James) a cui fanno da cornice articoli di giornalisti contemporanei.

Il  New Yorker, invece, ha curato e pubblicato After 9/11, una miscellanea di analisi, riflessioni e proposte sul post 11 Settembre.

Le caratteristiche strutturali della rete offrono ai giornali numerose possibilità per soffiare via la polvere dagli archivi. La cronaca del passato è uno strumento indispensabile per comprendere il presente e gli archivi, oltre a offrire un contributo fondamentale alla memoria collettiva, possono aiutare i giornalisti ad affondare meglio i bisturi nel mondo che raccontano.

L’archivio interattivo e “a portata di link” per il giornalismo italiano è quasi fantascienza ma se la digitalizzazione degli archivi dei quotidiani italiani può essere paragonata ad un primo passo sulla luna, allora sarà meglio non disperare: nel mondo del web non esiste utopia che non possa trasformarsi in realtà.

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