il Ducato » web tv http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » web tv http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Italiani e informazione: tv ancora padrona. Web al secondo posto. Il rapporto News-Italia di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/italiani-e-informazione-tv-ancora-padrona-web-al-secondo-posto-il-rapporto-di-news-italia-di-urbino/71715/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/italiani-e-informazione-tv-ancora-padrona-web-al-secondo-posto-il-rapporto-di-news-italia-di-urbino/71715/#comments Thu, 23 Apr 2015 21:59:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71715 ]]> Lella Mazzoli presenta la ricerca Informazione e serialità

Lella Mazzoli presenta la ricerca Informazione e serialità

URBINO – Dal telegiornale alla social tv. Così cambia il modo di rapportarsi degli italiani con la televisione che resta comunque lo strumento più utilizzato per informarsi. In mano agli spettatori, però, si è acceso un altro schermo: quello di uno smartphone. Tra serie tv e talk show, invece, i giovani preferiscono le prime per la loro trama più complessa. Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università di Urbino, ha presentato i risultati della ricerca Informazione e serialità dell’osservatorio News-Italia, presentati durante l’inaugurazione della terza edizione del Festival del giornalismo culturale. Lo studio condotto su un campione di oltre 5.000 persone, descrive il modo in cui sta cambiando il panorama mediale italiano. Cioè attraverso quale mezzo gli italiani si informano e si forma l’opinione pubblica.

Tv sempre prima, poi il web. Resta ancora la televisione il mezzo con cui gli italiani si informano maggiormente (88%). L’informazione oggi, però, è sempre più veicolata dalla rete. È il web il vero padrone di questi anni e lo dimostra con un’ascesa vertiginosa nei media preferiti dagli italiani per informarsi: dall’ultima posizione nel 2011 (51 per cento) oggi si attesta in seconda (71 per cento). Le fonti del web più utilizzate per informarsi rimangono i siti internet dei quotidiani e i portali che aggregano notizie provenienti da diverse fonti, come libero.it e yahoo.com. Radio e all-news si scambiano i ruoli: se nel 2011 la prima veniva utilizzata dal 57 per cento delle persone e la seconda dal 53, oggi solo il 51 per cento ascolta i Gr mentre il 58 i canali all-news. Chi invece sta soffrendo di un calo vertiginoso è la carta stampata passata dalla seconda posizione (63 per cento) all’ultima, scendendo sotto il 50 per cento.

La social tv. Se l’ascesa del web era preventivabile, quello che era meno prevedibile è il modo in cui la rete sta modificando l’approccio del cittadino verso la televisione. Il 54 per cento degli italiani, infatti, durante la visione di un programma tv, utilizza un uno smartphone per diversi scopi . Un dato che si impenna fino all’89 per cento se si prende in considerazione i giovani dai 18 ai 29 anni. Ci sono i “distratti”, ovvero quelli che utilizzano supporti mobili durante la pubblicità (35 per cento del totale, 77 per cento tra i giovani); i multitasking, quelli che ricercano informazioni sul programma che stanno guardando (28 per cento degli italiani, 70 per cento tra i giovani) e diffidenti, cioè chi fa fact checking: controlla se dall’altra parte del ‘tubo catodico’ stanno dicendo la verità (29 per cento degli italiani, 69 per cento dei giovani). “Internet molto presto supererà la televisione – commenta Lella Mazzoli, direttrice della ricerca – anzi, a mio parere l’ha già fatto, ma questo non comporta una morte della televisione, che è ancora viva. L’unica cosa morta è lo strumento televisore. I due mezzi possono convivere e la crescita di internet non andrà a discapito della tv, che continuerà a sopravvivere, grazie anche agli strumenti mobile, i second screen”.

Serie tv contro talk show. Dalla ricerca non è emersa solo la classifica dei media più utilizzati dagli italiani per informarsi, ma anche le loro scelte in materia di contenuti: “Sono cambiati i linguaggi – sostiene la Mazzoli – non piacciono più i talk show, ma la serialità, lo storytelling. Agli italiani, soprattutto ai giovani, interessano intrecci di trame sempre più complessi, raccontati attraverso più media”. Quest’affermazione è confermata dai risultati della ricerca del Larica: quasi la metà degli italiani, infatti, privilegia le serie televisive (46 per cento), mentre sono in netto calo soap opera e telenovele (16 per cento). Per selezionare i programmi seguire tra le centinaia a disposizione gli spettatori, sempre più spesso, si affidano ai consigli dei propri contatti sui social network che influenzano il 31 per cento delle loro scelte.

Televisione e streaming internet. Per seguire le loro serie preferite gli spettatori hanno a disposizione due modi: il canale televisivo tradizionale e il web. La maggior parte degli italiani propende ancora per la cara vecchia televisione (72 per cento), mentre sono pochi quelli che ricorrono esclusivamente a streaming, web tv e allo scaricamento di episodi da internet (7 per cento). Il 21 per cento, invece, sfrutta entrambi i canali. Anche in questo caso, però va fatto un discorso a parte per i giovani: il 66% di loro, infatti, segue le serie televisive attraverso almeno una delle modalità online, una percentuale molto più alta rispetto a quella dell’intera popolazione. Il dato conferma, una volta di più, che questa fascia d’età ha una confidenza con il web nettamente maggiore rispetto alle altre.

Le serie preferite dagli italiani. Infine va detto che gli italiani hanno una passione per il giallo e la scena del crimine, dato che le serie tv poliziesche hanno un gradimento del 74 per cento. La serie preferita? Csi, un cult statunitense che domina il panorama della nostra televisione da quindici anni. Ad andare in controtendenza, ancora una volta, i più giovani a cui piace di più farsi delle risate visto che in cima alle loro preferenze c’è la famosissima commedia The Big bang theory.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/italiani-e-informazione-tv-ancora-padrona-web-al-secondo-posto-il-rapporto-di-news-italia-di-urbino/71715/feed/ 0
Volontari al festival di Perugia: dietro le quinte della web tv http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/volontari-al-festival-di-perugia-dietro-le-quinte-della-web-tv/71357/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/volontari-al-festival-di-perugia-dietro-le-quinte-della-web-tv/71357/#comments Tue, 21 Apr 2015 21:49:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71357 VIDEO / IL DIARIO DEI VOLONTARI Tra lo staff dell'Ijf 2015 ci sono anche dieci allievi del Ducato. I ragazzi ci raccontano come funziona "la macchina" del festival attraverso il loro lavoro. Calato il sipario sul Festival, è la volta di raccogliere il racconto e le immagini di una videomaker PUNTATE PRECEDENTI 4 | 3 | 2 | 1 ]]> PERUGIA – L’esemplare di volontario-videomaker al Festival del giornalismo di Perugia si alza presto la mattina e rientra tardi la sera. Il suo occhio è l’obiettivo della telecamera, che porta a spasso per il Festival come la più preziosa delle amiche. Fa avanti e indietro tutto il giorno tra una location e l’altra, con in spalla il suo borsone e ai piedi scarpe sempre più consumate. Il videomaker deve portarsi dietro due batterie di riserva: una per la telecamera, e una per sé. È il più attento degli spettatori, sempre pronto a filmare ciò che ha davanti. Ma le immagini più belle sono sempre quelle che non si aspetta di vedere: il segreto è lasciare che le cose accadano.

E se tutto va bene, deve trovare il tempo e la pazienza di trasformare ciò che ha visto in una storia che qualcuno abbia il piacere di farsi raccontare.

È quando cala il buio, e la sala stampa si svuota, che il povero videomaker trova la pace. È allora che scopre quella meravigliosa sensazione di stanchezza e soddisfazione, quella che si prova quando si fatica per un risultato. Perché il bello di fare video non è sapere che qualcuno li guarderà, ma portarsi a casa una storia che nel frattempo è diventata la tua.


Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/volontari-al-festival-di-perugia-dietro-le-quinte-della-web-tv/71357/feed/ 0
TeleGianna, la web tv che ha conquistato le Marche http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/telegianna-la-web-tv-che-ha-conquistato-le-marche/63088/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/telegianna-la-web-tv-che-ha-conquistato-le-marche/63088/#comments Wed, 21 Jan 2015 15:38:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63088 #March&Media - TeleGianna è la prima web tv delle Marche creata nel 2009 da Francesco Pierucci insieme a Carla Mercatelli. Ha sede a Casinina di Auditore ma si occupa di tutto il territorio provinciale. Nel palinsesto informazione locale, programmi di cucina, libri e arte
Prima puntata alla scoperta delle piccole realtà dell'informazione locale]]>
Carla Mercatelli e Francesco Pierucci

Carla Mercatelli e Francesco Pierucci

URBINO – TeleGianna, la prima web tv delle Marche l’ha inventata nel 2009 Francesco Pierucci, 22 anni, studente alla Carlo Bo di Urbino e appassionato di televisione.  Partendo solo con un pc portatile e senza aiuti economici, Pierucci è riuscito a far diventare il suo progetto amatoriale un lavoro. Sempre al suo fianco la zia Carla Mercatelli, “la mente” come la soprannomina lui. Sponsor, pubblicità e filmati da creare per aziende. Sono queste le fonti di guadagno di TeleGianna che ha cominciato il suo percorso come blog del piccolo comune di Casinina, arrivando a Pesaro e poi a Urbino.

“Ho iniziato prestissimo spinto dall’amore per la televisione. E’ stato difficile ma ho deciso di buttarmi”. E aggiunge: “Dal computer usato per esordire siamo arrivati alla telecamera, microfono, cavalletto e con i guadagni della web tv abbiamo comprato i programmi di montaggio”. Pierucci spiega che tra le strategie adottate per diffondere il progetto la più efficace è stata l’uso intenso dei social: “Stiamo attentissimi nell’aggiornare spesso i profili Instagram, Facebook, Youtube, Google+ e Twitter”.

Francesco e Carla sono riusciti a intervistare lo scrittore Umberto Eco, il regista Pupi Avati e l’attrice Monica Guerritore, ma anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e ex ministri come Annamaria Cancellieri e Francesco Profumo. Non solo l’informazione dell’entroterra nel Montefeltro, perché questa web tv promuove rubriche di arte, libri, un programma per le giovani mamme e quello più noto dedicato alla cucina (In cucina a casa tua).

“Nel 2012 – racconta Pierucci- quando l’attuale premier Matteo Renzi si trovava a Urbino per le primarie Pd lo intervistai e gli chiesi come mai il partito democratico avesse più prime donne che politici interessati ai problemi italiani. Mi rispose con tono seccato che stavano già facendo tantissimo”.  Nel 2013  TeleGianna ha conquistato i produttori del programma Rai condotto da Antonella Clerici La prova del cuoco, tanto da essere ospitata a una puntata per preparare  una delle prelibatezze del Montefeltro, gli strozzapreti. Tra i suoi sponsor il pastificio Salucci, conosciuto in tutto il territorio marchigiano. “La mia aspirazione è poter creare nuovi format sfruttando le nuove tecnologie, apprezzate ormai da tutti”, dice Pierucci. “L’obiettivo di TeleGianna rimane sempre quello di creare un prodotto innovativo e diverso dal solito”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/telegianna-la-web-tv-che-ha-conquistato-le-marche/63088/feed/ 0
Online, ma di nicchia: “Asylum” la web-serie nata alle pendici del Carpegna http://ifg.uniurb.it/2014/02/03/ducato-online/online-ma-di-nicchia-asylum-la-web-serie-nata-alle-pendici-del-carpegna/56120/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/03/ducato-online/online-ma-di-nicchia-asylum-la-web-serie-nata-alle-pendici-del-carpegna/56120/#comments Mon, 03 Feb 2014 11:55:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56120 20140109-asylum-logo

URBINO – Avete presente una web-serie? Quella sorta di fiction televisiva che però nasce e si diffonde spontaneamente in Rete? Avrete sentito parlare di The Pills, gli amici di Roma Sud diventati famosi e migrati da Youtube a DeeJay Tv. Ecco, Asylum: nato sulla Luna non è questo. È una web-serie, ma atipica: aperta al contributo artistico di tutti gli utenti e multidisciplinare. Ogni episodio è un mix di grafica, musica e poesia.

Cosa è allora Asylum: è un progetto artistico nato da Francesco Pignatelli, artista trentaduenne di Villagrande di Montecopiolo in provincia di Pesaro Urbino, e Marco Lucci di Reset Radio.

Racconta la storia di Asylum, un uomo nato sulla Luna da due terrestri fuggiti dal nostro pianeta. Ed è proprio da questo osservatorio speciale che il protagonista guarda alla Terra, un mondo abbandonato al caos e alla stupidità umana.

Ma Asylum è una narrazione aperta a tutti. Pignatelli e Lucci raccolgono, infatti, i contributi di giovani creativi. “È un’opera aperta – spiega Lucci – una serie condivisa al 100%. Vogliamo realizzare un luogo di condivisione in Rete. Già adesso i sottotitoli presenti in ogni singola puntata sono traduzioni di persone che di volta in volta si rendono disponibili. Ma la seconda serie vedrà un apporto più significativo di una e vera e propria comunità di partecipazione”.

Fantascienza, poesia, filosofia sono solo alcune delle componenti di questa serie. La prima puntata pilota è “andata in onda” sul canale Youtube di Reset Radio il 3 gennaio scorso. Da allora ogni venerdì viene trasmessa una puntata di circa 8 minuti. Sei sono state disponibili in Rete. Altre sono ancora in fase di definizione. È tutto in divenire.

Lo scopo, a detta dei creatori, è quello di rendere meno ordinaria la vita. Sembra non gli importi nulla delle visualizzazioni su Youtube. “È un prodotto libero. Chi lo guarda – afferma Pignatelli – lo guarda incuriosito. Meglio colpirne uno, che tenerne cento imbambolati”.

E quando gli si fa notare che la Rete non è proprio uno “spazio di nicchia” (così come sembra essere stato concepito il progetto) rimarcano: “La Rete è tutto e niente. Pensiamola come uno strumento musicale. Coglie il messaggio solo chi è interessato a coglierlo”.

La spontaneità e la casualità sembrano essere cifre stilistiche di questo racconto online. “È nato tutto per caso – spiega Francesco Pignatelli, artista e musicista – una volta ho mandato dei miei pezzi a Reset e loro mi hanno contattato per un’intervista. Marco Lucci mi ha detto che avrei dovuto provare a scrivere tutte le cose che pensavo e che avevo detto in trasmissione. Così è nato il progetto, un progetto di denuncia dello stato attuale delle cose”.

“Ho trovato gli scritti di Francesco attuali e futuribili” afferma Marco Lucci. “Una notte mi sono svegliato all’improvviso alle quattro e ho cominciato a scrivere la sceneggiatura che poteva fare da cornice ai suoi pensieri. Il nostro è un lavoro-puzzle: ci sono le mie intuizioni e le sue opere d’arte”.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2014/02/03/ducato-online/online-ma-di-nicchia-asylum-la-web-serie-nata-alle-pendici-del-carpegna/56120/feed/ 0
Ducato tv speciale – Quanto è social l’informazione tv in Italia? http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducatotv/ducato-tv-speciale-quanto-e-social-linformazione-tv-in-italia/52870/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducatotv/ducato-tv-speciale-quanto-e-social-linformazione-tv-in-italia/52870/#comments Tue, 03 Dec 2013 15:19:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52870 [continua a leggere]]]>

Social network, tablet, smartphone, internet e tv: a volte anche tutti insieme. Proprio sul multitasking delle nuove generazioni stanno nascendo esperienze di web tv come quella di The stream, il notiziario di Al Jazeera English, che unisce in un ‘unica edizione giornaliera il prodotto di un’immersione quotidiana multipiattaforma, accettando gli imput provenienti dalla rete e dagli spettatori, trasformandoli in una trasmissione televisiva di grande attualità. Ma in Italia, esistono esperienze di questo tipo? Quanto gli spettatori si sentono chiamati in causa dall’informazione, quanto la tv è interattiva nel nostro Paese? Ospite d’onore della puntata è Federico Ferrazza, vice direttore della rivista Wired Italia.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/12/03/ducatotv/ducato-tv-speciale-quanto-e-social-linformazione-tv-in-italia/52870/feed/ 0
“Meydan”, una web tv della gente contro il regime dell’Azerbaijan http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/meydan-la-web-tv-di-emin-milli-contro-il-regime-dellazerbaigian/45725/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/meydan-la-web-tv-di-emin-milli-contro-il-regime-dellazerbaigian/45725/#comments Mon, 06 May 2013 17:43:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=45725

Emin Milli, fondatore di Meydan tv

Meydan” in lingua azera vuol dire piazza. Quella piazza che è stata troppo spesso soffocata dal regime del presidente Ilham Aliyev, ma che non ha mai smesso di respirare con i suoi polmoni digitali.  L’ultimo tassello di questo mosaico è la web tv ideata dal giornalista, blogger e scrittore Emin Milli, un azero di 33 anni imprigionato nel 2009, probabilmente a causa di un video satirico sulla presidenza di Aliyev.

Dopo 16 mesi di carcere, Milli ha costruito il suo progetto dall’Europa, dando vita alla prima emittente che sul web diffonderà critiche e attacchi al regime. Il flusso di contenuti sarà trasmesso da Berlino sul sito Meydan tv, per poi passare su un canale satellitare da metà maggio.

Milli potrà contare su uno staff di uomini e donne collegati dal filo rosso della dissidenza e dalla sete di democrazia, da declinare soprattutto come interazione collettiva e possibilità di espressione offerta a tutti. I loro nomi? Zuzu, Caroline, Jamal Ali, Qurban, Araz, Habib e Fardi.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

Chiunque, come spiegato da Habib nel video di presentazione della Meydan tv, può comunicare dinanzi a una telecamera o decidere di realizzare un servizio su qualsiasi argomento. Il tutto sarà poi valutato dalla “redazione” diretta da Milli sulla base di un solo criterio: un livello qualitativo adatto alla messa in onda. Un principio vago e indefinito, questo, che potrebbe rivelarsi il tallone d’Achille del progetto, ma che per il momento si erge a speranza di libertà per molti azeri.

L’Azerbaijan, secondo l’ultima stima dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, offre una garanzia delle libertà civili nettamente peggiore a quella di dieci anni fa. Si tratta di un paese in cui è vietato manifestare e dove il bavaglio all’opposizione è legittimato dalle istituzioni; per averlo violato in nome della libertà d’espressione, nove giornalisti sono in prigione dal 2012.

Ayan, 14enne azera sostenitrice di Meydan tv

Tra gli azeri emigrati, molti sono fieri di contribuire alla realizzazione della Meydan tv. Una di loro è Ayan, 14 anni, residente a Magonza e con 20 euro da donare al progetto. Perché quello che Milli e la sua squadra hanno voluto precisare è il marchio di autosufficienza della neonata piattaforma.

“Non vogliamo dipendere da nessuno, non vogliamo che qualcuno ci etichetti come servi di una certa propaganda ideologica”, sottolinea Habib nel video di presentazione, che su youtube ha avuto quasi 18.000 visualizzazioni. Milli ricorda che anche “solo uno o cinque euro sono un grande aiuto”, come piccoli finanziamenti di questo centro di protesta in cui ogni azero “possa sentirsi responsabile del proprio destino”, afferma Qurban.

Un sentimento di responsabilità che sicuramente anima la partecipazione di Zuru, azera arrivata a Berlino dalla Norvegia per frequentare uno stage di musica elettronica e che, inaspettatamente, in Germania è tornata ad accarezzare una delle sue debolezze, “un qualcosa di molto intimo”, come quell’Azerbaijan lasciato da bambina.

Dall’Azerbaijan verso la Scandinavia se ne sono andati in molti, e dalle punte più a nord dell’Europa i sostegni alla Meydan tv arrivano già da qualche mese, come le 4800 corone svedesi (575 euro) donate dagli azeri che vivono a Linkoping, oppure la torta preparata da Tamara in occasione della presentazione del progetto nella cittadina svedese di Goteborg .

La Meydan tv è una cassa di risonanza, una voce di protesta che vuole scuotere non solo la realtà azera, ma anche tutta la comunità internazionale. È un progetto di crowdsourcing, come già altri se ne sono visti nel mondo della dissidenza: ad esempio, nel 2010, Natalia Sindeeva fondava in Russia la tv Dozhd, l’unico canale che ha mostrato le piazze ribelli e aperto le dirette delle manifestazioni contro Putin. Natalia ed Emin hanno avuto lo stesso coraggio, ma in tre anni le sorti del giornalismo sono cambiate. Il crowdsourcing era un bozzolo oggi diventato maturo, un bozzolo che oggi affatica e facilita allo stesso tempo la ricerca della verità.

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2013/05/06/ducato-online/meydan-la-web-tv-di-emin-milli-contro-il-regime-dellazerbaigian/45725/feed/ 0
Web tv per raggirare la crisi http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/web-tv-per-raggirare-la-crisi/30089/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/web-tv-per-raggirare-la-crisi/30089/#comments Fri, 30 Mar 2012 09:00:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=30089 L'INTERVISTA Bari Tv: "Ora ci serve un Mecenate"]]> URBINO – Un modo nuovo per inserirsi nel mercato del lavoro. Un business innovativo che sta trasformando le micro web tv in vere imprese. Cittadini, videoblogger, videomaker e giornalisti, armati di telecamerina o di un semplice cellulare, raccontano ciò che accade nel loro territorio. Fatti di cronaca, inchieste, reportage o video dell’ultima partita di squadre di calcio e pallavolo.

L’iperlocalismo è la caratteristica principale delle web tv italiane, canali online nati dal basso, in città e in piccoli centri dove sono diventati un mezzo d’informazione a tutti gli effetti. Riescono a informare su ogni evento, ma soprattutto interagiscono con i cittadini, li raggiungono grazie alla rete. E’ il mondo della multipiattaforma. Dimentichiamo spettatori e tv subita passivamente, ora c’è una televisione sul web, personalizzata e partecipata, da vedere sul proprio computer, smartphone o tablet. I contenuti? Condivisi in rete su YouTube, Facebook o Twitter.

Quest’anno le web tv si sono date appuntamento a Bologna, dal 18 al 20 aprile, con il meeting “Punto.it: le Italie digitali fanno il punto”, un evento che riunisce tutte le web tv che informano e creano comunità in rete, che si confronteranno con i principali referenti del giornalismo digitale di oggi.  “Anche i grandi devono capire che il mondo è cambiato – spiega Giampaolo Colletti, esperto di media digitali e fondatore di Altratv.Tv, l’ osservatorio sulle web tv italiane nato nel 2004 – chi non si accorge della fluidità del web e del suo continuo mutare è fuori dai giochi”.

In Italia il nuovo modello di televisione in rete è cresciuto molto. Il settimo rapporto Netizen, realizzato dall’Osservatorio Altra tv, ha contato 590 web tv, con una maggiore densità nel Lazio, dove ce ne sono 102, in Lombardia, in cui arriviamo a 85, in Puglia, che conta 63 antenne e in Emilia Romagna dove 53 web tv dividono i giochi. “Si sono sviluppate a un tasso di crescita notevolissimo – spiega Colletti – se si pensa che il primo documento fotografava una realtà che stava nascendo e si parlava di 36 web tv, ora invece è una realtà che sta trovando uno spazio tutto suo”.

L’INTERVISTA Bari Tv: “Ora ci serve un Mecenate”

Quelle che inizialmente sono nate da un impulso spontaneo, una spinta dal basso dei ‘citizen journalist’ di quartieri, università o condomini (come la ormai famosa Teletorre19, la prima web tv sorta nel 2001 finanziata e realizzata dagli abitanti della palazzina di via Casini 4 ) sono diventate ora web tv professionali, estremamente organizzate e strutturate, con apparecchiature tecniche abbastanza avanzate e portali aggiornati quotidianamente.

La novità vera, quindi, è che in un momento di profonda crisi economica e un mercato lavorativo saturo e riluttante ad assumere giovani giornalisti e figure legate alla comunicazione e all’editoria, l’online potrebbe essere una valida alternativa, una valvola di sfogo.

E’ il caso di Varese news, un giornale online nato nel 1997 che dal 2005 dà vita anche a una web tv, con cui quest’anno ha vinto il premio come miglior format. “A 24 mandavo curriculum ovunque, ho fatto alcuni mesi di stage in testate diverse, finché non mi hanno preso a Varese news – racconta Manuel Sgarella – è qui che ho svolto il praticantato e sono diventato giornalista professionista. Non ho più cercato lavoro altrove e come me tutti i miei colleghi. Varese news ci ha insegnato tantissimo, ci ha dato molte soddisfazioni e uno stipendio fisso con un contratto a tempo indeterminato quando nessuno ci sperava”.

Il bello è che una web tv avviata fa impresa e genera profitto. L’abbattimento dei  costi del digitale ha di sicuro un’influenza positiva. Mettere su una web tv costa relativamente poco, utilizzando la rete si ha il pregio del low cost. Basta un sito internet, il cui spazio si può acquistare per cifre intorno al centinaio d’euro, una telecamera anche amatoriale (o un semplice smartphone) e un programma per il montaggio video, che può essere scaricato da Internet (un esempio è Avidemux). Per la distribuzione dei contenuti, si può usare un sito di video sharing come You Tube e la condivisione sui social network come Facebook e Twitter. E il gioco è fatto.

I mezzi di sostentamento. Secondo il rapporto Netizen 2012, molte web tv si reggono ancora sulle risorse degli ideatori (anche se il dato registra un calo rispetto allo scorso anno) e questo succede soprattutto quando è ancora in una fase embrionale. Ma si fa largo anche un’importante fetta di introiti pubblicitari. E se da una parte diminuiscono i finanziamenti legati alla pubblica amministrazione, che si attestano sul 12%, dall’altra è evidente una più stretta collaborazione, con l’80% delle web tv che intrattengono rapporti di business attraverso la realizzazione di video su commessa. Ci sono molti esempi di web tv diventate i ‘canali ufficiali’ dei Comuni. Su tutte, VallesinaTv.

E poi, man mano che la tv online acquista credito, è possibile darle un maggiore sviluppo, a livello tecnologico e di risorse umane.

Le redazioni. Sono composte da almeno cinque persone, con giornalisti, operatori, montatori e community manager. Inizialmente una web tv si reggeva su un videomaker tutto fare, mentre oggi per le web tv che hanno fatto il salto e che hanno strutturato il tutto su obiettivi specifici si parla di iperspecializzazioni. “Quello che stiamo notando anno dopo anno – racconta Giampaolo Colletti – è che sempre più figure professionali si rivolgono al mondo delle web tv per costruire la loro professione, per fare business”.

Spesso è in una nicchia che si trova la sopravvivenza. E’ il caso di Board tv, una web tv di Trento, nata nel 2009, specializzata nell’action sport: si parla di surf, snowboard, skateboard. Talmente specializzata e verticale da non risentire per niente degli effetti della crisi. Il fatturato annuale è di 100.000 euro. Non ci sono ‘dipendenti’, ma giornalisti e liberi professionisti con una partita iva che emettono una fattura. La maggior parte di loro lavora a tempo pieno con la testata perché “ è riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo, talmente di nicchia che non ci sono competitor,  nessuno può offrire niente di almeno paragonabile”, sottolinea Marco Sampaoli, publisher dell’azienda.

I premi. Come la televisione tradizionale ha i Telegatti, così le web tv non possono non avere dei Teletopi.  A vincerli sono state le web tv  che più hanno saputo raccontare le esigenze del territorio, come la neonata Bari tv, quelle che hanno denunciato fatti e misfatti come Crossing Tv di Bologna, considerata una vera e propria ‘watchdog del territorio’, quelle con un’idea vincente di business model sostenibile, come la settoriale BoardTv.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/web-tv-per-raggirare-la-crisi/30089/feed/ 0
Bari Tv: “Per diventare una grande web tv ci serve un Mecenate” http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/bari-tv-per-diventare-una-grande-web-tv-ci-serve-un-mecenate/30168/ http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/bari-tv-per-diventare-una-grande-web-tv-ci-serve-un-mecenate/30168/#comments Fri, 30 Mar 2012 09:00:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=30168 [continua a leggere]]]> URBINO – Bari Tv è una realtà locale che informa su ciò che accade nel capoluogo pugliese e nel territorio vicino. E’ nata da poco, il primo ottobre 2011, e ha vinto già un premio prestigioso per chi fa web tv, il Teletopo come miglior web tv informativa.

LEGGI Web tv per raggirare la crisi

In pochi mesi sono state viste 710.868 pagine su Bari Tv e 1.025.812 pagine su Facebook.  Un dato che sottolinea quanto possa essere importante per i cittadini una realtà informativa iperlocale.

A parlare degli sforzi della web tv di Bari, del suo avvio e del suo successo è Cristian Tempesta, uno dei tre fondatori.

“Con i miei due soci abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di dare informazioni complete ai nostri concittadini. Ne abbiamo sentito il bisogno – racconta Tempesta –  sfruttando il web sapevamo di riuscire a raggiungere molte persone, soprattutto i ragazzi. E infatti sono loro a seguirci maggiormente”.

Cristian Tempesta fa l’impiegato, ma ha sempre conservato nel cassetto il sogno di fare il giornalista. “Ora ci sono riuscito – dice orgoglioso – ho trovato i soldi per iniziare, ho chiesto in anticipo una parte della mia liquidazione e ci siamo imbarcati. Da allora è stato un continuo sforzo per andare avanti. Da ottobre, da quando siamo nati, abbiamo speso circa 15.000 euro“.

Ma per essere competitivi con le altre testate Bari Tv avrebbe bisogno di “più pubblicità e attrezzature più professionali“, sottolinea Tempesta. “Servirebbero 30.000 euro. Ma dove li troviamo? Per ora non abbiamo nessuna pubblicità, nulla. Solo una concessionaria di automobili ci ha dato in comodato una macchina su cui abbiamo messo il logo di Bari Tv. Ma serve di più. Ci sosteniamo con risorse nostre, intendo mie e degli altri due fondatori”.

Il sogno di Bari Tv è quello di fare impresa e magari dare uno stipendio ai redattori. Spiega ancora Tempesta: “Diventare professionisti, ecco quello che vogliamo, in parte già lo siamo per i contenuti che mettiamo online e il fatto d’aver vinto un premio prestigioso per la nostra categoria, il Teletopo, ci dà grande speranza per il futuro. Ma finché non arriva un ‘Mecenate’ che ci finanzia, purtroppo temo che resteremo in un limbo”.

La redazione di Bari Tv svolge un lavoro in forma completamente gratuita, sono dei volontari con una passione per il giornalismo e una grande forza di volontà. Lo staff è composto da 15 persone, tutti aspiranti giornalisti. “Sono tutti ragazzi molto giovani che fanno Scienze della Comunicazione o Lettere, solo un ragazzo è giornalista pubblicista. Sono molto soddisfatto di loro, hanno un vero entusiasmo e sono molto, molto giovani, il più grande ha 22 anni, il più piccolo 18. Ogni giorno facciamo tre o quattro servizi video e poi, a corredo, una ventina di articoli testuali. Vorremmo tanto far fare loro il praticantato qui, nella nostra redazione, come è successo in altre realtà online, vederli crescere e diventare professionisti. E magari rendere Bari Tv un trampolino di lancio“.

Parlano di Bari e delle zone limitrofe, dei problemi, di quello che succede.  Da poco hanno iniziato a fare anche le dirette dal Consiglio Comunale, a fine seduta si mettono in un angolo e intervistano i politici. Naturalmente senza essere pagati.

Ma l’iniziativa di cui si vantano si chiama ‘Sindakiamo’: “E’ una diretta di quaranta minuti con il sindaco di Bari che in diretta risponde ai commenti che i cittadini fanno su Facebook – dice Cristian Tempesta – è un format che sta andando molto bene, siamo contenti”.

Avere una redazione giovane ha i suoi pregi, uno di questi è proprio il fatto che i ragazzi sono invogliati a seguire i loro coetanei. Si sentono rappresentati. E infatti Bari Tv ha un grande successo fra i giovani dai 18 ai 35 anni. “E’ vero anche che siamo noi a seguire loro – sottolinea Cristian – andiamo in discoteca, per lo movida barese, abbiamo una parte del nostro sito interamente dedicata a loro. E poi qualsiasi contenuto noi inseriamo nella web tv viene immediatamente ‘spammata’ su Facebook. Questo garantisce un feedback”.

“Inoltre stiamo sperimentando la multipiattaforma – continua Tempesta – abbiamo l’app per iPhone e iPad. Fra poco  sarà pronta anche quella per Android. Così chiunque voglia può seguirci anche sul cellulare o sul tablet”.

L’unico dispiacere che affligge lo staff di Bari Tv è il non essere presi in considerazione dai media locali: “Per loro semplicemente non esistiamo – dice Cristian amareggiato – nessuno di loro ha detto che abbiamo vinto un premio prestigioso. Cosa che invece hanno detto le testate nazionali come Repubblica, Corriere della Sera e Ansa”.

 

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2012/03/30/ducato-online/bari-tv-per-diventare-una-grande-web-tv-ci-serve-un-mecenate/30168/feed/ 1
Boom di micro web tv nella provincia italiana http://ifg.uniurb.it/2009/01/16/ducato-online/boom-di-micro-web-tv-nella-provincia-italiana/688/ http://ifg.uniurb.it/2009/01/16/ducato-online/boom-di-micro-web-tv-nella-provincia-italiana/688/#comments Fri, 16 Jan 2009 14:20:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=688 Minuscole, provinciali e in continua espansione: cresce in Italia il fenomeno delle micro web tv, che sono più che raddoppiate negli ultimi due anni. Secondo il sito altratv.tv, che le censisce, sono almeno 42, dalle otto del 2003. Ventidue sono nate solo tra il 2006 e il 2008.

Altra caratteristica delle micro web tv è di essere locali. Tre su quattro nascono in provincia, dove il legame con il territorio è più forte. E anche quando sono presenti in grandi città (Bologna, Roma, Torino, Napoli) mantengono spesso un vincolo strettissimo con il quartiere.

“Oggi parliamo dell’oro bianco, ovvero dell’acqua in Valsugana” dice, con una mano in tasca, l’inviato di Tesino Telestreet all’apertura di un servizio su una perdita d’acqua nella piccola valle del Tesino. Dietro la camera, un operatore semi-professionale alterna nella ripresa il giornalista e l’idrante rotto. Basta poco per creare il contenuto di una micro web tv. Una redazione può essere composta soltanto da uno o due operatori e pochi giornalisti o cittadini appassionati.

“Quello delle micro web tv è democrazia dal basso” sostiene Giampaolo Coletti del team di altratv.tv “con il progressivo abbandono delle grandi platee delle tv generaliste si crea una audience attiva, in cui produttore di contenuti e pubblico hanno un rapporto orizzontale e potrebbero potenzialmente scambiarsi i ruoli in qualsiasi momento. La nascita delle micro web tv ricorda l’esperienza delle prime radio libere”.

Ma si tratta di realtà molto diverse.

C’è quella che aggrega gli utenti in comunità su un tema specifico, che riesce di solito ad attirare il maggior numero di visitatori unici. E quella d’opinione, che denuncia ciò che non va in regione, in provincia, addirittura nel condominio. Poi c’è quella di servizio, che si prefigge un obiettivo socialmente utile. Spesso, comunque, adottano una “estetica” da tv generalista: studio formale, telegiornali, trasmissioni di flusso continuo, ecc. In questo modo l’utente, anche sul web, ha la sensazione immediata di una “televisione”.

DOVE SI TROVANO
Sono diffuse soprattutto al Nord, dall’Emilia-Romagna in su, in particolare nel Nord-Est. Secondo i calcoli di altratv.it, il 78% di loro nasce in provincia e solo il restante 22% trasmette dalle principali città. Questo accade perché città come Milano o Roma hanno già i loro grandi organi d’informazione ed è la provincia a essere spesso trascurata dai racconti dell’informazione. Le micro web tv trovano terreno fertile nelle aree in cui è molto forte l’associazionismo.

CHE COSA TRASMETTONO
Stando le rilevazioni di altratv.it, nei programmi di queste televisioni al primo posto con il 28% ci sono le video-denunce dei cittadini, che valorizzano l’aspetto partecipativo, seguite dall’approfondimento degli eventi del territorio (22%). Molto presenti le descrizioni di mestieri del passato (14%) e le voci e i volti della gente comune (13%). Solo il 12% dei programmi è dedicato alla politica, mentre a coprire il restante 1’11% dei palinsesti c’è lo sport locale, spesso osservato nelle discipline minori.

• La piccola Telejato di Partinico (Palermo), impresa familiare in un appartamento di cento metri quadri, è riuscita a far parzialmente chiudere la distilleria più grande d’Europa, che inquinava il tratto di mare San Cataldo-Ciammarita. I suoi servizi di denuncia sono stati citati da Bbc, Cnn e Canal Plus.
• A Senigallia, Disco Volante tv ha documentato le barriere architettoniche della città. “Stavano costruendo il palazzo delle Poste senza lo scivolo per i disabili e siamo arrivati in tempo con la telecamera per bloccare tutto mentre stavano facendo le gettate”, racconta un iscritto dell’associazione Studio Zelig, che gestisce la piccola tv marchigiana
• La bolognese Crossing tv, che trasmette dalla zona multietnica di San Donato, sponsorizza la tolleranza. Così, nella sua programmazione, capita d’imbattersi in una congolese che spiega ricette tipiche italiane.

COME TRASMETTONO
C’è chi trasmette solo sul web in streaming e chi invece ha anche delle trasmissioni via etere. Tutte hanno anche un blog per favorire la discussione sui contenuti. Nel complesso le micro web tv si appoggiano in rete alle piattaforme di distribuzione gratuita come Youtube e le più recenti Vimeo e Mogulus.

In molti casi sono sorelle gemelle delle “telestreet” (le tv analogiche che trasmettono sfruttando le frequenze libere dell’etere): l’una passa in digitale on demand (vedo ciò che scelgo) quello che l’altra ha passato in analogico. A Gaeta, per esempio, c’è Tele Monte Orlando, fondata da un tabaccaio e pioniera dell’informazione locale, proietta la sua “telestreet” analogica sfruttando il cono d’ombra generato nell’etere dall’omonimo monte. E mette tutto anche online.

IL PUBBLICO
Il pubblico delle micro web tv partecipa molto: il 58% degli utenti lascia commenti, o si propone addirittura come fornitore di contenuti. Il 23% si collega da luoghi geograficamente lontani. Per esempio, dei circa 800 utenti unici giornalieri che vanno su Messina web tv, molti appartengono alla comunità messinese di New York.

COME SI FINANZIANO
Le micro web tv fanno fatica a generare profitto. Tuttavia sopravvivono. Secondo i calcoli di altratv.it raggiungono tra i 1.500 e i 7.000 visitatori unici mensili. Non abbiamo a disposizione il dato aggregato mensile per tutte queste emittenti, ma su base annuale – comprendendo anche le micro web di community, difficili da censire – toccano i 450.000 visitatori unici.

Dove non arrivano a coprire le spese gli sponsor locali spesso intervengono le sovvenzioni dei Comuni o delle Comunità montane. Molte tv utilizzano banner pubblicitari che vengono caricati tramite Google.

Alcune micro web tv ricorrono a forme di marketing “virale” per farsi pubblicità. Altre usano vecchissimi sistemi “analogici”, come la napoletana Insu^tv tappezza di volantini con il proprio palinsesto i quartieri Spagnoli.

C’è anche chi ottiene il sostegno finanziario degli utenti. Tesino Telestreet ha comprato le attrezzature grazie alla sottoscrizione degli abitanti della Valsugana. Tele Monte Orlando riceve donazioni spontanee dagli utenti; il fondatore Antonio Ciano, è convinto che gli abitanti di Gaeta “preferiscono contribuire con 50 euro alla tv per vedere i Consigli comunali, i convegni, le feste di paese, gli strafalcioni del sindaco e lo sport la domenica e il lunedì, piuttosto che pagare il canone Rai”.


Guida alla rete:

altratv.tv

“Paese che vai”, meeting italiano delle micro web tv

Esempi di micro web tv:

Crossing Tv, Bologna
Insu^tv, Napoli
Telejato, Partinico (Palermo)
Tele Senior, Bolzano
Messina Web Tv, Messina
Tele Osservanza, Cesena (Emilia-Romagna)
Orso Tv, Piemonte
Piero Da Saronno Tv, Saronno (Lombardia)
Tele Torre 19, Bologna
Pnbox Tv, Pordenone (Friuli Venezia Giulia)
Santagatesinelmondo, Sant’Agata di Puglia
Centro Italia Tv

Sullo stesso argomento:

]]>
http://ifg.uniurb.it/2009/01/16/ducato-online/boom-di-micro-web-tv-nella-provincia-italiana/688/feed/ 0