il Ducato » wuming http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » wuming http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Complessità contro semplificazione. Così la cultura “si oppone” alla politica http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/complessita-contro-semplificazione-cosi-la-cultura-si-oppone-alla-politica/70698/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/complessita-contro-semplificazione-cosi-la-cultura-si-oppone-alla-politica/70698/#comments Thu, 16 Apr 2015 09:20:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70698 Loredana Lipperini, Radio Tre PERUGIA – Cultura è dibattito e complessità. La politica invece “semplifica i concetti limitando la discussione tra ben selezionati soggetti per non fare emergere le sue contraddizioni”. Queste le parole di Wu Ming 2 intervistato dal Ducato a margine della conferenza Cult-news. L’informazione culturale fra mainstream e web, al Festival del Giornalismo di Perugia.

Wu Ming è un collettivo di scrittori che, basando il proprio lavoro sulla narrazione, sviluppa temi di politica sociale e memoria storica. Gli strumenti che utilizzano per narrare la cultura vanno dal romanzo al blog. I testi sono il frutto di un lavoro in cui le idee di una comunità, formata da scrittori e utenti, creano un unico prodotto culturale interagendo tra loro. “Ci siamo accorti – racconta Giovanni, Wu Ming 2 – che il contributo di alcuni lettori arricchiva la discussione. A quel punto abbiamo deciso di includerli nella nostra redazione informale”. Questo crea complessità intesa come approfondimento.

Per comprendere come la contrapposizione di pensieri sia importante per ottenere discussioni profonde e non banali in grado di generare cultura, lo scrittore porta come esempio il blog Giap utilizzato dal collettivo Wu Ming e nello specifico la moderazione dei commenti.

“Su alcuni temi particolarmente sentiti blocchiamo i commenti per 48/72 ore in modo da poter far digerire meglio i contenuti – spiega lo scrittore – evitando che vengano scritti a caldo e senza far maturare i concetti. Noi li abbiamo sempre moderati arrivando ad avere lettori e commentatori consapevoli. La democrazia diretta del commentare liberamente non funziona”. Ma per aprire la cultura a un pubblico più ampio è necessario “utilizzare senza dubbio la narrazione. La scrittura romanzesca, il libro in forma narrativa è uno degli strumenti con cui si può trasmettere cultura a un pubblico più ampio. Oggi la narrazione viene utilizzata un po’ per tutto dalla politica al cibo. Da Farinetti a Renzi c’è poca differenza. Qui viene attuata una semplificazione della realtà che banalizza i concetti”.

Parlando di cultura la complessità è quel processo per cui un concetto viene approfondito, pensato, capito e infine narrato. Al suo opposto c’è la semplificazione intesa come banalizzazione di pensieri che, al contrario di quanto possa sembrano, non facilita la comprensione.

Anche per Loredana Lipperini, giornalista di Radio 3, la cultura si sviluppa dalla complessità. “Il primo passo è iniziare a usare parole pensate. Molte persone vivono nell’inconsapevolezza di utilizzare parole sbagliate. Bisogna ridare il giusto peso alle parole. Gramellini dice che un tweet è solo un tweet ma invece è molto di più. Nel web ho notato che c’è molta più consapevolezza tra i giovani che tra quelli che dovrebbero essere i loro modelli”. Per la giornalista si può aprire la cultura a un pubblico più vasto partendo dalla scuola. In pratica essere istruiti alla cultura e ottenere così strumenti per ricercarla in ogni contesto. “La rete è utile – spiega – se ci si arriva con consapevolezza perché altrimenti ci si può smarrire. Parlare di cultura del web è sbagliato mentre è giusto parlare di cultura nel web”.

Loredana Lipperini ha anche analizzato lo stato attuale dei lettori in Italia: “Il 46% legge un libro all’anno e la percentuale dei lettori forti è in drastico calo. In Italia oggi ci sono più scrittori che lettori perché con i social network è facile farsi pubblicità. E’ più difficile conquistare il pubblico. Si sta sempre di più allargando la forbice tra produzione di libri culturalmente alti e quelli meno. Tra di loro in passato si inserivano i libri popolari, narrativi. Oggi sono praticamente scomparsi. In Italia per il momento non abbiamo libri del genere Cronache di ghiaccio e di fuoco“.

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Romanzieri e critica, Wu Ming, Alessio Torino e le recensioni http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/wu-ming2/62023/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/26/ducato-online/wu-ming2/62023/#comments Sat, 26 Apr 2014 21:50:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=62023 URBINO – Scrittori e giornalisti. Un rapporto a volte complicato. Il giornalismo culturale per chi scrive romanzi è spesso incarnato dalla recensione della propria opera.  Punti di osservazioni differenti, in questa relazione, quelli di Alessio Torino e WuMing2, intervenuti alla tavola rotonda nel teatro Sanzio durante la seconda giornata di lavori per il Festival del giornalismo culturale, per dialogare assieme al giornalista Alberto Saibene,  autore di Doppiozero, spazio online di critica culturale.

Qui sotto la videointervista ai partecipanti al dibattito ( come gli altri esponenti del suo collettivo e come in tutte le interviste, WuMing II non si è fatto riprendere in volto).

Pananari, moderatore del dibattito e firma delle pagine culturali de La Stampa, ha aperto il confronto sul ruolo degli intellettuali, che Alessio Torino ha spostato subito, concentrandosi sull’importanza della recensione per gli stessi autori: “Spezzo una lancia a favore del giornalismo culturale e della sua utilità, sotto qualsiasi forma si faccia. Non sono un intellettuale, ma uno scrittore e come tale  vorrei descrivere il mio rapporto con la critica. La recensione è il giudizio dei primi lettori e assume più valore quando insegna qualcosa agli stessi autori. Non è facile rendersene conto subito. Ma non tutte le critiche hanno o stesso effetto: dipende da chi vengono e in che contesto vengono esposte. Ora che sto scrivendo cose nuove mi tornano alla mente vecchie recensioni, di cui solo ora riesco a fare tesoro”.

Secondo Torino, però, anche la dimensione della recensione è mutata una volta che gli spazi di critica si sono dilatati: “I nuovi media accerchiano l’autore, sono una forza anarchica in grado di fare istantaneamente  recensioni e metarecensioni di quanto scritto sui mezzi tradizionali”.

Wu Ming 2, alias Giovanni Cattabriga, del collettivo  di autori italiano più famoso e innovativo del momento ( tutti i lavori sono a disposizione del pubblico sul sito Giap) non ama l’uniformità dei media tradizionali:  “L’onestà intellettuale per me sta nel dichiarare la propria parte, il punto di vista da cui guarda il mondo. Non leggo le pagine culturali dei giornali perché mi sembrano tutte collocate in uno spazio neutro, autoreferenziale. Spesso quando esce un nostro romanzo l’editore mi telefona e mi chiede chi potrebbe recensirci, ma non vuole un critico di professione. Per parlare al pubblico oggi si scelgono altre figure, oppure sono i blog e le pagine come Doppiozero che orientano il lettori nell’acquisto dei libri. Oggi ci sono autori che scrivono capitoli alternativi dei propri testi, operando loro stessi una forma di critica”.

L’autore bolognese  poi si sofferma sul mestiere dello scrittore, in grado (o costretto) a rallentare quando invece l’informazione viaggia sempre più veloce: “Raccontare mi colloca nella dimensione pubblica. Narrando, disegno una specie di mappa su come è orientato il mondo e con i miei contenuti  modifico lo scorrere del flusso di notizie. Quante volte ci viene ripetuta la sua velocità? Oggi i dati sono a portata di tutti, paradossalmente manca il punto di vista in cui sono presentati e in questo senso si rafforza il ruolo della critica”.

Alberto Saibene ha messo l’accento sulla maggiore interattività della critica online, operazione a cui partecipano lettori e giornalisti, che però risulta difficilmente finanziabile: ” C’è il crowfounding, ci sono gli spazi pubblicitari e i lettori si affezionano a un prodotto di qualità, ma ancora non bastano”.

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