il Ducato » Alessandro Crescentini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Alessandro Crescentini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Calcio, Urbino vince contro Peglio e si salva. Il mister Metalli: “Meritiamo una categoria superiore” http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/calcio-urbino-vince-contro-peglio-e-si-salva-il-bomber-tombari-vorrei-restare-anche-il-prossimo-anno/73173/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/calcio-urbino-vince-contro-peglio-e-si-salva-il-bomber-tombari-vorrei-restare-anche-il-prossimo-anno/73173/#comments Mon, 04 May 2015 14:01:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73173 URBINO – L’Urbino Pieve ha vinto la sfida ai playout e si è salvato, assicurandosi la permanenza in prima categoria. I ducali hanno tolto ogni dubbio battendo 3-0 il Peglio di mister Biagetti. Un rigore di Pierotti al quarto del primo tempo e i gol di Tombari e Curzi nella ripresa hanno deciso una partita il cui risultato non è mai stato in dubbio.

10629500_976532159053900_8032781540297580350_oFiorenzo Metalli, che si è insediato sulla panchina ducale a gennaio, ha rivoluzionato il gioco dell’Urbino Pieve dando nuova linfa alla squadra. “Nelle ultime partite i ragazzi hanno espresso un calcio che sinceramente in queste categorie non si vede”, afferma il tecnico riminese. Il campionato è finito sabato e dice di non pensare ancora al futuro, anche se tradisce una certa voglia di rimanere sulla panchina di Urbino e visti i risultati ottenuti la cosa è molto probabile: “A fine mese vediamo quali sono i programmi della dirigenza, ma mi sembra si sia formato un grande coinvolgimento della piazza e si stia creando un grande interesse intorno al club e spero che dietro tutto questo ci sia l’inserimento di nuove forze per fare un programma ambizioso perché Urbino non merita questa categoria”. Mister Metalli è sicuro, però, che con un paio di innesti la squadra è pronta per il fare il salto di qualità: “Il mercato è un’incognita totale, le eventuali conferme della rosa attuale e gli innesti verranno discussi più avanti, quando si avranno ben chiare le intenzioni e le disponibilità della società”.

11008634_976530049054111_2845863281956752893_oFederico Tombari, attaccante fanese classe ’93, ha impresso una svolta al match con un rigore procurato e un gol. “Il gol per un attaccante è la vita, in modo particolare festeggiare con i tifosi uno che risolve una partita così importante”,  dice al Ducato il bomber gialloblù. Una prestazione, quella di Tombari, che ripaga gli sforzi, i sacrifici, le rinunce e gli allenamenti di tutto l’anno.

Sul campionato dell’Urbino Pieve, l’attaccante non ha dubbi: “Per come si era messa la stagione, era ovviamente fondamentale vincere i playout, ma questa squadra merita ben altre categorie”.  Più incerto, invece, il suo futuro: “Per il prossimo anno non ho ancora parlato con la società, ma sarei contento di vestire questa maglia anche in vista di tutti i derby che caratterizzeranno la prossima stagione”.

Tombari mette anche l’accento sull’importanza dell’Armata Ducale, la parte più accesa della tifoseria urbinate: “Non ci hanno mai abbandonato neanche nei momenti peggiori e questo è sempre d’aiuto”. A tal proposito parla anche Fabio Bartolucci, uno dei componenti degli ultras: “La cosa positiva di questa stagione è il legame che si è venuto a creare tra tifosi, calciatori e società”.

Il supporto dei tifosi non è mai mancato, nonostante la situazione di classifica: “L’anno prossimo possiamo farcela: per vincere servono gioco, gruppo e fortuna e a noi quest’anno questi elementi sono mancati tutti. In queste categorie, il gruppo è indispensabile – continua Bartolucci – quindi spero che in pochissimi partano e l’ossatura rimanga questa con due o tre innesti in caso di partenza, ma la squadra c’è e possiamo lottare per la promozione anche così”, conclude Bartolucci.

LA CRONACA DEL MATCH. La partita che ha deciso i playout è stata a senso unico. I ducali sono partiti subito forte e già al secondo minuto Tombari si è guadagnato un calcio di rigore trasformato da Pierotti. Il primo tempo, bloccato e senza occasioni da una parte e dall’altra, è stato scosso solo da due colpi di testa pericolosi degli ospiti su calcio piazzato, che però si sono spenti sul fondo.

Nel secondo tempo il Peglio si è giocato il tutto per tutto con i cambi, rompendo l’equilibrio e sbilanciandosi in avanti. I gialloblù sono riusciti a gestire egregiamente la pressione avversaria, sfruttando tutti i buchi lasciati dagli ospiti. Per due volte Luciarini, subentrato a Rossi al trentesimo del primo tempo, ha negato la gioia del gol a Tombari lanciato in contropiede, salvando sulla linea due tiri a portiere battuto. Poi Tombari ha tirato fuori il coniglio dal cilindro e nessuno ha potuto far nulla per opporsi. Assist morbido di Curzi, controllo di petto del numero nove al limite dell’area e al volo in girata missile sotto l’incrocio dei pali. Con il Peglio sempre più scoperto, al 21° si è chiusa definitivamente la partita: recupero palla di Curzi a centrocampo, 30 metri palla al piede in solitaria e pallonetto magnifico da fuori area che ha beffato Paiardini.

Gli ultimi venti minuti si sono giocati solo sulla carta. Il Peglio è andato due volte vicino a segnare il gol della bandiera che non è arrivato nonostante l’impegno dei ragazzi in azzurro.

(foto di Carlo Maria Feduzi)

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La mappa segreta della Urbino romana http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-online/la-mappa-segreta-della-urbino-romana/73016/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-online/la-mappa-segreta-della-urbino-romana/73016/#comments Wed, 29 Apr 2015 16:21:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73016 [continua a leggere]]]> La pianta della città romana

La pianta della città romana

URBINO – Urvinum Mataurense era molto più che un teatro romano. Dalla mappa ricostruita dagli archeologi emerge  un’ intera città nascosta sotto quella rinascimentale. La sua ampiezza sfruttava la parte pianeggiante più alta della città. Con un po’ di fantasia, ci si può passeggiare idealmente anche oggi. La città era costruita secondo uno schema classico. Quanti sospettavano che camminando da piazza della Repubblica fino a via Saffi si segue quasi fedelmente il cardus maximus? E che il decumanus maximus si intersecava perpendicolarmente all’altezza di via Veterani?

Nel punto in cui il cardo, la via che tagliava la città da Nord a Sud, si incontrava con il decumano, la strada che la tagliava da Est a Ovest, c’era il foro, la piazza centrale e più importante della città. Il foro romano era situato nei pressi dell’attuale piazza Duca Federico, la parte più importante dell’età rinascimentale. Urvinum si estendeva dunque dalla parte bassa di via Veneto fino al punto più alto di via Saffi, passando per via Santa Chiara. La cinta muraria non è molto evidente attualmente, comunque dalle fondamenta della chiesa di San Paolo le antiche mura procedono a monte della via San Girolamo, e sotto il monastero di Santa Chiara, lungo il giardino del vecchio tribunale fino a raggiungere Palazzo Passionei, continuando a monte di via Budassi per terminare a porta Maia.

La città rinascimentale, purtroppo, si erge sui resti di quelli antica, nascondendo la maggior parte della storia romana urbinate. Alcuni frammenti di mura sono stati rinvenuti all’interno del Palazzo dell’Arcivescovado e dentro il cortile interno del Palazzo Battiferri. In via Santa Chiara sono in corso i lavori per riportare alla luce una struttura risalente all’età repubblicana. E non finisce qua. Sotto la città romana se ne nasconde un’altra: la rete idrica. All’esterno delle mura romane per esempio, la chiesa di San Sergio, situata a metà di via Raffaello, è stata eretta sopra un’antica cisterna di epoca romana, ma il reticolato di canali e canaletti è molto più esteso, ampliato in tutte le fasi della storia città e ultimato nel Rinascimento.

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Con la cultura si mangia, ma i liceali i giornali non li comprano più http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/con-la-cultura-si-mangia-ma-i-liceali-i-giornali-non-lo-comprano-piu/71914/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/con-la-cultura-si-mangia-ma-i-liceali-i-giornali-non-lo-comprano-piu/71914/#comments Fri, 24 Apr 2015 15:39:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71914 URBINO – Il web è la nuova edicola per i giovani. A dirlo non sono solo i dati, ma anche gli stessi ragazzi con cui abbiamo parlato stamattina al teatro Sanzio. Mentre sul palco, alcuni tra i massimi esponenti del giornalismo culturale davano vita a un dibattito sul ruolo della carta stampata, gli studenti in platea non sapevano nemmeno cosa sia una terza pagina o Internazionale.

Premiazione11 24 aprile

Piero Dorfles premia Martina Russo

La seconda giornata del Festival è stata anche l’occasione per premiare i giornalisti del futuro. La giuria del concorso Con la cultura si mangia?”, presieduta da Piero Dorfles, ha scelto il lavoro di Martina Russo “Con la cultura (e la lettura) si mangia” pubblicato sul mensile Andersen di marzo 2015 per la categoria giornalisti under 35. Per il concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori delle Marche ha vinto, invece, il liceo scientifico e musicale “Guglielmo Marconi” di Pesaro.

La premiazione ha seguito il panel dedicato alla carta stampata, durante il quale è stato sottolineato il valore che ha questo media per la pubblicazione di contenuti culturali. La carta stampata può davvero continuare a vestire il ruolo di primo attore nel giornalismo culturale anche tra i giovani? Le nuove generazioni, presenti al Festival, hanno confermato il contrario. Anche i vincitori dei premi di questa edizione.

Premiazione 24 aprileLa prima a dare valore ai contenuti digitali è Martina Russo, giornalista pubblicista ligure. “Mi informo principalmente con il web, soprattutto con i siti delle testate principali online”, ha spiegato ricordando che anche la carta stampata rimane un mezzo importante pur essendo scavalcato da internet. Il suo lavoro è stato concepito per far notare ai lettori che di cultura, dopotutto, si può vivere, “magari si sta a dieta, ma si può comunque mangiare”.

Premiazione3 24 aprile

Gledis Bllano e Leonardo Mensitieri sono i liceali portavoce delle due classi vincitrici del concorso per i più giovani. I due studenti hanno fatto emergere con decisione le caratteristiche del mondo in cui vivono, una realtà completamente digitale. I ragazzi si sono avvicinati al mondo giornalistico dando vita a un telegiornale della scuola.

Questi ragazzi, pur interessati al mondo del giornalismo, non sono però raggiunti dall’informazione culturale. Conoscono a malapena il significato di “terza pagina”, ignorano testate come InternazionalePagina99, la Lettura del Corriere della Sera o il Domenicale del Sole24ore. Ciò non significa che i ragazzi non si informino: semplicemente lo fanno in modo diverso. Su Facebook e sui siti delle testate online. “Io mi informo soprattutto su Facebook, con le pagine che seguo o quelle correlate suggerite”, ha confessato Gledis. Anche Leonardo ricerca le informazioni online: “Raramente uso l’enciclopedia cartacea, mentre solitamente mi affido a Facebook, Google e Wikipedia”.

Foto di Jacopo Salvadori
Servizio di Daniela Larocca e Nicola Petricca

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Content e brand curation, cinque strumenti che i giornalisti dovrebbero conoscere (e usare) http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/content-e-brand-curation-cinque-strumenti-che-i-giornalisti-dovrebbero-conoscere-e-usare/71070/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/content-e-brand-curation-cinque-strumenti-che-i-giornalisti-dovrebbero-conoscere-e-usare/71070/#comments Sat, 18 Apr 2015 22:09:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71070 11148882_10205927017682062_855401448_n

PERUGIA – Robin Good è un esperto di content curation, ma è anche un imprenditore ormai specializzato. Da quasi 20 anni il suo business è il web. E dentro il web ha trovato e analizzato centinaia di strumenti, o tool, utili per approfondire gli interessi più diversi: dall’appassionato di un genere particolare di musica all’esperto di design che vogliono tenersi aggiornati. Ha presentato al Festival internazionale del giornalismo di Perugia anche alcuni degli strumenti che secondo i giornalisti dovrebbero conoscere. Per l’intervista al Ducato ne ha selezionati cinque, tra quelli che ritiene indispensabili a ogni reporter che voglia organizzare il proprio materiale online, trovare spunti interessanti e curare il proprio brand.

SCOOP.IT (gratuito+versioni a pagamento)

Trovare le notizie più interessanti su un argomento, personalizzarle ed aggiungerne un plusvalore. Scoop.it offre la possibilità di selezionare le migliori notizie ed esportarle sul proprio sito o blog attraverso la url della pagina oppure di creare contenuti a partire da zero. Un tool indispensabile per tenersi aggiornati in poco tempo. Qui un breve tutorial su come muovere i primi passi sul portale.

2) PINTEREST (gratuito)

pinterest

Non solo foto di dolci, scarpe alla moda e frasi ad effetto. Con una bacheca di più di 70 milioni di utenti, Pinterest è ormai una vetrina indispensabile per chiunque voglia promuovere il proprio “brand” in modo innovativo. Cercare informazioni tra le fonti giuste, condividerle al pubblico e crearsi una nicchia di riferimento. Può un giornalista tralasciare questa fonte di visibilità?

3) PRISMATIC (gratuito)

prismatic

Imparare cose nuove ogni giorno, trovando notizie che i media tradizionali non trattano. Ecco cosa permette di fare Prismatic, un contenitore personalizzato di informazioni basato sugli interessi dell’utente. Il flusso di notizie è determinato in base alla connessione con i social network e alla posizione geografica tramite un algoritmo che permettono poi all’utente di scoprire argomenti di interesse affini al proprio profilo. È possibile anche raccomandare una notizia, facendola salire in testa al proprio “news feed” e rendendola visibile a tutti. Da provare.

4) ZEEF (gratuito)

Zeef altro non è che una directory, un catalogo web grazie al quale è possibile effettuare ricerche navigando per categorie predefinite. Una sorta di motore di ricerca “umano”, dove non c’è un algoritmo che decide per noi cosa vedere e cosa no. Fine di Google? Ovviamente no, tuttavia ogni giornalista potrà guadagnarsi la fiducia della nicchia di riferimento, aumentando il proprio brand puntando su una bacheca specializzata. Come si usa? Guardate questo breve tutorial.

5) WORDPRESS (gratuito+vers. a pagamento)

wordpress

Vi starete chiedendo: perché una piattaforma per la gestione di un sito internet? Per Robin Good la risposta è semplice: “Con tutti gli strumenti a vostra disposizione le possibilità che avete sono infinite. Foto, video, infografiche, tutto è alla portata di tutti. Ricordate sempre che è quello che avete nella testa che fa la differenza, nient’altro”.

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Codice etico per i giornali, una app per scegliere i propri paletti, sviluppata dall’Ona http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/#comments Fri, 17 Apr 2015 18:43:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70898 11139685_10205918501189155_1886121479_n

PERUGIA – Immaginate. Scoppia una bomba nel mercato della vostra città. Voi scattate una foto di una donna disperata, coperta di sangue e col vestito a brandelli che le lascia scoperto il seno. Siete disposti a pubblicarla sul vostro sito, o credete che anche in un caso limite come questo quella donna abbia diritto alla sua privacy? Ecco, per sciogliere i vostri dubbi dovreste rifarvi a un codice etico.

L’Ona, Online News Association, sta lavorando a un codice etico ‘fai-da-te’, da pubblicare sul proprio sito d’informazione, testata o blog, che dichiari al pubblico le linee guida editoriali seguite e applicate su quelle pagine.

Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile dell’innovazione e dello sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, nonché membro italiano dell’Ona, ha lanciato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia “Do-it-yourself ethical code”, un insieme di materiali per guidare organi d’informazione, testate giornalistiche, singoli giornalisti e cittadini a creare il proprio codice di comportamento per poi pubblicarlo online. “È un progetto che nasce per fare sì che chiunque voglia fare informazione di qualità possa munirsi di regole etiche proprie”, ha spiegato Tedeschini Lalli. Alcune testate straniere, come ad esempio il Guardian, hanno già una pagina in cui espongono i propri valori. In Italia nessun media ha adottato questo modello.

Il percorso da seguire per costruirsi il proprio codice si divise in varie fasi. Bisogna per prima cosa stabilire alcuni postulati non discutibili. Dire la verità, non plagiare il lavoro altrui, non accettare soldi per cambiare le informazioni, correggere i propri errori. Accettarli significa muoversi in un perimetro etico-deontologico ampio ma comunque dai confini precisi. Tracciati questi si passa ad altre due fasi.

  • Stabilire quale tipo di giornalismo offrire al pubblico. Objective o point of view? Uno imparziale che racconta i fatti in modo oggettivo o uno che dispone di un punto di vista preciso. Indipendent or involved? Una testata indipendente o ‘di parte’?
  • Esaminare varie domande etiche e deontologiche, analizzando i pro e i contro di ogni questione al fine di potersi costruire un codice personale. Sono 40 i temi affrontati e spaziano dalla gestione della censura, la protezione dei minori fino alla cura dei virgolettati

Quest’ultima è la fase di personalizzazione vera e propria del codice. Le possibili questioni sono analizzate nello specifico, punto per punto, e attraverso delle domande si cerca di far emergere la posizione specifica della testata sui singoli temi. Nella sezione che riguarda i suicidi, ad esempio, si pone preliminarmente la questione – è giusto pubblicare la notizia di un suicida? –  e si prosegue nel particolare: rilevanza pubblica della persona morta, dinamica della morte (privata o in un luogo pubblico), età del suicida. Immaginando che si tratti di una testata favorevole alla pubblicazione di queste notizie bisogna stabilire la metodologia. La meccanica va raccontata? Oppure è meglio usare la forma asciutta del necrologio, rituale e distaccato?

Sono 40 in tutto i temi affrontati con questo dettaglio, si può capire quanto specifico sarà il codice così stilato.

Per i promotori del progetto Thomas Kent, deputy managing editor della Associated Press, e Jane McDonnell, direttrice Online News Association, il punto è creare un meccanismo generale che possa funzionare per le redazioni di ogni latitudine. Per farlo bisogna immaginare una serie di situazioni ‘limite’ che verrebbero trattate diversamente a seconda della sensibilità culturale del giornalista e del paese in cui vive. È giusto pubblicare una vignetta razzista al centro di una polemica per mostrarne il contenuto ai propri lettori o sarebbe più corretto non farlo? In un’intervista è giusto virgolettare il pensiero condensato dell’intervistato o è meglio riportarlo parola per parola?

Domande a cui non è possibile dare una risposta univoca, ma che possono essere risolte soltanto dopo una mediazione tra la volontà di riportare le notizie, il contesto culturale in cui si lavora e le scelte etiche fatte a monte. Grazie alla nuova App in uscita a settembre, ogni editore e freelance sarà libero di costruirsi il proprio decalogo sulla base delle risposte che lui ritiene corrette e rendere i suoi lettori partecipi.

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Al via il terzo Festival del Giornalismo Culturale, Dorfles: “Senza cultura non si fa informazione corretta” http://ifg.uniurb.it/2015/04/04/ducato-online/il-festival-di-urbino-e-limportanza-del-giornalismo-culturale-un-programma-ricchissimo-per-la-terza-edizione/69513/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/04/ducato-online/il-festival-di-urbino-e-limportanza-del-giornalismo-culturale-un-programma-ricchissimo-per-la-terza-edizione/69513/#comments Sat, 04 Apr 2015 09:43:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69513 LEGGI  Il programma completo]]> Piero Dorfles

Piero Dorfles

URBINO – La terza edizione del Festival del Giornalismo Culturale, curata dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università di Urbino Carlo Bo, durerà quattro giorni: inizierà a Urbino giovedì  23 aprile e si sposterà a Fano dal sabato. Se la prima edizione è stata una panoramica generale dell’informazione culturale in Italia e  la seconda ruotava intorno al binomio crisi economica e informazione culturale, quella di quest’anno intende sviluppare  tre nuove tematiche: come la rivoluzione digitale sta ridefinendo il campo culturale,  la correlazione tra cultura e benessere e la centralità della figura di intermediario culturale.

LEGGI  Il programma completo

Alla sua terza partecipazione al festival, Piero Dorfles, giornalista, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico, aprirà l’evento con una lectio che sarà orientata a chiedersi non tanto come funziona il giornalismo culturale, quanto di cosa si occupa.

Quali saranno le tematiche sviluppate nella sua lectio d’apertura?
“Cercherò di rispondere a un quesito difficilissimo: cosa si intende per giornalismo culturale oggi? Nel mio intervento proverò anche a illustrare come i diversi media intendono la comunicazione culturale. C’è una differenza sostanziale tra il giornalismo d’informazione e quello culturale. Il giornalismo culturale si occupa di fatti che non sono per forza caratterizzati dalla necessità, dall’urgenza e dall’immediatezza delle altre notizie e credo che in questo senso la rete abbia meno capacità di occuparsi di giornalismo culturale”.

L’esempio di Pagina99, noto per produrre contenuti culturali di qualità e costretto a chiudere, non riflette una tendenza secondo cui il giornalismo culturale non riuscirà a sopravvivere sulla carta stampata?
I siti internet e i blog che hanno lo stesso tipo di taglio dei più  grandi supplementi culturali della stampa, come era il sabato di Pagina99, tendono a uscire dallo schema della rete e piuttosto ripetono lo schema della carta stampata. In tal senso si può affermare che può sopravvivere quel modello di giornalismo, ma certo non ha niente a che fare con il mezzo sul quale si scrive. Perché scrivere un articolo di molte colonne o molte cartelle, come spesso avviene sui blog culturali, è esattamente quello che si fa sui giornali. Le due cose non si sostituiscono; si sovrappongono e per certi versi sono identiche. La rete può sostituire la grande stampa solo per l’informazione che richiede velocità, immediatezza e urgenza”.

Secondo lei in Italia c’è bisogno di testate o reti dedicate interamente alla cultura?
“Non ho mai pensato che ciò di cui abbiamo bisogno in Italia sia una rete interamente culturale. Quello di cui abbiamo bisogno realmente sono reti  che abbiamo stimoli culturali all’interno, che siano fatte di persone di cultura e che non occhieggino soltanto alla rincorsa degli ascolti”

Il Festival di Urbino può diventare un evento cardine del giornalismo a livello nazionale?
“Ho qualche dubbio che il giornalismo nazionale abbia come punto cardine la cultura e questo è il motivo per cui è giusto che il Festival di Urbino abbia tutta la rilevanza necessaria. Temo che si debba recuperare qualcosa che nel corso degli ultimi anni si è perso e cioè un’attenzione nazionale sui temi della cultura, che non sono affatto marginali come qualcuno crede, ma sono ben più centrali di molti altri. Senza cultura, infatti, non si fa informazione corretta, non si costruiscono lettori consapevoli di leggere e di decifrare le notizie e soprattutto credo che senza spinte culturali i Paesi tendano a raggiungere un livello di modesto sviluppo.

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Il programma della terza edizione del Festival del giornalismo culturale di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/il-programma-della-terza-edizione-del-festival-del-giornalismo-culturale-di-urbino/69538/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/03/ducato-online/il-programma-della-terza-edizione-del-festival-del-giornalismo-culturale-di-urbino/69538/#comments Fri, 03 Apr 2015 19:43:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69538 [continua a leggere]]]> Piero Dorfles

Piero Dorfles

URBINO – Il Festival del Giornalismo di Urbino raccoglie sempre più ospiti di fama nazionale e internazionale. Durerà quattro giorni e  avrà inizio giovedì 23 aprile nella città ducale e si sposterà a Fano da sabato.

Il primo giorno di festival sarà introdurrà le tematiche che verranno sviluppate nel corso di questa terza edizione: spiccano, tra gli altri, i nomi di Piero Dorfles, che terrà una lectio d’apertura, e di Marino Sinibaldi che con Massimiliano Panarari affronterà un dibattito sui media e la cultura.

LEGGI Intervista a Piero Dorfles

Dal venerdì, il programma sarà suddiviso in quattro macro-sessioni, una per ogni media diverso: carta stampata, web, radio e tv.

Ecco il programma completo:

Giovedì 23 aprile
Urbino – Montefeltro Libri

ore 15.30
Presentazione del libro M. Una metronovela (Einaudi 2015)
di Stefano Bartezzaghi (giornalista e scrittore)

Giovedì 23 aprile
Urbino – Palazzo Ducale, Salone del Trono

ore 16.30
Apertura del Festival con Kyknos Quartet a cura di AMAT

Vilberto Stocchi (Rettore dell’Università di Urbino Carlo Bo)

Vittorio Sgarbi (Assessore alla Rivoluzione, Cultura e Agricoltura, Difesa del paesaggio e del Centro Storico Comune di Urbino)

Presentazione dei dati della ricerca News-Italia a cura di Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini, direttori del Festival

ore 17.00
Cultura divergente. Lectio di apertura di Piero Dorfles (giornalista e critico letterario)

Intermezzo musicale con Irene Placci Califano a cura di AMAT

ore 17.45
Dibattito su media e cultura con Marino Sinibaldi (Direttore Rai Radio3) e MassimilianoPanarari (giornalista)

Giovedì 23 aprile
Urbino – Palazzo Ducale, Grandi Cucine

ore 19.00
FFF Form Follows Food. La forma segue il gusto il gusto segue la forma, sinergie tra food & design

Show cooking con Elisia Menduni (food writer) e Fabrizio Mantovani (chef FM Sintonizzati con gusto, Faenza)

Accoglienza a cura degli allievi dell’Istituto d’Istruzione Superiore S. Marta e G. Branca di Pesaro

Venerdì 24 aprile
Urbino – Teatro Raffaello Sanzio

PRIMA SESSIONE: Dov’è la cultura oggi? 1. La carta stampata
Giornali e riviste cartacei vendono meno che negli anni ’50. Rivoluzione digitale e crisi economica hanno travolto assetti secolari. Si naviga a vista, cala la foliazione, il prodotto rischia di diventare più povero. Se la cornice è questa, cosa sta accadendo alle gloriose pagine culturali italiane?

ore 9.30
Intervento di Maurizio Gambini (Sindaco Comune di Urbino)

ore 9.40
Introduzione di Giulia Cecchelin (Università di Urbino Carlo Bo)

ore 10.00
Tavola rotonda con Annalena Benini (Il Foglio), Emanuele Bevilacqua (Pagina99), SimonettaFiori (La Repubblica), Luigi Mascheroni (Il Giornale), Armando Massarenti (Il Sole 24 ore), Luca Mastrantonio (Corriere della Sera), Massimiliano Panarari (La Stampa), Leonardo Romei (ISIA Urbino), Federico Sarica (giornalista), Piero Vietti (Il Foglio)

ore 11.00
Premiazione dei vincitori del concorso Con la cultura si mangia?
A seguire ripresa della tavola rotonda

ore 13.30
Pausa

SECONDA SESSIONE: Dov’è la cultura oggi? 2. Il web
È la scena e l’attore principale della rivoluzione che stiamo vivendo. È l’ecosistema che modifica tutti i media ma è anche contenuti, un oceano di contenuti. Quali sono, come coglierli, chi raggiungono, come ci stanno cambiando, quali sono le esperienze più interessanti.

ore 15.00
Introduzione di Valentina Ruggiu (IFG Urbino)

ore 15.20
Tavola rotonda con Martin Angioni (Amazon Italia), Nello Avellani (NewsTown), Luca De Biase (Il Sole 24 ore), Paolo Di Paolo (scrittore), Carlo Freccero (scrittore e autore televisivo), Fabio Giglietto (Università di Urbino Carlo Bo), Roberta Maggio (capo comunicazione web Palazzo Chigi), Beniamino Pagliaro (Good Morning Italia, ANSA), Christian Raimo (scrittore), Massimo Russo (Wired), Mario Tedeschini Lalli (L’Espresso)

Installazione di Federico Ambrosio a cura di Umberto Palestini (Accademia di Belle Arti Urbino)

Sabato 25 aprile
Fano – Teatro della Fortuna

TERZA SESSIONE: Dov’è la cultura oggi? 3. La radio
Storicamente è forse il medium più generoso con la cultura. Anch’esso sta cambiando molto. L’ibridazione con il web le ha fornito linfa ma ha indebolito due sue funzioni importanti: il luogo delle scoperte musicali e un veicolo di identità. Cresce l’ascolto via podcast, specie dei prodotti culturali. Insomma è in corso una trasformazione che rende più che mai necessaria un’analisi seria.

ore 9.30
Intervento di Massimo Seri (Sindaco Comune di Fano)

ore 9.40
Introduzione di Lucia Gabani (IFG Urbino)

ore 10.00
Tavola rotonda con Andrea Borgnino (Radio Rai), Daria Corrias (Rai Radio3), Pietro Del Soldà (Rai Radio3), Marina Lalovic (giornalista), Federica Manzitti (Radio Città Futura), Enrico Menduni (Università di Roma Tre), Lorenzo Pavolini (Rai Radio3), Igiaba Scego(scrittrice), Simone Spetia (Radio 24)

Speciale radio e musica d’autore con Ernesto Bassignano (giornalista e conduttore radiofonico)

ore 13.30
Pausa

QUARTA SESSIONE: Dov’è la cultura oggi? 4. La televisione
Il medium centrale del secondo ‘900, la grande delusione come strumento di formazione e divulgazione culturale? È ancora così? Con la moltiplicazione dei canali e la specializzazione crescente l’offerta culturale è finalmente all’altezza delle promesse? Il pubblico si sta frammentando e si stanno accentuando le disuguaglianze?

ore 15.00
Introduzione di Stefania Antonioni (Università di Urbino Carlo Bo)

ore 15.20
Tavola rotonda con Giovanni Anversa (Rai3), Edoardo Camurri (giornalista), GiampaoloColletti (Communication Manager), Piero Dorfles (giornalista e critico letterario), KarimaMoual (Al Jazeera, Radio Rai), Saverio Simonelli (Tv2000), Bruno Somalvico (Rai, segretario generale Infocivica)

ore 21.00
Evento sul cinema
a cura di Giacomo Manzoli (Università di Bologna) con Steve Della Casa (critico cinematografico) ed Elisabetta Sgarbi (regista e scrittrice)

Accompagnamento musicale con Alessandro Culiani (violoncellista) e Irene Placci Califano(chitarrista) a cura di AMAT

Domenica 26 aprile
Fano – Mediateca Montanari

ore 10.00
Promuovere la cultura conviene
È il sottotitolo dell’edizione di quest’anno. Perché oltre a parlare di chi fa informazione culturale o comunicazione culturale, è importante ragionare anche sulla promozione. Siamo il Paese dei festival culturali, siamo un Paese miniera culturale, ma siamo anche il Paese della retorica sulla cultura.

Tavola rotonda con Andrea Ferrazzi (responsabile relazioni esterne Confindustria Belluno), Marco Ferrazzoli (capo ufficio stampa CNR), Elena Giacchino (responsabile ufficio stampa Fusi Orari), Stefano Marchegiani (Assessore alla Cultura Comune di Fano), Pietro Marcolini(Assessore alla cultura Regione Marche), Serafino Paternoster (responsabile ufficio stampa Comune di Matera), Giovanna Perini Folesani (Università di Urbino Carlo Bo)

Concerto matinée con Marco Mencoboni (clavicembalista) a cura di AMAT

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Urbino, arriva la primavera e la Fortezza Albornoz si ripopola di studenti http://ifg.uniurb.it/2015/03/11/ducato-online/urbino-arriva-la-primavera-e-la-fortezza-albornoz-si-ripopola-di-studenti/68007/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/11/ducato-online/urbino-arriva-la-primavera-e-la-fortezza-albornoz-si-ripopola-di-studenti/68007/#comments Wed, 11 Mar 2015 20:30:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68007 FOTOGALLERIA / Dopo giorni di freddo e maltempo, urbinati e studenti hanno approfittato del tepore primaverile per una pausa nel verde della Fortezza Albornoz]]> URBINO – Con il ritorno del sole e la temperatura che si fa primaverile, anche la Fortezza Albornoz  torna a popolarsi: bambini che giocano, studenti che si godono la vista sui Torricini, leggono o studiano. C’è anche chi si esercita come funambolo camminando sulla slackline, una fettuccia di poliestere larga pochi centimetri, tesa tra due alberi, mentre gruppi di studenti stranieri giocano a football americano.

Foto di Anna Saccoccio

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La Muta di Raffaello torna a Urbino dopo il restauro. In mostra con le opere degli studenti d’arte http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/la-muta-di-raffaello-torna-a-urbino-dopo-il-restauro-in-mostra-con-le-opere-degli-studenti-darte/67689/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/la-muta-di-raffaello-torna-a-urbino-dopo-il-restauro-in-mostra-con-le-opere-degli-studenti-darte/67689/#comments Tue, 10 Mar 2015 17:37:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67689 676px-Raffaello,_la_muta

“La muta” di Raffaello Sanzio – Web Gallery of Art:   Image  Info about artwork. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

URBINO – La Muta di Raffaello tornerà a casa mercoledì 25 marzo, dopo il periodo trascorso in restauro presso la Fortezza da Basso dell’Opificio di pietre dure di Firenze. Il dipinto, un olio su tavola di 64×48 centimetri, conservato nella Galleria Nazionale delle Marche, farà rientro allo spazio espositivo della Sala dei banchetti di Palazzo Ducale. Nel 1976 è stato uno dei quadri rubati, insieme alla “Flagellazione di Cristo”e alla “Madonna di Senigallia”, in quello che è noto come il furto del secolo.  Non sarà semplicemente un (altro) ritorno del quadro nel suo luogo d’origine, ma un rientro del capolavoro in grande stile accompagnato da mostre e conferenze.

Il ritorno dell’opera del genio urbinate sarà preceduto, giovedì 12 marzo, dalla presentazione del progetto “La Muta del Terzo Millennio”.  Gli organizzatori, infatti, hanno coinvolto e selezionato un gruppo di creativi, provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Urbino e dal Royal College of Art di Londra, proponendo loro di interpretare la figura della donna di epoca rinascimentale in chiave contemporanea, immaginando come potrebbe vestire oggi la protagonista del dipinto di Raffaello.

Nel progetto, inoltre, sono stati coinvolti anche realtà sartoriali, artigianali e orafe della provincia di Pesaro e Urbino.  L’evento, che includerà dibattiti culturali tra personalità del mondo dell’arte e della moda internazionali, si strutturerà attraverso la mostra “Oltre il Silenzio”, dove saranno esposte le creazioni. Il 18 aprile si terrà la premiazione dei lavori migliori presso il teatro Sanzio di Urbino.

Una delle opere in concorso

Una delle opere in concorso

Organizzato da CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) di Pesaro e Urbino, CNA artistico-tradizionale nazionale, Accademia di Belle Arti di Urbino con il sostegno della Regione Marche, Comune di Urbino e la collaborazione di Enel, la mostra sarà inaugurata giovedì 12 marzo alle ore 15 presso la Casa di Raffaello. Alle 11:30 dello stesso giorno, nella Sala del Giardino d’Inverno del Palazzo Ducale, l’assessore alla Rivoluzione Vittorio Sgarbi terrà una conferenza intitolata “La Muta di Raffaello per chi non è cieco”, alla quale parteciperanno anche Giorgio Londei, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, Umberto Palestini, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, Andrea Santolini, presidente nazionale di CNA Artistico e Tradizionale, Moreno Bordoni, segretario provinciale della CNA di Pesaro e Urbino e  Maurizio Gambini, sindaco di Urbino.

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Sport, Urbino non sa più vincere: crisi economica e di risultati http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/sport-urbino-crisi-economica-risultati/67572/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/sport-urbino-crisi-economica-risultati/67572/#comments Tue, 10 Mar 2015 11:17:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67572 7° RITORNO

Le ragazze della Zeta System – Foto di Andrea Ceccarini

URBINO – Per la Zeta System Urbino Volley il verdetto è già stato emesso: la retrocessione è ormai matematica. Che si trattasse di un’annata fallimentare per la pallavolo urbinate lo sospettavano in tanti, ma quello che forse nessuno si aspettava era una stagione tragica per l’intero sistema sportivo ducale. Tutti i principali sport di squadra della città, infatti, stanno attraversando una profonda crisi di risultati. Il Basket Ducale è penultimo a 12 punti, l’Urbino-Pieve è terzultimo a 24 punti, mentre il Futsal Urbino, la squadra di calcio a 5, è penultimo a 18 punti.  Più che una sfortunata congiuntura astrale, la situazione è il frutto di una complessa congiuntura economica.

Dal trionfo europeo raggiunto in Coppa Cev nel 2010 contro la Dinamo Krasnodar alla sconfitta senza storia di ieri al Palapomì contro Casalmaggiore, la Zeta System ora fa dunque i conti con la retrocessione. “È vero, siamo passati dalla Coppa Cev alla serie A2, ma non dobbiamo dimenticare che la pallavolo ducale esiste ancora, nonostante molti club in simili condizioni sono falliti nel recente passato”, spiega Andrea Ebana, secondo allenatore. Ha portato una diagnosi simile anche il capitano, Alice Santini: “Sono cinque anni che gioco nelle Marche e ho assistito al tramonto di numerose realtà del territorio. Alla fine sono rimaste Urbino e Macerata, ma è un problema nazionale e non locale”. Sono tutti d’accordo sull’origine dei problemi: la crisi dell’economia che sta colpendo inesorabilmente tanti settori, sport incluso. Le aziende faticano a sopravvivere e non hanno più fondi da investire nello sport. “È un problema grosso e italiano – affermano coralmente Jan de Brandt ed Ebana, allenatore e vice – ma finché lo sport sarà considerato un lusso e non un’opportunità difficilmente arriveremo a un punto di svolta”.

Se la crisi della pallavolo urbinate è sotto la luce dei riflettori, non si può dire altrettanto per tutti coloro che negli altri sport provano a tenere alto il nome di Urbino ogni fine settimana. “Il nostro problema non è l’inferiorità tecnica, ma il fatto che siamo una squadra di giovani alla prima esperienza in C1 – confessa Guido Mancini, portiere del Futsal Urbino – Inoltre non ci sono soldi, la gente non ha più il coraggio di investire nemmeno in uno sport che in passato ha saputo fare onore alla città di Urbino, giocando anche in serie B”.

Tutte le società, dunque, sono in attesa di qualcuno in grado di valorizzare il potenziale tecnico esistente, come confermano i ragazzi del Basket Ducale. “Specialmente in un momento di estrema crisi, il settore giovanile assume un ruolo di primaria importanza perché garantisce introiti alla società e ricambio generazionale alle squadre”, dice Christian Cangiotti, allenatore della squadra. “Non abbiamo un settore giovanile e non ci sono finanziamenti che ci consentono di averlo. Abbiamo una squadra che cambia ogni anno sfruttando gli studenti dell’Università e in questo modo non possiamo mai nemmeno pensare di iniziare un percorso concreto. L’anno scorso, ad esempio, avevamo in organico due studenti che contribuivano a elevare il livello della squadra, ma una volta terminati gli studi sono tornati a casa, lasciando un vuoto difficilmente colmabile in breve tempo”.
Luigi Fiorani, da anni tra le fila dei cestisti urbinati, prosegue sulla stessa linea del suo mister: “Siamo indietro rispetto a tante altre realtà locali, che hanno intuito prima di noi il valore dei settori giovanili e hanno trovato degli sponsor in grado di sostenerli, grazie ai quali militano in categorie più alte sfruttando organici composti da ragazzi del posto”.

Per il calcio ducale, infine, la situazione è diversa perché in questo caso il problema sono proprio le prestazioni sul campo dell’Urbino-Pieve. Lorenzo Micheli, difensore urbinate,  è sicuro delle sue posizioni: “La squadra è stata concepita per raggiungere ben altre posizioni in classifica e aveva tante ambizioni. Il vivaio funziona: lo dimostra il fatto che cinque di noi provengono dal settore giovanile e sono pronti interessanti innesti per la prossima stagione. La causa di questa classifica poco felice è difficile da isolare, ma si tratta di errori di squadra per cui tutti noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”.

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