il Ducato » Andrea Perini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Andrea Perini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Borgo Metauro: Fermignano; un’associazione di cittadini per salvare l’area verde http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-unassociazione-di-cittadini-per-salvare-larea-verde/73730/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-unassociazione-di-cittadini-per-salvare-larea-verde/73730/#comments Wed, 06 May 2015 15:26:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73730 [continua a leggere]]]> FERMIGNANO, 6 MAG – Un’associazione per gestire l’area di Borgo Metauro. Così i cittadini di Fermignano tentano di “salvare”  dalla cementificazione l’ex campo sportivo laniero.

Marco Indio è il comune cittadino che ha creato la petizione pochi giorni dopo l’approvazione del piano regolatore. Raggiunto telefonicamente dal Ducato ha spiegato che “venerdì alle 21 ci riuniremo nella sede dell’ex mattatoio per discutere di questo argomento. L’idea è quella di creare un’associazione per chiedere all’amministrazione di gestire l’area verde di Borgo Metauro. Non servono grandi finanziamenti: bisogna piantare alberi e installare delle panchine. Poi sarà la natura che fa il resto. Si potrebbe partire con poco per arrivare poi più avanti ad attrezzare l’area verde”.

Indio conferma che “il tema è molto sentito dagli abitanti e il fatto che non ci sia chiarezza sul Prg preoccupa i cittadini. Per la petizione la scorsa settimana eravamo arrivati a più di 800 firme, ma ora potrebbero essere molte di più”.

 

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Carpi Calcio a Urbino: prima il sigillo d’ateneo poi (forse) il ritiro precampionato http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/carpi-calcio-a-urbino-prima-il-sigillo-dateneo-poi-forse-il-ritiro-precampionato/73681/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/carpi-calcio-a-urbino-prima-il-sigillo-dateneo-poi-forse-il-ritiro-precampionato/73681/#comments Wed, 06 May 2015 14:24:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73681 Carpi UrbinoURBINO – Urbino potrebbe ospitare la preparazione estiva di un club di Serie A di calcio. Secondo fonti interne alla società c’è una buona possibilità che la preparazione del Carpi (promosso con quattro giornate di anticipo in A) possa essere svolta di nuovo nella città. Intanto lunedì 25 maggio l’Università consegnerà il sigillo d’ateneo al club.

Nel 2014 il Carpi era rimasto a Urbino dal 21 luglio al 2 agosto. Nell’occasione l’intera rosa ha soggiornato all’hotel Mamiani, si è allenata nello stadio Montefeltro, ma soprattutto ha stretto una collaborazione con il dipartimento di Scienze motorie. Durante le due settimane la squadra ha utilizzato le strutture e i macchinari della facoltà.

Tra poco, per prepararsi al campionato di Serie A 2015-2016 il club emiliano deve scegliere due località e Urbino potrebbe essere una di queste, vista la partnership tra la Carlo Bo e i biancorossi (quest’anno sul tabellone luminoso del stadio Sandro Cabassi passava la pubblicità del comune di Urbino e quella del suo ateneo) e il ritiro del 2014 che sembra aver portato bene.

L’addetto stampa Enrico Ronchetti non ha confermato l’indiscrezione ma ha comunque lasciato aperto uno spiraglio: “Non sono state prese decisioni: il campionato non è ancora finito. A Urbino l’anno scorso la squadra si è trovata bene”.

Il Carpi Calcio tornerà sicuramente in città il prossimo 25 maggio quando per la prima volta il sigillo dell’università sarà assegnato a una società sportiva: “Sono particolarmente lieto di comunicare che la nostra università – ha commentato il rettore Vilberto Stocchi – ha deciso di conferire il sigillo d’Ateneo alla società Carpi F.C. 1909, a testimonianza dei meriti collettivi che hanno permesso a un glorioso club di raggiungere un prestigioso obiettivo nel campo dello sport. Non dimentichiamo che nel 2012 la città di Carpi è stata messa in ginocchio da un terremoto di vaste proporzioni. Il club diventa così il simbolo di una rinascita, un modello sportivo da seguire e un esempio per le giovani generazioni”.

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Borgo Metauro: Fermignano; Cancellieri risponde al Pd, “non hanno capito il Prg” http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-cancellieri-risponde-al-pd-non-hanno-capito-il-prg/73638/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-cancellieri-risponde-al-pd-non-hanno-capito-il-prg/73638/#comments Wed, 06 May 2015 11:02:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73638 [continua a leggere]]]> FERMIGNANO, 6 MAG – “Non hanno capito il Piano regolatore. Questa è solo speculazione”. Giorgio Cancellieri, sindaco di Fermignano, liquida così le critiche del Partito Democratico che ha accusato l’amministrazione di voler utilizzare gli interventi inseriti all’interno del Piano regolatore (Prg) come “opere pro elettorali dirette o indirette, visti i pochi mesi che ci distanziano dalle votazioni comunali”.

Il sindaco della città laniera è apparso molto scocciato dalle accuse dei ‘dem’ soprattutto sul versante del cantiere fermo dell’Ex Lar e del rudere del Lanificio Carotti: “Non abbiamo preso in mano la situazione? Ma di cosa stanno parlando. Abbiamo contatti continui con le aziende. Non possiamo perdere tempo con persone che non conoscono le situazioni. Sono palesemente disinformati – ha continuato – e fanno solo strumentalizzazione politica. Parlano dall’esterno senza conoscere in profondità le situazioni. Lo fanno perché siamo ad un anno dalle elezioni. Sarà sempre così d’ora in avanti”.

E sulla raccolta firme iniziata dai cittadini e presentata nei giorni scorsi aggiunge: “Ho provato a spiegare la questione all’organizzatore della petizione, con cui sono amico. Lui però non ha capito. Stanno andando avanti. Io spiegherò la prossima settimana con dati oggettivi e tecnici qual è la realtà dei fatti”.

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Borgo Metauro: Fermignano, Pd attacca Cancellieri, “di riqualificazione non si parla da nessuna parte” http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-pd-attacca-cancellieri-di-riqualificazione-non-si-parla-da-nessuna-parte/73642/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-notizie-informazione/borgo-metauro-fermignano-pd-attacca-cancellieri-di-riqualificazione-non-si-parla-da-nessuna-parte/73642/#comments Wed, 06 May 2015 10:58:45 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73642 [continua a leggere]]]> FERMIGNANO, 6 MAG – Pd a valanga sul nuovo Piano regolatore di Fermignano: “L’amministrazione Cancellieri millanta di riqualificare l’area di Borgo Metauro ma in realtà nei documenti presentati non c’è scritto da nessuna parte”. Un tema molto sentito dalla popolazione, tanto che è stata presentata nei giorni scorsi anche una petizione di comuni cittadini (sostenuta da un gruppo Facebook che ha già 500 iscritti) che chiede la salvaguardia dell’area verde dell’ex campo sportivo.

Con il nuovo Prg una parte di Borgo Metauro, un’area di 5000 metri cubi, è stata messa in vendita. L’intenzione dell’amministrazione è riqualificare l’ex campo sportivo per farne un parco. “Ad oggi – scrivono in una nota i democrat – il fatto che i proventi della eventuale cessione dell’area debbano essere destinati alla sua riqualificazione dell’area stessa e che questa riqualificazione debba avere necessariamente uno stile di mantenimento migliorativo del verde non è scritto da nessuna parte nei documenti presentati. Dopo aver permesso di costruire una struttura alta più di 10 metri (la vocazione green è evidentemente arrivata dopo) senza condividere minimamente né con la cittadinanza né con le minoranze progetti e prospettive per l’area – continua la nota del Pd – oggi ci si trova a discutere di un nuovo insediamento direzionale-commerciale che andrebbe costruito adiacente alla struttura già esistente millantando che i ricavi andrebbero a riqualificare la rimanente area di campo”.

Continua il Pd:  “Il Prg è utilizzato per opere pro elettorali dirette o indirette, visti i pochi mesi che ci distanziano dalle votazioni comunali”.

Accuse anche per come l’amministrazione sta trattando le questioni dell’ex Lar e del Lanificio Carotti: “Ben poco è stato fatto o previsto per sbloccare le situazioni critiche. Probabilmente verremo additati di demagogia in merito a queste situazioni, adducendo che in aree private ben poco può un’Amministrazione, ma da questo al non prendere in mano le situazioni ne corre. Forse per vedere un’ordinanza di messa in sicurezza per l’area sottostante l’ex-lanificio, per altro facilmente raggiungibile dal Belvedere, dovremo aspettare che qualcuno si faccia male sul serio”.

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Fano-Grosseto incompiuta e la ferrovia abbandonata. Le vie ‘impossibili’ che non portano a Urbino – INTERATTIVO http://ifg.uniurb.it/2015/05/03/ducato-online/fano-grosseto-incompiuta-e-la-ferrovia-abbandonata-le-vie-impossibili-che-non-portano-a-urbino-interattivo/70608/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/03/ducato-online/fano-grosseto-incompiuta-e-la-ferrovia-abbandonata-le-vie-impossibili-che-non-portano-a-urbino-interattivo/70608/#comments Sun, 03 May 2015 05:46:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70608 INTERATTIVO Lungo il tracciato della Fano-Grosseto e della Fano Urbino, le due grandi opere che dovevano far uscire l'entroterra dall'isolamento e che sono, per motivi diversi, bloccate]]> URBINO – La superstrada Fano – Grosseto e la ferrovia Fano – Urbino, le due grandi opere che dovevano far uscire l’entroterra dall’isolamento sono, per motivi diversi, bloccate. La prima è ormai stata dichiarata non prioritaria dal ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi. Lo speciale interattivo del Ducato percorre, idealmente, il tracciato di queste due opere ormai diventate utopie della speranza di uscire dall’isolamento.

Lo speciale interattivo – Urbino isolata tra due utopie

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Expo Montefeltro, Pietro Marcolini: “Tempi molto risicati per il padiglione” http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/expo-montefeltro-pietro-marcolini-tempi-molto-risicati-per-il-padiglione/72489/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/expo-montefeltro-pietro-marcolini-tempi-molto-risicati-per-il-padiglione/72489/#comments Sun, 26 Apr 2015 10:52:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72489 LEGGI Padiglione Expo, Gambini: "Stiamo lavorando"]]> Pietro Marcolini

Pietro Marcolini

URBINO – Il valzer del padiglione Montefeltro: tra idee tardive e tempi molto risicati. Maurizio Gambini venerdì scorso ha confermato che la sua squadra sta lavorando per portare ad Expo uno spazio dedicato al Montefeltro, idea lanciata dall’assessore alla rivoluzione Vittorio Sgarbi. L’assessore regionale al bilancio e alla cultura, Pietro Marcolini, sembra però scettico sulla fattibilità del progetto: “L’intenzione ci è stata dichiarata dagli amministratori. Quello che concretamente si può fare per ora è piuttosto limitato”, ha commentato Marcolini sentito dal Ducato durante l’ultimo giorno di Festival del giornalismo culturale a Fano.

“Mi pare una buona idea, non so se tardiva – continua – non so se ci saranno i tempi materiali per organizzarla. La regione Marche dal 28 maggio sarà a Milano quindi i tempi sono molto risicati”. Insomma l’idea c’è ma potrebbero rimanere soltanto negli annunci della politica. Gambini, di ritorno dagli Stati Uniti, aveva auspicato che la propria squadra avesse continuato a lavorare per creare una “grande possibilità di promozione e di incontro per il territorio”. Solo dopo l’inaugurazione dell’esposizione mondiale, fissata per il 1 maggio, si capirà se il Montefeltro entrerà ad Expo dalla porta principale, con un padiglione dedicato, oppure da quella ‘di servizio’, all’interno delle spazio della regione Marche.

Le dimissioni annunciate. Domani invece sarà il giorno della consegna delle dimissioni dei cinque assessori regionali ‘democrat’: Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani e lo stesso Pietro Marcolini. L’intenzione è di approvare domani (lunedì 27 aprile) l’ultimo atto di amministrazione attiva “poi ci dimettiamo”. È l’assessore regionale al bilancio e alla cultura a entrare nel merito dell’ultimo atto che porteranno avanti i cinque ‘dem’ dimissionari: “Siamo riusciti ad ottenere 30 milioni di euro che distribuiremo a comuni (22,5 milioni) e provincie (7,5 milioni). Noi abbiamo chiesto che venisse convocata la giunta per domani proprio per questo ultimo atto: una delibera che riguarda il patto di stabilità. Quindi noi domani mattina ci presenteremo anche se non mi pare che a tutt’oggi sia arrivata la convocazione urgente che noi abbiamo chiesto due giorni fa. Solo domani – continua Marcolini – vedremo materialmente se la giunta verrà convocata o no”.

Poi attacca il presidente Gian Mario Spacca: “Se non verrà convocata la giunta è del tutto evidente la strumentalità del rinvio. Il presidente gioca al rinvio. Lui si dice impegnato al ministero dell’economia, ma questo è un impegno che già era conosciuto e bisognava delegare o organizzarsi diversamente. Comunque noi con senso di responsabilità estremo abbiamo lavorato per assicurare a famiglie e imprese nuovi 30 milioni. Depositiamo l’atto che è perfetto e che quindi può essere approvato e poi ci dimettiamo”.

Le dimissioni comunque non daranno uno scossone al governo regionale. A poco più di un mese dalle elezioni infatti il presidente potrebbe portare avanti solo atti di ordinaria amministrazione che non richiedono la maggioranza in giunta. Con il consiglio già sciolto e convocabile solamente per atti indifferibili e urgenti, quello delle dimissioni “è un gesto politico. È un atto di distinzione politica e di interruzione dell’attività amministrativa – afferma l’assessore regionale – ovviamente per legge la giunta e il consiglio sono in attività ordinaria e quindi l’amministrazione riguarderà solamente gli atti indifferibili e urgenti. Con le nostre dimissioni vogliamo segnare una distinzione di responsabilità politica: c’era bisogno di stigmatizzare un presidente che dopo essere stato eletto con una maggioranza di centrosinistra, di cui per altro il Pd è in larghissima parte, fa una scelta di accordo con gli avversari politici”.

Effetto boomerang. La nuova legge elettorale per la regione, quella che permette a Spacca di poter partecipare alla corsa per il suo terzo mandato, è stata votata anche dai consiglieri del Partito democratico. Una legge che, allo stato attuale delle alleanze, sembra ritorcersi contro allo stesso Pd. “Il nostro giudizio sul terzo mandato è politico prima ancora che istituzionale – termina Marcolini – la legge elettorale non conosce una strumentalità. È stata votata a larghissima maggioranza. Il presidente nega di aver ordito un’alleanza con Forza Italia fino a pochi giorni fa. Dalla presentazione, nel mese di luglio, di Marche 2020 ha sempre negato l’idea di volersi alleare con il centrodestra. È una novità degli ultimi giorni. Lui si è riparato dietro ad atti formali che fino a pochi giorni fa non ci sono stati. L’appoggio alla legge elettorale prescinde da questa questione ”.

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Gambini: “Padiglione Montefeltro a Expo 2015: Sgarbi ci sta lavorando” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/gambini-padiglione-montefeltro-a-expo-2015-sgarbi-ci-sta-lavorando/72051/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/gambini-padiglione-montefeltro-a-expo-2015-sgarbi-ci-sta-lavorando/72051/#comments Fri, 24 Apr 2015 21:40:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72051 VIDEO Il sindaco ha spiegato al Ducato come l'idea di dedicare uno spazio al territorio di Urbino e dintorni sia ancora in piedi: "Sgarbi e gli altri assessori sono all'opera". Gambini si prepara anche al confronto con gli studenti sull'ordinanza anti-alcool e chiude sui fondi a cultura e turismo: "Aumenteranno".]]> Maurizio Gambini, sindaco di Urbino

Maurizio Gambini, sindaco di Urbino

URBINO – L’idea di un padiglione dedicato al territorio del Montefeltro a Expo 2015 non è tramontata. A pochi giorni dall’inaugurazione, il sindaco Maurizio Gambini conferma come il Comune stia continuando a lavorarci.

Intervistato dal Ducato a margine della seconda giornata del Festival del giornalismo culturale, il primo cittadino ha anche affrontato il tema della denuncia allo Stato, smorzando però i toni della polemica. Dopo l’esondazione del Foglia dello scorso febbraio, il sindaco di Urbino aveva dichiarato di voler far causa allo stato colpevole di aver provocato un danno erariale togliendo risorse alla province lasciando però inalterate le deleghe.

Ora il primo cittadino ducale definisce meglio la questione: “C’è stato un fraintendimento. Mi sono espresso male ma l’esondazione del Foglia e il danno erariale non stanno insieme. L’esondazione è responsabilità del Consorzio Valle del Foglia che gestisce la diga, mentre vogliamo chiedere i danni allo Stato per quello che sta accadendo attualmente con le risorse azzerate (alle Province ndr) e i doveri lasciati inalterati. Come consiglio provinciale su mia proposta abbiamo fatto una delibera in merito”.

Ordinanza antialcool. Altro tema di stretta attualità a Urbino nelle prossime settimane è l’istituzione del tavolo di consultazione tra studenti, Ersu, università e appunto il Comune per discutere dell’ordinanza antialcool entrata nel regolamento comunale. Doveva essere nato lo scorso 27 gennaio ma per una serie di problemi, come l’assenza del presidente del consiglio degli studenti, i mesi sono trascorsi senza che il tavolo venisse aperto. Ora la data fissata per l’incontro è lunedì 4 maggio: “Apriamo questo tavolo un po’ in ritardo per ragionare in modo costruttivo sulla concessione di spazi agli studenti”, spiega Gambini. “L’ordinanza non comporta che la città non debba essere vissuta dagli studenti, ma solo che ci deve essere rispetto per tutti”.

Bilancio. Una delle novità più importanti del bilancio preventivo del Comune riguarda le spese per manifestazioni culturali, che aumentano da 10.000 a 80.000 euro. “Dobbiamo necessariamente puntura su cultura e turismo – commenta il sindaco – e la tassa di soggiorno che entrerà in vigore giustifica questo aumento. Anzi spero in futuro di aumentare di molto le risorse per il settore cultura”.

Expo. A proposito del padiglione dedicato al Montefeltro, annunciato dall’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, Gambini conferma che l’idea è ancora realizzabile: “Ci stiamo lavorando, spero che possa essere una grande occasione di incontro e promozione per tutto il territorio”. “Negli ultimi giorni sono stato negli Usa (per la consegna dell’Urbino press Award ndr) e spero che Sgarbi e gli altri assessori abbiano continuato a lavorarci”. I tempi, però, sembrano molto stretti: L’esposizione mondiale inizierà il primo maggio. Meno di una settimana per preparare un padiglione che difficilmente potrà essere pronto nei primi giorni di maggio.


Immagini: Ilenia Inguì
Intervista: Giorgio Pinotti

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Italiani e informazione: tv ancora padrona. Web al secondo posto. Il rapporto News-Italia di Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/italiani-e-informazione-tv-ancora-padrona-web-al-secondo-posto-il-rapporto-di-news-italia-di-urbino/71715/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/italiani-e-informazione-tv-ancora-padrona-web-al-secondo-posto-il-rapporto-di-news-italia-di-urbino/71715/#comments Thu, 23 Apr 2015 21:59:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71715 ]]> Lella Mazzoli presenta la ricerca Informazione e serialità

Lella Mazzoli presenta la ricerca Informazione e serialità

URBINO – Dal telegiornale alla social tv. Così cambia il modo di rapportarsi degli italiani con la televisione che resta comunque lo strumento più utilizzato per informarsi. In mano agli spettatori, però, si è acceso un altro schermo: quello di uno smartphone. Tra serie tv e talk show, invece, i giovani preferiscono le prime per la loro trama più complessa. Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università di Urbino, ha presentato i risultati della ricerca Informazione e serialità dell’osservatorio News-Italia, presentati durante l’inaugurazione della terza edizione del Festival del giornalismo culturale. Lo studio condotto su un campione di oltre 5.000 persone, descrive il modo in cui sta cambiando il panorama mediale italiano. Cioè attraverso quale mezzo gli italiani si informano e si forma l’opinione pubblica.

Tv sempre prima, poi il web. Resta ancora la televisione il mezzo con cui gli italiani si informano maggiormente (88%). L’informazione oggi, però, è sempre più veicolata dalla rete. È il web il vero padrone di questi anni e lo dimostra con un’ascesa vertiginosa nei media preferiti dagli italiani per informarsi: dall’ultima posizione nel 2011 (51 per cento) oggi si attesta in seconda (71 per cento). Le fonti del web più utilizzate per informarsi rimangono i siti internet dei quotidiani e i portali che aggregano notizie provenienti da diverse fonti, come libero.it e yahoo.com. Radio e all-news si scambiano i ruoli: se nel 2011 la prima veniva utilizzata dal 57 per cento delle persone e la seconda dal 53, oggi solo il 51 per cento ascolta i Gr mentre il 58 i canali all-news. Chi invece sta soffrendo di un calo vertiginoso è la carta stampata passata dalla seconda posizione (63 per cento) all’ultima, scendendo sotto il 50 per cento.

La social tv. Se l’ascesa del web era preventivabile, quello che era meno prevedibile è il modo in cui la rete sta modificando l’approccio del cittadino verso la televisione. Il 54 per cento degli italiani, infatti, durante la visione di un programma tv, utilizza un uno smartphone per diversi scopi . Un dato che si impenna fino all’89 per cento se si prende in considerazione i giovani dai 18 ai 29 anni. Ci sono i “distratti”, ovvero quelli che utilizzano supporti mobili durante la pubblicità (35 per cento del totale, 77 per cento tra i giovani); i multitasking, quelli che ricercano informazioni sul programma che stanno guardando (28 per cento degli italiani, 70 per cento tra i giovani) e diffidenti, cioè chi fa fact checking: controlla se dall’altra parte del ‘tubo catodico’ stanno dicendo la verità (29 per cento degli italiani, 69 per cento dei giovani). “Internet molto presto supererà la televisione – commenta Lella Mazzoli, direttrice della ricerca – anzi, a mio parere l’ha già fatto, ma questo non comporta una morte della televisione, che è ancora viva. L’unica cosa morta è lo strumento televisore. I due mezzi possono convivere e la crescita di internet non andrà a discapito della tv, che continuerà a sopravvivere, grazie anche agli strumenti mobile, i second screen”.

Serie tv contro talk show. Dalla ricerca non è emersa solo la classifica dei media più utilizzati dagli italiani per informarsi, ma anche le loro scelte in materia di contenuti: “Sono cambiati i linguaggi – sostiene la Mazzoli – non piacciono più i talk show, ma la serialità, lo storytelling. Agli italiani, soprattutto ai giovani, interessano intrecci di trame sempre più complessi, raccontati attraverso più media”. Quest’affermazione è confermata dai risultati della ricerca del Larica: quasi la metà degli italiani, infatti, privilegia le serie televisive (46 per cento), mentre sono in netto calo soap opera e telenovele (16 per cento). Per selezionare i programmi seguire tra le centinaia a disposizione gli spettatori, sempre più spesso, si affidano ai consigli dei propri contatti sui social network che influenzano il 31 per cento delle loro scelte.

Televisione e streaming internet. Per seguire le loro serie preferite gli spettatori hanno a disposizione due modi: il canale televisivo tradizionale e il web. La maggior parte degli italiani propende ancora per la cara vecchia televisione (72 per cento), mentre sono pochi quelli che ricorrono esclusivamente a streaming, web tv e allo scaricamento di episodi da internet (7 per cento). Il 21 per cento, invece, sfrutta entrambi i canali. Anche in questo caso, però va fatto un discorso a parte per i giovani: il 66% di loro, infatti, segue le serie televisive attraverso almeno una delle modalità online, una percentuale molto più alta rispetto a quella dell’intera popolazione. Il dato conferma, una volta di più, che questa fascia d’età ha una confidenza con il web nettamente maggiore rispetto alle altre.

Le serie preferite dagli italiani. Infine va detto che gli italiani hanno una passione per il giallo e la scena del crimine, dato che le serie tv poliziesche hanno un gradimento del 74 per cento. La serie preferita? Csi, un cult statunitense che domina il panorama della nostra televisione da quindici anni. Ad andare in controtendenza, ancora una volta, i più giovani a cui piace di più farsi delle risate visto che in cima alle loro preferenze c’è la famosissima commedia The Big bang theory.

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Pesaro Studi resterà aperta fino al 2017. I nuovi iscritti termineranno l’università a Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/pesaro-studi-restera-aperta-fino-al-2017-i-nuovi-iscritti-termineranno-luniversita-a-urbino/71322/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/pesaro-studi-restera-aperta-fino-al-2017-i-nuovi-iscritti-termineranno-luniversita-a-urbino/71322/#comments Tue, 21 Apr 2015 15:37:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71322 Anna Guerra, Francesco Lobriglio e Giorgio Calcagnini

Anna Guerra, Francesco Lobriglio e Giorgio Calcagnini

URBINO – Pesaro Studi resterà aperta fino al 2017, ma con una postilla per i nuovi iscritti (dal prossimo 1 ottobre) alla triennale che sarà messa nero su bianco: il loro percorso di studi terminerà a Urbino. Chi è già immatricolato si laureerà a Pesaro. Questo è l’indirizzo che il Senato accademico, il braccio politico dell’ateneo, ha voluto dare alla questione relativa al polo distaccato della Carlo Bo. La proposta,  votata all’unanimità questa mattina, ora passa al consiglio di amministrazione che si riunirà il prossimo 30 aprile.

Gli effetti della decisione. La sede di Pesaro Studi esiste dal 1997 e accoglie circa 400 studenti. Tre sono i corsi che si svolgono sulla costa: Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni, laurea magistrale della durata di due anni, il terzo anno del corso Informazione media e pubblicità (i primi due anni sono a Urbino) e Lingue e culture straniere, triennale che attualmente iniziava e terminava a Pesaro.

Con la decisione presa dal Senato tutti gli studenti che attualmente frequentano i corsi del polo distaccato termineranno il loro percorso a Pesaro. Quindi un universitario che ha iniziato nell’anno accademico 2014/2015 non dovrà preoccuparsi di rescindere il proprio contratto d’affitto e trovare una casa più vicina alla dorsale appenninica.

Chi deciderà di iscriversi al corso specialistico per il prossimo anno accademico (2015/2016) ha la certezza, a meno di stravolgimenti in cda, di poter laurearsi a Pesaro. Questo perché la sua durata è di due anni.

Discorso differente per chi volesse iniziare la triennale in lingue. I primi due anni (2015/2016 e 2016/2017) lezioni, esami e laboratori si svolgeranno a Pesaro mentre l’ultimo anno il tutto si terrà a Urbino. Poi si andrà a scalare fino alla chiusura della sede. L’università inserirà questa postilla nella presentazione dei corsi e sarà messo ben in evidenza per informare gli studenti ed evitare futuri disagi.

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Vilberto Stocchi, rettore della Carlo Bo

Tutti soddisfatti.  La seduta, almeno su questo punto, non ha avuto intoppi. Poche le discussioni, molti i pareri uguali. Su un solo aspetto le posizioni di Vilberto Stocchi, rettore dell’università Carlo Bo, e quella di Agorà, Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della comunicazione, e Piero Toffano, direttore del dipartimento di Studi internazionali, erano differenti. Il rettore avrebbe voluto, sin dal prossimo anno accademico, far confluire i nuovi iscritti (dall’ottobre 2015) direttamente a Urbino. Ascoltato il parere delle altre parti chiamate in causa, che proponevano di utilizzare la sede fino alla scadenza del 2017 per farla rimanere comunque viva e andare incontro agli studenti,  l’ha appoggiato facendolo diventare la linea finale del Senato.

“Era un elemento che ho valutato come funzionale”, ha spiegato il rettore della Carlo Bo, Vilberto Stocchi. “È stato giusto accoglierlo. Armonizzerà la fruizione dei laboratori, che con l’immediato rientro dei nuovi iscritti ai corsi sarebbero potuti andare in affanno. Anche le sedute d’esame sarebbero state problematiche visto che sarebbero dovuti essere in due sedi”.

Soddisfatti i due rappresentati degli studenti di Agorà in Senato accademico, Anna Guerra e Francesco Lobriglio: “Chi ha iniziato a Pesaro terminerà a Pesaro. Dal prossimo anno l’università specificherà che il corso di studio non terminerà in un’unica sede. Era questo che avevamo chiesto e siamo contenti. La nostra rappresentante in cda, Chiara Sisti, manterrà questa linea anche in quella sede”.

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Se le opinioni sovrastano i fatti: le vie del potere che uniscono Italia e Ungheria http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/se-le-opinioni-sovrastano-i-fatti-le-vie-del-potere-che-uniscono-italia-e-ungheria/70787/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/se-le-opinioni-sovrastano-i-fatti-le-vie-del-potere-che-uniscono-italia-e-ungheria/70787/#comments Thu, 16 Apr 2015 17:46:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70787 Marco Bracconi, giornalista Repubblica.it

Marco Bracconi, giornalista Repubblica.it

PERUGIA – Italia e Ungheria così diverse ma così uguali. In entrambi i Paesi dilaga il giornalismo di opinione a discapito del racconto dei fatti. Così la libertà di stampa si comprime sotto i colpi del potere.

Di questo si è parlato al Festival del giornalismo di Perugia durante gli incontri dedicati al rapporto tra giornalismo e potere in Ungheria e Italia. Due realtà certo difficili da raffrontare: il governo di Budapest assomiglia più alla dittatura di una maggioranza parlamentare che a un Paese democratico. Lo dimostrano i continui richiami dell’Unione Europea per lesione dei diritti fondamentali e in particolare per la contrazione della libertà di stampa. La legge che disciplina l’informazione nel Paese è molto restrittiva e impone un ampio controllo dello Stato sui media. Un esempio su tutti: in caso di violazione di uno dei 175 articoli di cui è composta i giornalisti rischiano fino a 89.000 euro di multa.

I problemi italiani. Nel nostro Paese, dove la legge non è altrettanto severa, le questioni sono altre: “La libertà di espressione ha più condizionamenti”, spiega Marco Bracconi, giornalista di Repubblica.it e curatore del blog Politica pop, intervenuto durante la conferenza Leadership, nuovi media e opinione pubblica.

“Uno è dovuto agli interessi economici ed editoriali che influenzano il modo di svolgere la professione, l’altro è dato dalla semplificazione e dall’astrazione dei concetti che ci rende meno liberi di comprendere i fatti. Un deficit che diventa quasi più grave della pressione del potere”. Un giornalismo appiattito sullo scontro politico, che si occupa dei leader e non dei programmi che vengono portati avanti. L’Italia oggi si trova al 73° posto nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere mentre l’Ungheria al 65°. Scettico sulle modalità con cui vengono stilate le classifiche, Bracconi non ha dubbi: “Piuttosto che in Ungheria, rimango volentieri dove sono”.

Gergo Saling

Gergo Saling, direttore di Direkt36

La ‘dittatura’ ungherese. Non usa mezzi termini per descrivere la situazione nel suo Paese Gergo Saling, direttore di Direkt36, centro non-profit per la sperimentazione del giornalismo investigativo in Ungheria: “Gli ungheresi odiano i giornalisti – dice durante l’incontro Covering the supermajority – e penso abbiano le loro buone ragioni: la stampa non si occupa dei problemi delle persone e mischia le opinioni con i fatti”.

La situazione è peggiorata a partire dal 2010, quando Viktor Orban, leader del partito dell’Unione civica ungherese, di centro-destra, è salito al governo con una maggioranza schiacciante. “I media mainstream si sono arresi – dice Saling – diventando l’eco del potere. Ogni opposizione è stata prontamente silenziata”. Ne è un esempio il caso che ha coinvolto Saling in prima persona. Fino a giugno 2014 è stato direttore di Origo.hu, il principale sito ungherese d’informazione, curando molti progetti investigativi. Tra questi l’inchiesta sui rimborsi per le spese di viaggio di Janos Lazar, capo di gabinetto del primo ministro e suo probabile successore al governo. Due settimane dopo Saling ha lasciato la redazione a causa delle forti pressioni politiche.

L’esperienza indipendente. “A quel punto – continua Saling – ho deciso di mettermi in proprio è creare Direkt36. Per avviare il progetto ci siamo affidati principalmente alla Rete. In quattro mesi abbiamo raccolto più di 30.000 euro attraverso il crowdfunding. In questo modo abbiamo sviluppato molte nuove inchieste, continuando a mettere in evidenza la corruzione e il conflitto d’interesse degli uomini al potere”. Saling cita il caso dell’inchiesta sui fondi pubblici per le imprese di Istvàn Tiborcz, marito della figlia di Orban: “Sono già arrivate le prime intimidazioni, ma presto usciremo con nuove rivelazioni sul caso. La nostra forza sta anche nella comunità che ci supporta”.

In pochi mesi, infatti, il progetto di Saling ha avuto risultati eccezionali, riavvicinando i lettori all’informazione. “Per fare giornalismo seriamente bisogna tornare ai fatti e usare i dati, che, grazie alle norme sulla trasparenza, diventeranno sempre più accessibili”, sottolinea Saling. Il direttore poi commenta la situazione italiana: “Non conosco bene i media italiani ma da quello che ho potuto capire credo che il problema sia la preponderanza del giornalismo d’opinione”.

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