il Ducato » Chiara Zappalà http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Chiara Zappalà http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Finanzia quel che vuoi e leggi quel che chiedi http://ifg.uniurb.it/2010/04/21/ducato-online/finanzia-quel-che-vuoi-e-leggi-quel-che-chiedi/2984/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/21/ducato-online/finanzia-quel-che-vuoi-e-leggi-quel-che-chiedi/2984/#comments Wed, 21 Apr 2010 12:33:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2984 I primi, come spesso accade, sono stati gli americani con Spot.us. Ora il crowdfunding arriva anche nel giornalismo italiano. L’idea è semplice: se sempre meno persone comprano i giornali, allora si può proporre al pubblico di finanziare le inchieste che più interessano.

A giugno dell’anno scorso l’associazione culturale Pulitzer aveva organizzato un convegno nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana in merito alle nuove tematiche del Citizen Journalism e dell’informazione finanziata dal basso. Proprio in quella occasione il segretario della Fnsi Roberto Natale aveva convenuto con gli organizzatori che allora mancavano gli spazi per queste nuove forme di giornalismo.

Così nasce YouCapital lanciata proprio dall’associazione Pulitzer. “Su YouCapital uno o più giornalisti possono fare richiesta di pubblicazione di un progetto” spiega Antonio Rossano, presidente di Pulitzer “il progetto viene valutato da parte del nostro coordinamento, in base al suo interesse, alla sua attualità e ad altre features. Poi per ogni progetto nasce un gruppo sui social network dove se ne discute”.

La promozione del progetto non avviene, però, solo nel web, ma anche sul territorio, discutendone con la gente durante conferenze o convegni. Rossano, ad esempio, è stato invitato alla tavola rotonda sui business model al Festival internazionale del giornalismo di Perugia (24 aprile).

“Abbiamo acceso i motori il 10 marzo, con la pubblicazione del primo progetto e dei duemila euro che servono ne abbiamo raccolti 200 . Ma contiamo di ultimare la raccolta in quattro mesi e uno dei motivi di questa lentezza iniziale è dovuta al fatto di essere partiti ora”. I duemila euro permetteranno la pubblicazione di un’inchiesta sulla stagione del terrore in Belgio. L’autrice Antonella Beccaria specifica che i contenuti verranno sì pubblicati da un editore di carta stampata già individuato, ma anche che verranno rilasciati in Creative Commons. Chiunque insomma avrà accesso.

I fondatori di YouCapital hanno fatto in modo che il meccanismo sia quanto più semplice possibile. I progetti, ciascuno con un codice proprio, vengono presentati nel dettaglio: quali temi verranno affrontati, chi verrà intervistato, che spostamenti nel territorio verranno effettuati. L’autore specifica anche come intende rendere pubblica l’inchiesta. Le donazioni avvengono attraverso quote di 5 euro ciascuna e ogni utente può donare più quote. Il processo è estremamente chiaro: i soldi necessari per il reportage e quelli già raccolti sono indicati. Il secondo e ultimo progetto sulle ombre del nucleare in Sardegna – pubblicato il 18 aprile – ha raccolto finora solo 15 euro sui cinquemila richiesti.

Dato che a prodotto ultimato il giornalista può proporre l’inchiesta a un’altra testata è chiaro che YouCapital non dispone dei diritti dell’opera e inoltre non trattiene una percentuale dei profitti. Il sostegno economico proviene unicamente dalle donazioni dei privati.

Ma YouCapital non è l’unica versione italiana della statunitense Spot.us. Nasce in questi giorni anche Dig-it.

“Che le persone, i lettori, avessero voglia di leggere qualcosa di diverso, qualcosa che fosse loro più vicino, notizie che non si trovano abitualmente sui giornali, era ormai cosa assodata – dice Claudia Del Vecchio, caporedattore di Dig-it – l’idea di realizzare solo inchieste che fossero interessanti per i lettori e che proprio loro, con il sostegno economico, permettessero di realizzarle, è un’idea fantastica”. A differenza di YouCapital, Dig-it trattiene una percentuale minima dei finanziamenti raccolti, ma il meccanismo è simile.

Ma quanto è sicuro questo meccanismo? Ovvero, come si garantisce al giornalista che il proprio progetto non venga “rubato”? “Questo  è un problema reale, un rischio che ci sentiamo di correre – continua Del Vecchio – anche la pirateria mette in vendita la musica prima che arrivi al pubblico dai canali ufficiali, stessa cosa accade per il cinema. Da qualche parte dobbiamo cominciare”. E infatti hanno cominciato da pochissimo tanto che non hanno ancora lanciato campagne di raccolta fondi. Per ora Dig-it propone inchieste già completate e aspetta le proposte dei giornalisti.

Oltreoceano Spot.us ha permesso la pubblicazioni di molti progetti. Organizzazioni e singoli cittadini hanno donato 5, 15 o 100 dollari e ora leggono le inchieste che hanno finanziato. Quali sono le aspettative italiane?

“Il non profit, anche negli Stati Uniti, non raccoglie molti fondi ma può essere un canale complementare – ammette Rossano – in Italia non sarà prioritario o dominante ma può sostenere certe forme di giornalismo. Magari saranno i giornalisti all’inizio della professione, o i precari a scegliere questo tipo di canale”.

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Spot.us: due anni d’inchieste pagate dai lettori http://ifg.uniurb.it/2010/04/21/ducato-online/spot-us-due-anni-dinchieste-pagate-dai-lettori/2986/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/21/ducato-online/spot-us-due-anni-dinchieste-pagate-dai-lettori/2986/#comments Wed, 21 Apr 2010 12:33:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2986 Spot.usAppena 30 dollari e potremo leggere dei disastri ecologici di Islais, un’insenatura di San Francisco, oggi minacciata da nuovi piani della compagnia dei trasporti cittadina. Solo 30 dollari da aggiungere ai 970 già raccolti da Spot.us per realizzare l’inchiesta di Matt Baume.

Il crowdfunding sta arrivando in Italia ma Spot.us esiste negli Stati Uniti dal 2008 e da allora ha reso possibile la pubblicazione di moltissime inchieste, una buona parte sviluppate in California. E d’altra parte qualcuno lo ha capito già: è il locale a prendere sempre più piede.

Dalle bidonville di San Francisco alle sue fogne, dalla scomparsa delle piccole scuole californiane all’efficacia di Twitter nei servizi pubblici. Tutte queste inchieste sono state finanziate dal pubblico che si è mostrato interessato all’una piuttosto che a un’altra.

Qualcuno ha donato cinque dollari, qualcun’altro cento. Privati cittadini e organizzazioni hanno permesso la pubblicazione di inchieste che altrimenti sarebbero potute invecchiare sulle scrivanie dei direttori dei giornali tradizionali. Invece oggi Alan Mairson e Megan Casey, due cittadini che hanno donato rispettivamente 25 e 10 dollari, leggono le storie di soprusi della polizia sulla popolazione nera di Oakland.

E in realtà non dovremmo parlare di donazione: in fin dei conti Mairson e Casey hanno comprato una notizia che volevano leggere, come avevano fatto prima di Spot.us comprando i giornali. E probabilmente non lo hanno fatto perché le “donazioni” sono detraibili dalle tasse, come la redazione di Spot.us tiene a precisare.

Ma Spot.us va oltre i giornali e sfrutta al massimo le potenzialità del web 2.0: filmati, gallerie fotografiche, inserti audio affiancano gli articoli. E come prassi affermata del web, i lettori possono lasciare commenti e contribuire alla completezza della notizia.

Il successo è confermato dal fatto che New York Times, Oakland Tribune, San Francisco Magazine, fondazioni e organizzazioni di informazione hanno iniziato a interessarsi a Spot.us e ora ne sono partner e alcune inchieste sono state pubblicate anche sul New York Times.

Tutto è documentato: le inchieste si dividono in “pubblicate”, “finanziate”, “quasi del tutto finanziate” e “da finanziare”. Il costo totale del singolo progetto è pubblico, come pubblico è il totale dei finanziamenti raccolti e chi li ha fatti.

Il giornalista che vuole proporre una storia deve solo registrarsi, presentare il progetto, aspettare il vaglio della redazione di Spot.us. Poi è il momento della raccolta fondi e successivamente della realizzazione del reportage. L’inchiesta finita viene controllata dalla redazione di Spot.us e poi pubblicata.

Cosa bisogna aspettarsi dal futuro? “Così tante cose!” si legge sul sito di Spot.us e infatti spiegano come per ora abbiano messo in pratica solo un quarto delle cose che hanno in mente per i tre soggetti a cui si indirizzano – cittadini, reporter e nuove organizzazioni. E in pieno spirito con la cultura della partecipazione aggiungono: “We are responsive to you, so your feedback is welcome”.

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Dai Torricini a Hollywood in punta di matita http://ifg.uniurb.it/2010/04/15/ducato-notizie-informazione/dai-torricini-a-hollywood-in-punta-di-matita/2685/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/15/ducato-notizie-informazione/dai-torricini-a-hollywood-in-punta-di-matita/2685/#comments Thu, 15 Apr 2010 09:40:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2685 [continua a leggere]]]>

Una scena dal film Dragon trainer

Ritorna alla casa dove viveva quando era adolescente, a Urbino, per le vacanze e per far visita alla sua famiglia. Ma Alessandro Carloni lavora dal 2001 negli Stati Uniti per la casa di animazione hollywoodiana Dreamworks. La sua ultima fatica è Dragon Trainer , uscito un mese fa, di cui è capo della storia e dell’animazione. Ma un ruolo importante lo ha avuto anche in Kung Fu Panda , uscito nel 2008 e candidato agli Oscar 2009 come miglior film di animazione. In uno dei suoi soggiorni a Urbino ha deciso di incontrare gli alunni dell’Istituto d’arte che studiano per fare il suo stesso mestiere.

Come è diventato animatore?

“Io facevo l’illustratore e studiavo filosofia. Mi pagavo il liceo facendo delle illustrazioni, poi ho capito che c’è un mestiere che unisce il raccontare delle storie con le immagini: il cinema. Il primo lavoro che ho fatto è stato in uno studio in Germania che si chiama Munich Animation che mi ha assunto a 17 anni. Stavo per iscrivermi all’università per fare filosofia e letteratura e invece ho smesso perché ho trovato lavoro”.

Cosa è successo dopo questa esperienza in Germania?

“Ho seguito il lavoro, ho fatto un paio di lavori in Svizzera, in Francia, in Danimarca, poi in Inghilterra finché sono arrivato a Los Angeles alla Dreamworks”.

Qual è il prossimo lavoro?

“Sto aiutando a scrivere il seguito di Kung Fu Panda. Ma è ancora presto per dire come andrà a finire. Se viene fatto bene dovrebbe uscire nell’estate del 2011. Poi vedremo. Ora il mio lavoro è quello di presentare nuove idee alla Dreamworks per fare film futuri”.

Perché ha deciso di parlare ragazzi dell’Istituto d’arte che saranno gli animatori di domani?

“C’è un’idea di preparare una serie di seminari, da parte mia. E spero di coinvolgere altre persone della Dreamworks. Più che altro è uno scambio: spero che loro mi dicano molte cose, voglio ascoltare quali sono i loro interessi. C’è una grande confusione nelle scuole europee e specialmente italiane per capire l’applicazione dell’arte e come si può applicare l’arte senza comprometterne l’integrità etica. Molti considerano Hollywood come una vendita della legittimità dell’arte. Secondo me è un’idea sbagliata”.

Quindi Hollywood non ha vocazione solo commerciale

“Certo, il tuo lavoro può rimanere integro e non necessariamente devi compromettere le tue scelte. Poi c’è un grande gioco di squadra a Hollywood, mentre l’Europa si basa sul cinema d’autore. Negli Stati Uniti hai un artista che ti crea il design di un film, un regista che ti sa raccontare una storia, uno scrittore che ti sviluppa quella storia e tutti assieme lavorano per la riuscita di un film. Mentre l’Europa si basa molto sull’autore che ha una visione, il Fellini o il Wim Wenders. Entrambi i tipi di cinema hanno creato dei capolavori e non dovrebbero attaccarsi a vicenda”.

Però le risorse economiche statunitensi sono superiori a quelle europee e molto di più a quelle italiane.

“Vero. Ma c’è questo concetto che i soldi siano necessari per supportare il sistema statunitense. Certo, i soldi servono per fare film colossali, un film come Avatar non si fa con due lire. Tuttavia l’approccio alla struttura gerarchica o alla struttura creativa di un film – chi compie quale ruolo – non ha effetto sul budget di un film. Fare un film d’autore o fare un film di studio, dove il regista ha un ruolo, lo scrittore ha un ruolo, l’art director ha un ruolo, non costa di più. Sono semplicemente due modi diversi, come un James Joice che scrive due parole al giorno e si spreme il cervello per cosa creare e uno scrittore russo che fa venti pagine al giorno: è un approccio diverso allo stesso mestiere. I soldi poi arrivano quando uno vuol fare un film incredibile come Avatar o Guerre Stellari”.

In Italia c’è cultura del film di animazione?

“Non molto. Gli studi americani riescono fare dei film facili da produrre, non perché hanno tanti soldi ma perché hanno alle spalle altri venti film. In Italia per fare un film si crea uno studio, si chiamano i produttori, gli artisti, gli animatori, i manager, si fa il film e poi tutti tornano a casa. Gli investitori dovrebbero avere voglia di costruire uno studio, creare questa struttura. Come avere un ospedale piuttosto che chiamare i medici e gli infermieri a casa per fare un’operazione.

In Europa si è fatto qualcosa a Londra: ci sono stati grandi studi che creano effetti speciali per lungometraggi, molti degli effetti speciali di Harry Potter sono stati fatti da studi di Londra, che una volta avviata questa struttura cominciano a fare film loro. La cultura del cinema deve basarsi su una struttura che cresce, non semplicemente su un autore e chiamare qualche artista. A lungo termine non funziona”.

Guida alla rete:

Il sito di Alessandro Carloni

Dragon trainer

Kung Fu Panda

Dreamworks

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Premio “Eretici digitali”: menzione d’onore per due ex-Ifg http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/due-ex-allievi-dellifg-di-urbino-menzionati-al-premio-eretici-digitali/2638/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/due-ex-allievi-dellifg-di-urbino-menzionati-al-premio-eretici-digitali/2638/#comments Wed, 14 Apr 2010 15:39:25 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2638 [continua a leggere]]]> URBINO – Menzione d’onore per due ex-allievi dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino al premio Eretici digitali. Pasquale Filippone e Federico Formica, del biennio 2006-2008, hanno attirato l’interesse della giuria con il lavoro Omofobia capitale.

Lanciato dal Festival internazionale del giornalismo di Perugia, che si svolgerà il dal 21 al 25 aprile, il premio è stato assegnato alle inchieste online che meglio si sono servite delle nuove possibilità offerte da internet. Il premio nasce dal libro Eretici digitali di Vittorio Zambardino e Massimo Russo, che cedono i diritti d’autore dell’opera ai vincitori.

Il premio verrà assegnato a Perugia il 22 aprile: se lo sono aggiudicato ex-eaquo Marco Pavan con After Jugo – Sarajevo a life of a generation e un gruppo di studenti dell’università di Catania con ELEVEN Catania, inchiesta collettiva a 11 voci.

Menzione d’onore anche per in.fondo.al.mar di David Boardman e Paolo Gerbaudo, The Berlin project di Sheena Rossiter, Alex Wood, Dominique Heerden, Marco Woldt e Marcus Gilroy-Ware, e Threatened Voices di Solana Larsen e Sami ben Gharbia. (c.z.)

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Istituto d’arte: lezione di animazione con maestro di Hollywood http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/istituto-darte-lezione-di-animazione-con-maestro-di-hollywood/2567/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/istituto-darte-lezione-di-animazione-con-maestro-di-hollywood/2567/#comments Wed, 14 Apr 2010 12:20:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2567 [continua a leggere]]]> URBINO – Alessandro Carloni, “head of story” e “head of animation” alla Dreamworks (uno dei più importanti studi cinematografici di Hollywood) incontrerà alle 15 gli aspiranti animatori di domani nella sede dell’Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino, in via Santa Chiara 36.

Nato a Bologna, Carloni ha vissuto anche a Urbino, prima di approdare a Hollywood. Ha lavorato per lo studio cinematografico statunitense per i film animati Sinbad, la leggenda dei sette mari, La gang del bosco e Kung Fu Panda.

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Galleria Ca’ Gulino chiusa per rilievi di collaudo http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/galleria-ca-gulino-chiusa-per-controlli-di-collaudo/2524/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/galleria-ca-gulino-chiusa-per-controlli-di-collaudo/2524/#comments Wed, 14 Apr 2010 10:36:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2524 [continua a leggere]]]> URBINO – “I rilievi e i campionamenti lungo la strada statale 73 bis sono frequenti”. E’ quanto fanno sapere dall’ufficio stampa dell’Anas in merito alla chiusura della galleria Cà Gulino. “A un anno dall’innaugurazione della tratta del secondo lotto, i continui controlli hanno valore di collaudo”.

“Si effettuano carotaggi sull’asfalto – precisano dall’Anas – per accertare che i materiali siano a norma e che siano stati rispettati i requisiti standard. Non sono state ancora registrate irregolarità”. (c.z. g.p.)

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Il nuovo Rinascimento italiano in mostra http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/il-nuovo-rinascimento-italiano-in-mostra/2437/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/il-nuovo-rinascimento-italiano-in-mostra/2437/#comments Wed, 14 Apr 2010 10:20:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2437 [continua a leggere]]]> “È una mostra ricca di corpi, svelati o parzialmente svelati o completamente messi al nudo. Il corpo della donna è al centro, ed è l’icona di quello che è il Bello oggi”. L’artista Grace Zanotto spiega così la ragione dei tanti corpi femminili alla mostra Terzo Rinascimento, a Palazzo Ducale dal 31 marzo.

Zanotto, che è anche curatrice della mostra assieme a Angelo Cruciani, spiega che se nel primo Rinascimento, di cui Urbino è centro rappresentativo in Italia, l’uomo era l’ideale della bellezza, oggi è la donna a rappresentare l’icona estetica per eccellenza.

Il successo della mostra è andato oltre le aspettative: nei primi quindici giorni più di 10.000 persone sono entrate nella Sala del Castellare che ospita pitture, sculture e fotografie di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei italiani. Ed è per questo che gli artisti ringrazieranno la città e i visitatori il primo maggio con istallazioni e performance durante tutto l’arco della giornata. “È una data simbolica: rappresenta il nostro impegno sociale e nella cultura”, spiega Zanotto.


Il progetto parte dall’associazione culturale Famiglia Margini con sede a Milano, che ha scelto una trentina di artisti per poter  ri-canonizzare il significato del Bello oggi attraverso linguaggi diversi. La pittura è quella tradizionale o attraverso spray, la scultura si avvale del riciclo di materiali di scarto e è fondamentale il contributo dei video-artisti.

Uno spazio importante ha la fotografia, attraverso le lenti dei principali fotografi italiani. La mostra ospita una delle immagini più controverse degli ultimi anni: la fotografia di un corpo femminile steso su un letto che ricorda il corpo del Cristo in croce, scattata da Ruggero Rosfer. La foto fu utilizzata nel 2008 per la giornata contro la violenza sulle donne e alcuni quotidiani – l’Unità, Repubblica e il Sole24Ore – sostennero la campagna, mentre il comune di Milano ne vietò l’affissione. “Il pubblico femminile che ha visto la mia opera l’ha accettata e compresa, invece gran parte del pubblico maschile l’ha trovata oltraggiosa”, racconta il fotografo Rosfer, e aggiunge “il Bello, inteso come armonia, può rendere la vita migliore”, rispondendo alla domanda dostoevskiana che gli organizzatori della mostra si sono posti: “Il Bello salverà il mondo?”.

Ma anche altre opere violentano l’immaginazione del visitatore. È il caso di “Happy shopping day” di Paolo Cassarà, una scultura in cui una donna in nihab, il velo integrale, fa la spesa e mostra un pacco di assorbenti interni. Un bambino attaccato al carrello gioca con un aeroplanino militare.

Poi ci sono le sculture dei fratelli Scuotto, eredi di una famiglia napoletana che realizza i personaggi del presepe. Partendo dalla tradizione, i fratelli Scuotto hanno deformato le figure umane trasformandole in satanassi coi piercing al naso e a seni che sono mostrati su corpi con il sesso maschili.

Per questo Rinascimento nuovo non c’è un ideale assoluto e unico di bellezza. Un Gesù bambino in fasce può esibire, legati al ventre, candelotti di tritolo a orologeria (Max Papeschi) mentre l’artista Veronica Bellei si espone in fotografie ispirate dalle richieste di frequentatori di chat erotiche.

Dal XIV secolo al XXI, cambiano le carte in tavola: se nel primo Rinascimento era l’arcangelo Gabriele ad annunciare a Maria Vergine la dolce attesa, oggi è un test di gravidanza a informare a una donna perplessa l’arrivo di un pargolo, nell’opera di Federica Gif “Annunciazione”.

Guida alla Rete

La mostra

Palazzo ducale

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Furti di Pasqua in case studenti. Due arresti http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/furti-di-pasqua-in-case-studenti-due-arresti/2506/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/furti-di-pasqua-in-case-studenti-due-arresti/2506/#comments Wed, 14 Apr 2010 09:39:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2506 [continua a leggere]]]> URBINO – Hanno approfittato delle vacanze di Pasqua per svaligiare le abitazioni degli studenti tornati a casa per le feste. Due uomini di 23 e 35 anni, originari del Marocco, sono stati fermati dalla Polizia di Urbino e ora sono chiusi nel carcere di Villa Fastigi a Pesaro. Lo ha dichiarato al Ducato notizie il vice-questore di Urbino Antonio Sguanci.

Il valore del bottino oscilla tra i 30.000 e i 50.000 euro. Si tratta infatti di merce di valore: portatili, televisori, cellulari ma anche capi griffati come abiti, occhiali, monili e anche una tuta da motociclista.

Ora gli inquirenti stanno cercando eventuali complici. L’ammontare del furto potrebbe crescere perché le denunce dei derubati continuano man mano che gli studenti rientrano a Urbino dopo la pausa pasquale delle lezioni.

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La riapertura è prevista per le 13,30.

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Successo per “Terzo Rinascimento”: più di 10.000 visitatori http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-notizie-informazione/successo-per-terzo-rinascimento-piu-di-10-000-visitatori/2331/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-notizie-informazione/successo-per-terzo-rinascimento-piu-di-10-000-visitatori/2331/#comments Tue, 13 Apr 2010 11:18:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2331 [continua a leggere]]]> URBINO – Più di 10.000 visitatori per la mostra Terzo Rinascimento, inaugurata il 31 marzo alla Sala del Castellare del Palazzo Ducale e organizzata dall’associazione Famiglia Margini. “Numeri superiori a quelli che avevamo previsto” afferma la curatrice della mostra Grace Zanotto.

Il primo maggio si svolgerà la cerimonia conclusiva: per tutto il corso della giornata Urbino farà da sfondo alle istallazioni e alle performance degli artisti. “Abbiamo deciso di organizzare questo evento per ringraziare la città e tutti coloro che sono venuti, che hanno decretato il successo della nostra iniziativa” dice Grace Zanotto.

Sono 32 gli artisti contemporanei italiani coinvolti nell’esposizione di Palazzo Ducale. Le sculture, le foto, le pitture, tenute insieme dalla comune ricerca di rinascita in risposta al catastrofismo del nostro tempo, rimarranno esposte fino al 3 maggio, ma la data del primo maggio è simbolica. “Rappresenta il nostro impegno nel sociale e nella cultura”, spiega  Grace Zanotto.

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