il Ducato » Dania Dibitonto http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Dania Dibitonto http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it NewsTown, giornalismo di cronaca, dati, e cultura a L’Aquila: “Non esiste posto più bello” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/newstown-giornalismo-di-cronaca-dati-e-cultura-a-laquila-non-esiste-posto-piu-bello/72056/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/newstown-giornalismo-di-cronaca-dati-e-cultura-a-laquila-non-esiste-posto-piu-bello/72056/#comments Fri, 24 Apr 2015 21:20:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72056 Nello Avellani

Nello Avellani, fondatore di NewsTown

URBINO – Dopo il terremoto del 2009 l’Aquila ha subito un’esplosione, materiale e umana. Il centro storico è disabitato, la popolazione dislocata nelle nuove ‘C.a.s.e.’ costruite dal governo e il tessuto sociale smembrato. Nello Avellani, giovane giornalista aquilano, due anni fa, insieme a tre colleghi, ha fondato il sito web NewsTown. Nello è tornato a vivere nella sua città per intraprendere un’avventura editoriale che è anche un progetto culturale: raccontare la ricostruzione e ricreare un collante sociale tra i cittadini.

Ospite al Festival del giornalismo culturale, Avellani è intervenuto alla tavola rotonda sul web, sul palco del teatro Sanzio. Alla domanda di fondo cui si è cercato di rispondere durante il dibattito – dov’è la cultura oggi? – il giornalista aquilano ha contribuito raccontando la propria esperienza – fare informazione ed essere allo stesso tempo parte di un fervore culturale nuovo in una città ancora in macerie.

Perché avete deciso di fondare NewsTown?
“Il nostro obiettivo è quello di raccontare la ricostruzione dell’Aquila sia dal punto di vista materiale, che da quello sociale ed economico. Il nome fa riferimento sia al gergo berlusconiano, che chiamava “new town” gli alloggi provvisori costruiti all’indomani del sisma, sia al fatto che l’Aquila coi suoi lavori in corso ogni giorno è diversa rispetto al giorno prima”.

Una pubblicazione può aiutare a riunire le persone intorno a una realtà che parla di loro?
“È uno dei nostri obiettivi. Vogliamo dare voce a movimenti, comitati, semplici cittadini che vogliono farsi sentire su un tema dal quale verrebbero altrimenti esclusi, quello della ricostruzione della città. Dare loro una voce perché sia possibile ascoltarla anche fuori. Le persone possono così ascoltarsi anche fra di loro”.

Che risposta avete avuto? Siete riusciti a creare una comunità intorno a voi?
“In una città di medie dimensioni, 80mila abitanti, abbiamo 6mila utenti unici al giorno. Nell’ultimo anno e mezzo 500 persone hanno deciso di sostenerci anche economicamente con versamenti di 30-50 euro. Sui social network si creano dibattiti a partire dai nostri articoli. Ci mandano email, ci segnalano eventi, ci chiamano per qualsiasi cosa, anche per lamentarsi. Abbiamo tante occasioni di conoscere i nostri lettori anche di persona, perché come NewsTown organizziamo eventi in città, nell’ultimo ad esempio abbiamo invitato Erri De Luca.”

Qual è la necessità di NewsTown in una città ferita in cui però erano già presenti altre testate locali?
“A L’Aquila ci sono quattro giornali online e tre cartacei. Noi però vogliamo essere indispensabili per gli aquilani. Proviamo a essere diversi facendo un enorme e difficile lavoro di ricerca e di spiegazione di tutto quello che succede a livello amministrativo, che può essere utile al cittadino. Non ci limitiamo a pubblicare il comunicato stampa così come arriva. I cittadini dell’Aquila sono alla continua ricerca di risposte. In questi anni le hanno cercate nel posto sbagliato, ovvero sui social network. Facebook è diventata una specie di piazza – in mancanza di quella vera che era sotto le macerie – in cui si affollavano voci e notizie non verificate o verificabili. In questa situazione di caos il nostro lavoro si può definire di data journalism e serve a rendere più semplice la vita quotidiana di una città difficile. Mettiamo tantissimi link, prendiamo tutti quei documenti amministrativi poco accessibili e li scannerizziamo sul sito, non ci perdiamo un consiglio comunale. Vorremmo dare tutte le risposte a cittadini spesso frustrati per la mancanza di chiarezza delle istituzioni”.

Che cosa offre l’Aquila oggi da un punto di vista culturale?
“A livello culturale L’Aquila ha subito come un’iniezione, una scossa. Penso sia stato un modo di reagire al trauma del terremoto. Oggi L’Aquila è piena di cose da fare. Ci sono piccoli teatri indipendenti, varie associazioni che fanno ogni sera una cosa diversa, tantissimi bar, concerti di musica live. È meglio adesso che prima. Io sono tornato a viverci e non me ne voglio andare”.

A che punto è la ricostruzione?
“In centro non è mai partita. Siamo al 3% di edifici ricostruiti. In periferia siamo più avanti perché ci sono meno problemi di spazio ad esempio, non ci sono le stradine strette del centro. Però ci sono ancora 12mila persone nei container, 3-4000 che vivono in affitto concordato. Molti sono andati via e non sono più tornati. È dura da vivere, è un cantiere da anni, noi siamo abituati ma per chi viene da fuori è straniante. Da un punto di vista giornalistico, però, non esiste un posto più bello da raccontare”.

Foto di Dania Dibitonto e Anna Saccoccio

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Marche, 21 consiglieri chiedono le dimissioni di Spacca. Il Pd: “Si vergogni”. Lui: “Non lascio” http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-online/marche-assessori-pd-chiedono-dimissioni-di-spacca-ora-con-forza-italia-dovrebbe-vergognarsi/71387/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-online/marche-assessori-pd-chiedono-dimissioni-di-spacca-ora-con-forza-italia-dovrebbe-vergognarsi/71387/#comments Wed, 22 Apr 2015 08:14:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71387 Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca

Il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca

ANCONA – La richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca è stata formalmente presentata oggi alle 15.00 dal capogruppo del Pd Mirco Ricci. Si tratta di una mozione di sfiducia firmata da 21 consiglieri che fanno parte delle liste che finora hanno sostenuto il presidente. Questo accade mentre il governo, decidendo di non impugnare la legge elettorale, ha rinunciato a opporsi alla candidatura di Spacca per il terzo mandato alla presidenza della regione Marche.

Spacca ha scelto di affidare la sua replica al profilo Facebook: “E’  il Pd che ha offeso e continua ad offendere i cittadini anche in queste ore”. La rottura con il suo ex partito è netta: “Il centrosinistra nelle Marche è deflagrato e ora non c’è più”. Infine, ribadisce quel che tutti si aspettavano: “Continueremo l’azione di governo”. Quindi, niente dimissioni.

L’intenzione di firmare un documento di sfiducia da parte dei consiglieri era stata annunciata ieri in conferenza stampa. Non hanno preso parte all’iniziativa solo gli appartenenti a Marche2020 (la lista del presidente uscente alle prossime regionali). “Auspichiamo che il presidente – si legge nel comunicato stampa – tradito il mandato popolare rimetta il suo ruolo e affidi la gestione ordinaria alla Giunta regionale. Diversamente gli assessori regionali rassegneranno le proprie dimissioni”. Si tratta dei democratici Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani e Pietro Marcolini.

Nel caso Spacca restasse al suo posto e i cinque assessori si dimettessero, a poco più di un mese dalle elezioni regionali il Presidente potrebbe portare avanti solo atti di ordinaria amministrazione, che non richiedono la maggioranza in giunta.  Si tratterebbe comunque di un atto politico, visto che il Consiglio regionale è già sciolto e, come riporta l’Ansa, è convocabile solamente “per atti indifferibili e urgenti”.

“Non possiamo fingere che il nostro presidente – ha dichiarato ieri il segretario regionale del Pd Francesco Comi – non sia oggi il candidato di Forza Italia e del Nuovo Centro Destra. Abbiamo resistito al nostro posto finora per portare avanti l’amministrazione, perché lo dovevamo ai cittadini. La candidatura di Spacca col centro-destra è un’offesa a tutti gli elettori, di qualsiasi colore, perché mina la credibilità di tutta la politica, oltre alla sua personale”. Non ci va leggero il segretario, e prosegue: “Spacca dovrebbe vergognarsi per non essersi dimesso. Non so che soddisfazione possa trarre dall’apparire un fantoccio. La sua volontà di restare ancorato allo scranno è ridicola. La sua unica motivazione è un attaccamento personale al ruolo che ricopre”.

Pezzo aggiornato il 22/04 alle 16.00

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Marche, assessori regionali Pd chiedono dimissioni di Spacca http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/marche-assessori-regionali-pd-chiedono-dimissioni-di-spacca/71339/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/marche-assessori-regionali-pd-chiedono-dimissioni-di-spacca/71339/#comments Tue, 21 Apr 2015 15:00:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71339 [continua a leggere]]]> ANCONA. 21 apr – Gli assessori regionali del Pd hanno chiesto le dimissioni del presidente Gian Mario Spacca. Verranno presentate domani le firme di tutti i componenti della giunta (restano esclusi solo gli appartenenti a Marche2020). Si tratta di: Antonio Canzian, Sara Giannini, Marco Luchetti, Almerino Mezzolani e Pietro Marcolini. Lo ha detto nella conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio nella sede del Pd il segretario regionale del partito Francesco Comi che ha parlato ai giornalisti assieme allo stesso Canzian e al consigliere regionale Mirco Ricci.

“Si tratta di un tentativo ‘estremo’ per verificare la possibilità che Spacca, che prenderà  visione domani dell’iniziativa, decida di dimettersi per primo – ha spiegato Pietro Marcolini – se così non fosse, giovedì gli assessori firmatari si dimetteranno”.  È prevista per giovedì 23 aprile una nuova conferenza stampa in cui parlerà Luca Ceriscioli.

Gli assessori del Pd avevano comunicato l’intenzione di dimettersi nei giorni scorsi, in seguito alla candidatura di Spacca alle regionali alla guida di una coalizione di cui fanno parte anche Forza Italia e Ncd.

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Il giornalismo in Russia è vivo nonostante il controllo di Putin http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/il-giornalismo-in-russia-e-vivo-nonostante-il-controllo-di-putin/71099/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/il-giornalismo-in-russia-e-vivo-nonostante-il-controllo-di-putin/71099/#comments Sun, 19 Apr 2015 11:34:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71099 I NOSTRI SERVIZI DA PERUGIA SPECIALE - Sui siti del gruppo Espresso I NOSTRI TWEET]]> Ivan Kolpakov di Meduza

Ivan Kolpakov di Meduza

PERUGIA – Era attesa per parlare al panel dedicato ai media russi la giornalista Veronika Koutsyllo, del sito web indipendente Open Russia. E invece non c’era, perché questo giovedì la polizia russa ha condotto una perquisizione nella sua redazione, sequestrando tutti i computer e i mezzi necessari a lavorare.

I giornalisti russi tentano di scrivere e andare in onda nonostante un clima di oppressione e censura fra i più rigidi al mondo. Di questo si è parlato in un panel dedicato dal titolo “Media indipendenti in Russia sotto il regime di Putin”. Non si esita chiamarlo regime, perché non c’è altra definizione quando la stampa di un Paese di 150 milioni di abitanti è relegata al 176esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo di Freedom House, o al 148esimo di quella di Reporter senza frontiere.

Ma anche in Russia necessità fa virtù, e così i media indipendenti, quelli per intenderci che non concordano i servizi col Cremlino, hanno dovuto trovare delle vie alternative per non venire chiusi. “Abbiamo deciso di emigrare – ha spiegato il vicedirettore del sito Meduza.io Ivan Kolpakov - ci siamo trasferiti a Riga e ora non dobbiamo più avere paura di essere aggrediti o costretti a chiudere”.

All’emittente televisiva Tv Rain è successo invece di essere sfrattati dalla propria redazione, sotto la pressione del governo. “Scherzavamo sul fatto che saremmo finiti a trasmettere dalla casa di qualcuno di noi – ha raccontato la vicedirettrice Maria Makeeva – e alla fine è andata proprio così. Buttati fuori da una redazione vera, abbiamo dovuto trovare in fretta un’altra soluzione. Per mesi abbiamo trasmesso dal monolocale di un amico”.

Una nuova legge in Russia impedisce ai media indipendenti di finanziarsi attraverso la pubblicità. E così quando le inserzioni sono crollate, Tv Rain ha trovato nei propri telespettatori una fonte di sostentamento. “Chi vuole seguirci paga un abbonamento – ha spiegato Makeeva – non è stato facile chiederlo ai nostri utenti, perché in Russia non si paga un canone per la tv pubblica. Non sapevamo come spiegare che bisognasse pagare per avere delle notizie. Ma oggi è così che viviamo”.

“I media indipendenti non sono marginali – ha concluso il giornalista polacco Zygmunt Dzieciolowski, che da 25 anni si occupa di Russia – basti pensare al ruolo che hanno svolto nel coprire la crisi ucraina. Sono pieni di qualità e di adrenalina. Mi dispiace per i Paesi in cui fare giornalismo è una faccenda tranquilla: dev’essere noioso”.

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Scuole di giornalismo, la passione non basta. Bisogna insegnare la “cultura digitale” http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/scuole-di-giornalismo-la-passione-non-basta-bisogna-insegnare-la-cultura-digitale/70952/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/scuole-di-giornalismo-la-passione-non-basta-bisogna-insegnare-la-cultura-digitale/70952/#comments Sat, 18 Apr 2015 16:37:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70952 foto incontro 3

I relatori dell’incontro “Insegnare giornalismo oggi”. Da sinistra a destra: Mindy McAdams, Mario Tedeschini Lalli, Barbare Sgarzi e Jan Schaffer

PERUGIA – Anche nel 2015 le condizioni indispensabili sono sempre quelle: passione, uscire dalla redazione, parlare con le persone per trovare notizie e saper innovare. Ma poi c’è la necessità di una “cultura digitale”, da coltivare e fare propria, come ultimo, indispensabile, pilastro per chi vuole diventare giornalista. E per chi il giornalismo lo insegna. Perché, come spiega Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile innovazione e sviluppo per il gruppo editoriale L’Espresso, il mondo in cui viviamo è un mondo digitale.

Se esistesse un mercato per un giornale scritto con la penna d’oca su una pergamena dovremmo sfruttarlo, ma chi al giorno d’oggi scrivesse con la penna d’oca su una pergamena dovrebbe comunque essere un “giornalista digitale”, cioè un giornalista che vive e comprende l’universo nel quale vive, che è – appunto – digitale.

Nel primo incontro sul tema al Festival del giornalismo di Perugia, “Insegnare giornalismo oggi”, si è approfondito questo tema. Mindy McAdams, docente di giornalismo digitale all’università della Florida, ha introdotto all’interno del percorso per diventare giornalisti un corso di coding. Non di quelli insegnati agli informatici, perché il fine non è programmare un sito, ma comprendere i linguaggi di di base, capire la lingua che parlano le macchine e saperli maneggiare. “Molti ragazzi non si accorgono di poter essere bravi nel coding – ha detto la professoressa americana – dobbiamo promuovere l’idea che chi vuole fare il giornalista non debba spaventarsi di fronte a questa materia”. L’importante non è dare però competenze specifiche ma insegnare il significato delle tecnologie dalle quali si è circondati.

Una consapevolezza che richiede un enorme sforzo: capire l’ecologia del mondo digitale vivendoci all’interno ma allo stesso tempo sapendosi astrarre da questo e comprenderne il funzionamento. Un concetto ben espresso da Marc Cooper, professore all’University of Southern California, durante l’incontro “Come insegnare il giornalismo oggi “. Non si deve essere sempre aggiornati sull’ultima app uscita ma padroneggiarne la filosofia che le sta dietro. Infatti ha sottolineato come lui stesso sappia in realtà pochissimo di software ed applicazioni, ma conoscendone a fondo il modo in cui funzionano è in grado di indirizzare precisamente il proprio messaggio ed inserirlo nel flusso di informazioni. Un pensiero analogo a quello di Juan Luis Manfredi, moderatore del panel e professore di Comunicazione politica all’università di Castiglia-La Mancia. Ai suoi alunni lui non insegna ad utilizzare un programma o un’applicazione, visto che possono cambiare in continuazione, ma il metodo di lavoro per costruire tramite quelle un appropriato Business plan per la propria attività giornalistica.

In Italia però la cultura digitale è ancora carente. “Le università italiane dovrebbero inserire corsi dedicati solo a questo – sostiene Tedeschini Lalli – parli di cultura digitale a ragazzi ma leggi nei loro occhi che non ti stanno seguendo nel tuo discorso. Superare il gap di cultura digitale in Italia è oggi una priorità. L’alternativa è dolorosa: emigrare. “I ragazzi che sono o sono stati miei studenti vengono a chiedermi consigli per il lavoro – ha continuato Tedeschini Lalli  ma io non posso dire loro semplicemente di andare a Londra. Il mio problema come cittadino italiano non è solo cosa ne sarà del giornalismo, ma soprattutto cosa ne sarà di questo Paese”.

Di diverso avviso è stato invece George Brock, professore di giornalismo alla City University di Londra. “L’unica vera possibilità per superare questa arretratezza è andare in un’università dove la cultura digitale sia al centro dell’attenzione – sostiene l’accademico britannico – solo svuotando l’Italia dei suoi giovani giornalisti ci potrà essere un vero cambiamento”.

incontro 2giorno

I numerosi speakers internazionali al panel “Come insegnare giornalismo oggi”. Da sinistra a destra: Mindy McAdams, George Brock, Juan Luis Manfredi, Marc Cooper, Ken Harper e Andrew DeVigal

Digitale a parte le fondamenta del giornalismo rimangono quelle del passato. Connettersi ad una storia, uscire fuori dalle redazione e raccontare quello che si vede. Una massima di Ken Harper, professore alla Syracuse University. La collaborazione, il community first, è invece il nodo cruciale dell’intervento di Andrew DeVigal, un tempo multimedia editor del New York Times. La vera rivoluzione sarebbe imparare ad ascoltare, per dare voce alle persone che ci troviamo vicino. Ancora più idealista è Marc Cooper. Il vero segreto rimane comunque la passione, unico vero motore per chiunque voglia approcciarsi al mondo del giornalismo.

“In Italia penso che le scuole di giornalismo non siano così utili, ho dei dubbi sul loro futuro” afferma lo stesso Cooper su una delle questioni che hanno attraversato il dibattito. Altri sono meno drastici. Sia Brock che McAdams invece hanno sostenuto la necessità di riformare i corsi già esistenti piuttosto di creare di altri nuovi.Un processo di evoluzione che andrebbe applicato a tutto il mondo del giornalismo.

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Festival del giornalismo 2015: il racconto social della prima giornata http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/festival-del-giornalismo-2015-il-racconto-social-della-prima-giornata/70773/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/festival-del-giornalismo-2015-il-racconto-social-della-prima-giornata/70773/#comments Thu, 16 Apr 2015 10:30:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70773 [continua a leggere]]]>

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Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio? – Fotogalleria http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-e-disegni-per-i-vicoli-di-urbino-arte-o-sfregio-fotogalleria/70118/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-e-disegni-per-i-vicoli-di-urbino-arte-o-sfregio-fotogalleria/70118/#comments Wed, 08 Apr 2015 15:44:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70118 [continua a leggere]]]> URBINO – In giro per la città sono spuntati nuovi adesivi di un artista che si fa chiamare Snem. Ci si può chiedere se sia una forma d’arte o vandalismo, ma la Polizia municipale non ha dubbi e ha dichiarato guerra al writer, chiedendo la collaborazione di tutti per identificarlo. Altre scritte e disegni di mani anonime sono ovunque per le strade di Urbino, su muri, cestini dell’immondizia e cassonetti. Ne abbiamo raccolte alcune in questa galleria.

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Graffiti a Urbino, appello della municipale: “Aiutateci, vogliamo fermare i writer” http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-a-urbino-appello-della-municipale-aiutateci-a-trovare-snem/70004/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-a-urbino-appello-della-municipale-aiutateci-a-trovare-snem/70004/#comments Wed, 08 Apr 2015 09:54:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70004 FOTOGALLERIA Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio? ]]> I disegni di Snem a Urbino

I disegni di Snem a Urbino

URBINO – La polizia municipale del comando di Urbino lancia un appello alla cittadinanza: “Dichiariamo guerra ai writer, se vedete uno di loro in azione denunciatelo subito alla polizia municipale. Chiediamo la collaborazione di tutti”, dice al Ducato il capitano Bruno Felici.

Ultimo caso è quello dei disegni di Snem, autore di alcune opere apparse sui muri della città nei giorni scorsi. Le immagini attaccate ai muri – che non sono propriamente graffiti, ma adesivi – sono sei e sono tutti nel centro storico. Per la precisione in via dei Maceri, via Viti, via dei Veterani, via delle Stallacce, via Stretta e corso Garibaldi.

FOTOGALLERIA – Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio?

“Siamo stanchi di scritte sui muri, sui cassonetti, persino sui cartelli stradali”, continua Felici.

Snem ha anche una pagina Facebook in cui è possibile vedere le foto degli sticker attaccati nella città ducale ma anche nelle altre città in cui ha lasciato la ‘sua firma’.

Rielaborazione di Snem del logo dell'Expo

Rielaborazione di Snem del logo dell’Expo

L’artista usa questo tipo di street art per veicolare un messaggio ideologico. Tra le foto, infatti, c’è anche una rielaborazione in chiave ironica del logo dell’Expo 2015 che presenta l’evento come  un genocidio alimentare.

Non è il primo caso in cui a Urbino si discute sul ‘lavoro’ dei writer. Già nel 2013 questi artisti chiedevano spazio al Comune per esprimere la loro creatività ma la giunta non aveva nessun progetto per valorizzare la street art. Questo ha sempre fatto discutere perché da un lato c’è chi vede i graffiti come una moda americana, estranea alla nostra cultura, mentre dall’altra c’è chi pensa che siano simbolo di vita e quindi che siano indispensabili per Urbino.

Inoltre negli ultimi anni molte città hanno deciso di usare i graffiti per riqualificare le zone degradate. Questo è il caso del quartiere San Basilio a Roma. Qui stanno lavorando alcuni importanti artisti della street art nazionale e internazionale per decorare le grandi facciate dei palazzi.

 

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Cento nuove telecamere per Urbino, il piano del Comune per sicurezza e illuminazione http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-online/cento-nuove-telecamere-per-urbino-il-piano-del-comune-per-sicurezza-e-illuminazione/69618/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-online/cento-nuove-telecamere-per-urbino-il-piano-del-comune-per-sicurezza-e-illuminazione/69618/#comments Wed, 01 Apr 2015 19:05:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69618 Ducato il piano di interventi che comprende anche l'illuminazione pubblica, con lampadine a basso consumo, e due punti per bici elettriche. L'impresa vincitrice dovrà investire almeno un milione e mezzo di euro e completare i lavori richiesti entro un anno dalla gara]]> punto luce via bramante 650 x 420URBINO –  Cento nuovi occhi elettronici controlleranno il territorio di Urbino. Tante saranno le nuove telecamere che l’amministrazione comunale ha in intenzione di far installare sulle strade fuori dalle mura. Il piano che il sindaco Maurizio Gambini anticipa al Ducato prevede il montaggio di un sistema di videosorveglianza su tutto il territorio comunale, in collaborazione con Polizia municipale,  Carabinieri e Questura,. “Sarà composto da circa 100 telecamere installate in ‘punti sensibili’ – spiega il sindaco Maurizio Gambini – come ad esempio gli incroci stradali. Anche se forse non sono sufficienti e ce ne vorrebbero di più”.

Il piano prevede anche interventi sull’illuminazione pubblica attraverso la sostituzione delle lampadine con quelle a basso consumo, e sulla mobilità, per almeno un milione e mezzo di euro.

Per realizzare tutto è in fase di stesura un bando con offerta, la cui pubblicazione è prevista a fine maggio. Il Comune è alla ricerca di un’azienda privata disposta a investire per finanziare subito il progetto. “Il costo dei lavori è di un milione e mezzo di euro – spiega il sindaco –  dalla data di assegnazione, l’azienda vincitrice avrà un anno di tempo per realizzare i lavori”.

Un altro importante intervento sarà l’ampliamento dell’illuminazione pubblica. Verranno installati fra i 150 e i 200 nuovi punti luce nelle zone che attualmente non sono illuminate, cioè nelle frazioni e in periferia. “I tecnici del Comune hanno passato gli ultimi due mesi a controllare uno a uno tutti i 4500 punti luce già esistenti sul territorio, compresi sostegni e plafoniere. Le lampadine verranno sostituite con quelle a basso consumo energetico”.

Si tratta, in tutto, di circa 3800 lampade esterne al centro storico – dove erano già state cambiate dalla precedente amministrazione – e in periferia. “È stato calcolato che il consumo energetico calerà del 45% – continua Gambini – i soldi risparmiati dalle bollette della luce (circa 180mila euro all’anno per 15 anni) serviranno a coprire e a remunerare l’investimento dell’azienda vincitrice. Le cifre del contratto per ora sono comunque solo stimate, perché dipenderanno dall’offerta che la stessa azienda farà al Comune”.

Il progetto prevede anche l’installazione, nelle frazioni, di due o tre schermi per comunicazioni ai cittadini sul modello di quello già presente a piazza della Repubblica. L’idea è quella, dice il sindaco, di “dare informazioni ai cittadini in tempo reale di tutto quello che accade”.

Infine le bici elettriche. Verranno installate due postazioni di ricarica e noleggio, uno a Borgo Mercatale e uno a Santa Lucia. “Un mezzo di trasporto veramente nuovo per Urbino”, conclude il sindaco. Fra salite e discese, in effetti, la bici non è mai stata il mezzo preferito dagli urbinati.

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Università, bando per le collaborazioni part-time http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-notizie-informazione/universita-bando-per-le-collaborazioni-part-time/69807/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-notizie-informazione/universita-bando-per-le-collaborazioni-part-time/69807/#comments Wed, 01 Apr 2015 11:22:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69807 [continua a leggere]]]> URBINO – Gli studenti hanno tempo fino al 24 aprile per presentare la domanda e partecipare alla selezione per le collaborazioni part-time con l’Università. Il bando, pubblicato lo scorso 26 marzo prevede un impegno di 200 ore. La selezione verrà effettuata per titoli e il compenso è di 6 euro all’ora esentasse.

I vincitori lavoreranno nelle biblioteche dell’Università, nelle segreterie studenti, nell’ufficio orientamento e tutorato e in altre strutture amministrative universitarie.

Alla selezione possono partecipare gli studenti iscritti per l’anno accademico in corso. Gli iscritti dal secondo anno in poi devono aver conseguito un numero stabilito di crediti, mentre per quelli del primo anno non c’è questo requisito.

Non possono partecipare gli studenti iscritti a dottorati di ricerca o master, gli studenti che già svolgono attività di tutoraggio per lo stesso anno accademico, gli studenti già laureati iscritti a un’altra triennale o specialistica, gli studenti che hanno altri rapporti di lavoro autonomo o subordinato.

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