il Ducato » Lorenzo Allegrini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Lorenzo Allegrini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Concept creativo: concorso d’Ateneo per campagna d’immagine http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/concept-creativo-concorso-dateneo-per-campagna-dimmagine/2619/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/14/ducato-notizie-informazione/concept-creativo-concorso-dateneo-per-campagna-dimmagine/2619/#comments Wed, 14 Apr 2010 14:42:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2619 [continua a leggere]]]> URBINO – L’Università continua la sua campagna di comunicazione “usando” le idee e la creatività degli studenti. Oggi alla facoltà di Sociologia è stato presentato il concorso dal titolo “Concept creativo”, rivolto agli iscritti dell’Università di Urbino. I partecipanti dovranno realizzare un elaborato grafico che crei un’immagine “positiva” dell’Ateneo, sui concetti cardine di Rinascimento, futuro, accoglienza, cenacolo culturale e scientifico. L’elaborato vincitore sarà riprodotto in locandine, manifesti e volantini per la campagna di promozione dell’anno accademico 2010-2011 e il vincitore sarà esonerato dal pagamento delle tasse universitarie.

Il concorso si chiuderà il 28 aprile ed è parallelo ad un’altra contesa creativa. Si tratta di “Auniurbsogno”, che chiede ai giovani universitari di sintetizzare, in 127 battute (la lunghezza di un post di Twitter) progetti e obiettivi dello studente iscritto a Urbino.

“Nella nuova politica di comunicazione – spiega Lella Mazzoli, direttore del dipartimento Media, linguaggi e spettacolo di Scienze della comunicazione – stiamo tentando di coinvolgere gli studenti, di partire per così dire dal basso”.

“La recente statalizzazione – è la riflessione di Marco Livi, docente di Tecnica pubblicitaria e responsabile del progetto – garantisce un nuovo inizio all’Ateneo. Più forte e solido di prima, un nuovo Rinascimento che si riflette anche sul nuovo marchio”. (l.a.)

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Il Papa parla da YouTube ma non accetta commenti http://ifg.uniurb.it/2009/01/30/ducato-online/il-papa-parla-da-youtube-ma-non-accetta-commenti/945/ http://ifg.uniurb.it/2009/01/30/ducato-online/il-papa-parla-da-youtube-ma-non-accetta-commenti/945/#comments Fri, 30 Jan 2009 14:14:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=945 Per duemila anni la Chiesa ha cercato di divulgare la sua parola con i mezzi più ampi e moderni possibile. Dall’invenzione della stampa di Gutenberg nel XV secolo, la Bibbia è il libro più diffuso. E nel ‘900 la Santa Sede ha saputo rinnovarsi nel cinema e nella televisione. Ora, nel nuovo millennio, la predicazione della Santa Sede è arrivata anche su internet. Pochi giorni fa, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Vaticano ha lanciato un proprio canale ufficiale su Youtube.

“L’uso saggio della tecnologia della comunicazione digitale permette alle comunità di formarsi in modo da promuovere la ricerca del bene, del vero e del bello – ha detto Benedetto XVI dalla finestra di piazza San Pietro nel suo discorso per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali – il Vaticano ha creato un canale per portare la buona novella oltre i confini geografici e le divisioni etniche, soprattutto alla cosiddetta generazione digitale”.

La Chiesa, per essere “sempre incarnata nelle culture del tempo – si legge su Chiesacattolica.it – pur consapevole dei rischi di una realtà virtuale di individualismo interconnesso come il web, vuole inserirsi con la logica del cristianesimo nella cybercultura”.

I video caricati su The Vatican – questo è il nome del canale sulla piattaforma di Youtube – sono prodotti dal Ctv (Centro Televisivo Vaticano) e i testi sono scritti da Radio Vaticana o dallo stesso Ctv. Il canale è tradotto in Italiano, Inglese, Spagnolo e Tedesco. Ha una home page bianca e semplice, con sullo sfondo il colonnato di San Pietro. Per ora trasmette soltanto venti video sui principali eventi a cui ha partecipato Benedetto XVI. Ma, pur mantenendo centrale la figura del Santo Padre, presto si differenzierà. Scorrendo la playlist dei video on-demand (scelgo io quello che voglio vedere), si potranno ascoltare in streaming interventi delle maggiori autorità ecclesiastiche.

“Attraverso un canale di questo tipo si può ottenere una comunicazione diretta, senza la mediazione del giornalista – spiega il vicedirettore di Kataweb.it Pier Vittorio Buffa – e soprattutto si possono raggiungere meglio i giovani, sempre più legati alla rete per la loro informazione e formazione”. Proprio con l’intento di “diffondere la Speranza” tra le nuove generazioni, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe si era iscritto a Facebook qualche mese fa, raggiungendo in pochissimo tempo il massimo dei contatti da tutto il mondo: Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, addirittura Singapore. E non si tratta dell’unica iniziativa della Chiesa su internet.

Già da agosto Radio Vaticana diffonde, sempre in tecnologia streaming, una web tv con gli stessi contenuti. La differenza sostanziale è che, attraverso Youtube, uno dei siti più frequentati dell’universo web, la comunicazione diventa più immediata e fruibile.

Con The Vatican la Chiesa si fa fonte primaria di contenuti per la rete. Ma, se è possibile caricare i video sul contatto nei social network, è impossibile sui propri siti internet. Questo le permette di mantenere il suo status di istituzione. Quasi di verità. Perché una delle caratteristiche principali del canale web del Vaticano è che gli utenti non possono caricare contenuti né commentare. Tradotto: la parola della Santa Sede può essere incorporata, ma non partecipata. Forse è solo questione di tempo. Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ammette: ”Col nostro staff non siamo ancora in grado di gestire quello che dovrebbe essere un fruttuoso dialogo, ma non escludiamo che in futuro questo possa cambiare”.

Il canale web è un’assoluzione per la rete internet. La Chiesa ha dovuto superare una diffidenza iniziale. Per dirla con le parole del docente di teologia e comunicazioni sociali all’Università di Pisa Adriano Fabris: “Internet non deve essere solo un’esibizione, ma un luogo di partecipazione etica”. Grazie a The Vatican, la Chiesa è in grado di ordinare i video secondo una gerarchia “etica” precisa: digitando la parola “Vaticano” o “Papa” per una ricerca all’interno di Youtube, la lista interminabile di video in cui si censura l’operato della Santa Sede verrà soltanto dopo i contenuti caricati su The Vatican.

Un punto controverso dell’accordo raggiunto con Google, proprietario di Youtube: si mette in discussione l’autonomia etica del più celebre motore di ricerca del web, che spera di ricavare dall’operazione qualche nuovo milione di utenti. C’è un solo precedente. Quando Google ha posto limitazioni al suo utilizzo per poter penetrare nel mercato cinese.

Guida alla rete:

YouTube: The Vatican
Radio Vaticana
Centro Televisivo Vaticano
Sito ufficiale del Vaticano
Conferenza Episcopale Italiana
Messaggio di Benedetto XVI in occasione della 43esima Giornata delle Comunicazioni Sociali

I PRINCIPALI SITI NON UFFICIALI (GESTITI DIRETTAMENTE DAI FEDELI):

Godtube, piattaforma di caricamento di video a contenuto cristiano
Cathoogle, motore di ricerca di siti “morali”
Fan Club di Benedetto XVI

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Boom di micro web tv nella provincia italiana http://ifg.uniurb.it/2009/01/16/ducato-online/boom-di-micro-web-tv-nella-provincia-italiana/688/ http://ifg.uniurb.it/2009/01/16/ducato-online/boom-di-micro-web-tv-nella-provincia-italiana/688/#comments Fri, 16 Jan 2009 14:20:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=688 Minuscole, provinciali e in continua espansione: cresce in Italia il fenomeno delle micro web tv, che sono più che raddoppiate negli ultimi due anni. Secondo il sito altratv.tv, che le censisce, sono almeno 42, dalle otto del 2003. Ventidue sono nate solo tra il 2006 e il 2008.

Altra caratteristica delle micro web tv è di essere locali. Tre su quattro nascono in provincia, dove il legame con il territorio è più forte. E anche quando sono presenti in grandi città (Bologna, Roma, Torino, Napoli) mantengono spesso un vincolo strettissimo con il quartiere.

“Oggi parliamo dell’oro bianco, ovvero dell’acqua in Valsugana” dice, con una mano in tasca, l’inviato di Tesino Telestreet all’apertura di un servizio su una perdita d’acqua nella piccola valle del Tesino. Dietro la camera, un operatore semi-professionale alterna nella ripresa il giornalista e l’idrante rotto. Basta poco per creare il contenuto di una micro web tv. Una redazione può essere composta soltanto da uno o due operatori e pochi giornalisti o cittadini appassionati.

“Quello delle micro web tv è democrazia dal basso” sostiene Giampaolo Coletti del team di altratv.tv “con il progressivo abbandono delle grandi platee delle tv generaliste si crea una audience attiva, in cui produttore di contenuti e pubblico hanno un rapporto orizzontale e potrebbero potenzialmente scambiarsi i ruoli in qualsiasi momento. La nascita delle micro web tv ricorda l’esperienza delle prime radio libere”.

Ma si tratta di realtà molto diverse.

C’è quella che aggrega gli utenti in comunità su un tema specifico, che riesce di solito ad attirare il maggior numero di visitatori unici. E quella d’opinione, che denuncia ciò che non va in regione, in provincia, addirittura nel condominio. Poi c’è quella di servizio, che si prefigge un obiettivo socialmente utile. Spesso, comunque, adottano una “estetica” da tv generalista: studio formale, telegiornali, trasmissioni di flusso continuo, ecc. In questo modo l’utente, anche sul web, ha la sensazione immediata di una “televisione”.

DOVE SI TROVANO
Sono diffuse soprattutto al Nord, dall’Emilia-Romagna in su, in particolare nel Nord-Est. Secondo i calcoli di altratv.it, il 78% di loro nasce in provincia e solo il restante 22% trasmette dalle principali città. Questo accade perché città come Milano o Roma hanno già i loro grandi organi d’informazione ed è la provincia a essere spesso trascurata dai racconti dell’informazione. Le micro web tv trovano terreno fertile nelle aree in cui è molto forte l’associazionismo.

CHE COSA TRASMETTONO
Stando le rilevazioni di altratv.it, nei programmi di queste televisioni al primo posto con il 28% ci sono le video-denunce dei cittadini, che valorizzano l’aspetto partecipativo, seguite dall’approfondimento degli eventi del territorio (22%). Molto presenti le descrizioni di mestieri del passato (14%) e le voci e i volti della gente comune (13%). Solo il 12% dei programmi è dedicato alla politica, mentre a coprire il restante 1’11% dei palinsesti c’è lo sport locale, spesso osservato nelle discipline minori.

• La piccola Telejato di Partinico (Palermo), impresa familiare in un appartamento di cento metri quadri, è riuscita a far parzialmente chiudere la distilleria più grande d’Europa, che inquinava il tratto di mare San Cataldo-Ciammarita. I suoi servizi di denuncia sono stati citati da Bbc, Cnn e Canal Plus.
• A Senigallia, Disco Volante tv ha documentato le barriere architettoniche della città. “Stavano costruendo il palazzo delle Poste senza lo scivolo per i disabili e siamo arrivati in tempo con la telecamera per bloccare tutto mentre stavano facendo le gettate”, racconta un iscritto dell’associazione Studio Zelig, che gestisce la piccola tv marchigiana
• La bolognese Crossing tv, che trasmette dalla zona multietnica di San Donato, sponsorizza la tolleranza. Così, nella sua programmazione, capita d’imbattersi in una congolese che spiega ricette tipiche italiane.

COME TRASMETTONO
C’è chi trasmette solo sul web in streaming e chi invece ha anche delle trasmissioni via etere. Tutte hanno anche un blog per favorire la discussione sui contenuti. Nel complesso le micro web tv si appoggiano in rete alle piattaforme di distribuzione gratuita come Youtube e le più recenti Vimeo e Mogulus.

In molti casi sono sorelle gemelle delle “telestreet” (le tv analogiche che trasmettono sfruttando le frequenze libere dell’etere): l’una passa in digitale on demand (vedo ciò che scelgo) quello che l’altra ha passato in analogico. A Gaeta, per esempio, c’è Tele Monte Orlando, fondata da un tabaccaio e pioniera dell’informazione locale, proietta la sua “telestreet” analogica sfruttando il cono d’ombra generato nell’etere dall’omonimo monte. E mette tutto anche online.

IL PUBBLICO
Il pubblico delle micro web tv partecipa molto: il 58% degli utenti lascia commenti, o si propone addirittura come fornitore di contenuti. Il 23% si collega da luoghi geograficamente lontani. Per esempio, dei circa 800 utenti unici giornalieri che vanno su Messina web tv, molti appartengono alla comunità messinese di New York.

COME SI FINANZIANO
Le micro web tv fanno fatica a generare profitto. Tuttavia sopravvivono. Secondo i calcoli di altratv.it raggiungono tra i 1.500 e i 7.000 visitatori unici mensili. Non abbiamo a disposizione il dato aggregato mensile per tutte queste emittenti, ma su base annuale – comprendendo anche le micro web di community, difficili da censire – toccano i 450.000 visitatori unici.

Dove non arrivano a coprire le spese gli sponsor locali spesso intervengono le sovvenzioni dei Comuni o delle Comunità montane. Molte tv utilizzano banner pubblicitari che vengono caricati tramite Google.

Alcune micro web tv ricorrono a forme di marketing “virale” per farsi pubblicità. Altre usano vecchissimi sistemi “analogici”, come la napoletana Insu^tv tappezza di volantini con il proprio palinsesto i quartieri Spagnoli.

C’è anche chi ottiene il sostegno finanziario degli utenti. Tesino Telestreet ha comprato le attrezzature grazie alla sottoscrizione degli abitanti della Valsugana. Tele Monte Orlando riceve donazioni spontanee dagli utenti; il fondatore Antonio Ciano, è convinto che gli abitanti di Gaeta “preferiscono contribuire con 50 euro alla tv per vedere i Consigli comunali, i convegni, le feste di paese, gli strafalcioni del sindaco e lo sport la domenica e il lunedì, piuttosto che pagare il canone Rai”.


Guida alla rete:

altratv.tv

“Paese che vai”, meeting italiano delle micro web tv

Esempi di micro web tv:

Crossing Tv, Bologna
Insu^tv, Napoli
Telejato, Partinico (Palermo)
Tele Senior, Bolzano
Messina Web Tv, Messina
Tele Osservanza, Cesena (Emilia-Romagna)
Orso Tv, Piemonte
Piero Da Saronno Tv, Saronno (Lombardia)
Tele Torre 19, Bologna
Pnbox Tv, Pordenone (Friuli Venezia Giulia)
Santagatesinelmondo, Sant’Agata di Puglia
Centro Italia Tv

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