il Ducato » Martina Nasso http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Martina Nasso http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Torricini (quasi) liberi da ponteggi. Fine di tutti i lavori entro agosto http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-online/torricini-quasi-liberi-da-ponteggi-fine-di-tutti-i-lavori-entro-agosto/71428/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-online/torricini-quasi-liberi-da-ponteggi-fine-di-tutti-i-lavori-entro-agosto/71428/#comments Wed, 22 Apr 2015 13:09:18 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71428 URBINO – I Torricini di Palazzo Ducale sono tornati alla luce, ma il cantiere proseguirà fino a fine luglio. Dopo essere stati coperti da impalcature per più di due anni, la scorsa settimana sono iniziati i lavori di smantellamento dei ponteggi. Ad oggi rimane una struttura di scarico che copre parzialmente il torricino destro, e che resterà in piedi fino a fine agosto perché necessaria per il restauro del monastero di Santa Chiara, ex sede dell’Istituto d’arte di Urbino.

Dal 29 dicembre 2014, data prevista per la fine dei lavori, sono trascorsi quattro mesi. A marzo, un nuovo cartello era apparso sul cantiere, fissando al 26 agosto il termine per il restauro dell’opera. Il direttore dei lavori, l’architetto Bruno de Martinisintervistato dal Ducato – aveva, però, mostrato ottimismo: “La consegna dei lavori dipende solo dalle condizioni meteo. Se il tempo sarà bello i ponteggi scenderanno più rapidamente”. E, complice la bella stagione, anche la fine dei lavori al monastero potrebbe essere anticipata: “Speriamo di terminare entro fine luglio”.

Le strutture sono state rimosse giusto in tempo per l’inizio di Expo Marche, previsto per la metà di maggio e ospitato nei locali della Data, l’antica scuderia di Palazzo Ducale.

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L’Ifg di Urbino trionfa su Perugia e Milano, suo il triangolare di calcio a cinque tra scuole di giornalismo http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/lifg-di-urbino-trionfa-su-perugia-e-milano-suo-il-triangolare-di-calcio-a-cinque-tra-scuole-di-giornalismo/70990/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/lifg-di-urbino-trionfa-su-perugia-e-milano-suo-il-triangolare-di-calcio-a-cinque-tra-scuole-di-giornalismo/70990/#comments Fri, 17 Apr 2015 23:26:03 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70990 Lo storify della serata]]>

PERUGIA – L’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino ha vinto il primo Memorial Nunzio Bassi, sbaragliando nel torneo triangolare di calcio a cinque la scuola di giornalismo di Perugia e la Walter Tobagi di Milano.

L’Ifg di Urbino ha battuto i lombardi 4 a 1 nella prima partita, con una grande prova del bomber Gaetani, autore di una splendida doppietta. Le altre reti sono state segnate da Michele Nardi e Vincenzo Guarcello.

Nello scontro Perugia-Urbino, sul 2 a 1, è arrivato il gol del pareggio per gli urbinati a due minuti dalla fine. Dopo tre falli consecutivi su Andrea Perini, ha segna su tiro libero Nicola Petricca. Ed è stato ancora un gol di Gaetani a decidere la finale contro i perugini. Un finale deciso ai calci di rigore, che ha consegnato la vittoria ai marchigiani 6 a 4. Due errori del team perugino sono stati fondamentali. Gli urbinati invece non hanno sbagliato nulla e si sono aggiudicati il primo Memorial.

Ha alzato la coppa il capitano Libero Red Dolce, portiere dei ducali. Un ginocchio malandato non gli ha impedito di compiere grandissime parate fondamentali per la vittoria.

 

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Se le opinioni sovrastano i fatti: le vie del potere che uniscono Italia e Ungheria http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/se-le-opinioni-sovrastano-i-fatti-le-vie-del-potere-che-uniscono-italia-e-ungheria/70787/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/se-le-opinioni-sovrastano-i-fatti-le-vie-del-potere-che-uniscono-italia-e-ungheria/70787/#comments Thu, 16 Apr 2015 17:46:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70787 Marco Bracconi, giornalista Repubblica.it

Marco Bracconi, giornalista Repubblica.it

PERUGIA – Italia e Ungheria così diverse ma così uguali. In entrambi i Paesi dilaga il giornalismo di opinione a discapito del racconto dei fatti. Così la libertà di stampa si comprime sotto i colpi del potere.

Di questo si è parlato al Festival del giornalismo di Perugia durante gli incontri dedicati al rapporto tra giornalismo e potere in Ungheria e Italia. Due realtà certo difficili da raffrontare: il governo di Budapest assomiglia più alla dittatura di una maggioranza parlamentare che a un Paese democratico. Lo dimostrano i continui richiami dell’Unione Europea per lesione dei diritti fondamentali e in particolare per la contrazione della libertà di stampa. La legge che disciplina l’informazione nel Paese è molto restrittiva e impone un ampio controllo dello Stato sui media. Un esempio su tutti: in caso di violazione di uno dei 175 articoli di cui è composta i giornalisti rischiano fino a 89.000 euro di multa.

I problemi italiani. Nel nostro Paese, dove la legge non è altrettanto severa, le questioni sono altre: “La libertà di espressione ha più condizionamenti”, spiega Marco Bracconi, giornalista di Repubblica.it e curatore del blog Politica pop, intervenuto durante la conferenza Leadership, nuovi media e opinione pubblica.

“Uno è dovuto agli interessi economici ed editoriali che influenzano il modo di svolgere la professione, l’altro è dato dalla semplificazione e dall’astrazione dei concetti che ci rende meno liberi di comprendere i fatti. Un deficit che diventa quasi più grave della pressione del potere”. Un giornalismo appiattito sullo scontro politico, che si occupa dei leader e non dei programmi che vengono portati avanti. L’Italia oggi si trova al 73° posto nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter senza frontiere mentre l’Ungheria al 65°. Scettico sulle modalità con cui vengono stilate le classifiche, Bracconi non ha dubbi: “Piuttosto che in Ungheria, rimango volentieri dove sono”.

Gergo Saling

Gergo Saling, direttore di Direkt36

La ‘dittatura’ ungherese. Non usa mezzi termini per descrivere la situazione nel suo Paese Gergo Saling, direttore di Direkt36, centro non-profit per la sperimentazione del giornalismo investigativo in Ungheria: “Gli ungheresi odiano i giornalisti – dice durante l’incontro Covering the supermajority – e penso abbiano le loro buone ragioni: la stampa non si occupa dei problemi delle persone e mischia le opinioni con i fatti”.

La situazione è peggiorata a partire dal 2010, quando Viktor Orban, leader del partito dell’Unione civica ungherese, di centro-destra, è salito al governo con una maggioranza schiacciante. “I media mainstream si sono arresi – dice Saling – diventando l’eco del potere. Ogni opposizione è stata prontamente silenziata”. Ne è un esempio il caso che ha coinvolto Saling in prima persona. Fino a giugno 2014 è stato direttore di Origo.hu, il principale sito ungherese d’informazione, curando molti progetti investigativi. Tra questi l’inchiesta sui rimborsi per le spese di viaggio di Janos Lazar, capo di gabinetto del primo ministro e suo probabile successore al governo. Due settimane dopo Saling ha lasciato la redazione a causa delle forti pressioni politiche.

L’esperienza indipendente. “A quel punto – continua Saling – ho deciso di mettermi in proprio è creare Direkt36. Per avviare il progetto ci siamo affidati principalmente alla Rete. In quattro mesi abbiamo raccolto più di 30.000 euro attraverso il crowdfunding. In questo modo abbiamo sviluppato molte nuove inchieste, continuando a mettere in evidenza la corruzione e il conflitto d’interesse degli uomini al potere”. Saling cita il caso dell’inchiesta sui fondi pubblici per le imprese di Istvàn Tiborcz, marito della figlia di Orban: “Sono già arrivate le prime intimidazioni, ma presto usciremo con nuove rivelazioni sul caso. La nostra forza sta anche nella comunità che ci supporta”.

In pochi mesi, infatti, il progetto di Saling ha avuto risultati eccezionali, riavvicinando i lettori all’informazione. “Per fare giornalismo seriamente bisogna tornare ai fatti e usare i dati, che, grazie alle norme sulla trasparenza, diventeranno sempre più accessibili”, sottolinea Saling. Il direttore poi commenta la situazione italiana: “Non conosco bene i media italiani ma da quello che ho potuto capire credo che il problema sia la preponderanza del giornalismo d’opinione”.

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Diffamazione 2.0, come difendersi nell’era del giornalismo digitale http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/diffamazione-2-0-come-difendersi-nellera-del-giornalismo-digitale/70679/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/diffamazione-2-0-come-difendersi-nellera-del-giornalismo-digitale/70679/#comments Thu, 16 Apr 2015 08:35:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70679 L'avvocato e blogger Fulvio Sarzana

L’avvocato e blogger Fulvio Sarzana

PERUGIA – Tra querele per diffamazione e richieste di risarcimenti fare giornalismo è sempre più rischioso. Ma i maggiori pericoli riguardano la categoria dei freelance.

Una volta querelati per diffamazione i giornalisti sono esposti a diversi livelli di rischio a seconda del contratto che hanno firmato con la testata. Chi è assunto è responsabile per ciò che scrive insieme al direttore e l’editore, mentre “i collaboratori sono totalmente abbandonati a loro stessi”, spiega l’avvocato e blogger Fulvio Sarzana, esperto di diritto dell’informazione. Sarzana, insieme a Bruno Saetta, avvocato civilista di Napoli ha tenuto il seminario “Libertà di espressione 2.0″, al Festival internazionale del giornalismo di Perugia.

Il DDL diffamazione. Non è bastata la richiesta fatta all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di intervenire sulle sanzioni eccessive in cui può incorrere chi “esercita una professione essenziale per l’esercizio della democrazia – queste le parole di Bruno Saetta – Il testo del disegno di legge sulla diffamazione prevede sì la cancellazione del carcere, ma non risolve la questione. Le pene pecuniarie sostitutive possono arrivare fino a 10.000 euro. Si rischia un automatismo pericoloso che non risponde a un criterio di proporzionalità tra sanzione economica e stipendi, soprattutto per i freelance”.

Assunti vs collaboratori. La differenza più importante tra professionisti assunti dalle testate e collaboratori è la tutela concessa dal contratto giornalistico: in caso di risarcimento danni il professionista è responsabile insieme al direttore della testata e all’editore. Nella maggior parte dei casi, anzi, un’assicurazione copre la somma da pagare stabilita dal giudice. Un tema fondamentale, mentre il disegno di legge è in discussione alla Camera dei Deputati, dopo l’approvazione avvenuta lo scorso ottobre in Senato. Il testo, infatti, acuisce le pene pecuniarie in caso di richiesta di risarcimento dei danni che potranno arrivare fino a 10.000 euro anche per i contenuti presenti sul web. Nell’era del giornalismo digitale, quindi, i rischi sono molteplici e hanno diverse sfumature. Per questo è importante conoscere adeguati strumenti di difesa.

I consigli di Sarzana. “I freelance, per proteggersi, possono fare solo due cose – afferma Sarzana – prestare grande attenzione a ciò che scrivono e registrare sempre le interviste che fanno”. Per dimostrare l’efficacia di questo suggerimento, Sarzana cita il caso di un giornalista tutt’altro che free lance: “In un articolo pubblicato il 28 marzo scorso Massimo Russo, direttore di Wired, anticipava le dimissioni di Alessandra Poggiani, direttrice di Agid (Agenzia per l’Italia Digitale, ndr), con una lunga intervista. Nel pezzo, Russo riportava anche delle pesanti dichiarazioni della Poggiani, che si scagliava contro il governo Renzi. Dopo la pubblicazione l’ex direttrice di Agid ha preso le distanze da ciò che era riportato nell’articolo con un post su Facebook. Sapete come Russo ha fermato le sue polemiche? Dichiarando di avere registrato ogni cosa, per altro con il benestare dell’intervistata”.

Registrazione sì o no? Registrare una testata giornalistica online ha aspetti sia positivi che negativi. Il maggiore vantaggio è che i contenuti pubblicati non possono essere sottoposti a sequestro preventivo, una regola introdotta dall’equiparazione con le testate cartacee. Lo svantaggio è che, in caso di querela per diffamazione, si rischia di incorrere nell’aggravante prevista per l’utilizzo del mezzo stampa. Allora come scegliere se registrare o meno la propria testata online? Sarzana fuga ogni dubbio: “Una volta mi capitò di difendere un blogger accusato di diffamazione per aver riportato testualmente un’inchiesta sul caso ‘Why not’ di due giornalisti dell’Espresso. Un magistrato in servizio a Catanzaro denunciò tutti e tre al tribunale di Roma per aver leso la sua reputazione. Gli autori dell’articolo furono assolti con formula piena mentre il blogger, giudicato in un processo parallelo, fu condannato, in primo grado, a un anno di carcere”. Un esempio semplice, ma significativo, per dimostrare come, alla prova dei fatti, le differenze di trattamento tra testate registrate e non registrate siano ancora evidenti.

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Ponte Armellina: i bambini senza pulmino per arrivare alla scuola del Gallo http://ifg.uniurb.it/2015/03/27/ducato-online/ponte-armellina-i-bambini-senza-pulmino-per-arrivare-alla-scuola-del-gallo/69160/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/27/ducato-online/ponte-armellina-i-bambini-senza-pulmino-per-arrivare-alla-scuola-del-gallo/69160/#comments Fri, 27 Mar 2015 21:34:25 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69160 REPORTAGE Cinquecento vite, una sola voce
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Bambini durante doposcuola a Trasanni

Bambini durante doposcuola a Trasanni

URBINO – La distanza che separa i bambini di Ponte Armellina dalla scuola elementare di Gallo di Petriano è breve, appena un chilometro. Da qualche anno, però, il Comune di Petriano ha deciso di non mettere più a loro disposizione lo scuolabus. Una scelta che ha avuto un effetto domino su altre due scuole del territorio e su molte famiglie.

Nei primi anni 2000, infatti, nel pieno del flusso migratorio, era stato stipulato un accordo tra il Comune di Urbino, quello di Petriano e la scuola di Gallo, rinnovato di anno in anno. La città ducale finanziava l’aiuto linguistico per i bambini stranieri, Petriano si occupava del trasporto – che per competenza sarebbe spettato a Urbino – e la scuola dell’accoglienza. Ma nel 2013 l’accordo non è più stato rinnovato, nonostante la richiesta dell’istituto.

REPORTAGECinquecento vite, una sole voce: “All you need is love”

Ormai da un paio d’anni, i bambini di “Urbino 2” – quasi tutti di origine straniera – sono iscritti alla scuola elementare di Trasanni che si trova a più di 6 chilometri da casa loro. Da Ponte Armellina, ogni mattina, passa lo scuolabus del Comune di Urbino che porta gli alunni a Trasanni, come previsto dal regolamento per il trasporto scolastico. Nonostante la distanza sia superiore, per le famiglie è questa la soluzione migliore. Molti non riuscirebbero, altrimenti, ad accompagnare i bambini a scuola, sia per motivi di lavoro che per mancanza di mezzi autonomi. Alcuni genitori di bambini italiani, però, non hanno accettato la novità e hanno deciso d’iscrivere i loro figli nelle scuole del centro. Per loro, a Trasanni, i bambini stranieri sono diventati troppi.

Un problema dei grandi. “Hanno paura che i loro figli non si integrino bene – dicono le maestre – ma il problema è solo degli adulti e delle istituzioni. Questa è una questione politica. I bambini fra di loro non fanno queste distinzioni. Una nostra alunna pochi giorni fa ha scritto ‘questa scuola mi piace perché anche se veniamo da Paesi diversi non siamo nemici'”. Un insegnamento importante anche per i più grandi.

I numeri. Sono 56 i bambini che frequentano la scuola della piccola frazione e il prossimo anno diventeranno 73. Quattro bambini, che oggi si trovano in quinta elementare, usciranno e 21 entreranno in prima. Di questi solo 6 sono italiani. Attualmente i bambini di origine straniera sono poco più del 50%, in particolare provenienti da Trasanni e Ponte Armellina. Piero Fraternale, responsabile dell’ufficio dei Servizi educativi del Comune, conferma quanto detto dalle maestre: “I bambini che vanno a Urbino sono i figli degli italiani – dichiara al Ducato – a parte chi si reca in centro per motivi di lavoro e iscrive lì i figli per comodità o per la diversa offerta formativa, gli altri non li iscrivono a Trasanni perché lì ci sono bambini stranieri”.

Verso una scuola unica. Nel suo mandato quinquennale il comune di Urbino ha deciso di occuparsi di questa situazione. “Ancora siamo in una fase embrionale, ma si sta valutando l’ipotesi di creare una scuola unica – dice Fraternale – come punto di aggregazione di tutte le frazioni, sia per i bambini delle elementari che per quelli delle medie, per evitare di creare scuole-ghetto”. L’assessore alle Politiche educative Lucia Ciampi dice al Ducato: “Ci sono moltissime scuole nel territorio di Urbino e tutte necessitano interventi di manutenzione e ristrutturazione consistenti, un polo unico potrebbe essere una soluzione” ma precisa che si tratta solo di un’intenzione: “Prima sarà discussa con i cittadini. Comunque senza un finanziamento non ci sono le risorse necessarie per un progetto simile” e sulla scuola di Trasanni dichiara: “È inutile negare che lì ci sia un problema di densità insostenibile di bambini extracomunitari che non hanno la possibilità d’integrarsi”.

Ma le maestre non sono d’accordo: “I bambini non hanno alcun problema d’integrazione né qui né quando arrivano alle scuole medie. Non sono le percentuali di bambini stranieri quelle che contano, ma i progetti e le risorse. Servono spazi più ampi e insegnanti. A Trasanni il prossimo anno ci sarà una prima classe numerosa come non mai e quello che preoccupa non è il numero di bambini stranieri, ma la mancanza di spazi necessari a garantire un adeguato percorso educativo. La soluzione non è la creazione di un istituto unico. A Trasanni servono interventi di allargamento e, inoltre, alcuni bambini potrebbero andare alla scuola del Gallo, opzione che oggi è loro preclusa. I Comuni di Urbino e Petriano devono aprire una riflessione su questo e confrontarsi di nuovo”.

“L’integrazione è un’altra cosa”. Antonio Cipollini, presidente dell’Associazione Alveare, che da anni lavora nella scuola della piccola frazione aggiunge: “L’integrazione non passa semplicemente da una diversa allocazione dei bambini nelle scuole. Ciò che conta veramente sono le metodologie didattiche, i programmi e l’organizzazione della scuola nel suo complesso e della società”. I bambini trascorrono solo una parte della giornata tra i banchi, ma i momenti di socializzazione e le occasioni di confronto – che, soprattutto a quell’età, sono fondamentali per la crescita del singolo quanto del gruppo – sono anche altri e si svolgono durante il resto della giornata: con lo sport, i giochi al parco e le attività nei centri di aggregazione. Anche qualora tutti gli alunni fossero accolti nella medesima scuola, ciascuno, al suono della campanella, tornerebbe a casa sua, ovunque questa si trovi. Quelli stranieri, allora, prenderebbero la strada per i quartieri dimenticati di Urbino”, come Trasanni e Ponte Armellina, dove queste opportunità mancano per la carenza di strutture e politiche adeguate e lo scambio e il confronto avvengono tra bambini di molte culture diverse, ma non con gli italiani, che là non ci sono. “Anche il progetto di riqualificazione del quartiere di Ponte Armellina non mi sembra lungimirante – dice Cipollini – non basta sistemare una casa o mettere dei tombini, lì manca tutto, per grandi e piccoli. Non un negozio, non un bar, nessun centro di aggregazione”.

Lo scuolabus: promesso, poi eliminato. Ma lo scuolabus di Petriano non è l’unico a creare problemi in questa vicenda. I bambini che da Trasanni vanno a scuola a Urbino prendono ogni mattina lo scuolabus, offerto come servizio aggiuntivo dal Comune. Secondo il regolamento di organizzazione del trasporto scolastico, però, l’area di Trasanni non rientra tra quelle di competenza delle scuole del centro città. Lo scuolabus è stato introdotto nel 2007 dalla precedente giunta comunale. Nel 2012, l’ex sindaco Corbucci ha deciso di limitare il servizio solo ai bambini iscritti a Urbino fino all’anno precedente. Per i nuovi iscritti il pulmino non era previsto. L’intenzione era quella di eliminare il servizio fuori competenza e, contemporaneamente, incrementare le iscrizioni alla scuola di Trasanni, all’epoca molto basse.

Quest’anno, però, dopo le insistenti richieste delle famiglie coinvolte, il sindaco Maurizio Gambini, come promesso in campagna elettorale, una volta eletto ha reintrodotto il servizio per tutti. Ma non per molto. “Si tratta di una misura eccezionale e temporanea – precisa Fraternale – e non riguarda solo Trasanni, ma anche i bambini che da Urbino vanno a Gadana e quelli che da Pallino vengono nel capoluogo”. Dall’anno prossimo infatti, il pulmino non passerà più. Anche se ancora non è stato emanato il nuovo regolamento per i trasporti scolastici, l’assessore Ciampi conferma: “I genitori sono già stati avvertiti. Non potranno fare affidamento su questo servizio per l’anno scolastico 2015-2016. I trasporti sono davvero caotici e bisogna mettere ordine rientrando nella competenza territoriale delle scuole anche per i trasporti comunali”.

 

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Ex L.a.r. Fermignano, cantiere fermo dal 2010. Casa di ratti e ranocchi, dove giocano i bambini http://ifg.uniurb.it/2015/03/24/ducato-online/ex-l-a-r-fermignano-cantiere-fermo-dal-2010-casa-di-ratti-e-ranocchi-dove-giocano-i-bambini/68982/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/24/ducato-online/ex-l-a-r-fermignano-cantiere-fermo-dal-2010-casa-di-ratti-e-ranocchi-dove-giocano-i-bambini/68982/#comments Tue, 24 Mar 2015 11:35:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68982 Dettaglio transenna forzata

Dettaglio transenna forzata

FERMIGNANO – È diventato un rifugio per gatti e ranocchi. Oggi, l’area dell’ex L.a.r. di Fermignano, non è altro che un cantiere abbandonato. Sovrastata da un’imponente gru abbandonata a se stessa, questa gigantesca opera incompiuta è ormai parte dell’arredo cittadino, con le sue vecchie recinzioni arrugginite e i buchi nella rete. È da lì che passano i bambini che entrano per giocare. Senza preoccuparsi dei ferri arrugginiti, delle impalcature instabili sulle quali si arrampicano e delle profonde pozze di acqua piovana nei piani interrati, mai drenate. Uno stato di abbandono lungo cinque anni.

Il piano per l’area ex L.a.r. Il progetto, presentato nel 2008, “Due piazze per una città” prevedeva la costruzione di 50 appartamenti, 10 uffici, una struttura di grande distribuzione e grandi spazi pubblici, con due piazze, di cui una coperta, per “favorire la coesione sociale nella cittadina”. “Non sono riusciti a vendere gli appartamenti, il cantiere costava molto e quindi non sono andati avanti” conferma il sindaco Giorgio Cancellieri al Ducato. Il piano è stato approvato dall’amministrazione comunale nel 2008 con una convenzione che prevedeva l’obbligo per la ditta costruttrice, la Gemma srl, di pagare gli oneri di urbanizzazione, cioè le opere pubbliche necessarie alla vivibilità del quartiere: marciapiedi, verde pubblico, lampioni e parcheggi.

Nello stesso anno, l’inizio dei lavori. Innanzitutto sono stati abbattuti i vecchi edifici e anche “La Vela”, un importante esempio di archeologia industriale, sotto la quale doveva sorgere la piazza coperta. Il progetto iniziale prevedeva di salvare la struttura ma gli accertamenti tecnici hanno stabilito che non era sicura. Ed è stata demolita. I lavori si sono bloccati nel 2010 dopo che la ditta costruttrice, la Gemma srl, aveva eretto solo un lotto di 20 appartamenti che sono rimasti allo stato grezzo. A causa della crisi infatti non c’erano le necessarie risorse economiche per proseguire con la realizzazione del progetto.

Ordinanze su ordinanze. Finiti i soldi, rimangono solo i muri scrostati e i calcinacci. Il tutto con numerosi problemi ai margini di un quartiere residenziale, a partire dalla presenza dei topi che si rintanano nell’edificio. All’inizio di ogni estate questi disagi obbligano il sindaco a firmare un’ordinanza che induca la Gemma srl ha effettuare gli interventi necessari per la derattizzazione, la messa in sicurezza dell’area e lo sfalcio dell’erba e che, dichiara Cancellieri, “viene tendenzialmente ottemperata dalla ditta costruttrice”.

La storia della zona. L’ex L.a.r. copriva un’area molto vasta di proprietà in parte del Comune e in parte della famiglia Sartori. Lo stabilimento, costruito tra il 1954 e il 1956, ospitava il mobilificio dei Laboratori Artigianali Riuniti. L’attività dell’azienda è cessata alla fine degli anni ’90 e l’area si è avviata a un lento decadimento. Per tentare di riqualificare la zona, il Comune di Fermignano ha partecipato a un bando regionale per ottenere un finanziamento pubblico. Si trattava dei “contratti di quartiere II” promossi dal governo Prodi nel 2002 che avrebbero concesso un finanziamento Stato-Regione (65% a carico dello Stato e 35% a carico della Regione) per la riqualificazione di alcune zone periferiche degradate. La graduatoria, pubblicata nel 2005, ha visto l’ex L.a.r. di Fermignano piazzarsi al 17° posto, su 33 progetti presentati in tutte le Marche. Di questi solo i primi undici hanno avuto accesso al finanziamento. Un anno più tardi, nel 2006, è sopraggiunta l’amministrazione Cancellieri che ha deciso di vendere la parte di terreno di proprietà comunale alla Gemma srl, costituita al 45% dall’immobiliare Sartori, al 45% dalla cooperativa edile di Predappio e al 10% dalla PiQuadro srl. “Una scelta assurda – dice Arpo Angeli, consigliere comunale di Sel – la posizione in graduatoria faceva ben sperare e Fermignano avrebbe potuto partecipare a un nuovo bando dei contratti di quartiere ed essere scelta”.  Bando che, però, non è più stato rinnovato dai governi successivi.

Il futuro dell’area. Oggi la Gemma srl, con l’aiuto di altri partner commerciali, ha intenzione di proporre un nuovo piano per la zona che tenga conto anche delle mutate esigenze abitative del territorio. Tra le varie proposte quella di creare un centro commerciale in superficie e terminare il lotto di 20 appartamenti ancora allo stato grezzo, garantendo, come previsto dalla convenzione con il Comune, gli stessi spazi pubblici previsti dal progetto originario. “L’azienda nel nuovo progetto – dice l’ingegner Alessandro Cioppi, socio della Gemma srl – vuole mantenere le parti comuni, ma terrà conto delle nuove esigenze di mercato vista la crisi edilizia ed economica”.

“Quando ancora i lavori andavano in pompa magna – dice Arpo Angeli - noi avevamo denunciato la mancanza di precisione e chiarezza nel progetto presentato e alla fine, come previsto, si è risolto tutto in un nulla di fatto” e aggiunge: “Nell’ultima variante al piano regolatore si è puntato molto sull’esaltazione delle storiche sette porte di Fermignano. Proprio di fronte a una di esse adesso stanno costruendo la nuova Conad che coprirà la vista della torre. Non è solo un problema estetico. Quel supermercato era previsto nel progetto di riqualificazione dell’ex L.a.r. e, a causa dei ritardi, ora sorgerà nel posto sbagliato”.

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Una capsula del tempo a Fermignano: il presente sigillato per 100 anni http://ifg.uniurb.it/2015/02/26/ducato-online/una-capsula-del-tempo-a-fermignano-il-presente-sigillato-per-100-anni/66456/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/26/ducato-online/una-capsula-del-tempo-a-fermignano-il-presente-sigillato-per-100-anni/66456/#comments Thu, 26 Feb 2015 10:55:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66456 Percorso-capsula-del-tempo

Il percorso della capsula del tempo

FERMIGNANO – Cosa lascereste a chi vivrà tra cento anni? Lettere, giornali, pennette usb, cd, foto, manoscritti e molto altro ancora, a ciascuno la sua preferenza. Sarà proprio questa la scelta che dovranno fare gli abitanti di Fermignano che il 29 marzo si troveranno in piazza per riempire una capsula del tempo che sarà aperta dai loro pronipoti nel 2115.

L’idea, nata dopo il Palio della Rana del 2014, è stata lanciata da Emanuele Bertoni, professore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e accolta con entusiasmo dalla contrada La Pieve che organizza l’evento. “Avevamo raccolto dei soldi dopo il palio – dice Paolo Brandi della Pieve – e abbiamo deciso di investirli in un progetto che fosse utile per l’aggregazione della comunità di Fermignano”.

La cerimonia si celebrerà in piazza Garibaldi dalle otto del mattino fino alle tre di pomeriggio e vedrà la partecipazione di cittadini, scuole e associazioni che potranno portare un oggetto da inserire nella capsula di acciaio. “L’importante è che non si tratti di cose deperibili o pericolose e soprattutto – dice Marco Genga della contrada La Pieve – di dimensioni ridotte, non più grandi di un dizionario, di modo che tutti possano partecipare lasciando un ricordo”.

Ad ogni partecipante verrà scattata una Polaroid con l’oggetto prescelto. Le immagini saranno messe ad asciugare nella piazza principale, creando una fila di cartoline appese. Inoltre sarà creato un registro in doppia copia nel quale saranno inseriti i dati di ogni persona e, in breve, il perché della scelta effettuata. Dopodiché gli oggetti, messi sottovuoto, saranno inseriti dentro il contenitore insieme alle foto ricordo.

La capsula, delle dimensioni di 1,25 x 2,5 metri, una volta riempita, sarà chiusa con dei rivetti, e caricata sopra un camion con la gru. A quel punto un corteo partirà dalla piazza fino a monte Ca’ Paino. Lì il contenitore sarà seppellito in un terreno concesso dal Comune di Fermignano. Per tutelare la capsula del tempo ed evitare che sia aperta prima del previsto è anche stata creata una società che celebrerà l’evento con una festa ogni cinque anni, fino al 2115.

L’iniziativa,  patrocinata dal Comune e dalla Pro Loco, non sarà solo un modo per lasciare un segno del proprio passaggio nel tempo, né semplicemente un regalo ai posteri, ma in particolare un evento per promuovere la coesione sociale nel piccolo borgo.

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Pulizia della ferrovia Fermignano-Urbino, volontari al lavoro sabato http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-notizie-informazione/pulizia-della-ferrovia-fermignano-urbino-volontari-al-lavoro-sabato/66337/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-notizie-informazione/pulizia-della-ferrovia-fermignano-urbino-volontari-al-lavoro-sabato/66337/#comments Tue, 24 Feb 2015 16:23:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66337 [continua a leggere]]]> URBINO, 24 FEB- L’Associazione Ferrovia Valle Metauro lancia un appello alla cittadinanza per la pulizia della tratta ferroviaria Fermignano – Urbino. L’appuntamento è fissato per sabato 28 febbraio alle 7 al “Casello dell’Antonia” a Fermignano. I volontari effettueranno la pulizia dei binari in vista della Festa delle ferrovie dimenticate che si terrà all’ex stazione di Urbino l’8 marzo.

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Fotografa i panni stesi, l’idea urbinate che ha stregato Instagram http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/fotografa-i-panni-stesi-lidea-urbinate-che-ha-stregato-instagram/66181/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/fotografa-i-panni-stesi-lidea-urbinate-che-ha-stregato-instagram/66181/#comments Tue, 24 Feb 2015 09:46:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66181 URBINO – Un filo di panni appesi tra i vicoli del centro storico di una città d’arte italiana. Non è la pubblicità di un detersivo per il bucato, né una protesta contro un’ordinanza sul decoro urbano, è l’immagine simbolo dell’hashtag che sta spopolando su Instagram.

#notmypanni è la trovata di un giovane studente di scienze della comunicazione dell’Università di Urbino, Marco Usai. A metà ottobre, mentre il giovane fa da cicerone a due sue amici per i vicoli della città ducale, all’altezza di via Santa Maria viene colpito da un’infilata di panni stesi ad asciugare al sole che ricopre tutta la facciata di un palazzo. Per scherzo si rivolge ai ragazzi dicendo “Potremmo creare un hashtag: #notmypanni, no?” In poche ore Marco passa dallo scherzo alla realtà e lancia la sua idea sui social media, Instagram e Twitter.

Il successo è immediato, in meno di quattro mesi il tag unito a foto e luogo dello scatto è stato usato 1500 volte. Il profilo Instagram @notmypanni conta 700 follower e ha un ottimo tasso di engagement, cioè di interazione degli utenti con l’account (attraverso i commenti e i like).

Vestiti di ogni tipo, dalla biancheria all’abito da sera, con una predilizione per i capi colorati in contrasto con le tinte unite dei palazzi alle loro spalle. Fili su fili, in alcuni casi singoli e ordinati, in altri multipli e caotici, sospesi sull’acqua dei canali veneziani o sulle strade trafficate delle metropoli italiane.

Il contagio dei panni stesi tocca tutta l’Italia e non solo. Il profilo ufficiale contiene foto da Urbino, Venezia e Siena, cioè i luoghi visitati dal team composto da Marco detto @gusions sui media, Alessandro Bordoni alias @ilcavallopazzo e Silvana Di Puorto, su Instagram @sildipi, e alcuni repost da Napoli, Cagliari e Genga, vicino ad Ancona.


“La diffusione dell’hashtag ci ha resi davvero orgogliosi” dice Marco. #notmypanni infatti ha coinvolto tante altre località da nord a sud Italia e non mancano anche le foto provenienti da città straniere: Marrakech e Londra, solo per citarne un paio. Il soggetto è sempre lo stesso, un filo di panni stesi, in un caso ad asciugare al sole, nell’altro a bagnarsi sotto la pioggia.


Ma il progetto potrebbe non fermarsi qui, anche se il promotore non vuole svelare che cosa ha in mente. “Nei prossimi giorni sui canali social ne vedrete delle belle – dice Marco – e per quel che riguarda me, sono sempre alla ricerca di panni stesi. Se vedete un pazzo che fotografa balconi strani non preoccupatevi, sono io, @gusions”.

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Attraversamenti pedonali, Urbino sperimenta segnaletica di sicurezza a Santa Lucia http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/attraversamenti-pedonali-urbino-sperimenta-segnaletica-di-sicurezza-a-santa-lucia/66065/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/24/ducato-online/attraversamenti-pedonali-urbino-sperimenta-segnaletica-di-sicurezza-a-santa-lucia/66065/#comments Tue, 24 Feb 2015 08:32:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66065 Il sistema di segnalazione sperimentale per l'attraversameto pedonale a Santa Lucia

Il sistema di segnalazione sperimentale per l’attraversameto pedonale a Santa Lucia

URBINO – Un segnale luminoso che rende più sicuro l’attraversamento pedonale a Santa Lucia. Il Comune di Urbino ha installato un nuovo sistema di sicurezza per chi attraversa di notte viale Antonio Gramsci.

Si tratta di un palo alto circa un metro con una testa sensibile che se premuta s’illumina attivando un fascio di luce che segnala l’attraversamento agli automobilisti.

La ditta proponente è la Mezzanotti Automation Company che ha offerto al Comune di Urbino di provare il suo prodotto gratuitamente. Il sistema è stato sperimentato per la prima volta in Svizzera dove i risultati sono stati sorprendenti. La ditta parla di una diminuzione degli incidenti del 70 – 75%.

“Si tratta di un esperimento e se avrà successo il nuovo sistema verrà applicato a tutti gli attraversamenti pedonali” ha detto il sindaco Maurizio Gambini. La nuova segnaletica è stata installata la scorsa settimana ed è in funzione da giovedì 19 febbraio.

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