il Ducato » Rita Rapisardi http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Rita Rapisardi http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Un anno di Gambini: il “non politico” promosso (in parte) dalle opposizioni http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/#comments Wed, 06 May 2015 15:51:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73172 PRESIDIO EXPO La Data apre il 20 maggio: ma senza marciapiede]]> Il sindaco Maurizio Gambini

Il sindaco Maurizio Gambini

URBINO – In campagna elettorale si è definito “uomo del fare prestato alla politica”. E in effetti Maurizio Gambini è orgoglioso delle sue origini, come ha ripetuto anche al Ducato durante un faccia a faccia con la redazione al completo. Viene da una famiglia di piccoli agricoltori: sei sorelle e un fratello.

Un “non politico” che però siede in Consiglio comunale dal 1999. Eletto con i Democratici di sinistra, dieci anni dopo ha detto addio al suo partito formando una sua lista civica “Liberi per cambiare”, appoggiata dalle forze che per anni sono state la sua opposizione: Forza Italia e Ncd, ma anche Verdi e Udc. Una rottura in favore dei cittadini, ha sempre detto, contro un Pd che “continua a governare per i suoi interessi”.

Un’indipendenza che lo ha portato l’estate scorsa a essere eletto primo cittadino, abbattendo una delle roccaforti della sinistra, inviolata per quasi settant’anni, dal secondo dopoguerra. Al Ducato aveva detto, ricordando Enrico Mattei, “se diventassi sindaco la mia priorità sarebbe quella di ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata”.

Il municipio di Urbino

Il municipio di Urbino

È passato quasi un anno dall’8 giugno, giorno in cui ha vinto il ballottaggio con Maria Clara Muci, candidata del centrosinistra, ed è diventato sindaco. Ora è tempo di primi bilanci.

alcolOrdinanza anti-alcol

Il divieto di bere in piazza è il provvedimento di questa Giunta che più sarà ricordato. È il 16 ottobre quando Gambini firma un’ordinanza, poi diventata regola a gennaio, con con cui si vieta il consumo di alcool in luoghi pubblici e al di fuori dei locali per tre metri. Un provvedimento contro le notti brave del giovedì, voluto per contenere la movida urbinate mal sopportata dagli abitanti del centro storico. Nello specifico: non è possibile far uso di sostanze alcoliche all’aperto e – dalle 20:30 alle 7 – è vietato anche detenerle e trasportarle, pena 100 euro di multa.

Una mossa che ha causato non poche polemiche soprattutto tra i giovani che si sono visti privare della loro libertà. Da subito gli studenti hanno chiesto un tavolo di confronto con la giunta, ma hanno aspettato fino al 4 maggio. La linea del sindaco però non è cambiata: l’ordinanza non si tocca.

Dall’altra parte abitanti e baristi, nonostante il calo delle vendite degli alcolici, si dicono soddisfatti: la città è pulita, anche i bagni pubblici, la notte non si rimane svegli fino all’alba e il venerdì mattina non tocca imbattersi in cocci di vetro e sporcizia.

Ma c’è chi, come M5S e Verdi, ai divieti vuole aggiungere educazione ambientale. Pur riconoscendo la validità dell’ordinanza credono che la sola proibizione non basti a riqualificare la piazza. Contro il degrado del giovedì sera propongono cassonetti per la differenziata che in cambio della bottiglia diano un contributo, ad esempio un buono da spendere nei negozi del centro. Un fare ripreso dai paesi del nord Europa che innesca meccanismi positivi: “Deve esserci un riconoscimento: bisogna capire che l’ecologia è economia”, dice Gianluca Carrabs dei Verdi.

Vittorio_SgarbiRilancio culturale

Vittorio Sgarbi è per molti la vera novità di questa giunta. Con il suo spirito travolgente e spesso irriverente, è riuscito a portare all’ombra dei Torricini mostre capaci di attrarre centinaia di visitatori. Leonardo, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Prospero Fontana sono solo alcuni dei nomi giunti nella città ducale in mostre ed esposizioni. Importante anche l’apertura di un nuovo spazio culturale: la Casa della poesia. Anche se molti urbinati ancora non la conoscono, l’ex museo della città non solo ospiterà iniziative culturali, ma anche un archivio sonoro per ascoltare le voci di 100 poeti.

Per molti cittadini l’assessore a Rivoluzione, cultura e agricoltura è riuscito a sdoganare l’immagine di città rinascimentale e rilanciare Urbino grazie alle attività culturali. “In un periodo morto come Natale, dove la città si svuota, quest’anno abbiamo registrato 26mila presenze: tutto merito della Bella Principessa a Palazzo Ducale”, ha detto Gianluca Carrabs, Verdi. E dopo il periodo natalizio il ciclo di mostre pasquali, con quattro mostre, tra cui i nudi di Mannelli, che hanno creato molte polemiche perché esposti a ridosso della festa cristiana, e quello di Cleopatra.

Anche per il Movimento 5 Stelle la giunta sta lavorando molto in questa direzione, positive le aperture domenicali e le tante mostre giunte in città, ma sono le modalità a essere criticate: “Sgarbi porta gente ma non ha un programma preciso. Cosa lascerà in eredità? Niente. Una scelta personalistica non paga per il futuro”. Una grave pecca, secondo qualcuno, sta nei mancati accordi con gli operatori turistici: brochure fantasma e poca pubblicità, così si erano lamentati al Ducato gli albergatori.

Turisti in piazza Duomo

Turisti in piazza Duomo

Arriva la tassa di soggiorno

Il primo giugno entrerà in vigore la tassa di soggiorno. Sono più di 500 i Comuni che in tutta Italia hanno adottato l’imposta di pernottamento (o la tassa di sbarco).

Un punto su cui Gambini si è contraddetto, visto che aveva dedicato uno dei punti del suo programma elettorale a questo tema: “No alla tassa di soggiorno, che penalizzerebbe ulteriormente il già asfittico turismo urbinate!”.

Per alcuni la tassa è un peso per i turisti che vengono in città, soprattutto per Urbino che non vanta flotte di visitatori. “Non deve essere vista come una rapina, ma come una necessità”, ha detto l’assessore Sgarbi.

Non sono dello stesso parere però gli albergatori: “Positiva solo se il ricavato è investito nel turismo, non per tappare i buchi del bilancio”.

La Data di Urbino

La Data di Urbino

Data e spazi per studenti

L’aveva detto a febbraio al Ducato e così sarà. La Data riaprirà per Expo. Gambini l’aveva promesso anche prima di diventare sindaco: riaprire lo spazio e farlo diventare un luogo di cultura e arte, con l’esposizione di prodotti enogastronomici. Venticinque aziende del territorio venderanno in un “Bistrot” le loro prelibatezze, su modello Eataly.

Alle ex scuderie del duca però potrebbe toccare anche un altro ruolo. Essere la risposta a un altro grande problema della città: spazi ricreativi per gli universitari. Gambini ha aperto uno spiraglio agli studenti che da anni chiedono alle giunte che si susseguono, luoghi adeguati per cultura, arte e divertimento.

Una grande mancanza per una città nota non solo per le sua bellezza rinascimentale, ma anche per essere città-campus. Entro l’estate sarà indetto un bando, Gambini lo ha definito un “concorso di idee”, indirizzato alle associazioni degli studenti.

Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

Viabilità e isolamento

La superstrada Fano–Grosseto e la ferrovia Fano–Urbino, sono le due grandi opere incompiute che riguardano la città ducale e la isolano dal resto del territorio. La prima non è più prioritaria per il ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi.

Il sindaco si è sempre detto favorevole al ripristino della ferrovia chiusa nel 1987: “E’ un’infrastruttura fondamentale per il territorio, il suo valore, al di là dei costi, non è calcolabile: servizi, lavoro e turismo sono solo alcuni dei vantaggi”. E anche in regione si preoccupano che la ferrovia non cada nel dimenticatoio. Il presidente Gian Mario Spacca ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la revoca del decreto di dismissione.

Sull’aspetto parcheggi: dal primo giugno entrerà in vigore la nuova ordinanza sulla viabilità del centro storico. Nella riorganizzazione le possibilità di parcheggiare dentro le mura diminuiscono: la sosta massima sarà di un’ora – contro i 40 minuti di attuali – e solo negli stalli, cioè dove i parcheggi sono disegnati (esclusi residenti, invalidi, commercianti che godono di agevolazioni). “Il centro storico deve ritrovare il suo decoro, bisogna limitare traffico e parcheggio e utilizzare le strutture predisposte, come Mercatale e Santa Lucia”.

Compravendita con Marche Multiservizi

L’operazione di compravendita di azioni con Marche Multiservizi

Marche Multiservizi

Il 12 dicembre si è conclusa l’asta pubblica che ha portato alla vendita di azioni per  1 milione e 300mila euro di Marche Multiservizi. Una mossa che ha permesso di chiudere il bilancio con un disavanzo di 1 milione e 700mila euro, rispettando così il patto di stabilità. Per alcuni soldi facili che hanno permesso di chiudere in attivo, ma a scapito della vendita di beni comuni. Una modalità che, come quella della vendita di immobili già fatta in passato, non porta investimenti e prospettive future. C’è chi propone come il M5S di prendere la strada degli acquisti collettivi: un crowdfounding di quote da parte dei cittadini, che diventano azionisti.

Rimane irrisolto il futuro dell’ex rudere Megas: restituito a Marche Multiservizi da Hera. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini c’è l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato e riqualificare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

Marche Multiservizi – aveva detto il sindaco al Ducatoprenderà in affitto circa 600 mq dei locali con un canone annuo di 140mila euro, per un minimo di 12 anni. Si parla di un investimento da 3 milioni di euro. Con questa operazione risparmieremmo 350mila euro di affitti, evitando così anche ai cittadini il problema di spostarsi in diverse zone della città per recarsi nei vari uffici”.

Intanto qualcosa è stato fatto. Il magazzino comunale adiacente al rudere, danneggiato dal nevone 2012, è stato ristrutturato e messo in sicurezza; a breve gli uffici per i lavori pubblici si trasferiranno lì, con un risparmio di 18mila euro di affitto annuo pagati a un privato.

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Urbino due

Ponte Armellina (noto a tutti come Urbino due) è un quartiere a poco più di 15 chilometri dal centro storico, e che da numerose giunte aspetta di essere riqualificato. Una zona isolata famosa tra gli urbinate per essere centro di delinquenza e spaccio, spesso ignorata, ma che vive nel disagio: case degradate, nessun esercizio commerciale o attività, manca anche il pulmino per i bambini delle elementari, costretti a fare un chilometro a piedi.

Ora il via ai cantieri dovrebbe esserci quest’estate. Con l’ok del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha assegnato quattro milioni di euro, l’amministrazione comunale si prepara a risolvere problemi urbanistici: illuminazione, fogne e marciapiedi. Il Comune con l’Erap ha anche deciso per l’acquisto di alcuni immobili, un prezzo tra 9mila e 10mila euro, considerato il loro valore sul mercato tra gli 8-15mila euro.

Il consiglio comunale di Urbino

Il consiglio comunale di Urbino

Le critiche dalle opposizioni

L’impegno di questa giunta è evidente per le altre forze politiche. A partire dalle piccole cose come l’arredo urbano, taglio dell’erba, strade, polizia. Manca però – secondo i consiglieri di opposizione in Consiglio – una strategia sul futuro della città, come il rilancio dell’occupazione, la ripopolamento del centro storico e l’incentivazione del commercio. Insomma: cose positive anche su turismo e cultura, ma manca “una visione integrata”, nelle parole di Federico Scaramucci, segretario del Pd di Urbino.

Una mancanza sottolineata  dal Movimento 5 Stelle è la gestione di Ca’ Lucio. Per il sindaco è importante mantenere la vigilanza e apprezza la conduzione della passata giunta. La discarica è strettamente collegata alla raccolta differenziata: “Il Comune ha interesse perché ci siano più rifiuti (perché in gestione a Marche Multi Servizi, ndr) e quindi non investe nella raccolta differenziata”.

Questo costa agli urbinati 14 euro in più per tonnellata in bolletta, denuncia Emilia Forti, capogruppo pentastellato, a causa del mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, come previsto da legge nazionale. E sulla chiusura, uno degli obiettivi di Gambini è di dismetterla entro fine legislatura, le opposizioni sono scettiche: prima di sette anni non si può chiudere secondo quanto dice il sindaco.

Urbino, piazza Duomo

Urbino, piazza Duomo

In tema di rivalutazione del centro storico, da segnala la vicenda delle “residenze di qualità“, un progetto presentato ma che ha cambiato volto per mancanza di fondi. Il piano “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole: adesso invece sarà dedicato ai turisti. Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città.

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Terremoto Nepal, la madre dell’alpinista fanese: “Pietro e Gianluca stanno bene” – AUDIO http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/terremoto-nepal-la-madre-dellalpinista-fanese-pietro-e-gianluca-stanno-bene-audio/72637/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/terremoto-nepal-la-madre-dellalpinista-fanese-pietro-e-gianluca-stanno-bene-audio/72637/#comments Mon, 27 Apr 2015 11:23:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72637 L'epicentro del sisma a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara

L’epicentro del sisma a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara

URBINO – Al momento del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito il Nepal, sabato 25 aprile, si trovavano ai piedi dell’Everest, sono Pietro Marcucci, 49 anni, e Gianluca Cantiani, 50 anni, due amici alpinisti di Fano. Ora stanno bene e hanno avvertito le famiglie con una breve chiamata in cui non hanno potuto però dare dettagli sulla situazione. La madre di Marcucci ha parlato con il Ducato al telefono: “Si trovavano lontani dall’epicentro e hanno avvertito solo in parte la scossa. Ci hanno detto solo poche parole, una breve telefonata per rassicurarci, le comunicazioni sono difficili”. Ora i due amici aspettano di rientrare in Italia, “forse il 10 maggio, l’importante è che stiano bene” ha aggiunto la madre di Marcucci.

Marcucci è proprietario di una nota oreficeria nel centro di Fano, mentre Cantiani è tecnico al Comune nella sezione servizio manutenzione. I due erano arrivati in Nepal una settimana fa e secondo i programmi avrebbero dovuto scalare la cima più alta del mondo. Il gruppo partito prima di loro non ha invece potuto evitare il sisma; già impegnati nella scalata sono morte 18 persone travolte da una valanga provocata dall’onda sismica.

Tre turisti marchigiani salvi. Oltre a loro altri tre turisti marchigiani hanno contattato le famiglie e stanno bene. Si tratta dell’avvocato Francesco Tardella di Ancona, specializzato in diritto fallimentare ed ex presidente del Rotary Ancona-Conero, e due turiste di Senigallia, Claudia Greganti, 38 anni, e Tiziana Cimarelli, 58 anni.

I tre erano diretti da Kathmandu a Chitwan per visitare un parco nazionale. Al momento del terremoto erano a bordo di una jeep quando una frana li ha travolti. Non hanno riportato ferite gravi, solo qualche escoriazione, ora aspettano di rientrare in Italia.

Giuseppe Antonini, speleologo di Ancona, ha telefonato ai famigliari per rassicurarli, sta bene e starebbe tentando di raggiungere la capitale del Nepal.

Le vittime italiane. E sarebbe stato proprio Antonini a informare della morte della collega Gigliola Mancinelli, medico e speleologa di Ancona, assieme al trentino Oskar Piazza, i cui nomi figuravano nella lista dei dispersi. Le prime due vittime italiane confermate sono invece sono Renzo B. e Marco P., morti sabato, travolti da una frana mentre erano impegnati a 3500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. I cadaveri sono stati recuperati sul posto. Lo hanno riferito all’Ansa due loro compagni di spedizione che si trovano a Kathmandu. Sempre nella capitale sono stati ricoverati in ospedale altri due della spedizione: Iolanda M., ferita, e Attilio D., illeso.

Intanto è salito a 4100 il bilancio ufficiale delle vittime reso noto dalla polizia. I feriti sono oltre 6800. La maggior parte delle persone che ha perso la vita si trovava in Nepal, ma ci sarebbero vittime anche sarebbero 66 i decessi in India, 25 in Tibet e 17 in Cina. Il terremoto è il più forte ad aver colpito il paese negli ultimi 80 anni, dopo quello del 15 gennaio del 1934, un sisma di magnitudo 8 che devastò le città di Kathmandu, Munger e Muzaffarpur, con più di 11 mila morti, e lo Stato indiano del Bihar, dove persero la vita in oltre 7 mila.

La terra continua a tremare, sono state registrate oltre 45 scosse, sopra i 4,5 di magnitudo, nelle ultime 24 ore. Secondo la Farnesina sarebbero 40 i connazionali irreperibili, anche se sono oltre 300 gli italiani già rintracciati sul posto.

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Al festival della cultura si accendono le radio: pubbliche e private http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/al-festival-della-cultura-si-accendono-le-radio-pubbliche-e-private/72227/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/al-festival-della-cultura-si-accendono-le-radio-pubbliche-e-private/72227/#comments Sat, 25 Apr 2015 21:18:24 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72227 Festival giornalismo culturale 2015

“Dov’è la cultura oggi? La Radio”, conferenza della 3a edizione del festival del giornalismo culturale

FANO – In radio la cultura si fa. Di questo sono convinti tutti i partecipanti al terzo panel del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino e Fano “Dov’è la cultura oggi? La Radio”. Molte voci però sono del servizio pubblico, e la sostenibilità del sistema è presto divenuto tema di dibattito. Ma riconosciuti gli indubbi meriti del mezzo – un medium antico ma moderno, leggero capace di arrivare ovunque anche dove le immagini non possono – rappresenta anche una cartina di tornasole della libertà di espressione di un paese.

‘In onda’ abbiamo Andrea Borgnino, Radio Rai, Daria Corrias, Rai Radio3 (intervistata dal Ducato), Pietro Del Soldà, Rai Radio3, Marina Lalovic, giornalista, Federica Manzitti, Radio Città Futura, Enrico Menduni, Università di Roma Tre, Lorenzo Pavolini, Rai Radio3, Igiaba Scego, scrittrice e Simone Spetia, Radio 24 (intervistato dal Ducato). A coordinare Giorgio Zanchini, giornalista Rai conduce Radio anch’io.

Crisi delle radio pubbliche.  In molti paesi europei il sistema della radio pubblica è in crisi. Ne parla Andrea Borgnino, Radio Rai, raccontando in particolare il caso di Radio France: 28 giorni di sciopero. Dopo quattro settimane la protesta si è estesa all’80% dell’organico. Radio France non ha dato notizie per quasi un mese, ha trasmesso solo musica 24 ore su 24, non ha ceduto neanche alle elezioni dei dipartimenti e alla caduta dell’aereo della Germanwings. Il governo ha dovuto cedere. Per Borgnino un modello di radio esclusivamente finanziato dallo stato (Radio France trasmette solo mezz’ora di pubblicità al giorno e di tipo istituzionale) non è più sostenibile. Un aumento degli spazi pubblicitari come è stato ipotizzato, per molti non è la soluzione anzi potrebbe causare la fine del mercato. Situazioni simili in Spagna, Portogallo e non resta fuori neppure l’Italia. La radio pubblica è in crisi. “Un modello di questo tipo – conclude Borgnino – è sostenibile solo in Inghilterra, dove se denunci chi non paga il canone paghi la metà”.

Elementi positivi però ci sono: “La radio è l’unico medium dove la vendita pubblicitaria è cresciuta: del 5% in Italia, addirittura del 7,2% in Inghilterra – continua Borgnini – gli investimenti positivi oggi riguardano solo la radio: in tv i prezzi sono in picchiata, così come per la carta stampata. Per i siti di informazione la situazione non è diversa. Questo giocattolo antico continua a piacere al pubblico”.

A fare “contestazione morbida” è Simone Spetia, giornalista di Radio24, che cita la professoressa di Oxford Mariana Mazzuccato: “Solo lo Stato può mettere in campo capitali pazienti perché vengano fatte innovazioni” al posto delle aziende: il dibattito rimane aperto. Ma dalla sua Spetia dice che anche le radio private, come Radio24, possono fare cultura. Lui stesso nel 2011 è stato protagonista di Gazzettino del Risorgimento, trasmissione creata per i 150 anni di Unità d’Italia. La storia da Garibaldi alla Breccia di Porta Pia versione giornale radio. Un programma possibile anche perché oggi sono cambiati i mezzi di riproduzione: il materiale non è stato raccolto da quattro ricercatori chiusi in biblioteca, ma dagli archivi di Google Plus. “Ormai si fanno servizi con gli smartphone – continua Spetia – in Rai si muovono in tre per fare qualsiasi cosa”.

A difendere la produzione pubblica ci pensa in primis Giorgio Zanchini, e gli altri interessati senza però negare le difficoltà

Mentre Pavolini si sfoga accusando la Siae, organo tutto italiano, di fagocitare molti contributi che andrebbero spesi per altro.

A metà strada tra pubblico e privato c’è Radio Città Futura rappresentata da Federica Manzitti. Una radio che non è pubblica ma prende anche finanziamenti dallo stato. “Vogliamo fare cultura in modo che non sia solo una chiacchierata telefonica che non restituisce fisicità e pensiero”, dice Manzitti, che parla con orgoglio di una stazione che ha sposato a pieno le potenzialità di linguaggi diversi da quello radiofonico: ha un canale digitale terrestre, YouTube e sito che riproducono le puntate anche in video, Twitter e Instagram poi sfruttano lo scritto e le immagini.

A portare lo “sguardo da dentro a fuori” come dice Zanchini, ci pensano due giornaliste multiculturali. Sono Marina Lalovic, serba, nata nell’ex Jugoslavia e trasferitasi in Italia nel 2000. Lei ha vissuto sulla sua pelle il monopolio di Stato, sotto il regime di Tito, nell’informazione e nella vita della gente: “Quando c’è una guerra non ci sono sfumature, la prima cosa che si fa è interrompere le comunicazioni – dice la Lalovic – la radio si poneva come contraddizione in termini: mentre facevamo la guerra l’unica finestra sul mondo erano le radio indipendenti, come b92, che esiste ancora oggi: una radio che in quel momento aveva il valore di un social media”.

I conduttori alzavano solo la cornetta, per dar voce alle persone, “affamate e vogliose di stare insieme”. E anche una Lalovic 16enne contribuiva chiamando e commentando, oggi è convinta di una cosa: “Se in Italia si ascoltasse la radio per un mese e poi per il mese successivo solo la televisione, sembrerebbe di stare in due paesi diversi”.

L’altra voce da fuori è Igiaba Scego scrittrice italosomala, che inizia ricordando il suo paese di origine, dove fino al 1974 le lingue per i documenti scritti erano solo l’italiano e l’arabo. “La radio dava la conoscenza anche quando mancava scolarizzazione”, dice pensando alla nonna analfabeta, “una delle persone più colte mai conosciute”. La Scego sposta il discorso su un problema che oggi non riguarda solo radio, ma tutti i media: “Nonostante l’Italia sia un paese multiculturale non accetta gli autori e le voci di autori stranieri”.

Come i figli di migranti, scrittori in lingua italiana definiti non come letteratura italiana, ma in base al loro paese di provenienza. La Scego cita Tutti stranieri un’esperienza multietnica: per un giorno i programmi di Radio3 li hanno condotti persone di origini non italiane: “Un esempio di cosa può essere la radio mischiando le persone”.

“Non è solo parlare di stranieri – aggiunge la Scego – ma creare una radio meticcia, cosa che in Italia manca”. Il rischio è però che rimanga un episodio isolato, concentrato in una sola giornata, un modo per sconfiggere gli sbagli dei media: come nella narrazione delle tragedie in mare non bastano e non reggono quanto accade. “Nella radio non si vede il colore della pelle. La radio unisce quello che l’immagine divide” conclude Menduni.

Foto di Libero Red Dolce

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Quando il data journalism spiega l’informazione italiana http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/hackathon-quando-il-data-journalism-spiega-linformazione-italiana/70854/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/hackathon-quando-il-data-journalism-spiega-linformazione-italiana/70854/#comments Fri, 17 Apr 2015 11:09:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70854 hackathonPERUGIA – Al Festival internazionale del giornalismo di Perugia capita anche di passare al di là della cattedra ed essere parte attiva dell’evento. È quello che può succedere durante una maratona di informatici e giornalisti, in gergo “hackathon”.

Come si fa informazione con i dati? Quali domande si pongono gli esperti di informatica prestati al giornalismo? Cercano i loro “fatti” in tabelle, database, archivi in giro per l’universo web. Leggono i dati, li organizzano e li rendono accessibili a tutti i lettori attraverso infografiche. Il passaggio in più è nella mente del giornalista, che anche da una serie di numeri o un grafico di Twitter sa cogliere la “notizia”.

DataMediaHub ha organizzato il primo hackathon dedicato ai media italiani. Un evento in due giornate, la prima il 16 aprile dalle 9.30 alle 20 con il laboratorio e il 17 aprile con una presentazione in un pitch pubblico.

Un appuntamento aperto a tutti. Basta scegliere il tema e inserirsi in uno dei gruppi di lavoro. A gestire le fila della giornata alcuni dei giornalisti che lavorano nei principali giornali online di datajournalism: Alessio Cimarelli, cofondatore di Dataninja, Mara Cinquepalmi, coordinatrice GiUliA Emilia Romagna, Francesca Clementoni, Radio Città Fujiko, Andrea Nelson Mauro, cofondatore Dataninjia, Pier Luca Santoro, DataMediaHub e Lelio Simi, cofondatore di DataMediaHub.

I quattro team sono nati intorno ad alcune tematiche calde del giornalismo italiano: bilanci dei gruppi editoriali, audience web, media e genere e social.

Follow the money. Il primo gruppo analizza i bilanci dei sei principali gruppi editoriali italiani: che dati emergono dai rendiconto di chi dell’informazione oggi è padrone? A partire da un lavoro già pubblicato da DataMediaHub a metà 2014 si è provato a rispondere.

“Tutto inizia con una buona domanda” spiega Lelio Simi, cofondatore del sito. E l’interrogativo che si è posto il giornalista nei mesi che hanno preceduto il festival è stato: “Qual è lo stato di salute dei quotidiani italiani?”. Da qui nasce l’idea di fotografare l’andamento economico dei sei maggiori gruppi editoriali (Rcs, Mondadori, 24Ore, Poligrafici, Espresso e Caltagirone Editore) attraverso grafici che permettano ai lettori di capire immediatamente e senza sforzo la situazione. Il tutto basato su tre parametri: fatturato, spese operative e ricavi da pubblicità.

Il quadro che emerge dall’indagine è impietoso: i ricavi complessivi dei quo­ti­diani e dei perio­dici in Italia, per quanto attiene l’advertising, è pas­sato dai 1.588 milioni di euro del 2012 ai 1.252 milioni del 2013 con una fles­sione in un solo anno di 306 milioni, che per­cen­tual­mente cor­ri­sponde a un meno 21,2. Gli investimenti pubblicitari tra il 2009 e il 2013 sono calati del 31%, per un mancato introito di circa 600 milioni, fattore che ha spinto i sei gruppi a fare ingenti tagli al personale, diminuito complessivamente negli anni in questione del 25%.

Quanti lettori? La seconda track butta l’occhio sull’audience in costante crescita: coloro che s’informano sul web. DataMediaHub si è già occupata dell’argomento analizzando i dati fino ad aprile 2014. La fonte di riferimento è il sito Audiweb, che mette a disposizione di tutti, basta registrarsi, alcune rilevazioni sulle testate online: media di ingressi giornalieri, mensili, da dove arrivano le entrate – pc, mobile, totale – in homepage e sui siti collegati al principale e che spesso trattano questioni non per forza inerenti all’informazione.

Degli 820 brand presenti su Audiweb DataMediaHub ne ha selezionati 50, di cui 15 all digital (nati e cresciuti sul web), e 35 che hanno la versione cartacea. Il periodo analizzato durante l’hackathon va da maggio 2014 a febbraio 2015.

L’homepage? Superata. Un altro elemento di analisi riguarda l’accesso homepage, in questo caso il campione di riferimento è stato di 15 siti pure players: quanto pesa l’homepage sul totale degli utenti unici? I dati confermano la tendenza: l’homepage ha sempre meno importanza per arrivare  a una notizia. Siamo intorno al 20%. Gli utenti quindi non arrivano passando per l’entrata principale, e quindi in base al brand, ma da canali diversi, in primis i social.

Oggi le notizie sono sempre più unbranded. Interessante anche la differenza tra quotidiani puramente online e cartacei/online: nel primo caso gli ingressi unici in homepage sono sempre inferiori ai secondi. Nelle testate all digital si attestano in media intorno al 10%: segno che i lettori sono meno fedeli e spesso queste non hanno raggiunto, perché nate da pochi anni, il grande pubblico, ancora legato ai principali quotidiani.

Quante donne? La terza track ha riguardato media e genere: quanto valgono le donne nel mondo dell’informazione italiana? Mara Cinquepalmi e Francesca Clementoni hanno cercato di capirlo individuando chi dirige quotidiani e riviste, proseguendo un lavoro già cominciato su DataMediaHub: dei 65 censiti solo quattro donne sono risultate a comando di una redazione e di queste una è a capo di quattro testate (Pierangela Fiorani direttore del Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Mestre, La Tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi, tutti del Gruppo Espresso).

Pur essendo – numericamente – in parità o quasi, i direttori donna spesso gestiscono testate e redazioni di minore importanza nel panorama dell’informazione italiane. Altre volte invece riviste prettamente femminili sono capeggiate da uomini, ma con un team di donne al loro seguito.

I dati sono stati presi dall’Osservatorio di Pavia, dalla Federazione internazionale giornalisti e da Global media project. Alcuni importanti trend: la stampa continua a essere il mezzo più “maschile”, anche se le giornaliste sono in costante aumento e predominano in scienza, salute, cultura e sport.

I numeri del festival. L’ultimo gruppo invece ha affrontato il tema social: Twitter e Facebook tra i principali. Analisi che sono applicate anche a questi giorni di festival, con un focus che verrà pubblicato ogni giorno sul sito di DataMediaHub. Capire come circola sui social e che spazio ha in questi giorni il festival, grazie numero di tweet, i luoghi dove si addensano e gli articoli prodotti sull’argomento.

Al centro di tutto c’è la social media analysis. I primi dati raccolti: in 14 giorni #ijf15 ha ottenuto 90 articoli, una media di oltre 6 articoli al giorno, 15.000 tweet in tre giorni e che hanno come protagonisti gli utenti maggiormente attivi, detti influencer.

I dati spesso sono analizzati da agenzie specializzate come Waypress e The Fool Social Monitor. Ma chiunque può provare ad essere data-journalist. Esistono alcune risorse, i più conosciuti sono Infogr.am (open source) e Illustrator (a pagamento), capaci di dar vita a grafici di ogni tipo. Basta aver la voglia di cimentarsi con i numeri.

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Urbino, polemiche sulla rinuncia a Capitale Italiana Cultura: “Sgarbi non ci ha interpellato” http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-online/cronaca-ducato-online/urbino-polemiche-sulla-rinuncia-a-capitale-italiana-cultura-sgarbi-non-ci-ha-interpellato/69808/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/01/ducato-online/cronaca-ducato-online/urbino-polemiche-sulla-rinuncia-a-capitale-italiana-cultura-sgarbi-non-ci-ha-interpellato/69808/#comments Wed, 01 Apr 2015 11:55:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69808 LEGGI Urbino, niente corsa a Capitale italiana della Cultura]]> URBINOURBINO – La decisione di Vittorio Sgarbi di rinunciare alla candidatura di Urbino come Capitale italiana della Cultura 2016-2017, e nell’eventualità, a un premio di un milione di euro, ha dato il via alle prime dichiarazioni, in maggioranza contro l’assessore. Più che sui meriti della scelta, le forze politiche dicono di non essere state interpellate.

“Apprendo la notizia dalla stampa – dice il consigliere del Pd Piero Sestili – mi sembra una decisione un po’ affrettata. Siccome non si accetta l’idea di una competizione allora si esce?  Se si ragiona in base a vecchi campanilismi allora l’Italia non è nemmeno uno stato”. Sgarbi aveva infatti parlato di “competizioni penose che mettono le città d’Italia una contro l’altra” in “un’insensata corsa al massacro”.

L’assessore alla Rivoluzione ha puntato il dito sui criteri sul lavoro della commissione ministeriale: “In che modo si sceglierà la città vincitrice?”. Il bando prevedeva la presentazione di progetti di valorizzazione del territorio, ma a riguardo Sgarbi si domanda: “Come si può giudicare una cosa che è solo annunciata con tutti i buoni propositi? E’ evidente che Urbino per il suo passato è incomparabile, come qualunque altra città d’arte italiana”.

“Forse mancava un progetto”, aggiunge Sestili pensando agli impegni di Urbino in vista di Expo: la riapertura della Data e il padiglione con le eccellenze del Montefeltro che la città è riuscita ad aggiudicarsi proprio a Milano. “Mi sembra una scelta di disimpegno”.

Dello stesso parere è Gualtiero De Santi, di Sinistra per Urbino: “Forse non c’è stato il tempo di pensare a un piano. Una decisione del genere che investe l’immagine di Urbino e mette in gioco la città doveva essere portata in consiglio”. Secondo De Santi sarebbe stato opportuno coinvolgere i diretti interessati, in primis le associazioni culturali locali: “Posso capire le motivazioni di Sgarbi ma sono sufficienti?”.

Anche nel Movimento Cinque Stelle si chiedono perché l’assessore alla Rivoluzione non abbia indetto un tavolo per decidere sulla questione. “Può essere una scelta giusta e Sgarbi avrà le sue ragioni – dice il portavoce M5S Pierluigi Ferraro – le decisioni non si prendono sempre in base al dio denaro. Ma l’assessore doveva confrontarsi con tutti e portare la cosa in consiglio. La maggioranza si prenderà la responsabilità di questa scelta in toto”.

Voce fuori dal coro è Laura Scalbi capogruppo dei Verdi che è d’accordo con la scelta di Sgarbi: “Come dice l’assessore è la storia di una città che decide se può essere capitale e non una commissione ministeriale”. A chi crede che mancasse un progetto dall’inizio Scalbi risponde: “Al di là del bando un progetto turistico per la città già esiste e con Sgarbi è chiaro che Urbino ha fatto passi avanti”.

Per il segretario della Confturismo di Urbino, Egidio Cecchini, Sgarbi ha fatto bene: “È una decisione giusta, l’assessore ha molti elementi per valutare, ci fidiamo della sua scelta. Noi, dalla nostra, possiamo dire che con questa giunta l’attenzione al turismo è cresciuta. Più che in passato siamo stimolati a migliorarci, anche se la città ha bisogno di interventi”.

Gli albergatori si chiedono se la città non abbia perso un’occasione per incrementare il turismo. All’hotel Piero della Francesca, un centinaio di posti letto, pensano che “è un errore aver rinunciato, in un periodo difficile come questo poteva essere una cosa positiva. I numeri sono più o meno uguali agli anni passati per ora i risultati evidenti non ci sono”.

“Noi siamo sempre a favore di ogni possibilità”, dicono in un altro albergo, al Raffaello, “anche se la vera novità di questa giunta è Sgarbi che ha portato molte mostre. Lo dimostrano numeri migliori rispetto agli ultimi anni”.

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Fermignano, capsula del tempo: arrivederci al 2115 http://ifg.uniurb.it/2015/03/30/ducato-online/fermignano-capsula-del-tempo-arrivederci-al-2115/69354/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/30/ducato-online/fermignano-capsula-del-tempo-arrivederci-al-2115/69354/#comments Mon, 30 Mar 2015 15:06:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69354 capsula photoFERMIGNANO – Alla fine sono entrati 800 oggetti: un ago, dei chiodi, una moka, una borsa dell’acqua calda, un paio di forbici da chirurgo, un metronomo, l’insegna di una cabina telefonica e persino degli uncinetti con tanto di istruzioni per l’uso.  Forse tra 100 anni, quando la capsula del tempo verrà aperta, questi oggetti non esisteranno nemmeno più. E gli abitanti di Fermignano 2115 guarderanno quelli del 2015 come dei trogloditi.

Il contenitore destinato a raccogliere oggetti e ricordi dei cittadini di Fermignano e che verrà riaperto tra un secolo è stato riempito e sepolto domenica scorsa. La cerimonia è iniziata alle otto del mattino in piazza Garibaldi, con il riempimento della capsula con gli oggetti sottovuoto. Ai partecipanti sono state scattate delle polaroid appese su un filo ad asciugare e poi inserite nei sacchetti. Nel pomeriggio, poi, un centinaio di cittadini ha marciato fino a monte Ca’ Piano, dove il contenitore è stato seppellito in un terreno concesso dal Comune. Un masso di arenaria da 11 tonnellate con una targa è stato calato a sigillo definitivo.

La capsula d’acciaio che misura 1,25 x 2,5 metri contiene centinaia di oggetti, tra i più gettonati le fotografie di famiglia e di gruppi di amici, ma non sono mancate testimonianze che appartengono sia al passato che al presente. Dentro anche molti ricordi personali fatti a mano. Valentino, artigiano e falegname, ha realizzato un serpente in legno, sua moglie, Gabriella, una collana di perle. L’importante era depositare manufatti che superino la prova dei 100 anni, per questo anche i più giovani si sono rifugiati nel passato. Il ventenne Alessio, ad esempio, ha messo nella capsula una lettera su carta, piuttosto che in digitale: “Fra cent’anni potrebbero non esserci più dispositivi che leggono usb o cd”.

Il Comune ha riposto nella capsula la delibera che sancisce l’evento e la medaglia di Caradosso in bronzo risalente al 1506 che raffigura l’architetto Donato Bramante, il più noto cittadino di Fermignano. Gli fu donata da papa Giulio II in occasione della posa della prima pietra della basilica di San Pietro.

A raccogliere la sfida anche i piccoli, tra i più presenti e coinvolti. “I bambini hanno costruito dei giocattoli con materiali di riciclo, legno, tappi, chiodi, e realizzato un’auto, delle casette e un albero” ha detto Adele Piredda, maestra della scuola materna di Fermignano. “In un mondo fatto di videogiochi, comprati e velocemente accantonati, è importante dare sfogo alla fantasia e creare qualcosa di duraturo” ha aggiunto.

Anche i bambini dell’asilo nido hanno partecipato. L’educatrice Stefania Romani ha raccontato che hanno consegnato alla capsula l’opuscolo con tutte le attività e i giochi che i bimbi fanno ogni giorno: quello dei cassetti, quello libero, simbolico e ciclomotorio, oltre a delle fotografie della scuola al completo.

“E’ stata una giornata da Guinness dei primati” ha detto il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, “quando riapriranno la capsula diranno che eravamo indietro, come al Medioevo”.

“Hanno vinto i simboli”, ha aggiunto Paolo Brandi, presidente della Società di tutela della Capsula del Tempo nata per tramandare la memoria del contenitore: ogni cinque anni una ricorrenza servirà ai cittadini per ripensare ai messaggi che hanno lasciato ai posteri: “Contro la moneta che un domani non varrà nulla, abbiamo voluto dare valore ai sentimenti attraverso gli oggetti”.

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Urbino, ubriaco e senza patente causa due incidenti con l’auto sotto sequestro http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/urbino-ubriaco-e-senza-patente-causa-due-incidenti-con-lauto-sotto-sequestro/66099/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-online/urbino-ubriaco-e-senza-patente-causa-due-incidenti-con-lauto-sotto-sequestro/66099/#comments Mon, 23 Feb 2015 20:35:53 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66099

Il palo abbattuto a Trasanni

URBINO – Guidava ubriaco e senza patente su un mezzo sotto sequestro e ha provocato due incidenti. Un uomo, residente a Trasanni, si è schiantato con la sua automobile – un fuoristrada Mitsubishi – contro un palo della luce, abbattendolo. Ripartito ha poi urtato un’auto parcheggiata in via Pasquale Mazzucchero per poi fermarsi nel giardino della propria abitazione. Il tutto è avvenuto il 23 febbraio, intorno alle 12, all’ingresso della frazione provenendo da Pesaro, sulla strada provinciale Urbinate.

Sul posto sono stati chiamati gli agenti della Polizia e i Vigili urbani, intervenuti anche i Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza il palo rimasto sull’asfalto. Il conducente non ha riportato conseguenze. Al controllo dei documenti è risultato che gli era stata revocata la patente mentre l’automobile era posta sotto sequestro dal 25 gennaio 2015 e avrebbe dovuto essere, come previsto dalla legge, in custodia privata. In questi casi il mezzo non può essere utilizzato dai 30 ai 60 giorni. L’uomo non aveva nemmeno staccato dal parabrezza del fuoristrada il foglio fissato con lo scotch, con data e timbro del Tribunale, che ne disponeva il sequestro.

Per i risultati degli esami del sangue, analizzato nel pomeriggio, si dovrà aspettare domani ma il protagonista dei due incidenti stradali, dal pretest effettuato dai vigili urbani, è risultato positivo all’alcol.

L'auto incidentata a Trasanni con il foglio del sequestro ancora affisso al parabrezza

L’auto incidentata a Trasanni con il foglio del sequestro ancora affisso al parabrezza

L’uomo non è nuovo a episodi di questo tipo. Qualche mese prima aveva avuto un incidente nello stesso punto: in stato di ebbrezza aveva colpito il guardrail finendo in un canale di scolo. Anche per questo i residenti della zona si mostrano preoccupati che possa succedere di nuovo in futuro: “Non è la prima volta che urta le auto parcheggiate portando via specchietti e graffiando le fiancate” ha detto una signora. “In questa via passa anche lo scuolabus, devono aspettare che investa qualche bambino prima di fare qualcosa?” ha aggiunto un altro.

Ora l’uomo rischia una doppia una penale per guida senza patente e su un mezzo sotto sequestro, in entrambi i casi la sanzione amministrativa parte da un minino di 2000 euro a un massimo di 8000. La guida con patente revocata in caso di recidiva nel biennio può comportare l’arresto fino a un anno e la confisca amministrativa del veicolo.

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Incidente a Trasanni, abbatte palo con l’auto sequestrata http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-notizie-informazione/incidente-a-trasanni-abbatte-palo-con-lauto-sequestrata/66053/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/23/ducato-notizie-informazione/incidente-a-trasanni-abbatte-palo-con-lauto-sequestrata/66053/#comments Mon, 23 Feb 2015 13:35:07 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=66053 [continua a leggere]]]> URBINO, 23 FEB – Un uomo residente a Trasanni si è schiantato con la sua automobile – un fuoristrada Mitsubishi sottoposto a sequestro – contro un palo della luce, abbattendolo. L’incidente è avvenuto all’ingresso del paese provenendo da Pesaro sulla strada provinciale Urbinate. Successivamente l’uomo, dirigendosi verso casa, ha urtato un’auto parcheggiata in via Pasquale Mazzucchero per poi fermarsi nel giardino dell’abitazione. Non c’è stato bisogno dell’ambulanza intervenuta sul posto né per lui né per l’automobilista coinvolto nel secondo incidente. L’auto era sottoposta a sequestro ma l’uomo l’aveva prelevata stamattina.

L’uomo aveva avuto qualche mese prima un incidente nello stesso punto: aveva colpito il guard rail finendo in un canale di scolo. I residenti della zona lamentano episodi simili avvengono da tempo: “Non è la prima volta che urta le auto parcheggiate portando via specchietti e graffiando le fiancate” ha detto una signora. “In questa via passa anche lo scuola bus, devono aspettare che investa qualche bambino prima di fare qualcosa?” ha aggiunto un altro residente.

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Nuova vita per la Data e borgo Mercatale. Gambini: “Dal Mibact 4,5 milioni di euro” http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/nuova-vita-per-la-data-e-borgo-mercatale-gambini-dal-mibact-45-milioni-di-euro/65085/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/10/ducato-online/nuova-vita-per-la-data-e-borgo-mercatale-gambini-dal-mibact-45-milioni-di-euro/65085/#comments Mon, 09 Feb 2015 22:45:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65085 La Data di Urbino

La Data di Urbino

URBINO – Quattro milioni e mezzo per riqualificare la Data, l’antica scuderia di Palazzo Ducale, la piazza del Mercatale e il Parco delle Vigne: un progetto di riqualificazione culturale e commerciale della città, annunciato dal sindaco di Urbino Maurizio Gambini durante un incontro con la redazione del Ducato, che sarà realizzato grazie ai fondi erogati dal ministero dei Beni Culturali.  “Il progetto funzionale – ha aggiunto il primo cittadino – è stato approvato, ma il finanziamento non è ancora stanziato”.

Che la pianificazione sia in una fase piuttosto avanzata lo confermano anche le parole dell’assessore alla Cultura della Marche Pietro Marcolini: “Il progetto di Urbino rientra nella proposta di accordo quadro con il Ministero, che la Regione Marche e l’amministrazione comunale stanno portando avanti”.

Nel pacchetto è prevista dunque anche la riconversione del Parco delle Vigne, pensato come un orto botanico all’aperto dal sapore rinascimentale, e di borgo Mercatale, dove il parcheggio scomparirà per fare posto a una piazza completamente ripensata. Per capire come, il Comune lancerà un bando internazionale.

Intanto già a maggio, in concomitanza con l’inizio di Expo 2015 a Milano, la Data ospiterà un’esposizione di venti eccellenze culturali del Montefeltro, con particolare attenzione alla produzione enogastronomica. Un allestimento momentaneo finanziato dal Comune, per un ammontare di 60-70mila euro, che rientra nel disegno di “Urbino città ideale”, un’iniziativa regionale pubblico- privata per valorizzare l’offerta turistica e culturale della città.

La scenografia, curata da un gruppo di lavoro dell’Isia composto da tre neolaureati e sei borsisti e coordinato dal professor Marco Tortoioli, prevede uno “store multifunzionale” per la degustazione e la vendita dei prodotti delle aziende di punta della zona. “Ci ispiriamo al modello di Eataly – ha spiegato il docente – con laboratori per la formazione culinaria e il coinvolgimento delle scuole del territorio”.

“La valorizzazione della cultura di un territorio come Urbino – ha affermato il sindaco – passa anche dall’integrazione tra agricoltura e cultura. Non si possono separare i due ambiti: non averlo capito ci ha fatto perdere la competizione con Matera per diventare Capitale Europea della Cultura 2019”.

Per le scuderie il progetto rappresenta una nuova operazione di maquillage: stipate di terra estratta dai lavori urbanistici, nell’Ottocento diventarono famose come “orto dell’abbondanza” per via delle numerose piante cresciute. All’inizio degli anni Settanta, fu ipotizzato di riconvertirle in mensa universitaria finché un decennio fa si pensò di trasformarle in un “osservatorio della città”.

In futuro la Data diverrà un “grande contenitore culturale e sociale – assicura l’assessore all’Urbanistica Roberto Cioppi -, un luogo innovativo e di aggregazione, ospiterà mostre e i maggiori eventi della città”.

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Voucher per disoccupati, Assessore Ciampi: “Soldi insufficienti per tutte le domande” http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/voucher-per-disoccupati-assessore-ciampi-soldi-insufficienti-per-tutte-le-domande/64750/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/04/ducato-notizie-informazione/voucher-per-disoccupati-assessore-ciampi-soldi-insufficienti-per-tutte-le-domande/64750/#comments Wed, 04 Feb 2015 21:29:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64750 [continua a leggere]]]> URBINO – “Il comune non riuscirà a coprire tutte le domande in arrivo per il voucher sulla disoccupazione”. L’assessore ai servizi sociali e all’istruzione, Lucia Ciampi, è scettica sulla copertura totale del bando di erogazione dei buoni lavoro per attività socialmente utili. “Finora sono arrivate 50 domande e il bando scade il 15 febbraio: è probabile che ne arrivino altre” ha dichiarato l’assessore. Il comune di Urbino ha messo a disposizione per il progetto circa 20.000 euro, a bilancio già stanziato, da destinare a persone disoccupate o inoccupate.

Il bando è rivolto ai residenti nel Comune di Urbino e prevede l’erogazione di voucher del valore nominale di 10 euro per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, come manutenzione delle aree verdi, assistenza ad anziani o attività parascolastiche (mense).

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