il Ducato » Stefano Ciardi http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Stefano Ciardi http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Simone Zanchini suona Bach e Piazzolla al festival del giornalismo culturale di Urbino / Video http://ifg.uniurb.it/2014/04/25/ducato-online/simone-zanchini-suona-bach-e-piazzolla-al-festival-del-giornalismo-culturale-di-urbino-video/61914/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/25/ducato-online/simone-zanchini-suona-bach-e-piazzolla-al-festival-del-giornalismo-culturale-di-urbino-video/61914/#comments Fri, 25 Apr 2014 21:21:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61914 URBINO – Il musicista Simone Zanchini ha stregato con la sua fisarmonica il pubblico del festival del giornalismo culturale nel giorno di apertura. Zanchini ha esordito con un brano di Johann Bach, per poi passare ad un pezzo dell’argentino Astor Piazzolla. Il pubblico ha salutato con un lungo applauso la performance dell’artista romagnolo.

Simone Zanchini, diplomatosi  con lode in fisarmonica classica al Conservatorio“G.Rossini” di Pesaro, collabora con il teatro La Scala di Milano e tiene concerti in tutto il mondo.


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Maria Bartiromo riceve oggi l’Urbino press Award 2014: “Fiera delle mie origini italiane” http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/bartiromo-riceve-urbino-press-award-2014-fiera-delle-mie-origini-italiane/61657/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/bartiromo-riceve-urbino-press-award-2014-fiera-delle-mie-origini-italiane/61657/#comments Tue, 15 Apr 2014 14:34:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61657 Maria Bartiromo

Maria Bartiromo

URBINO – La giornalista newyorkese Maria Bartiromo riceve oggi a Washington l’ Urbino Press Award 2014. A consegnarle l’onorificenza saranno l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Claudio Bisogniero e il responsabile dell’ufficio stampa del Comune Gabriele Cavalera. “Sono molto fiera di questo premio – ha commentato la Bartiromo in un intervista rilasciata al giornalista  Mario Platero, del Sole 24 ore –  rappresenta le mie origini e la mia educazione italo-americana. Io ho attribuito ogni successo nella mia vita a questa educazione”.

Sebbene sia nata e cresciuta a Brooklyn, la Bartiromo vanta infatti origini italiane: la famiglia del padre è di Napoli, mentre quella della madre è di Agrigento. “Mio nonno è arrivato in America su una nave chiamata Rex – ha continuato la giornalista –   A Salerno faceva il muratore e così quando è arrivato in America si è costruito un ristorante e lo ha chiamato ‘Rex Manor’. Tutta la mia famiglia ha lavorato in quel ristorante”.

Maria Bartiromo, anziché gestire l’attività di famiglia, ha preferito scegliere la strada del giornalismo: nel 1998 ha cominciato a lavorare come stagista alla Cnn, posto in cui è rimasta 5 anni prima di passare alla Cnbs nel 1993. Specializzata in informazione economica, alla Cnbs ha condotto Closing Bell with Maria Bartiromo e Wall Street Journal Report with Maria Bartiromo per poi passare nel 2013 a Fox News.

Gabriele Cavalera assieme all'ambasciatore italiano a Washington Claudio Bisogniero - Foto pubblicata da Cavalera su Facebook

Gabriele Cavalera assieme all’ambasciatore italiano a Washington Claudio Bisogniero – Foto di Steve Andreson pubblicata da Cavalera su Facebook

“L’anno scorso ho sentito il bisogno di cambiare – racconta sempre la giornalista al corrispondente del Sole 24 ore – non mi

piaceva più un modo di fare cronaca troppo breve”. E continua: “Il pubblico vuole qualcosa di diverso, vogliono interviste più lunghe, analisi, approfondimenti e a Cnbc non potevo farlo perché il mio capo voleva tutto di corsa con tempi rapidi”. Per quanto riguarda la carta stampata, Bartiromo cura una rubrica mensile per USA Today ed ha pubblicato numerosi articoli sui periodici finanziari tra cui il Financial TimesNew York Post e Milano Finanza. La Bartiromo è una vera stella televisiva negli Stati Uniti. É apparsa anche nel ruolo di se stessa  nel film ‘Wall Street, Il denaro non dorme mai’.

La giornalista sta anche preparando un viaggio in Italia, che avrà anche la città ducale tra le sue tappe: “Quando andrò in Italia – ha concluso la Bartiromo –  voglio trascorrere un po’ di tempo a Urbino e magari vedere i dintorni”.

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Speciale radio – Europopulismo http://ifg.uniurb.it/2014/04/11/radio-ducato/speciale-radio-europopulismo/61373/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/11/radio-ducato/speciale-radio-europopulismo/61373/#comments Fri, 11 Apr 2014 14:33:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61373 [continua a leggere]]]> URBINO – Alle elezioni del 25 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo, la disaffezione nei confronti della politica potrebbe essere cruciale. Antipolitica, populismo, euroscetticismo serpeggiano in Europa da qualche tempo e denunciano la fragilità di un modello politico nato e “morto” ad Atene: la democrazia. Piero Ignazi, docente di politica comparata all’Università di Bologna ed editorialista del gruppo L’Espresso, ci ha spiegato il significato di questi tre termini e il motivo per cui vengono spesso impiegati per descrivere il sentimento politico diffuso in Italia e nei Paesi dell’Unione.

Gli stati che definiamo democratici hanno dei problemi nel gestire il calo di fiducia nelle istituzioni nazionali e sovranazionali. Una popolarità in declino che interessa anche i 28 paesi membri dell’Unione europea, come ci spiega Giampiero Gramaglia, direttore della testata giornalistica Euractiv.it.

Questa crisi di fiducia nelle istituzioni è emersa anche dai sondaggi condotti da Demos, Istituto di ricerca politica e sociale fondato da Ilvo Diamanti, dove lavora Fabio Bordignon. Nella sua analisi il ricercatore si è anche concentrato su quelli che, secondo lui, sono i due attori politici principali in Italia: il premier Matteo Renzi e il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo.

Ai nostri microfoni anche studenti e cittadini di Urbino, che tra poche settimane andranno alle urne per votare i membri del Parlamento europeo.

 

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La Rai e il modello Bbc: cultura, canone pagato da (quasi) tutti e niente pubblicità http://ifg.uniurb.it/2014/03/19/ducato-online/la-rai-e-il-modello-bbc-cultura-canone-pagato-da-quasi-tutti-e-niente-pubblicita/59865/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/19/ducato-online/la-rai-e-il-modello-bbc-cultura-canone-pagato-da-quasi-tutti-e-niente-pubblicita/59865/#comments Wed, 19 Mar 2014 16:27:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59865 rai_cavalloInformazione culturale di qualità, ascolti e canone. Pagato da tutti (o quasi). Non è un’utopia, ma il modello Bbc. E magari una possibilità di crescita per il servizio pubblico italiano, la Rai, all’alba della scadenza della concessione statale fissata nel 2016. Quando forse sarà scritta una nuova convenzione. Secondo molti osservatori, la rivoluzione della Rai sarebbe possibile prendendo come riferimento il servizio pubblico inglese, in cui la pubblicità è vietata e che viene finanziato dai contribuenti britannici. Una televisione che si basa su cultura, informazione, documentari e approfondimenti: un’ampia offerta che non trasmette programmi spazzatura, ma che allo stesso tempo attrae milioni di telespettatori. Il modello inglese ha infatti  il sostengo del pubblico: il 70% dei cittadini britannici si dichiara soddisfatto di pagare la tassa sul televisore, mentre l’evasione è la più bassa d’Europa (4%). Fino a qui tutto bene, se non fosse che la Bbc è in rosso e molto probabilmente manderà in onda solo su internet il suo terzo canale per risparmiare 100 milioni di sterline all’anno.

Ma se la Bbc fatica ad andare avanti senza pubblicità, la Rai non è messa meglio: viale Mazzini stima che circa 5 milioni di famiglie, il 26%, evadano il canone causando al servizio pubblico un mancato gettito di circa 560 milioni di euro. “Anche se tutti pagassero la tassa sul televisore – dice il giornalista Loris Mazzetti – non ci sarebbero comunque abbastanza fondi per fare andare avanti la Rai così com’è adesso”. La pubblicità, infatti, garantisce 700 milioni all’anno ai quattordici canali del servizio pubblico. Difficile farne a meno. Ma essere dipendenti dal mercato ha spinto la Rai a cercare il consenso del pubblico generalista. Per Renato Parascandolo, ex direttore di Rai Educational, a causa dell’incalzare delle televisioni commerciali “i programmi culturali del servizio pubblico hanno subìto una progressiva marginalizzazione che si è tentato di arginare esasperando l’aspetto della divulgazione a buon mercato”. Qualche anno fa Micromega, La rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais, si è scagliata contro  Voyager, il format che la Rai inserisce nella sezione ‘Programmi di promozione culturale”. In un articolo del 1 ottobre del 2009, Chiara Ceci e Stefano Moriggi, prendendo spunto da un saggio edito da Rizzoli del filosofo Harry Frankfurt, esprimevano “l’amarezza di vedere una televisione di Stato ridotta a divulgare stronzate in prima serata”.

Secondo molti, però, la situazione odierna della Rai non è solo dovuta alle richieste del pubblico. Per il giornalista Piero Dorfles “quello radiotelevisivo, come tutti i prodotti, non si basa solo sulla domanda, ma anche sull’offerta: se esiste una forte offerta in una certa direzione, spesso il pubblico l’accetta e modifica i propri desideri”. E continua: “Per fare un esempio, se sugli scaffali del supermercato non c’è la crema di marroni, è difficile che i clienti la chiedano. Ma se il supermercato offre molte creme di marroni è probabile che qualcuno inizi a comprarle e magari a consumarle tutti i giorni. Questa considerazione deve però tener conto del fatto che nel nostro Paese solo il 5% della popolazione legge abitualmente, quindi il prodotto culturale è difficile da smerciare”.

Come sostiene lo scrittore e giornalista Corrado Augias, infatti, “la cultura non è una necessità basilare per l’uomo. Serve un modo, una scintilla che faccia interessare le persone alla cultura. E non è facile”. A riuscire nell’impresa sono stati alcuni dei programmi  più visti della storia di Rai, come la Divina Commedia letta da Roberto Benigni o ‘Vieni via con me’. Il programma, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano, è riuscito a catalizzare l’attenzione di oltre 9 milioni di spettatori sfruttando le caratteristiche del teatro per fare informazione. “Per offrire programmi di qualità che piacciano al pubblico basta lasciar fare la televisione ai professionisti del settore” dice ancora Mazzetti. E avverte: ”Se a decidere quali programmi possono andare in onda sono i politici non ci può essere una rivoluzione del servizio pubblico”.

Anche per Giorgio Simonelli, docente di storia della televisione all’Università cattolica di Milano, il problema è come i programmi vengono fatti. “Il servizio pubblico non ha bisogno dell’Isola dei Famosi: quella è tv fatta male. Però i programmi di divulgazione non bastano, bisogna offrire anche  informazione e fiction di qualità”. Sulla vendita delle reti Simonelli pensa che un solo canale Rai finanziato dal canone significherebbe “la marginalizzazione del  servizio pubblico, che non sarebbe più in grado di fare un offerta culturale degna”. La pubblicità però porta soldi e non è il male assoluto.“I programmi vanno ideati con i criteri di qualità – continua Simonelli – la pubblicità va collocata dopo e in modo che non stravolga il prodotto. Quello che è sbagliato è creare enormi contenitori di consigli per gli acquisti”.

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Calcio e basket alla ‘Piantata’, tra fango e spazzatura / FOTO http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/calcio-e-basket-alla-piantata-tra-fango-e-spazzatura-foto/59102/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/calcio-e-basket-alla-piantata-tra-fango-e-spazzatura-foto/59102/#comments Mon, 17 Mar 2014 11:50:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59102 calcio campettoURBINO – Giocare una partita di calcio con delle reti bucate e il fango che arriva alle caviglie non è un’impresa facile, soprattutto perché il pallone non scorre, si ferma all’improvviso, rimbalza ‘a caso’. A volte è anche un rischio. Però è l’unico modo per giocare ai campetti comunali di Urbino nei periodi di brutto tempo: quando c’è il sole i ragazzi giocano a calcio e a basket fino a cadere a terra dalla stanchezza. Ma basta un giorno di pioggia per rendere i campetti deserti per molte settimane.

Durante tutto l’inverno e l’autunno qui praticamente nessuno tira un calcio al pallone o tenta un canestro, ‘in compenso’ i campetti diventano una discarica a cielo aperto. Qui la giunta ha deciso di lasciare gli impianti in gestione all’associazione “Piantata”, che prende il nome proprio dal quartiere in cui si trovano. I volontari dovrebbero tenere pulita la zona in cui ci sono il campo da basket e quello di calcio, fare la manutenzione ordinaria e accendere le luci ai ragazzi che ne fanno richiesta. Nel caso servissero soldi per cambiare delle parti danneggiate i volontari devono fare richiesta al comune, ma spesso si fanno carico di alcune spese, come l’acquisto di panchine e reti nuove.

“I ragazzi che usano il campo sono dei grandissimi maleducati – dice Ferrante Bernardini, presidente dell’assoziazione “Piantata” – ma noi puliamo la zona molto spesso e tagliamo l’erba quando lo riteniamo necessario”.   Purtroppo, però, andando a visitare il campo si scopre che la spazzatura rimane a terra parecchi giorni, sacchi di plastica marcano a uomo lattine e cartacce, mentre e alcune sbarre di metallo sbucano fuori dall’erba alta come denti affilati. Inoltre le reti delle porte sono strappate, il manto erboso è una fanghiglia e le recinzioni cadono a pezzi.

“Cerchiamo  – sostiene Lorenzo Tempesta, assessore allo sport – di fare in modo che tutte le strutture sportive siano in buono stato. Ci piacerebbe fare un campetto in prato sintetico, ma le spese sarebbero esorbitanti”. Applicare erba sintetica ad un campetto da calcio a cinque, infatti, avrebbe un costo di circa 50.000 euro, senza contare i costi di manutenzione annuale che si aggirano sui 3.000. Le strutture con manto erboso sintetico dove giocare a calcetto sono poco fuori Urbino, il problema è che sono a pagamento e difficili da raggiungere. “Se non hai l’auto – dice Paolo, uno studente di psicologia al primo anno – è un’impresa arrivare ai campi da calcio fuori città. I mezzi sono insufficienti durante il giorno, mentre la sera non passano proprio”.

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Primarie Pd, Maria Clara Muci vince il ballottaggio: 53%. Sarà il candidato sindaco di Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/03/16/ducato-online/ballottaggio-primarie-pd-chiusi-i-seggi-inizia-lo-spoglio/59305/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/16/ducato-online/ballottaggio-primarie-pd-chiusi-i-seggi-inizia-lo-spoglio/59305/#comments Sun, 16 Mar 2014 19:13:37 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59305 Maria Clara Muci

Maria Clara Muci

URBINO – Maria Clara Muci è stata incoronata dall’affluenza record degli urbinati come candidato sindaco del Pd alle comunali di maggio. Con 2123 voti e il 53% delle preferenze si è lasciata alle spalle il suo sfidante al ballottaggio Giorgio Londei che si è fermato a 1878 preferenze.

I RISULTATI DEL BALLOTTAGGIO / I RISULTATI DEL PRIMO TURNO

“Non è stato facile – ha detto la Muci a caldo, incontrando i suoi sostenitori al campo sportivo di Urbino –  ma sono chiaramente soddisfatta. Ringrazio chi mi ha votato e le tante persone che mi hanno aiutato, sia il mio comitato sia quello di Piero Sestili. La vittoria è della bella e brava gente di Urbino”. A pochi minuti dal risultato del ballottaggio, Muci ha le idee ben chiare sul tipo di partito che vorrà rappresentare.”Il Pd – ha detto – deve dimostrare di non essere quello delle poltrone, ma della brava gente. Adesso dobbiamo pensare alle alleanze, ho già iniziato a lavorare per questo”. Un pensiero va alle comunali di maggio: “Attorno a noi del centrosinistra si riuniranno tante persone per vincere le elezioni,  io parlerò con tutti: voglio lavorare per il bene e gli interessi del nostra bella città”.

primarie-pdQuella di oggi è stata una votazione che sarà ricordata. Dopo il boom di presenze del primo turno, il ballottaggio ha riconfermato l’attenzione dei cittadini per le elezioni comunali. Sono state 4057 le persone che si sono recate ai seggi, 300 in più del 2 marzo. Un incremento che si è palesato nei seggi di Urbino centro e di Gadana/Cavallino che insieme hanno raccolto quasi il 40% delle presenze.

Un pensiero di Muci va anche al suo sfidante Giorgio Londei, che al primo turno aveva raccolto più voti dell’unica donna nella rosa dei candidati alle primarie. “Gli faccio i complimenti per il risultato che ha avuto. Va ringraziato per l’impegno che ci ha messo”. Londei si dice soddisfatto del risultato: “Sapevo che sarebbe stato un testa a testa, ma sono soddisfatto del lavoro che ho portato avanti”. Poi aggiunge: “Dicono che membri di altri partiti siano andati a votare per far vincere Maria Clara Muci, sembra che mi ritenessero un osso troppo duro. Ma io non voglio credere a queste voci”.

Muci dovrà affrontare il 25 maggio otto rappresentanti di partiti e liste civiche, in quella che sembra essere l’elezione comunale più “affollata “della città ducale.  Il più discusso è Vittorio Sgarbi, che a Urbino si presenterà con i Verdi, poi ci saranno Maurizio Gambini con la lista “Adesso governiamoci”, l’ex assessore al turismo Maria Francesca Crespini con “Cut liberi tutti”, Bruno Malerba nella “Lista Agorà”, Piero Demitri “Con Demitri per Urbino”, Gualtiero De Santi della “Sinistra per Urbino” e con la rappresentante del M5s Emilia Forti.

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Grandi nomi e (forse) una ministra a Urbino per il festival del giornalismo culturale http://ifg.uniurb.it/2014/03/15/ducato-online/grandi-nomi-e-forse-una-ministra-a-urbino-per-il-festival-del-giornalismo-culturale/59254/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/15/ducato-online/grandi-nomi-e-forse-una-ministra-a-urbino-per-il-festival-del-giornalismo-culturale/59254/#comments Sat, 15 Mar 2014 10:18:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59254 Festival Giornalismo CulturaleURBINO – Dopo Pesaro, la sala del trono di Palazzo Ducale. La seconda edizione del festival del giornalismo culturale – che si svolgerà a Urbino dal 25 al 27 aprile è stata presentata ieri ufficialmente all’ombra dei torricini. Gli organizzatori Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini hanno svelato alcuni dei nomi che parteciperanno al festival: tra loro ci saranno lo scrittore Marco Belpoliti, l’Editore Giuseppe Laterza e il giornalista Alessandro Zaccuri.

Mazzoli ha anche annunciato che ad aprire la prima giornata del festival potrebbe essere un ministro. Riferendosi al personaggio illustre, la direttrice del Dipartimento di Scienze della comunicazione dell’Università Carlo Bo, ha anche aggiunto il termine ‘lei’, restringendo di fatto il campo alle 8 donne che compongono il Governo Renzi.

Per Lella Mazzoli, il divertimento sarà la parola d’ordine di questa seconda edizione. “Se la cultura non diverte – ha detto Mazzoli – non riesce ad attrarre le persone, tantomeno i giovani”. Questa edizione ha quindi l’ambizione di coinvolgere i più giovani, soprattutto i quindicimila studenti dell’Università Carlo Bo.

All’incontro ha partecipato anche Luciano Perondi, il giovane direttore dell’Isia di Urbino, la scuola di grafica che richiama studenti da tutta Italia. Nel suo intervento  ha parlato dell’importanza della comunicazione audiovisiva nel giornalismo: “Sarebbe normale – ha affermato il direttore – sviluppare una collaborazione tra  giornalisti e specialisti del design della comunicazione. Sono due professionalità che hanno molto in comune: basta pensare all’impatto che la fotografia ha avuto sul mondo del giornalismo sin dai suoi inizi”. Per Perondi le due professionalità hanno un fine in comune: “Rendere disponibile un’informazione”.

Ma sebbene i due mondi si debbano parlare, bisogna saper tenere distinto il ruolo di ognuno: “I giornalisti devono conoscere le questioni del design della comunicazione e viceversa: bisogna conoscersi e imparare a lavorare assieme, ma non si possono riunire tutte le professionalità in una solo persona. La conoscenza generalista serve perciò a mettere in connessione professionisti di ambiti diversi, che sappiano creare una comunicazione divertente e appassionante”.

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Quest’anno niente musica e birra a San Patrizio: l’Irlanda in Festa non si farà http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/questanno-niente-musica-e-birra-a-san-patrizio-lirlanda-in-festa-non-si-fara/58635/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/questanno-niente-musica-e-birra-a-san-patrizio-lirlanda-in-festa-non-si-fara/58635/#comments Tue, 04 Mar 2014 17:44:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58635 irlanda-in-festa-urbinoURBINO – Quest’anno gli estimatori marchigiani della birra Guiness e della cultura gaelica possono mettersi l’anima in pace: L’irlanda in festa 2014 non si farà ad Urbino, ma solo a Bologna e Padova. “Abbiamo avuto problemi organizzativi” ha detto Federico Scaramucci, consigliere comunale fresco di partecipazione alle primarie Pd e rappresentante dell’associazione Orfeo, promotrice delle edizioni 2012 e 2013. “Quest’anno le primarie del partito Democratico e altre iniziative – ha continuato Scaramucci – mi hanno occupato molto tempo e quindi non c’è stato tempo per organizzare la festa”.

Le scorse edizioni hanno riscosso molto successo sia tra gli studenti di Urbino che tra i giovani della zona, i quali spesso lamentano la mancanza di iniziative rivolte a loro. Nel 2012 fiumi di Guiness e Kilkenny, uniti alla musica dei Folkabbestia e dei Rosso Piceno hanno attirato più di 20 mila presenze, gettando le basi per fare il bis. Sulla scia del successo della prima edizione, per il 2013 gli organizzatori hanno deciso di far durare la manifestazione 10 giorni, ma la pioggia e la grandine hanno in parte rovinato la festa: la partecipazione è stata di 25 mila persone, mentre i costi di gestione sono stati doppi rispetto all’anno precedente.

Nonostante l’Irlanda in Festa sia sempre stata accolta con entusiasmo dai commercianti vicini a Borgo Mercatale, la piazza in cui  sono stati allestiti i tendoni, l’iniziativa non ha mai ricevuto commenti positivi dal Comitato dei cittadini del centro storico: “La festa – ha detto un membro del comitato che preferisce restare anonimo – non ha portato benefici a nessuno. Anzi, ha creato molti disagi perché c’era musica alta fino alle 3 di notte e mancavano parcheggi”. Secondo i cittadini la festa non doveva essere organizzata a ridosso delle mura, ma in una località lontana dal centro abitato. Quest’anno gli urbinati potranno tirare un sospiro di sollievo: a Borgo Mercatale non ci sarà anima viva.

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Pioggia, temporali e tempo instabile previsti fino a domani http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/pioggia-temporali-e-tempo-instabile-previsti-fino-a-domani/58629/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/pioggia-temporali-e-tempo-instabile-previsti-fino-a-domani/58629/#comments Tue, 04 Mar 2014 15:31:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58629 58894-800x531-500x331URBINO – Tra oggi e domani temporali e forti piogge si abbatteranno su Urbino. Per i metereologi il tempo rimarrà instabile fino al weekend a causa dell’aria fredda ad alta quota portata dai venti settentrionali.

Sugli Appennini la pioggia si trasformerà in neve sopra i mille metri di altezza, mentre le temperature a bassa quota saranno in linea con la media stagionale: le massime si attesteranno tra i 12 e i 16 gradi, mentre le minime tra gli 0 e i 5.

Il tempo dovrebbe migliorare verso il fine settimana, ma il meteo variabile di questo inizio marzo non sembra preludere ad un mese caratterizzato da  temperature miti come nel caso dello scorso febbraio.

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Abate presenta il suo ultimo libro, “Il Bacio del Pane” http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/abate-presenta-il-suo-ultimo-libro-il-bacio-del-pane/58540/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/04/ducato-online/abate-presenta-il-suo-ultimo-libro-il-bacio-del-pane/58540/#comments Tue, 04 Mar 2014 04:48:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=58540 abate 1URBINO – Carmine Abate ha presentato ieri sera alla libreria Montefeltro il suo ultimo libro, ‘Il bacio del pane’. Insieme a lui c’era anche Alessio Torino, urbinate d’adozione e autore del romanzo ‘Urbino, Nebraska‘. I due scrittori hanno letto alcuni brani tratti da da varie opere di Abate, tra cui ‘La collina del vento’, il suo penultimo libro che gli è valso il premio Campiello 2012. Dopo quel riconoscimento, Abate ha deciso che la sua nuova opera sarebbe stata una “novella”, uno scritto più lungo del racconto, ma più corto del romanzo.

La trama de ‘Il bacio del pane’ si sviluppa attraverso la condivisione del pane tra un uomo che combatte l’ndrangheta e due adolescenti che s’imbattono in lui in modo fortuito. La metafora del pane sta ad indicare qualcosa di buono per antonomasia: “Per fare il pane – ha detto Abate – dalla semina all’infornata, ci vogliono nove mesi. Come fare un bambino”. Per questo motivo l’autore sostiene che ci voglia fatica e tempo per costruire qualcosa che abbia valore, dalla legalità all’amicizia.

“Lo spunto per questo romanzo – ha continuato l’autore –  è nato da un episodio che riguarda la mia infanzia: quando ero piccolo mi è caduto un tozzo di pane e anziché raccoglierlo gli ho dato un calcio. Mia madre mi ha dato uno schiaffo dicendomi che il pane era una cosa troppo importante per trattarlo come un sasso qualunque”. Come ha raccontato durante la presentazione, i luoghi dell’infanzia in Calabria, le origini albanesi e l’emigrazione in Germania hanno segnato la sua produzione fin dalle origini: “dentro i miei testi uso termini dialettali calabresi e parole Arbëreshë, l’albanese antico che mi hanno insegnato i miei genitori. Non avrebbe senso tradurre certi termini, perché perderebbero la loro musicalità e il significato recondito che incarnano”. L’immagine del pane è anche la suggestione da cui è partita la narrazione, come ricorda Abate: “nel costruire un romanzo parto da una suggestione e comincio a scrivere la storia. Non so neanche io come un libro andrà a finire, mi diverto a scoprirlo mentre vado avanti nella scrittura”.

Altro spunto deriva dalla parola ‘compagno’, in latino ‘cum-panis’, colui con cui si spezza il pane. In questo modo si fa intuire il legame profondo tra il dividere il cibo e costruire un’amicizia. ma quando Alessio Torino gli ha chiesto se ci fosse qualche riferimento al cattolicesimo, Abate ha risposto con una battuta: “ Veramente non ci ho mai pensato, ma ora capisco perché il mio libro è stato elogiato da Avvenire e famiglia cristiana”. con la condivisione del pane mi riferisco alle tradizioni della calabria, in cui si mangia tutto il giorno e in compagnia di amici”. Un altro aspetto su cui ha ironizzato Abate è il luogo in cui vive, il Trentino: “Dopo aver vissuto in Calabria e in Germania ho voluto trovare un posto che fosse a metà strada, così ho scelto di vivere in Trentino”. E Sebbene abbia scritto molti dei suoi romanzi in uno “sgabuzzino di due metri per due” assediato da pile di libri nella sua casa di Trento, l’autore ha detto che siano i luoghi a visitare lui per dargli l’ispirazione: “I luoghi hanno un’anima, ti inseguono con le loro storie”.

 

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