il Ducato » Ducato online http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Ducato online http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/categorie/ducato-online/ Presidio Expo, la Data apre il 20 maggio. Ma senza marciapiede http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/presidio-expo-la-data-apre-il-20-maggio-ma-senza-marciapiede/73798/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/presidio-expo-la-data-apre-il-20-maggio-ma-senza-marciapiede/73798/#comments Wed, 06 May 2015 16:51:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73798 I lavori per la rampa termineranno il 9 maggio.  Per il marciapiede se ne riparlerà dopo l'Expo

I lavori per la rampa termineranno il 9 maggio. Per il marciapiede se ne riparlerà dopo l’Expo

URBINO – Il presidio Expo a Urbino, in allestimento all’interno della Data, sarà aperto il 20 maggio. In ritardo rispetto alla tabella di marcia – doveva essere inaugurato il 1 maggio – ma in tempo per l’arrivo delle delegazioni straniere, previsto per i primi di giugno. Non ci sarà però il marciapiede che doveva essere realizzato davanti all’edificio: anche lì ci sono stati degli slittamenti, perciò se ne riparlerà una volta finito il presidio. “Non vogliamo che ci sia un cantiere davanti al presidio Expo” ha spiegato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini.

“Non abbiamo ancora aperto il presidio perché ci sono stati ritardi a livello di amministrazione regionale – sostiene l’assessore all’urbanistica di Urbino Roberto Cioppi - L’allestimento dell’interno infatti era di loro competenza, noi dovevamo solo rifare la pavimentazione”. A rallentare le operazioni, il fatto di aver lanciato un solo bando per tutti i cinque presidi da allestire nelle Marche. “Non ci hanno ancora fornito monitor, sistemi audiovisivi e altri supporti tecnologici – continua Cioppi – ma questo non creerà disagi. In fondo è comprensibile, anche a Milano ci sono stati dei ritardi. Per quando arriveranno le delegazioni sarà tutto pronto”.

Per quel che riguarda il marciapiede, il discorso è più complesso. Doveva collegare l’infopoint degli uffici del turismo alla scala a chiocciola all’interno del bastione,  ma non era tutto a carico del Comune. “Per la costruzione della rampa finale – precisa Cioppi – abbiamo ricevuto dei finanziamenti dall’Unesco. Per questo abbiamo dato la priorità a quella parte del progetto. Il resto invece è a nostro carico. Non saprei dire quando sarà realizzato, ancora dobbiamo fare il bando”.

“La costruzione della rampa è durata qualche settimana in più del previsto – spiega Gambini – e visto che la situazione è decorosa e non crea disagi – dove dovrebbe sorgere il marciapiede c’è un prato – riteniamo sia opportuno aspettare la fine dell’Expo”.

Anche perché Soprintendenza e Comune dissentono su alcuni punti. “Noi preferiremmo farlo in mattone, lasciando un po’ di erba ai lati – continua Gambini – mentre loro vorrebbero spianare tutto il prato e utilizzare il cocciopesto. È solo una questione di opportunità architettonica, è il biglietto da visita della città e deve essere conforme all’architettura del luogo, dobbiamo trovare la soluzione più adatta. Valuteremo nei prossimi giorni”.

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Le donne, i fanti e i “pazzi”, a Urbino un racconto diverso della Prima guerra mondiale http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/le-donne-i-fanti-e-i-pazzi-a-urbino-un-racconto-diverso-della-prima-guerra-mondiale/73780/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/le-donne-i-fanti-e-i-pazzi-a-urbino-un-racconto-diverso-della-prima-guerra-mondiale/73780/#comments Wed, 06 May 2015 16:34:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73780 Foto tratta dal sito cultura.biografieonline.it

Foto tratta dal sito cultura.biografieonline.it

URBINO – La Grande guerra si può raccontare dal punto di vista di chi l’ha interpretata, gli storici e i cineasti, dal punto di vista di chi la usò a scopo di propaganda, gli intellettuali e i filosofi, oppure da quello di chi l’ha vissuta e sofferta, ma per decenni non era mai stato considerato: le donne, i fanti e i pazzi. A cento anni dall’entrata dell’Italia nella Prima guerra mondiale, l’Università di Urbino e l’Istituto di storia contemporanea di Pesaro organizzano alla Sala Serpieri del Collegio Raffaello due incontri, il 7 e il 21 maggio, per raccontare le trame disperse e le visioni di guerra. Convegni che “non saranno semplici conferenze, ma occasioni di dialogo”, precisa la curatrice del libro “Visioni della Grande guerra”, Ilaria Biagioli, intervistata dal Ducato.

“Prima la storia della guerra era la storia di vincitori e vinti, degli eroi, perché c’era bisogno di ‘fare gli italiani’ – spiega la professoressa Biagioli – Ora invece non c’è più la necessità di coltivare l’idea del nemico, cambia la prospettiva ed emergono nuove testimonianze. Dipende anche dalle domande che ci si pone, da ciò che ci interessa sapere”. Ed è per questo che solo in tempi recenti, diversi decenni dopo la fine della guerra, si è cominciato a dare voce a chi non ce l’aveva mai avuta, in particolare le donne. “Prima degli anni ’90 erano poche le ricerche sulla Grande guerra firmate da donne e molte di loro avevano dei maestri uomini – racconta la ricercatrice – Ora invece la tendenza è cambiata anche perché, con il passare del tempo, nuovi archivi pubblici e privati sono stati aperti allo studio”.

Uno di questi esempi è rappresentato dagli interessanti racconti delle infermiere che prestarono servizio in tempo di guerra o quelli delle portatrici carniche che avevano l’incarico di portare viveri e munizioni a mano nelle zone impervie del fronte della Carnia, un’area inaccessibile per i muli. Mille donne tra i 15 i 60 anni che tutti i giorni, con un libretto e un numero stampato su un bracciale, camminavano anche cinque ore, spingendosi fino alle trincee, esposte al fuoco nemico.

Molti altri sono i diari e i racconti privati rimasti nascosti per anni che sono emersi solo ultimamente. Tra questi anche quelli dei fanti di prima linea, la “carne da cannone” che ogni giorno andava incontro al fuoco nemico uscendo dalle trincee. Oppure quelli delle persone internate nei manicomi: “A Pesaro c’era un centro di igiene mentale – spiega la Biagiotti – durante la guerra era diventato affollatissimo, in particolare nel reparto femminile. Tante erano le donne che, pur non avendolo vissuto al fronte, avevano sofferto per colpa del conflitto”. Una sofferenza diffusa a tal punto che, per non impazzire, la gente cominciò a scrivere ed è anche per questo che ora possiamo disporre di tutte queste testimonianze.

Testimonianze che emergono in quantità in un anno particolare come quello del centennale dall’entrata nella Grande guerra dell’Italia. Ma cosa si può fare per tenere vivo il ricordo di questo evento anche dopo quest’importante anniversario? “Si può continuare a fare ricerca – risponde Biagioli – una cosa è la memoria, l’altra è la ricostruzione storica. Brevi sono i tempi di costruzione della memoria, una narrazione che qualcuno ha sempre interesse a modificare. Ci sono dei tempi da rispettare, invece, per la ricostruzione e cent’anni sono una distanza necessaria per un racconto obiettivo. La storia ha tempi lunghi”.

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Turismo culturale, l’Italia cresce, le Marche no. E Palazzo Ducale si riempie solo grazie a grandi mostre http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/turismo-culturale-litalia-cresce-le-marche-no-e-palazzo-ducale-si-riempie-solo-grazie-a-grandi-mostre/73726/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/turismo-culturale-litalia-cresce-le-marche-no-e-palazzo-ducale-si-riempie-solo-grazie-a-grandi-mostre/73726/#comments Wed, 06 May 2015 16:24:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73726 DSC_0458

L’ingresso di Palazzo Ducale

URBINO – Vent’anni di alti e bassi, un saliscendi che però porta più spesso il segno meno. I grafici dei risultati di incassi e affluenza del Palazzo Ducale di Urbino negli ultimi due decenni tracciano la linea di una sostanziale decrescita, con pochi picchi isolati. La fotografia che emerge dai dati raccolti dall’Ufficio statistica del ministero dei Beni culturali, nell’ambito del Programma statistico nazionale, è infatti quella di un turismo stagnante. Ma per le Marche si può dire la stessa cosa: le due linee sono praticamente parallele.

Valori che non reggono il confronto con il trend nazionale, che invece è in continua ascesa, sia per quanto riguarda il numero di visitatori che per gli incassi annuali. Per Urbino, un record di introiti e visitatori nel 2001, poi il crollo costante fino al 2004. Da allora sono passati più dieci anni, ma la situazione non è migliorata. Al contrario, sono stati registrati i record negativi: nel 2010 319mila euro per Palazzo Ducale e 734mila nell’intera regione (valori indicizzati al 2014 per l’inflazione). E solo nello scorso anno si è avviata una leggera ripresa, ma sempre al di sotto dei risultati di inizio secolo.

Dati che tengono conto del valore dell’inflazione annuale

I dati, disponibili online, evidenziano anche il grande ruolo giocato da Palazzo Ducale nell’andamento delle Marche. Insieme alla rocca di Gradara, rappresentano quasi la totalità di incassi e ingressi regionali. Il loro andamento è quindi in grado di influire su quello dell’intera regione che, nel 2014, era ancora al di sotto dei valori del 1996 relativi agli introiti, nonostante un numero di visitatori maggiore.

Le eccezioni sono poche e i momenti di ripresa corrispondono sempre a grandi eventi, come le mostre temporanee organizzate nelle sale di Palazzo Ducale. Il 2001 è stato l’anno più fruttuoso per la Galleria nazionale delle Marche (Palazzo Ducale): oltre 600mila euro di incassi e 240mila visitatori in corrispondenza dell’esposizione contemporanea della Fornarina di Raffaello e del Dittico dei Duchi di Piero della Francesca. Una mostra che come ha raccontato al Ducato Lorenza Mochi Onori, soprintendente per il patrimonio storico e artistico delle Marche dal 2003 al 2009, “è stato un gesto per omaggiare Carlo Bo, che prima di morire aveva scritto una lettera in cui si auspicava il ritorno della Fornarina a Urbino”.  Nel 2009, altro successo di pubblico per la mostra Raffaello e Urbino, ma in questo caso gli incassi non hanno raggiunto i 400mila euro.

Dati che tengono conto del valore dell’inflazione annuale

“Le ragioni di questo andamento sono molteplici – ha detto Mochi Onori – bisogna tenere conto di numerose varianti”. Secondo la ex soprintendente le Marche sono una regione ‘isolata’, difficile da raggiungere, certamente non una regione di passaggio. È quindi necessario sapere richiamare i turisti con eventi ‘eccezionali’, come le mostre temporanee, nonostante le attrazioni marchigiane abbiano una buona base di visitatori anche per le mostre permanenti. “È necessario lanciare nuove iniziative – ha detto Mochi Onori – per esempio, ho suggerito di riaprire le case storiche dei centri cittadini, che sono una grande attrazione e dovrebbero rappresentare l’offerta peculiare della nostra regione”.

La motivazione delle basse entrata degli ultimi venti anni è data anche dall’altissimo numero di ingressi gratuiti, spesso più di quelli a pagamento. Fino all’anno scorso, infatti, gli over 65, che rappresentano una grossa fetta del turismo nazionale, avevano diritto all’ingresso gratuito nei musei. Con la riforma del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini è scomparso questo ‘privilegio’ ed effettivamente nell’ultimo anno, a fronte di un numero di visitatori quasi uguale a quello del 2013, gli incassi sono aumentati di circa 40mila euro.

Dati che tengono conto del valore dell’inflazione annuale

Non è d’accordo con una visione pessimistica Agnese Vastano, della Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici delle Marche. “Palazzo Ducale, così come gli altri musei delle Marche, hanno da sempre un andamento costante. Anzi nel 2014 e nei primi mesi del 2015 c’è stato un grande miglioramento”. A gennaio, febbraio e marzo si sono registrati 10mila ingressi in più rispetto all’anno precedente e, come ricorda la Vastano, “in quei mesi non abbiamo avuto nessuna mostra temporanea. Si tratta anche di un periodo di bassa stagione, quindi questo risultato è ancora più significativo”. E il primo week-end di maggio, beneficiando della mostra Lo studiolo del Duca, si è chiuso con circa 7mila ingressi. “Considerando il periodo di crisi che stiamo attraversando e la posizione scomoda delle Marche e di Urbino, la nostra situazione è buona. Dobbiamo essere positivi” ha concluso la Vastano.

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Regionali 2015: i quattro candidati di Urbino, “le nostre priorità per il territorio” http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/regionali-2015-i-quattro-candidati-di-urbino-le-nostre-priorita-per-il-territorio/73573/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/regionali-2015-i-quattro-candidati-di-urbino-le-nostre-priorita-per-il-territorio/73573/#comments Wed, 06 May 2015 15:53:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73573 I CANDIDATI PRESIDENTE / COME SI VOTA ]]> URBINO – Sanità, turismo e viabilità. Liste diverse ma priorità comuni per i quattro candidati urbinati alle prossime regionali del 31 maggioGianluca Carrabs, Raffaella Vagnerini, Piergiorgio Fabbri ed Elisabetta Foschi. I primi due appoggiano Luca Ceriscioli (Pd), mentre gli altri sostengono rispettivamente Gianni Maggi (Movimento5stelle) e il presidente uscente Gian Mario Spacca (Lista 2020). Le loro ricette per risolvere i problemi della regione sono molto simili e passano attraverso una valorizzazione delle eccellenze culturali e paesaggistiche del nostro territorio.

LEGGI: Una sfida a cinque per la presidenza della Regione

Gianluca-CarrabsGianluca Carrabs nato ad Avellino il 31/5/1976, vive ad Urbino dai tempi dell’università. È candidato con la lista Uniti per le Marche che sostiene Luca Ceriscioli

Quali sono le priorità per la regione Marche?
“Innanzitutto sarà fondamentale uscire dall’isolamento infrastrutturale presente sul territorio. Inoltre dobbiamo puntare sulle eccellenze del nostro territorio: dall’artigianato al design. Non possiamo competere con le grandi produzioni internazionali quindi vale la pena puntare sui mercati di nicchia e sul made in Italy.

Quali quelle per il territorio di Urbino?
“Dobbiamo riuscire a valorizzare l’entroterra tanto quanto la costa. Per farlo è necessario un miglior collegamento tra le zone del Montefeltro e il resto della regione e del paese. Da questo punto di vista sono stati fatti passi avanti con la nuova ferrovia che speriamo di poter riattivare al più presto. Inoltre bisogna migliorare la manutenzione delle strade interne.

Crede nei sondaggi che danno per vincente Luca Ceriscioli? Pensa che lo scandalo dei 66 indagati in regione influenzerà il voto?
“Lascio ad altri l’uso strumentale di queste notizie. I rimborsi non erano regolati quindi non si tratta di sperpero del denaro pubblico come nel caso di Roma. Credo che il vantaggio di Ceriscioli deirivi dall’omogeneità del centro-sinistra

imagePiergiorgio Fabbri nato ad Urbino il 26 giugno 1963. E’candidato con il Movimento5stelle che sostiene Gianni Maggi

Quali sono le priorità per la regione Marche?
“Innanzitutto la sanità. L’ultima riforma sanitaria ha danneggiato il sistema marchigiano. Tredici ospedali interni sono stati declassati e molte delle strutture che servono il territorio non sono state attivate. Bisogna cercare di alleggerire il carico di pazienti sostenuto dal solo ospedale di Urbino”.

Quali quelle per il territorio di Urbino?
“Bisogna valorizzare l’entroterra non solamente attraverso il turismo culturale. Urbino deve sfruttare lo status di patrimonio dell’Unesco e potenziare la sua immagine così da attrarre anche le masse. Inoltre dobbiamo favorire le avanguardie tecnologiche come le start up nate dalla creatività degli studenti universitari. La città deve diventare un volano di sviluppo culturale”.

Crede nei sondaggi che danno per vincente Luca Ceriscioli? Pensa che lo scandalo dei 66 indagati in regione influenzerà il voto?
“Ci credo relativamente e non so se lo scandalo influenzerà il voto. Quello che so per certo è che da inizio anno giro la provincia e le sensazioni sono molto positive. Ci danno intorno al 20% ma credo che potremmo anche migliorare le ipotesi dei sondaggi. Siamo l’unica alternativa per il futuro delle Marche.

download-(1)Elisabetta Foschi nata ad Urbino il 20/5/1973. È candidata con la lista Marche 2020 di Gian Mario Spacca

Quali sono le priorità per la regione Marche?
“Sanità, infrastrutture e lavoro. In particolare la difesa delle piccole e medie imprese sparse sul nostro territorio. Un concetto che non appartiene al dna della sinistra.

Quali quelle per il territorio di Urbino?
Sono simili a quelle della regione. Un eventuale vittoria di Ceriscioli sarebbe dannosa per la città, da sindaco di Pesaro non si è mai occupato dell’entroterra. Ha sempre difeso l’ospedale unico, voleva spostare l’istituto tecnico di Urbino a Pesaro e voleva chiudere il tribunale”.

Crede nei sondaggi che danno per vincente Luca Ceriscioli? Pensa che lo scandalo dei 66 indagati in regione influenzerà il voto?
Non credo ai sondaggi. Questo voto sarà un referendum tra chi sa solo consumare reddito prodotto da altri e chi vuole tornare a far produrre la regione.

downloadRaffaella Vagnerini, nata a Jesi nel 1972 ma cresciuta ad Urbino, è candidata con la lista del Pd a sostegno di Luca Ceriscioli

Quali sono le priorità per la regione Marche?
“Viabilità, dissesto idrogeologico e sanità. La condizione di molte strade del territorio è pessima. Spesso vengono proposti progetti per nuovi tratti, ma in realtà serve soprattutto il ripristino di quelle esistenti. In questo modo risponderemmo anche all’emergenza del dissesto idrogeologico che ha più volte investito il territorio.

Quali quelle per il territorio di Urbino?
“Urbino deve svolgere un ruolo trainante per il Montefeltro grazie alle sue eccellenze: l’università, l’Ersu ed in generale le risorse culturali, paesaggistiche e turistiche.

Crede nei sondaggi che danno per vincente Luca Ceriscioli? Pensa che lo scandalo dei 66 indagati in regione influenzerà il voto?
“Se il campione è rappresentativo credo siano affidabili. Sono meno convinta da quelli su internet. In ogni caso l’elettore può cambiare idea fino all’ultimo, quindi non darei nulla per scontato. Il vantaggio che Ceriscioli ha accumulato è dato dalla necessità di rinnovamento dopo i dieci anni della giunta Spacca e il suo cambio di posizioni da sinistra a destra. Non penso che le indagini sui rimborsi dei consiglieri influenzeranno il voto”.

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Un anno di Gambini: il “non politico” promosso (in parte) dalle opposizioni http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/#comments Wed, 06 May 2015 15:51:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73172 PRESIDIO EXPO La Data apre il 20 maggio: ma senza marciapiede]]> Il sindaco Maurizio Gambini

Il sindaco Maurizio Gambini

URBINO – In campagna elettorale si è definito “uomo del fare prestato alla politica”. E in effetti Maurizio Gambini è orgoglioso delle sue origini, come ha ripetuto anche al Ducato durante un faccia a faccia con la redazione al completo. Viene da una famiglia di piccoli agricoltori: sei sorelle e un fratello.

Un “non politico” che però siede in Consiglio comunale dal 1999. Eletto con i Democratici di sinistra, dieci anni dopo ha detto addio al suo partito formando una sua lista civica “Liberi per cambiare”, appoggiata dalle forze che per anni sono state la sua opposizione: Forza Italia e Ncd, ma anche Verdi e Udc. Una rottura in favore dei cittadini, ha sempre detto, contro un Pd che “continua a governare per i suoi interessi”.

Un’indipendenza che lo ha portato l’estate scorsa a essere eletto primo cittadino, abbattendo una delle roccaforti della sinistra, inviolata per quasi settant’anni, dal secondo dopoguerra. Al Ducato aveva detto, ricordando Enrico Mattei, “se diventassi sindaco la mia priorità sarebbe quella di ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata”.

Il municipio di Urbino

Il municipio di Urbino

È passato quasi un anno dall’8 giugno, giorno in cui ha vinto il ballottaggio con Maria Clara Muci, candidata del centrosinistra, ed è diventato sindaco. Ora è tempo di primi bilanci.

alcolOrdinanza anti-alcol

Il divieto di bere in piazza è il provvedimento di questa Giunta che più sarà ricordato. È il 16 ottobre quando Gambini firma un’ordinanza, poi diventata regola a gennaio, con con cui si vieta il consumo di alcool in luoghi pubblici e al di fuori dei locali per tre metri. Un provvedimento contro le notti brave del giovedì, voluto per contenere la movida urbinate mal sopportata dagli abitanti del centro storico. Nello specifico: non è possibile far uso di sostanze alcoliche all’aperto e – dalle 20:30 alle 7 – è vietato anche detenerle e trasportarle, pena 100 euro di multa.

Una mossa che ha causato non poche polemiche soprattutto tra i giovani che si sono visti privare della loro libertà. Da subito gli studenti hanno chiesto un tavolo di confronto con la giunta, ma hanno aspettato fino al 4 maggio. La linea del sindaco però non è cambiata: l’ordinanza non si tocca.

Dall’altra parte abitanti e baristi, nonostante il calo delle vendite degli alcolici, si dicono soddisfatti: la città è pulita, anche i bagni pubblici, la notte non si rimane svegli fino all’alba e il venerdì mattina non tocca imbattersi in cocci di vetro e sporcizia.

Ma c’è chi, come M5S e Verdi, ai divieti vuole aggiungere educazione ambientale. Pur riconoscendo la validità dell’ordinanza credono che la sola proibizione non basti a riqualificare la piazza. Contro il degrado del giovedì sera propongono cassonetti per la differenziata che in cambio della bottiglia diano un contributo, ad esempio un buono da spendere nei negozi del centro. Un fare ripreso dai paesi del nord Europa che innesca meccanismi positivi: “Deve esserci un riconoscimento: bisogna capire che l’ecologia è economia”, dice Gianluca Carrabs dei Verdi.

Vittorio_SgarbiRilancio culturale

Vittorio Sgarbi è per molti la vera novità di questa giunta. Con il suo spirito travolgente e spesso irriverente, è riuscito a portare all’ombra dei Torricini mostre capaci di attrarre centinaia di visitatori. Leonardo, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Prospero Fontana sono solo alcuni dei nomi giunti nella città ducale in mostre ed esposizioni. Importante anche l’apertura di un nuovo spazio culturale: la Casa della poesia. Anche se molti urbinati ancora non la conoscono, l’ex museo della città non solo ospiterà iniziative culturali, ma anche un archivio sonoro per ascoltare le voci di 100 poeti.

Per molti cittadini l’assessore a Rivoluzione, cultura e agricoltura è riuscito a sdoganare l’immagine di città rinascimentale e rilanciare Urbino grazie alle attività culturali. “In un periodo morto come Natale, dove la città si svuota, quest’anno abbiamo registrato 26mila presenze: tutto merito della Bella Principessa a Palazzo Ducale”, ha detto Gianluca Carrabs, Verdi. E dopo il periodo natalizio il ciclo di mostre pasquali, con quattro mostre, tra cui i nudi di Mannelli, che hanno creato molte polemiche perché esposti a ridosso della festa cristiana, e quello di Cleopatra.

Anche per il Movimento 5 Stelle la giunta sta lavorando molto in questa direzione, positive le aperture domenicali e le tante mostre giunte in città, ma sono le modalità a essere criticate: “Sgarbi porta gente ma non ha un programma preciso. Cosa lascerà in eredità? Niente. Una scelta personalistica non paga per il futuro”. Una grave pecca, secondo qualcuno, sta nei mancati accordi con gli operatori turistici: brochure fantasma e poca pubblicità, così si erano lamentati al Ducato gli albergatori.

Turisti in piazza Duomo

Turisti in piazza Duomo

Arriva la tassa di soggiorno

Il primo giugno entrerà in vigore la tassa di soggiorno. Sono più di 500 i Comuni che in tutta Italia hanno adottato l’imposta di pernottamento (o la tassa di sbarco).

Un punto su cui Gambini si è contraddetto, visto che aveva dedicato uno dei punti del suo programma elettorale a questo tema: “No alla tassa di soggiorno, che penalizzerebbe ulteriormente il già asfittico turismo urbinate!”.

Per alcuni la tassa è un peso per i turisti che vengono in città, soprattutto per Urbino che non vanta flotte di visitatori. “Non deve essere vista come una rapina, ma come una necessità”, ha detto l’assessore Sgarbi.

Non sono dello stesso parere però gli albergatori: “Positiva solo se il ricavato è investito nel turismo, non per tappare i buchi del bilancio”.

La Data di Urbino

La Data di Urbino

Data e spazi per studenti

L’aveva detto a febbraio al Ducato e così sarà. La Data riaprirà per Expo. Gambini l’aveva promesso anche prima di diventare sindaco: riaprire lo spazio e farlo diventare un luogo di cultura e arte, con l’esposizione di prodotti enogastronomici. Venticinque aziende del territorio venderanno in un “Bistrot” le loro prelibatezze, su modello Eataly.

Alle ex scuderie del duca però potrebbe toccare anche un altro ruolo. Essere la risposta a un altro grande problema della città: spazi ricreativi per gli universitari. Gambini ha aperto uno spiraglio agli studenti che da anni chiedono alle giunte che si susseguono, luoghi adeguati per cultura, arte e divertimento.

Una grande mancanza per una città nota non solo per le sua bellezza rinascimentale, ma anche per essere città-campus. Entro l’estate sarà indetto un bando, Gambini lo ha definito un “concorso di idee”, indirizzato alle associazioni degli studenti.

Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

Viabilità e isolamento

La superstrada Fano–Grosseto e la ferrovia Fano–Urbino, sono le due grandi opere incompiute che riguardano la città ducale e la isolano dal resto del territorio. La prima non è più prioritaria per il ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi.

Il sindaco si è sempre detto favorevole al ripristino della ferrovia chiusa nel 1987: “E’ un’infrastruttura fondamentale per il territorio, il suo valore, al di là dei costi, non è calcolabile: servizi, lavoro e turismo sono solo alcuni dei vantaggi”. E anche in regione si preoccupano che la ferrovia non cada nel dimenticatoio. Il presidente Gian Mario Spacca ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la revoca del decreto di dismissione.

Sull’aspetto parcheggi: dal primo giugno entrerà in vigore la nuova ordinanza sulla viabilità del centro storico. Nella riorganizzazione le possibilità di parcheggiare dentro le mura diminuiscono: la sosta massima sarà di un’ora – contro i 40 minuti di attuali – e solo negli stalli, cioè dove i parcheggi sono disegnati (esclusi residenti, invalidi, commercianti che godono di agevolazioni). “Il centro storico deve ritrovare il suo decoro, bisogna limitare traffico e parcheggio e utilizzare le strutture predisposte, come Mercatale e Santa Lucia”.

Compravendita con Marche Multiservizi

L’operazione di compravendita di azioni con Marche Multiservizi

Marche Multiservizi

Il 12 dicembre si è conclusa l’asta pubblica che ha portato alla vendita di azioni per  1 milione e 300mila euro di Marche Multiservizi. Una mossa che ha permesso di chiudere il bilancio con un disavanzo di 1 milione e 700mila euro, rispettando così il patto di stabilità. Per alcuni soldi facili che hanno permesso di chiudere in attivo, ma a scapito della vendita di beni comuni. Una modalità che, come quella della vendita di immobili già fatta in passato, non porta investimenti e prospettive future. C’è chi propone come il M5S di prendere la strada degli acquisti collettivi: un crowdfounding di quote da parte dei cittadini, che diventano azionisti.

Rimane irrisolto il futuro dell’ex rudere Megas: restituito a Marche Multiservizi da Hera. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini c’è l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato e riqualificare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

Marche Multiservizi – aveva detto il sindaco al Ducatoprenderà in affitto circa 600 mq dei locali con un canone annuo di 140mila euro, per un minimo di 12 anni. Si parla di un investimento da 3 milioni di euro. Con questa operazione risparmieremmo 350mila euro di affitti, evitando così anche ai cittadini il problema di spostarsi in diverse zone della città per recarsi nei vari uffici”.

Intanto qualcosa è stato fatto. Il magazzino comunale adiacente al rudere, danneggiato dal nevone 2012, è stato ristrutturato e messo in sicurezza; a breve gli uffici per i lavori pubblici si trasferiranno lì, con un risparmio di 18mila euro di affitto annuo pagati a un privato.

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Urbino due

Ponte Armellina (noto a tutti come Urbino due) è un quartiere a poco più di 15 chilometri dal centro storico, e che da numerose giunte aspetta di essere riqualificato. Una zona isolata famosa tra gli urbinate per essere centro di delinquenza e spaccio, spesso ignorata, ma che vive nel disagio: case degradate, nessun esercizio commerciale o attività, manca anche il pulmino per i bambini delle elementari, costretti a fare un chilometro a piedi.

Ora il via ai cantieri dovrebbe esserci quest’estate. Con l’ok del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha assegnato quattro milioni di euro, l’amministrazione comunale si prepara a risolvere problemi urbanistici: illuminazione, fogne e marciapiedi. Il Comune con l’Erap ha anche deciso per l’acquisto di alcuni immobili, un prezzo tra 9mila e 10mila euro, considerato il loro valore sul mercato tra gli 8-15mila euro.

Il consiglio comunale di Urbino

Il consiglio comunale di Urbino

Le critiche dalle opposizioni

L’impegno di questa giunta è evidente per le altre forze politiche. A partire dalle piccole cose come l’arredo urbano, taglio dell’erba, strade, polizia. Manca però – secondo i consiglieri di opposizione in Consiglio – una strategia sul futuro della città, come il rilancio dell’occupazione, la ripopolamento del centro storico e l’incentivazione del commercio. Insomma: cose positive anche su turismo e cultura, ma manca “una visione integrata”, nelle parole di Federico Scaramucci, segretario del Pd di Urbino.

Una mancanza sottolineata  dal Movimento 5 Stelle è la gestione di Ca’ Lucio. Per il sindaco è importante mantenere la vigilanza e apprezza la conduzione della passata giunta. La discarica è strettamente collegata alla raccolta differenziata: “Il Comune ha interesse perché ci siano più rifiuti (perché in gestione a Marche Multi Servizi, ndr) e quindi non investe nella raccolta differenziata”.

Questo costa agli urbinati 14 euro in più per tonnellata in bolletta, denuncia Emilia Forti, capogruppo pentastellato, a causa del mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, come previsto da legge nazionale. E sulla chiusura, uno degli obiettivi di Gambini è di dismetterla entro fine legislatura, le opposizioni sono scettiche: prima di sette anni non si può chiudere secondo quanto dice il sindaco.

Urbino, piazza Duomo

Urbino, piazza Duomo

In tema di rivalutazione del centro storico, da segnala la vicenda delle “residenze di qualità“, un progetto presentato ma che ha cambiato volto per mancanza di fondi. Il piano “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole: adesso invece sarà dedicato ai turisti. Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città.

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Carpi Calcio a Urbino: prima il sigillo d’ateneo poi (forse) il ritiro precampionato http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/carpi-calcio-a-urbino-prima-il-sigillo-dateneo-poi-forse-il-ritiro-precampionato/73681/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/carpi-calcio-a-urbino-prima-il-sigillo-dateneo-poi-forse-il-ritiro-precampionato/73681/#comments Wed, 06 May 2015 14:24:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73681 Carpi UrbinoURBINO – Urbino potrebbe ospitare la preparazione estiva di un club di Serie A di calcio. Secondo fonti interne alla società c’è una buona possibilità che la preparazione del Carpi (promosso con quattro giornate di anticipo in A) possa essere svolta di nuovo nella città. Intanto lunedì 25 maggio l’Università consegnerà il sigillo d’ateneo al club.

Nel 2014 il Carpi era rimasto a Urbino dal 21 luglio al 2 agosto. Nell’occasione l’intera rosa ha soggiornato all’hotel Mamiani, si è allenata nello stadio Montefeltro, ma soprattutto ha stretto una collaborazione con il dipartimento di Scienze motorie. Durante le due settimane la squadra ha utilizzato le strutture e i macchinari della facoltà.

Tra poco, per prepararsi al campionato di Serie A 2015-2016 il club emiliano deve scegliere due località e Urbino potrebbe essere una di queste, vista la partnership tra la Carlo Bo e i biancorossi (quest’anno sul tabellone luminoso del stadio Sandro Cabassi passava la pubblicità del comune di Urbino e quella del suo ateneo) e il ritiro del 2014 che sembra aver portato bene.

L’addetto stampa Enrico Ronchetti non ha confermato l’indiscrezione ma ha comunque lasciato aperto uno spiraglio: “Non sono state prese decisioni: il campionato non è ancora finito. A Urbino l’anno scorso la squadra si è trovata bene”.

Il Carpi Calcio tornerà sicuramente in città il prossimo 25 maggio quando per la prima volta il sigillo dell’università sarà assegnato a una società sportiva: “Sono particolarmente lieto di comunicare che la nostra università – ha commentato il rettore Vilberto Stocchi – ha deciso di conferire il sigillo d’Ateneo alla società Carpi F.C. 1909, a testimonianza dei meriti collettivi che hanno permesso a un glorioso club di raggiungere un prestigioso obiettivo nel campo dello sport. Non dimentichiamo che nel 2012 la città di Carpi è stata messa in ginocchio da un terremoto di vaste proporzioni. Il club diventa così il simbolo di una rinascita, un modello sportivo da seguire e un esempio per le giovani generazioni”.

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Regionali Marche 2015: il vademecum per votare http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/regionali-marche-2015-il-vademecum-per-votare/73631/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/regionali-marche-2015-il-vademecum-per-votare/73631/#comments Wed, 06 May 2015 14:11:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73631 [continua a leggere]]]> regionali schedeURBINO – Le regionali si avvicinano: il 31 maggio verrà eletto il nuovo Consiglio regionale e il nuovo presidente della Giunta regionale delle Marche. I candidati governatore sono cinqueLuca Ceriscioli, del Partito democratico, è il candidato del centrosinistra. L‘attuale governatore Gian Mario Spacca è sostenuto da Marche 2020-Area Popolare, Forza Italia e Udc mentre Gianni Maggi corre per il Movimento 5 stelle. Edoardo Mentrasti è il candidato di Sinistra unita e Francesco Acquaroli è il nome sostenuto dalla coalizione tra Fratelli d’Italia, Alleanza nazionale e Lega Nord. LEGGI: I quattro candidati di Urbino alle regionali  I posti in Consiglio. Trentuno i seggi da assegnare all’interno del Consiglio regionale. Il territorio è diviso in cinque circoscrizioni (corrispondenti alle province) che assegnano un numero di seggi in proporzione alla popolazione della singola provincia: uno va al presidente eletto e uno al candidato sconfitto con più voti; gli altri vengono ripartiti in base ai risultati delle votazioni.

PROVINCIA ABITANTI SEGGI
ANCONA 473.865 9
ASCOLI PICENO 210.407 4
FERMO 174.857 4
MACERATA 319.607 6
PESARO E URBINO 362.583 7

Il sistema elettorale. Il presidente della Regione è eletto con il sistema maggioritario: vince chi prende più voti e non ci sono ballottaggi. Chi arriva secondo viene comunque eletto consigliere regionale. Il Consiglio regionale è eletto con un sistema proporzionale corretto con un premio di maggioranza. È prevista per le coalizioni la soglia di sbarramento al 5% su base regionale, salvo per quelle che pur non avendola raggiunta abbiano al loro interno una lista che ha ottenuto almeno il 3% dei voti, sempre su base regionale.

elezioni regionali regolamento-2

Fac-simile della scheda elettorale per le votazioni regionali nelle Marche del 31 maggio

La scheda e il voto. La votazione per l’elezione del Consiglio regionale e per la scelta del presidente della giunta avviene su un’unica scheda. La collocazione dei simboli è frutto di un sorteggio. Accanto al simbolo di ogni lista c’è una linea sulla quale si può scrivere l’eventuale preferenza. A destra dello stesso rettangolo è disegnato l’emblema della coalizione (sostenuta dalle corrispondenti liste a sinistra) affiancato dal nome e cognome del candidato presidente. Più liste, un unico candidato. Se più liste appoggiano lo stesso candidato presidente, il simbolo a destra può essere sostituito dall’insieme dei contrassegni delle liste. Come si vota.

  1. L’elettore dà il suo voto per una delle liste tracciando un segno nel relativo rettangolo. Inoltre, l’elettore può scegliere il presidente tracciando un segno sul simbolo o sul nome del candidato collegato alla lista per la quale esprime il voto.
  2. L’elettore può scegliere di esprimere soltanto il voto per il candidato presidente, senza alcun voto di lista, tracciando un segno sul simbolo o sul nome del politico. In tal caso il voto va solo a favore della coalizione di cui fa parte il candidato scelto.
  3. Qualora l’elettore esprima il suo voto soltanto per una lista provinciale la preferenza è automaticamente estesa al candidato presidente collegato alla coalizione.
  4. Sono nulli i voti espressi a favore di una lista provinciale e di un candidato presidente non collegato alla lista stessa (il cosiddetto ‘voto disgiunto’).
  5. Si può esprimere un solo voto di preferenza scrivendo il nome e cognome o solo il cognome di uno dei candidati della lista stessa.

L’elettore, per poter votare, deve portare con sé la tessera elettorale e un documento di riconoscimento. In occasione delle elezioni, chi è affetto da gravissima infermità e non può recarsi nel seggio designato, può fare richiesta di voto domiciliare al Comune di Urbino.

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Bramante 501 anni dopo: due eventi ricordano l’architetto a Fermignano e Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/bramante-501-anni-dopo-due-eventi-ricordano-larchitetto-a-fermignano-e-urbino/73621/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/bramante-501-anni-dopo-due-eventi-ricordano-larchitetto-a-fermignano-e-urbino/73621/#comments Wed, 06 May 2015 14:05:59 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73621 URBINO – Nel 2014 si sono celebrati i 500 anni dalla morte di Donato Bramante a Fermignano, ma anche nel 2015 sono numerosi gli incontri per ricordare l’architetto e pittore rinascimentale.

fermigano bramantreNella stessa città natale dell’artista venerdì 8 maggio alle 17 si terrà la conferenza “Restauri alla Chiesa San Bernardino ad Urbino e rivisitazione delle problematiche della sua attribuzione da Bramante a Francesco di Giorgio Martini”. L’incontro sarà ospitato nella sala Claudio Monteverdi in via Martiri della libertà 22. L’evento è curato dall’architetto Stefano Gizzi, sopraintendente per le Belle arti e paesaggio dell’Umbria. Ad organizzarlo il Comitato quinto centenario celebrazioni bramantesche.

A Fermignano l’11 aprile scorso era già stata organizzata una conferenza sulle origini dell’artista dal titolo “La famiglia Bramante. Fonti archivistiche urbinati”.

Immagine

Brochure della presentazione del libro “Il genio conteso. Mito e fortuna di Donato Bramante nel suo territorio di origine”

A Urbino Massimo Moretti, insieme agli altri autori Agnese Piccardoni e Maria Maddalena Paolini, presenteranno lunedì 11 maggio nell’aula magna del Rettorato in via Saffi 2 il libro “Il genio conteso. Mito e fortuna di Donato Bramante nel suo territorio di origine”. All’incontro parteciperanno anche Bonita Cleri, presidente del Centro studi Mazzini di Fermignano e Giancarlo Rosa, docente dell’Università La Sapienza di Roma.

Il libro ricostruisce le iniziative culturali dei secoli scorsi ispirate dalla figura di Donato Bramante. In particolar modo viene analizzato come, negli anni a ridosso dell’Unità d’Italia, le località appartenenti all’allora Ducato di Urbino abbiano riscoperto la grandezza dell’artista e si siano identificate nella sua figura di persona illustre.

La tavola rotonda, organizzata dal dipartimento di Scienze della comunicazione e discipline umanistiche dell’ateneo urbinate in collaborazione con il patrocinio dell’Accademia Raffaello, segue la presentazione del libro fatto il 19 marzo scorso a Fermignano.

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I segreti di Urbino racchiusi in trenta codici a barre: l’idea degli studenti dell’Isia http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/i-segreti-di-urbino-racchiusi-in-trenta-codici-a-barre-lidea-degli-studenti-dellisia/73636/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/i-segreti-di-urbino-racchiusi-in-trenta-codici-a-barre-lidea-degli-studenti-dellisia/73636/#comments Wed, 06 May 2015 13:09:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73636 URBINO – Chi lo avrebbe mai detto che Via dei Debitori avesse davvero a che fare con un giro di debiti? Eppure quella strada era proprio la preferita dagli urbinati con qualche conto da saldare: sceglieva il “giro lungo” chi per arrivare in centro non voleva passare per via Mazzini, abitata dalle persone benestanti, di solito creditori.

Via Barocci invece era famosa per i suoi orologi, tanto apprezzati da finire nella corte reale a Vienna. Attraversando Piazza Rinascimento si scopre poi che, dove ora passeggiano i turisti, un tempo i cavalieri giocavano a fare la lotta con i gatti: un tipo di “duello” nato in occasione del matrimonio di Guidobaldo, figlio di Federico, con Elisabetta Gonzaga. La vittoria sul temibile sfidante sarebbe valsa dieci monete d’oro.

A volte i racconti più interessanti non si trovano sui libri di storia. In questo caso sono a portata di cellulare. Con il progetto “Imprint Urbino” quattro studenti dell’Isia (Alessandra Smiderle, Giovanni Murolo, Augustina Cocco Canuda e Cecilia Negri) sono riusciti a memorizzare in trenta Qr Code gli aneddoti più curiosi legati alla città, da oggi e per due settimane consultabili tramite il proprio smartphone.

Il Qr Code è un codice a barre bidimensionale che al suo interno riesce a “nascondere” testi da più di 4mila caratteri. È quella piccola immagine in bianco e nero che spesso troviamo nelle etichette dei prodotti o nelle carte d’imbarco che presentiamo al gate dell’aeroporto. La quantità di dati che riesce a contenere ha fatto di questo quadratino lo strumento ideale per trasmettere informazioni senza spreco di carta.

I quattro studenti del corso di Comunicazione e design per l’editoria hanno pensato, ad esempio, di infilarci dentro delle storie. Ma non dei racconti qualsiasi: fatti e curiosità appartenenti al passato di Urbino, che pochi conoscono, e legati a precisi luoghi della città. Se li sono fatti narrare dai cittadini, dagli assessori comunali, dai residenti più anziani. E poi li hanno fatti entrare in trenta Qr code rossi, che da oggi tappezzeranno mura e monumenti in giro per la città.

Per decifrare i trenta codici a barre sparsi per Urbino (la mappa si può consultare su questa pagina) basterà avere con sé uno smartphone e scaricare un lettore di Qr Code. Scansionando il codice si verrà automaticamente indirizzati al sito internet www.imprinturbino.tk (navigabile solo da dispositivi mobili), dove sono contenute le storie.

Ma il gioco non finisce con la lettura della storia. In fondo ad ogni racconto gli studenti dell’Isia hanno pensato di chiedere ai visitatori un aneddoto tutto loro. Perché nel ricostruire la vita di una città un po’ di partecipazione non guasta. Così, se in via Bramante qualcuno ha dato il suo primo bacio, o se a piazza San Francesco è legato un fatto storico che ancora nessuno conosce, non si deve fare altro che aggiungerlo. “Anonimato assicurato”, dicono i ragazzi.

Quella che sembra una semplice caccia al tesoro, è un tentativo intelligente di creare una più profonda memoria collettiva, di dare al presente un nuovo passato.

I ragazzi stanno inoltre lavorando a un evento in cui poter “restituire” le storie alla città: in quell’occasione gli aneddoti digitali si “materializzeranno” su tanti scontrini di carta e chiunque potrà prendere il suo.

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Michelangelo mangiava casciotta mentre dipingeva la Cappella Sistina. E i suoi terreni erano a Urbania http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/#comments Wed, 06 May 2015 04:07:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73530 Urbania

Casteldurante ai tempi di Michelangelo (da Cipriano Piccolpasso)

URBINO – Lo avreste mai detto che il grande Michelangelo oltre ad essere appassionato di casciotta era anche proprietario di terreni da formaggio a Casteldurante (oggi Urbania)? Non è una ‘bufala’ che corre su internet, ma ad affermarlo è il geologo e paleontologo Rodolfo Coccioni, professore ordinario del dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Urbino “Carlo Bo”.

“Che Michelangelo fosse un appassionato di casciotta è storia nota – annuncia la sua scoperta Coccioni – ma che avesse i suoi terreni da formaggio a Casteldurante è assolutamente una novità”.

“Negli ultimi tempi mi diverto a studiare e analizzare il paesaggio, soprattuto quello rinascimentale. Far parte del corso post laurea ‘Geologia e gusto’, attivo da tre anni all’Università di Urbino, inoltre, mi ha spinto a cercare collegamenti tra notizie storiche curiose e personaggi famosi” dice Coccioni al Ducato.

gioconda-193x300Il geologo non è l’unico ad aver scelto il territorio della provincia urbinate per i sui studi rinascimentali; anche Olivia Nesci e Rosetta Borchia si sono divertite a esaminare questa zona dimostrando che il paesaggio che si nasconde dietro la Gioconda rappresenta proprio il Montefeltro.  Nel celebre dipinto infatti comparirebbero anche i due massi calcarei Sasso Simone e Simoncello.

È stata proprio la presenza di così tanti artisti famosi in un questi luoghi che lo ha spinto a continuare gli studi iniziati da don Corrado Leonardi, studioso di Urbania, appassionato di storia della sua città. “Michelangelo amava la casciotta urbinate ma mancava il link che collegasse l’artista a Urbania – ha detto Coccioni – così ho analizzato di nuovo i documenti ritrovati da Leonardi: una corrispondenza tra Michelangelo e la moglie di Francesco Amatori, il più affezionato domestico e aiutante dell’artista, che lo aveva seguito anche a Roma”. Cecconi ha spiegato che in queste lettere Madonna Cornelia, una volta morto il marito era tornata a Urbania e da qui si preoccupava di inviare sempre l’amato formaggio all’amico del marito, rimasto a completare la Cappella Sistina.

Essendo ghiotto di formaggio, inoltre, aveva chiesto all’Amatori di comprare dei terreni dove potessero pascolare pecore e mucche. Tra i documenti analizzati dal geologo c’è un atto notarile del 12 febbraio 1554, che testimonia questo acquisto. “L’atto è stato fondamentale – ha detto Cecconi- perché indica i terreni con nomi particolari. Questo era stato sottolineato anche da Leonardi ma gli mancava un passaggio fondamentale, il link tra carta e luogo fisico. Io ho riletto tutto, mi sono fatto un giro per Urbania e ho confrontato i terreni fisici con i vecchi toponimi indicati dal documento e tutto è risultato chiaro. Infatti i nomi non sono cambiati poi tanto perché Campi Resi e Colonnelli rimangono ancora oggi invariati, mentre La Ricciola si è trasformato in Ca’ la Ricciola. Dopo più di 500 anni quindi la toponimia è rimasta la stessa.”

I terreni di Michelangelo

I poderi di Michelangelo a Casteldurante

FOTO 3

Pecore al pascolo sui terreni di Michelangelo

Una volta trovati i terreni Cecconi li ha analizzati dal punto di vista geologico e ha scoperto che sono dei terreni perfetti per fare la casciotta. Infatti, ha spiegato: “Per fare un buon formaggio servono territori pendenti e sabbiosi perché l’acqua deve scendere. Qui nasce l’erba migliore, il guaime, quella nata dopo la prima falciatura e quindi quella che fa meglio allo stomaco delle pecore e delle mucche e che fa produrre loro il latte migliore”.

 

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