il Ducato » Media http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Media http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/categorie/ducato-online/media-ducato-online/ “Noi e gli strumenti del giornalismo nell’era dei social”, le impressioni degli allievi dal festival di Perugia http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/noi-e-gli-strumenti-del-giornalismo-nellera-dei-social-le-impressioni-degli-allievi-dal-festival-di-perugia/71215/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/noi-e-gli-strumenti-del-giornalismo-nellera-dei-social-le-impressioni-degli-allievi-dal-festival-di-perugia/71215/#comments Mon, 27 Apr 2015 18:30:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71215 TUTTI I SERVIZI DAL #ijf15 LO SPECIALE DEL GRUPPO ESPRESSO Il diario dei volontari 1 | 2 | 3 | 4 | 5]]> Immagine interna

Uno dei panel più affollati del Festival

PERUGIA – Per cinque giorni consecutivi la redazione dell’Ifg di Urbino ha spostato la propria sede a Perugia. I trenta allievi della scuola hanno seguito gli eventi del Festival internazionale del giornalismo, un’ottima occasione per conoscere alcuni dei migliori giornalisti italiani e mondiali, ma anche una prima opportunità di saggiare la realtà del lavoro sul campo. I ragazzi si sono divisi un due gruppi: dieci di loro si sono trasformati in volontari per l’organizzazione dell’evento, mentre gli altri venti hanno fatto la copertura mediatica per il Ducato e le testate locali del gruppo L’Espresso. Twitter, Facebook, Scribble: questi alcuni degli strumenti che hanno usato più frequentemente per raccontare ciò che accadeva a Perugia. Ognuno dei ragazzi ha espresso il proprio pensiero sulla sua esperienza alla manifestazione, ormai nota a loro più come #ijf15 (l’hashtag che ha connotato ogni post dei giornalisti del Ducato sui social network in questi giorni) che come Festival del giornalismo.

TUTTI I SERVIZI DAL FESTIVAL DI PERUGIALO SPECIALE DEL GRUPPO ESPRESSO

In questa quindicesima edizione del Festival ho conosciuto nuovi strumenti digitali utili per il giornalismo come Scribble e Splice. Ho capito anche l’importanza del velocizzare i tempi di consegna per un pezzo online. Serena Santoli

Durante il Festival ho imparato che oggi il giornalismo insegue la grammatica dei social e anche quanto sia importante ritrovare un linguaggio più complesso, inteso come non banalizzazione dei concetti. Andrea Perini

In questa settimana ho imparato che siamo costantemente sotto pressione da parte del potere, ma anche che molti resistono e non si fanno intimidire; che per fare bene il proprio mestiere bisogna dare meno spazio alle opinioni, che in Italia spesso sovrabbondano, e ritornare al giornalismo che parte dai fatti. Martina Nasso

Il Festival mi ha insegnato che basta un cellulare per fare giornalismo. La sforzo da fare è quello di sfruttarne bene le diverse potenzialità per costruire un pezzo crossmediale. Enrico Forzinetti

Ad #ijf15 ho vissuto per la prima volta l’affollata sala stampa di un festival internazionale. Mauro Torresi

Il festival di Perugia per me è stata un’occasione di crescita e di confronto con il mondo. Mi ha fatto capire quanta passione serve per fare questo mestiere e che, nonostante tutto, le opportunità non mancheranno per chi se le merita. Adriano Di Blasi

All’ijf15 ho imparato a fare il live twitting di un evento, a usare Scribble e Storify, a memorizzare quali sono i posti vicino alle prese di corrente, che questo è contemporaneamente il momento migliore e peggiore del giornalismo e che se devi coprire la conferenza in cui interverrà Snowden piazzarsi con due ore di anticipo davanti alla porta non è esagerato. Anna Saccoccio

Partecipare a questa edizione del Festival di Perugia mi ha insegnato che il lavoro che ho sempre sognato di fare è in continua evoluzione ed espansione. Addirittura diverso da quello che credevo. Possono cambiare i media e le tecnologie, ma continuano a essere le idee a scuotere il mondo del giornalismo. E in questo festival ho avuto la fortuna di vederne parecchie. Alessandro Crescentini

Il Festival mi ha fatto capire che il giornalismo non è più quello che fino a ora conoscevamo: cambiano i mezzi e le possibilità. Ho esplorato nuove tecniche per seguire un evento, oltre al classico “pezzo giornalistico” ci sono infiniti modi per raccontare quello che si ha davanti. Inutile dire che i social sono i protagonist,: capaci di rendere tutto in diretta, live: Twitter, Instagram, Scribble, Facebook. Una cosa non cambia però, finché ci saranno storie avremo sempre qualcosa da dire: che sia con un tweet, un post o con la buona vecchia biro. Rita Rapisardi

Il Festival è stata un’occasione per condividere conoscenze, espandere i propri orizzonti, aprirsi a un mondo che non pensavo così stressante ed emozionante allo stesso tempo. Essere circondati da persone che amano le tue stesse passioni è una sensazione impagabile. Da fare, rifare e rifare ancora, senza stancarsi mai. Vincenzo Guarcello

Dall’#ijf15 ho imparato che devo essere la prima a credere in me stessa se voglio fare questo lavoro e che, come ha detto ieri Amedeo Ricucci: “Devo trovare l’idea, è quella che fa la differenza”. Ilenia Inguì

Dall’#ijf15 ho imparato che il caffè non è mai abbastanza e che la vita è come un panel: mettiti in fila e aspetta. Ma se hai il cartellino forse hai qualche vantaggio in più. Daniela Larocca

Durante il Festival ho capito che il giornalismo diventa sempre più digitale, ma spero che la carta non scompaia mai. Giorgio Pinotti

Durante il Festival ho imparato a utilizzare diversi strumenti multimediali utili, per esempio, a creare mappe interattive e rendere più efficaci i tweet. Jacopo Salvadori

Attraverso la mia esperienza e quella dei miei colleghi ho avuto modo di mettere in pratica quello che stiamo imparando a scuola e di provare a entrare nel vivo della professione giornalistica. Gianmarco Murroni

Da Ijf15 ho imparato che è ora di smettere di fare il giornalista “volontario” a vita. Marco Tonelli

Dal Festival ho imparato che scrivere un articolo di più di mille parole è mentalmente devastante. Riccardo Marchetti

Il Festival mi ha insegnato che i giornalisti dormono poco e quando non dormono stanno su Twitter. Antonella Scarcella

In questi cinque giorni ho scoperto strumenti utili per la professione molti dei quali nascono dallo sviluppo tecnologico. Per quanto gli strumenti possano svilupparsi ed essere sensazionali, però, hanno poco effetto se alla base non c’è una notizia. Il giornalista cerca e racconta storie, cambiano gli strumenti, i metodi narrativi, ma il suo ruolo non cambia. Lucia Gabani

Vorrei scrivere qualcosa di positivo, ma le cose buone sono tante e le diranno altri. Io ho avuto conferma che il giornalista, come lavoratore, diventerà sempre più ricattabile nel mercato del lavoro. La collaborazione e la solidarietà di categoria sono il futuro, ma non mi sembra ancora una consapevolezza diffusa.  Libero Red Dolce

All’orizzonte ci sono poche prospettive, soprattutto in Italia, ma questo non ha scoraggiato centinaia di ragazzi che con passione hanno fatto i volontari al Festival, e non scoraggia chi sceglie di frequentare le scuole di giornalismo. Nessuno si illude, siamo tutti consapevoli delle difficoltà, delle incertezze, dei rischi. C’è qualcosa in questo mestiere sempre più complicato e indefinito che però non smette di affascinarci. Nessuno lascia perdere. La strada in salita rende solo più attraente la sfida. Dania Dibitonto

Da questo #ijf15 ho visto che ci sono giornalisti interessati al proprio futuro. Un momento di riflessione su cosa sia oggi il giornalismo, quali sono gli strumenti e cosa vogliono le persone fa ben sperare per il futuro di questa professione. E io ne voglio fare parte. Michele Nardi

Quello che ho imparato a Perugia è che, nonostante la presenza dei social media, i principi del giornalismo, per fortuna, sono sempre gli stessi. Leonardo Grilli

Dal festival internazionale del giornalismo ho imparato che sapere le lingue è fondamentale per fare il giornalista. Altrimenti non riuscirai mai a scrivere un articolo su un panel in spagnolo, con traduzione solo in inglese. Simona Desole

Mappe, live tweeting, scribleLive e storify. Strumenti utilissimi per il giornalismo online. Ho imparato ad usarli per raccontare il festival e non solo. Alessandra Vittori

Ho imparato a tirare fuori la faccia tosta e che “problem solving” è una cosa meno astratta di quel che possa sembrare. Ho imparato che il tesserino da giornalista professionista vale meno di un due di coppe quando comanda bastoni e che la macchina Festival siamo anche noi. Claudio Zago

In questo Festival ho imparato a cogliere le occasioni quando capitano, senza pensarci troppo. E che ogni persona in più che si conosce rappresenta un arricchimento personale. Il Festival e l’esperienza da volontario sono stati un crescendo di emozioni. Valentina Ruggiu

In questo Festival ho imparato che il lavoro è più bello e anzi migliora quando ci si confronta con giornalisti e volontari da tutto il mondo. Le idee si moltiplicano. Isabella Ciotti

Al Festival ho visto voglia di condividere esperienze, idee e speranze per il futuro. Tutti insieme. È quest’astmosfera, resa possibile dal lavoro di speaker e volontari, a rendere unico il Festival del giornalismo. Niccolò Gaetani

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La quarta giornata del Festival del giornalismo culturale http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-quarta-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72559/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-quarta-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72559/#comments Mon, 27 Apr 2015 16:37:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72559 [continua a leggere]]]> FANO – Quarta e ultima giornata del Festival del giornalismo culturale, alla Mediateca Montanari di Fano si è parlato di promozione della cultura con un panel al quale hanno partecipato non solo giornalisti ma anche assessori e responsabili degli uffici stampa per parlare della comunicazione della cultura anche da parte degli enti. Nelle foto della redazione del Ducato i relatori e il pubblico.

Foto di Antonella Scarcella

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Cultura e divulgazione: la tv generalista ha perso la sfida http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/i-programmi-culturali-sono-quelli-fatti-bene-le-sfide-dei-palinsesti-tv/72238/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/i-programmi-culturali-sono-quelli-fatti-bene-le-sfide-dei-palinsesti-tv/72238/#comments Sun, 26 Apr 2015 20:25:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72238 RADIO Pubbliche e private]]> Foto tv 2FANO – La televisione durante gli anni ’50 ha insegnato l’italiano agli italiani, ha unificato il linguaggio di un popolo diviso. Dopo 60 anni ha ancora questo ruolo educativo e culturale? Nella terza giornata del Festival del giornalismo culturale si è parlato anche di questo.

La televisione mantiene un ruolo predominante nella dieta informativa italiana. Questo mezzo, proprio perché è il più fruito, ha il compito d’interrogarsi e di riflettere sul suo modo di fare cultura. Perché la cultura c’è, sul piccolo schermo, ma “in trasmissioni nascoste, curate da pochi canali di nicchia”, ha spiegato Piero Dorfles.

Molto simile l’opinione di Saverio Simonelli, di TV2000, secondo il quale i programmi di storia, arte, letteratura vengono marginalizzati in fasce orarie e in pochi canali specializzati. “Meglio così, visti gli effetti che ha la cultura quando entra nei programmi generalisti: si danno un tono culturale quando non c’entra nulla. La preoccupazione è quella di mostrarsi all’altezza”. Allora, la televisione promuove la cultura? “Come diceva Groucho Marx: “La televisione fa ottimo servizio alla cultura, perché ogni volta che qualcuno la accende io vado nell’altra stanza a leggere un libro”.

Nei canali Rai i telegiornali sono i momenti in cui si registrano il maggior numero di ascolti. Ma le informazioni che riceviamo sono notizie secche, dirette e non approfondite. Karima Moual, giornalista marocchina in Italia dal 1992, ha fatto l’esempio di come i tg parlino dell’immigrazione. “Si parla più dell’altro che con l’altro, c’è stata una progressiva depersonalizzazione. All’inizio erano uomini donne e bambini, poi persone e adesso sono barconi. Sappiamo che queste persone scappano dai loro Paesi di origine, ma chi ci ha mai mostrato le immagini dei Paesi da cui fuggono, quale giornalista ha raccontato le storie degli immigrati che intraprendono il viaggio della speranza, perché vedono l’Italia come un Paese di passaggio e non di destinazione?” Sono queste alcune delle questioni che Moual ha sollevato durante la tavola rotonda.

Seguendo quest’idea di giornalismo, Vittorio di Trapani ha aggiunto che “la televisione deve portarci dove non sappiamo, mostrarci le cose che non avremmo occasione di conoscere altrimenti”. Il cambiamento deve partire dai giovani giornalisti e ha proposto agli studenti delle scuole di giornalismo di analizzare, da qui al prossimo anno, la missione culturale dei programmi visti in tv.

La televisione ha un ampio pubblico, ma la cultura è poco presente e le trasmissioni si danno un tono alto senza approfondire i temi veramente culturali. Axel Fiacco ha portato l’esempio di una trasmissione fatta in occasione della Giornata del libro su Rai3: “Un fallimento. Se prima di quella trasmissione leggevano in pochi, adesso quelle persone che hanno visto la trasmissione non entreranno più nemmeno in una libreria”.

Alla conclusione della tavola rotonda tutti si sono trovati d’accordo con la giornalista di Radio Rai, Anna Longo: “I programmi culturali sono quelli fatti bene”.

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Scienza e divulgazione, Almanacco del Cnr: dal ricercatore alla “casalinga di Voghera” http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/scienza-e-divulgazione-almanacco-del-cnr-dal-ricercatore-alla-casalinga-di-voghera/72517/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/scienza-e-divulgazione-almanacco-del-cnr-dal-ricercatore-alla-casalinga-di-voghera/72517/#comments Sun, 26 Apr 2015 17:32:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72517 Ducato come il giornalista e il ricercatore lavorano per fare approfondimento scientifico]]> FANO – Dal ricercatore al lettore. È cultura a ‘chilometro zero’ quella fatta dal Consiglio nazionale delle ricerche attraverso il suo web magazine quindicinale Almanacco della scienza. La rivista, curata dal’Ufficio stampa del Cnr, pubblica periodicamente articoli di approfondimento scientifico con il supporto di ricercatori esperti. Da pochi anni l’Ente pubblico si avvale anche di una web tv, CnrWebTv, dove è possibile trovare documentari, video e approfondimenti per le scuole. L’Almanacco è una testata giornalistica registrata ed è uno tra i tanti esempi di ente che  comunica la scienza al pubblico, “disintermediando” il messaggio, senza passare attraverso la pubblicazione di articoli o servizi su giornali mainstream.

Marco Ferrazzoli, direttore dell’Ufficio stampa del Cnr

Marco Ferrazzoli, direttore dell’Ufficio stampa del Cnr

Secondo il direttore dell’Ufficio stampa del Cnr Marco Ferrazzoli il segreto del loro successo è nel caro vecchio principio della ‘casalinga di Voghera’: “Il punto di osservazione dei nostri giornalisti deve essere quello di un interlocutore che non ha nessuna alfabetizzazione scientifica. Da noi non esce un prodotto se non c’è l’approvazione del ricercatore che conferma la validità scientifica del contenuto e quella del nostro giornalista che è appunto quella di interpretare il punto di vista di chi non sa assolutamente nulla dell’argomento”.

Il meccanismo della fucina che sforna gli articoli dell’Almanacco è ben definito, si avvale di giornalisti che hanno un filo diretto con gli scienziati: “Tendenzialmente siamo noi – continua Ferrazzoli – a scegliere un tema sul quale poi interpelliamo i ricercatori che presumiamo possano darci risposte più significative. I pezzi vengono poi redatti da un giornalista, ai sensi della legge 150”. A svolgere questo lavoro non è una redazione dedicata ma sono i professionisti dell’ufficio stampa più i collaboratori; tuttavia, nonostante “la scarsità di risorse sia tale da costringerci a fare i conti con la nostra forza lavoro”, la risposta dei media è notevole. Grazie al Cnr e all’Almanacco vengono prodotti “circa 50mila articoli o servizi l’anno, dei quali circa la metà sul web dove la crescita è esponenziale. Aumenta molto anche la quantità di servizi radiotelevisivi che l’anno scorso sono stati circa 1500”. Un calo fisiologico ha avuto invece la carta stampata, che però continua a produrre circa mille articoli al mese, 12 mila l’anno.

“Siamo enormemente soddisfatti dei nostri sforzi – sottolinea Ferrazzoli – realizziamo circa 100 comunicati stampa l’anno, quasi altrettante note stampa, e abbiamo il front office per le richieste dei giornalisti alle quali cerchiamo di dare sempre risposta”. Sulla web tv poi, nata meno di due anni fa, “non è stato investito nemmeno un euro di promozione e tuttavia ha già un numero di contatti estremamente interessante”.

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Il racconto per immagini del Festival del giornalismo culturale. Le foto della terza giornata http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/il-racconto-per-immagini-del-festival-del-giornalismo-culturale-le-foto-della-terza-giornata/72472/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/il-racconto-per-immagini-del-festival-del-giornalismo-culturale-le-foto-della-terza-giornata/72472/#comments Sun, 26 Apr 2015 09:58:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72472 [continua a leggere]]]> FANO – Relatori sul palco e pubblico in platea. I protagonisti della terza giornata del Festival del giornalismo culturale al Teatro della Fortuna di Fano nelle foto della redazione del Ducato

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La Resistenza sul grande schermo: a Fano intellettuali e partigiani sui sentieri del cinema http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/la-resistenza-sul-grande-schermo-a-fano-intellettuali-e-partigiani-sui-sentieri-del-cinema/72443/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/la-resistenza-sul-grande-schermo-a-fano-intellettuali-e-partigiani-sui-sentieri-del-cinema/72443/#comments Sun, 26 Apr 2015 09:43:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72443 VIDEO Cultura e Resistenza al centro della terza serata del Festival del giornalismo culturale. Dodici titoli sulla rappresentazione della cultura sono stati analizzati da Steve Della Casa e Giacomo Manzoli. Durante l'evento la proiezione di "Quando i tedeschi non sapevano nuotare", film sui partigiani emiliani e romagnoli]]> Giacomo Manzoli e Steve Della Casa durante il cineforum

Giacomo Manzoli e Steve Della Casa durante il cineforum

FANO – Cinema, cultura, tradizione e Resistenza. La terza serata del Festival del giornalismo culturale di Urbino e Fano si è chiusa con un mix di questi elementi. Il filo conduttore dell’evento è stato il cinema, inteso come mezzo per trasmettere la cultura e come strumento per raccontare la Resistenza.

Il critico cinematografico Steve Della Casa e il professore di cinema dell’Università di Bologna Giacomo Manzoli hanno condotto il pubblico attraverso dodici titoli che, secondo i relatori, hanno svolto un ruolo importante nella divulgazione della cultura. Ci sono pellicole sull’educazione e il rapporto tra docente e studente come Chiedo asilo di Marco Ferreri o Il rosso e il blu di Roberto Piccioni. Mentre il primo lungometraggio di Nanni Moretti Io sono un autarchico e Manhattan di Woody Allen raccontano la figura dell’intellettuale infelice. Una sintesi per mostrare come la cultura venga rappresentata e percepita nell’ambiente del cinema.

Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi introducono "Quando i tedeschi non sapevano nuotare"

Eugenio Lio ed Elisabetta Sgarbi introducono “Quando i tedeschi non sapevano nuotare”

Per legare il Festival al 25 aprile è stato proiettato Quando i tedeschi non sapevano nuotare. Un film di Elisabetta Sgarbi, aiutata nella sceneggiatura da Eugenio Lio. Un lavoro che punta a ricostruire i momenti della Resistenza in una zona d’Italia dove questa non è mai stata ricordata nei manuali di storia: la Pianura padana e il delta del Po. Luoghi che, al contrario delle colline appenniniche, sono sempre stati considerati poco adatti per creare un movimento antifascista militante: il territorio non offriva nascondigli sicuri e c’erano troppe strade a facilitare gli spostamenti del nemico. Il film ricostruisce la Resistenza in quella zona attraverso interviste, documenti d’epoca e testimonianze di chi c’era. Sono tornati alla luce momenti come la liberazione di Bondeno, un’azione del febbraio 1945 realizzata da sole donne. Dalle acque del Po sono riemersi i ricordi di chi vide decine di tedeschi annegare tentando di attraversare il fiume con corde e funi durante la ritirata.

Prima della proiezione Loi ha sottolineato come il 25 aprile non sia veramente una festa unitaria. “L’Italia ha vissuto più fasi di resistenza. Molte zone d’Italia prima di questa data erano già libere dal nazifascismo. Questo ha creato diversi tipi di resistenza e diversi modi di fare resistenza. Tutto ciò ha influenzato il Paese nella fase post bellica. Alla cultura spetta il compito di spiegare e rendere chiare queste differenze evitando l’uniformazione tipica del messaggio televisivo”.

Riprese di Lucia Gabani
Intervista di Michele Nardi


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Ultima giornata per il Festival del giornalismo culturale, la diretta Twitter da Fano http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/ultima-giornata-per-il-festival-del-giornalismo-culturale-la-diretta-twitter-da-fano/72465/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/ultima-giornata-per-il-festival-del-giornalismo-culturale-la-diretta-twitter-da-fano/72465/#comments Sun, 26 Apr 2015 09:36:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72465 STORIFY La terza giornata | La fotogallery
Magazine: il numero speciale de Il Ducato | Tutti i nostri articoli ]]>
Siamo nel vivo della 4° giornata, l’ultima, del Festival del giornalismo culturale di Urbino e Fano. Dalla Mediateca  Montanari Andrea Ferrazzoli (Capo ufficio stampa Cnr), Elena Giacchino (responsabile ufficio stampa Fusi Orari), Anna Longo (giornale Radio Rai), Stefano Marchegiano (assessore cultura comune di Fano) si confrontano su: ‘Perché conviene promuovere la cultura?’.  Seguite la diretta Twitter.



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Ernesto Bassignano canta la Resistenza e ripercorre la sua carriera tra aneddoti e citazioni http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/ernesto-bassignano-canta-la-resistenza-e-ripercorre-la-sua-carriera-tra-aneddoti-e-citazioni/72374/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/ernesto-bassignano-canta-la-resistenza-e-ripercorre-la-sua-carriera-tra-aneddoti-e-citazioni/72374/#comments Sat, 25 Apr 2015 21:52:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72374 FANO – Eravamo io, De Gregori e Venditti… Una parentesi musicale tra storia personale, canzoni politiche e aneddoti succosi della Roma negli anni ’60 e 70. Nell’anniversario dei 70 anni dalla Liberazione, che coincide con la terza giornata del Festival del giornalismo culturale, Ernesto Bassignano non può non cantare “Bella ciao”. Ma il repertorio di pezzi del giornalista in pensione e cantautore è stato molto più ampio.


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La terza giornata del Festival del giornalismo culturale 2015 vissuta sui social http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/la-terza-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale-2015-raccontata-dai-social/72242/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/la-terza-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale-2015-raccontata-dai-social/72242/#comments Sat, 25 Apr 2015 21:41:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72242 [continua a leggere]]]> FANO – Uno sguardo a quello che si è visto, detto e sentito nella prima giornata fanese del Festival del giornalismo culturale. Grazie a Twitter e Instagram e ai contributi social. Il tema degli eventi è “Dov’è la cultura oggi?” approfondito dai panel sulla radio e sulla televisione. Tra gli ospiti Marina Lalovic, Simone Spetia, Igiaba Scego e Edoardo Camurri oltre ai direttori dell’evento Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini.

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Camurri: “La televisione non deve formare le persone” VIDEO http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/camurri-la-televisione-non-deve-formare-le-persone-video/72261/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/25/ducato-online/camurri-la-televisione-non-deve-formare-le-persone-video/72261/#comments Sat, 25 Apr 2015 21:34:21 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72261 VIDEO Il giornalista e conduttore racconta ai microfoni del Ducato la sua esperienza di giornalismo culturale in televisione, citando alcuni grandi esempi della tv generalista: da Lucentini a Fruttero, fino ad arrivare a Zatterin, Soldati e Berselli]]> Edoardo Camurri, giornalista e conduttore Rai

Edoardo Camurri, giornalista e conduttore Rai

FANO – “La televisione non dovrebbe formare le persone, e infatti non le forma”. Edoardo Camurri, giornalista e conduttore Rai, non ama giri di parole. Intervistato ai microfoni del Ducato, il giornalista spiega il ruolo della televisione a margine del convegno “Dov’è la cultura oggi”, panel conclusivo della terza giornata del Festival del giornalismo di Urbino e Fano.

Molti gli argomenti trattati, con un occhio sempre rivolto alla cultura: dal programma “Viaggio nell’Italia che cambia” da lui condotto e tutt’ora in palinsesto su Rai Storia, alla tv generalista e al suo ruolo nella società, citando alcuni esempi di grandi maestri della Rai: dal duo Franco Lucentini e Carlo Fruttero a Ugo Zatterin, Mario Soldati ed Edmondo Berselli. Camurri ha raccolto oggi la loro eredità, raccontando con divertimento, stupore e anche un po’ di sregolatezza il nostro paese.

Intervista di Vincenzo Guarcello e Mauro Torresi
Foto di Libero Dolce e Mauro Torresi


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