La terra dei veleni » I siti sotto sequestro http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti Piazzali inquinati a Crotone: un caso di cui si chiede la riapertura Wed, 23 Apr 2014 14:39:15 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.8.1 Piazzali inquinati a Crotone: un caso di cui si chiede la riapertura La terra dei veleni no Piazzali inquinati a Crotone: un caso di cui si chiede la riapertura La terra dei veleni » I siti sotto sequestro http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/category/i-siti-sotto-sequestro/ Scuola San Francesco: “Papà, ma allora sono malata?’” http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/una-scuola-sotto-sequestro-il-plesso-di-san-francesco-ancora-chiuso/ http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/una-scuola-sotto-sequestro-il-plesso-di-san-francesco-ancora-chiuso/#comments Mon, 07 Apr 2014 11:00:37 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/?p=26 “Mia figlia guardava la tv e mi diceva piangendo: papà, ma allora io sono malata?”. In questa frase di un padre del comitato genitori della scuola San Francesco si riassume quello che è successo nel 2008 nel plesso staccato della scuola elementare ‘Alcmeone’, dopo il sequestro del piazzale della scuola, costruito con il Cic.

La scuola elementare 'Alcmeone', plesso di San Francesco

La scuola elementare ‘Alcmeone’, plesso di San Francesco

Siamo nel settembre del 2008, all’inizio dell’anno scolastico. Il piazzale davanti il plesso di San Francesco della scuola elementare ‘Alcmeone’ viene posto sotto sequestro, con un’azione che viene definita dai genitori degli alunni come un ”blitz”. Davanti alla scuola spuntano i cartelli del Nisa (il nucleo investigativo sanità e ambiente): il piazzale è sotto sequestro. Ma la scuola no. Così, i genitori devono continuare a mandare i loro figli in quella struttura, ma la responsabilità dell’attraversamento del piazzale è loro, come spiega Rosaria Vazzano, rappresentante del comitato dei genitori. Proprio su loro spinta, il plesso viene chiuso nell’ottobre dello stesso anno. Gli alunni vengono trasferiti in parte nella sede centrale – al posto di alcuni laboratori – e altri in una sede in affitto nel centro di Crotone, come racconta il dirigente scolastico, Eugenia Garritani.

Lo stesso dirigente sottolinea: “Il Comune ha pagato un affitto da circa 100 mila euro l’anno per questa sede, quando si poteva fare una cementificazione del cortile per la messa in sicurezza con 70-80 mila euro”.

Ma il problema principale è quello dei bambini: “Gli alunni erano sotto shock, sono stati seguiti per un anno e mezzo per le loro condizioni di salute”, spiega ancora Eugenia Garritani. Una scena come quella della bambina che guarda la tv e si crede malata non è rara. Le televisioni e i media locali spiegano quello che sta succedendo. E la preoccupazione dei genitori e, ancor più dei bambini, è inevitabile.

In questa fase ha inizio lo screening del professore Sebastiano Andò, dell’Università di Cosenza. Il suo studio dimostra che i bambini che hanno frequentato quella scuola presentano nei loro corpi valori dei metalli pesanti più alti di quelli delle altre scuole del crotonese. Lo screening però si interrompe e, ancora oggi, il comitato dei genitori chiede che possa riprendere per sapere quali sono le condizioni dei loro figli.

Ad oggi, più di cinque anni dopo, il plesso è ancora chiuso e il dirigente scolastico ha riconsegnato le chiavi della scuola al Comune. Il piazzale, intanto, è ancora sotto sequestro: “Nessuno ha mai revocato l’ordinanza”, spiega la Garritani.

La sede è stata recintata e, in teoria, l’accesso al piazzale non dovrebbe essere consentito. Ma la rete si interrompe ed entrare nel piazzale è semplice. E lo fanno in molti. Alcune persone portano lì il cane a fare i bisogni. Oltrepassando la recinzione, la prima cosa che si nota è che sotto le pietre c’è un telo nero plastificato. Come spiegato anche dal comitato dei genitori, quello è l’unico elemento che dovrebbe mettere in sicurezza l’area. Un semplice telo nero. Peraltro, non in condizioni impeccabili. Sotto il telo c’è il Cic e, come dimostrato dalle analisi del professor Sindona – perito nominato dalla Procura – lì sotto ci sono metalli pesanti, come l’arsenico, presenti in valori ben superiori rispetto a quelli consentiti dalla legge. Il contatto con le persone non viene evitato: ci si può camminare sopra e il telo plastificato non sembra una messa in sicurezza sufficiente.


La recinzione del piazzale interrotta e la messa in sicurezza precaria

Il plesso della scuola è abbandonato. Come dice il dirigente scolastico “è stato vandalizzato e anche per questo non è stato mai sistemato, i costi sarebbero stati troppo alti”.

L’unica cosa in funzione ancora oggi, dopo tutti questi anni, è l’impianto elettrico. Tutte le sere le luci del piazzale e della scuola sono accese. Anche in estate. E anche se la scuola è chiusa da più di cinque anni.

Scuola luci accese

Le luci accese tutte le sere, nonostante la scuola sia chiusa da anni

 

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Una scuola incredula: l’inquinamento all’istituto di Ragioneria Lucifero http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/una-scuola-incredula-linquinamento-allistituto-di-ragioneria-lucifero/ http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/una-scuola-incredula-linquinamento-allistituto-di-ragioneria-lucifero/#comments Mon, 07 Apr 2014 10:59:49 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/?p=36 Un anno scolastico con 45 giorni in meno e un piazzale ancora sotto sequestro ma calpestabile: queste sono le conseguenze della vicenda giudiziaria ‘black mountains’ sull’Istituto tecnico commerciale di ragioneria ‘Lucifero’ di Crotone.

L’istituto tecnico di Ragioneria ‘Lucifero’

L’istituto tecnico di Ragioneria ‘Lucifero’

Il piazzale interno della scuola, costruito con il Cic – miscela di scorie Cubilot e loppa d’altoforno – è stato posto sotto sequestro nel settembre del 2008. Da quel momento la scuola viene fatta chiudere su ordinanza del sindaco a tempo indeterminato. Il preside Sabatino Naso inizia subito la sua battaglia per la riapertura. Attacca le perizie della procura e sostiene che non c’è alcun inquinamento. “Ho forzato la mano e la provincia ha messo in sicurezza il cortile plastificando il piano – spiega Naso – così dopo 45 giorni la scuola ha riaperto”.

I danni però rimangono, soprattutto per gli studenti: “L’anno scolastico è stato convalidato con meno di 200 giorni (153), ho dovuto richiedere l’autorizzazione dal Ministero – spiega il dirigente del ‘Lucifero’ – siamo riusciti a far recuperare solo venti giorni agli studenti delle quinte classi nelle sedi dell’Università”.

ragioneria interno

Un piazzale interno della scuola

Nonostante la convinzione dell’ex dirigente scolastico, la situazione però non si è ancora sbloccata. L’attuale dirigente scolastico, nonché vicesindaco di Crotone, Anna Curatola, spiega: “Ho fatto di recente richiesta per far riaprire lo spiazzo, ma la Procura mi ha risposto pochi giorni fa dicendomi che non siamo autorizzati”. Intanto, però, tutti i piazzali intorno alla scuola sono percorribili, nonostante la mancata autorizzazione della Procura. E non ci sono recinzioni o impedimenti di alcun tipo.

Eppure, nessuno sembra preoccupato nell’istituto. Gli attuali studenti non sanno nulla dei piazzali costruiti con il Cic. I collaboratori scolastici, invece, affermano: “Qui non c’è inquinamento, non c’è niente. Un mio amico, infatti, ha chiesto di far costruire uno spiazzo davanti casa col Cic, tanto è sicuro”.

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Cinque morti, allarme in Questura http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/siti-sotto-sequestro-lallarme-in-questura/ http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/siti-sotto-sequestro-lallarme-in-questura/#comments Mon, 07 Apr 2014 10:59:18 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/?p=42 Due scuole, una banchina del porto commerciale, alcune case popolari e addirittura la Questura di Crotone: questa è solo una parte dei 18 siti posti sotto sequestro dalla Procura nel 2008 perché i piazzali di questi spazi sono stati costruiti con il Cic (Conglomerato idraulico catalizzato). Oggi, quasi sei anni dopo, nessuno ha ancora dimostrato se questi spiazzi sono realmente inquinati, ma intanto ci sono alcuni dati di fatto: cinque decessi hanno colpito il personale della Questura di Crotone e due persone sono tuttora malate.

Questura

La Questura di Crotone

In un territorio come quello crotonese un fenomeno del genere non è inspiegabile, ma sicuramente fa pensare che ci possa essere un nesso tra i piazzali costruiti con il Cic e queste malattie. Di questa opinione sembra essere anche Giuseppe Marino, rappresentante regionale del Siap, il sindacato di polizia: “Non è detto che ci sia un nesso, ma questa cosa ci preoccupa. Noi possiamo constatare che in ambito lavorativo ci sono stati dei decessi”. Marino spiega anche che “forse questi problemi non sono dovuti al Cic, ma è comunque pericoloso e da lì va tolto”.

Il sindacalista regionale però non si tira indietro quando si parla di inquinamento: “È giusto che chi ha inquinato paghi  - continua Marino – per quello che abbiamo capito noi, non essendo tecnici, il rifiuto è stato messo lì in maniera anomala”.

La preoccupazione di Marino deriva anche dalla mancata conoscenza di cosa ci sia realmente sotto il piazzale: “Noi vogliamo comunque sapere qualcosa di preciso al di là dei periti tecnici – ribadisce il sindacalista della polizia – chiediamo che qualcuno si metta all’opera, che una commissione venga a verificare cosa è successo”. Unica rassicurazione, secondo Marino, è il “pavimento posto sopra il piazzale, ma a preoccupare è anche una nota della relazione Martelloni (ndr. quella del perito che ha poi portato al proscioglimento di 45 indagati) secondo cui durante le trivellazioni sono emerse, sotto il Cic, delle ferriti di zinco allo stato libero”.

Allora cosa chiede il Siap? Marino risponde: “Vogliamo la rimozione del Cic e che qualcuno ripari i danni fatti, ad esempio quelli causati dalla chiusura della scuola di San Francesco”.

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La mappa dei siti posti sotto sequestro http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/129/ http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/2014/04/07/129/#comments Mon, 07 Apr 2014 10:19:55 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/rizzuti/?p=129 Diciotto siti posti sotto sequestro dalla Procura di Crotone perché costruiti con il Cic – una miscela di scoria Cubilot e loppa d’altoforno – e potenzialmente inquinati e pericolosi. Partendo da questo presupposto è nato il procedimento giudiziario denominato ‘black mountains’, che si è però concluso con il proscioglimento dei 45 indagati. Ma ancora oggi, a due anni dalla sentenza del Gup, Gloria Gori, c’è chi chiede che questo caso venga riaperto. Un caso che è nato proprio con il sequestro di questi siti, tra cui piazzali di scuole, della Questura e perfino della banchina commerciale del porto di Crotone. Questa mappa aiuta a identificare alcune dei siti posti sotto sequestro nel 2008.


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