Il nuovo centro di meditazione

Lunghi bastoncini d' incenso e la luce delle candele sul piccolo altare. L'aroma si mescola alle vibrazioni dei "mantra", preghiere sacre che Ghesce e Losang, i due monaci del Tibet intonano seduti sul pavimento di legno, davanti al Lama Yulu Rinpoche. Silenzio e voci tibetane. Statuine dorate delle divinità. Arazzi del buddha, rosso-arancio e giallo.

Immagini fotografiche per raccontare l'antica cerimonia di propiziazione che domenica scorsa ha inaugurato il centro buddista sulle colline di Urbino, vicino al borgo di Isola del Piano. Il tempio è in realtà una grande stanza. Un locale in penombra della casa di pietra che ospita la nascente comunità per gli insegnamenti della religione tibetana. Ma l'atmosfera è quella di un luogo di meditazione, circondato dagli spazi della campagna intorno alla città ducale. E' stata Monia Mattioli, una studentessa marchigiana che segue la dottrina tibetana, a organizzare tutto e spera che il progetto riesca a funzionare: "Presto indicheremo un calendario - spiega Monia - con tutte le attività del centro: yoga, insegnamenti di tantra cioè pratiche di meditazione e dei sutra, i testi filosofici buddisti. Il lama incontrerà in privato anche le persone che lo chiederanno ".

Il giovane Lama Yulu ha deciso di vivere qui e mette a disposizione di tutti il suo sapere e le sue energie positive di guaritore. Lama Yulu è un "tulku" che nella religione buddista significa reincarnato. Non tutti i lama, ce ne sono 15 in Italia, sono riconosciuti tulku dal Dalai Lama, la più alta guida spirituale dei buddisti tibetani. E per Yulu Rimpoche questa è la settima vita.

Seduto in una nicchia rialzata incrocia le mani sul tipico manto di stoffa rossa e parla guardando i presenti. Venti persone tra cui sei bambini che lo fissano curiosi. Il Lama parla solo tibetano e sorride con gli occhi semichiusi, ma c'è Scherpa, il traduttore che ripete in inglese le sue parole incomprensibili. Il rito orientale continua. Il Lama fa lenti gesti di purificazione. Ciotole di riso giallo da gettare in segno di fertilità. Acqua da un' ampolla con il tappo vivo, cioè formato da una pianticella verde. I monaci lo accompagnano cantando. Il suono di campanelle di bronzo scandisce il ritmo delle litanie.

Angela-Gaia- Felicita Batista, ha sette anni e sta accovacciata vicino alla mamma. Guarda con attenzione ogni movimento del maestro tibetano, soprattutto le mani del Lama Yulu che stringono una specie di collana fatta di acini d'avorio molto simile a un rosario:"Ieri gli ho chiesto in che cosa credeva e mi ha detto che lui crede nella pace".A piedi nudi il breve corteo di monaci segue il Lama fuori del tempio cantando e sorridendo. L'ultima preghiera è sotto le nuvole di primavera.

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