Il museo dell'Hermitage a
S.Pietroburgo: un nuovo modello di fruizione
di
Michail Borisovich Piotrovsky
Direttore del Museo Hermitage di S.Pietroburgo
e
Fabio Schiattarella
Consultant in IBM Italia
Project manager nel progetto per l'Hermitage
L'introduzione
organica delle tecnologie informatiche presso uno dei
musei più importanti al mondo mette in luce le
potenzialità di fruizione differenziata ed efficace di
un esteso patrimonio culturale. Come tante tessere di un
puzzle il laboratorio per l'acquisizione digitale delle
opere, i chioschi informativi, un education Center, la
Digital Library e il sito Web, compongono un quadro
capace di offrire servizi culturali ed estendere
l'accessibilità del Museo.
Il sito:
www.hermitagemuseum.org
"..Oltre
ai dipinti e alla Loggia di Raffaello, il mio museo
nell'Hermitage contiene 38.000 libri; ci sono 4 stanze
piene di libri e stampe, 10.000 gemme, circa 10.000
disegni e una collezione di storia naturale che riempie
due ampie gallerie"
(da una nota inviata da Caterina di Russia al suo agente
nel 1790)
Da quei lontani giorni di due secoli fa quella collezione
ha continuato a crescere, fino ha contare oggi circa tre
milioni di pezzi dai reperti preistorici all'arte
post-impressionista, dalle porcellane cinesi, ai
manoscritti persiani, dalle copie romane di statue greche
all'arte Europea.
Quello che allora era il Palazzo d'Inverno, residenza
degli Zar di Russia dopo che Pietro il Grande fondatore
della città di San Pietroburgo nel 1703 aveva voluto
spostarvi da Mosca la capitale dell'Impero, è divenuto
oggi uno dei più grandi e importanti musei del mondo,
per dimensioni della collezione, per l'importanza delle
opere contenute, e per numero di visitatori.
Delle dimensioni della collezione abbiamo già accennato,
ma il solo dato numerico non è in grado di trasmettere
il prestigio della collezione, anzi delle numerose
collezioni raccolte questo museo.
Basterà citare tra tutte la collezione di pittura
europea dal rinascimento fino all'arte moderna, con i
grandi maestri del Rinascimento italiano, i Rembrandt, i
fiamminghi, fino agli impressionisti, a Matisse, a
Picasso (ma qualsiasi tentativo di enumerazione rischia
di fare torto a molti tra i capolavori e i maestri
presenti). Il numero dei visitatori, quest'anno previsti
in circa 2.000.000, è di nuovo in crescita dopo gli anni
di declino seguiti alla caduta del comunismo. Allora il
museo contava circa 4 milioni di presenze all'anno.
Oggi il museo occupa un complesso di 5 edifici lungo la
riva della Neva.
Il disegno tuttavia è di espandere il museo a tutti gli
altri edifici che circondano la storica piazza antistante
il palazzo dell'Hermitage perseguendo la visione di
realizzare un "Grande Hermitage".
Negli anni recenti molte sono state le iniziative per
mantenere e rinnovare questa istituzione. Dalla continua
manutenzione degli immobili, all'apertura di nuove sale,
all'installazione di nuovi sistemi di sicurezza e di
regolazione del microclima, dall'apertura di un
"information desk", una innovazione
significativa dai giorni dell'Unione Sovietica,
all'apertura agli sponsor e ai contributi dell'occidente.
Nell'ambito di questo rinnovamento si colloca il
programma per l'introduzione di tecnologie informatiche
come ausilio alla fruizione dei contenuti del museo. In
questo contesto da circa due anni il museo ha avviato una
collaborazione strategica con la IBM Corporation con lo
scopo di usare l'informatica per promuovere e far
conoscere meglio i suoi contenuti.
Il lavoro di questi due anni ha portato alla
realizzazione di cinque progetti in cui tecnologie
dell'informazione e delle comunicazioni vengono
utilizzate per offrire servizi e informazioni alla
comunità degli utenti del museo siano essi visitatori,
dipendenti, studiosi, o semplicemente navigatori di
Internet. Vale la pena descrivere i cinque progetti in
maggiore dettaglio prima di trarre alcune conclusioni.
L'Education & Technology Center è una struttura
posta all'interno del museo dotata di sette postazioni,
ognuna delle quali è attrezzata con un personal
computer.
Il Centro è un'area per l'apprendimento mediante
computer, e consente l'accesso ad una varietà di
programmi di apprendimento sia in lingua inglese sia in
lingua russa (in alfabeto cirillico). I programmi sono
stati scelti e progettati per rendere possibile agli
utenti il confronto virtuale tra opere d'arte
appartenenti a diverse raccolte del museo, ma che sono
basate sugli stessi soggetti, ad esempio temi mitologici
o dai Vangeli.
Questo confronto consente al visitatore di comprendere e
seguire l'evoluzione dell'interpretazione di tali temi
nell'arte. Una funzione tipo lente d'ingrandimento
consente all'utente di esaminare dettagli dell'opera che
talvolta non possono essere apprezzati nel normale spazio
espositivo.
Una sezione con quesiti e giochi consente di completare e
verificare la conoscenza da parte dell'utente delle opere
d'arte e costituisce un "edutainment"
divertente per i bambini. L'interazione avviene
attraverso il monitor ed un dispositivo chiamato
trackball, concettualmente simile al mouse tradizionale,
ma che presenta caratteristiche di maggiore robustezza e
la possibilità di poter essere fissato alla postazione.
L'inserimento nell'ambiente del museo e l'ergonomia
dell'insieme sono particolarmente curate. La sistemazione
ergonomica in particolare consente anche ad un bambino di
poter fruire delle applicazioni in maniera comoda anche
per un tempo lungo.
I punti informazione per i visitatori dislocati in varie
zone del Museo aiutano i visitatori ad esplorare il
museo, le sue collezioni, i suoi capolavori.
Realizzati in forma di chiosco, i punti informazione
forniscono le notizie relative agli eventi e alle
esposizioni temporanee in programma nel museo e
contengono la mappa dei vari piani e dei vari edifici con
il riferimento alle collezioni ospitate.
I punti informazione forniscono le indicazioni per
organizzare percorsi guidati di visita, secondo itinerari
tradizionali oppure personalizzati in base agli interessi
dell'utente.
Le indicazioni relative all'itinerario di visita oppure
il modo in cui raggiungere una certa opera d'arte vengono
stampate su un foglio di carta sia sotto forma di mappa
sia di indicazioni testuali, in una maniera facilmente
comprensibile usando indicazioni del tipo: "Dal
punto in cui ti trovi adesso, prosegui dritto per tre
stanze, gira a sinistra quando arrivi alla stanza dove
c'è una grande carrozza, oltrepassa la sala del trono,
...".
Le informazioni relative ai percorsi sono generate
dinamicamente e tengono conto della possibile apertura e
chiusura di alcune stanze o aree del museo a causa di
restauri od eventi temporanei e del possibile spostamento
di alcune opere d'arte. L'informazione può essere
presentata sia in Russo che in Inglese.
Il laboratorio per la digitalizzazione di immagini è
incentrato su uno scanner per acquisizione di immagini
digitali Pro/3000 sviluppato dal Centro Ricerca IBM. Tale
apparato è stato già utilizzato in situazioni dove la
fedeltà delle riproduzioni digitali deve essere ai
massimi livelli come nel caso della riproduzione digitale
di opere d'arte. Lo stesso sistema è stato utilizzato in
un altro progetto per produrre immagini digitali a
partire dalle miniature dei manoscritti della Biblioteca
Vaticana. Questo scanner utilizza filtri di colore che
consentono di riprodurre i colori di un'opera d'arte
seguendo le caratteristiche percettive dell'occhio umano.
In questo modo si ottiene una fedeltà nella riproduzione
del colore che è di un ordine di grandezza superiore a
quella delle migliori tecniche di fotografia
tradizionale.
Il sistema è in grado di acquisire immagini di oggetti
piani, quali stampe o riproduzioni fotografiche, ma anche
piccoli oggetti tridimensionali, quali gioielli,
utensili, piccole sculture eccetera.
Ciò viene ottenuto mediante un particolare sistema di
illuminazione che permette di diffondere in maniera
uniforme la luce intorno all'oggetto da riprodurre.
Le immagini prodotte dallo scanner vengono poi
ridimensionate e compresse (senza alterarne il colore)
per il loro utilizzo nei vari sistemi informatici.
La digital library è l'archivio destinato a contenere le
immagini digitali e le informazioni di frazioni sempre
più significative del patrimonio artistico del Museo.
Attualmente il numero delle opere d'arte inserite nel
sistema è di circa millecinquecento.
Si tratta di un lavoro complesso e che richiede il
coinvolgimento di diversi esperti. Per ciascuna opera
d'arte immagazzinata occorre produrre sia l'immagine
digitale in molteplici formati sia una cospicua quantità
di informazioni a corredo.
L'immagine digitale può essere ottenuta a partire
dall'originale o per praticità a partire da una buona
riproduzione fotografica.
In questo secondo caso, l'operazione prevede un passo di
elaborazione digitale dell'immagine da parte di un
esperto per garantire che eventuali viraggi di colore
avvenuti nel processo fotografico vengano corretti e che
i colori dell'immagine digitale siano esattamente gli
stessi dell'originale.
A partire dall'immagine digitale ad alta risoluzione
prodotta dallo scanner (fino a 3000 x 4000 punti e 16
milioni di colori) vengono ottenute una serie di immagini
derivate che serviranno per la consultazione
dell'archivio attraverso Internet e per le altre
applicazioni informatiche del progetto.
Per quanto sia tecnicamente complessa e richieda
l'impiego di persone con una preparazione specifica,
tuttavia la produzione delle immagini digitali, non è la
sezione più critica e specialistica del processo.
Almeno altrettanto impegnativa è la redazione delle
informazioni testuali a corredo delle immagini, compito
che ricade sui curatori e sugli esperti del museo. Per
ogni opera d'arte vengono raccolte circa 35 informazioni
diverse quali autore, titolo, provenienza, scuola,
tecnica, stile, comunque diverse a seconda della
categoria di appartenenza dell'opera d'arte.
Accanto a queste informazioni lo staff del museo produce
alcuni testi descrittivi dell'opera d'arte, della sua
provenienza, delle esposizioni temporanee di cui ha fatto
parte, ad altre annotazioni varie.
Le varie informazioni e le immagini sono raccolte e
preparate da figure professionali diverse con una diversa
organizzazione del lavoro (i tempi di lavorazione
relativi alla singola opera d'arte vanno dai 5 minuti per
la produzione di un'immagine digitale alle ore di lavoro
redazionale necessario per la produzione dei testi).
Per questo motivo i vari flussi di produzione e raccolta
delle informazioni sono autonomi ed asincroni.
Un'applicazione informatica si occupa di raccogliere e
coordinare i vari materiali che vengono prodotti dai vari
gruppi e di effettuare il caricamento nella digital
library solo quando tutte le informazioni sono
disponibili.
Questa messe di informazioni una volta caricata
nell'archivio è a disposizione sia del personale per
interrogazioni e ricerche legate all'attività del museo,
sia del grande pubblico attraverso il sito Internet.
Nell'ambito del progetto è stato svolto uno studio per
valutare quali modalità di ricerca e accesso alle
informazioni sulle opere d'arte fossero al tempo stesso
intuitive ed efficaci, sia per il pubblico generico che
per lo specialista. Il risultato di questo lavoro è
stato un sistema di interrogazione che offre diversi
livelli di complessità di interrogazione, dalla semplice
ricerca per parola chiave alla ricerca complessa che
permette di combinare più interrogazioni mediante
operatori logici.
Una caratteristica innovativa di questo sistema è il
fatto di integrare molteplici modalità di
interrogazione. Accanto all'approccio tradizionale in cui
il valore di uno o più campi può essere inserito oppure
selezionato all'interno di una lista, vi è quello
frequente nei siti Web in cui l'utente può inserire una
parola o una frase e in cui il sistema restituisce tutte
le opere d'arte il cui testo associato contiene tali
parole.
L'aspetto più innovativo è costituito tuttavia dalla
possibilità di effettuare ricerche direttamente sul
contenuto delle immagini piuttosto che sull'informazione
testuale associata alle stesse.
Tale caratteristica viene indicata con il nome di QBIC
acronimo dell'Inglese "Query By Image Content".
Il modo più intuitivo in cui funziona un tale tipo di
ricerca è quello di partire dall'immagine di un'opera
d'arte e chiedere al sistema di fornire altre immagini
che assomiglino a quella fornita. Può accadere quindi
che, partendo da un quadro della "Madonna con
Bambino" di Jacopo da Pontormo in cui domina la
veste rossa della Vergine, vengano fornite altre immagini
in cui stoffe di colore rosso siano presenti nella scena.
Le altre modalità di interrogazione del QBIC consentono
all'utente di ricercare immagini in cui sia dominante in
misura maggiore o minore un colore oppure una
combinazione di colori oppure una combinazione di forme e
colori.
Si tratta di una tecnologia molto recente e in rapida
evoluzione e non è ragionevole attendersi risultati
"miracolosi". Per questo motivo non ci si può
attendere che fornendo l'immagine di un cavallo il
sistema recuperi tutte le opere d'arte che raffigurano
cavalli oppure i monumenti equestri, tuttavia è
possibile ad esempio specificare una dominante blu nella
parte superiore dell'immagine ed una gialla nella parte
inferiore per avere una buona probabilità di recuperare
almeno un dipinto che raffiguri un campo di grano o di
girasoli.
La digital library è naturalmente un componente
importante del nuovo sito web dell'Hermitage, e si
affianca ad una ricca sezione informativa sulla logistica
del museo (orari, raggiungibilità, prezzi, ecc.), sulle
sue collezioni, sugli eventi e sulle esposizioni
temporanee.
Le statistiche iniziali sull'utilizzo del sito indicano
che circa il 50% delle richieste di pagina sono relative
alla sezione della digital library, il restante 50% delle
richieste è relativo alle altre circa 700 pagine HTML
del sito.
Un aspetto interessante del sito è la funzione di tour
virtuale che impiega una nuova tecnologia che consente
all'utente web muoversi in maniera simulata all'interno
di alcuni locali del museo.
In generale altri siti web museali utilizzano tecnologie
simili a quelle descritte. Ciò che probabilmente rende
unico l'Hermitage è la ricchezza e il valore dei
contenuti unite alla versatilità dovuta all'avere a
disposizione tutti questi strumenti in un unico sistema.
La partecipazione ad un progetto così complesso e
innovativo è un impegno significativo per
un'organizzazione con risorse limitate qual è il Museo
Hermitage oggi. Ciò è un'ulteriore indicazione, se mai
ve ne fosse il bisogno, della determinazione con cui
viene perseguito l'obiettivo del progetto: rendere il
museo più accessibile.
Questo obiettivo racchiuso in un'unica frase ha tuttavia
implicazioni e sfaccettature molteplici. La prima e forse
la più ovvia è di fare in modo che un maggior numero di
persone conosca e apprezzi il Palazzo dell'Hermitage e i
suoi tesori di quanti oggi hanno il privilegio e la
possibilità di visitare il luogo di persona. Questo
obiettivo viene colto primariamente attraverso l'accesso
remoto via Internet.
Tuttavia l'obiettivo di maggiore accessibilità che il
progetto si propone si riferisce anche ai visitatori e ai
potenziali futuri visitatori. Per coloro che visitano il
museo i nuovi servizi offerti grazie alla tecnologia
mirano a produrre una visita più piacevole, più
tagliata sugli interessi del singolo visitatore.
Accanto alla personalizzazione del percorso di visita, vi
è anche la possibilità di fornire un'esperienza più
interessante per il visitatore associando una parte di
apprendimento al piacere della visione delle opere
d'arte.
Non è irrilevante che tutto ciò viene perseguito
utilizzando un linguaggio e una metafora che sono
particolarmente adatti e apprezzati dalle giovani
generazioni. Vi è in questo caso un altro obiettivo che
si sta perseguendo: la ricerca e la sperimentazione sul
modo in cui una grande istituzione museale si debba
preparare per il 21mo secolo.
Abbiamo menzionato l'impegno per migliorare
l'accessibilità del museo per i potenziali e futuri
visitatori. Come per tutti i grandi musei che devono
gestire le folle di visitatori dell'alta stagione
turistica, anche nel caso dell'Hermitage sorge la
questione se sia possibile operare una selezione dei
potenziali visitatori, cercando di attrarre il pubblico
che ha una reale motivazione a visitare il museo
piuttosto che il turismo di massa. L'obiettivo non è
assolutamente quello di impedire l'accesso al secondo a
favore del primo, ma piuttosto di fornire un tipo di
visita che sia piacevole, giustamente dettagliata e
adatta agli interessi di ciascuno dei due tipi di
pubblico.
Ancora una volta i nuovi servizi che vengono forniti
possono contribuire in questo senso ad esempio attraverso
i punti informazione posti all'ingresso del museo
consultabili immediatamente prima di stabilire il
programma di visita del museo, oppure attraverso la
navigazione del sito web che permette di pianificare la
propria visita con giorni o settimane di anticipo
rispetto alla visita a San Pietroburgo.
Come spesso accade iniziative di questo genere sollevano
plauso e critiche. In questo caso più di un addetto ai
lavori ha espresso le sue perplessità sul fatto che un
patrimonio cosi prezioso venisse offerto in maniera
gratuita a chiunque volesse accedervi attraverso
Internet.
A questo si aggiungevano i timori che le immagini
digitali di buona qualità offerte attraverso la rete
potessero finire in pubblicazioni commerciali senza che
al museo tornasse alcun beneficio.
La digital library utilizzabile attraverso Internet
tuttavia è parte di una strategia che mira ad un
Hermitage più aperto ed accessibile. Oggi solo il 5%
delle collezioni sono in mostra, l'obiettivo è di
arrivare al 20%, ma con l'aiuto delle tecnologie
informatiche e di telecomunicazioni, potenzialmente
l'intero patrimonio potrebbe essere accessibile in rete,
e ad una platea molto più vasta. A questa visione non
può essere estranea la valutazione del potere della rete
delle reti.
Una maggiore visibilità e accessibilità in rete vuole
dire un maggiore interesse e quindi un maggior numero di
visitatori, sponsor, sostenitori domani.
Anche in questo caso comunque la tecnologia è
intervenuta per fornire strumenti di protezione dei
contenuti posti a disposizione in rete.
Le immagini a maggiore risoluzione archiviate nella
Digital Library e accessibili in rete sono state trattate
mediante un procedimento di marcatura invisibile. Tale
procedimento non altera le caratteristiche percettive
dell'immagine (ciò sarebbe stato inaccettabile
trattandosi di opere d'arte). Tuttavia il marchio
dell'Hermitage che viene impresso sull'immagine può
essere rilevato mediante un apposito programma.
Questa caratteristiche dell'immagine permane anche quando
questa viene trasformata da immagine digitale a stampa su
carta (es. un libro d'arte) oppure su tela (es. una
T-shirt).
In questo modo il museo rimane tutelato in quello che è
il suo obiettivo di fondo, promuovere l'accesso
amatoriale a questi contenuti scoraggiando nel contempo
lo sfruttamento commerciale non autorizzato.
Al di là dell'impiego e della sperimentazione delle
nuove tecnologie l'aspetto forse più innovativo di
questo progetto sta nell'approccio a tutto campo che è
stato adottato. Quanto abbiamo descritto non costituisce
un insieme di iniziative sporadiche e tra loro isolate,
ma piuttosto di un approccio integrato per
l'utilizzazione delle tecnologie informatiche per
migliorare la fruizione dell'istituzione museale. Si
tratta come si vede di un programma a tutto campo in cui
le varie soluzioni utilizzate si integrano e condividono
la stessa base comune di informazioni.
In questo senso l'Hermitage emerge rapidamente dal
passato e si trova ad essere modello da imitare nella
sintesi tra moderne tecnologie ed ricchezza del passato.
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