Così
nacque il gioiello di Bari
All'interno:
-La nascita
-La
gloria
-Gli ultimi dieci anni
"La serata si
aprì al suono dell'inno reale, gli spettatori in piedi, scoppio
di applausi, indi l'ovazione ai Petruzzelli e al cavalier Messeni,
e applausi ancora al pittore Armenise e ai coadiutori dell'opera.
Questo l'esordio di una serata tanto attesa". Con queste parole
il 15 febbraio 1903 si raccontò sul Corriere delle Puglie la serata
d'inaugurazione del teatro Petruzzelli.
E' la sera
di sabato 14 febbraio 1903. Il pubblico, "un gran pubblico, aristocratico
e democratico, borghese e lavoratore", affolla l'immenso foyer del
teatro, in attesa della prima degli "Ugonotti" di Meyerber.
Questa sera
si inaugura il Petruzzelli, un teatro che è posto " da italiani
di ogni contrada e da esteri di ogni paese, per ambiente, per ricchezza,
per gusto, per eleganza, per adattamento alle esigenze artistiche,
fra i teatri d'Europa".
La serata
inaugurale è un successo. Le statue a grandezza naturale dei maestri
di musica pugliesi - Paisiello, Piccinni, Mercadante e De Giosa
- accolgono nel foyer un pubblico sbalordito e incantato dalla maestosità
e dalla bellezza della sala. Signore di "eleganza squisita" e gentiluomini
in abito di gala si distribuiscono tra la platea e i quattro ordini
di palchi, le gallerie e il loggione. In tutto, il Politeama può
contenere 3200 spettatori: "Non un palco, non una poltrona, non
un posto di loggione vuoto", scrisse l'indomani il Corriere delle
Puglie.
Su tutti "vegliano"
i sommi poeti tragici e comici dell'antichità, ritratti nella cupola
affrescata da Raffaele Armenise, gli stucchi in bianco e nero, le
figurine muliebri che decorano le logge, e migliaia di lampadine.
Tutta questa
meraviglia è opera dei fratelli Petruzzelli e dell'ingegner Messeni
Nemagna che con un milione e seicentomila lire e quattro anni di
lavori hanno dato vita al "gioiello" di Bari.
La nascita
Tutto comincia
nel 1894. Il Comune decide che Bari ha bisogno di un contenitore
culturale degno di una città desiderosa di elevarsi al livello delle
altre metropoli italiane. La passione di Bari per il teatro è nota,
ma i luoghi di rappresentazione non bastano. Dal 1854 è attivo il
teatro comunale Piccinni, ma è troppo piccolo e insufficiente a
rispondere alla richiesta dei cittadini.
In città, proprio
sul mare, c'è un piazzale, si chiama Largo alla Marina, dove si
tengono concerti e rappresentazioni di strada. Il suolo è di proprietà
del Comune, ma l'Amministrazione è disposta a cederlo a chi costruirà
lì un teatro vero. Con questa decisione, intende non solo offrire
ai visitatori un contenitore culturale grande e importante, ma allo
stesso tempo, dare uno slancio urbanistico alla città.
Le proposte
arrivano da moltissimi privati. Poi Onofrio e Antonio Petruzzelli,
commercianti e armatori di origine triestina, presentano il progetto
del cognato, l'ingegnere barese Angelo Messeni, che prevede un teatro
più grande costruito in tempi più rapidi. La proposta dei Petruzzelli
è accettata e nel 1896 è stipulato il contratto tra la famiglia
e l'amministrazione comunale.
Secondo l'accordo,
il Comune dà ai Petruzzelli il suolo "in concessione gratuita e
perpetua" e quarantamila lire di premio. In cambio la famiglia si
impegna a costruire il politeama nei tempi stabiliti e a gestirlo
sotto l'osservanza dei patti, clausole e condizioni racchiuse nelle
"Deliberazioni Consigliari".
Il contratto
porta la data del 29 gennaio 1896.
Due anni dopo,
nell'ottobre 1898, cominciano i lavori.
E' il periodo
d'oro della borghesia barese e il Petruzzelli deve essere il monumento,
la bandiera della sua crescente potenza. La città ambisce al ruolo
di piccola capitale europea e il Petruzzelli deve essere il simbolo
di questa ambizione.
Inoltre la
costruzione di un politeama di quelle dimensioni serve a dare una
spinta urbanistica alla città, diventando fulcro della nuova zona
di espansione al di là del centro murattiano rigido e squadrato,
ma serve anche a rendere Bari un punto di riferimento per la Puglia
e le regioni vicine.
La
gloria
E infatti i
costruttori, abili e moderni imprenditori, che vogliono dare al
teatro un'impostazione europea, stabiliscono subito una convenzione
con le ferrovie per facilitare i collegamenti non solo con la provincia
di Bari ma anche con il resto della regione, con la Calabria e la
Basilicata.
La comodità
dei collegamenti e la presenza di grandi maestri della musica italiana
ed europea portano subito il teatro nell'Olimpo della lirica. Il
primo direttore artistico del Petruzzelli, Antonio Quaranta, d'accordo
con i proprietari, chiama a Bari le voci più famose e i melodrammi
più grandiosi: Aida, Il Trovatore, Andrea Chenier, sono solo alcune
delle opere rappresentate nella stagione inaugurale del 1903.
Nel corso degli
anni il Petruzzelli mantiene le aspettative e il suo nome risuona
in tutta Europa come simbolo non solo di Bari ma di tutto il Sud.
Il momento clou sono gli anni '30: Mascagni, La Rotella, Refice
e Respighi rappresentano le loro opere e assistono alle prime.
Poi scoppia
la guerra e durante l'occupazione il teatro diventa sede dei concerti
e dei varietà per le truppe alleate. Sono gli anni ricostruiti da
Sordi e Monica Vitti nel film "Polvere di Stelle" girato nel 1972
proprio all'interno del Petruzzelli.
Gli
ultimi dieci anni
Dopo la guerra
il teatro ritorna tempio della lirica ma è negli anni '80 che vive
il momento di massimo splendore. E' a Bari che vanno in scena per
la prima volta Ifigenia in Tauride di Niccolò Piccinni, mai
più rappresentata dopo il debutto a Parigi nel 1779, e la versione
per Maria Malibran de I puritani di Bellini, rimasta inedita.
In quegli anni
Bari per il mondo è il Petruzzelli. E non solo per la lirica. Musical,
balletto, grandi concerti. Non c'è artista internazionale che non
sia passato di qui: Von Karjan, Rudolph Nureyev, e poi Sinatra,
Ray Charles, Liza Minnelli, Juliette Greco. E poi i grandi artisti
italiani: De Filippo, Riccardo Muti, Carla Fracci, Luciano Pavarotti,
Giorgio Gaber.
Il tempio della
lirica diventa luogo di culto anche per la musica leggera e al Petruzzelli
approdano Freddy Mercury e i Queen, lo spettacolo Azzurro, Paolo
Conte, Ornella Vanoni.
"L'offerta
artistica del celebre teatro - ricorda il giovane regista barese
Alessandro Piva - era molteplice: accanto a una stagione lirica
e della danza in grado di richiamare i nomi più prestigiosi si affiancava
una programmazione di ricerca e d'avanguardia, senza negare lo spazio
a manifestazioni ed eventi di altro taglio. C'era a Bari un clima
culturale prezioso per la formazione di giovani a caccia di stimoli"
Sono gli anni
più attivi e vivaci ma anche gli ultimi anni di vita del Petruzzelli.
La notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 il teatro è distrutto da
un incendio doloso. L'ultima opera rappresentata è la Norma. Ironia
della sorte, quest'opera si chiude con un rogo.
[inizio]
|