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Venerdì,
ora di pranzo. La pioggia cade sottile e incessante. Dopo aver giocato
due partite, i ragazzi, ora, hanno un paio di ore libere. I più
giovani si avviano per le strade di Salisburgo alla ricerca di qualcosa
da mangiare. Per fortuna c’è Fritz. Conosce la città,
i piatti tipici e, soprattutto, il tedesco. Per una volta si può
evitare di fare il ‘turista (italiano) fai da te’. I ragazzi
entrano in una locanda. Una breve occhiata di quello che sembra il proprietario
ed ecco un tavolino pronto. I pochi clienti presenti si voltano. Ai loro
occhi si presenta un gruppo di giovanotti sporchi, sudati e stanchi. Matt,
lasciato il campo in fretta e furia, non si è neanche rimesso le
scarpe. E’ a piedi scalzi.
Fritz chiede agli altri cosa vogliono. I ragazzi si lasciano consigliare,
poi Fritz ordina per tutti. Quindi comincia a raccontare come. Come fa
Fritz Von Rundstedt, 25 anni, nato a Dusseldorf, studente
in medicina all’università di Lipsia, a trovarsi a Salisburgo.
Con una maglietta azzurra indosso. “Lo scorso anno sono venuto a
Roma con il progetto Erasmus – ricorda in un italiano davvero perfetto
– e ho contattato via e-mail Robert”.
Fritz ha sempre giocato a lacrosse
in Germania. E vuole continuare a praticarlo anche a Roma. Così,
navigando in internet, trova Robert, in quel periodo abbastanza scoraggiato.
Insieme cominciano a giocare ogni sabato a Villa Borghese. L’Erasmus
finisce, ma Fritz viene ‘adottato’ da Robert. E dall’Italia.
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