quando
perego si tolse il cappello
Erano
gli inizi degli anni ’80. Il signor Luigi
Perego, che fino ad allora aveva collaborato con il
maestro Giuseppe Pedemonti – noto musicista
bergamasco – dovette cercare un nuovo collaboratore. Infatti
Pedemonti era invecchiato e non riusciva più a reggere i
numerosi viaggi che da Bergamo lo portavano a Pozzuolo Martesana.
Perego si ricordò di un giovane che molti anni prima aveva
sentito suonare l’organo nella chiesa di San Zeno,
a Cassano sull’Adda. Ne era rimasto tanto colpito che iniziò
a cercarlo. Quel giovare era Claudio
Stucchi.
Gli offrì il lavoro di accordatore e gli “insegnò”
il mestiere, ma passò un po’ di tempo prima che Stucchi
conquistasse la piena stima di Perego. Non perché non fosse
bravo, ma perché Perego era molto esigente e allo stesso
diffidente, nonostante lo avesse scelto di persona.
“Eravamo stati chiamati a Novara – ricorda il maestro
– nella chiesa dei frati cappuccini. Il loro concerto di campane
era stonato: il nostro compito, come sempre, era quello di individuare
la campana fessa e ripararla”.
Per la prima volta, dopo aver smontato e ascoltato le campane, i
due si trovarono in disaccordo su quella da riparare.
“E’ la terza” sosteneva Perego, mentre per Stucchi
era la quarta.
Dopo un’interminabile discussione, Stucchi si prese la responsabilità
e riparò la quarta campana del concerto. Aveva ragione.
“Adesso andiamo al ristorante e, quando entriamo, mi tolgo
il cappello davanti a te” gli disse Perego: per un
uomo orgoglioso come lui, era il modo di riconoscere al maestro
la sua completa stima.
E da allora il sodalizio va avanti. Non mancano
le discussioni a volte ma, alla fine, “le sue orecchie sono
più giovani delle mie” scherza Perego.
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