Santa Maria al Bagno 1943-1945
 
 

 

2.Poi fu la volta degli ebrei

Quando gli abitanti di Santa Maria videro scendere dai camion quei nuovi profughi videro subito che nei loro occhi c'era qualcosa di diverso. Gli slavi non avevano lasciato un buon ricardo: molte case nelle quali erano stati ospiti furono danneggiate e deturpate.Così, vedendo arrivare dei nuovi convogli carichi di profughi non furono affatto contenti.

 

Ma i nuovi arrivati attirarono subito l'attenzione degli abitanti di Santa Maria. Erano delle persone sole, malinconiche e taciturne. Nel Salento ancora non era arrivata notizia delle macabre scoperte che l'esercito russo aveva fatto durante la sua avanzata. Gli abitanti di Santa Maria, appena sfiorati dalla Seconda Guerra Mondiale, non potevano sapere che quelli appena arrivati erano tra i pochi scampati all'orribile sterminio di massa nazista.Lo scoprirono solo alcuni mesi dopo quando cominciarono a stringere dei legami più forti con quei profughi provenienti da tutta Europa.

 

Fu il cibo che riuscì a legare insieme i pescatori con i rabini, i bimbi cresciuti in riva al mare con le madri che avevano visto i loro figli morire in un campo di sterminio. I profughi ebrei infatti godevano dei prodotti alimentari che ogni giorno potevano mangiare alla mensa gestita dall'UNRRA (Amministrazione delle Nazioni Unite per l'assistenza e la riabilitazione). Carne, pane, cioccolata. Cose dell'altro mondo per gli abitanti di Santa Maria che avevano conosciuto negli anni della guerra il significato della parola fame. Gli ebrei cominciarono prima a barattarlo, poi a regalare quello che potevano.

 

Presto infatti la situazione economica del campo migliorò sia per gli ospiti che per i residenti. L'Unrra assunse per la gestione del campo centinaia di locali che poterono finalmente portare dopo tanto tempo uno stipendio in famiglia. Gli eberei, invece, cominciarono a commerciare prodotti che compravano all'ingrosso nei mercati di Lecce. Per la prima volta a Santa Maria si vide una lavanderia, un tabacchi ( anche se clandestino) un negozio di abbigliamento. In poche parole, dopo lunghi anni, si ricominciò a vivere. (continua..)

 

 

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I ricordi degli anziani
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Il filo del tempo
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