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E si ricominciò a vivere...
Una
signora ebrea, ormai ottantenne, scrisse
in una lettera aperta pochi anni fa: <...quando
mi chiedono dove sono nata io rispondo:"A
Santa Maria!". Perchè è
lì che è ricominciata la
mia vita>. E anche quella di altri
mille che come lei furono spediti dall'esercito
inglese nel Despled person camp number
34.
A
Santa Maria, come raccontano numerose
altre testimonianze come questa, la gente
entrava con lo status di profugo e ne
usciva con quello di cittadino. Il campo
di accoglienza, pur essendo un presidio
militare inglese, non aveva regole troppo
rigide e agli ospiti fu lasciata ogni
libertà.
Un
locale della piazzetta fu adibito a Sinagoga
e agli ebrei fu concesso perfino di costituire
un gruppo di polizia interna, formata
da quindici di loro. I ragazzini piccoli
frequentavano la scuola di Santa Maria,
per quelli più grandi si aprirono
le porte del liceo di Nardò. Questo
clima di tolleranza favorì i rapporti
tra i profughi e i locali. Presto ritornò
anche la voglia di ridere e divertirsi
come non si faceva da troppi anni.
Ancora
impresse nella memoria dei pescatori,
ormai in pensione, di Santa Maria sono
le partite a calcio, i triangolari tra
italiani, ufficiali inglesi e resto del
mondo: i profughi ebrei. O le feste al
circolo cittadino "Due marine"
o al circolo ufficiali "Ave Mare".
Quella di invitare anche i giovani salentini
alle serate da ballo da eccezione divenne
presto una piacevole consuetudine. Molti
di loro ricordano con orgoglio l'invidia
degli inglesi per loro, i "Casanova
nostrani" che tanto attiravano l'attenzione
delle giovani ebree. Ma non furono sempre
rose e fiori. A Santa Maria si ricordano
anche dei giorni
carichi di tensione.
Ma
per capire davvero cosa Santa Maria abbia
rappresentato per i profuhi ebrei basterebbe
ricordare un solo dato: in poco meno di
due anni nel Desplecd person camp number
34 furono celebreti qualcosa come 400
matrimoni. Alcuni già prgrammati
primma della Guerra e poi rinviati per
anni , altri, come quello tra Zivi
Miller e Giulia My, figli di una passione
sbocciata proprio in riva allo Ionio.
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