Santa Maria al Bagno 1943-1945
 
 

 

3 E si ricominciò a vivere...

 

Una signora ebrea, ormai ottantenne, scrisse in una lettera aperta pochi anni fa: <...quando mi chiedono dove sono nata io rispondo:"A Santa Maria!". Perchè è lì che è ricominciata la mia vita>. E anche quella di altri mille che come lei furono spediti dall'esercito inglese nel Despled person camp number 34.

A Santa Maria, come raccontano numerose altre testimonianze come questa, la gente entrava con lo status di profugo e ne usciva con quello di cittadino. Il campo di accoglienza, pur essendo un presidio militare inglese, non aveva regole troppo rigide e agli ospiti fu lasciata ogni libertà.

Un locale della piazzetta fu adibito a Sinagoga e agli ebrei fu concesso perfino di costituire un gruppo di polizia interna, formata da quindici di loro. I ragazzini piccoli frequentavano la scuola di Santa Maria, per quelli più grandi si aprirono le porte del liceo di Nardò. Questo clima di tolleranza favorì i rapporti tra i profughi e i locali. Presto ritornò anche la voglia di ridere e divertirsi come non si faceva da troppi anni.

Ancora impresse nella memoria dei pescatori, ormai in pensione, di Santa Maria sono le partite a calcio, i triangolari tra italiani, ufficiali inglesi e resto del mondo: i profughi ebrei. O le feste al circolo cittadino "Due marine" o al circolo ufficiali "Ave Mare". Quella di invitare anche i giovani salentini alle serate da ballo da eccezione divenne presto una piacevole consuetudine. Molti di loro ricordano con orgoglio l'invidia degli inglesi per loro, i "Casanova nostrani" che tanto attiravano l'attenzione delle giovani ebree. Ma non furono sempre rose e fiori. A Santa Maria si ricordano anche dei giorni carichi di tensione.

 

Ma per capire davvero cosa Santa Maria abbia rappresentato per i profuhi ebrei basterebbe ricordare un solo dato: in poco meno di due anni nel Desplecd person camp number 34 furono celebreti qualcosa come 400 matrimoni. Alcuni già prgrammati primma della Guerra e poi rinviati per anni , altri, come quello tra Zivi Miller e Giulia My, figli di una passione sbocciata proprio in riva allo Ionio.

 

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I ricordi degli anziani
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Il filo del tempo
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