Il fantasma delle bombe chimiche nei fondali tra Pesaro e Cattolica
Sessant’anni di dubbi circolano attorno le bombe chimiche gettate dai tedeschi al largo tra Pesaro e Cattolica. Nonostante le rassicurazioni del Ministero della Difesa ci sono testimoni dell’epoca che contestano l’efficacia delle bonifiche. Intanto le associazioni di cittadini non ci stanno e chiedono ulteriori monitoraggi
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Dai testimoni del Deposito di Urbino ai pescatori che recuperavano le bombe chimiche nelle loro reti. Fino ai giorni nostri. Le interviste al sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, al direttore dell’Arpam Claudio Pizzagalli, all’onorevole David Favia e ad Alessandro Lelli del Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche
I pescatori ormai centenari raccontano di quando trovavano nelle loro reti le bombe all’iprite. Non solo nel dopoguerra ma anche negli anni cinquanta e settanta. Così si smentisce la bonifica della Marina Militare
Parlano, per la prima volta, i pescatori di Cattolica e Gabicce che dal dopoguerra fino agli anni settanta trovavano nelle loro reti le bombe all’iprite. Raccontano di un’ ‘usanza’: rigettare gli ordigni a pochi chilometri dal porto di Pesaro: “Sapevamo tutti che erano lì, così non ci pescavamo”
Niente arsenico nelle acque di Pesaro. Al via una commissione Arpam-UniversitàDopo le risposte del ministero delle Difesa, il Comune di Pesaro ha istituito una commissione permanente costituita dall’Arpam e l’Università di Urbino per monitorare due volte l’anno i tratti di costa segnalati come ‘discariche’ di ordigni chimici da Ferdinando Tambroni nel 1951
Centomila bombe a gas in galleria: quando Urbino poggiava su un arsenale chimicoUrbino nel 1939 venne scelta come luogo ideale per la costruzione del 14° deposito della Regia Aeronautica. Perché era in una posizione strategica: tra le due gallerie inutilizzate della mai ultimata ferrovia Santarcangelo Urbino. Un posto ideale per migliaia di ordigni chimici