La 'terra dei fuochi' è anche a Isernia:
ora si scava sulle tracce del pentito
Con la desecretazione dei verbali dell’ex boss dei Casalesi Carmine Schiavone e la rivelazione della presenza di rifiuti tossici anche nei terreni della provincia di Isernia, le autorità hanno dato il via ai primi controlli. Una quindicina i siti da esaminare, ma le parole del pentito di camorra non indicano luoghi precisi.
Il terreno e i verbali: percorsi incrociati
Due storie apparentemente lontane che forse un giorno convergeranno in un unico finale. La storia della masseria Lucenteforte di Venafro - il cui terreno ha riportato in superficie teli di plastica, ferro e ghisa - e quella dei verbali dell'audizione di Carmine Schiavone alla Commissione d'inchiesta sulle Ecomafie. Due storie iniziate negli anni '90 e ancora in sospesoGuarda la mappa interattiva
Dal litorale adriatico alle colline dell'entroterra molisano, dall'operazione Mosca all'operazione Re Mida. Ma anche la discarica di Montagano, i pozzi di Cercemaggiore e la "piccola Chernobyl" di Castelmauro. Anni di indagini e processi sulle rotte dei rifiuti partiti dalle industrie del Nord e interrati in Molise con l'aiuto della criminalità organizzata e la compiacenza dei proprietari terrieri. Vincenzo Musacchio, presidente dell'associazione Co.Re.A., le ha raccolte nel dossier Molise oscuroLA TESTIMONE
Madre coraggio: "Ho visto camionscaricare sostanze grigiastre"
Dopo tanti anni Palmina Giannini ha vinto la paura e ha deciso di raccontare la sua verità. Come lei anche i suoi figli, da bambini, hanno visto i camion della Fonderghisa scaricare rifiuti nel terreno a riposo. Erano “sostanze grigiastre e polveri fumanti”.
IL CASO
Sacchi, ferro e ghisa: riemergonoi segreti del 'terreno a riposo'
Lungo la strada di Bonifica di Venafro, a pochi chilometri dal fiume Volturno e dal confine con la Campania, c’è una masseria dove i rifiuti escono dalla terra come fossero fili d’erba. Una storia, quella del ‘terreno a riposo’, vecchia di almeno 30 anni e ancora senza verità.
L'ACCIAIERIA
FOTO / Fonderghisa:le immagini inedite
della fabbrica dei veleni
Negli anni ’90 era tra le principali acciaierie in Europa. Dopo un passato fallimentare e l’ombra della camorra che l’ha avvolta negli ultimi anni, oggi della Fonderghisa resta solo un involucro di vetro e ruggine: lo spettro di un bastione dove si pensava venissero sciolti carri armati contaminati da uranio impoverito. Testimoni sostengono che provenga da lì parte dei rifiuti speciali interrati nei terreni circostanti.
IL PROPRIETARIO
VIDEO / "Sono venutia scavare: pareva
di essere in un film"
Vittorio Nola è il proprietario del primo terreno isolato e scavato dalle forze dell’ordine a inizio gennaio. Insieme a cemento e scarti di costruzioni, dalla terra sono emersi anche due fusti di olio esausto e un’enorme trave di ferro. Alle autorità chiede di trovare i veri responsabili.
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INFOGRAFICA / Cosìsi possono eludere le
regole sulla tracciabilità
“Se la legge non è ben definita sorgono le ecomafie. Se si vuole perseguire una via legale, ma non si trova riscontro nella realtà perché lo Stato non lo consente, la colpa è dello Stato”. Una fonte vicina all’Arpa Molise, spiega com’è possibile smaltire illegalmente i rifiuti.