È possibile creare un simulatore tanto sofisticato da poter analizzare e riprodurre architettura e funzioni del cervello umano? Alcuni scienziati europei, coinvolti nello Human brain project, pensano di sì. Nel 2023 forse esisterà un supercomputer neuromorfico così “intelligente” da vincere l’Alzheimer. Ma una conoscenza tanto dettagliata del nostro “calcolatore biologico” potrebbe avere anche delle conseguenze meno entusiasmanti. Si può immaginare un futuro non troppo lontano in cui la salute e le azioni delle persone saranno valutate in base al circuito neuronale di ciascun individuo.
Quo vadis, Darwin? Una domanda che riguarda l’evoluzione umana e quella delle macchine, il rapporto tra naturale e artificiale, a cui si cerca di rispondere partendo dagli studi dei quattro istituti scientifici italiani coinvolti nello Human brain project per arrivare alle riflessioni filosofiche di Vittorio Somenzi e Roberto Cordeschi sull’intelligenza artificiale e alle considerazioni del professor Umberto Eco su tecnologia, etica e fantascienza.
Questo dossier è un progetto di fine corso, realizzato da Lorenza Fernanda Pellegrini, allieva dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino. Pubblicato il 24/04/2014