Le fonti:
"quasi ufficiali" 17 dicembre 1989: l'agenzia di stampa ungherese Mti raccolse la
voce di un anonimo cittadino cecoslovacco che raccontava
di "colpi di arma da fuoco sparati a Timisoara"
19 dicembre:
un quotidiano italiano riporta le dichiarazioni di uno
scrittore rumeno emigrato in Jugoslavia: "I morti a
Timisoara sarebbero trecento-quattrocento".
Da questo
momento in poi le fonti diventano i cittadini che
varcavano la frontiera.
La radio
ungherese conta 250 cadaveri nell'ospedale ungherese.
Due quotidiani
jugoslavi, Vecernje Novosti e Ekspres Politika, parlano
di "bambini schiacciati dai tank dell'esercito,
donne incinte trafitte dalle baionette".
21 dicembre:
L'agenzia Adn dell'ex Germania comunista fornisce per
prima le dimensioni della tragedia: "Ci sono 4.660
morti, 1.860 feriti, 13.000 arresti, 7.000 condanne a
morte".
22 dicembre:
la Tv di Stato ungherese diffonde la notizia che è stata
trovata la prima fossa comune. "Sono state
seppellite 4.630 vittime".
Da tutte le televisioni del mondo occidentale
cominciarono a provenire immagini di corpi mutilati,
appena disseppelliti.
L'agenzia
jugoslava Tanjug citai i dati forniti dalComitato di
salvezza nazionale: 4.632
morti.
I maggiori
quotidiani occidentali (Corriere della Sera, Figaro, New
York Times, Le Monde, Washington Post) cominciarono a
raccontare la strage con gli stessi toni enfatici.
23 dicembre:
Il titolo del Corriere della Sera diceva: "Timisoara
città martire esulta per la libertà - Ma nelle fosse
comuni giacciono 4.700 vititme della repressione".
La fonte era un inviato a Timisoara, uno dei primi
giornalisti a entrare in città. E a raccontare la
notizia al mondo. Ma i fatti erano già avvenuti.
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