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I disabili in Italia

 


Un viaggio nella regione del Baden-Wuttenberg, Germania meridionale, sulle rive del lago di Costanza che si affacciano di fronte alla Svizzera. Il sistema tedesco di inserimento al lavoro dei disabili presenta scuole molto ben organizzate, efficienti e con ottime attrezzature, certo invidiabili per l’Italia. Il viaggiatore che viene dal Belpaese riceve un’ottima impressione, visto anche che gli istituti professionali riescono a inserire una buona percentuale di disabili in aziende, cooperative e officine di lavoro protetto. Scuole e officine perlopiù private, ma con finanziamenti pubblici. Così per la maggior parte dei disabili i servizi sono gratuiti e chi li prepara è spinto ad ottenere buoni risultati per non perdere i fondi.

 

Una perplessità però emerge alla fine del viaggio, quando si viene a sapere che sin dai primi anni delle scuole i bambini con disabilità fisiche o psichiche vengono subito allontanati dalle classi ‘normali’.

E insieme a loro vengono messi nelle classi ‘speciali’ pure i bambini con infanzie difficili o con difficoltà di apprendimento linguistico.

Un modo di affrontare il problema che gli stessi operatori tedeschi della formazione stanno cercando di superare, avvicinandosi, come ormai sta tentando di fare l’Italia, a una forma di integrazione maggiore.

Ma la strada, per entrambi i paesi, sembra ancora lunga.



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