Giuliano Gaia,
responsabile del progetto www.museoscienza.org,
spiega i contenuti della sperimentazione. Il
museo delle scienze di Milano ha lanciato un
progetto sperimentale, un modo di portare il
museo
in rete del tutto innovativo in Italia e in
Europa.
In che cosa consiste quersta sperimentazione?
"Consiste nella creazione di un vero e
proprio museo
virtuale, vale a dire di un ambiente
tridimensionale, navigabile
grazie alla tecnologia Vrlm nel quale i vistatori
possono
entrare e visitare un museo ricostruito, che è
simile al
museo delle Scienze di Milano, ma non è
esattamente uguale, all'interno del quale c'è
una ricostruzione delle macchine di Leonardo che
i visitatori possono azionare. La caratteristica,
veramente innovativa è il fatto che i visitatori
possono anche vedersi tra di loro e quindi
possono seguire delle visite guidate virtuali,
oppure possono chiaccherare tra di loro. Per cui
persone che si trovano nei posti più diversi e
lontani. Possono, appunto, darsi una sorta di
appuntamento all'interno di questo nuovo tipo di
museo. Il museo è stato presentato a Marzo negli
Stati Uniti e funziona ormai da quasi un anno
all'interno del sito internet www.museoscienza.org
e anche se è ancora in fase
sperimentale, ci sta dando dei buoni
risultati".
Quanti
sono i musei che nel mondo offrono questo
servizio?
Questo
servizio specifico è esclusivo nostro. In
generale molti musei hanno un sito e molti hanno
tentato la strada del museo virtuale. Pochissimi,
però, credo due o tre al mondo, hanno tentato di
realizzare dei sistemi in cui ci fosse una specie
di collaborazione tra i vari elementi. Questo
sistema possiamo dire che è un prodotto tutto
italiano, anzi milanese,
visto che è stato realizzato in collaborazione
con il Politecnico.
Qual è il presupposto culturale che
sta alla base di questa esperienza?
Noi non intendiamo assolutamente sostituire la
visita virtuale con quella reale. Perchè
crediamo che nell'andare al museo ci sia un
valore unico. Però, allo stesso tempo crediamo
che sia possibile agire in rete in maniera
parallela, cioè offrire in rete delle cose che
nel museo reale non si possono avere, ad esempio
offrire a persone lontane la possibilità di
vedere il funzionamento di una macchina di
Leonardo.
In generale crediamo che il museo virtuale debba
fare ciò che il museo reale fa nella realta:
vale dire conservare e comunicare.
Musei e nuove tecnologie l'italia è
sicuramente in ritardo. Dal vostro punto di vista
quanto è indietro?
L'Italia è indietro, però contemporaneamente in
Italia c'è molto fermento. Ci sono tante
iniziative. Ci sono tanti tentativi di fare delle
cose interessanti, manca per la verità in
cordinamento e una forte spinta dall'alto. Per
cui spesso è l'esperienza individuale che va
avanti. Se ad esempio si guarda ai convegni
internazionali vengono proposte delle esperienze
italiane molto interessanti e all'avanguardia,
che però sono sempre individuali. In generale
l'Italia è indietro anche dal punto di vista
della penetrazione dell'informatica negli uffici.
Penso però che potremo recuperare in breve.
Che differenza c'è tra la visita
virtuale che offre il Louvre e la vostra visita
virtuale?
Quella
del Louvre è una visita in senso classico. E' il
tentativo di far visitare il museo a un utente
singolo le opere che sono esposte nelle
differenti sale. La differenza con il nostro è
che noi cerchiamo di far fare delle visite di
gruppo.
La presenza di altre persone che si muovono,
chieccherano, che seguono la visita di gruppo.
Quali sono i canali di finanziamento.
C'è una specifica attenzione da parte
dell'amministrazione centrale?
Noi utilizziamo comunque per il funzionamento
normale del museo e quindi anche per il sito
tutta una serie di fondi che arrivano sia dal
ministero dell' istruzione che della ricerca
scientifica. Esistono poi molti canali di
finanziamento sia italiani che europei, ma non
sempre è semplice attivarli. In generale si
soffre di una cerca carenza di finanziamenti. Non
c'è però disinteresse da parte
dell'amministrazione centrale.
Questa
esperienza è però solo una parte di una
sperimentazione più ampia. Sonia Angelino,
ricercatrice dell'Università di Torino ha
monitora i musei
scientifici in rete.
|
Cos'è
il museo virtuale
Quantità non sempre vuol dire
qualità
Perché un allestimento museale in
rete
Un esempio di percorso virtuale
Gli interventi
I musei italiani
in rete
|