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Un viaggio nel laboratorio di Leonardo

L’esposizione reale e quella virtuale si affiancano sul sito del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Una delle esplorazioni più interessanti riguarda Le macchine di Leonardo, nelle due sezioni realizzate con la tecnologia Vrml (Virtual Reality Modelling Language): Leonardo Scienziato e Leonardo tecnologico.

Si tratta di un’avventura tridimensionale a cui possono partecipare anche più persone. Per effettuare la visita bisogna prima scaricare il plug-in Cosmo Player 2.1 e poi si può dare un appuntamento online a un amico per andare a sperimentare l’universo 3D delle celebri invenzioni leonardiane.

Nel museo reale c’è anche il laboratorio di Leonardo, dove sono esposti sette modelli interattivi delle macchine, che possono essere azionati dal pubblico, con l’aiuto di strumenti multimediali. Il sito del museo tenta ora di riprodurre, anche se in modo decisamente più semplice, questa esperienza attraverso la navigazione Vrml.

Nella sezione virtuale si trovano poi un centinaio di immagini digitali delle invenzioni con il rimando ai testi e ai disegni originali di Leonardo. I monoscritti possono essere consultati tramite una serie di link che portano ai diversi musei del mondo dove sono conservati di Codici

(Tratto dal Corriere della Sera)

Visitatori reali nel museo immaginario.

Clicca qui il programma per ascoltare l'intervista in RealAudio



corriere della Sera Chiara Sottocorona)

Giuliano Gaia, responsabile del progetto www.museoscienza.org, spiega i contenuti della sperimentazione.

Il museo delle scienze di Milano ha lanciato un
progetto sperimentale, un modo di portare il museo
in rete del tutto innovativo in Italia e in Europa.
In che cosa consiste quersta sperimentazione
?

"Consiste nella creazione di un vero e proprio museo
virtuale, vale a dire di un ambiente tridimensionale, navigabile
grazie alla tecnologia Vrlm nel quale i vistatori possono
entrare e visitare un museo ricostruito, che è simile al
museo delle Scienze di Milano, ma non è esattamente uguale, all'interno del quale c'è una ricostruzione delle macchine di Leonardo che i visitatori possono azionare. La caratteristica, veramente innovativa è il fatto che i visitatori possono anche vedersi tra di loro e quindi possono seguire delle visite guidate virtuali, oppure possono chiaccherare tra di loro. Per cui persone che si trovano nei posti più diversi e lontani. Possono, appunto, darsi una sorta di appuntamento all'interno di questo nuovo tipo di museo. Il museo è stato presentato a Marzo negli Stati Uniti e funziona ormai da quasi un anno all'interno del sito internet
www.museoscienza.org e anche se è ancora in fase sperimentale, ci sta dando dei buoni risultati".

Quanti sono i musei che nel mondo offrono questo servizio?

Questo servizio specifico è esclusivo nostro. In generale molti musei hanno un sito e molti hanno tentato la strada del museo virtuale. Pochissimi, però, credo due o tre al mondo, hanno tentato di realizzare dei sistemi in cui ci fosse una specie di collaborazione tra i vari elementi. Questo sistema possiamo dire che è un prodotto tutto italiano, anzi milanese,
visto che è stato realizzato in collaborazione con il Politecnico.

Qual è il presupposto culturale che sta alla base di questa esperienza?

Noi non intendiamo assolutamente sostituire la visita virtuale con quella reale. Perchè crediamo che nell'andare al museo ci sia un valore unico. Però, allo stesso tempo crediamo che sia possibile agire in rete in maniera parallela, cioè offrire in rete delle cose che nel museo reale non si possono avere, ad esempio offrire a persone lontane la possibilità di vedere il funzionamento di una macchina di Leonardo.
In generale crediamo che il museo virtuale debba fare ciò che il museo reale fa nella realta: vale dire conservare e comunicare.

Musei e nuove tecnologie l'italia è sicuramente in ritardo. Dal vostro punto di vista quanto è indietro?

L'Italia è indietro, però contemporaneamente in Italia c'è molto fermento. Ci sono tante iniziative. Ci sono tanti tentativi di fare delle cose interessanti, manca per la verità in cordinamento e una forte spinta dall'alto. Per cui spesso è l'esperienza individuale che va avanti. Se ad esempio si guarda ai convegni internazionali vengono proposte delle esperienze italiane molto interessanti e all'avanguardia, che però sono sempre individuali. In generale l'Italia è indietro anche dal punto di vista della penetrazione dell'informatica negli uffici. Penso però che potremo recuperare in breve.

Che differenza c'è tra la visita virtuale che offre il Louvre e la vostra visita virtuale?

Quella del Louvre è una visita in senso classico. E' il tentativo di far visitare il museo a un utente singolo le opere che sono esposte nelle differenti sale. La differenza con il nostro è che noi cerchiamo di far fare delle visite di gruppo.
La presenza di altre persone che si muovono, chieccherano, che seguono la visita di gruppo.

Quali sono i canali di finanziamento. C'è una specifica attenzione da parte dell'amministrazione centrale?

Noi utilizziamo comunque per il funzionamento normale del museo e quindi anche per il sito tutta una serie di fondi che arrivano sia dal ministero dell' istruzione che della ricerca scientifica. Esistono poi molti canali di finanziamento sia italiani che europei, ma non sempre è semplice attivarli. In generale si soffre di una cerca carenza di finanziamenti. Non c'è però disinteresse da parte dell'amministrazione centrale.

Questa esperienza è però solo una parte di una sperimentazione più ampia. Sonia Angelino, ricercatrice dell'Università di Torino ha monitora i musei scientifici in rete.

Cos'è il museo virtuale

Quantità non sempre vuol dire qualità

Perché un allestimento museale in rete

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