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E' il 17 maggio 2000. Passamontagna sul volto e mitra alla mano, alle due del mattino decine di agenti hanno fatto irruzione nel palazzo Beogradinka, nel centro di Belgrado.

Così è stata chiusa, per la quarta volta nei suoi dieci anni di vita, Radio B92.

Il nuovo giro di vite di Slobodan Miloshevich contro la stampa indipendente ha colpito tutte le testate che dall'edificio nel centro della città facevano informazione indipendente nella ex Yugoslavia. L’emittente degli studenti Radio Index, la televisione studio B e Radio B92, le ultime due legate al Movimento per il rinnovamento serbo di Vuk Draskovich. "E’ calato il buio sui media, il potere ha deciso di passare alla dittatura aperta" hanno denunciato le opposizioni in un comunicato congiunto nel quale hanno invitato i serbi a scendere in piazza per alzare barricate nelle strade e difendere la patria dalla violenza del potere.

Già due anni dopo la sua nasciata, la radio che soprattutto grazie ai ripetuti attacchi del regime gode di sostegno e popolarità in tutto il m ondo è stata messa a tacere. L'ultimo attacco lo ha subito durante la guerra e fu in quella occasione che nacquero numerosi siti Internet in difesa dell'emittente.

La chiusura recente, insieme a quella di Studio B e di altre emittenti, ha dato vita a dimostrazioni giornaliere a Belgrado e in una trentina di altre città della Serbia.

La censura e gli attacchi contro i media non sono una novità nella Yugoslavia di Miloshevich. Radio B92 è già stata chiusa quattro volte nei suoi dieci anni di vita, ma neanche questa volta la sua voce ha taciuto. Dal suo sito Internet ha chiamato a raccolta i cittadini per le 19 nel centro della capitale yugoslava. Poco dopo le venti 10.000 supporter della Stella Rossa - la squadra di calcio che proprio ieri ha vinto il campionato – dallo stadio sono affluiti nel centro della città decisi a unirsi ai dimostranti. Già durante la partita gli spettatori ripetevano: "Salva la Serbia e suicidati Slobodan". Lasciate le bandiere sportive sono passati ai cartelli inneggianti a Otpor ("Resistenza", il movimento degli studenti) col grido di battaglia di "ribellione". Sassaiola sugli agenti, barricate e cassonetti per bloccare la Via dei Governatori serbi (l’ex viale Maresciallo Tito). La polizia ha reagito con manganelli e lacrimogeni.

Il video degli scontri

L'attacco alla stampa, che ha colpito anche Radio Pancevo, un’emittente seguitissima, che trasmette dal centro industriale a una decina di chilometri da Belgrado era temuto da giorni, ma era imprevista la sequenza che ha preceduto questo passo. Radio B92 ha cominciato la trasmissione via satellite dei propri notiziari, che sono anche su Internet, così come i testi delle notizie. Questi espedienti permettono di fornire una informazione costante sull’ultimo e più brutale attacco alla stampa indipendente in Serbia e soprattutto ai media affiliati all’Anem, l’Associazione dei media elettronici indipendenti.

Disordini e manifestazioni sono tuttora in corso. C'è già chi pensa che ormai il destino della Serbia non dipenda né dalle organizzazioni internazionali né dall'intervento della Russia, ma solo ed esclusivamente dai serbi.

(maggio 2000)


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