E tu per chi fai il tifo?
Una scelta di campo che si fa nell'infanzia
Tifare pro e contro

 

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Il verbo per raccontare la categoria. Non sono tutti ultras. Alcuni sono pensionati, altri netturbini, alcuni giornalisti, altri medici. Il tifoso si nasconde sotto ogni mestiere. C'è chi va allo stadio da quando aveva quattro anni, chi l'ha scoperto quando ne aveva 70. Tutti uguali nella foga di sostenere la propria squadra. Tutti ripresi dalla tv, tanti raccontati nei libri e nei film. "E' dove nasci che ti rende il tifoso che sei", dice Irvine Welsh. La partita, per uno scozzese come lui , "è un rito che inizia a mezzogiorno, con birra, acido, cocaina. E continua fino all'alba. E' una cosa da uomini: almeno per gli scozzesi il calcio ha a che fare con un blocco dello sviluppo, è tornare bambini".

Chi non è colpito dalla febbre del tifo, la considera una malattia particolarmente grave. Tutti però cadono nella rete quando ci sono grandi eventi sportivi come i Campionati mondiali. Il vero tifoso non si lascia condizionare da cose del genere. Il vero tifoso resta legato solo alla sua squadra e ai suoi giocatori. Gli altri sono diversi e quasi tutti nemici. Larga parte del tifo locale è infatti collegata all'immagine dell'avversario, al tifare anti. Comeha detto Giorgio Chinaglia: "Io prima sono antiromanista e poi laziale". O come diceva l'avvocato Prisco: "Faccio il tifo per l'Inter e per tutte le squadre che giocano contro il Milan e la Juventus". E se la propria squadra non si qualifica per i mondiali? Nessun problema, basta tifare per gli avversari dei propri nemici storici. E' quanto hanno scelto di fare i tifosi scozzesi per i mondiali del 2002: se non può essere la Scozia, sarà la Nigeria, avversaria dell'Inghilterra.

Ci sono tifosi talmente innamorati della propria squadra da scrivere un libro su di lei e anche su come l'hanno amata. La letteratura sportiva si nutre per larga parte delle gioie e delle malinconie dei tifosi. Soprattutto però si ricordano i momenti brutti. Il tifo è infatti profondamente masochista. Febbre a Novanta è il racconto delle sofferenze dei tifosi dell'Arsenal. Ultimo stadio rievoca dal punto di vista di un romanista la tragica esperienza dello scudetto laziale. NoMilan comincia con la rievocazione della più sfortunata sconfitta dell'Inter degli ultimi anni, anche se nel resto del libro parla esclusivamente del Milan (ovviamente in maniera negativa). Semifinale ha come sottotitolo "una storia d'amore e di sconfitte attorno all'Inter prima di Ronaldo".

E infine il cinema arte che mostra tutte le facce del tifo.Gli ultrà più violenti e i monaci tibetani colpiti dalla passione per i Mondiali visti in televisione. Si passa dall'allenatore Lino Banfi al tifoso Vittorio Gassman passando per Alberto Sordi presidente del Borgorosso Football club.

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