La curva è di chi la vive !!
Ultrà nella vita, non solo alla partita
Il mondo degli ultras

 

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Manifesto di raduno ultrà

Prima di tutto due scuole di pensiero sul nome. C'è chi dice ultras e chi dice ultrà. Dipende dalle zone, dall'abitudine, semplicemente dal suono. È la stessa parola usata al singolare o al plurale. Si utilizzano indifferentemente. Il succo non cambia. Ma cosa è il succo? O meglio, che cosa è un ultrà? Dal vocabolario della lingua italiana Zingarelli 1998 è "un tifoso fanatico di una squadra sportiva, spesso inserito in un gruppo". Secondo il dizionario il termine è l'adattamento italiano del francese "ultra". Oltralpe ha un significato politico: indicava un sostenitore intransigente della monarchia assoluta durante la Restaurazione e in tempi più recenti individua un reazionario, un sostenitore della destra ultra nazionalista. In italiano è stato utilizzato prima per indicare gli appartenenti a gruppi politici estremistici e poi è passato a identificare alcune frange di tifosi. Quelli politicizzati innanzi tutto, a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, e poi pian piano tutti i gruppi della curva. La parola Ultras è stata usata per la prima volta nel 1969 dal gruppo sampdoriano "Ultras Tito Cucchiaroni".

Ma quali sono le caratteristiche degli ultrà? Si può cominciare dal luogo in cui vivono: lo stadio, o meglio, la curva. La logica dei tifosi è infatti quella del "tutti in piedi", volutamente contrapposta a quella della TV che è quella del "tutti seduti". L'ultrà non ama stare seduto in poltrona a vedere le partite, odia la logica dei diritti TV e non perdona le pay-tv. Le partite in posticipo e la possibilità di abbonarsi agli incontri della propria squadra fuori casa uccidono la tradizione della trasferta. Per i veri ultras non esistono partite in televisione, la partita è solo allo stadio.E questo amore per lo stadio ritorna anche nelle altre battaglie dei tifosi: la lotta contro il profitto e il caro-prezzi. I biglietti costano troppo, soprattutto quelli della curva. E costano troppo le trasferte perché sono stati aboliti sempre più spesso i treni speciali, considerati pericolosi. "Lo stadio - è scritto in un comunicato della Juventus del maggio 1999 - deve diventare un luogo di shopping e consumo". Tutto sbagliato dicono i veri ultrà. Lo stadio è solo un luogo in cui sostenere e festeggiare la propria squadra.

I tifosi hanno sempre un avversario. Ovviamente la squadra contro cui giocano. Ma soprattutto i tifosi hanno nemici storici: una o più squadre che sono regolarmente insultate e odiate più delle altre. "Avere un grande nemico - spiega Andrea, tifoso urbinate - è un grande onore. Non fa piacere cantare contro chi non ti risponde". Il bello dello stadio è urlare più forte degli altri, avere cori e coreografie più belle. L'ultrà ama essere protagonista e affermare i propri valori, all'ultrà piace apparire (anche su internet a giudicare dal numero dei siti dei tifosi). "Per questo motivo - spiega il libro del gruppo Nonplusultras - si è persa parte della mentalità di curva a favore di quella dei gruppi distinti. La frammentazione è venuta per essere protagonisti allo stadio". Negli ultimi anni molti gruppi hanno perso la coesione e la disciplina interna. E' aumentata l'eterogeneità politica all'interno delle curve. Contemporaneamente la politicizzazione è diminuita e sono cresciuti i simboli.

Un solo odio unisce tutti gli ultras: quello nei confronti delle forze dell'ordine. La curva, a detta dei tifosi, è l'area di condensazione della mentalità giovanile ribelle. E la polizia è pronta a reprimerla, sempre e comunque. Con le botte e soprattutto con le segnalazioni e la diffida, un provvedimento che è considerato un abuso sistematico. Le zone d'ombra nella storia degli ultras sono tante e non sono tutte dovute alla troppa durezza della repressione, come sostengono invece i tifosi.

Il razzismo, gli hooligans, gli scontri cercati e preparati: queste sono le macchie del tifo. Il politically correct non è nella mentalità degli ultras e nemmeno nel video-game dedicato alle loro frange più estreme: gli hooligans. Si chiama appunto hooligans e ha come scopo quello di diventare l'hooligans più famoso. Bisogna creare una tifoseria violenza e pronta a tutto, mettere a ferro e fuoco lo stadio, fare strage di tifosi avversari, cercare di usare i media per aumentare la propria notorietà. Dall'altra parte esistono però nuovi servizi a favore del tifo come cultura e contro la violenza: ProgettoUltrà, Noi Ultras, il segretariato sociale rai e il furd.

I siti delle più importanti tifoserie delle squadre italiane e straniere (*alcuni di questi siti contengono frasi inneggiati alla violenza, chi ha costruito questo dossier non si assume la responsabilità di questi contenuti):
Forever ultras del Bologna
Fossa dei leoni della Fortitudo Bologna
Roma
(un sito che raccoglie i link a diversi gruppi della curva)
Irriducibili della Lazio
Fossa dei Leoni del Milan
Curva Nord Milano, sito che unisce i gruppi della curva interista
Ultras Unione di Venezia
I Fighters della Juventus
I Mastini Scaligeri del Verona
Il gruppo Wild Kaos Atalanta
Il Brescia da Tifonet con le pagine dedicate a Vittorio Mero, giocatore scomparso in un incidente stradale

Il primo sito dei supporter del Chievo
La Fiorentina appena retrocessa in serie B
Il Parma
Gli Ingrifati del Perugia che si ritrovano nella città umbra al bar Sisto
Il Toro

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